16.7.07

Pesciolino Rosa in vasca

senza-bordo1                      Immagine di Franca Bassi - Formello-


Fà caldo!  devo ancora lavorare ieri mi sono divertita a fare delle immagini bagnate, per regalarvi un po'di fresco.


Franca bassi

Senza titolo 1942

 

Giovedì 19 Luglio 2007 porterò in scena il reading musicale "Il demonio è cane bianco di Sergio Atzeni" presso il Caffè Edera, sito in Via Roma a Belvì (NU).

 


                



Cagliari dove trascorre la sua infanzia e l'adolescenza. Durante gli anni giovanili inizia a dedicarsi a scritti giornalistici, pubblicati su svariati quotidiani sardi. Nel 1986 parte per l'Europa, e in seguito si trasferisce a Torino. Questi si rivelano gli anni dei suoi romanzi più importanti: L'apologo del giudice bandito, Il figlio di Bakunìn, Passavamo sulla terra leggeri e Il quinto passo è l'addio. Egli racconta la Sardegna, la sua isola nativa, che ama e stima con tutti i suoi pregi e difetti, combinando la lingua sarda a quella italiana con maestria e attuando un processo di rivalutazione linguistica. E’ morto nell’isola di Carloforte nel 1995.



 



Gli interpreti:


 


Maura Macis


Nasce a Cagliari nel 1964, ma di origini ogliastrine. Si occupa di teatro dal 1984. Ha collaborato con Angelo Podda e Giorgio Ferrari per la Compagnia del Vicoletto di Cagliari. Si è formata con Cooperativa Teatro di Sardegna, Actores Alidos, Gianni Simeone, Michele Monetta dell’Accademia di Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma, Roberto Mantovani e Origa Mundi, Senio Dattena e il Teatro d’Inverno. Da qualche anno porta avanti una ricerca sulla coniugazione di Parola (poesia e prosa) e Musica, con il chitarrista e autore di musiche e testi Andrea Congia e con il contrabbassista/bassista Massimo Battarino, nel ruolo di interprete in Zoe l’accalappiabambini (2005), Ecate in Flags (2006 – 2007), Il Canto del Dominatore (2007), Campanas - Una lettura di Francesco Masala (2007) e Il demonio è cane bianco di Sergio Atzeni (2007).


 


Andrea Congia


Nasce a Cagliari nel 1977. Laureato in Filosofia e laureando in Etnomusicologia presso il Conservatorio di Cagliari. Chitarrista (chitarra classica, baritono e fretless) e autore nelle formazioni musicali sperimentali Nigro Minstrel e Mascherada negli anni 2000-2006.


Da anni prosegue sulla strada della coniugazione di Parola e Musica in collaborazione con diversi artisti. Diversi i titoli che l’hanno visto protagonista in tal senso: Ecate in Flags (2001 – 2007), Ereignis (2004), Delta Slave – Lo schiavo e il Caso (2004 – 2005), Zoe l’accalappiabambini (2005), Atto Unico (2005), I delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe (2006), Il segugio, la Notte e l’Inferno Terrestre (2007), Il Canto del Dominatore (2007), Campanas - Una lettura di Francesco Masala (2007) e Il demonio è cane bianco di Sergio Atzeni (2007), Passaggio alle Colonne d'Ercole (Salto del Delfino, 2007).


 



Massimo Battarino


Nasce a Cagliari nel 1975. Contrabbassista/bassista dal 1996. Ha collaborato in ambito musico-teatrale per la prima volta con Francesco Origo e la Compagnia Teatrale Caijka di Quartu S.Elena nel 1999. Suona regolarmente con la Big Band di Jazz della Scuola Civica di Musica di Cagliari diretta dal M° Paolo Carrus e con il gruppo etno-rock Tribù Mediterranea guidato da Tiziano Dessì.


Da anni, insieme ad Andrea Congia, è impegnato in progetti musicali sperimentali e musico-teatrali come Nigro Minstrel (2000 – 2005), Ecate in Flags (2001 – 2007), Delta Slave – Lo schiavo e il Caso (2004 – 2005), Atto Unico (2005), Zoe l’accalappiabambini (2005), Il Canto del Dominatore (2007), Campanas - Una lettura di Francesco Masala (2007) e Il demonio è cane bianco di Sergio Atzeni (2007).


 

                          


 

Il demonio è cane bianco 


di Sergio Atzeni
 
Il primo racconto di Sergio Atzeni, pubblicato per la prima volta a Cagliari nel 1984 con il titolo originale Araj dimoniu, antica leggenda sarda. E' una favola in cui si parla di morte, ma anche di rinascita, di profezie, di carestia e di fame. E del bene che sempre si contrappone al male, in un mondo fatto di opposti, nel continuo ciclo del nascere e morire, apparire, brillare e sparire. E qui Luisu, un bambino che decide di andare per il mondo per vedere come vivono gli uomini e che si fa accompagnare dal cavallo Araj.
 
Maura Macis - voce recitante  
Andrea Congia - chitarra classica
Massimo Battarino - basso elettrico a 5 corde  
Giovedì 19 Luglio 2007 ore 21:00
Caffè Edera - Via Roma - Belvì (NU)  
Per le prenotazioni dei posti ci si potrà rivolgere (oltre che a me) direttamente ai responsabili del locale al numero 0784 629825.
 

 

                               





Cell. 328 648 11 05


Tel/Fax 070 23 35 908



Inoltre vi informo del fatto che parteciperò (Venerdì 27 Luglio) al Festival di cultura popolare "Cuncambias" di San Sperate con una nuova formazione musicale, The Lotus Flowers band, un progetto World Music nato recentemente. 

 

Ecco il comunicato concernente il Festival (in allegato troverete il programma):

 

ANTAS TEATRO e LIBERA la FARFALLA ONLUS
vi invitano a San Sperate dal 23 al 29 Luglio 2007, presso il Centro Storico nel rione San Giovanni  dove si terrà il

Festival di Cultura Popolare CUNCAMBIAS 2007.

Il tema di quest'anno? "San Sperate e il suo mare - Storie bugiarde"



UN MARE DI CULTURA, DI EMOZIONI NEL GOLFO DI SAN SPERATE
VI ASPETTIAMO!!!

 

Giulio Landis e Roberto Pillitu
 




 

Le vie infinite dei rifiuti


Alessandro Iacuelli - Le vie infinite dei rifiuti - Editore Lulu 2007.

Tutto ebbe inizio da questo post. Il blogger Alex321, dopo questo sfogo, dopo faticosi e lunghi mesi di indagini, studi, esplorazioni in loco, porta finalmente alla luce un libro d' inchiesta dai toni drammatici.
Prendendo le mosse dall'episodio di Mario Tamburrino, un ignaro conducente di automezzi che nel 1991 rimase gravemente intossicato dal carico di veleni industriali trasportati sul suo camion, l'autore ci conduce come novello Virgilio nell'abisso infernale dell'ecomafia campana e del piano regionale dei rifiuti, due facce della stessa sporca medaglia fatta di affari miliardari per camorristi e politici, di morte lenta di tumore per i cittadini e di devastazione per l'ambiente.
In base ad un accordo ben preciso tra camorra, politica ed imprenditoria, la Campania negli ultimi vent'anni è diventata la discarica nazionale dei rifiuti tossici prodotti dalle industrie del Nord, con lauti guadagni per i clan che gestiscono il trasporto e lo smaltimento illegale dei veleni, per gli imprenditori che abbattono notevolmente i costi rispetto allo smaltimento legale in sicurezza e per i politici che assicurano la copertura a tutta l'operazione. E' un affare da miliardi di euro all'anno, in costante crescita. I rifiuti tossici, sversati dalla camorra senza alcuno scrupolo nelle campagne, nelle cave, nelle discariche di rifiuti ordinari, finanche nelle fondazioni delle case in costruzione, finiscono per contaminare il terreno e le acque, con effetti devastanti sulla salute umana: la Campania settentrionale negli ultimi anni è balzata in testa alle classifiche dell'incidenza di tumori sulla popolazione residente.
Tutto ciò avviene, spiega l'autore, a causa di cartelli criminali potentissimi che controllano il territorio e godono in certe zone dell'omertà della gente, di politici collusi che ne coprono le attività, di controlli da parte delle forze dell'ordine assolutamente insufficienti, di leggi inadeguate a combattere i reati ambientali e, last but not least, della scarsa coscienza ecologica della popolazione, abituata da anni a convivere con i rifiuti nelle strade.
E qui entra in gioco l'altra faccia del problema: il piano regionale di smaltimento rifiuti solidi urbani e il Commissariato Straordinario per l'emergenza rifiuti. L'emergenza campana è infatti la copertura ideale per il traffico e lo smaltimento illegale di rifiuti tossici, ed è strettamente connessa ad un piano rifiuti regionale sbagliato, come spiega l'autore, perchè basato su un ciclo di smaltimento che ha il suo perno in strutture obsolete ed inquinanti, gli inceneritori, alternativi - e non complementari, come invece vorrebbero farci credere - alla raccolta differenziata. Il Commissariato Straordinario dal canto suo, in virtù dei suoi poteri per l'appunto straordinari giustificati dall'emergenza, impone le sue scelte senza consultare le popolazioni interessate, esautorando le competenze degli enti locali, bypassando allegramente le verifiche d'impatto ambientali,  i provvedimenti della magistratura, le gare d'appalto, fino a creare una frattura nella stessa democrazia in Campania. Molti impianti, realizzati con danaro pubblico dal Consorzio FIBE a cui il Commissariato ha appaltato la gestione dell'intero ciclo integrato regionale dei rifiuti, sono infatti risultati fuori norma, obsoleti, di scarso valore tecnico, e la recentissima cronaca giudiziaria sta finalmente facendo luce su questa brutta storia, confermando quanto l'autore afferma nel suo libro.
Quali le soluzioni suggerite dal nostro blogger? Anzitutto, abolire il Commissariato Straordinario e ripristinare la democrazia col coinvolgimento delle popolazioni locali nelle scelte. Nel merito, modificare radicalmente il piano regionale dei rifiuti, puntando su raccolta differenziata, riciclaggio, riuso, minore produzione di rifiuti alla fonte e una diversa cultura ecologica e sociale che ci porti a combattere il consumismo e a respingere la pratica dell'usa e getta. Un piano rifiuti trasparente e ben organizzato servirebbe anche a tagliare le gambe ai criminali traffici di rifiuti tossici. Utopia? Forse. E' il caso però di lavorarci seriamente, e in tempi veloci, perchè intanto la Campania brucia, le strade sono invase da montagne di spazzatura e la gente muore di cancro.
Una curiosità: l'editore del libro, Lulu, è straniero, perchè tutti gli editori italiani contattati dall'autore hanno rifiutato la pubblicazione. Il testo, allo stato attuale, è quindi reperibile solo online.
Da parte nostra, un grande ringraziamento all'autore per aver scritto il libro, per tutto quello che ha fatto e sta facendo sui temi dell'ecomafia e della "monnezza".





