I media sono tutti concentrati solo sulla morte di Morosini
( me ne sono già occupato precedentemente qui e qui )
mentre si parla poco o quasi niente della morte di un altro grand e del calcio morto per gli effetti collaterali delle porcherie che gli davano medici e allenatori ( salvo i giornali sportivi ovviamen te ) in breve e relegato nelle pagine più interne senza neppure un breve stralcio in prima forse perchè troppo scomodo e riapre vecchie ferite archiviate oltre a far perdere ulteriormente alla santa maria del pallone " ( parafrasi della canzone dei Modena city ramblres vedere url per video e testo ) dando cosi ulteriore ragione e conferma a quelli che i media definivano cassandre e utopisti per poi come le pecore ( salvo eccezioni come report di rai3 che ne parlarono in tempi non sospetti ) dire si sapeva , come Petrini e Zeman
fonte leggo.it di lunedi 16\4\2012O
LUCCA
Lutto nel mondo del calcio. È morto questa mattina nell'ospedale di Lucca Carlo Petrini, ex attaccante della Roma. Aveva 64 anni. Cresciuto nelle giovanili del Genoa, vestì anche la maglia del Milan nel 1968-1969, del Torino ('69 a '71), con cui vinse la Coppa Italia 1970-1971. Petrini arrivò nella Roma di Nils Liedholm nella stagione 1975-1976.
Petrini, affetto da un grave glaucoma che lo aveva reso quasi cieco, nel 2000 pubblicò la sua autobiografia, intitolata Nel fango del dio pallone, in cui denunciava la pratica del doping che negli anni '60 e '70 era dilagante. Lui stesso confessò di esservi ricorso più volte, con la complicità dei medici delle squadre in cui aveva giocato.
Gli stessi medici che lo hanno curato negli ultimi anni pensano che la sua malattia fosse stata causata proprio dai farmaci dopanti assunti. L'ex calciatore, oltre al doping, denunciò anche gli altri 'vizi' del calcio italiano, denuncia quanto mai attuale oggi, perché riguardava le partite decise in anticipo dalle società, i pagamenti in nero e altre 'bassezze'.
SCRISSE ANCHE UN LIBRO SU BERGAMINI Petrini, che nella sua carriera ha giocato anche nel Catanzaro dal 1972 al 1974, dopo avere smesso col calcio ha scritto anche «Il calciatore suicidato». Per scrivere il volume, Pertrini indagò in prima persona sulla morte del calciatore del Cosenza Donato Denis Bergamini, travolto da un camion il 18 novembre 1989 sulla statale 106 a Roseto Capo Spulico (Cosenza).
Petrini sostenne che la morte del calciatore era avvenuta per mano della criminalità locale, nonostante la magistratura avesse chiuso la pratica attribuendo la morte di Bergamini ad un suicidio. Una tesi quest'ultima, messa in dubbio dalla Procura di Castrovillari che su richiesta dei familiari di Bergamini ha riaperto l'inchiesta ipotizzando che il calciatore sia stato ucciso
In questi giorni ho visto scaricato dalla rete il film romanzo di una strage( locandina a destra e sotto il trailer )
di Tullio .M.Giordana Anticipo a chi mi farà delle domande ed obiezioni che nel post d'oggi non si parlerà: sulla liceità o meno se scaricarlo dalla rete o sul perchè non sempre riesco ad aspettare di vederlo al cinema o in dvd o in tv . Ma che di ciò parlerò , se mai , nei prossimi post .Quindi da come si dovrebbe capire dal titolo nel post d'oggi, ma degli attacchi che sta subendo da tutti in quanto :<< (...) Fuori gara \Fuori tempo\Fuori strada\Fuori centro \Dai giornali e dalla storia \Uno scherzo della memoria (...) >> ( da fuori campo dei Mcr qui il resto del testo ) senza potersi difendere e replicare , se non in rete o sul qualche giornale obiettivo ( come il fattoquotidiano ) sui media Paolo Cucchiarelli, dal cui libro , la seconda edizione , 'Il segreto di Piazza Fontana" ( foto a sinistra ) è tratto l’ultimo film di Marco Tullio Giordana "Romanzo di una strage". La strage per chi non lo avesse capito o l'avesse dimenticato in questione è quella del 12 dicembre 1969 alla Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano tristemente nota come la strage di Piazza fontana
Ora quello che un po' mi lascia l'amaro ( metaforicamente parlando ) in bocca è che sia il film sia il libro sono stati e vengono massacrati ( nella maggior parte dei casi ) da una campagna d'opinione scorretta e partigiana.E' difficile raccontare ( poi ovviamente dipende dai punti di vista ) verità scomode e senza compiacere nessuno. La verità , l'unica fin ora accertata e sicura è che nella vicenda di piazza Fontana non ci sono stati innocenti, ma solo diversi gradi di complicità e colpevolezza. Fuori e dentro lo Stato, quel il famoso "patto dell'indicibilità" che ancora continua tutt'oggi come si può vedere dagli attacchi a torto o a ragione a Giordana e soprattutto a Cucchiarelli che vanno al di là ( in alcuni casi ) delle normali polemiche che ci sono quando un film o un libro rimettono in discussione una verità assodata .
Ma soprattutto il Fatto \ l'atteggiamento di dire: "Vabbè, adesso che ne ha fatto un film Giordana è ora di sporcarsi le mani per confutare Chucchiarelli, come se la sua tesi non fosse stata degna, di per sé, di essere confutata ( o smentita con documenti seri come questa qui di Joe falisi -- uno dei più grandi anarchici italiani ancora vivente e paragonabile a quello ch'era per la francia Boris Vian -- non da critiche gratuite , parziali , da sepolcri imbiancati e da zona grigia ). Ma soprattutto che venga fatto solo ora e non invece ( almeno cosi massicciamente ) quando apparve la 1 edizione del libri di Paolo per la prima volta nel 2009 . Alcuni acceni sul film di Giordana .
A me il film è piaciuto abbastanza ( forse perchè sono abituato ai noir e ale spy stories alle storie di Martin Mystere oltre ad aver coltivato fin da piccolo una detterminata versioone della storia d'italia dal risorgimento ad oggi ) anche se devo riconoscere che l'ho trovato :<< normale per gente speciale , speciale per gente normale >> ( mia parafrasi \ interpretazione di una canzone di De Andre ) anche se con alcuni esagerazioni e mancanze storiche ( ma di questo ne parlerò in un post a parte ) .
Trovo assolutamente interessanti e degne d'essere approfondite ed eventualmente ( cosa che non si è fatta almeno fin'ora salvo poche voci come il gruppo 22 marzo quello che per primo smascherò la caccia alle streghe e la falsa pista anarchica concentrandosi su quella fascista avvenuta dopo la strage e che scrisse la prima contro inchiesta -- foto a destra del libro -- punto di partenza per le indagini successive della magistratura ) messe indiscussione o criticate con documenti alla mano le tesi di Paolo e quelle di Giordana che in alcuni punti differenziano .
