Luttazzi, Guzzanti, Paolo Rossi e chi più ne ha più ne metta. Cosa li accomuna? Tutti hanno avuto a che fare, chi più, chi meno, con la censura televisiva. Motivazione? Anche la satira ha dei limiti e quella fatta da Luttazzi e company non è satira, ma invettiva politica. Come se la satira non avesse alle proprie spalle una tradizione secolare con delle regole ben precise. Come se la satira, sin dalle sue origini, non fosse stata sempre ben condita di attacchi personali rivolti a personaggi politici del tempo. Come se quella di Giovenale, Persio, Seneca e Lucilio non fosse satira. Poi Celentano mette su un programma in cui appare un improbabile Santoro che inneggia alla fratellanza, all’uguaglianza, alla libertà, e alla cultura e Benigni, con tanto di vestito rosso, si lancia in un ballo sfrenato con il molleggiato sulle note de “La coppia più bella del mondo” dopo aver cercato senza risultati un’azione politica berlusconiana ben riuscita messa a punto per gli italiani, e non per se stesso. C’è addirittura chi azzarda che, dopo questa trasmissione, non è più possibile parlare di censura televisiva. E qui vi volevo. Benigni, come sempre, è irresistibile, ma non venite a parlarci di satira. E, soprattutto, non crediate che con un misero contentino si possa dare una parvenza di democrazia ad un’Italia che la democrazia non la conosce più da un pezzo. Ridateci la satira. Quella vera, però.
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
31.10.05
30.10.05
Senza titolo 939
C’è troppa confusione.
Ero sulla stazione, era sera, ed ero sola.. e non so ma non era quello che volevo ma ho incominciato a piangere, poi la stazione ha incominciato a riempirsi e come se nulla fosse successo ho smesso.
Ho scritto delle parole che sentivo di scrivere. Racchiuse in caratteri.
Penso a qualcosa che non è nemmeno amore, ma una sensazione di caldo che possa spegnere i pensieri come la scopolamina fa con i nervi.
Sento la testa pesante, sarà che ancora non mi riprendo visto che sono tornata all’alba e che ho dormito poco facendo sogni confusi…
Ma domani inizia un’altra settimana e ci sono tante cose da fare… e tra una settimana finalmente sarò fuori per un paio di giorni… mi allontano un po’ da qui…
A volte non si possono dire le bugie agli amici, ti guardano negli occhi e ti chiedono la verità… c’è chi ti conosce fin troppo bene… però parlare con queste persone è troppo bello!!!
Senza titolo 938
volevo pubblicare io stesso un articolo del genere , ma Franco Baumann sul ng it.media.tv il 30 ottobre 2005 16.22 mi ha anticipato . Sotto trovate il suo post . senza commento e aggiunta ( se non la vignetta di altan presa da questo bellissimo sito http://www.wineathomeit.com molto interessante ---- trovato cerco foto da \ vignette da mettere in questo post --- e secondo me attinente al post ivi riportato copia e incollato )
Da alcuni anni è in corso il tentativo di ridare orgoglio nazionale agli italiani, ricordando loro le glorie nazionali e riesaminando il passato con l'obbiettivo di ricostruire una 'memoria condivisa' per quanto riguarda i momenti di divisione e financo guerra civile. Vengono rinverdite feste nazionali in disuso e nelle manifestazioni si da molto spazio a forze armate e bandiere italiane.Questo non è opera solamente dell'attuale maggioranza parlamentare, che potrebbe essere accusata di interessi di parte nella cosa, ma anche in primo luogo dal Presidente della Repubblica Ciampi le cui buone intenzioni non mi pare il caso di mettere in dubbio: da buon patriota è convinto che la salute di una nazione derivi dai suoi valori condivisi e dall'amor di patria. In questi ultimi anni numerose fiction televisive si sono adeguate a questo programma di rinascita dello spirito nazionale, illustrando episodi storici come le foibe, Cefalonia, la sollevazione di Milano, la guerra civile e poi biografie di italiani illustri quali De Gasperi e Meucci. Anche le innumerevoli fiction d'argomento religioso sono spesso intrise di italianità.Dire che non sta funzionando è poco.La depressione nazionale prosegue imperterrita se non aggravandosi. Sfiducia nel futuro, paure di ogni genere, astio e