La mafia è una montagna di merda.
Peppino Impastato

Senza titolo 1941

Dopo aver  letto  le motivazioni  del Si   ho sconfitto  \ è venuto meno quel dubbio che avevo  dopo aver eltto le motivazioni del No  postate su questo post  dall'utente  solaria  in questo post qui


ecco   secondo  il giornale  liberale  la www.lavoce.info/    e  il comitato pe il Si  ecco le  10 ragioni per  firmare  e votare  SI   da  oggi le risposte degli autori ai commenti sono anche in streaming audio (ascolta 1,2) .



Intervista a Giovanni Guzzetta, Presidente del Comitato promotore dei referendum elettoraliA cura di Tina Giunta e Nicolle Purificati












1 Perché una riforma elettorale tramite il referendum?
L’approvazione della legge elettorale (l. n. 270 del 2005) è stata accompagnata, sin dall’inizio, da numerose critiche, delle quali, tuttavia, nessuno è riuscito a farsi carico. Le proposte di miglioramento da tutti auspicate, non hanno trovato riscontro nei dibattiti parlamentari.
Lo strumento referendario, dunque, sembra l’unico in grado di raggiungere il duplice obiettivo di modificare, in senso migliorativo, la legge ed al contempo riaprire il relativo dibattito, anche in vista di un eventuale intervento legislativo.
Si tenga presente, inoltre, che le uniche modifiche sistematiche delle leggi elettorali e del sistema politico centrale sono state sempre approvate per via referendaria (con i referendum del 1991 e del 1993).

2.Non pensa che sia ormai impossibile raggiungere il quorum?
Credo sinceramente di no. Questo referendum non è un referendum qualunque. Ha ad oggetto, infatti, una legge di sistema, che è alla base del funzionamento della democrazia rappresentativa. In altre parole, se si approvasse questo referendum, la vita parlamentare funzionerebbe meglio e, di conseguenza, sarebbe sempre meno necessario ricorrere ad un’altra tipologia di referendum, quelli che intervengono laddove il Parlamento non è stato in grado di rispondere alle esigenze del Paese. La nostra iniziativa si propone di scardinare un’idea oligarchica e paternalistica della politica, colpendo il cuore dei meccanismi di ricambio della classe dirigente, ed incontra la pressante domanda di modernizzazione rivolta a tale scopo. È, inoltre, coerente con un’idea dell’Italia come il paese delle opportunità e non delle rendite, della competizione e non della cooptazione. Per questi motivi non vi è ragione di ritenere che l’elettorato non coglierà l’occasione per essere partecipe di tale auspicato processo di modernizzazione.
3.Qual è l’oggetto dei quesiti?
Il primo quesito riguarda l’abrogazione delle coalizioni.
Secondo l’attuale legge elettorale di Camera e Senato (così come introdotta con l. legge n. 270 del 2005) a beneficiarie del premio di maggioranza possono essere alternativamente “liste” o “coalizioni di liste”. Il I quesito si propone di abrogare la disciplina che permette il collegamento tra liste. In caso di esito positivo la conseguenza sarebbe che il premio di maggioranza verrebbe attribuito solo alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi. E, di conseguenza, verrebbero innalzate le soglie di sbarramento, che sarebbero ad essere del 4% per l’accesso alla Camera e dell’8% per essere rappresentati in Senato.
Un secondo quesito è relativo al divieto di candidature plurime in più di una circoscrizione per uno stresso candidato.
Esso mira a colpire l’ulteriore aspetto di scandalo rappresentato dalle candidature multiple e dalla cooptazione oligarchica della classe politica. L’eletto in più circoscrizioni, cd. “plurieletto”, è infatti signore del destino di tutti gli altri candidati, la cui elezione dipende, appunto, dal fatto che egli, scegliendo uno dei seggi che ha conquistato, lascia liberi gli altri. Il fenomeno descritto è oggi di dimensioni tali che non sembra inopportuno parlare di una vera e propria patologia del sistema. Basti pensare che ben 1/3 dei parlamentari attualmente in carica sonop stati “eletti” per grazia ricevuta. Tutto ciò induce inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei cooptandi, atteggiamenti che danneggiano fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare. Per questa ragione è auspicabile l’eliminazione – sempre mediante referendum - della facoltà di candidature multiple sia alla Camera che al Senato.

4.Quali sono i motivi ispiratori della proposta referendaria?
Unità e trasparenza.
Quanto al primo obiettivo, il sistema elettorale risultante dal referendum spingerebbe gli attuali soggetti politici a perseguire, sin dalla fase preelettorale, la costruzione di un unico raggruppamento, rendendo impraticabili soluzioni equivoche ed incentivando una significativa ristrutturazione del sistema partitico. Si aprirebbe, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica, con conseguente eliminazione della frammentazione dentro le coalizioni.
La proposta referendaria va incontro, inoltre, ad un’esigenza di trasparenza, la quale è realizzabile tramite l’eliminazione della facoltà di candidature plurime sia alla Camera che al Senato.

5.Che cosa succederebbe al sistema politico italiano se venisse approvato il referendum?
L’approvazione del referendum produrrebbe un radicale rinnovamento dell’attuale sistema elettorale – e, attraverso quello, del sistema politico – in grado di assicurare all’intero contesto politico più trasparenza, agli schieramenti più unità, ai cittadini più opportunità di spendersi per far valere le proprie capacità e meriti. L’eliminazione del frazionismo e dello sbriciolamento della rappresentanza, garantirebbero una ristrutturazione profonda del sistema dei partiti. I quali sono sempre più avvitati su se stessi e stentano ad operare qualsiasi ricambio.
Selezionano le proprie classi dirigenti in base a criteri poco trasparenti che spesso non hanno nulla a che vedere con il merito, le capacità o la passione disinteressata.
I partiti, inoltre non riescono a realizzare l’unità negli schieramenti, con una strisciante, continua guerra di posizione ed uno scontro di paralizzanti veti incrociati, all’interno delle coalizioni.
I partiti sono divisi e l’attuale legge elettorale ha ancor più esasperato le tendenze alla divisione e alla frammentazione.
Tutto ciò è un freno per il cambiamento e impedisce di realizzare politiche ambiziose che migliorino effettivamente la nostra qualità di vita di cittadini comuni.
L’auspicio è quello di partiti aperti, sensibili ai flussi di novità che provengono dalla società e più capaci di resistere alle pressioni degli interessi consolidati.
Partiti responsabili, capaci di realizzare obiettivi, di innovare, di inventare il cambiamento.
Partiti dinamici, che non cedano alla tentazione di ripiegarsi su se stessi, di diventare oligarchie autoconcluse sorde al futuro.
Per ciò crediamo che ci sia un modo migliore di scegliere i parlamentari, evitando cosi’ che centinaia di essi siano nominati per grazia ricevuta da chi già è stato eletto.
Per ciò crediamo che gli attuali partiti debbano rimettersi in gioco e reinvestire le proprie tradizioni in qualcosa di più grande e di più coeso: soggetti unitari che si candidino a guidare il Paese, impiegando il proprio tempo nella realizzazione degli obiettivi promessi.

