Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
17.10.22
Io me la ricordo bene, l'estate del 1973 -- di Daniela Tuscano
gli #anni70 dovrei raffigurarli così, strade nere, abiti ridicoli e strizzati con qualche retrogusto di povertà. Ma sono realtà parziali, da adulti. Durante l'austerity io sfrecciavo con la bici su carreggiate neglette come in una novella di #Buzzati. Ma senza inquietudine. In quello che ora è il #parconord e che un tempo tutti chiamavano #campovolo arrivavano le #pecore a pascolare. C'era solo prato anzi erba e nessuno si chiedeva perché, esisteva e basta. Ricordo il razionamento del #sale. Al suo posto in tavola comparivano contenitori a cilindro con esaltatori di sapidità, robaccia chimica. Che però sopportai e persino mi piacque, mi percepivo al centro d'una grande epopea di resistenza. Tanto poi l'estate sarebbe tornata, e con essa le letture, i componimenti. E Giorgio.
GJUANNI testo e disegno di Simone Sanna
GJUANNI ERA ORMAI IN PENSIONE DA ANNI. DIRETTORE DELLE POSTE,CON LA BUONUSCITA AVEVA RISTRUTTURATO CASA RICAVANDONE UN PICCOLO APPARTAMENTO INDIPENDENTE CHE AFFITTAVA SALTUARIAMENTE.
UN SUO COLLEGA DI SASSARI GLI INDIRIZZÒ UNA GIOVANE MAESTRINA FIGLIA DI AMICI CHE AVEVA FINALMENTE AVUTO LA CATTEDRA NEL PICCOLO PAESINO.
ROSA ,COSÌ SI CHIAMAVA, SI PRESENTÒ AL “SIGNOR GIOVANNI” CON UNA INNOCENZA CHE COLPI’ SUBITO L’UOMO FACENDOGLI APRIRE IL CUORE.
GJUANNI TROVÒ NEL SORRISO DELLA PICCOLA MAESTRINA IL RICORDO DI QUALCOSA CHE AVEVA DESIDERATO E MAI AVUTO. ERA UN SENSO DI PROTEZIONE ,DI DELICATEZZA, UN SENTIMENTO PATERNO DI DOLCEZZA.
GLI PREPARAVA OGNI MATTINA LA COLAZIONE E QUANDO IL SUO PICCOLO ORTO DAVA I FRUTTI LA INVITAVA A PRANZO O A CENA PER FARLE PROVARE QUELLE PRELIBATEZZE “CHE A SASSARI VE LE SOGNATE” DICEVA.
LA SERA PER DARLE LA BUONANOTTE LE PREPARAVA LA TISANA PER ADDOLCIRLE QUEI TERRIBILI MAL DI TESTA.
E INTANTO LA VEDEVA LAVORARE,PREPARARE LE LEZIONI PER IL GIORNO DOPO,INVITARE I BAMBINI DELLA SUA CLASSE A CASA PER FARE MERENDA. E LUI ORGOGLIOSO DELLA SUA MAESTRINA SORRIDEVA MENTRE PREPARAVA AI PICCOLI SCOLARI LE FETTE BISCOTTATE CON LA MARMELLATA DI CILIEGIE DEL SUO ALBERO.
“SIGNOR GIOVANNI VADO A SASSARI PER QUALCHE GIORNO,MAMMA HA PRESO L’APPUNTAMENTO COL DOTTORE ,QUESTO MAL DI TESTA NON MI FA PIÙ DORMIRE”.
GJUANNI LA SALUTÒ RINCUORANDOLA E AVVERTENDOLA DI TORNARE PRESTO CHE LE CILIEGIE ERANO QUASI MATURE E AVEVA BISOGNO DI AIUTO PER CONFETTARLE.
QUANDO ARRIVÒ LA NOTIZIA DELLA MORTE DI ROSA IL SIGNOR GIOVANNI PRESE LE CHIAVI DELL’APPARTAMENTO DOVE ROSA AVEVA LASCIATO LE SUE COSE. ENTRÒ IN PUNTA DI PIEDI,CHIUSE BENE LE PERSIANE E LE FINESTRE POI USCITO CHIUSE LA PORTA A CHIAVE.
NON LO AFFITTÒ MAI PIÙ.
