20.7.15

dialogo su fb fra un fautore della lotta alla diffusione nelle scuole della teoria \ ideologia gender ed uno che la reputa una boiata


 
Ciao Beppe! Perdona la domanda, ma sei favorevole all'indottrinamento gender a scuola?

Perché questa domanda

Per l'articolo( http://www.adista.it/articolo/55304 ) delle donne cattoliche che hanno preso posizione cin una lettra aperta che affermando che sull'indottrinamento gender c'è qualche pregiudizio. Ricordati del milione di persone che hanno protestato contro l'indottrinamento gender a p.zza san giovanni a Roma


Però non ho capito se sei favorevole o no
Io sono molto contrario

Non è una teoria è un dato di fatto. Uomini e donne appartengono a due generi diversi e hanno quindi caratteristiche diverse. Vogliamo ancora negarlo? E’ ridicolo. E POI ONDE AD EVITARE IL DIFFONDERSI  DELL'OMOFOBIA MI SEMBRA GIUSTO INSEGNARE OVVIAMENTE CON LE DOVUTE CAUTELE AI BAMBINI FIN DALLE MATERNE CHE ESISTONO ANCHE COPIE OMOSEX NON SOLO ETERO . E CHE ESISTONO DIVERSE FORME D'AMORE .

Ma non sarebbe meglio farli giocare invece che pensare a queste cose. I bambini non hanno pregiudizi. Ce li hanno i grandi non i piccoli. Chi ti ha fatto il lavaggio del cervello quando sei andato all'asilo, elementari e medie? Penso nessuno. Ti sei fatto un'idea crescendo o sbaglio? Hai trattato questi temi così come vorrebbero fare con mia figlia nelle varie fasi della crescita? Non mi pare. Mi interessa capire la tua posizione così anche io prenderò una posizione. Tutto qui

allora come lo spieghi l'aumento del bullismo omofobo  nei ragazzi al di sotto dei 14 ? e poi insegnare che esistono anche altri tipi di famiglia e d'amore non significa fargli  lavaggio del cervello , ma una spinta affinché crescano nel rispetto e nella tolleranza  delle  diversità

Giuseppe, semplicemente da che parte stai? Dai bambini o contro i bambini?
Ancora non ho capito se sei a favore del gender o no

dai bambini . leggiti questa storia qui  che  ho  raccontato  in un post  recente  del  mio  blog 


Basta dire che lo sei o no  Non ci vuole molto

secondo te uno che fa tali discorsi da che parte può stare ?

Dimmelo tu

ragiona .


Ragiona , non sei stato in grado di rispondermi

ti ho risposto . mica le risposte debbono essere necessariamente si o no . o pro e contro . leggi le risposte che ti ho dato e i link che ti ho mandato e lo capirai

cambiando discorso come state ? spero tutto bene ?


Non ci arrivo potresti dirmelo tu, qual'è la difficoltà

che odi le risposte secche .   Ne  a  favore ne  contro  contro perchè l'ideologia gender non esiste e sono tutte boiate dei neo conservatori ..Ma favore che i bambini crescano nella tolleranza , nell'amore e nel rispetto reciproco verso le diversità


Esiste Giuseppe, esiste. Ancora non mi hai risposto

chiudiamola qui tanto la pensiamo diversamente

Ok la chiudiamo qui

"Io, italiana povera, non penso che i migranti mi stiano togliendo il pane". E il post di Francescai acono 22 anni, diventa virale

potrebbe  interessartvi
http://www.wired.it/attualita/politica/2015/07/20/migranti-come-battere-storytelling-dellinvasione/
Lo so  che   con certe persone   è inutile



Ma    certe  storie  come quella  qui sotto  e questa qui  di cui  ho parlato in un post precedente  m'inducono  a  continuare  a  raccontare  e riporti  siffatti argomenti  . Perchè   la gente sta  iniziando a non poterne più  di bufale   e d'inciviltà  ma  sopratutto  contro  l'exenofobia  montante .

Ecco  la  coraggiosa ragazza   che  ha <<  a solo 22 anni, Francesca Iacono, ed è una ragazza come ce ne sono tante. Anche la sua storia, raccontata in un lungo sfogo su Facebook, non è poi così inusuale. Per questo, forse, il suo post ha ricevuto oltre 24 mila like ed è stato condiviso da oltre 9 mila persone. Perché Francesca racconta della sua vita "da povera", ma di una "povertà gestibile", come la chiama lei.>> Come potete  leggere  nel  suo stato d fb sotto  essa  << Racconta la trafila della richiesta di sussidi, di quella per un posto in una casa popolare, racconta del lavoro cercato e non travato, dell'adeguarsi a certe condizioni per poter avere di cosa vivere. E poi ancora della macchina di "quinta mano" e dei "libri in comodato d'uso".  >>  da http://www.huffingtonpost.it/ del 20\7\2015  .
Eppure, assicura Francesca, nonostante questo, mai che le sia venuto in mente di credere che i migranti le "stanno togliendo il pane di bocca, le popolazioni rom e sinti non hanno più diritti di me". 

Ragazza   coraggiosa  nonostante  gli  attacchi ignobili becero populisti come quello ( vedere sotto ) de il giornale ( montanelli si starà rivoltando nella tomba nel vedere com'è ridotto) e ho Ho cliccato e ho letto commenti di lettori di questa spazzatura di giornale che sono a dir poco raccapriccianti! Ma come si fa?? alcuni razionali ( anche se con lo stesso refrain ) altri rriferibli ed osceni





Comunque avete rotto il cazzo con la storia che "gli italiani c'hanno bisogno prima, gli zinghiri ricchi tutto pagato".
La mia famiglia è più povera della maggior parte di quelle dei miei contatti.
Niente di eclatante, una povertà normale e gestibile. 

Cioè, i miei genitori non me l'hanno mai fatta vivere come una condanna, una tragedia, ohmiodio pietà.

Una famiglia umile.

Che negli ultimi anni sudando l'anima è riuscita persino a costruirsi delle cosine carine.

Comunque conosco a memoria la tiritera: domanda per la casa popolare, esenzione dal ticket, "mamma guarda che ho beccato l'annuncio di un'assistenza per un allettato, un'ora il pomeriggio. Ti interessa?", linea 2 e linea 3, domanda regionale per il rimborso dell'affitto, corsi OSS offerti dalla regione, ma a Sassari? e la benzina chi se la può permettere?, ancora graduatoria per la case popolari, fila dai sociali, mamma d'estate che fa le scale per 2,50 € a inquilino nei palazzi residenziali, il padrone di casa che ti fa l'aumento a fantasia che tanto lo sa che i soldi per il trasloco non li hai, ogni anno si deve scegliere se lavorare la Vigilia di Natale o a Capodanno, che tutte e due raramente ce le possiamo permettere.
"Asco' ma quella casa è occupabile?"
La parola "usucapione" a casa mia suona più celestiale e irraggiungibile di tutte. Ed è una delle prime parole dei grandi che ho imparato, molto prima di aoristo.
L'assegno di disoccupazione a casa nostra è un lusso, che il lavoro te lo assicurano sempre il giusto per non pagartelo. 
Ma la graduatoria delle case popolari è uscita?
La macchina è di quinta mano e i libri li avevo in comodato per tutto il liceo.
Tutto questo preambolo per dire che: sì, sono un'italiana che vive da secoli al di sotto della soglia di povertà e no, i migranti non mi stanno togliendo il pane di bocca, le popolazioni rom e sinti non hanno più diritti di me. 
Non sono arrabbiata con i rifugiati né penso che le difficoltà della mia famiglia siano lontanamente paragonabili alle loro.
Siete voi che siete razzisti, credete ad ogni minchiata sparata dal primo Salvini di turno, siete di un'ignoranza e di una cecità crassa e per favore smettete di usare la povertà altrui per spargere odio mentre progettate le vacanze, STRONZI.
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Hai ben poco da imparare ...ma tanto da insegnarci!! Posso solo rubare e condividere  come ho fatto  qui  e  sulla mia  bacheca  di  fb  e  fncl   se  perderò ancora  contatti salviniani e siimli . Ma  certa  gente  vedi i commenti    vergognosi  a  questo  articolo