6 Qualcuno obietta che il referendum sarebbe inutile perché i partiti si alleerebbero in un grande listone per poi dividersi dopo le elezioni.
L’obiezione muove dall’assunto che i sistemi elettorali siano del tutto ininfluenti sui comportamenti dei partiti e degli elettori. I partiti italiani, in particolare, troverebbero il modo di “aggirare l’ostacolo” unendosi fittiziamente per poi ridividersi dopo. Come dire: fatta la legge trovato l’inganno.
Tuttavia, gli studiosi sono concordi nel ritenere che i sistemi elettorali non siano assolutamente irrilevanti sul modo in cui si strutturano il sistema dei partiti ed i comportamenti elettorali. Si può discutere sul tasso di incidenza delle regole, ma nessuno ha mai messo in dubbio la connessione tra regole e politica.
Penso che ormai il modello delle democrazie avanzate in cui due principali soggetti si contendono la guida politica del paese - fermo restando uno spazio per partiti minori non coalizzabili - sia ormai interiorizzato anche in Italia
Trovare sulla scheda 15 simboli di partito per una sola coalizione (della quale manca, peraltro simbolo, nome, e leader) è cosa ben diversa che trovare un simbolo unico, un nome solo, l’indicazione di un solo candidato a Primo Ministro. Certo, i partiti potranno sempre “sganciarsi” dopo. Soprattutto fin quando non introdurremo in Italia regole come quelle tedesche che interpretano il principio del libero mandato parlamentare in modo meno trasformistico. Ma quali saranno i costi politici di rompere un’aggregazione suggellata da elettori che hanno votato il “tutto” e non le singole parti? Non solo, ma l’assenza dei simboli dei singoli partiti impedirebbe loro di potere censire il proprio consenso. Il che non è di poco conto, perché li priva del potere di ricatto per così dire “certificato”.
Il referendum, in definitiva, massimizza i costi politici delle divisioni e riduce la litigiosità,
Gli elettori, infine, hanno già dimostrato in diverse occasioni che vogliono unità, sintesi, visione univoca. E che sono disposti a premiare - la lista dell’Ulivo docet - chi riesce a trasmettere questi valori.

7. Il referendum non è contro i piccoli partiti e contro il pluralismo?
Questo referendum non è contro nessuno. E, soprattutto, non è contro il pluralismo. Semmai è per un’Italia moderna e dinamica. L’obiettivo di indurre diversi soggetti politici a fondersi in grandi partiti non impedisce alle istanze minoritarie di avere un loro ruolo all’interno degli stessi. In tutte le grandi democrazie, anche laddove a contendersi la possibilità di governare sono soltanto due o tre partiti, sono presenti anime e correnti diverse all’interno di essi. Il fatto poi che si scoraggi il multipartitismo estremo non è da biasimare. È sin dall’epoca dell’Assemblea costituente, infatti, che si deprecano l’instabilità e la frammentazione dei governi di coalizione.
Il sistema elettorale che risulterebbe dall’approvazione dei quesiti referendari è una sfida per tutti i partiti, grandi e piccoli. Questi ultimi, in particolare, si troverebbero a dover scegliere se difendere le proprie istanze all’interno di partiti più ampi, arricchendo, in un processo di sintesi, l’identità degli stessi, ovvero concorrere autonomamente nelle elezioni, cosa che rimarrebbe comunque possibile, previo superamento delle soglie di sbarramento (del 4%e dell’8%). Sarebbe, in altre parole, comunque garantito a chi decidesse di competere al di fuori dei partiti unitari la possibilità di un ampio “diritto di tribuna”.

8.Non si tratta di un’iniziativa astratta d’ingegneria costituzionale?
Lo strumento referendario, per sua natura, non può introdurre nuove leggi, ma soltanto abrogare singole norme di leggi già esistenti. E se si riesce a far ciò in modo tale che la c.d. normativa di risulta sia migliore della precedente, può forse parlarsi di “ingegneria costituzionale”, ma la definizione non sarebbe affatto offensiva.
Basti, in tal senso citare, l’incipit di un saggio di Sartori (Ingegneria costituzionale comparata): “Bentam disse una volta che i grandi ‘motori’ (engines) della realtà sono la punizione e il premio. E sicuramente ‘ingegneria’ (engineering) deriva da engine. Mettendo assieme metafora e etimologia, sono arrivato a ‘ingegneria costituzionale’ per rendere l’idea, primo che le costituzioni sono qualcosa di simile a macchine o meccanismi che devono ‘funzionare’ e che devono dare comunque risultati; e, secondo, che è improbabile che le costituzioni funzionino a dovere (come dovrebbero), a meno che non impieghino i ‘motori’ di Bentham, e cioè punizioni e premi.”
Se con l’espressione “ingegneria costituzionale”, cioè, si allude alla circostanza che, mediante, la c.d. “tecnica del ritaglio” si interviene sulla legge elettorale ricavando, legittimamente, un sistema migliore di quello vigente, non mi dispiace affatto essere considerato un ingegnere costituzionale.

9. È  giusto esautorare il Parlamento in una questione così delicata?
Il Parlamento non viene affatto esautorato. Il referendum è strumento nella disponibilità del corpo elettorale per esercitare un’azione abrogativa sulle leggi, ma ciò non toglie che l’organo legislativo resti pur sempre e pienamente titolare del potere di disciplinare le materie che ne formano oggetto, nel caso di specie il sistema elettorale. Piuttosto, tale strumento di democrazia diretta si dimostra idoneo a stimolare il dibattito politico sull’argomento, con la possibile conseguenza, addirittura, di propiziare un eventuale intervento legislativo, e non già di tagliare fuori il Parlamento.
Certo, se il Parlamento non sarà in grado di fare una buona riforma e rimarrà paralizzato da veti incrociati, dovremo dire grazie al cielo che c’è lo strumento del referendum.
Aggiungo che questo referendum ha la pretesa di intercettare una spinta al cambiamento al già esistente nella società. Il processo di aggregazione nel Partito democratico e la e la prospettiva della nascita del Partito dei moderati sono il segno che l’attesa di unità è molto forte nella società. Il referendum è uno strumento per dar voce a questo desiderio.

10. Quindi il referendum non riguarda solo la legge elettorale?
No, il referendum esprime un’idea della politica e della società, come società aperta e fondata sulla competizione, sulle qualità, sulla valorizzazione dei meriti e delle opportunità. Una società in cui ogni cittadino si possa sentire artefice del proprio destino.



da  oggi le risposte degli autori ai commenti sono anche in streaming audio (ascolta 1,2) .

Sulle nuvole

img051                                   Immagine di Franca Bassi  Corno Grande.


Con questa mia immagine e queste mie parole vi regalo un po' di fresco.


                          Gran Sasso


La mia montagna bianca, ti ho regalato, ruba con i tuoi  occhi, la sua bellezza, la sua grandezza, prendila è tua. La mia montagna bianca ti ho regalato, portala via con te.


Franca Bassi

Senza titolo 1940

Somma della perfezione


Oblio del creato,
Memoria del Creatore,
Attenzione all'interiore
e starsene amando l'Amato.


Juan de la Cruz (1542-1591)

15.7.07

Il discorso di Marchionne a Torino per la nuova 500

Cari Amici, dipendenti rispettabili e sottomessi, caro popolazzo informe, innanzitutto grazie! Questo pesante sforzo ormai prolungato negli anni sta dando i suoi frutti. Ovviamente gli sforzi sono vostri e i frutti sono nostri, ma questo è un altro discorso... Oggi prende il via la vendita della ultima trovata per rimettere in piedi un carrozzone che in passato tanto ci è servito e oggi stava per tirare le cuoia. L'abbiamo fatto per mezzo della vostra cassa integrazione e strozzando per anni l'indotto di questa città di merda e... c'è di più: convincendovi di lavorare anche per Torino. Lavorano in Polonia, ovviamente, dove non capiscono la nostra lingua, c'è un governo lecchino degli States e poi, dopo tutto, l'hanno voluta loro l'economia di mercato e si sa... non è che si possa entrare dalla porta principale in questo mercato... quanche anno in più di terzomondismo non gli farà male... ma torniamo a noi... Finalmente gli operai sono tornati operai e i dirigenti dirigenti. Abbiamo seguito alla lettera quella frase attirbuita all'avvocato Agnelli...