Però sembra che quasi nessun giornalista o opinionista salvo pochi che si è scagliato contro il film di Giordana negli ultimi giorni, se la sia presa con quest'ultimo più che con il "malefico ispiratore" Cucchiarelli. Giordana dovrebbe essere considerato totalmente responsabile delle scelte che ha fatto, tanto più che si è ritagliato da sé una larga autonomia narrativa rispetto al libro cui si è ispirato. E invece è Cucchiarelli a comparire improvvisamente sul banco degli imputati. Per un testo disponibile dal 2009 e quuesta è la 2 edizione e per giunta con attacchi gratuiti .
Infatti , almeno dalle letture che ho fatto fin ora su tutto quello che è uscito riguardo a questo film e al libro di paolo ( che trovate qui ) nessuno sia Sofri ( qui le sue obbiezioni se cosi vogliamo chiamarle al libro di Paolo e qui la risposta dell'interessato ) sia ancora da gli “ex” aderenti ai Circoli 22 Marzo e Bakunin ( che lo contestano , con documenti ala mano ) che lottarono contro i depistaggi del potere sulla strage coloro che come dicono loro << In questo Blog [ http://stragedistato.wordpress.com/ ] stiamo cercando di riportare alla luce la nostra storia, la nostra verità. Gran parte del nostro lavoro è rivolto a smantellare falsità o manipolazioni di giornalisti e autori di destra o presunti “democratici” che vorrebbero riscrivere la storia in maniera revisionistica per addossarci colpe che non abbiamo e che addirittura sentenze definitive della magistratura hanno ufficialmente escluso. Purtroppo – anche se in buona fede e senza volerlo – alcuni anarchici hanno contribuito con i loro scritti o le loro dichiarazioni a dare respiro politico a questa opera di disinformazione che cerca di accreditarsi come “storiografica”. Poichè siamo nell’epoca dell’internet e tali articoli o dichiarazioni circolano in rete e possono essere ripresi e rilanciati in ogni parte del mondo, è evidente che non possiamo lasciare queste dichiarazioni e affermazioni senza una nostra risposta. Anche se questa viene a distanza di anni. >>, cita neppure per smentirla , la perizia del generale di brigata Fernando Termentini ( generale di brigata della riserva del Genio dell’Esercito italiano, ha maturato un’esperienza ventennale nel settore della bonifica degli ordigni esplosivi e delle mine in varie aree del mondo. È perito balistico presso il Tribunale penale di Roma; detentore di brevetti NATO nel settore della bonifica mine e ordigni esplosivi; analista di sistemi informatici; ufficiale addetto alla Difesa NBC in particolare per quanto attiene la valutazione dei rischi. È autore di studi, manuali e pubblicazioni in materia di esplosivi, bonifica mine e ordigni esplosivi”.) .La cui perizia è stata pubblicata nelle appendici del libro di Cucchiarelli che costituisce il solido terreno tecnico cui approda la felice intuizione del giornalista. Gli interessati potranno leggere le pagine conclusive della perizia acquistando il libro (che peraltro merita di essere letto per intero, al di là dei pur cruciali aspetti tecnici). qui le prime pagine
Ma ora , poichè il nostro blog ( come il precedente splinderiano cdv.splinder.com ) vuole dare voce a chi non ha voce o vieene emarginato dai salotti tv e dai media se non è una potenza o impelagato con essi, intervisto il giornalista Paolo Cucchiarelli (foto a destra)
Ecco la mia intervista
come ènata la tua "passione" per piaza fontana tanto da dedicarci 15 anni d'indagini ( comprendendo il periodo che è intercorsdo tra la 1 e la 2 edizione del libro )
Non è durata così tanto la ricerca. Ricordo che andai dal giudice Salvini, che allora indagava sul gruppo ordinovista veneto e anche sulla strage,sia pur non direttamente, quando ancora c’era l’inchiesta aperta, nel 1996-1997. Gli esposi quella che all’epoca era solo una intuizione basata su alcuni elementi come il dubbio che aveva avuto il giudice Emilio Alessandrini nel 1974 che aveva ipotizzato la presenza di due borse con due bombe alla Bna. Salvini mi rispose, commentando i molti problemi che aveva in quel periodo: ‘per molto meno mi hanno massacrato’. Ho continuato a leggere e raccogliere elementi. Poi quando ho visto nel 2004 che il gruppo di On era stato assolto proprio perché non ci si era posti in questa “ottica” della operazione doppia ho deciso di cominciare a scrivere. C’erano stati prima di questo altri due miei libri dedicati alla strage che è uno dei due piloni su cui si regge l’intero arco storico chiamato “strategia della tensione”. L’altro è il rapimento e l’uccisione di Moro e della sua scorta, come spiego nella parte dedicata alla parte politica della vicenda. Moro è il vero protagonista di questo periodo storico. Lui è l’obiettivo politico ed anche “militare” visto che nell’agosto del 1974 doveva essere sull’Italicus che venen fatto saltare in aria con una bomba . Scese all’ultimo momento perché qualcuno lo “richiamò” salvandogli probabilmente la vita. Vincenzo Vinciguerra ha raccontato, e lo riporto nel libro, che On gli aveva chiesto di uccidere,oltre a Mariano Rumor,l’uomo che non aveva assecondato la richiesta di proclamazione dello satto di emergenza, anche Moro che si era battuto per bloccare l’intera operazione.
come rispondi ad accuse come questa che compaiono nei commenti sulla tua bacheca di facebook : << e "fonti orali" citate dal libro sono anonime..basterebbe questo per non considerarlo per un istante un libro di inchiesta o di Storia. E' uno scritto fantapolitico che forse (nella sua parziale e "libera" messa in Fiction della Rai) ci costringerà a ri-documentarci su un recente passato. >>
Mi sono confrontato con tre persone scelte da me quando i fatti mi hanno indicato la loro importanza:il primo magistrato ad indagare sulla strage, a cui fu tolta l’inchiesta perché stava capendo troppo,Ugo Paolillo, Silvano Russomanno, l’uomo che ebbe in mano tutti i depistaggi attuati dallo Stato e dall’Ufficio Affari Riservati del Viminale sulla strage e questo “mister X”,un fascista. Tutte le interviste sono “esterne” alla mia inchiesta e riportate in appendice. Quando le cito ( e molte cose divergono da quanto poi racconto) lo indico con chiarezza. Sono andato da queste tre persone (un magistrato,un uomo dei servizi,un fascista) quando l’inchiesta era strutturata e “chiusa”. Volevo raccogliere la “versione” di questi tre personaggi. Non avevao bisogno di “attingere” notizie, semmai di confrontarmi. Questo appare strano ma una inchiesta ha una nella sua autonomia la sua forza. E i dati tecnici sono il presupposto di tutto. Quella parte l’ho messa assieme a cavallo del 2000. D’altra parte se qualcuno mi avesse “imbeccato” perché scrivere 700 pagine fitte di dati,elementi,storie,documenti, note e documenti. Bastavano 100 pagine di “romanzo”. Questa persona ha accettato di confrontarsi solo se gli avessi garantito la riservatezza: “ Non ho alcuna fiducia nella magistratura italiana”, mi ha detto. La mia professione mi obbliga a garantire la riservatezza se questa mi viene esplicitamente richiesta. E’ stata da me garantita anche quando sono stato interrogato dalla Procura di Brescia e da quella di Milano.
