Immagine di Franca Bassi - Formello-
Fà caldo! devo ancora lavorare ieri mi sono divertita a fare delle immagini bagnate, per regalarvi un po'di fresco.
Franca bassi
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
Immagine di Franca Bassi - Formello-
Fà caldo! devo ancora lavorare ieri mi sono divertita a fare delle immagini bagnate, per regalarvi un po'di fresco.
Franca bassi
Cagliari dove trascorre la sua infanzia e l'adolescenza. Durante gli anni giovanili inizia a dedicarsi a scritti giornalistici, pubblicati su svariati quotidiani sardi. Nel 1986 parte per l'Europa, e in seguito si trasferisce a Torino. Questi si rivelano gli anni dei suoi romanzi più importanti: L'apologo del giudice bandito, Il figlio di Bakunìn, Passavamo sulla terra leggeri e Il quinto passo è l'addio. Egli racconta
Gli interpreti:
Maura Macis
Nasce a Cagliari nel 1964, ma di origini ogliastrine. Si occupa di teatro dal
Andrea Congia
Nasce a Cagliari nel 1977. Laureato in Filosofia e laureando in Etnomusicologia presso il Conservatorio di Cagliari. Chitarrista (chitarra classica, baritono e fretless) e autore nelle formazioni musicali sperimentali Nigro Minstrel e Mascherada negli anni 2000-2006.
Da anni prosegue sulla strada della coniugazione di Parola e Musica in collaborazione con diversi artisti. Diversi i titoli che l’hanno visto protagonista in tal senso: Ecate in Flags (2001 – 2007), Ereignis (2004), Delta Slave – Lo schiavo e il Caso (2004 – 2005), Zoe l’accalappiabambini (2005), Atto Unico (2005), I delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe (2006), Il segugio,
Massimo Battarino
Nasce a Cagliari nel 1975. Contrabbassista/bassista dal
Da anni, insieme ad Andrea Congia, è impegnato in progetti musicali sperimentali e musico-teatrali come Nigro Minstrel (2000 – 2005), Ecate in Flags (2001 – 2007), Delta Slave – Lo schiavo e il Caso (2004 – 2005), Atto Unico (2005), Zoe l’accalappiabambini (2005), Il Canto del Dominatore (2007), Campanas - Una lettura di Francesco Masala (2007) e Il demonio è cane bianco di Sergio Atzeni (2007).
Intervista a Giovanni Guzzetta, Presidente del Comitato promotore dei referendum elettoraliA cura di Tina Giunta e Nicolle Purificati
1 Perché una riforma elettorale tramite il referendum?
L’approvazione della legge elettorale (l. n. 270 del 2005) è stata accompagnata, sin dall’inizio, da numerose critiche, delle quali, tuttavia, nessuno è riuscito a farsi carico. Le proposte di miglioramento da tutti auspicate, non hanno trovato riscontro nei dibattiti parlamentari.
Lo strumento referendario, dunque, sembra l’unico in grado di raggiungere il duplice obiettivo di modificare, in senso migliorativo, la legge ed al contempo riaprire il relativo dibattito, anche in vista di un eventuale intervento legislativo.
Si tenga presente, inoltre, che le uniche modifiche sistematiche delle leggi elettorali e del sistema politico centrale sono state sempre approvate per via referendaria (con i referendum del 1991 e del 1993).
2.Non pensa che sia ormai impossibile raggiungere il quorum?
Credo sinceramente di no. Questo referendum non è un referendum qualunque. Ha ad oggetto, infatti, una legge di sistema, che è alla base del funzionamento della democrazia rappresentativa. In altre parole, se si approvasse questo referendum, la vita parlamentare funzionerebbe meglio e, di conseguenza, sarebbe sempre meno necessario ricorrere ad un’altra tipologia di referendum, quelli che intervengono laddove il Parlamento non è stato in grado di rispondere alle esigenze del Paese. La nostra iniziativa si propone di scardinare un’idea oligarchica e paternalistica della politica, colpendo il cuore dei meccanismi di ricambio della classe dirigente, ed incontra la pressante domanda di modernizzazione rivolta a tale scopo. È, inoltre, coerente con un’idea dell’Italia come il paese delle opportunità e non delle rendite, della competizione e non della cooptazione. Per questi motivi non vi è ragione di ritenere che l’elettorato non coglierà l’occasione per essere partecipe di tale auspicato processo di modernizzazione.