L’ALBERO DEL CILIEGIO OGNI ANNO DAVA I SUOI FRUTTI CHE GJUANNI NON RACCOGLIEVA.
SOLO AI BAMBINI PERMETTEVA DI ENTRARE NEL SUO TERRENO E MANGIARNE I FRUTTI
16.10.22
AGGETTIVI POSSESSIVI (scritto il 20 aprile 2022) - Giulia Acerba
Illustrazione di Anna Godeassi |
il CASO PAOLA ENOGU A METÀ STRADA TRA RAZZISMO ED IGNORANZA
Ora so che molti di voi lettori/lettrici , soprattutto chi bada la sua lettura dal titolo si chiederà ma che ... corbelleria scrivi o razzismo o non è razzismo . Ma se avete la pazienza di leggere fino in fondo forse vi accorgerete che non lo è .
nostro paese da sempre e quindi è italiana ( alla faccia di chi dice di No) a 100% . E quindi la domanda oltre che cretina /stupida è razzista . Potrebbe essere solo ignoranza se 1 ) se non , ma ne dubito , non la si conosce e la si vede giocare in nazionale da pochissimo ., Oppure capita anche ad alcuni che originari della Sardegna o del sud d'Italia ( viceversa per uno del nord che è venuto dal nord ed ha messo radici al sud ) si trova a nord da generazioni e gli chiedono appena sentono il cognome di dov'è o dicono che non è del luogo 2) se a fare quella domanda sarebbe secondo alcune voci uno dello staff della squadra Usa che non conosce o conosce superficialmente la sua situazione ormai sempre più multietnica del nostro paese . Comunque sia la motivazione che ha causato quel suo sfogo o richiesta d'attenzione . Essa ha tutta la mia solidarietà perché è inconcepibile che alle soglie del XXI° si facciano battute solo perché una persona ha il colore della pelle "diverso " dal nostro anche se poi
“Caro fratello bianco,/ quando io sono nato, io ero nero./ Quando sono cresciuto, io ero nero./ Quando io sono al sole, io sono nero./ Quando sono malato, io sono nero./ Quando morirò, io sarò nero./ Mentre tu uomo bianco./ Quando sei nato, tu eri rosa./ Quando sei cresciuto, tu eri bianco./Quando vai al sole, tu sei rosso./ Quando hai freddo, tu sei blu./Quando hai paura, tu sei verde./ Quando sei malato, tu sei giallo./ Quando morirai, tu sarai grigio./ Allora, di noi due, chi è l’uomo di colore?”.
( Léopold Sédar Senghor 1906 -,Joal, 9 ottobre 1906 – Verson, 20 dicembre 2001 poeta e presidente del Senegal )
Con questo è tutto
Milano, magia della musica classica: la pianista e il senzatetto insieme alla Scala per la sinfonia di Tchaikovsky
15.10.22
OLTRE AI PEDOFILI CHE ADESCANO I BAMBINI SUI SOCIAL E SUL CELLULARE WATSAPP E TELEGRAM SI DOVREBBE PUNIRE I GENITORI CHE LASCIANO NEL WEB BAMBINI DI 6-9 ANNI
Ragazzini adescati sul web tramite una piattaforma di gioco: 12 perquisizioni e 2 arresti per pedopornografiadi Carlotta Rocci
Arianna Lomuscio macchinista sui treni merci sfata i luoghi comuni: "Dicono che non sia un mestiere da donne perché faticoso, sbagliano
Arianna Lomuscio macchinista sui treni merci sfata i luoghi comuni: "Dicono che non sia un mestiere da donne perché faticoso, sbagliano"
di Gennaro Totorizzo
Quello del macchinista, in particolare sui treni merci, è un lavoro che richiede un grande sforzo fisico, stancante, e quindi non adatto per una donna. “C’è questa concezione errata, anche se nessuno me lo ha mai detto chiaramente. E all’inizio mi ha frenato”. Arianna Lomuscio, ventitreenne di Toritto, nel Barese, non si è data però per vinta e ha sfatato il luogo comune: da una settimana è alla conduzione dei treni Gts, come secondo agente. Nell’azienda barese di trasporto merci è accaduto per la prima volta.