la cosa strana che ho notato , leggendo in rete ( sul tuo blog di liquida in particolare ) e su cartaceo tutto quello che viene pubnblicato sul tuo libro e sul film , è che solo alla seconda edizione riveduta e/o ampliata del tuo libro e all'usicta del film di Giordana tratto dal tuo libro si discute sul tuo libro come la spieghi
Per le curiose anomalie dell’informazione italiana ed anche per il palese tentativo di bloccare la ampia diffusione di una visione complessiva della vicenda non canonica anche se basata su fatti. Si sono visti direttori e storici disquisire di un libro che-palesemente- non avevano mai aperto. Sono comportamenti che squalificano un po’ tutti. Vorrei che il libro fosse criticato e magari “distrutto” sui fatti perché questa è l’identità dell’ inchiesta. Invece cori di ipotesi, opinioni o convincimenti personali che nulla avevano a che fare con i fatti che sono raccontati nel libro.Ho visto scattare molti “riflessi” ancora condizionati dalla gigantesca battaglia ideologica che su Piazza Fontana è stata combattuta. Non me lo aspettavo da professionisti e ricercatori accorti e prudenti. Malafede? Non lo so. Sciatteria. Certamente.Anche perché il libro era in libreria dal maggio 2009. Se si fosse voluto attaccarlo perché non farlo senza l’alibi del film? Non c’è nell’inchiesta un punto - se non le due bombe - che diverga da quel senso comune storico che non è bastato, però, nonostante 11 giudizi, a mettere ordine nelle tessere scomposte del mosaico della strage. E allora perché questo tentativo di stroncare – non di criticare- questa tesi? Non ripropongo la pista anarchica, né la teoria degli opposti estremismi, né la commistione tra rossi e neri: parlo di una trappola studiata a tavolino, pianificata con l’infiltrazione, realizzata attraverso l’intervento di un fascista che “raddoppia” una specie di petardo attaccato ad un orologio, che l’avrebbe fatto scoppiare certamente a banca chiusa. Si tratta di un modulo poi usato altre volte da Ordine nuovo. Dove è lo scandalo? Ecco perché si e’ atteso l’uscita del film per far colare odio sulla mia inchiesta. Sostenendo, contro fatti e con cinismo sconfinato che io avessi “infangato” Valpreda e Pinelli. Ho dimostrato invece la responsabilità piena, totale,concreta di Ordine Nuovo, assolto per Piazza Fontana e Brescia e la vera,concreta innocenza degli anarchici.
Se Saverio Ferrari nel 1969 aveva 18 anni e secondo Mario gamba <> come fa ad essere informato sulla sofitta in questione ?
Saverio Ferrari sul suo sito (basta andarlo a cercare) ha parlato per primo delle bombe in piu’ previste a Milano per il 12 dicembre ( una delle novità del mio libro perché sono quelle bombe in più che si cerca di imputare da parte della questura a Pino Pinelli) anni fa dopo un colloquio con il sottoscritto. Ora quella novità, che lui segnalò per primo, non va più bene. Ferrari è lo stesso che dopo l’uscita del libro è andato dal giudice Salvini a dire che lui, che faceva controinformazione all’epoca, conosceva molto bene l’abbaino dei greci della attuale “Passeggiata Malagodi”, lo stesso che “mister X” indica come coinvolto nellaoperazione. Salvo poi essere uno dei tanti che hanno sparso sale attorno all’inchiesta. Che dire: Ferrari si decida.
ti rivolgo ,perchè c'è ancora gente che da per assoluta la verità ufficiale ( quando chi s'appassiona a 360 dei misteri d'italia sà che non lo è completamente e che rimangano tante ombre che i processi non sono riusciti a svelare ) che a mettere la bomba a piazza fontana e quelle a roma del 12 dicembre furono solo fascisti , le domande retoriche del pessimo artticolo di ezio mauro su repubblica del 3\4\2012 << (...) Come si può, quarant'anni dopo, sostenere che le bombe erano due, fuori da ogni riscontro giudiziario e documentale? E come si può riportare gli anarchici e addirittura Pino Pinelli - come fa il libro di Cucchiarelli - nella parte di sospetti, di complici involontari, ignoranti a metà ma per metà consapevoli di una tragedia di cui Pinelli è soltanto vittima, e innocente com'è ormai accertato? (....) >>
Mauro non ha aperto il libro ma ha letto solo “versione di Sofri” (rinvio alla mia risposta su www.cadoinpiedi.it . N.b vedere url della risposta a sofri citato nele righe precedenti ). Non si è chiesto se un’inchiesta , partendo da elementi che sono tutti, ripeto tutti, nei processi, possa offrire una soluzione capace di proporre una nuova soluzione al “mistero” di Piazza Fontana. Tutti i documenti, tantissimi, che cito sono pubblici, a cominciare dalle sentenze su cui ho lavorato. Sofri poi è parte in causa, diciamo così, ma a Mauro non viene alcun dubbio. Beato lui che ha tutte queste solide certezze. L’inchiesta nasce dalla indiganzione di veder assolti nel 2004 i fascisti di On proprio sulla questione delle doppie bombe. Il gruppo fascista è stato assolto perché riuscì a dimostrare che l’esplosivo che aveva, pronto all’uso, poche ore prima della strage e certamente in viaggio verso Milano, non poteva fisicamente entrare nella cassetta che conteneva la gelignite scoppiata alla Bna. Il perito del fascista Delfo Zorzi è riuscito smontare la tesi dell’accusa e cioè che l’esplosivo “sfuso” in loro mano poche ore prima della strage era stato all’ultimo momento inserito nell’unica cassetta Juwel saltata in aria per la giustizia italiana alla BNA. Tutto ciò ipotizzando sempre e solo la presenza di una sola bomba. Il perito ha preso quella “cubatura” di gelignite e altri esplosivi e ha, davanti alla Corte, cercato di inserire il tutto e chiudere la cassetta. Naturalmente un gesto impossibile e che ha fatto cadere come un fuscello al vento l’accusa e ha portato alla assoluzione del gruppo fascista. Nessuno ha ipotizzato che ci potessero essere due bombe. Mauro ha gridato in un lungo editoriale che non ci sono sufficienti verità giudiziarie sulla strage per poi criticarmi perché il mio libro non avrebbe riscontri giudiziari! Non si è accorto che tutto il libro è basato su documenti giudiziari e su elementi non entrati nel fascicolo processuale solo per i depistaggi attuati dallo Stato,come dimostro.A cominciare dal fin manifesto anarchico di rivendicazione. Non sarebbe stato più utile ricordare che alla magistratura fu impedito di capire? Lo ammette la sentenza di Catanzaro del 1981 quando dice che i giudici non sono riusciti a indagare il ruolo del fascista Mario Merlino nel gruppo ‘22 marzo’, quello definito oggi da Gerardo D’Ambrosio, nel suo volume “Il Belpaese”, “Un circolo pseudo-anarchico perché, a contarli tutti, di esso facevano parte fascisti, infiltrati, informatori e , addirittura, un agente di pubblica sicurezza in incognito” . Merlino era l’anello di congiunzione tra gli imputati del gruppo veneto e quelli del gruppo pseudo-anarchico. I magistrati però non riuscirono a contestare la sua posizione “non avendo Valpreda, Merlino, Borghese e Gargamelli” mai presenziato al dibattimento. Fu un espediente giuridico: di Merlino fu così scritto che non poteva essere accomunato agli esponenti del ‘22 marzo’ perché su di lui “grava[va] il pesante sospetto di aver concorso, assieme ad altri rimasti al di fuori del processo, nell’organizzazione di tutti gli attentati del 12 dicembre e di aver eventualmente strumentalizzato Valpreda nella esecuzione materiale di uno di essi”. Il danno investigativo e di conoscenza fu irreparabile. Ma di questo non si parla.