3.Qual è l’oggetto dei quesiti?
Il primo quesito riguarda l’abrogazione delle coalizioni.
Secondo l’attuale legge elettorale di Camera e Senato (così come introdotta con l. legge n. 270 del 2005) a beneficiarie del premio di maggioranza possono essere alternativamente “liste” o “coalizioni di liste”. Il I quesito si propone di abrogare la disciplina che permette il collegamento tra liste. In caso di esito positivo la conseguenza sarebbe che il premio di maggioranza verrebbe attribuito solo alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi. E, di conseguenza, verrebbero innalzate le soglie di sbarramento, che sarebbero ad essere del 4% per l’accesso alla Camera e dell’8% per essere rappresentati in Senato.
Un secondo quesito è relativo al divieto di candidature plurime in più di una circoscrizione per uno stresso candidato.
Esso mira a colpire l’ulteriore aspetto di scandalo rappresentato dalle candidature multiple e dalla cooptazione oligarchica della classe politica. L’eletto in più circoscrizioni, cd. “plurieletto”, è infatti signore del destino di tutti gli altri candidati, la cui elezione dipende, appunto, dal fatto che egli, scegliendo uno dei seggi che ha conquistato, lascia liberi gli altri. Il fenomeno descritto è oggi di dimensioni tali che non sembra inopportuno parlare di una vera e propria patologia del sistema. Basti pensare che ben 1/3 dei parlamentari attualmente in carica sonop stati “eletti” per grazia ricevuta. Tutto ciò induce inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei cooptandi, atteggiamenti che danneggiano fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare. Per questa ragione è auspicabile l’eliminazione – sempre mediante referendum - della facoltà di candidature multiple sia alla Camera che al Senato.
4.Quali sono i motivi ispiratori della proposta referendaria?
Unità e trasparenza.
Quanto al primo obiettivo, il sistema elettorale risultante dal referendum spingerebbe gli attuali soggetti politici a perseguire, sin dalla fase preelettorale, la costruzione di un unico raggruppamento, rendendo impraticabili soluzioni equivoche ed incentivando una significativa ristrutturazione del sistema partitico. Si aprirebbe, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica, con conseguente eliminazione della frammentazione dentro le coalizioni.
La proposta referendaria va incontro, inoltre, ad un’esigenza di trasparenza, la quale è realizzabile tramite l’eliminazione della facoltà di candidature plurime sia alla Camera che al Senato.
5.Che cosa succederebbe al sistema politico italiano se venisse approvato il referendum?
L’approvazione del referendum produrrebbe un radicale rinnovamento dell’attuale sistema elettorale – e, attraverso quello, del sistema politico – in grado di assicurare all’intero contesto politico più trasparenza, agli schieramenti più unità, ai cittadini più opportunità di spendersi per far valere le proprie capacità e meriti. L’eliminazione del frazionismo e dello sbriciolamento della rappresentanza, garantirebbero una ristrutturazione profonda del sistema dei partiti. I quali sono sempre più avvitati su se stessi e stentano ad operare qualsiasi ricambio.
Selezionano le proprie classi dirigenti in base a criteri poco trasparenti che spesso non hanno nulla a che vedere con il merito, le capacità o la passione disinteressata.
I partiti, inoltre non riescono a realizzare l’unità negli schieramenti, con una strisciante, continua guerra di posizione ed uno scontro di paralizzanti veti incrociati, all’interno delle coalizioni.
I partiti sono divisi e l’attuale legge elettorale ha ancor più esasperato le tendenze alla divisione e alla frammentazione.
Tutto ciò è un freno per il cambiamento e impedisce di realizzare politiche ambiziose che migliorino effettivamente la nostra qualità di vita di cittadini comuni.