Il relatore scatta sull'attenti, sul mega-schermo appare la fotona del Dinasta Giovanni e Marchionne si commuove per un attimo. Dalla platea un singhiozzo all'unisono. (crolla una parte maginale degli spalti, costruita in sub-sub-sub-appalto da una ditta mafiosa di edilizia e calcestruzzo che sfruttava Rumeni clandestini perennemente al loro primo giorno di lavoro).


 


Fine della commozione.


Dicevo... la frase di Agnelli più o meno suonava così : "la sinistra riesce a far fare ai lavoratori le cose che la destra se le sogna e pure indolore..." Quindi grazie anche alla nuova sinistra di governo... perchè vi ha fatto digerire una legge come la 30 "Biagi" che tanto ha fatto per noi tutti industriali... Ma torniamo a noi. Come si spiega nel comunicato che ormai passa da qualche giorno su tutte le reti nazionali e private, la FIAT è l'Italia e l'Italia è la FIAT, e guai a disobbedire. Ma lo sapete ... (il dirigente si toglie il maglioncino di cachemere che getta fra il pubblico in segno di magnificenza e munificenza - urla e stridii di denti fra i sottoposti che si contendono la reliquia)...


Ma lo sapete che voi, in confronto alla grande mamma FIAT, non siete un cazzo? Lo sapete che circa il 70% di quello che spendete ritorna alla FIAT? dallo Yoghurt alla squadretta di casa, dal giornale che vi dà le notizie al regionale che ve le semplfica, dalla metro che vi fa sentire internazionali alle olimpiadi di Bardonecchia (che è nostra ma la condividiamo con la mafia... :-) ehm.... ma tanto voi siete stati abituati a non scandalizzarvi di nulla e beccatevi anche la mafia!!!! Effettivamente ci siamo presi un po' di cose, grazie per esserci cascati. Chiampa, lo avrete capito, in realtà non esiste, è un manichino fatto a Mirafiori e dice sempre di sì...


Spazio promozionale per la nuova 500... (5' min.)


Poi sullo schermo rimangono le immagini della Christillin, di Castellani, del Chiampa e della Kostner



tributo alle Olimpiadi ... (e alla Lancia Y)


... continua ...

Segnaletica Stradale

img053                             Immagine Franca Bassi - Bagnoregio 1955 -


Il segnale stradale "Doppia curva pericolosa", non c'è più. le Curve sono cambiate, il sorriso, la gioia di virere, c'è ancora tutto.


Franca Bassi

Impollinazione,Opuntia Ficus-Indica

P5210371                     Immagine gentilmente donata dall'agronomo Pasquale Venerito - Ceglie Messapica


La pianta del Fico d'India resistente alle intemperie, notevoli capacità di adattamento anche in siccità. La troviamo spesso nei punti di bordura tra le pietre nelle coste tirreniche, ricca di frutti succulenti.


Grazie a Pass Folletto delle terra e dei fiori, oggi mi ha regalato delle bellissime immagini. In questa vediamo un'insetto che si è tuffato al centro del bellissimo fiore, diciamo che sta facendo un bella scorpacciata  spargendo il polline nell'aria.


Franca Bassi 

14.7.07

Senza titolo 1939

Paranà - San Paolo 0 - 1 (rete del portiere Rogerio Ceni su calcio di rigore)..praticamente Rogerio Ceni ha giocato "LA PARTITA PERFETTA" (the perfect game)..infatti non ha subito goal ed ha segnato..in pratica ha vinto da solo..questa,come altre partite in cui il portiere non subisce nessuna rete e segna il goal decisivo,nel calcio può essere considerata "LA PARTITA PERFETTA-THE PERFECT GAME"..come accade in altri sport..non è vero?Bisogna indagare su altre partite terminate con lo stesso risultato..Voglio che la mia venga considerata 1 statistica,anche se non ufficiale!Lo so che 1 solo giocatore non può vincere senza compagni,ma 1 portiere che non subisce goal anche se sventa miracolosamente tiri a raffica (vedi Ducadam nella finale di Chamoins League in cui la sua Steaua Bucarest non ha subito gol contro il grande Barcellona per 120' e ai rigori li ha parati tutti e 4...1 altro esempio è il mitico Yashin,portiere imbattibile...ma questi sono esempi senza in cui avvenga 1 goal del portiere) e che segna 1 o + goal per la sua squadra (Rogerio Ceni ha segnato anche + di 1 goal nella stessa partita...sono innumerevoli gli esempi in questo senso riguardanti Rogerio Ceni e non starò qui ad elencarveli,potete tranquillamente ricercarli nel web x maggiori informazioni!) ha effettivamente vinto la partita da solo,e merita questo raro riconoscimento! Come esiste nel calcio la statistica non ufficiale secondo la quale,chi batte il Campione del mOndo in carica diventa il nuovo campione,pùò benissimo esistere questa!Infatti se le Far Oer avessero battuto l'Italia sarebbero gli attuali Campioni del Mondo (la squadra + forte del globo!).Quindi può benissimo esistere , anche se poco + che goliardicamente, questa mia statistica! Per favore,scrivete cosa ne pensate ed appoggiate questa mia campagna!!!!!


BRIAN MERCURY

Senza titolo 1938

NASCE A TORINO IL COMITATO PER IL NO.

NO ALLA NUOVA LEGGE "ACERBO".
NO A LISTE BLOCCATE DI CANDIDATI SCELTI DALLE SEGRETERIE DEI PARTITI.


Ieri si è costituito a Torino il Comitato per il NO al referendum elettorale
c.d. Guzzetta.
Lo hanno promosso Antonio Caputo, Diego Novelli, Claudia Peirone, Vladimir
Mastrogiacomo, Narciso Dirindin, componenti del Consiglio  Direttivo del
  Comitato Piemontese e Valdostano per la difesa della Costituzione.

LE RAGIONI DEL NO:

1) Una legge elettorale condivisa, quale regola del gioco, deve essere
coerente  con l'attuale e condiviso assetto costituzionale, confermato dalla
stragrande maggioranza dei cittadini  italiani con il voto popolare del  25
e 26 giugno 2006.
Il referendum  manipolativo della vigente legge elettorale,  la "porcata"
secondo la definizione di uno dei suoi coautori, non lo è.
Mussolini volle la legge Acerbo, approvata dalla Camera dei Deputati il 21
luglio 1923,.
Tale legge prevedeva l'adozione del sistema maggioritario all'interno di un
collegio unico nazionale.
Alla lista che avrebbe ottenuto più voti sarebbero toccati i due terzi dei
seggi (356), mentre i restanti (179) su base proporzionale andavano alle
liste rimaste in minoranza. Era inoltre previsto, qualora la lista di
maggioranza fosse una federazione di partiti, un ingente premio di
maggioranza al movimento con più voti tra quelli che componevano la lista
più grande.
Alle elezioni del 6 aprile 1924, inizio del regime,  il Listone Mussolini
prese il 64,9% dei voti ed elesse 375 deputati, mentre le opposizioni di
centro sinistra ottennero solo 161 seggi, nonostante che al Nord fossero in
maggioranza con 1.317.117 voti contro 1.194.829 del Listone.
E' chiaro che l'attuale legge elettorale  è negativa al cento per cento, ma
è altrettanto evidente che anche il sistema scaturente  dal referendum non
sarebbe altro che una "superporcata", ancora peggiore dell'attuale "porcata"

Una sola lista,  anche con il 25% dei voti, purchè prima,   otterrebbe il
55% dei seggi
( cosi'  sarebbe avvenuto nel 2006 per Forza Italia).
E' un meccanismo che coltiva l'illiusione infantile e antidemocratica che il
sistema dei partiti possa essere radicalmente riformato, passando da 27 a 2
partiti, esclusivamente per forzatura elettorale, annullando qualunque
dinamica politica e negando il principio di rappresentanza.
 Negando anzi addirittura il Parlamento,  in quanto gli elettori
eleggerebbero  il Governo,  plebiscitandolo.
Un meccanismo che ricalca la legge Acerbo.
Solo che nel 1924 il Listone  fascista con il 64,9% dei voti conquistò il
69,9% dei seggi della Camera.
Oggi basterebbe il 25% -30% dei voti per avere il 55% dei seggi.

2) Con l'atuale porcata , i parlamentari non sono scelti dai partiti, ma
nominati dai pochi oligarchi delle segreterie , che formano le liste dei
candidati secondo un ordine prefissato.
Il referendum rafforzerebbe  l'odiosa norma,in quanto nei più lunghi elenchi
di candidati dei listoni che ne scaturirebbero l'ordine prefissato dai
partiti sarebbe ancora più decisivo per l'elezione della singola persona.