  da  http://www.ilgiornale.it/news/politica/

Lei, Francesca Iacono, 22enne di Padova, dice di essere povera. Lo ha scritto su Facebook, aggiungendo di non sentirsi scavalcata da rom e profughi: "I migranti non mi stanno togliendo il pane di bocca - scrive - le popolazioni rom e sinti non hanno più diritti di me".Opinione leggitima, ma che mette sotto lo zerbino le altrettanto legittime proteste degli italiani che non riescono ad ottenere il posto gratuito all'asilo perché nelle graduatorie vengono scavalcati in povertà da rom, profughi e immigrati. Non è una storiella raccontata dai razzisti, ma una verità in gran parte d'Italia. Perché avrebbe "rotto il cazzo" chi con dignità ha piazzato delle tende davanti ad un casale che l'Italia ha ristrutturato per poi donarlo all'accoglienza dei profughi e non a loro?Non è razzismo chiedere al governo di dare prima la casa a chi è cittadino in questo Stato e in questo Stato paga o ha pagato le tasse, quando aveva un lavoro.Nel post Francesca ha raccontato la sua esperienza di ragazza di Alghero in Sardegna, poi studentessa fuorisede a Padova. "Una famiglia umile, con una povertà normale e gestibile". Ticket gratuiti, la richiesta per la casa popolare, i "corsi Oss offerti dalla regione, ma a Sassari senza avere i soldi per la benzina per raggiungere il capoluogo". E poi ancora i lavori della madre a 2.50 euro l'ora, la macchina di quinta mano e i libri in comodato d'uso. Nulla da dire.Se Francesca non si sente scavalcata dagli immigrati, buon per lei. "Sono un'italiana che vive da secoli al di sotto della soglia di povertà - scrive su Facebook - e no, i migranti non mi stanno togliendo il pane di bocca". Frasi sufficienti per diventare in poco tempo l'idolo della sinistra che urla al razzismo degli altri e lo compie nei confronti degli italiani. Una sinistra che condivide il pensiero di chi chiama "stronzi" chi crede "alle minchiate di Salvini" e sulla sua pelle vive il disagio della povertà senza alcun aiuto dallo Stato. Ripeto, non è razzismo dire: "Prima gli italiani". È buonsenso. Sarebbe lodevole politica di uno Stato che prende le difese dei suoi cittadini e quando può accoglie gli altri.A Casale San Nicola non c'erano razzisti, non c'erano "stronzi". C'erano "profughi" anche lì: profughi a casa loro. Quattro milioni di italiani sotto la soglia di povertà sono un dato reale che un Paese non può non prendere in considerazione. Non basta elevare a eroina una di questi che dice di non sentirsi scavalcata dai profughi, dimenticando chi invece si sente scaricato dallo Stato in cui vive."Scusa Sara, sono di sinistra e pongo la solidarieta'al primo posto - scrive Efisio Loddo in risposta al post di Francesca - ma ho famiglia e so quanto costa garantire solo il pane giornaliero. Bene, non ho mai capito come fanno i rom a girare tutto il giorno con macchine e furgoni, avere sempre i denti in oro e accertati conti in banca a vari zeri". Poi conclude: "Non c'entra nulla il razzismo".Chissà se Francesca darà dello "stronzo" pure a lui.
è meglio perderla  che trovarla

19.7.15

Marco, 20 anni, sieropositivo: «Non sottovalutate l'Aids» Gli è bastato avere rapporti non protetti una o due volte per contrarre il virus dell'Hiv. E da allora è cambiata la sua idea della vita, dell'amore e della salute





L’Aids esiste ancora: l’Hiv si continua a trasmettere, anche se se ne parla meno di un tempo. Anzi, forse proprio per questo. Può succedere a tutti di contrarre il virus, anche a chi conduce una vita ordinaria. Oltre la  storia  intervista   da  me fatta nel  lontano 2009 ( quando ancora il bolg   si chiama  cdv.splinder e poi   salvata qui  )   all'autrice    di wwww.sieropositiva.splinder.it 
   Nicoletta mi pare  si chiamasse   ( dopo a chiusura  della piattaforma   splinder  ne ho perso le tracce  , ecco perchè  alcuni  url\  collegamenti  da me riportati    compreso il suo blog   non sono più raggiungibili.n
E’ capitato a Marco, che ha vent’anni e ha scoperto di essere sieropositivo a marzo, quando si è sottoposto a una serie di esami per scoprire l’origine di una irritazione cutanea persistente. «Siccome dovevano farmi un prelievo, ho chiesto anche l’esame per l’Hiv – spiega -. Purtroppo tre test su tre sono risultati positivi».


  ecco la sua  storia  intervista  raccontata   da  http://www.vanityfair.it/news/italia/15/07/15/