L’auspicio è quello di partiti aperti, sensibili ai flussi di novità che provengono dalla società e più capaci di resistere alle pressioni degli interessi consolidati.
Partiti responsabili, capaci di realizzare obiettivi, di innovare, di inventare il cambiamento.
Partiti dinamici, che non cedano alla tentazione di ripiegarsi su se stessi, di diventare oligarchie autoconcluse sorde al futuro.
Per ciò crediamo che ci sia un modo migliore di scegliere i parlamentari, evitando cosi’ che centinaia di essi siano nominati per grazia ricevuta da chi già è stato eletto.
Per ciò crediamo che gli attuali partiti debbano rimettersi in gioco e reinvestire le proprie tradizioni in qualcosa di più grande e di più coeso: soggetti unitari che si candidino a guidare il Paese, impiegando il proprio tempo nella realizzazione degli obiettivi promessi.
6 Qualcuno obietta che il referendum sarebbe inutile perché i partiti si alleerebbero in un grande listone per poi dividersi dopo le elezioni.
L’obiezione muove dall’assunto che i sistemi elettorali siano del tutto ininfluenti sui comportamenti dei partiti e degli elettori. I partiti italiani, in particolare, troverebbero il modo di “aggirare l’ostacolo” unendosi fittiziamente per poi ridividersi dopo. Come dire: fatta la legge trovato l’inganno.
Tuttavia, gli studiosi sono concordi nel ritenere che i sistemi elettorali non siano assolutamente irrilevanti sul modo in cui si strutturano il sistema dei partiti ed i comportamenti elettorali. Si può discutere sul tasso di incidenza delle regole, ma nessuno ha mai messo in dubbio la connessione tra regole e politica.
Penso che ormai il modello delle democrazie avanzate in cui due principali soggetti si contendono la guida politica del paese - fermo restando uno spazio per partiti minori non coalizzabili - sia ormai interiorizzato anche in Italia
Trovare sulla scheda 15 simboli di partito per una sola coalizione (della quale manca, peraltro simbolo, nome, e leader) è cosa ben diversa che trovare un simbolo unico, un nome solo, l’indicazione di un solo candidato a Primo Ministro. Certo, i partiti potranno sempre “sganciarsi” dopo. Soprattutto fin quando non introdurremo in Italia regole come quelle tedesche che interpretano il principio del libero mandato parlamentare in modo meno trasformistico. Ma quali saranno i costi politici di rompere un’aggregazione suggellata da elettori che hanno votato il “tutto” e non le singole parti? Non solo, ma l’assenza dei simboli dei singoli partiti impedirebbe loro di potere censire il proprio consenso. Il che non è di poco conto, perché li priva del potere di ricatto per così dire “certificato”.
Il referendum, in definitiva, massimizza i costi politici delle divisioni e riduce la litigiosità,
Gli elettori, infine, hanno già dimostrato in diverse occasioni che vogliono unità, sintesi, visione univoca. E che sono disposti a premiare - la lista dell’Ulivo docet - chi riesce a trasmettere questi valori.
7. Il referendum non è contro i piccoli partiti e contro il pluralismo?
Questo referendum non è contro nessuno. E, soprattutto, non è contro il pluralismo. Semmai è per un’Italia moderna e dinamica. L’obiettivo di indurre diversi soggetti politici a fondersi in grandi partiti non impedisce alle istanze minoritarie di avere un loro ruolo all’interno degli stessi. In tutte le grandi democrazie, anche laddove a contendersi la possibilità di governare sono soltanto due o tre partiti, sono presenti anime e correnti diverse all’interno di essi. Il fatto poi che si scoraggi il multipartitismo estremo non è da biasimare. È sin dall’epoca dell’Assemblea costituente, infatti, che si deprecano l’instabilità e la frammentazione dei governi di coalizione.