ideologizzazione spinta si sposano ad un declino economico visibile e, peggio ancora, alla convinzione di un futuro declino peggiore.Come minimo si potrebbe sostenere che i media, e la televisione in particolare, non sono onnipotenti. Notare il fatto che la nazione demograficamente più vecchia del mondo non può non essere dominata dalla paura e dall'astio tipico dei vecchi.Ma credo che la cura - la restaurazione dell'orgoglio nazionale - abbia qualcosa a che fare con la malattia, esacerbandola.Un principio sicologico molto semplice prescrive di assumersi la responsabilità di tutto cio' che ci capita, nel bene o nel male, magari esagerando le nostre responsabilità: l'assunzione di colpa ha la contropartita positiva nella convinzione di essere padroni del proprio destino. L'abitudine di dare la colpa di tutto agli altri, di negare le nostre responsabilità nei nostri fallimenti, anche quando potrebbe essere giustificata, ha l'effetto alla lunga di distruggere radicalmente la fiducia in noi stessi e farci sentire impotenti e perseguitati, privi di controllo sul nostro destino. Le nazioni non sono persone ma si può fare un'analogia, poichè questi sceneggiati sono rigorosamente a senso unico, con buoni italiani vittime della cattiveria di stranieri o, a volte, cattivi italiani al servizio degli stranieri. Il caso limite fu lo sceneggiato sulle foibe con italiani-angeli-vittime e slavi-demoni-carnefici: non una parola sulla pulizia etnica tentata dagli italiani in Slovenia fra il1941 ed il 1943 e che contribuirebbe a rendere le sofferenze italiane in Istria più chiari e comprensibili invece di farli passare come una manifestazione di Male Assoluto ispirato dal demonio. Persino il caso praticamente isolato di assunzione di responsabiltià italiane, cioè le leggi razziali del 1938 (mentre il fascismo aveva fatto di ben peggio), è comunque descritta effetto di cattive compagnie. Insomma, a forza di offuscare la nostra storia con menzogne, disinformazioni e depistaggi, otteniamo l'effetto esattamente opposto: invece di rinvigorire l'amor di patria lo deprimiamo. Si crea al massimo un patriottismo da 'right or wrong my country' che è la negazione stessa della giustizia. In questi termini l'amor di patria non è diverso dall'adesione ad una ideologia (ed il nazionalismo è fatto più morti di nazismo e comunismo). La critiche dall'estero sono di per se' respinte, mentre le critiche dall'interno, da italiani, sono interpretate come tradimento. La colpa è sempre degli altri. Ma alla fine, al massimo, questo amor di patria ha l'effetto di creare emozioni vuote come il cordoglio nazionale per i morti di Nassirya, che non ha spostato un voto o un'opinione ed è stato rapidamente dimenticato. Forse ci vorrebbe un qualche sceneggiato sui crimini degli italiani nel mondo: in Libia, in tiopia, nei Balcani - di storie ce ne sarebbero. Di recente uno degli storici italiani migliori, Angelo del Boca, ha pubblicato 'Italiani, brava gente?', cioè appunto una storia dei crimini italiani dall'unità alla seconda guerra mondiale -tutte storie in gran parte mai sentite e ampiamente documentate. Non è un libro originale, nel senso che Del Boca, oggi anziano, rielabora materiali delle sue monumentali storie del colonialismo italiano di cui è il massimo studioso. Magari si potrebbe far vedere il film prodotto nel 1981 da Gheddafi 'Il Leone del Deserto' con Anthony Quinn, Oliver Reed, Rod Steiger, irene Papas, John Gielgud, Raf Vallone e Gastone Moschin (non un capolavoro ma niente male) sulla resistenza libica contro gli italiani di Graziani.Sarebbe un primo passo verso un'assunzione di responsabilità e magari guarigione.
mi piacerebbe sentire i vostri pareri in merito non importa se condividiate o meno
Senza titolo 937
Collana Yoni - Storie al femminile
Effedue Edizioni
Alessandra è una ragazza particolare: ha scelto una facoltà universitaria che nessuno sceglie mai, perché la storia sembra essere un genere fuori moda e senza alcun senso. Nei 4 anni di corso proiettata verso la tesi e il mondo del lavoro, gliene sono capitate di tutti i colori: disastri sentimentali, amicizie false, solitudine e tanti rospi da ingoiare.