Marco è gay, ha un lavoro fisso, che lo soddisfa, come commesso, ha avuto qualche storia occasionale, ma è alla ricerca dell’amore, più che delle avventure. «Nei rapporti mi sono quasi sempre protetto. Sarà capitato una volta o due che non lo facessi, ed è bastata quella disattenzione – dice –. E’ vero che prima di sapere del virus conoscevo solo le nozioni di base su Hiv e Aids: ero piuttosto ignorante anche perché è un argomento su cui ci si sofferma poco»..
Fra gli anni Novanta e l’inizio del Duemila si sentiva parlare molto del virus, poi è come se l’allarme fosse cessato, e per i più giovani, quelli che in quegli anni nascevano, l’Aids sembra quasi una realtà del passato.
«Invece è toccato a me – dice Marco -. Ed è stata una scoperta atroce. Non temevo tanto la morte, quanto l’idea della solitudine. Ci sono state tante notti insonni, crisi di panico, giornate passate a piangere. Mi sono cancellato dai social network, cercavo di isolarmi». Poi, però, Marco ha trovato il coraggio di affrontare la realtà e si è rivolto ai medici. «Ho cominciato a fare visite e controlli, a raccogliere informazioni. E ho avuto anche delle belle notizie. Ho saputo che la mia carica virale era bassa, e che non avrei per il momento avuto bisogno di farmaci. Devo ripetere i controlli ogni sette mesi, ma per ora posso evitare i medicinali, e i danni al mio corpo sono stati limitatissimi».
Anche se fatica a pronunciare quella sigla, Hiv, adesso Marco sa che ci potrà convivere. «Però rimane un peso costante, anche quando sono felice, un’ombra scura. E farei qualsiasi cosa pur di potermene liberare».
Marco ha trovato degli ottimi interlocutori nei medici e negli infermieri, che lo stanno seguendo e tranquillizzando, ma anche nelle sue amiche. «Sono fantastiche. Mi accompagnavano loro in ospedale, perché io non riuscivo a guidare, tanta era l’ansia. E intanto hanno deciso anche loro di sottoporsi agli esami e di informarsi meglio sull’Hiv e sull’Aids. Ora anche loro sanno tutto. Alle persone a cui voglio bene ho detto della mia sieropositività, non ho paura di farlo e so che mi capiscono, ma non ho voglia di parlarne a tutti».
Le amiche di Marco sanno bene che il virus non si trasmette abbracciandosi o bevendo allo stesso bicchiere: «Faccio con loro tutto quello che facevo prima, nulla è cambiato. Mi riempiono di affetto». Anche la mamma ha capito e gli sta vicino.
Ma Marco sta anche pagando il prezzo dell’ignoranza che ancora rimane a proposito dell’Hiv. «Mio fratello maggiore, ad esempio, da quando ha saputo separa gli asciugamani, le posate, persino l’asciugacapelli e la piastra, non vuole stare in piscina con me».
Anche lui, d’altra parte, prima di sapere di avere contratto il virus, aveva tagliato i ponti con un ragazzo che stava cercando di conoscerlo meglio, non appena era stato messo al corrente della sua sieropositività. «Avevo cancellato il suo numero, non volevo più saperne, avevo paura. A marzo, però, l’ho ricontattato per scusarmi di quello che avevo fatto. Quando ci siamo incontrati ho pianto a lungo, ho finalmente capito la portata del dolore che gli avevo inflitto. La verità è che se tutti fossimo più informati saremmo più tranquilli e sapremmo proteggerci meglio».
Marco oggi può fare tutto quello che faceva un anno fa. Ma qualcosa è cambiato profondamente: «Adesso sono più attento alla salute, mia e degli altri. Quando conosco un ragazzo mi prendo più tempo, non andrei mai a letto subito. Voglio capire se c’è chimica, se c’è intesa. E se si instaura un buon rapporto, voglio potergli parlare della mia sieropositività».
Lui ha imparato molto, e vorrebbe trasmettere il suo messaggio: «Non pensate all’Hiv come a qualcosa di lontano:state attenti a voi stessi e agli altri, non vivete i rapporti sessuali con superficialità, perché il rischio  esiste davvero».
E, per il suo futuro, sogna «una convivenza con una persona speciale e un cane. E sogno che un giorno mi telefonino per dirmi che è stata trovata una cura».

La storia di Maria Antonia Guiso, maestra più giovane d'Italia rivive grazie a Francesco Guccini. Il cantautore, ospite del festival letterario di Gavoi, ne ha tratteggiato con nostalgia la figura,


La storia di Maria Antonia Guiso,
maestra più giovane d'Italia

Oggi alle 09:27 | di Manuela Arca

maria antonia guiso foto dalla collezione cecchini guiso
                           Maria Antonia Guiso - foto dalla collezione Cecchini-Guiso
La storia della «severa maestra di Pàvana» rivive grazie a Francesco Guccini. Il cantautore, ospite del festival letterario di Gavoi, ne ha tratteggiato con nostalgia la figura, intrecciandone le vicende con quelle dei montanari dell’Appennino e dei nonni mugnai.
L'incontro tra Francesco Guccini e Laura Cecchini, figlia di Maria Antonia Guiso, sul palco di Lodine
L'incontro tra Francesco Guccini e Laura Cecchini, figlia di Maria Antonia Guiso, sul palco di Lodine
Maria Antonia Guiso, nata a Nuoro nel 1908 e morta a Bologna nel 1988, proclamata nel 1924 maestra più giovane d'Italia, merita di essere ricordata non soltanto perché il caso ha voluto che il suo mondo s’incrociasse con quello di uno dei professori della canzone italiana, bambino al tempo dell’incontro.Il suo ritratto in bianco e nero è il riflesso della storia della Sardegna dei primi quarant’anni del ’900. È la sintesi - scritta all’ombra dei castagni, inspirando l’acre odore di carbone e pecorino - di vicende di sfruttamento e povertà, emigrazione e fatica, guerra e pace, emancipazione (il vezzo della pelliccia è una concessione alla civetteria degli anni Trenta) e rinascita.Laura Cecchini, 80 anni, figlia della maestra dei ricordi di Guccini, tesse le trame del racconto con la stessa perizia con cui sua madre ricamava scene di caccia sugli arazzi della tradizione.
Laura Cecchini davanti alle Magistrali di Nuoro
Laura Cecchini davanti alle Magistrali di Nuoro
Tutti i dettagli sulla storia della maestra più giovane d'Italia e le foto storiche che la ritraggono (tratte dalla collezione Cecchini-Guiso) sull'Unione Sarda oggi in edicola.

leggende Galluresi



LEGGENDE GALLURESI.
La potenza della felce maschio
Un bandito, il giovane più fiero della Gallura che nemmeno la giustizia aveva potuto catturare, si era posto in mente di avere i tre fiori della felce maschio, perché se si avevano questi tre fiori, non si poteva morirne, quando si era colpiti dal piombo. Per avere questi tre fiori, bisognava andare in un fiume lontano lontano donde non si poteva intendere canto di gallo e bisognava andare il primo giorno di agosto. Questi fiori sarebbero sbocciati a mezzanotte, ma non bisognava avere nessuna paura per qualunque cosa si fosse presentata. Dunque questo bandito, il primo giorno d’agosto, si pone in cammino per andare a questo fiume; quando era uscito, la nottata era proprio bella, ma a mezzanotte si scatena la tempesta: grandine, lampi, tuoni, baleni, lingue di fuoco da tutte le parti, sopra il capo, nei piedi, ed egli fermo, aspettando a sbocciare il fiore. Ecco che alla luce d’un lampo,
( Nella foto il bandito Luigi Fresi.)
vede sboccire il fiore, lo raccoglie e aspetta il secondo. Egli aspetta senza spaventarsi per vedere passare tori, vacche, cinghiali che cercavano di fargli del male. Ecco che arriva un serpente; questo comincia a stringergli la caviglia, la coscia, e a poco a poco arriva al collo e sembra che lo voglia strangolare; egli crede di essere proprio all’estremo, quando il serpente lo guarda fisso negli occhi e manda un fischio stridente, scompare e sboccia il secondo fiore. Il bandito è tutto contento e, credendo di poter liberare così subito subito l’uomo dal piombo, aspetta il terzo fiore. Passano pochi minuti, quando in mezzo a quel silenzio, s’intende grande frastuono di cavalli e di uomini armati; nel principio il bandito con la speranza è rimasto fermo al suo posto, ma quando vede accostarsi una frotta di carabinieri, teme, crede di essere stato scoperto e tira un colpo d’archibugio. Il terzo fiore certamente non è sbocciato, peggio per l’anima dell’uomo che non ha resistito, e il piombo, per conto suo, continua a fare il suo cammino.