Il sistema elettorale che risulterebbe dall’approvazione dei quesiti referendari è una sfida per tutti i partiti, grandi e piccoli. Questi ultimi, in particolare, si troverebbero a dover scegliere se difendere le proprie istanze all’interno di partiti più ampi, arricchendo, in un processo di sintesi, l’identità degli stessi, ovvero concorrere autonomamente nelle elezioni, cosa che rimarrebbe comunque possibile, previo superamento delle soglie di sbarramento (del 4%e dell’8%). Sarebbe, in altre parole, comunque garantito a chi decidesse di competere al di fuori dei partiti unitari la possibilità di un ampio “diritto di tribuna”.
8.Non si tratta di un’iniziativa astratta d’ingegneria costituzionale?
Lo strumento referendario, per sua natura, non può introdurre nuove leggi, ma soltanto abrogare singole norme di leggi già esistenti. E se si riesce a far ciò in modo tale che la c.d. normativa di risulta sia migliore della precedente, può forse parlarsi di “ingegneria costituzionale”, ma la definizione non sarebbe affatto offensiva.
Basti, in tal senso citare, l’incipit di un saggio di Sartori (Ingegneria costituzionale comparata): “Bentam disse una volta che i grandi ‘motori’ (engines) della realtà sono la punizione e il premio. E sicuramente ‘ingegneria’ (engineering) deriva da engine. Mettendo assieme metafora e etimologia, sono arrivato a ‘ingegneria costituzionale’ per rendere l’idea, primo che le costituzioni sono qualcosa di simile a macchine o meccanismi che devono ‘funzionare’ e che devono dare comunque risultati; e, secondo, che è improbabile che le costituzioni funzionino a dovere (come dovrebbero), a meno che non impieghino i ‘motori’ di Bentham, e cioè punizioni e premi.”
Se con l’espressione “ingegneria costituzionale”, cioè, si allude alla circostanza che, mediante, la c.d. “tecnica del ritaglio” si interviene sulla legge elettorale ricavando, legittimamente, un sistema migliore di quello vigente, non mi dispiace affatto essere considerato un ingegnere costituzionale.
9. È giusto esautorare il Parlamento in una questione così delicata?
Il Parlamento non viene affatto esautorato. Il referendum è strumento nella disponibilità del corpo elettorale per esercitare un’azione abrogativa sulle leggi, ma ciò non toglie che l’organo legislativo resti pur sempre e pienamente titolare del potere di disciplinare le materie che ne formano oggetto, nel caso di specie il sistema elettorale. Piuttosto, tale strumento di democrazia diretta si dimostra idoneo a stimolare il dibattito politico sull’argomento, con la possibile conseguenza, addirittura, di propiziare un eventuale intervento legislativo, e non già di tagliare fuori il Parlamento.
Certo, se il Parlamento non sarà in grado di fare una buona riforma e rimarrà paralizzato da veti incrociati, dovremo dire grazie al cielo che c’è lo strumento del referendum.
Aggiungo che questo referendum ha la pretesa di intercettare una spinta al cambiamento al già esistente nella società. Il processo di aggregazione nel Partito democratico e la e la prospettiva della nascita del Partito dei moderati sono il segno che l’attesa di unità è molto forte nella società. Il referendum è uno strumento per dar voce a questo desiderio.
10. Quindi il referendum non riguarda solo la legge elettorale?
No, il referendum esprime un’idea della politica e della società, come società aperta e fondata sulla competizione, sulle qualità, sulla valorizzazione dei meriti e delle opportunità. Una società in cui ogni cittadino si possa sentire artefice del proprio destino.
Immagine di Franca Bassi Corno Grande.
Con questa mia immagine e queste mie parole vi regalo un po' di fresco.
Gran Sasso
La mia montagna bianca, ti ho regalato, ruba con i tuoi occhi, la sua bellezza, la sua grandezza, prendila è tua. La mia montagna bianca ti ho regalato, portala via con te.
Franca Bassi
Somma della perfezione
Oblio del creato,
Memoria del Creatore,
Attenzione all'interiore
e starsene amando l'Amato.