3) Le esigenze di governabilità non possono condurre a compromettere la
funzione democratico- costituzionale del referendum.
Nè compromettere la delicata e sempre attuale architettura della nostra cara
Carta Costituzionale, in cui pesi e contrappesi dei Poteri trovano continuo
bilanciamento, sempre nel rispetto della forma parlamentare

4) Riteniamo politicamente immorale, segno di deplorevole trasformismo che
gli stessi parlamentari - come l'on.Fini - che votarono la "porcata" nel
2006  facciano ora parte,  con altri,  del Comitato promotore del referendum
che intenderebbe abrogare quella  porcata da loro votata.
Cosi' come riteniamo  inaccettabile, segno di deplorevole machiavellismo,
che si utilizzi lo spauracchio del referndum per non cambiare in senso
democratico la porcata ( quale che sia la scelta di sistema elettorale,
maggioritario piuttosto che proporzionale e con soglia di  sbarramento).
 

^^^^^^^    ^^^^^^^     ^^^^^^^
RIFORMARE  LA LEGGE ELETTORALE
Si può, si deve.


Ma non cosi', non a scapito della democrazia e dei cittadini, titolari della
sovranità.
Noi diciamo NO e invitiamo i cittadini a NON  firmare per il referendum e
comunque a votare NO.
               

Rugantino, condannato per truffa!



 

Sfogliando una vecchia rivista, questa immagine mi sembra attuale. Servirebbe per tutti quei personaggi, poco seri, loschi che girano per la nostra bella Italia indisturbati.
Senza fare nomi tanto li conoscete, li metterei tutti alla "Berlina" ar centro de Roma, Rugantino se farebbe dua risate.



Franca Bassi 

Si chiamano Hadzabe e vivono in Tanzania da almeno 50 mila anni

Si chiamano Hadzabe (plurale di 'Hadza'),
vivono in Tanzania, nella valle Yaida, da almeno 50 mila anni
e sono gli ultimi veri cacciatori e raccoglitori primitivi:
conducono la stessa esistenza che l'umanità ha vissuto in epoca preistorica,
prima di scoprire l'agricoltura, la scrittura, le forme di organizzazione politica.

Abitano il territorio circostante il lago Eyasi dalle parti di Arusha, nelle provincie di Shinyanga e Singida,
sono prevalentemente dei cacciatori e raccoglitori di prodotti agricoli la cui sussistenza dipende sostanzialmente dalla fauna selvatica e dai prodotti agroforestali.
Oggi sono rimasti in 1.500 -2000 individui.


La creazione di un area nuova per safari in Tanzania
potrebbe mettere a rischio la loro esistenza!



A minacciare la tribù, è una società araba, la UAE Safaris Ltd, (dietro la quale pare ci siano membri delle famiglie reali degli Emirati Arabi Uniti) che sta trattando col Governo della Tanzania per ottenere una ulteriore concessione di 3.975 kmq, per la caccia safari di animali esotici, proprio, nel distretto di Mbulu, dove gli Hadzabe vivono da millenni. Continua...

Per amore «dimentica» lo stupro: condannata

dalla  nuova sardegna del  14\7\2007 leggo questa  notizia  curiosa  che mi ha fatto capire  chje al cuore nonsi comanda  .


Giovane cagliaritana diventa vittima della sindrome di Stoccolma e si becca dieci mesiUn’infermiera si fidanza con il suo aguzzino nigeriano, poi ritratta tutto e gli evita il carcere
I due si erano conosciuti tre anni fa a Monte Urpinu ed era scattata la denuncia per abusi sessuali


CAGLIARI.
Da vittima di violenza sessuale a salvatrice del suo “aguzzino”. Sarà stata una folgorazione da sindrome di Stoccolma a spingere un’infermiera cagliaritana a sacrificarsi per risparmiare il carcere a quello che poi è diventato il suo fidanzato. Sacrificio che le è costato una macchia sulla fedina penale: un patteggiamento per calunnia. La strana e intricata storia di una ventiduenne di Cagliari e di un trentenne di origini nigeriane parte dal reato di abusi sessuali. Così è iniziata la loro relazione che, oltre alle barriere culturali, ha aggirato pure i meccanismi della Giustizia.

Nell’aprile di tre anni fa, a soli diciannove anni, l’infermiera conosce per strada un ambulante di Benin City (l’anonimato è d’obbligo), che la seduce e la invita per una passeggiata notturna lungo i viali di Monte Urpinu.
Distratta dal panorama della città, non si accorge che lo sconosciuto brucia le tappe:allunga le mani, le insinua negli abiti e si spinge oltre la sua volontà. E’ troppo tardi per tentare di capire se si sia trattato di un rapporto incosciente oppure violento, ma decide ugualmente di denunciarlo. Così facendo, però, innesta la marcia di una macchina che sarà lei stessa a bloccare, auto-accusandosi.
Ma procediamo con ordine. Dopo qualche mese i due tornano ad incontrarsi in strada, per caso. Si frequentano e si piacciono, incuranti del primo burrascoso approccio. Che non impedisce loro di avviare una relazione sentimentale, oggi solida più che mai. A spezzare l’apparente tranquillità, un giorno arriva una comunicazione della Procura della Repubblica: è una proroga di indagine indirizzata al trentenne, a firma del pubblico ministero Alessandro Pili.
 E’ la prova che quella denuncia fatta un paio d’anni prima, nell’impeto della rabbia per il rapporto sessuale fugace a Monte Urpinu, non è caduta nel vuoto. Da quel momento, cominciano gli interrogatori e le indagini vere e proprie.
 Agli inquirenti l’immigrato prova a spiegare che la disavventura nel parco è ormai storia vecchia, nonché prologo burrascoso di un fidanzamento in piena regola. L’infermiera vuole ritirare la querela, ignara del fatto che, per accertare abusi su donne e bambini, la Giustizia procede da sola, anche senza la denuncia della vittima. Si arrovella per uscire da questa trappola dai risvolti molto pesanti: il suo ex “carnefice”, attuale compagno, rischia una condanna da cinque a dieci anni di galera.
Disperati, bussano alla porta dell’avvocato Michele Satta, molto conosciuto nella comunità nigeriana per essersi occupato dei problemi dell’immigrazione. Con il legale, l’infermiera si presenta in Procura, dal pm Pili per rivelare che si è inventata tutto. Che la denuncia era una sorta di vendetta per la freddezza con la quale lui l’ha trattata dopo l’incontro fugace.
Al magistrato non resta che iscriverla nel registro degli indagati per calunnia - reato che può costare fino a nove anni di galera - perché ha accusato una persona che sapeva essere innocente. Lungi dall’essere una sciagura, quell’incriminazione ha rappresentato la via d’uscita. Perché contemporaneamente, il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione del fascicolo a carico del fidanzato. E ieri mattina, il giudice per l’udienza preliminare, Alessandro Castello, ha accettato di concederle il patteggiamento a dieci mesi e dieci giorni, pena sospesa. Con molta probabilità l’infermiera avrebbe accettato persino di scontarli in carcere, pur di tenersi il fidanzato.




Senza titolo 1937

ho seppellito
il tuo San valentino
addosso un pozzo
ormai i vampiri saggeranno
il tuo cuore
commosso mentre una
rondine farà
il nido sul
nostro amore
catene d'intemperie
feriranno il
nostro cuore
dove il sole batte
solo per pochi
spiccioli

adesso che sputo sull'orizzonte
abbandono i pochi
capricci
in fondo alla
perdizione
perchè il sapore del tuo
nome sfama
troppe labbra
ed infinite persone
e quando i traditori
verranno a saziarsi
di noi per nuove
informazioni
sarò onesto solo
per il gusto di rimanere
lo stesso all'inverosimile
perverso e
tu ormai fantasma
ancorato ai miraggi
deformerai i miei
passi con sorrisi
di more e gelsi
che non hai saputo
offrirmi maledetti
demoni son tutti
tinti ma io non mi
fermo fumo cento
sigarette e poi
sputo così da poter
annegare oltre
le ombre nudo
d'innumerevoli voglie
e poi nei vagiti d'altri
semi regalarti fili
di perle solo per
impiccarti come
volevi

ricordati oltre le
spine c'è sempre un fiore
ed io non te l'ho voluto
offrire

Senza titolo 1936



.... ricorda


che c'è sempre qualcuno


pronto a raccogliere


 il seme sparso


dalla tua mano.



Sia fatta la sua volontà

Splinder (13/07/2007)
Sia fatta la sua volontà www.resistenzalaica.it  Satira resistente Il papa passeggia insieme a padre Doubt tra le montagne del Cadore, discutendo sul tema della volontà di dio. Mi perdoni, signor papa, ma un dio che ci ignora non può pretendere che facciamo la sua volontà. Chi si rifiuta di fare la sua volontà si ritrova
Leggi ancora...