Sempre sulla doppia bomba. Non è affatto vero che è un´ipotesi infondata come si sostiene . Lo dice, da ultimo, Giannuli, uno dei massimi esperti di questa storia.E poi E nell´accurata e lunga ricerca compiuta da te nel tuo libro e da Giordana prima di fare il film lo dimostrano . Infatti è strano che vengono ritrovati frammenti di un timer e di una miccia. Quest'ultima repertata, sparisce dagli atti e dai processi. Così la seconda fibbia. Ci sono tracce di due tipi di esplosivo: la diversità degli esplosivi è alla base del fallimento dell´ultimo atto processuale. Rileggendo la prima ( la seconda l'acquisterò a breve ) edizione del tuo libnro e la rispsta di Giordana siu repubblica del 4\4\2012 mi vengono in mente le sue stesse domande :<< Non fa pensare? Non ci si deve pensare? Anche se non fossero due, non si avverte in quella zona un´ombra che nasconde qualcosa? Dobbiamo fare come i nostri alleati americani, che non ammettono il doppio fuoco su Kennedy (con l´eccezione di registi e romanzieri, peraltro anche lì regolarmente attaccati)? Come possiamo attenerci strettamente a una verità giudiziaria che non c´è? E infine: poiché la tesi sulla doppia bomba non sposta d´una virgola la sostanza dell´interpretazione politica delle vicende, perché è così urticante? >> che ti rigiro
Perché mette in dubbio dei “dogmi ideologici” privilegiando dei fatti scomodi ma ipotizzabili sulla base della vasta documentazione messa a disposizione del lettore. “Non c’è nulla piu’ forte dei fatti” diceva Emilio Alessandrini,lo stesso magistrate che ipotizzò le due bombe alla Bna. Giannuli ha capito:infatti ha scritto tempo fa che questo schema potrebbe essere stato utilizzato anche a Piazza della Loggia. Gli stessi fascisti assolti per Piazza Fontana, Digilio e Zorzi, sono stati assolti anche per la strage del 1974. Nessuno ha ipotizzato che il segreto di un servizio segreto non sono gli uomini,che possono essere scaricati, cambiati o altro ma gli “schemi operativi”. E Ordine Nuovo altro non è che un servizio segreto operative strettamente collegato con strutture dello Stato e realtà internazionali atlantiche. E schema che funziona non si cambia. Solo che poi Giannuli fa una sola eccezione a questa applicazione sul campo:Piazza Fontana . In una delle relazioni della Commissione stragi arrivate in Parlamento si è arrivati a sostenere che Pietro Valpreda non aveva un alibi per il pomeriggio del 12 dicembre perché impegnato in un incontro galante con una signora sposata. Ecco questo è un esempio di applicazione concreta del “dogma”. Il giornalismo di inchiesta puo’, se la magistratura getta la spugna su temi cruciali per la nostra identità culturale e politica, e Piazza Fontana è uno di questi, avere quella libertà di metodo e di ricerca per tentare la sua carta nell’interesse di tutti noi. Certo un’inchiesta non è una sentenza ma uno sforzo di comprendere qualcosa di ignoto o ignorato. In questo caso l’obiettivo era di far vedere come lo Stato sia intervenuto su oggetti, fatti, persone per cancellare il loro significato all’interno dell’Operazione Piazza Fontana che altro non è che un’operazione camuffata secondo una precisa strategia che i fascisti definirono programmaticamente “strategia della seconda linea”: davanti uomini di sinistra, dietro i fascisti infiltrati o sedicenti di sinistra che hanno così tutte le informazioni per intervenire al momento giusto. Non è una scoperta di oggi se ne parla dettagliatamente nelle sentenze sulla strage vecchie ormai di decenni. Questo tipo di operazioni sono l’abc degli schemi operativi delle “operazioni sporche” che mirano a ottenere un risultato politico: si scarica qualcosa di enormemente negativo sull’avversario per poter utilizzare lo sdegno successivo in funzione politica. Solo che in Italia è difficile parlare anche dell’Abc.
Riguardo al film che ne pensi del fatto che Giordana , non ricordo dove , sostiene che : Calabresi fosse convinto fino a un certo punto che gli anarchici potessero esservi invischiati (menti di destra, manovali di sinistra) ma che alla fine cominciasse a nutrire qualche dubbio. che Calabresi fosse convinto della completa estraneità di Pinelli e il film con lui. Gli sarà fatale l’essersi accodato alla versione ufficiale della Questura, sbugiardata poi in tutti i modi, al punto da diventare poi un bersaglio. La campagna diffamatoria di Lotta Continua & friends – che forse qualcuno vuole ancora oggi scusare – fu tremenda distorsione (anche indotta dalle maldicenti veline dell’Uaarr ). Calabresi non era nella stanza. Sono giunto a questa conclusione dopo anni di studio che non mi è agevole riassumere qui nello spazio di una mail. Fidatevi. Se coontinuate a pensare che Calabresi fosse nella stanza dovete avere il coraggio di dirlo e dire che ha sempre mentito all’opinione pubblica e alla sua famiglia. Io penso che non fosse nella stanza e che da lì sia cominciato il tormento che lo ha accompagnato fino all’ultimo giorno. Raccontarlo non è opera di “santificazione” ma rispetto della verità, per fastidiosa che sia.