Arianna non giocava con i trenini da bambina. Ma quella per le locomotive è una passione insita, cresciuta nel tempo: “Mi è sempre piaciuto ma non avevo mai avuto il coraggio di intraprendere questa strada – racconta – Non è una scelta molto usuale per le donne e sono stata sempre frenata da questo. Ma ne ero affascinata: ero curiosa di sapere come fosse fatto un treno e cosa si provasse a condurlo. È un controsenso, ma non ho mai avuto l’opportunità di viaggiare e quindi anche per questo ne ero attratta: mi è venuto naturale”.
Arianna, dopo aver frequentato l’istituto alberghiero ad Altamura, ha lavorato nei bar dei paesi limitrofi e quindi non aveva mai avuto l’occasione di potersi spostare. “Poi con la pandemia c’era poca possibilità di lavorare, ero stanca di quella vita e quindi volevo trovare un impiego più stabile. Ho sempre avuto la tendenza a essere indipendente, non voglio chiedere soldi ai miei genitori e quindi questo percorso mi avrebbe permesso di andare oltre e non rimanere nei soliti paesini vicino casa, ma di intraprendere una nuova esperienza di vita”.
Così ha voluto rivoluzionarla: ha seguito il consiglio di un amico e nell’agosto del 2020 si è iscritta alla Rail academy, una scuola di formazione barese per macchinisti. Ha conseguito la licenza e poi ha continuato a studiare per diventare secondo agente, cioè il macchinista che affianca il primo. Il percorso si è concluso nel marzo dello scorso anno. “Gli istruttori erano molto bravi e disponibili. All’inizio mi sono sentita un po’ spaesata perché si trattava di un lavoro completamente diverso da quelli fatti in precedenza, ma poi ho iniziato ad abituarmi. È stato un po’ pesante ma alla fine ne è valsa la pena”.
Nel maggio scorso, Gts le ha dato l’opportunità di iniziare a lavorare. Prima ha affrontato alcuni mesi di formazione, si è trasferita a Piacenza e il 10 ottobre ha condotto per la prima volta un treno, assieme al primo macchinista, verso Domodossola. “Mi assegnano una tratta, mi danno l’orario nel quale mi devo presentare in stazione, vado in anticipo per condurre le attività preliminari e, quando finiamo, possiamo partire”. L’orario di lavoro dipende naturalmente dalla tratta, variabile: la prima, tra andata e ritorno, ha richiesto dieci ore. E Arianna non la dimenticherà mai.
“Sembravo un bambino per la prima volta al luna park – ammette – all’inizio sei teso, senti una grande responsabilità addosso e hai occhi dappertutto, guardi costantemente le azioni del primo macchinista, mentre poi dopo ti rilassi rimanendo però sempre molto concentrata”. L’attenzione è massima, ma capita di sbirciare fuori dal finestrino e guardare il panorama: “Ci sono paesaggi bellissimi: nel primo viaggio c’era un tratto accanto al lago Maggiore spettacolare”.
Domani 15 ottobre, Arianna partirà per Genova. “Questo lavoro mi sta piacendo molto, sta andando oltre le aspettative. È tutt’altra cosa rispetto alla vita che conducevo prima. Casa comunque mi manca, anche se sono lontana soltanto da una settimana”.
Arianna però è tenace. E tiene a lanciare un messaggio alle donne che vogliono intraprendere lo stesso percorso: “Si pensa che sia un lavoro non adatto alle donne perché a volte bisogna fare sforzi fisici, come quando si aggancia il materiale alla locomotiva, e si pensa che non possiamo farlo: in realtà non è così. È una bellissima esperienza: dopo averla intrapresa sei pronta a tutto. Non pensate a ciò che dice la gente ma a cosa volete fare realmente: anche se può sembrare difficile, seguite la vostra strada. Non demordete”.
14.10.22
viaggio o avventura ?
- A volte il nostro cammino ci è posto davanti a poteri più grandi dei nostri . Allora è nostro compito lasciare che i piedi vadano dove il cuore non desidera andare .....
- Quindi vuoi dire che dobbiamo ....
- qualunque periglio ci attende durante la via
- Sembra che quello che scrivi non è un viaggio una specie d'avventura
- Infatti da soli è un viaggio ( o almeno un certo tipo di viaggio ) e basta ...