13.7.07

Sunset Boulevard

Ti ho incontrata
sottobraccio con Oliver Hardy
poche sere or sono
per Sunset Boulevard
(ho notato il foulard
verde smeraldo
che ti copriva il capo)
e sorridendo ho accennato un saluto,
forse non visto,
rimasto senza risposta.
“Ma non era Lei?” mi ripeteva
James Cagney, masticando tabacco.
“No, non può essere Lei”,
ma avevo in bocca il dolore
.



Enrico Cerquiglini


accolgo l'appello di ricca



queste sono bestie non gli animali

 dal bellissimo blog   di antonelladpblog.splinder.com/



cani2--180x140Importare cuccioli di razza dai Paesi dell’est Europa per rivenderli illegalmente in tutta Italia: è questo il nuovo business delle organizzazioni criminali: «Prima pensavamo che il commercio illegale di cani celasse quello di droga e armi», racconta il maresciallo Marco Mandrelli del Nucleo di Polizia Tributaria di Bologna, in realtà ci siamo subito accorti che era il cane la fonte di reddito». E i conti sono presto fatti. Maggior margine di guadagno e minori rischi rispetto ad altre importazioni illegali. Questa terribile speculazione ha visto coinvolti, in cinque anni, oltre 70.000 cuccioli per un giro di affari complessivo di diversi milioni di euro. I cani, acquistati in Paesi come Romania, Ungheria e Repubblica Ceca a una media di 60 euro l’uno venivano svezzati precocemente, maltrattati e rivenduti nel nostro Paese a un prezzo che variava dai 500 ai 1500 euro. Molto spesso le loro condizioni erano così gravi da farli morire, dopo l’effetto delle droghe somministrategli per tenerli vispi e in vita, a pochi giorni dall’acquisto: giusto il tempo per far incassare ai propri aguzzini il guadagno.Uno scenario terribile che ha visto la partecipazione di diversi soggetti incensurati, da allevatori a medici veterinari, appartenenti a una rete organizzativa che era ormai ben ramificata su tutto il territorio italiano.  ulteriori news  sul Corriere e il  video dell'operazione della Finanza




la censura dis tato colpisce pietro ricca

ancora una  volta  la  repressione  colpisce  ancora   dopo  il caso  ecn.org  \ isole della rete  - cardonna  poi  vinto dal  primo ( qui e qui maggiori dettagli ) e  semnpre  di ecn l'opuscolo\Controinchiesta sul  criminale rogo di primavalle in cui la colpa fu attribuita a una faida interna tra esponenti di destra .Un depistaggio  insomma   ma non per  questo da censurare )  della pista  fascista sul rogo di primavalle . Dire la verità è rivoluzionario  come  testimonia  anche questo video  di  pietro  ricca in cui  <<  (... )  L’altro giorno l’abbiamo incrociato alla libreria Feltrinelli di Milano, dov’era atteso per la presentazione dell’ultimo capolavoro letterario di Pierfrancesco Majorino. il giovin segretario (uscente) dei diesse di Milano, ex bambino kinder che non ha vocazione né per la politica né per la letteratura. Dopo avermi ricoperto di insulti, il pregiudicato per truffa allo Stato ha chiamato la polizia. Che è arrivata in forze. E voleva a tutti i costi identificarmi, per la millesima volta. Ho resistito. S’è radunata un po’ di gente. E ho tenuto un lungo comiziaccio nell’afa di piazza Duomo.(... continua qui sul suo blog )







Io  propongo    che se nel caso lo censurassero ancora  flo invito a scrivere qui da noi    voi cosa ne pensate  ?  siete d'accordo  ?


"Emilio Fede mi ha querelato e la finanza ha cambiato le chiavi di accesso al mio blog, impedendomi di pubblicare nuovi articoli. Il blog mi è stato chiuso su richiesta del pubblico ministero romano Giuseppe Saieva, con atto del gip Cecilia Demma. Il “sequestro preventivo” mi è stato notificato alle 14,00 di oggi 10 luglio da due agenti del “nucleo speciale contro le frodi telematiche” della guardia di finanza, venuti appositamente dalla capitale. Il sequestro proviene da una querela per diffamazione presentata da Emilio Fede nei miei confronti per la contestazione al circolo della stampa di Milano del 16 aprile 2007. In esecuzione del medesimo provvedimento è stato cancellato dal blog un mio articolo relativo alla vicenda Fede e i commenti a margine dei lettori. Per motivi tecnici non è stato possibile, come pure era stato richiesto dall’autorità giudiziaria, togliere il video da youtube. Non si è arrivati all’oscuramento totale del blog, che pure era stato prospettato nel decreto di sequestro preventivo, solo perché gli agenti della finanza hanno adottato la soluzione di modificare la mia password di amministratore di www.pieroricca.org, previa missione mattutina a Sarzana (La Spezia), sede legale della società di gestione del blog. Naturalmente farò immediata richiesta di dissequestro. E mi riservo di querelare a mia volta il signor Fede. Ricordo infatti che la contestazione ebbe come antefatto una mia domanda (sul caso Europa 7 e le frequenze abusivamente occupate da Rete 4), alla quale il direttore del tg4 rispose dandomi dell’ “imbecille”. Per non parlare dello sputo che mi indirizzò nell’androne del circolo della stampa, come testimonia il video reperibile. Con il querelante ci confronteremo dunque in tribunale, magari davanti a qualcuno dei magistrati diffamati e spiati negli anni del governo del suo adorato datore di lavoro. Sarò lieto di farmi processare un’altra volta per aver espresso opinioni condivise dalle persone che stimo. Nel frattempo non smetterò di interpellare e criticare i personaggi pubblici che non stimo, esercitando il mio diritto-dovere di dissenso. Nessuno riuscirà a sequestrare la libertà di espressione, mia e degli amici del gruppo Qui Milano Libera e del blog: questo è certo. Ringrazio fin d’ora chi vorrà far circolare questa notizia".

Piero Ricca



12.7.07

La chiesa cattolica in mezzo al guado

Splinder (12/07/2007) La chiesa cattolica in mezzo al guado www.resistenzalaica.it  Chiesa e dissenso Gli editti del papa  che cammina con la testa rivolta all'indietro appaiono sempre più incomprensibili alle comunità di base.  In una società in cui i cattolici fanno fatica a riconoscersi nei tabù che le gerarchie ecclesiastiche continuano a sfornare a tutto spiano Leggi ancora...

Piccolo excursus su potere, comando ed egemonia

In una società capitalistica complessa si integrano relazioni di potere palesi e forme quotidiane di esercizio di micropoteri, presenti dappertutto e a tutti i livelli della società.

Esse dipendono l'una dall'altra e si stabilizzano reciprocamente.
Il potere non funziona solo attraverso la coercizione, ma anche attraverso offerte di identificazione: in una cultura del dominio in cui i conflitti sociali vengono regolati soprattutto attraverso gerarchizzazioni, e di conseguenza appaiono risolvibili solo in questo modo, (quasi) tutti gli individui collaborano al mantenimento dei rapporti, cercando di costruire la propria posizione in contrapposizione a quanti si trovano in una condizione peggiore della loro.
Non solo i conflitti tra classi, ma anche le gerarchie etniche e la disparità uomo-donna funzionano (sebbene in modo diverso) secondo i principi della sottomissione e dell'autocollocazione nell'ambito sociale prestabilito.
Un esempio è l'autoetnicizzazione come conseguenza delle definizioni sociali. E' vero che essa può avere un potenziale rivoluzionario, perché proprio gli stessi gruppi che vengono definiti dall'esterno in base a stereotipi e pregiudizi, rivendicano poi una propria identità e autodeterminazione...
Ma allo stesso tempo l'etnicizzazione può agire come stabilizzatore sociale, poiché le stesse definizioni che giustificano l'oppressione, non fanno che riprodursi mediante l'assunzione del modello di identificazione razziale offerto dal potere.

Il modo in cui, nelle società borghesi avanzate, viene esercitato e mantenuto il comando senza bisogno di esercitare una violenza diretta, può essere illustrato col concetto di "egemonia" elaborato da Antonio Gramsci.
Il dominio della classe borghese non si basa solamente sul suo accesso ai mezzi di produzione, ma si produce e riproduce a livello della sovrastruttura dell'ideologia.
E' tuttavia inutile andare in cerca di una precisa "ideologia dominante" coercitiva, poiché la classe borghese stipula continuamente patti con le altre classi e con gli altri gruppi.
In tal modo vengono integrati nell'ordine capitalistico dominante elementi di numerose altre ideologie.
Il consenso che ne deriva rende complici dominante e dominato sul terreno delle idee e delle rappresentazioni.
Tale consenso non è privo di contraddizioni: esso associa elementi eterogenei e non sincronici, e permette anche conflitti.
Il modo in cui tali conflitti vengono "naturalmente" definiti è però definito dalla borghesia, in base a parametri sociali prestabiliti.
Nella capacità di inserire nell'ordine della società borghese anche contraddizioni sociali e culturali, si manifesta quella che Gramsci chiama egemonia della classe dominante.