Questa è la tesi del libro sviluppata su una ampia base documentale. Calabresi cominciò a nutrire dei dubbi è iniziò una delicata inchiesta che incrociò la via delle armi e dell’esplosivo che serviva ad alimentare l’eversione di destra. Il film racconta, in termini sintetici naturalmente, ma emotivamente forti e veri, questo percorso.
Secondo te esiste una lobby di Lotta continua ? e se la risposta precedente è si , che ruolo ha avuto nel caso calabresi e e piazza fontana ?
No. Esiste una lobby che non vuole che si tocchi nulla del nostro recente passato perché ognuno teme di veder messo in forse proprio quel tassello che gli sta a cuore. E così che l’Italia è divenuto il Paese dei Misteri che tali però non sono. Una convergenza in negativo che si è ben dispiegata sotto gli occhi di tutti in questo caso. Credo che solo la più ampia verità dei fatti, anche di quelli duri, difficili, negati per decenni può avere un affetto benefico su tutti restituendo a noi, anche dopo 43 anni, le ragioni dei protagonisti, i loro sbagli, le loro ferocie, le ambiguità ma anche la grande immensa umanità di uomini come Pino Pinelli. Contro la mia lettura dei fatti si è scatenata un’isterica campagna, un po’ ridicola e fuori del tempo, con vette di autentica comicità.Credo che la ragione di tante bugie, tante nefandezze, tante manipolazioni scritte e sostenute con inusitato cinismo nascano proprio dalla necessità di “bruciare” le “ due bombe” di Piazza Fontana, con tutte le implicazioni che questo comporta.. Ecco perché si è attesa l’uscita del film per replicare a un libro di 3 anni prima. L’obiettivo non è stroncare un libro che contiene, secondo molti una gran massa di castronerie, ma delegittimare semplicemente l’ipotesi della “doppia bomba”. Si è violentemente rifiutato questa ipotesi ma nessuno ha dato una logica spiegazione delle motivazioni di questo rifiuto: si è solo cercato il dileggio. E’ questo il vero mistero.
Venerdi scorso si è tenuto a Tempio la Giornata della memoria per le vittime della mafia . Essa è stata organizzata dal presidio di Libera"Rita Atria" di Tempio insieme all'associazione L'Almunìa ( per maggiori informazioni su d'essa ecco la loro pagina di facebook ) , presieduta da Antonio Masoni. E' stato un bellissimo momento ( peccato che ho combinato casini con la digitale e quindi non ho nessun filmato e foto , ma ne trovate sotto un testo recitato brillantemente
interpretato dalla bravissima Maria antonietta Pirrigheddu foto a destra e sempre dalle altre foto , che trovate qui in quest'album di facebook ., la bravissima Patrizia Pitzianti ( foto presa dal suo profilo di facebook ) ottime -- per quel che ne capisco di danza ( foto a destra tratta dal suo profilo di facebook ) ottime , per quel che ne capisco di danza , le sue coreografie danzanti , e dell'ottimo e promettetente anche se fa solo cover Mauro Savigni di cui trovate un video di una sua precedente esibizione da me girato ( e qui altri del suo canale di youtube )
Altri attori e gruppi \ Crew di brack dance cittadina ne trovate alcuni esempi cercando su youtube brack dance tempio ) di condivisione con musica , danza , letture per costruire e diffondere la cultura della legalità, della tolleranza e del rispetto . Sul palco si sono alternati artisti locali e giovani ragazzi a cui è stata affidata la lettura di alcuni brani di un testo scritto da Don Luigi Ciotti, il fondatore di Libera. " Quando ci presentarono l'idea - dichiara Antonio Masoni all'unione sarda del 13\4\2012 - abbiamo immediatamente risposto a questa esigenza d'informazione che è di tutti. Intanto fa piacere il coinvolgimento delle scuola e la partecipazione attiva nello spettacolo di giovanissimi, Il messaggio, che speriamo giunga, è quello che nessuno deve estraniarsi dai problemi che verranno trattati perché tutti dobbiamo esserne informati e legittimare il nostro No a mafie". >> Grazie al Patrocinio dell' l'amministrazione comunale e il Sasol point ( http://www.sardegnasolidale.it ) n 20 ovvero al sezione cittadina .
ecco sotto uno di testi recitati da M. Antonietta P ( alias http://lunadivetro.it/ ) artista poliedrica
«Caro papà,
ti scrivo dopo aver sentito quanto accaduto ieri a Roma: il suicidio della donna tunisina. Aveva 44 anni, un marito e un figlio, era da vent’anni in Italia, lavorava regolarmente in una cooperativa. Una decina di giorni fa era andata in questura per rinnovare il permesso di soggiorno, ha fatto la coda, dopo di che, arrivata allo sportello, l’hanno presa e portata nel campo. Il giorno seguente le hanno comunicato che l’indomani mattina sarebbe stata deportata in Tunisia. Quando, la mattina, sono entrati nella gabbia per rimpatriarla, l’hanno trovata impiccata, con il lenzuolo, nel bagno della cella. L’aveva detto e ridetto che lei in Tunisia non ci voleva andare, non ci poteva andare e non ci sarebbe andata, perché non aveva più niente e nessuno là.
Ascoltare il grido di aiuto della sua amica è stato davvero straziante, sono cose che sappiamo, ‘accordo, ma sentire il dolore e la paura nella voce di questa donna, che supplica noi fuori di fare qualcosa, di non lasciare che vengano trattati come bestie, internati, torturati e deportati o uccisi in questi lager è stato qualcosa di agghiacciante.
Come è agghiacciante il silenzio e l’indifferenza che hanno accompagnato la costruzione e ora accompagnano la gestione dei moderni campi di concentramento, e la promulgazione di leggi razziali (proprio mentre dilaga la vuota retorica da 25 aprile, antifascismo, Costituzione, liberazione…). Non so come si possa, dopo aver sentito urla come queste, cambiare canale o riprendere a lavorare o studiare, o abituarsi a conviverci… Io non ci riesco».
Così, se non si danno risposte accettabili, si creano i ribelli!
o qualcosa di speciale per gente normale ( ciò che non ricorda o vuole dimenticare o ha solo una visione di parte ) di normale ( per chi sa , ricorda , e come i mulini a vento o come don chischiotte di Guccini continua a far si che ciò non venga dimenticato ) . Ma questa recensione \ diario dai blog di Pier Vittorio Buffa ,mi fa ben sperare
Ho visto il film “Diaz” con un mio amico poliziotto, anzi ex poliziotto. Uno di quelli che più di trent’anni fa aveva rischiato la galera per chiedere una polizia senza stellette e più vicina ai cittadini, per avere il sindacato. Tra loro si chiamavano e si chiamano tuttora “carbonari” perché agivano in segreto, per non essere scoperti, per non finire davanti a un tribunale militare.