Un libro dedicato alle ragazze e alle giovani donne che vivono ogni giorno sulla loro pelle le situazioni spesso penalizzanti di un mondo ancora molto maschile nella sua concezione e nei suoi meccanismi di fondo. [link alla recensione completa su www.m4girl.m4d.it]
Senza titolo 936
Samanà: inquinatissima la location dell'Isola dei Famosi 3
Samanà, l'isola in cui i VIP che partecipano al reality "L'Isola dei Famosi 3" trasmesso da RAI 2 sarebbe in un'area molto inquinata. Questo è quanto è emerso da un thread nel forum ufficiale dedicato al programma. (http://www.forum.rai.it/index.php?showtopic=59628&f=123#Scena_1)
La questione è stata sollevata da un italiano che vive in quell'area da 7 anni anni e che vorrebbe, con questa notifica, fare in modo che venga finalmente data attenzione a un problema con cui da tempo convivono gli abitanti del posto dove si sono già verificati casi di cancro. [news completa]
Senza titolo 935
“Mi portarono in Cina quando ero sedicenne. Le ragazze avevano dai 14 ai 17 anni. Ci costringevano a soddisfare 40 o 50 soldati al giorno. Era una cosa impossibile, così mi rifiutai e mi picchiarono. Se una di noi si rifiutava, le tagliavano la pelle col coltello. Alcune vennero pugnalate, altre morirono di malattie… È stata un’esperienza dolorosissima: c’era poco cibo, non riuscivamo a dormire e neanche eravamo in grado di suicidarci. Volevo scappare a tutti i costi…”
(Lee Ok-sun, una donna sud-coreana di 79 anni. Fu sfruttata come schiava del sesso per i militari giapponesi in una “stazione di conforto” della città di Yanbian, nella Cina nordorientale. È rimasta in Cina per 58 anni prima di poter tornare in Corea del Sud)
“Vogliamo che quello che abbiamo sofferto sia scritto nei libri di storia affinché abbiamo giustizia e le prossime generazioni e la gente negli altri paesi sappiano cosa ci è successo. Il governo giapponese deve ammettere quello che i suoi soldati ci hanno fatto. Vogliamo le sue scuse e un risarcimento.” (Lola Pinar, Filippine) [news completa]
29.10.05
Senza titolo 934
On air Incubus “I miss You”
Sono tornata, o meglio il mio pc è tornato.
La mia vita è diversa quando lavoro, io sono diversa quando mi immergo in qualcosa che mi prende tanto e quando le giornate sono ancora troppo belle per girare in motorino, io mi sento serena.
Leggendo:
“Esiste dolore più grande di perdere ciò che si ama? Esiste qualcosa di più terrificante?”
Emidio Clementi non parla dell’amore verso una persona, ma verso qualcosa di più grande.
È stato così anche per me in questi mesi, quanto male fa vedere i propri sogni e quello che ho fatto e speso frantumarsi attraverso le parole e i modi di una persona che mi ha influenzato troppo, che avevo idealizzato troppo… chi non lo ha mai provato non può capire che trovarsi un giorno a non amare più il sogno che si voleva costruire è qualcosa che distrugge dentro, rende poveri e troppo brutti.
Però ora l’entusiasmo che ormai non conoscevo più lo sto riscoprendo piano piano, ci credo ancora in quello che faccio e in quello che ho speso.
E intendo non mollare.