L'egemonia non si produce solo a livello verbale-discorsivo, ma anche nel modo in cui le norme sociali (borghesi) determinano la vita quotidiana degli uomini : essa nasce dall'imposizione e dall'applicazione di norme di relazione, simboli e modi di comunicazione; essa nasce dal campo della grammatica culturale. Le forme culturali sono così elementi determinanti della riproduzione dei rapporti sociali di dominio, esse sono, per la loro entità, almeno altrettanto importanti delle istituzioni dell'apparato statale.

(Fonte: Handbuch der Kommunikationsguerilla)

Senza titolo 1935

Speriamo che la nascita di nuove forme sindacali  all'interno delle forze dell'ordine porti un vera democratizzazione  dele nostre  forze dell'ordine . Inffatti in questi giorni  sono sorti  : 1)  www.mgfo.altervista.org ; 2)  www.grnet.it il "nuovo blog per le Forze Armate e di Polizia" nato con l'obiettivo di far sentire lavoce della base e rappresentare al tempo stesso un nuovo mezzo di denuncia sulle tematiche relative al settore della Sicurezza e Difesa.Il periodico telematico, ieato da Francesco Palese in collaborazione con Giuseppe Paradiso, si avvale dei contributi di numerosi delegati del Cocer (Consiglio centrale di rappresentanza) di Esercito, Carabinieri, Marina,Aeronautica e Guardia di Finanza, dei sindacati della Polizia di Stato e soprattutto dei singoli operatori in divisa .
Speriamo inoltre ( voglio  provare ad  avere fiducia  dopo i fatti di Napoli  e il g8 di genova  e lere repressioni dele altre manifestazioni ) che realmente rispetto,non generalizzazione,legalità,e cambiamento di metalità ( l'obbedir tacendo ) ,e l'insegnamento di  quella che  un tempo  si  chiamava ( e  che anelle scuoole  e nelle istituzioni  non esiste più )  educazione civica  .
Visto che  come dimostra il  file qui sotto preso  da questo sito qui

 www.twango.com/m/140b2fa1ac

audio hosting by Twangouno stralcio  di quele  telefonate  fra  agenti  e 113  durante  il  g8   di genova  201  e di cui parla l'articolo sotto riportato  del network  tg24
del 6  lugliio 2007 (  www.skylife.it/html/skylife/tg24/ )


G8 Genova, 2001 – “Speriamo che muoiano tutti”. E ancora: “Uno a zero per noi”. Sono stralci di conversazioni telefoniche, queste. Comunicazioni tra gli agenti e il 113scuola Diaz di Genova durante il G8 2001. 26 registrazioni, che gli avvocati delle parti lese depositano oggi nell’ultima udienza, prima della pausa estiva, del processo per l’incursione nella scuola, che vede 29 imputati tra agenti e funzionari di polizia. Le accuse per loro sono di lesioni, falso e calunnia.
La notte del 21 luglio, notte dell’irruzione – Le 26 registrazioni contengono le conversazioni degli agenti di polizia. Sullo sfondo la manifestazione, gli scontri, la morte di Carlo Giuliani, l’irruzione nella scuola Diaz. C’è chi ironizza sulla morte del ragazzo, chi parla di “balordi” e “zecconi” (i manifestanti) che mettevano i cassonetti dei rifiuti in mezzo alla strada. C’è chi chiede se sia vero che “c’è una valanga di feriti” e chi risponde “sì no, guarda io non te lo so dire”. Si parla di manganellate e teste aperte. E c’è Spartaco Mortola, allora dirigente Digos di Genova che agli agenti nel suo ufficio raccomanda di portar via le molotov. Quelle molotov che l’accusa sostiene siano state introdotte dai poliziotti all’interno della scuola Diaz per giustificare l’irruzione. Molotov, custodite in Questura e poi sparite. (.... ) qui l'articolo integrale


11.7.07

Senza titolo 1934

(....) E se non fosse per sentirmi vivo adesso
io nemmeno probabilmente, starei cantando.
Tu da che parte stai?
Stai dalla parte di chi ruba nei supermercati,
o di chi li ha costruiti...rubando? (...)

Francesco de Gregori in " chi  ruba nei supermercati " dall'album  canzoni d'amore

riprendendo il post  precedente  rispondendo a chi mi chiede   da  ce parte stò  e che ho il piedi in due staffe  quando in realtà e credo che  chi segue  veramente  lo abbia capitop  io    sto per usare uno slogan degli anni 1970\1980  : <<  nè con le  br  nè con lo stato >>





MALEDETTI VOI …


Maledetti voi, Signori del Potere, che movete la vita di persone coi vostri fili da burattini Maledetti voi e i vostri ideali che destinate a sorte incerta noi poveri mortali; e Maledetti poi Per aver ucciso la mia vita di bambino Che non aspettava altro, oh Signori miei, che parole Come “ a non più rivederci, addio, a mai…” Maledetti voi e Maledetti noi … E ancora grazie poi di quest’incanto di paese che trema all’orrore di una guerra e si nasconde nelle chiese sempre aperte tranne quando fuori piove forte … Maledetti voi che lasciate che vite di bambini siano regalate al vento come tanti palloncini;
E non pensate mai, Signori miei, ad occhi che ti guardano e ti chiedono : “ Tu da che parte stai? Tu da che parte stai ?” Spero che sia la mia … E cosi Maledetti noi destinati al dolore antico e sempre vivo regalato da voi alle nostre vite! E maledette bombe senza nome che lasciate alla pioggia il compito di pulire e a noi il dovere di capire il perché …E quanto ancora voi, Signori del Potere, dovrete distruggere e noi ricostruire; Uccidere e non far risorgere; parlare e non capite ?! E vi chiedo se anche voi avete un cuore che piange e che ride come il mio o se, di tanto in tanto, ci parlate con Dio, quando la notte ascolta il suono dei vostri pensieri più lunghi… E così maledetti noi destinati al dolore antico e sempre vivo regalato da voi alle nostre vite! E maledette bombe senza nome che lasciate alla pioggia il compito di pulire e a noi il dovere di capire perchè …



" La giustizia è come una tela di ragno:trattiene gli insetti più piccoli,mentre grandi trafiggono la tela e restano liberi."    (Solone)                       




ringranzio per il testo e la frase il blog splinder  sudditopeggiore




la canzone del video si chiama "Maledetti voi" è di Luca Moro nipote dello statista ucciso dalle br [ ? ] . Essa fa parte del film "Piazza delle Cinque Lune" di Renzo Martinelli, dedicato all’assassinio dello statista democristiano (1979).
l'autore  è stato ospite  con questa  canzone di Giovanni Anversa in una puntata di "Racconti di vita"  ( Via Teulada, 66 tel. 06/3612201 – 3219086 fax 06/37514971 raccontidivita@rai.it  ) dedicata alle "ferite" lasciate aperte da stragi e terrorismo. Domenica 4 maggio alle 12,30 su Raitre. nella  puntata  didomenica 4 maggio 2003 ore 12,30 Raitre

Sintesi della  puntata 




A cinque giorni dall’anniversario del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse, "Racconti di vita" ospita il nipote Luca con la canzone "Maledetti voi" che fa parte del film "Piazza delle Cinque Lune" di Renzo Martinelli, dedicato all’assassinio dello statista democristiano (1979). Oltre a Luca Moro, Giovanni Anversa ospiterà nello studio allestito al Teatro di Tor Bella Monaca, la madre di Luca e figlia di Aldo Moro, Maria Fida e Leopoldo Petri, fratello di Emanuele il poliziotto ucciso circa un mese fa sul diretto Roma-Firenze nel corso di un conflitto a fuoco con due brigatisti. Inoltre ci sara’ in studio Lorenzo Pinto, fratello di una vittima della strage di Piazza della Loggia a Brescia (1974). Nei filmati la testimonianza di una madre che ha perso l’unico figlio nella strage alla stazione di Bologna (1981) e quella della vedova del direttore sanitario del Policlinico di Milano ucciso dalle Brigate Rosse nel febbraio del 1981 .

concludo con due citazioni il primo è un verso di  De Andrè  : <<  Certo bisogna farne di strada [...] per diventare così coglioni  da non riuscire più a capire   che non ci sono poteri buoni. >> ., la seconda  di
Elisée Reclus : << Non esistono frontiere naturali nel senso dato loro dai patrioti. Tutti i limiti costruiti fra le nazioni sono opera dell’uomo e nulla impedirebbe che venissero spostati o cancellati. >>
 a voi  soprattutto ai nuovi  decidere  decidere da  che parte stò




Ceglie

img011Immagine presa dalla guida del TCI 1926, veduta di Ceglie e dintorni.