Per quasi tutto il film mi ha stretto il braccio e quando siamo usciti è rimasto in silenzio fino al parcheggio. Soltanto in macchina, lasciatosi andare sul sedile, le braccia abbandonate sulle gambe, ha detto quello che aveva dentro.
“Potrei dirti che il film non descrive la rabbia accumulata dai poliziotti, lo stress di ore e ore di servizio, la violenza di chi aveva devastato la città. Ma non voglio dire questo perché per tutto il tempo la mia testa è stata altrove. Quello che è successo a Genova nel 2001 e che questo film racconta in modo così crudo è il fallimento della mia generazione o, almeno, di quella parte della mia generazione di poliziotti che voleva una polizia dei cittadini, capace di prevenire, rispettosa dei diritti dei singoli e della legge. Oggi sembrano parole retoriche, ma allora facevano parte dei nostri programmi, erano gli obiettivi che ci eravamo dati, i nostri sogni se vuoi. E la colpa è di tutti. Anche nostra perché non abbiamo portato la lotta alle estreme conseguenze. Ma soprattutto dei nostri sindacati che sono diventati, quasi da subito, corporativi. Dei nostri capi che non hanno mai creduto in una polizia diversa. Di chi ha governato questo paese, a cui una polizia come quella che sognavamo non interessa proprio. E adesso come facciamo a dire ai ragazzi, magari dopo che hanno visto questo film, che la polizia è dalla parte dei cittadini? Vorrei chiederlo non a chi ha fatto il film, ma a tutti quelli che in questi anni hanno coperto, tollerato, mentito, depistato”.
non ricordo la fonte ma se l'autore o gli autori dovesero riconoscerlo come proprio e ritenere una violazione del diritto di copy right il post sarà rimosso
«Sarai come l’acqua del mare, non crescerai e non morirai mai». Così le suore della chiesa di Santa Maria Maddalena che lanciarono la loro maledizione mentre lasciavano Loy, espulse dal borgo per le “relazioni licenziose” con i pastori del posto delle quali erano state accusate. E Lollove non è cresciuto e non è morto mai. E, a meno di 15 chilometri di strada scalcagnata da Nuoro, agli stupiti turisti capita di immergersi in questo misterioso pezzo di medioevo, popolato da sempre da due famiglie (di sovente in contrasto tra loro), che all’ultimo censimento contavano 26 membri. Circondati da case (e ruderi) di pietra e terra, immutati da secoli. Dominati dalla chiesetta seicentesca tardo gotica della Maddalena, con i suoi archi a sesto acuto in trachite rossa. Serviti (unica attività commerciale del posto) da una locanda. Collegati da due corse giornaliere di “postalino”. Con luce e acqua corrente solo dagli anni ’80. Impegnati a coltivare le binzas che sovrastano la conca naturale che li isola e li protegge da centinaia di anni. E in questo magico e irreale borgo, gioiello trasandato e immune a piani di recupero e rilancio che si susseguono indefessi e inutili, tutto va comunque avanti. Come in questo emozionante scatto di Claudio Gualà, datato 1979. Un vecchio cammina, con giacca e cartzones bianchi di cotone. Un bambino lo attende, seduto alla fine del viottolo. Che si apre di colpo alla luce, ai tetti rabberciati, e al panorama mozzafiato. La vita che finisce cammina verso la vita che inizia . Lenta, implacabile, potente, e luminosa. E allo stesso tempo oscura e misteriosa. Che, come l’acqua del mare, non crescerà e non morirà mai.
L'uomo che sussurra agli squali bianchiBenedetto Cristo è esperto di ecosistemi e politico a Olbia, ma anche “domatore” di pescecani: «Molti nei nostri mari»
di Luca Rojch
OLBIA. Immerge le mani nell’acqua. Rapido, sicuro, senza incertezze. Afferra il muso affilato dello squalo e gli tira il naso in su, come fosse un gatto bizzoso. Gesti consueti, che non tradiscono paura. Perfetto domatore di pescecani.
Benedetto Cristo con naturalezza gioca con il predatore dei mari. Si immerge fino alle ginocchia nell’acqua trasparente di San Teodoro, allunga le dita a qualche centimetro da denti affilati come coltelli e mostra come in fondo per lui uno squalo di tre metri, una verdesca, sia un innocuo pesce rosso.
Cristo è l'uomo che sussurra agli squali, biologo marino con la passione per la politica. È presidente della commissione ambiente in Comune, eletto nelle file dell’Upc, negli anni è diventato una star tra gli studiosi di ecosistemi. Il golfo di Olbia è un po’ il suo ufficio, il suo giardino. Conosce ogni metro sopra e sotto il pelo dell’acqua. Ma la sua dote di incantatore di pescecani l’aveva tenuta nascosta. Mostra il piccolo squalo e quasi lo accarezza. «Ma no, questo è innocuo, intontito – racconta –. È una verdesca. Certo se morde fa male, ma se sai come comportarti non accade nulla». Con naturalezza racconta il suo rapporto con i re dei predatori marini. «Tutta cattiva pubblicità – dice –. È colpa dei film. Si deve avere grande rispetto degli squali, i contatti con loro sono rari per chi fa il bagno vicino alla riva. Gli squali in Sardegna ci sono sempre stati, ma vivono a largo e a grandi profondità. Nelle mie 4500 immersioni in tutto il mondo, mi è capitato di avere incontri ravvicinati con squali di diverso tipo. Ne sono sempre rimasto affascinato».
E come sempre passa dalla pratica alla teoria e subito sceglie di stupire. «Beh è chiaro che quando ti capita di trovarti davanti a uno squalo bianco le cose cambiano – spiega –, perché pochi forse lo sanno, ma gli squali bianchi ci sono anche in Sardegna. Non è facile incrociarli, l’ultimo avvistamento risale più o meno a 10 anni fa, ma ci sono testimonianze della loro presenza. Più volte sono stati catturati in modo involontario nelle tonnare. Esistono anche foto. Con altri ricercatori nel 2006 ho pubblicato il primo studio scientifico sugli squali bianchi in Sardegna. E non è impossibile incrociarli ancora oggi». Le foto riescono a convincere anche i più scettici. E Cristo mostra lo studio scientifico fatto in collaborazione con altri ricercatori universitari.