18.7.15

Il lungo volo di Jonathan, gabbiano che ama un uomo Salvato, cresciuto e accudito da un bagnino, l'animale una volta restituito alla libertà ha valicato le Alpi: un viaggio di 150 km per tornare da lui



chi se ne frega se è un quotidiano di destra diventato , pur di evitare di parlare male o e riportare articoli critici di destra riguardanti il padrone , malpancista \ seminatore d'odio ovvero un organo di becero populismo . Ma questa storia è bellissima


-  da il giornale  Sab, 18/07/2015 - 08:29

Il lungo volo di Jonathan, gabbiano che ama un uomo
Salvato, cresciuto e accudito da un bagnino, l'animale una volta restituito alla libertà ha valicato le Alpi: un viaggio di 150 km per tornare da lui
Nadia Muratore 








Bernezzo (Cn) - Non poteva che chiamarsi Jonathan, come il protagonista del romanzo di Richard Bach, il gabbiano che ha percorso quasi 150 chilometri per ritrovare l'uomo che si è preso cura di lui, fino a quando, in un estremo atto di amore, ha voluto regalargli la libertà.



Una libertà che però a Jonathan non è piaciuta, preferendo il suo papà umano agli stormi dei suoi simili. Così ha volato ininterrottamente per dieci ore, dalle Alpi di Bernezzo - in provincia di Cuneo - fino al mar ligure di Loano (Savona), sfidando le correnti, probabilmente anche perdendosi tra le Alpi e gli Appennini, per poi girare a Ponente e vedere finalmente il mare. E soprattutto ritrovare lui, Valerio Tovano, il bagnino che per oltre un anno gli ha fatto da papà, insegnandogli a mangiare, a pescare in mare e a volare. Libero di andarsene o di tornare, come ha sempre fatto, su quei trespoli che Valerio ha costruito in casa, in spiaggia, sul terrazzo.

Questa storia inizia quando il bagnino salva da morte sicura un gabbiano avvelenato, consegnandolo ai volontari dell'Enpa di Savona. A loro, il bagnino confida: «Poter accudire un gabbiano è sempre stato il sogno della mia vita, fin da quando ero bambino». Il giorno dopo i volontari si presentano in spiaggia con un batuffolo in mano: è Jonathan, sette giorni di vita e già senza mamma, ed è amore a prima vista. Da quel momento inizia l'avventura della stana coppia e tra loro nasce un rapporto talmente speciale da infischiarsene anche delle regole della natura. Valerio con pazienza e amore insegna a Jonathan a procurarsi il cibo in mare, a volare e anche a nuotare, sempre accanto a lui. Il bagnino resta ore seduto a scrutare il mare e il suo Jon gli sta accanto, Valerio nuota e il gabbiano fa le acrobazie sopra la sua testa, per poi planargli accanto, sotto gli occhi meravigliati dei bagnanti. Dove c'è uno arriva l'altro. Jonathan, che se ne infischia degli stormi dei suoi simili che gli volano sulla testa, diventa la mascotte del lido e tutti perdonano le sue marachelle. «Adora le palline colorate - lo giustifica Valerio - ma le prende solo in prestito   poi le riporta in spiaggia».
Il legame tra i due è sempre più forte ma Valerio sa che il destino del suo Jonathan è tornare libero, raggiungere i suoi simili, dimenticandosi di quella parentesi di vita vissuta con un umano; arriva così il momento di staccarsi da Jon. «Una decisione sofferta - sottolinea Valerio - che ho preso per il suo bene». Jonathan viene trasferito nel centro di Bernezzo, dove volontari preparati si prenderanno cura di lui, fino a quando potrà raggiungere i suoi simili. «Allontanarmi da lì è stato un dramma - ricorda Valerio - me ne sono andato senza voltarmi, immaginando che quella sarebbe stata l'ultima volta che lo avrei visto. I volontari gli hanno tagliato subito le piume, per prepararlo a prendere il volo in autunno, quindi non avrebbe potuto volar via. E invece…». E invece dopo due giorni il gabbiano con grande difficoltà dai monti del Cuneese, arriva al mare di Loano. «Quando l'ho visto non potevo crederci - racconta il bagnino -. Gli ho chiesto: e tu cosa ci fai qui?, lui mi ha risposto nel suo modo e poi si è diretto nella mia cabina, in cerca di cibo». Per Jonathan volare per 150 chilometri deve essere stato uno sforzo enorme ma inutile, visto che qualche giorno dopo Valerio lo ha riportato a Bernezzo. «Jon è nato libero - si giustifica il bagnino - e deve tornare ad esserlo, deve volare con i suoi simili e dimenticarsi di me». Su questa ultima frase la sua voce si inceppa un attimo e poi con un sorriso, quasi sussurra: «Però in fondo al cuore so che tornerà da me».

Una  storia   cje stestimonia  il fatto di come gli animali  in quanto a riconoscenza,amore, amicizia ,gli animali sono,quasi sempre,migliori dell'uomo!! Se tu gli dai 100,loro ti restituiscono 1.000!!Provare per credere!!!!Peccato solo che non abbiano la parola !! Anche  se  come giustamente fa notare  il  commento  di ziobeppe1951Sab, 18/07/2015 - 12:41 :


purtroppo loro non hanno la parola e gli uomini ne hanno troppe di parole...ma anche senza parlare riescono a farsi capire benissimo...ho vissuto 40 anni con cani e gatti..( ora gia' non posso data l'eta') e le piu' grandi amicizie sono state con loro


A  volte penso  che  è  meglio se   non parlano altrimenti ci  farebbero notare  di come  ( nella maggior  parte dei casi   )    siamo meschini . Ecco un caso  di tale  meschinità ( metaforicamente parlando  da  Il Mattino > Primo Piano > Cronacaì  del  6 Marzo 2015, 20:56 -



Il cane gettato dall'auto torna a casa e il padrone lo fa sopprimere



 er  stomaci forti  qui l'intera  vicenda



    non riesco a leggerlo  tutto    la nostra  cagnolina  il mio cane credo però che non manchi molto a parlare... comunque ci capiamo alla grande !!!!

meno male che ci sono anticorpi al virus dell'omofobia , maleducazione imperante

Inizialmente la musica consigliata \ colonna sonora doveva essere ,   visto che con queste nuove gernerazioni ( esperienza personale ) ci vuole pazienza ,     ci vuole un fisico bestiale -Luca  Carboni ma poi ho preferito mi sembra più consona con Non insegnate ai bambini - Giorgio Gaber

  Inizialmente    controllando  l'email del blog  dove potete scrivermi  (  redbeppe@gmail.com )   :  1)  e risposte  e l'email  xenofobe  e  beceramente  populiste  ai mie post   sulla deriva   razzista  e populista    ai  mie post  sula  questione degli immigrati  . 2 ) Ma  soprattutto   una risposta    da  parte   arrogante  minacciosa  e  maleducata  da parte  di  ****  ad  un mio sfotto : <<  salutami mister  griffin  >>  sulla  bacheca  della  sua pivella  ragazzina a   ad  un suo video stupido  e privo  d'amre proprio  dove  si mette  ad  imitare  il capo famiglia  dei griffin  e  poi si filma  e   si mette in  rete  , e  la  riposta  del padre  : <<   che  ci posso fare   ,  è  maggiorenne  ormai [ il  soggetto in questione   ha  21  anni   ]    e  fa  quello che  vuole   io  l'educazione  ed  il rispetto   gli l'ho insegnato  >> .
Mi  viene  la  voglia   di   fare  (  specialmente  contro genitori  che non sanno imporsi  )    come hanno fatto   come i mie n  genitori ed  i miei nonni \e quando  con le mie  battute  e  sfotto al modo di pensare    troppo conservatore   e anacrostico  ma  con saldi valori  che  ci  hanno lasciato   che dovrebbero essere recuperati  da queste nuove  generazioni     gli facevo addirare    e  credo   anche altri\e    della mia e    e delle  generazioni precedenti