Cutùgn


Tra i rami di un antico cutùgno, in questa foto, in bianco e nero, ti vedo. Il tuo dolce profilo, distesa aspetti tra i rami, lo spuntare del sole, ti riscaldi! Rifletti di luce, un bianco candore, resti ferma da sempre. Tra i rami Cegghjie. Distesa aspetti il calare del sole.


A Ceglie


Io scrivo questa sera a te Ceglie, chi dice che sei solo dei Cegliesi. Io dico: "Che tu Ceglie sei solo di chi ti ama, di chi ti rispetta, di chi lascia un'impronta d'amore al suo passare". Da quando mi hai rapita, sei come un'amante, la sera con te m'attardo, ti desidero t'amo e ti rispetto, Ceglie mia.


Lontano


Ogni giorno, sempre più difficile, starti lontano. Dalla mia terra, dal tuo verde, dai tuoi profumi, dai tuoi colori, dalla tua luce, dal tuo cielo. Lontano da te, sulla mia pelle, Ceglie mia.


franca bassi 


 


 


 

Trenta euri

Trenta euri in tutto


Ho fatto il conto dei soldi peggio spesi nella mia vita:
1) Motor show di Bologna. Fuori delle aree espositive un baracchino intitolato "Cyber race" promette l'ebrezza della "realtà virtuale a bordo della Ferrari". L'insegna dice: "Guida al posto di Schumacher. Scegli la corsa, indossi il casco, entri nell'abitacolo e gareggi con i veri campioni della Formula uno". Io e Dario ci guardiamo, ci intendiamo  e corriamo verso la cassa. Il giostraio è pakistano; ci illustra pefettamente la sensazione che proveremo con questo gioco "tridimensionale". Ci dice che possiamo entrare insieme; in questo modo potremmo anche gareggiare l'uno contro l'altro, naturalmente scegliendo due team diversi. Vuole i soldi in anticipo (e ci credo); ci molla due caschi Nava, di quelli che nelle situazioni normali ci rifiutiamo di indossare sul motorino (ma questi sono sporchi di pidocchi di chissà chi), poi ci fa entrare in uno stanzino buio.
Lì ci sono due sedili rubati a una seicento, montati su due molle, e due manubri.
Un po' stupiti ci sediamo. Di fronte a noi sulla parete è proiettato il cownt down di un video: 3, 2, 1. Sentiamo la voce del pakistano che grida da fuori: "Attenti, si parte!".
Sulla parete viene proiettata l'immagine di una gara di Formula uno (quella scelta da noi), ma la prospettiva ovviamente è quella del pilota. Guardiamo il semaforo che si accende, sentiamo il rombo dei motori: rosso, verde, si parte.
Peccato che il video proiettato sia così vecchio che presenta una serie di disturbi e fruscii; l'effetto "auto in corsa" è dato solo dalle molle sotto i sedili (ma è piuttosto un effetto "cavallo a dondolo"), il casco ci soffoca, vederci uno accanto all'altro ci fa sentire come sulla Sita per Follonica. Insomma non vediamo l'ora di uscire e reclamare col giostraio. Quando tutto finisce il pakistano non comprende più l'italiano.
2) Serata al cinema per vedere "L'ora di religione" di Marco Bellocchio. La critica è entusiasta: ca-po-la-vo-ro! Non ci vai? 
Sergio Castellitto recita come un cane (ma fa bella figura perchè tutti gli altri attori, tranne la brava Piera Degli Esposti, sono amici e parenti del regista). La parte è la solita: Castellitto è un borghese spaurito, ma riflessivo, isterico e anticonformista. Il Margherito Buy, insomma. La storia sarebbe anche bella se fosse sviluppata da uno sceneggiatore, da uno scrittore di dialoghi e da un regista. Invece fa tutto Bellocchio.
Esco dalla sala dopo 3/4 di film e protesto, ma alla cassa non vogliono ridarmi i 5 euri del biglietto, allora rientro in sala e mi siedo, ma solo per commentare ad alta voce tutte le evidenti assurdità del film e cercare di cucire così una rete di solidarietà anti-Bellocchio, ma sono l'unico ignorante confesso della serata.
3) Mostra mercato del mobile in Fortezza. Ci andiamo? Sì, dai andiamoci. Cinque euri.
Un rapido giro tra i bastioni della Fortezza ci convince che abbiamo pagato per vedere alla luce del sole quello che possiamo vedere anche, opportunamente ambientato, a Mondoconvenienza.
- "Marco, ma che cazzo ci siamo venuti a fare? Non abbiamo neppure una casa da arredare!"
- "Ora no. Ma quando l'avrai...ti vuoi fare un'idea?"
4) "I fantastici quattro". Sette euri. Attenti, mi sa che in questi giorni è in programmazione il sequel. Al peggio non c'è mai fine.
5) Cinema all'aperto. E' l'amico psichiatra che mi convince stavolta: "non è il solito Bellocchio, qui dovrebbe esserci una buona introspezione psicologica, una denunca dell'industra cinematografica...bla, bla, bla. Vedrai ti piacerà". Tu ragioni: fa caldo ed è all'aperto, dopo magari andiamo berci una birra, costa solo 4 euri, magari ho sbagliato nel valutare questo Bellocchio che tutti dicono bravo, è da tanto che non esci con quest'amico. Ci vai, no? Il film stavolta si intitola "Il regista di matrimoni". In effetti non è il solito Bellocchio. E' un Bellocchio incazzato perchè non ha ricevuto premi per il film precedente e trova opportuno dircelo con un nuovo film: la morale è "io sono un vero artista, mica come gli altri, e i veri artisti sono incompresi". Sono d'accordo, Marco. Continua così.
6) Luce blu ammazza zanzare: "Tieni accesa la luce. Attirerà le zanzare e le fulminerà con una scossa da 9 volt". Faccio il conto: un euro a volt. Ma dopo un mese di accensione ininterrotta nessuna zanzara è stata sedotta dalla formidabile luce.
Da quelle parti un giorno passava un innocente moscerino. Ha visto la lucina blu e si è avvicinato. Fulminato sul colpo. Quindi la scarica elettrica funziona, dice il venditore. Ok, ma lo vuoi ammettere o no che ha un grosso problema di sex appeal?

10.7.07

Senza titolo 1933

Qualche anno fa sono stato a vedere la Grotta della Vipera che si trova alle pendici del colle di Tuvixeddu sul viale S. Avendrace in uno allora dei rari giorni di apertura. A fianco a me c’era un turista romano che mi chiese quanto la grotta fosse lunga e quali caratteristiche le stalattiti e le stalagmiti. Gli allora assessori al turismo e alla cultura avevano fatto un così buon lavoro che il turista non sapeva che la Grotta della Vipera era un monumento funerario! Gli spiegai che la grotta prende il nome da due aspidi scolpite sull’architrave del frontone a simboleggiare la vita eterna. E allora gli raccontai la sublime storia d’amore di duemila anni fa della Cagliari romana di Cassio Filippo e della moglie Attilia Pomptilia, che per lui donò la propria vita. Avvenne così: il padre di Cassio era stato esiliato a Cagliari da Nerone e il giovane figlio e la moglie lo raggiunsero. A causa del clima insalubre per la malaria il giovane dopo breve tempo si ammalò fino ad arrivare sul punto di morte. Attilia allora pregò gli dei di prendere lei al posto del marito. La sua preghiera venne esaudita, infatti Cassio guarì miracolosamente e Attilia morì. A memoria di questo splendido amore coniugale furono scolpiti all’interno della tomba, o grotta se preferite, questi versi sublimi in greco e latino:


 


 


Possano o Pomptilia, queste tue ceneri


fecondate dalla rugiada/


essere trasformate in gigli ed in


verdi fronde ove sbocci la rosa


e risaltino il profumato zafferano ed il


semprevivo amaranto/


Possa tu diventare ai nostri occhi


il fiore della primavera/


affinché abbia come Narciso,


questo oggetto di lacrime eterno.


Un fiore trasmetta il tuo nome


alle venture generazioni.


Ma se Pomptilia sacrificò se stessa


per l’amato sposo, Filippo, vivendo suo


malgrado, brama ardentemente di vedere


presto riunita la sua anima a quella


della più dolce delle spose.


 


Bella vero? E’ una delle storie d’amore più struggenti e commoventi di tutti i tempi una storia che fino ad oggi non ha saputo frenare l’ingordigia di chi utilizza il mondo che lo circonda come fattore di sviluppo del proprio conto in banca, forse per questo su Tuvixeddu fino ad oggi c’è stato un silenzio assordante. Il futuro prossimo ci dirà se i tempi stanno cambiando per davvero.