Scusami
E oggi pomeriggio, non essendo più abituata ai vecchi miei ritmi, a fine lavoro sono crollata, mi sono addormentata sulla mia scrivania…
“Non hai più
altro dominio che la sacralità
di una perdita - l’ultima -
della mia complicità.
erano finte ali
gli sguardi che cercavi,
adesso prova a dirmi chi sei tu
La realtà
che la tua rabbia crocifigge di vittime.
Adesso prova a dirmi chi sei tu.
eran finte ali,
un’illusione immensa,
Se riesci ora pensa chi sei tu.
Una fine in replica”
28.10.05
Senza titolo 933
Far guerra per la pace e` come far l'amore per la verginita`!!
Senza titolo 932
Con l'aiuto di Dio riusciva a mettersi in piedi, e indossata la giacca d'orbace, e si affibbiava il cinturone di cuoio sulla pancia magra: poi andava allo specchio mentre la moglie con un sospiro diceva alla figlia:
"Cerca lo strofinaccio"
poichè Piscitello invariabilmente elargiva uno sputo alla sua immagine marziale
Vitaliano Brancati
Senza titolo 931
ho riscritto il post sulla lecciso .
rispondo a Will non è vero che non tratto più nella mia vita prvata . Aggiungo alla riposta data al suo commento che ( come è visibile anche se dal mio ultimo mio post ) è chiaro sono confuso e non riuscirei ed essere chiaro ( anche se secondo alcuni non lo sono mai stato ) e non riesco a scegliere dal mio archivo cartaceo cosa raccontarv i e che in misura racontarvelo . Comunque coloro che come will chiedono dela mia vita privata e non s'accontentano dei cenni indiretti che vengono dagli altri miei post saranno presto accontentati
Senza titolo 930
I due volti dell'amore
E’ veramente strana la vita, un grande amore si può trasformare in grande odio. E’ vero che anche questa profonda avversione è un sentimento e quando c’è ancora odio c’è amore.
Attraverso l’odio si arriva al distacco ed ecco che magicamente si rientra in possesso del proprio comportamento. Ogni strada che si percorre ha un inizio ma ha anche una fine, così avviene anche con l’amore e ogni esperienza di vita si trasforma poi in un bagaglio più o meno pesante che ci portiamo dietro le spalle. Un bagaglio di emozioni, di sofferenze, di gioia e di dolori. Con il tempo queste emozioni si trasformano in ricordi e con essi si riesce a convivere. E’ tutto talmente strano, qualcuno spiega questo biologicamente ma poiché non tutti siamo biologi e nei nostri sentimenti c’è amore e passione, frammenti di vita che qualcuno semina incondizionatamente senza pensare mai all’altro…a quello che soffre, a colui che ama. Naturalmente è la legge di natura: ogni essere umano per vivere ha necessità di sopraffare l’altro,( il pesce grande mangia il piccolo e così via) ci si nutre dei propri simili, ma questo avviene nel mondo animale e mi rendo conto che gli uomini siamo animali. Ci nutriamo degli altri per poter equiparare o addirittura essere al di sopra in sudiciumi agli altri. Ciò avviene nel lavoro…nella vita di ogni giorno…ma si riesce a convivere, quando avviene in amore scatta una molla perversa, che mai avremmo creduto d’avere. L’orgoglio ferito è veramente una brutta bestia, è una animale feroce che ha desiderio sfrenato di passare da parte a parte e magari rivoltare la lama nella lacerazione che ha dentro per scelleratezza dell’altro e ferire a sua volta fino alla morte.
Il trattato umano, la spiegazione dell’ esistere.
Silvana
<< l'Amore va inteso come Odio inibito>>.
Paolo Manzelli
Firenze 4/ Agosto 2003
27.10.05
Senza titolo 929
Like a Rolling Stone
Once upon a time you dressed so fine
You threw the bums a dime in your prime, didn't you?
People'd call, say "Beware doll, you're bound to fall"
You thought they were all kiddin' you
You used to laugh about
Everybody that was hangin' out
Now you don't talk so loud
Now you don't seem so proud
About having to be scrounging for your next meal
How does it feel
How does it feel
To be without a home
Like a complete unknown
Like a rolling stone?