Maq  poi  scopro con piacere   che  in tempi  di omofobia  , di maleducazione, xenofobia     ed mancanza di riguardo  verso  chi  è  più grande  \  anziano di te  , ecc , ,ci sono     degli episodi \  storie   che    pur essendo    piccole  gocce  nel mare   dimnostrano  che  ancora esistono  degli anticorpi  e delle sacche  di resistenza  o   guerriglia culturale . E  che  fanno ben sperare  in un mondo   più umano

La  prima     dall'amico  https://www.facebook.com/sergio.pala.52?fref=ts

 Nuove generazioni.. E poi bo..un bimbo di sei o sette ti ferma e dice " scusi signore, sarebbe così gentile da rimettermi la catena e sollevarmi il sellino della bici?? " a lavoro fatto ti sorride " la ringrazio tanto, buona sera"...troppo carino..se m'avesse detto " quanto le debbo per il disturbo??" lo avrei abbracciato forte forte..complimenti ai genitori.. " pisatu in grazia"...buon venerdì a tutti, in grazia e non..

la  seconda  invece    viene     da   un dialogo sentito in  carrera  strada   tra  una madre (  mia  coetanea  o quasi  )    e sua figlia  di  6  anni  .
 N.b  ovviamente  per  motivi  di privacy  vista  la tenera  età  della protagonista  ed  evitare  che riportando elementi utili per  riconoscerli    venga  sottoposta  lei e la madre   ,  soprattutto in un  piccolo paese    di provincia  come il mio  (/  vedere  sisacussione  sotto   fra  me  è ******  ) possa  subire  un linciaggio morale  e  sociale  da beceri individui


Bambina  Mamma devo chiederti una cosa   ?
Mamma (dubbiosa  ) dimmi tesò!
B: È vero che adesso si possono sposare tutti, gli uomini con le donne, le donne con le donne e gli uomini con gli uomini?
Mamma (  Pausa  di riflessione un po' imbarazzata )
 si tesò in molti Stati è permesso..
Lei  riflette  un po' poi chiede ancora:
B mamma ma possono avere figli donne con donne e uomini con uomini?
M :   (  sollevata  )  tesoro mio, biologicamente no, ma ci sono anche molte coppie uomo donna che per tanti problemi non possono avere figli...
M: Però mamma se sono innamorati è molto bello che possano sposarsi e sai mammina ci sono tanti tanti bambini abbandonati che sarebbero felicissimi di avere dei genitori anche due mamme o due papà. Non è importante avere una mamma e un papà ma avere qualcuno che ti voglia davvero ma davvero bene e che si occupi di te che stia con te sempre! Si mi sembra davvero una bella cosa che possano sposarsi!!


Ecco, questo mi rende  meno triste e  sconfortato    davanti  all'andazzo generale   delel  nuove  generazioni  . Mi rallegra sapere    ( e soprattutto nel vedere  ) che se cresci un bambino con amore nella tolleranza,  e nel rispetto del prossimo e  della loro diversità , arriverà un giorno da solo a capire e ad a accettare qualsiasi differenza.
Infatti sono  gli adulti che vogliono e  dpovrebbero essere  educati . Ecco  un discorso    tra me e un altro genitore .


LUI  se mio figlio\a  mi dice che e'gay ci lu bocu da casa e tu  ?
IO Se mio figlio\a  mi dice che e'gay invece di portarmi un  fidanzato  \ una fidanzata  lo acdetterei   ugualmente   perchè   sempre  d'amore  si tratta  .
Lui mi guarda schifato (  scambiandomi   per  omosessuale  )   gira le spalle e sparisce .

 l'ignoranza ammazza più  delle  guerre  i bambini hanno bisogno di amore chi se  ne   frega      se  viene  da una coppia uomo / donna o uomo/uomo o donna /donna.  O se  al limite non sei d'accordo  almeno rispetta .

a presto   sulle note  della  colonna  sonora  d'oggi

17.7.15

l'accoglienza non è solo mafia e business . Il caso dei rifugiuarti a Riace Riace, dove l'accoglienza serve anche per combatere la mafia

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 http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2015/07/crema-migranti-in-ex-convento-vicino-ad.html

Lo  so che  l'articolo    non è   recentissimo  è  un  po' stagionato infatti è del  dicembre  del  2014   . Ma   davanti a   tali   bufale   a  chi   qualcuno  trova  il coraggio di reagire     da

LETTERA APERTA A TUTTI I MIEI CONTATTI.
Un paio di ore fa leggo un post di un mio contatto, non ne faccio il nome per rispetto, dove, da veneta, elogiava la tenacia e la capacità di rimboccarsi le maniche dei suoi conterranei colpiti dal tifone, terribile avvenimento che mi ha colpita profondamente. 

La cosa che mi ha colpito è che da questo preambolo è uscito fuori il "solito" discorso dei profughi. Di quanto sono fortunati loro, che non fanno un caxxo dalla mattina alla sera, ospitati in alberghi 4 stelle e con un generoso contributo di ben 45 euro al giorno!
A parte il fatto che non capisco il collegamento fra le persone colpite dal tifone, avvenimento accaduto ieri, e i profughi, chiedo a questa persona e a tutti quelli che la pensano come lei, MA DOVE CAZZO VIVETE? 
Gli euro percepiti da ogni singolo profugo ammontano a 2,50, lo stato da alle strutture ospitanti 30 euro per mantenerli, ciò significa: nutrirli, alloggiarli, curarli, vestirli, fornire il necessario per l'igiene personale, pagare gli operatori, il gas, la luce, ecc... 
Alberghi a 4 stelle? wifi? in questo momento i "nostri ospiti" dormono in stanzoni da sei o nove letti, non hanno neppure l'acqua calda, non bastano i soldi per riparare il boiler, e non ve ne uscite che tanto è estate o che a casa loro non hanno neppure l'acqua corrente perchè mi incazzo! E la nostra non è neppure la struttura peggiore!!! noi operatori non percepiamo lo stipendio da aprile perchè la prefettura non paga e voi mi venite a parlare di fortuna?
La fortuna di uno dei ragazzi che è stato letteralmente rapito, e come lui tantissimi altri, dai libici, o chi per loro, messo a forza su un barcone e spedito in Europa, alla sua richiesta di essere rimpatriato gli è stato risposto che è libero di andar via.
Senza i documenti che aspetta da sei mesi? Come lo prende l'aereo, facendo l'aereostop? Ammesso che trovi i soldi per pagarselo!
Concludo, vi chiedo di non dare fiato alla bocca, in questo caso forza sui tasti del pc, senza sapere le cose come stanno, informatevi, parlate con loro, sono persone ve lo assicuro, hanno i nostri stessi sentimenti, provano nostalgia, rabbia, paura, affetto... ci sono i buoni e i cattivi, i generosi e gli stronzi, ma GIURO non arrivano MAI ai nostri livelli di CATTIVERIA!
Buonanotte.
Adesso se volete scatenatevi, non sono sicura di rispondere, sono stanca di tutte 'ste menate!!!
 è sempre  valido   ed attuale  . Ed esso può servire come esempio  