- ... le avventure vanno condivise
- precisamente .
- Adesso andiamo avanti che mala tempora currunt
. Già partiamo, partiamo che il tempo è tutto da bere\ e non guardiamo in faccia nessuno che nessuno ci guarderà\Beviamo tutto, sentiamo il gusto del fondo del bicchiere\ e partiamo .....
- ..... che il tempo potrebbe impazzire\e questa pioggia da un momento all'altro potrebbe smettere di
venir giù.\E non avremmo più scuse allora per non uscire.\Ma che bel sole, ma che bel giallo, ma che bel blu !
- Ecco .... pedala, pedala che il tempo potrebbe passare\e questa pioggia paradossalmente potrebbe non finire mai.\E noi con questo ombrelluccio bucato che ci potremmo inventare ?
- 🤣
- 😀
La promettente 1 stagione degli anelli del potere sarà mantenuta o migliorata dalla seconda e dalle altre ?
- Visivamente la serie si distingue per una qualità - passatemi il termine - cinematografica capace di lasciare secche molte produzioni analoghe.
- Tante buone idee, a cominciare dalla costruzione della componente mitologica e di alcune linee narrative.
- Di contro, le varie tessere della trama generale non sempre si incastrano a dovere, e certe soluzioni mi sono sembrate un po’ troppo alla buona.
Finite le sviolinate, è il momento di passare alle cose che non mi sono piaciute o mi hanno lasciato un po' perplesso ma no troppo visto che sia gli sceneggiatotri ed il cast sono fatti da esordienti che si stanno cimentando con qualcosa più grande di loro oltre che d'inesplorato a livello di trasposizione delle opere di Tolkien .
nelllo stucchevole o quasi politicamente corretto a tutti i costi . Comunque da uno a 10 un buon 7 è meritato . il (buon) finale ha sciolto diversi dubbi gettando basi intriganti per il futuro, nella speranza che la serie riesca a scrollarsi di dosso le incertezze e spiccare il volo nelle successive stagioni.con questo è tutto aspettiamo con ansia la seconda stagione della serie. E vedremo se le strocature o critiche completamente negative come quella di https://serial.everyeye.it/ e quelle tiepide come quella di ING citata nelle righeprecedenti troverà conferma o meno
le coincidenze esistono o non esistono ? il caso della fotografa elena pinna e la traspozione letteraria di topolino TopoPrince
l'originale dal suo istangram |
Emidia Cecchini morta: 'rischiò' di diventare milionaria col quadro attribuito a Leonardo
da Quotidiano.Net
Pesaro, 14 ottobre 2022 - E’ morta Bibi Cecchini, aveva 77 anni. Si era sposata il 21 agosto scorso con Enzo, il compagno di una vita. La cerimonia, officiata dal sindaco di Fano Massimo Seri, avvenne in una camera dell’ospedale di Fano dove Bibi era ricoverata per una grave malattia. Poche settimane dopo, il 18 settembre, è sopraggiunta la morte. Che Bibi aveva chiesto di non rivelare a nessuno, se non dopo qualche tempo dalla cremazione. E’ così è stato. Emidia Cecchini, pesarese, era salita alla ribalta della cronaca internazionale perché proprietaria di un quadro raffigurante Isabella d’Este (un olio su tela di 61 per 46,5 centimetri foto sotto a destra trattta da wikipedia ), che alcuni studiosi avevano attribuito, almeno per il viso, alla mano di Leonardo da Vinci.
in Svizzera fin dal 1913, quando venne acquistato da alcuni suoi familiari che vivevano lì. La contesa è arrivata fino alla Cassazione, con la condanna passata in giudicato di Bibi per l’esportazione illegale del dipinto a cui è seguito l’ordine di confiscarlo. Ma questo non è stato eseguito per il semplice fatto che il dipinto è rimasto in Svizzera. Lo Stato elvetico si è rifiutato di riconsegnare l’opera dando ragione a Bibi Cecchini perché la "punibilità è determinata dalla legge – scrissero i giudici – sul trasferimento internazionale dei beni culturali" secondo la quale "l’esportazione è illegale solo se l’opera è iscritta nell’inventario federale o, in questo caso, in uno corrispondente italiano. Ma non è il caso del “Ritratto di Isabella d’Este".