La ricerca mette in evidenza la presenza degli squali bianchi in Sardegna. «I primi dati li abbiamo con due catture anteriori al 1900. Ma negli ultimi 35 anni gli avvistamenti si sono moltiplicati. E ci sono 13 casi di cattura di squalo bianco recenti. Dagli anni Settanta in poi – continua Cristo –. Esemplari che vanno dai 2 ai 6 metri. Ma ci sono anche testimonianze indirette. Come il ritrovamento delle mascelle di squali nelle coste della Sardegna. Molto spesso gli avvistamenti e le catture sono legati alla attività delle tonnare. In più di un caso gli squali bianchi sono rimasti intrappolati nelle reti. Sono stati catturati esemplari a Santa Teresa, nella zona di Capo Testa. A Santa Caterina di Pittinuri, all’isola Piana, a Sant’Antioco, Stintino e nell’isola di San Pietro. L’ultimo avvistamento è avvenuto a Torre delle Stelle nel 2001. E questo non perché gli squali bianchi siano scomparsi, ma perché il monitoraggio è stato interrotto».
Cristo non esclude che gli squali bianchi siano ancora presenti in Sardegna. «Certo che ci sono – spiega –, siamo noi che per mancanza di fondi abbiamo interrotto le ricerche. Ma non sono gli unici. Esistono decine di specie di squalo. Molti di loro hanno anche un nome in sardo. Segno che i pescatori spesso li incrociavano e avevano imparato a riconoscerli».
E Cristo con la serietà del ricercatore mostra lo studio in cui sono elencate tutte le catture degli squali bianchi nell’isola. Le foto nello stesso tempo danno scientificità, e smontano la naturale incredulità di chi ascolta. Difficile pensare che qualche squalo bianco in cerca di uno spuntino si avvicini sulle spiagge affollate di turisti in estate. Ma per Cristo non ci sono dubbi, gli squali sguazzano ancora felici per i mari dell’isola.
Dedico il post d'oggi a Matteo Tassinari che mi ha ricordato questa canzone Walk on the wild side" che come giustamente dice nel suo https://plus.google.com/ o meglio Google+<< è il capolavoro di Lou Reed, dove, a dispetto dell'esplicito linguaggio del testo che toccava (?) tabù come la omosessualità, l'uso delle droghe, la prostituzione maschile e il sesso orale. Il testo è stato scritto nella Factory di Andy Warhol nel 1972. Una brano che ha superato grandi confini geografici e comportamentali.>>
Infatti tale canzone tratta dal suo secondo album solista, Transformer, dopo aver lasciato i Velvet Underground. In verità << (..) questa canzone era molto controversa quando è uscita in considerazione si tratta di travestiti che vengono a New York per la prostituzione. Dicevano ai loro potenziali clienti, "Fate una passeggiata sul lato selvaggio!" ( dalla didascalia del video sopra riportato )>> . Infatti ciò cosa dovette essere ( ed ancora lo è per l'america profonda del sud ) assai fastiosa per i benpensanti vedere le censure sui Doorso quelle applicate post 11 settembre 2001 , non solo per l'argomento trattato ma per la spontaneitàù dell'autore , Lou Reed , che ha detto << una volta sul brano: "Ho sempre pensato che sarebbe stato divertente per introdurre le persone a personaggi che forse non avevo mai visto prima, o non aveva voluto incontrare." >> ( sempre la discalia del video ). un classico, classica canzone! una di quelle che ti prende l'anima
Per essere sicuri di non essere intercettati, Stefano Bonet (il consulente finanziario della Lega Nord) e Lubiana Restiani (segretaria del gruppo leghista alla Camera, molto vicina a Maroni), usavano per comunicare schede telefoniche intestate a immigrati del tutto inconsapevoli. Sono i giorni dello scandalo sui fondi in Tanzania e l'elemento emerge dalle informative acquisite dalla DIA. L'artefice dell'iniziativa è lo stesso Bonet e gli immigrati coinvolti sono due cittadini di nazionalità senegalese e bengalese, risultati del tutto estranei alla vicenda.
Ambulanza bloccata da auto dei vigili Il mezzo ostruiva l'accesso allo stadio
Problemi per l'ambulanza che ha soccorso Piermario Morosini: il mezzo è stato bloccato per qualche minuto da un'auto dei vigili urbani che ostacolava l'ingresso al campo.
LA MACCHINA DEI VIGILI URBANI BLOCCA IL PASSAGGIO DELL'AMBULANZA
Attimi concitati: per rimuovere il mezzo è stato rotto un vetro. Ma, come ha sottolineato il cardiologo Paloscia, "un minuto in più o un minuto in meno nei soccorsi non sarebbe servito a nulla. Il cuore si è fermato e non ha più ripreso a battere. Abbiamo infatti provato a rianimarlo in ogni modo per un'ora e mezza, ma tutto è stato inutile". All'esterno del pronto soccorso, il primo a rilasciare alcune dichiarazioni, tra le lacrime, è stato il portiere del Pescara, Luca Anania."E' una tragedia, credetemi, non so veramente cosa dire". "All'inizio non avevamo ben capito la gravità della situazione. Io, tra l'altro, mi trovavo dalla parte opposta e sono subito corso verso la metà campo del Livorno, dove era caduto a terra Morosini. Ci sono stati momenti di grande confusione e mi è sembrato di capire che c'è stato anche qualche attimo di ritardo nei soccorsi, perché ci hanno detto che l'ambulanza non poteva entrare sul terreno di gioco perché l'ingresso era ostruito da un'altra macchina. Alcuni miei compagni hanno portato la barella a mano fino all'ambulanza". Il portiere del Pescara ha riferito anche dei momenti di grandissimo dolore vissuti al pronto soccorso. In questo momento il pullman della squadra del Livorno ha lasciato, fra gli applausi dei tifosi del Pescara, la strada antistante il nosocomio.
"Ave alle donne, come te, Maria". La Buona Novella è ritenuto da Fabrizio De André stesso uno dei suoi lavori più... a chi interessa tutto su Notti Notturne: Il vangelo "secondo" Maria:
ecco uno dei motivi per cui sono libertario e ribelle e non credo nonostante la mia giovane età nei processi e nella giustizia degli uomini ma solo in quella di Dio . Ed ecco che mentre m'accingo , dopo aver letto ( fonte la repubblica online d'oggi )
Piazza della Loggia, nessun colpevole
assolti in quattro al processo d'appello
in primo grado Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi, Maurizio Tramonte e il generale dei carabinieri
Francesco Delfino erano stati assolti con formula dubitativa. L'esplosione uccise otto persone
Le parti civili sono state condannate a pagare le spese processuali dopo l'assoluzione di Rauti
a scrivere il post d'oggi mi ritorna in mente questa canzone El tiempo pasa - Mercedes Sosa con annessa sega elucubrazione mentale come testimonia la prima parte del titolo del post d'oggi è una mia perifrasi ad un aforisma di F.De Andrè ( qui maggiori news )
La vicenda di cui si parla si può riassumere in questo video
ma per chi volesse saperne di più o anche se ma ha dimenticato e gettato alle ortiche o il bambino con l'acqua sporca passando per opportunismo da una parte all'altra cioè dall'opposizione al potere o con i suoi silenzi nella zona grigia lascio poichè non se ne perda traccia o non finisca nel settore a pagamento questo articolo dettagliattissimo di repubblica online d'oggi che
a volte fra lavoro e cazzeggio mi sfuggono news importanti .Ma va beh non sempre si può stare dietro a tutto o per rimanere in musica :<< Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento? Ovvio, il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento. >> ( una famosissima canzone di Guccini non riporto il titolo perchè è talmente famosa e stra nota che anche mia nipote che ha 6 anni la conosce )
Sono morti entrambi il 5 aprile. Entrambi sono stati grandi alferi del grunge, e sono scomparsi al termine di un percorso di autodistruzione, spia di un profondo malessere. Kurt Cobain e Layne Staley, rispettivamente leader di Nirvana e Alice in Chains, condivisero i successi in vita, e il giorno della morte.