Se c'è, a Roma, chi ha fatto  affari   con l'accoglienza dei profughi, nella Locride - terra di 'ndrangheta - c'è un sindaco che invece ha fatto dell'accoglienza ai rifugiati il simbolo della lotta alle mafie, resistendo a intimidazioni e critiche. Domenico Lucano ha riempito il paese di afgani e africani ed è stato rieletto per tre volte consecutive. Coppie miste e bimbi calabro-africani, che l'Italia ha dimenticato di RAFFAELLA COSENTINO


Domenico Lucano, sindaco di Riace 



RIACE - I due fori di proiettile lasciati da anni in bella vista sulla porta dell'associazione "Città Futura", con cui gestisce i progetti del Sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo, sono la medaglia appuntata sul petto di Domenico Lucano. Neanche il fuoco delle 'ndrine ha potuto distogliere il sindaco di Riace dal suo sogno di creare un borgo solidale e "glocal", in cui cittadini di ogni parte del mondo contribuissero a far rivivere gli ideali di mutuo aiuto della civiltà contadina. Così, il paese dei bronzi è diventato il paese dell'accoglienza, come rivendicano orgogliosamente i cartelli di benvenuto lungo la strada. E i riacesi, per la terza volta, hanno rieletto primo cittadino l'uomo che gli ha riempito il paese di africani e di afgani.
Prima chiuso per spopolamento e poi... Lucano ha cambiato volto al suo paese. Dal borgo affacciato sullo Jonio in provincia di Reggio Calabria se n'erano andati quasi tutti. Perfino le preziose statue greche dei guerrieri, dopo il loro ritrovamento in mare, furono portate altrove. Le attività commerciali morivano una dopo l'altra, la scuola stava chiudendo per mancanza di bambini, il paese rischiava l'estinzione per spopolamento. L'idea di riempire le case lasciate vuote dagli emigranti con le famiglie di rifugiati, preferibilmente con tanti bambini, nasce alla fine degli anni Novanta, quando i perseguitati curdi sono i primi a sbarcare in massa sulle coste calabresi. Badolato, paesino provocatoriamente "in vendita", è il primo a offrirsi. Ma lì il progetto non decolla. Dieci anni dopo, grazie all'azione di Domenico Lucano, Riace invece riesce a diventare un presidio fisso dell'accoglienza nel periodo dell'emergenza umanitaria a Lampedusa. Così la popolazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico arriva a diverse centinaia su neanche duemila residenti.
I simboli antimafia. Ai simboli Lucano tiene particolarmente e ne ha tappezzato il piccolo centro storico. Una porta "africana" sulla piazza principale. Un'aiuola in cui la sagoma nera di una donna che ricorda le statuette tribali raffigura la speranza. Murales di ogni tipo: nuvole, impronte di mani "contro la 'ndrangheta", dediche a Giuseppe Valarioti, giovane comunista ucciso dai boss a Rosarno, ma anche alle portatrici d'acqua vestite in abito tradizionale con le brocche sulla testa.
Il ripopolamento. Sono nate le botteghe di artigianato, dal ricamo al telaio, in cui lavorano donne del posto e rifugiate. In questo scenario colorato si muove lentamente una comunità eterogena. Anziani pensionati e giovani disoccupati. Bambine di origine afgana che parlano con accento reggino e scorazzano per il paese con lo zaino in spalla. Somali di sessant'anni e nigeriani di venti, cristiani e musulmani, vecchine rugose vestite di nero e mamme, col velo o senza, che accompagnano i figli a scuola. Africani che raccolgono la differenziata porta a porta in cooperativa con un anziano del paese che bada ad alcuni asini rigorosamente autoctoni. Il ripopolamento è il chiodo fisso del sindaco. Che non si è fermato agli esseri umani e ha deciso di puntare sui somarelli. Erano scomparsi anche loro.
Premi internazionali e tre volte sindaco. "Sia chiaro: questo modello si basa su un'economia solidale, sui valori di sostegno reciproco della civiltà contadina - dice il sindaco - Inoltre penso che abbiamo una responsabilità verso quei Paesi del sud del mondo a lungo depredati dall'Occidente. Per questo ospitare chi fugge dall'Africa è un dovere". Taglia corto con i giornalisti che ormai è stanco di incontrare. Da anni c'è un via vai di ricercatori, e fotoreporter stranieri, che continuano a spingersi fino alla punta dello stivale, attratti da questa storia. A livello internazionale gli sono stati tributati onori di ogni genere. Dal terzo posto come miglior sindaco del mondo, ottenuto nel 2010 con la motivazione di essere un "Gandhi dei nostri tempi", alla dichiarazione del regista Wim Wenders, secondo cui "la vera utopia non è il crollo del muro di Berlino, ma quello che è stato fatto a Riace".




16.7.15

Crema Migranti in ex convento vicino ad asilo. Protesta ( con motivazioni ridicole dettate dalla paura e dal pregiudizio ) mamme, retromarcia vescovo

Lo che  dovrei seguire  questo  consiglio  dell'amico  nuovo compagno di viaggio \  di strada  Michele Santoro   (  da  non confondere   con l'omonimo     giornalista  capzioso )  della stupenda    rivista   \ libreria  saperepopolare ( I II )

Urge una premessa, come risposta a qualche nostro fan (per chi avrà la pazienza di leggerla capirà il nostro atteggiamento rispetto ai cosiddetti "fatti del giorno che non si possono mai ignorare"). Tra maggio e giugno non si parlava d'altro, di emigrazione e corruzione, problemi davvero enormi, il primo d'ordine mondiale e il secondo (quasi) tutto italiano. Oggi, 4 luglio, si parla solo di Grecia (non un rigo nei giornali e una parola nelle TV, sui migranti, né sulle barche né nei centri urbani "ormai invasi"...). Quindi emigrazione e corruzione = problemi risolti. Ovviamente non è così perché le elezioni amministrative sono ormai passate e mentre i mass media (televisioni e giornali) manovrano le teste delle persone come burattini (e le persone si fanno docilmente manovrare), noi parliamo d'altro. Perché non esiste mai il "fatto del giorno", ma piuttosto ogni giorno "contiene" tutti i fatti, drammatici e meno drammatici, senza che (quasi) mai nessuno dei problemi, definiti questioni "di vita o di morte" fino ad un minuto prima, venga risolto. Chi di emergenza vive è del resto abituato a non veder mai i vari problemi giungere a buon fine. Bene, chiarita la questione, voltiamo pagina.

ma  non riesco a trattenere  il mio sdegno     e ad  andare  oltre   davanti  ( vedere  articolo sotto  )  all'atteggiamento ipocrita   e parolaio   di certe persone   che   criticano anche la stessa   chiesa  perchè  invita  ad  ospitare   gi profughi ed immigranti  ,ma  poi quando    applicano " i loro  suggerimenti "    si ribellano  .   Magari sono   cattolici all'occorenza   o ipocriti . Ma  soprattuto  quello che  più  m'indigna  è la debolezza   del prete  e dei suoi superiori  che si  fanno belli  riportando le parole di nostro signore  ,  ma  poi    non hanno il coraggio   di emtterle  in pratica  fino in fondo    e di scacciare  ( i loro  parrocchiani  che   protestano  e minacciano  )  i mercanti dal tempio .    ho detto troppo lascio c he  a parlare  sia  l'articolo  a  voi  ogni  ulteriore  commento   in merito   Dico  soplo   che   le accuse contro gli stranieri ospitati sono veramente ignobili e mi  vergogno di questa  chiesa  che parla   d'accoglienza  e  poi  non riesce ad  imporsi ed  applicare  le parole  di Gesù  .