13.10.22
quando la cenasura sviluppa la creatività ed una reistenza il caso dell’artistaAleXssandro Palombo e il suo murales al pro donne Iraniane davanti al consolato dell'iran a Milano
il 1 novembre s'avvicina di Annamaria Sotgiu
A fine mese ci sarà una festa che tradizionalmente non ci appartiene, la carnevalata di halloween, noi in Sardegna festeggiamo se si suol dire la festa in onore dei defunti , dove i bambini all'imbrunire del primo novembre , bussano nelle case e viene offerto a loro dei dolci ho della frutta ....ma devono prima recitare una frase( Animas de purgattoriu salva Maria) , dopo salutano ringraziano e vanno via, fortuna che ancora questa tradizione e ancora attuale i bambini partecipano entusiasti .Mentre alcuni adulti
preparano la cena per i defunti , "non tutti lo fanno" ma secondo le credenze pare che i nostri cari defunti quella notte vengono a farci visita e mangiano il cibo preparato da noi ... Un po' inquietante la
cosa ma è bello dimostrare che loro sono sempre nei nostri cuori..(io ad esempio no), naturalmente il cibo viene consumato da noi vivi con un buon fiasco di vino,be' allora che dire ? halloween festa incentrata per fare cassa e consumismo che non mi rappresenta nulla oppure è meglio le nostre tradizioni? Be' io non ho dubbi! E dimenticavo in alcuni paesi e tradizione fare i pabassinos, a Sedilo si fanno per la festa di San Antonio, anche se qualche massaia del paese da qualche anno li fa anche per i morti, a parer mio non è tradizione , ma ognuno fa come vuole. Oggi mi è preso così fuori piove e mi sono ispirata a scrivere questo, ciao e buona giornata
In abito da sposa al cimitero per rendere omaggio al papà morto
la storia di queste due spose che decidono prima di celebrare il loro matrimonio di rendere omaggio ai loro padri Descrive benissimo miei lutti parentali e di amici fraterni avuti tra la primavera e l'inizio autunno di quest'anno e tutto il periodo adesso un po' più calmo ( sono arrivato quasi all'arcobaleno ) della triologia sulla malinconia ed i post ad essa collegati . Prima di lasciarvi ad essa devo fare chiarire una cosa non si tratta di un elogio del patriarcato ma il ricordare un genitore \ un punto di riferimento , il padre in questo caso , che non c'è più. Infatti leggendo e storie sotto riportate , sono convinto che esse avrebbero fatto la stessa cosa se ad essere morti fossero le loro madri . Adesso basta con il pistolotto e veniamo alle storie d di Alessia e Gianna
fonte fanpage Napoli
La giovane sposa va al cimitero per rendere omaggio alla tomba del papà pochi minuti prima di convolare a nozze. La fotografa del matrimonio scatta una immagine che inevitabilmente diventa oggetto di affettuosi commenti e commozione. Il padre della sposa riveste uno dei ruoli più particolari in quella grande macchina organizzativa e turbinìo di emozioni rappresentato da un matrimonio. Nell'unione tra due persone che si amano spesso i genitori sono gli specchi dentro i quali gli sposi si guardano. E ci sono delle situazioni in cui la presenza di uno o di entrambi i genitori genera enorme commozione anche tra gli invitati. Quando il papà o la mamma non ci sono più spesso gli sposi affidano ad un ricordo, ad un simbolo, la loro presenza durante il matrimonio.