Cobain se ne andò nel 1994, Staley otto anni più tardi, nel 2002. Paladini di un movimento, il grunge, che non morì con Cobain e con Staley, anche se perse quella spinta propulsiva che lo aveva visto trionfare sul mondo. Il grunge è visto con molta nostalgia dai trentenni di oggi, che allora furono adolescenti e trovarono in quei riff rabbiosi e nei testi profondi e a volte strazianti un’istantanea della loro condizione. Quella musica veniva da Seattle, quasi dall’altra parte del mondo, eppure era terribilmente vicina ed attuale.
Giorno tragico, il 5 aprile. Mentre terminavo di scrivere questo post ho letto della morte di Jim Marshall, fondatore dell’omonimo amplificatore che ha rivoluzionato il modo di fare musica, creando i presupposti per la nascita del rock.
leggendo questa news che trovate sotto presa dall'agenzia Ansa del 13 aprile, 11:41 e le discussioni avute in merito con il cofondatore Danilo Pilato ( ora perso per strada , SIC ) del nostro ex blog mi porta a chiedermi la teoria di C.Darwin è ancora valida ? l'antispecismo non è più un tabù ? La risposta è SI e No .
Si .perchè questo studi conferma uno dei canmoni principali del movimento antispecista << (..) e capacità di sentire (di provare sensazioni come piacere e dolore), di interagire con l'esterno, di manifestare una volontà, di intrattenere rapporti sociali, non siano prerogative della specie umana; (.... ) da http://it.wikipedia.org/wiki/Antispecismo >>.
No perchè una rondine non fa primavera andrebbe accentuata e studiata meglio altrimenti si rischiano figuracce come quella dei Neurini
Ma ecco la news . mi farebbe piacere approfondire l'argomento sono ben accette o qui nei commenti o all'email del blog o perché no anche su facebook le vostre opinioni ed eventualmente un dibattito in merito
Le scimmie sanno leggere Distinguono le parola dai segni privi di senso
Uno dei babbuini che hanno imparato a riconoscere le parole scritte (fonte: J. Fagot)
Anche i babbuini sanno 'leggere' riconoscendo parole di senso compiuto. A 40 anni dai primi esperimenti sulla capacità delle scimmie di riconoscere i segni del linguaggio umano, un nuovo studio pubblicato su Science conferma che alcune abilità alla base della lettura sono comuni a tutti i primati. Nell'arco di un mese e mezzo i babbuini hanno imparato a 'leggere' decine di parole umane, distinguendole da segni privi di significato. Lo studio, condotto dai ricercatori del Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica (Cnrs) francese in collaborazione con l'Università di Marsiglia, dimostra che i babbuini (Papio papio) sono in grado di padroneggiare uno degli elementi fondamentali della lettura, anche se non si tratta di vere e proprie competenze linguistiche. Numerosi studi condotti in passato hanno evidenziato le capacità di apprendimento e di comunicazione linguistica delle scimmie mediante simboli o gesti, come quelli usati nella lingua dei segni. Negli anni '70, ad esempio, è stato celebre il caso dello scimpanze' Sarah, che riuscì a organizzare una serie di simboli secondo un ordine grammaticale preciso e a comunicare correttamente con una forma di scrittura basata sull'uso di simboli. Se ricerche come queste hanno permesso di verificare che le scimmie hanno competenze logiche e l'uso consapevole del linguaggio, il nuovo esperimento ha dimostrato che i primati hanno anche una capacità 'ortografica'. Le scimmie hanno infatti imparato a segnalare la differenza tra le sequenze di lettere stampate che componevano parole inglesi corrette, da altre sequenze senza senso. Poste davanti a uno schermo dove comparivano due diverse combinazioni di lettere erano chiamate a riconoscere la presenza di parole sensate. Il riconoscimento delle lettere e la loro posizione relativa viene generalmente considerato come il primo passo nel processo di lettura e necessita di alcune peculiari capacità di controllo nel movimento degli occhi e nell'elaborazione visiva. Si tratta quindi di un'abilità che non necessita di conoscenze linguistiche a priori. Lostudio dei ricercatori francesi ha inoltre identificato nell'area sinistra della corteccia occipito-temporale del cervello dei primati la sede dei meccanismi 'ortografici', una regione già identificata in precedenza nelle scimmie come la sede dell'elaborazione visiva.
Udivo, come se non avessi orecchi
finché una Parola Vitale
percorse tutta la strada dalla Vita a me
e allora seppi che avevo udito.
Vedevo, come se i miei occhi fossero
di un altro, finché una cosa
e ora so che era Luce, perché
era adatta a loro, giunse.
Abitavo, come se io stessa fossi fuori,
solo il mio corpo dentro
finché una Forza mi scoprì
e inserì in me il nocciolo -
E lo Spirito si volse alla polvere
“Vecchia amica, tu mi conosci”,
e il tempo uscì ad annunciare la Notizia
e incontrò l’Eternità.
-Emily Dickinson"
"Giove impose agli uomini due bisacce:mise quella dei vizi propri dietro la schiena,quella carica dei vizi altrui davanti al petto » (Fedro - Fabulae, IV, 10)"
vi sembrerà cinico , ma concordo con la persona sotto , perchè non ne posso più ( e ve lo dice uno che dedica dei post sul suo blog multi autore , prima cdv.splinder.com ed ora questo ) a tali storie
Annalisa Strada
Mi sono onestamente rotta l'anima di tutte le richieste di condivisione di patetiche immagini di bambini malati, affamati, disabili vari e handicappati di varia natura. Mi piacerebbe che lìumana pietà fosse la norma e si puntasse invece ad alzare le aspettative sui sani normodotati, visto che sono loro che tendenzialmente rovinano la vita al prossimo (e anche a quelli un po' più in là del prossimo, a essere precisi)."
Ora ciò non significa che smetta di trattare di tali tematiche sul mio facebook o nel blog, ma smetterò di fare mi paice \ di condividere o inoltra solo ost con l'immagine e senza articolo mi sà tanto di catena stupida