Migranti in ex convento vicino ad asilo. Protesta mamme, retromarcia vescovo

“Bussate e vi sarà aperto” dice il Vangelo. Sempre che i profughi non trovino ad accoglierli i genitori che in queste ore a Crema, dopo una protesta sotto il palazzo della Curia, hanno costretto il vescovo Oscar Cantoni a fare marcia indietro e a richiudere le porte dell’ EXconvento delle Ancelle aperte per
dare accoglienza a un gruppo di giovani immigrati. In meno di 24 ore monsignor Cantoni ha cambiato idea. In un primo momento, infatti, don Giorgio Zucchelli, presidente della Fondazione “Manziana” (che gestisce le scuole paritarie della diocesi), aveva annunciato a mamme e papà dei bambini che nello spazio vicino all’asilo sarebbero stati accolti una ventina di immigrati (in realtà ne sono arrivati 5). A quel punto era esplosa la protesta dei genitori e così ora il vescovo è stato costretto al passo indietro: “Vista la tenace e strenua opposizione di molti genitori della scuola diocesana Manziana, sezione Ancelle, ad accogliere i profughi, inviati con urgenza dalla Prefettura di Cremona, nei locali debitamente predisposti, anche con il consenso della Asl, è stata sospesa la scelta di accogliere i migranti in questo stabile”. La protesta aveva reso necessario anche un intervento degli agenti della Digos: “Il vescovo ha deciso – diceva una mamma – che degli immigrati in piena fase ormonale fossero vicini a dei bambini. Questi ragazzi possono essere persone bravissime ma magari hanno ricevuto abusi e sono propensi a fare qualcosa che può urtare la sensibilità di un bambino di cinque anni che potrebbe riportare danni per la vita. La curia guadagna accogliendo queste persone. Il vescovo ha fatto solo un conto economico”. La “manifestazione” è proseguita per buona parte della serata sotto le finestre del monsignore, con tanto di grida contro di lui. La protesta è montata: i genitori hanno prima annunciato che non avrebbero mandato i bambini all’attività estiva promossa dagli oratori, poi la scelta di scrivere alla Cei. Per tutta la giornata sui social network sono proseguite le polemiche: da una parte chi si schierava a favore del vescovo, dall’altra chi ha scelto di stare dalla parte di mamme e papà. Infine la decisione: marcia indietro. “La Chiesa di Crema – scrive il vicario generale, monsignor Franco Manenti in una nota ufficiale – continua a considerare l’accoglienza dei profughi un esercizio della carità a cui non vuole e non può rinunciare. Per questo si attiverà a trovare con urgenza possibili soluzioni alternative”. Ha vinto la protesta, ha perso il Vangelo.

vinciamo i pregiudizi e li stereotipi . Anche il velo ( non quello integrale, non il burka ma quello simile alle nostre donne e del sud d'italia ) riguarda la libertà di scelta individuale. la storia di la studentessa londinese musulmana Hanna Yusuf.

Come dal titolo questa è la risposta a chi dice che il velo da intendersi quello classico ovvero il << hijab il normale foulard che copre i capelli e il collo della donna, lasciando scoperto il viso [...] >> da https://it.wikipedia.org/wiki/Tipi_di_velo_islamico e non il burka e gli altri da intendersi ( io lo intendo cosi ) una interpretazione fondamentalista e capziosa del corano in quanto  sempre  secondo wikipedia  e ad  altri studi   sull'islam   
nel Corano la parola venga utilizzata in maniera generica, oggi è diffusa per indicare la copertura minima prevista dalla shari'a per l'uomo e soprattutto per la donna musulmana. Questa copertura prevede non solo che la donna veli il proprio capo (nascondendo fronte, orecchie, nuca e capelli), ma anche che indossi un vestito lungo e largo, in modo da celare le forme del corpo.
esso  può essere  una scelta    femminista   e non tutte le donne che indossano il velo sono costrette a farlo  come  , dice la studentessa londinese musulmana Hanna Yusuf.

in  questo  video  tratto  dal  http://www.theguardian.com/





 Per  chi volesse  i sottotitoli  (    downloadhelper  mel lo dava  in un formato   non visualizzabile  con excplorer  )   lo trova    su   http://www.internazionale.it/video   più precisamente  qui


Ha  ragione l'amica   Daniela  Tuscano   che in una discussione ( la  trovate  qui  )  sul gruppo cattolici progressiti     di facebook  afferma








Daniela Tuscano Il velo non è che un pezzo di stoffa. La paura degli occidentali verso questo indumento è direttamente proporzionale alla smania di denudare le donne. È sempre un punto di vista maschile che guarda la donna unicamente dal lato sessuale.
Tempo fa postai (e poi mostrai a scuola) alcune immagini di donne velate: le prime erano musulmane, le seconde erano donne del Sud Italia in abiti tradizionali e nessuno capì le differenze.
Sempre a scuola ho avuto alunne velate che non erano per niente sottomesse. Alcune poi erano molto eleganti.
Ha solo un valore simbolico, per noi qui sulla Terra. Basterebbe ricordare cosa disse Piccarda Donati (che al mondo fu "vergine sorella", cioè suora, poi però rapita dai fratelli e costretta a un matrimonio con un uomo violento per cui morì di crepacuore: un caso di femminicidio, e non l'unico, in verità, nella Commedia) in proposito.
È nato come imposizione maschile per distinguere le donne "perbene" dalle prostitute ma poi si è tramutato in simbolo anche di rivalsa femminile e, perché no, femminista.
Di certo non è più umiliante del nudo commercializzato e di quello chiassoso e colonialista delle Femen, che fortunatamente per tutti/e non si sentono da un po'.
Quando ci occuperemo degli indumenti maschili, o meglio ancora quando non ci occuperemo più di queste storie sarà meglio per tutti. Adesso, se una ragazza vuol velarsi (e molte lo fanno di loro sponte) senza per questo che il suo gesto simboleggi un disprezzo dei valori democratici lo faccia pure.
Preferisco di gran lunga loro a certe studentesse col sedere mezzo fuori che mi capita di vedere nelle aule.
Ad ogni modo, suggerisco un gruppo, anche se in inglese: Muslim Women Against Femen. Sono tutte femministe, musulmane e velate. Ma non schiave.