Cari Amici, dipendenti rispettabili e sottomessi, caro popolazzo informe, innanzitutto grazie! Questo pesante sforzo ormai prolungato negli anni sta dando i suoi frutti. Ovviamente gli sforzi sono vostri e i frutti sono nostri, ma questo è un altro discorso... Oggi prende il via la vendita della ultima trovata per rimettere in piedi un carrozzone che in passato tanto ci è servito e oggi stava per tirare le cuoia. L'abbiamo fatto per mezzo della vostra cassa integrazione e strozzando per anni l'indotto di questa città di merda e... c'è di più: convincendovi di lavorare anche per Torino. Lavorano in Polonia, ovviamente, dove non capiscono la nostra lingua, c'è un governo lecchino degli States e poi, dopo tutto, l'hanno voluta loro l'economia di mercato e si sa... non è che si possa entrare dalla porta principale in questo mercato... quanche anno in più di terzomondismo non gli farà male... ma torniamo a noi... Finalmente gli operai sono tornati operai e i dirigenti dirigenti. Abbiamo seguito alla lettera quella frase attirbuita all'avvocato Agnelli...
Il relatore scatta sull'attenti, sul mega-schermo appare la fotona del Dinasta Giovanni e Marchionne si commuove per un attimo. Dalla platea un singhiozzo all'unisono. (crolla una parte maginale degli spalti, costruita in sub-sub-sub-appalto da una ditta mafiosa di edilizia e calcestruzzo che sfruttava Rumeni clandestini perennemente al loro primo giorno di lavoro).
Fine della commozione.
Dicevo... la frase di Agnelli più o meno suonava così : "la sinistra riesce a far fare ai lavoratori le cose che la destra se le sogna e pure indolore..." Quindi grazie anche alla nuova sinistra di governo... perchè vi ha fatto digerire una legge come la 30 "Biagi" che tanto ha fatto per noi tutti industriali... Ma torniamo a noi. Come si spiega nel comunicato che ormai passa da qualche giorno su tutte le reti nazionali e private, la FIAT è l'Italia e l'Italia è la FIAT, e guai a disobbedire. Ma lo sapete ... (il dirigente si toglie il maglioncino di cachemere che getta fra il pubblico in segno di magnificenza e munificenza - urla e stridii di denti fra i sottoposti che si contendono la reliquia)...
Ma lo sapete che voi, in confronto alla grande mamma FIAT, non siete un cazzo? Lo sapete che circa il 70% di quello che spendete ritorna alla FIAT? dallo Yoghurt alla squadretta di casa, dal giornale che vi dà le notizie al regionale che ve le semplfica, dalla metro che vi fa sentire internazionali alle olimpiadi di Bardonecchia (che è nostra ma la condividiamo con la mafia... :-) ehm.... ma tanto voi siete stati abituati a non scandalizzarvi di nulla e beccatevi anche la mafia!!!! Effettivamente ci siamo presi un po' di cose, grazie per esserci cascati. Chiampa, lo avrete capito, in realtà non esiste, è un manichino fatto a Mirafiori e dice sempre di sì...
Spazio promozionale per la nuova 500... (5' min.)
Poi sullo schermo rimangono le immagini della Christillin, di Castellani, del Chiampa e della Kostner
tributo alle Olimpiadi ... (e alla Lancia Y)
... continua ...
Immagine Franca Bassi - Bagnoregio 1955 -
Il segnale stradale "Doppia curva pericolosa", non c'è più. le Curve sono cambiate, il sorriso, la gioia di virere, c'è ancora tutto.
Franca Bassi
Immagine gentilmente donata dall'agronomo Pasquale Venerito - Ceglie Messapica
La pianta del Fico d'India resistente alle intemperie, notevoli capacità di adattamento anche in siccità. La troviamo spesso nei punti di bordura tra le pietre nelle coste tirreniche, ricca di frutti succulenti.
Grazie a Pass Folletto delle terra e dei fiori, oggi mi ha regalato delle bellissime immagini. In questa vediamo un'insetto che si è tuffato al centro del bellissimo fiore, diciamo che sta facendo un bella scorpacciata spargendo il polline nell'aria.