A Mugnano, popoloso centro a Nord di Napoli, Alessia, in quello che spesso viene definito «il giorno più bello» ha deciso di fare una deviazione prima di andare in chiesa e convolare a nozze. Si è recata nel cimitero del paese e si è fermata a rendere omaggio e saluto al papà scomparso. La fotografa, Angelica Casaccia, ha deciso con molto tatto ma anche con estremo tempismo, di scattare una foto.Su un frequentatissimo gruppo Facebook di Mugnano, la fotografa racconta :La foto che mai e poi mai avrei pensato di fare. Una sposa al cimitero. Ho riflettuto un po’ se pubblicare o meno questa foto: come la vedranno? La capiranno? Troppo personale? Alessia è speciale, una di quelle persone che nonostante le difficoltà incontrate durante il suo cammino, è grata alla vita! È una donna che ringrazia, ringrazia tanto ed è riconoscente alle persone che ama, alle persone che sono presenti, ed essere riconoscenti purtroppo è una prerogativa per pochi. Probabilmente queste sono le caratteristiche che mi hanno colpito di più in lei. Ieri Alessia mi ha mandato un vocale, dicendomi che il suo desiderio più grande prima di andare in chiesa era quello di passare al cimitero a salutare il papà. “Angelica possiamo?!” “Possiamo? Sei la sposa, è il tuo giorno andiamo dove vuoi. ”Ha continuato a ringraziarmi tutta la giornata e a scusarsi se “per caso in qualche modo mi ha fatto perdere tempo”. Faccio il lavoro più bello del mondo, mi impegno tanto per lasciare qualcosa alle persone, ma probabilmente non vi accorgete di quanto siate voi a lasciare qualcosa a me. Entrando in quel cimitero stamattina mi sono resa conto di quanto “sono piccola” ma soprattutto di quanto sono fortunata. Mi si è stretto il petto e avuto un nodo in gola. Quando entri nelle case delle persone diventi parte di un qualcosa questi aprono i loro sentimenti a te e ti raccontano le loro storie e credetemi quando vi dico che è un privilegio.
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Dalla Finlandia, dove vive, ha deciso di sposarsi nella sua Ischia, dove è cresciuta: Gianna, nel giorno delle nozze, prime del sì ha voluto però farsi immortalare al cimitero sulla tomba del padre.
Ha voluto, in qualche modo, che al suo matrimonio fosse presente anche il padre, nonostante questi sia morto circa 10 anni fa: così, in abito da sposa, nel giorno delle nozze, si è fatta immortalare sulla tomba del papà, sulla quale si è recata a rendere omaggio. La storia, e lo scatto, molto commoventi, arrivano dall'isola di Ischia, dove Gianna, la sposa, ha deciso di convolare a nozze, nonostante lei e suo marito – anch'egli partenopeo – vivano ormai in Finlandia da qualche anno: la donna ha voluto fermamente fare ritorno sull'isola dove è cresciuta per convolare a nozze, per avere vicino a lei gli affetti più cari e, in qualche modo, anche il padre, morto quando Gianna, che ora ha 28 anni, ne aveva solo 19.
Con l'abito bianco e il bouquet tra le mani, la neo sposa si è fatta immortalare mentre rende omaggio alla tomba del padre. Lo scatto (realizzato dal fotografo Luca D'Ambra) è stato pubblicato dalla stessa Gianna su Instagram; la donna, come didascalia, ha scritto una sorta di lettera al padre: Quando ho camminato verso quell’altare tu non c’eri al mio fianco. Non c’eri quando ho conosciuto l’uomo che oggi è mio marito, quando ci siamo fidanzati, non ci sei stato quando abbiamo litigato. Non hai avuto la possibilità di conoscere questo meraviglioso uomo che amo così tanto, non potrai conoscere i nostri figli che, se Dio vorrà, forse un giorno ci saranno. Ma non c’è stato neanche un momento in cui io abbia pensato che tu non ci saresti stato per me, se ti fosse stato concesso più tempo qui con noi. Non c’è stato neanche un attimo in cui io abbia creduto che tu non saresti fiero di me, che non ameresti alla follia la tua nipotina, che non avrei potuto chiamarti e chiederti di sistemare qualsiasi cosa io abbia combinato. Quando ho camminato verso quell’altare io ti portavo con me, non solo come una foto nel ciondolo appeso al bouquet, ma soprattutto nel mio cuore, nella forma dei mille ricordi bellissimi che ho di te Sono sempre di più le spose, che hanno perso affetti cari, che nel giorno delle nozze decidono di recarsi, in abito bianco, al cimitero per rendere omaggio a genitori e parenti in generale che non ci sono più
Quella debordante solidarietà filo-palestinese che ha resuscitato l’antisemitismo in Ue e Usa di Giuliano Cazzola + mio commento
Tra poche settimane, il 27 di gennaio, ricorrerà l’80° anniversario della liberazione, da parte dell’Armata rossa, del campo di sterminio d...
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...