Aggiungo  solo al  già  chiaro ed  efficace  post  di Daniela   anche all'ignoranza  della propaganda   dei  malpancisti  seminatori  d'odio (   e di conseguenza    di coloro  che ci  credono prendendo per  oro  colato   quello che dicono   )  che   mettono sullo stesso piano




Aggiungo  solo al  già  chiaro ed  efficace  post  di Daniela   anche all'ignoranza  della propaganda   dei  malpancisti  seminatori  d'odio (   e di conseguenza    di coloro  che ci  credono prendendo per  oro  colato   quello che dicono   )  che   mettono sullo stesso piano  :

  • Niqab: erroneamente confuso con il burqa, il niqab è il velo che copre il volto della donna e che può (nella maggior parte dei casi) lasciare scoperti gli occhi. Ne esistono di due tipi: quello saudita e quello yemenita. Il primo è un copricapo composto da uno, due o tre veli, con una fascia che, passando dalla fronte, viene legata dietro la nuca. Il secondo è composto da due pezzi: un fazzoletto triangolare a coprire la fronte (come una bandana) e un altro rettangolare che copre il viso da sotto gli occhi a sotto il mento.
  • Abaya (Golfo Persico), lungo dalla testa ai piedi, leggero ma coprente, lascia completamente scoperto il volto.
  • Chador (Iran): generalmente nero, indica sia un velo sulla testa, sia un mantello su tutto il corpo.
Cincludo rispondendo a chi   sicuramente mi dirà : <<  ma  ti piace  se vengono qui  e  t'impongono  il velo (  io più estremisti )   o di coprirti i capelli ( i  più moderati  ) . 

  con  
  • Burqa: per lo più azzurro, con una griglia all'altezza degli occhi, copre interamente il corpo della donna. Tecnicamente, assolve le funzioni del niqab e del khimar.







Concludo rispondendo a chi   sicuramente mi dirà : <<  ma  ti piace  se vengono qui  e  t'impongono  il velo (  io più estremisti )   o di coprirti i capelli ( i  più moderati  ) .  >>  che   a me  i  vari tipi di velo  , eccetto il Nijab  saudita  e  il Burqua   che coprono il viso  che mi sembrano  troppo esagerati  ed  una interpretazioni fondamentalista  e   radicale    o fanatica della religione islamica     non  danno  se  usati   liberamente   e senza  costrizione \  obbligo   fastidio .  IL loro uso  , se   spontaneo  e  facoltativo  , non  mi turba  e  per    un certo verso  indifferente   perchè  :  nel sud  d'italia  ed parlo n  particolare la mia regione si portava  ed  ora   l'uso  islamico  mediato dai cattolici orientali   \ bizantini   e   dagli  Aragonesi \  Spagnoli che riprendono un influenza   della  dominaziona araba dell'Andalusia   (  ho spiegato   qui  sul blog  perchè la sardegna  dev'essere considerato sud   e  non italia  centrale  ) per  conoscenza  diretta ( uso del fazzoletto  e  dell'abito nero  del lutto   da parte di mia nonna materna  e il vedere  passare  le anziane del paesi  con i fazzoletti in testa e  con il vestito  nero del lutto   abito simile   al  Abaya  e al  chador   )  e ed  indiretta  (  racconti  dei mie  genitori  )    

15.7.15

quando la spiaggia diventa luogo d'arte






07/07/2015
FEDERICO TADDIA




“La sabbia è gratis, è sostenibile ed è una materia prima ottima per essere plasmata: noi viaggiamo il mondo grazie a lei, e attraverso lei riusciamo a portare la nostra arte e a incontrare le comunità locali a cui trasmettiamo conoscenze sull’ingegneria sostenibile e la permacultura”. 




Cambiare gli stili di vita, sorprendendo a tre dimensioni: è questa la missione della cilena Constanza Nightingale, 29 anni e del francese David Rendu, 38 anni, che dopo essersi incontrati su una spiaggia della Nuova Zelanda nel 2010 insieme a Jamie Harkins, artista indigeno poi uscito dal team, hanno attraversato l’intera nazione creando straordinari disegni in 3D. Prima di sbarcare in Australia, dove si trovano in questi mesi sempre alla ricerca della marea e della prospettiva giusta, in attesa di intraprendere un tour europeo. “L’idea ci è venuta ispirandoci alla street art”- spiega Constanza – Creiamo disegni con cui le persone possano interagire e farne parte. Con conseguenze anche surreali: una volta due ragazzini hanno iniziato a muoversi nella piramide Maya e la madre è arrivata di corsa spaventatissima poiché pensava potessero cadere dalla cima. IL   gioco  di linee e ombre era perfetto, il disegno sembrava reale: è stato molto divertente”. 






Spiagge piatte, con maree che avanzino molto e, di conseguenza, si ritirano altrettanto lontane. E con un rialzo nelle vicinanze dove si possa piazzare la macchina fotografica: queste le condizione ideale dei due “sand artist”, che per compiere le loro opere ci mettono dalle 3 alle 5 ore. “Una volta trovato lo spazio giusto ci andiamo due ore prima che la marea si abbassi per portare il rastrello, i bastoni, la corda e il bozzetto dell’immagine. Io piazzo l’obiettivo in posizione strategica, e da lì indico a David i punti di riferimento del disegno. A quel punto David crea le linee principali sulla sabbia. Quando le linee sono fatte, si aggiungono insieme le ombreggiature e i punti di luce che attribuiscono volume ed effetto 3D al disegno”. 






Il tutto sotto lo sguardo attento e curioso di decine di persone, che solitamente si fermano ad ammirare incredule l’illusione ottica formarsi davanti a loro. Tutti consapevoli che la magia terminerà alla prima onda lunga. “Per noi non è affatto un problema, anzi, rappresenta proprio la bellezza del nostro lavoro: si tratta di un’arte effimera e noi vogliamo trasmettere un’attenzione particolare al passaggio del tempo e delle azioni come metafora della brevità della vita. Veniamo creati, nasciamo, viviamo e moriamo: queste sono le nostre dimensioni”. 



Constanza e David hanno formando il gruppo 3D Sand Art. Per conoscere le loro attività facebook.com/3DSandArt. Le fotografie sono di Constanza Nightingale




A  giocare  e a creare  oltre  il  classico  castello    di sabbia   che noi  tutti  facciamo  con i nostri figli \ nipoti  o  che  abbiamo sempre  fatto da piccoli  (    foto  da me scattate  a Vignola, località turistica del Nord della Sardegna  a  fine  giugno  

c



o le sculture di sabbia che vengono fatte in vari festival e da vari specialisti come egimor@tin.it    proprietario del sito  http://www.uncastellodisabbia.it/  di  cui  trovcate  sotto   due  suoi lavori presi  dal  suo  sito





c'è anche     chi  come  Andres  Amador   che  

da , eccetto  la  prima  foto  ottenuta  con  il cattura  schermata  preso  dal  video che trovate  sotto   , http://www.iodonna.it/viaggi/weekend/2014/  del 17 febbraio 2014



Armato solo di un rastrello, realizza sulle spiagge di San Francisco dei veri e propri dipinti.



I quadri enormi vengono realizzati a bassa marea, giusto il tempo di essere fotografati per poi aspettare che il tempo e il mare li inghiottiscano per sempre