Franca Bassi
Paranà - San Paolo 0 - 1 (rete del portiere Rogerio Ceni su calcio di rigore)..praticamente Rogerio Ceni ha giocato "LA PARTITA PERFETTA" (the perfect game)..infatti non ha subito goal ed ha segnato..in pratica ha vinto da solo..questa,come altre partite in cui il portiere non subisce nessuna rete e segna il goal decisivo,nel calcio può essere considerata "LA PARTITA PERFETTA-THE PERFECT GAME"..come accade in altri sport..non è vero?Bisogna indagare su altre partite terminate con lo stesso risultato..Voglio che la mia venga considerata 1 statistica,anche se non ufficiale!Lo so che 1 solo giocatore non può vincere senza compagni,ma 1 portiere che non subisce goal anche se sventa miracolosamente tiri a raffica (vedi Ducadam nella finale di Chamoins League in cui la sua Steaua Bucarest non ha subito gol contro il grande Barcellona per 120' e ai rigori li ha parati tutti e 4...1 altro esempio è il mitico Yashin,portiere imbattibile...ma questi sono esempi senza in cui avvenga 1 goal del portiere) e che segna 1 o + goal per la sua squadra (Rogerio Ceni ha segnato anche + di 1 goal nella stessa partita...sono innumerevoli gli esempi in questo senso riguardanti Rogerio Ceni e non starò qui ad elencarveli,potete tranquillamente ricercarli nel web x maggiori informazioni!) ha effettivamente vinto la partita da solo,e merita questo raro riconoscimento! Come esiste nel calcio la statistica non ufficiale secondo la quale,chi batte il Campione del mOndo in carica diventa il nuovo campione,pùò benissimo esistere questa!Infatti se le Far Oer avessero battuto l'Italia sarebbero gli attuali Campioni del Mondo (la squadra + forte del globo!).Quindi può benissimo esistere , anche se poco + che goliardicamente, questa mia statistica! Per favore,scrivete cosa ne pensate ed appoggiate questa mia campagna!!!!!
BRIAN MERCURY
Sfogliando una vecchia rivista, questa immagine mi sembra attuale. Servirebbe per tutti quei personaggi, poco seri, loschi che girano per la nostra bella Italia indisturbati.
Senza fare nomi tanto li conoscete, li metterei tutti alla "Berlina" ar centro de Roma, Rugantino se farebbe dua risate.
Franca Bassi
Si chiamano Hadzabe (plurale di 'Hadza'),
vivono in Tanzania, nella valle Yaida, da almeno 50 mila anni
e sono gli ultimi veri cacciatori e raccoglitori primitivi:
conducono la stessa esistenza che l'umanità ha vissuto in epoca preistorica,
prima di scoprire l'agricoltura, la scrittura, le forme di organizzazione politica.
A minacciare la tribù, è una società araba, la UAE Safaris Ltd, (dietro la quale pare ci siano membri delle famiglie reali degli Emirati Arabi Uniti) che sta trattando col Governo della Tanzania per ottenere una ulteriore concessione di 3.975 kmq, per la caccia safari di animali esotici, proprio, nel distretto di Mbulu, dove gli Hadzabe vivono da millenni. Continua...
.... ricorda
che c'è sempre qualcuno
pronto a raccogliere
il seme sparso
dalla tua mano.
Splinder (13/07/2007)
Sia fatta la sua volontà www.resistenzalaica.it Satira resistente Il papa passeggia insieme a padre Doubt tra le montagne del Cadore, discutendo sul tema della volontà di dio. Mi perdoni, signor papa, ma un dio che ci ignora non può pretendere che facciamo la sua volontà. Chi si rifiuta di fare la sua volontà si ritrova Leggi ancora...
Ti ho incontrata
sottobraccio con Oliver Hardy
poche sere or sono
per Sunset Boulevard
(ho notato il foulard
verde smeraldo
che ti copriva il capo)
e sorridendo ho accennato un saluto,
forse non visto,
rimasto senza risposta.
“Ma non era Lei?” mi ripeteva
James Cagney, masticando tabacco.
“No, non può essere Lei”,
ma avevo in bocca il dolore.