You've gone to the finest school all right, Miss Lonely
But you know you only used to get juiced in it
And nobody has ever taught you how to live on the street
And now you find out you're gonna have to get used to it
You said you'd never compromise
With the mystery tramp, but now you realize
He's not selling any alibis
As you stare into the vacuum of his eyes
And ask him do you want to make a deal?
How does it feel
How does it feel
To be on your own
With no direction home
Like a complete unknown
Like a rolling stone
You never turned around to see the frowns on the jugglers and the clowns
When they all come down and did tricks for you
You never understood that it ain't no good
You shouldn't let other people get your kicks for you
You used to ride on the chrome horse with your diplomat
Who carried on his shoulder a Siamese cat
Ain't it hard when you discover that
He really wasn't where it's at
After he took from you everything he could steal
How does it feel
How does it feel
To be on your own
With no direction home
Like a complete unknown
Like a rolling stone?
Princess on the steeple and all the pretty people
They're drinkin', thinkin' that they got it made
Exchanging all kinds of precious gifts and things
But you'd better lift your diamond ring, you'd better pawn it babe
You used to be so amused
At Napoleon in rags and the language that he used
Go to him now, he calls you, you can't refuse
When you got nothing, you got nothing to lose
You're invisible now, you got no secrets to conceal
How does it feel
How does it feel
To be on your own
With no direction home
Like a complete unknown
Like a rolling stone?
Articolo 31 > Nessuno (1998) > Come Una Pietra Scalciata
Eri la più carina un eterna miss liceo il trofeo per torneo erano i romeo che dietro di te facevano corteo e tu insultavi tutti senza scrupoli indossavi uomini come abiti con la tua bellezza li rendevi deboli servili ed arrendevoli poi quando ti stancavi li buttavi tipo straccio vecchio dei loro sentimenti non ti curavi e amavi solo la persona riflessa nel tuo specchio. Così sei cresciuta giudicando tutto dall'aspetto pensando che la confezione centri con la qualità del prodotto, in base a questo hai scelto i tuoi amici persino il tuo compagno era bello quindi era degno di far parte del regno d'apparenza di cui in testa tu avevi il disegno, era come un sogno vi sposaste a giugno a settembre lui ti mostrò il suo pugno, dimmi ora come ci si sente ad essere insultata ignorata a essere picchiata da una mano ubriaca ora che anche il tuo specchio non ti vuole più vedere ora che la tua bellezza sta nel fondo di un bicchiere dimmi come ci si sente. How does it feel? Dimmi come ci sente. How does it feel? A stare sempre da sola. To be on your own. Nè direzione nè casa. With no direction home. Una completa sconosciuta. A complete unknown. Come una pietra scalciata like a rolling stone. Tu volevi chiudere tutti i diversi fuori su questo hai investito tutte le energie e i tuoi averi ricordo il tuo concetto di straniero dicevi questo non è il posto loro son maleducati sporchi ci portan via lavoro. Difendevi la tua ottusità come un tesoro quello il tuo sentiero che non ti ha portato a sentire che il terreno su cui ogni giorno camminiamo noi non lo possediamo lo occupiamo e non è italiano africano è un dono che è stato fatto ad ogni essere umano i confini le barriere le bandiere sono giunti dopo aiutando l'odio la guerra e il razzismo a fare il loro gioco dimmi come ti senti ora che non ci sono più confini e le frontiere sono aperte e che hai dovuto appendere al chiodo la tua camicia verde la bandiera più non serve ora che hai speso tutto e sei ridotta all'elemosina finalmente sai che non c'è colori razza ma solo anima ora tu sei l'emarginata evitata scalciata ignorata quando chiedi qualche moneta ora che non hai più una proprieta che ti dia un identità sventoli soltanto la bandiera della povertà. How does it feel? Dimmi come ci sente. How does it feel? A stare sempre da sola. To be on your own. Nè direzione nè casa. With no direction home. Una completa sconosciuta. A complete unknown. Come una pietra scalciata like a rolling stone. Tu vivevi in un mondo a parte fatto di tasche piene e di porte aperte madre insoddisfatta della vita e delle tue spalle coperte non avevi mai lavorato per mangiare lo stesso avevi tutto ciò che si può desiderare, giravi declamandoti infelice a gran voce io ti dicevo che eri fortunata ma non ti davi pace il tuo dramma era scoprire chi eri ma quello è il dramma di ogni uomo ed è più facile soffermarvici sopra a stomaco pieno non immaginavi quanto scotta e quanto è dura portarsi a casa la pagnotta ora lo sai dopo che il papi ha fatto bancarotta, avevi il meglio ma non lo hai apprezzato perchè non possiedi niente se niente ti sei guadagnato e dimmi come ci si sente ora che devi sudarti i beni materiali vedi che hai poco spazio per i problemi esistenziali ora che sei una parta del mondo che ignoravi sei diventata una di quelle pietre che scalciavi!