Enrico Cerquiglini
Splinder (12/07/2007) La chiesa cattolica in mezzo al guado www.resistenzalaica.it Chiesa e dissenso Gli editti del papa che cammina con la testa rivolta all'indietro appaiono sempre più incomprensibili alle comunità di base. In una società in cui i cattolici fanno fatica a riconoscersi nei tabù che le gerarchie ecclesiastiche continuano a sfornare a tutto spiano Leggi ancora...
" La giustizia è come una tela di ragno:trattiene gli insetti più piccoli,mentre grandi trafiggono la tela e restano liberi." (Solone)
ringranzio per il testo e la frase il blog splinder sudditopeggiore
Immagine presa dalla guida del TCI 1926, veduta di Ceglie e dintorni.
Cutùgn
Tra i rami di un antico cutùgno, in questa foto, in bianco e nero, ti vedo. Il tuo dolce profilo, distesa aspetti tra i rami, lo spuntare del sole, ti riscaldi! Rifletti di luce, un bianco candore, resti ferma da sempre. Tra i rami Cegghjie. Distesa aspetti il calare del sole.
A Ceglie
Io scrivo questa sera a te Ceglie, chi dice che sei solo dei Cegliesi. Io dico: "Che tu Ceglie sei solo di chi ti ama, di chi ti rispetta, di chi lascia un'impronta d'amore al suo passare". Da quando mi hai rapita, sei come un'amante, la sera con te m'attardo, ti desidero t'amo e ti rispetto, Ceglie mia.
Lontano
Ogni giorno, sempre più difficile, starti lontano. Dalla mia terra, dal tuo verde, dai tuoi profumi, dai tuoi colori, dalla tua luce, dal tuo cielo. Lontano da te, sulla mia pelle, Ceglie mia.
franca bassi
Trenta euri in tutto
Ho fatto il conto dei soldi peggio spesi nella mia vita:
1) Motor show di Bologna. Fuori delle aree espositive un baracchino intitolato "Cyber race" promette l'ebrezza della "realtà virtuale a bordo della Ferrari". L'insegna dice: "Guida al posto di Schumacher. Scegli la corsa, indossi il casco, entri nell'abitacolo e gareggi con i veri campioni della Formula uno". Io e Dario ci guardiamo, ci intendiamo e corriamo verso la cassa. Il giostraio è pakistano; ci illustra pefettamente la sensazione che proveremo con questo gioco "tridimensionale". Ci dice che possiamo entrare insieme; in questo modo potremmo anche gareggiare l'uno contro l'altro, naturalmente scegliendo due team diversi. Vuole i soldi in anticipo (e ci credo); ci molla due caschi Nava, di quelli che nelle situazioni normali ci rifiutiamo di indossare sul motorino (ma questi sono sporchi di pidocchi di chissà chi), poi ci fa entrare in uno stanzino buio.
Lì ci sono due sedili rubati a una seicento, montati su due molle, e due manubri.
Un po' stupiti ci sediamo. Di fronte a noi sulla parete è proiettato il cownt down di un video: 3, 2, 1. Sentiamo la voce del pakistano che grida da fuori: "Attenti, si parte!".
Sulla parete viene proiettata l'immagine di una gara di Formula uno (quella scelta da noi), ma la prospettiva ovviamente è quella del pilota. Guardiamo il semaforo che si accende, sentiamo il rombo dei motori: rosso, verde, si parte.
Peccato che il video proiettato sia così vecchio che presenta una serie di disturbi e fruscii; l'effetto "auto in corsa" è dato solo dalle molle sotto i sedili (ma è piuttosto un effetto "cavallo a dondolo"), il casco ci soffoca, vederci uno accanto all'altro ci fa sentire come sulla Sita per Follonica. Insomma non vediamo l'ora di uscire e reclamare col giostraio. Quando tutto finisce il pakistano non comprende più l'italiano.
2) Serata al cinema per vedere "L'ora di religione" di Marco Bellocchio. La critica è entusiasta: ca-po-la-vo-ro! Non ci vai?
Sergio Castellitto recita come un cane (ma fa bella figura perchè tutti gli altri attori, tranne la brava Piera Degli Esposti, sono amici e parenti del regista). La parte è la solita: Castellitto è un borghese spaurito, ma riflessivo, isterico e anticonformista. Il Margherito Buy, insomma. La storia sarebbe anche bella se fosse sviluppata da uno sceneggiatore, da uno scrittore di dialoghi e da un regista. Invece fa tutto Bellocchio.
Esco dalla sala dopo 3/4 di film e protesto, ma alla cassa non vogliono ridarmi i 5 euri del biglietto, allora rientro in sala e mi siedo, ma solo per commentare ad alta voce tutte le evidenti assurdità del film e cercare di cucire così una rete di solidarietà anti-Bellocchio, ma sono l'unico ignorante confesso della serata.
3) Mostra mercato del mobile in Fortezza. Ci andiamo? Sì, dai andiamoci. Cinque euri.
Un rapido giro tra i bastioni della Fortezza ci convince che abbiamo pagato per vedere alla luce del sole quello che possiamo vedere anche, opportunamente ambientato, a Mondoconvenienza.
- "Marco, ma che cazzo ci siamo venuti a fare? Non abbiamo neppure una casa da arredare!"
- "Ora no. Ma quando l'avrai...ti vuoi fare un'idea?"
4) "I fantastici quattro". Sette euri. Attenti, mi sa che in questi giorni è in programmazione il sequel. Al peggio non c'è mai fine.
5) Cinema all'aperto. E' l'amico psichiatra che mi convince stavolta: "non è il solito Bellocchio, qui dovrebbe esserci una buona introspezione psicologica, una denunca dell'industra cinematografica...bla, bla, bla. Vedrai ti piacerà". Tu ragioni: fa caldo ed è all'aperto, dopo magari andiamo berci una birra, costa solo 4 euri, magari ho sbagliato nel valutare questo Bellocchio che tutti dicono bravo, è da tanto che non esci con quest'amico. Ci vai, no? Il film stavolta si intitola "Il regista di matrimoni". In effetti non è il solito Bellocchio. E' un Bellocchio incazzato perchè non ha ricevuto premi per il film precedente e trova opportuno dircelo con un nuovo film: la morale è "io sono un vero artista, mica come gli altri, e i veri artisti sono incompresi". Sono d'accordo, Marco. Continua così.
6) Luce blu ammazza zanzare: "Tieni accesa la luce. Attirerà le zanzare e le fulminerà con una scossa da 9 volt". Faccio il conto: un euro a volt. Ma dopo un mese di accensione ininterrotta nessuna zanzara è stata sedotta dalla formidabile luce.
Da quelle parti un giorno passava un innocente moscerino. Ha visto la lucina blu e si è avvicinato. Fulminato sul colpo. Quindi la scarica elettrica funziona, dice il venditore. Ok, ma lo vuoi ammettere o no che ha un grosso problema di sex appeal?
Qualche anno fa sono stato a vedere
Possano o Pomptilia, queste tue ceneri
fecondate dalla rugiada/
essere trasformate in gigli ed in
verdi fronde ove sbocci la rosa
e risaltino il profumato zafferano ed il
semprevivo amaranto/
Possa tu diventare ai nostri occhi
il fiore della primavera/
affinché abbia come Narciso,
questo oggetto di lacrime eterno.
Un fiore trasmetta il tuo nome
alle venture generazioni.
Ma se Pomptilia sacrificò se stessa
per l’amato sposo, Filippo, vivendo suo
malgrado, brama ardentemente di vedere
presto riunita la sua anima a quella
della più dolce delle spose.
Bella vero? E’ una delle storie d’amore più struggenti e commoventi di tutti i tempi una storia che fino ad oggi non ha saputo frenare l’ingordigia di chi utilizza il mondo che lo circonda come fattore di sviluppo del proprio conto in banca, forse per questo su Tuvixeddu fino ad oggi c’è stato un silenzio assordante. Il futuro prossimo ci dirà se i tempi stanno cambiando per davvero.
Negli ultimi giorni non si parla d’altro che di Tony Effe e delle sue canzoni! Io ne ho lette e sentite di tutti i colori, ma c’è una cosa ...