How does it feel? Dimmi come ci sente. How does it feel? A stare sempre da sola. To be on your own. Nè direzione nè casa. With no direction home. Una completa sconosciuta. A complete unknown come una pietra scalciata like a rolling stone
Rimini...
In fondo Rimini è ancora così come la descrive Felloni nei vitellini....sì,i vitellini di Fellone appunto....(F.De Andrè-Concerto con la PFM vol.I)
Rimini(Fabrizio De Andrè)
Teresa ha gli occhi secchi
guarda verso il mare
per lei figlia di pirati
penso che sia normale
Teresa parla poco
ha labbra screpolate
mi indica un amore perso
a Rimini d'estate.
Lei dice bruciato in piazza
dalla santa inquisizione
forse perduto a Cuba
nella rivoluzione
o nel porto di New York
nella caccia alle streghe
oppure in nessun posto
ma nessuno le crede.
Coro: Rimini, Rimini
E Colombo la chiama
dalla sua portantina
lei gli toglie le manette ai polsi
gli rimbocca le lenzuola
"Per un triste Re Cattolico - le dice -
ho inventato un regno
e lui lo ha macellato
su di una croce di legno.
E due errori ho commesso
due errori di saggezza
abortire l'America
e poi guardarla con dolcezza
ma voi che siete uomini
sotto il vento e le vele
non regalate terre promesse
a chi non le mantiene ".
Coro: Rimini, Rimini
Ora Teresa è all'Harrys' Bar
guarda verso il mare
per lei figlia di droghieri
penso che sia normale
porta una lametta al collo
è vecchia di cent'anni
di lei ho saputo poco
ma sembra non inganni.
"E un errore ho commesso - dice -
un errore di saggezza
abortire il figlio del bagnino
e poi guardarlo con dolcezza
ma voi che siete a Rimini
tra i gelati e le bandiere
non fate più scommesse
sulla figlia del droghiere".
Coro: Rimini, Rimini
26.10.05
Al mio amore...
Buonanotte,amore mio....
Se tu mi avessi chiesto: "Come stai?"
se tu mi avessi chiesto dove andiamo
t'avrei risposto "bene, certo sai"
ti parlo però senza fiato
mi perdo nel tuo sguardo colossale,
la stella polare sei tu mi sfiori e ridi no, cosi non vale
non parlo e se non parlo poi sto male
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
e non lo sai perchè non te l'ho detto mai
anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
nell'amor le parole non contano conta la musica.
Se tu mi avessi chiesto: "Che si fa?"
se tu mi avessi chiesto dove andiamo
t'avrei risposto dove il vento va
le nuvole fanno un ricamo
mi piove sulla testa un temporale
il cielo nascosto sei tu ma poi si perde in mezzo alle parole
per questo io non parlo e poi sto male
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
e non lo sai perchè non te l'ho detto mai
anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
nell'amor le parole non contano conta la musica.
Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto ma un giorno capirai
nell'amor le parole non contano conta la musica.
Senza titolo 928
Se le opinioni del Cardinal Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani, coincidono con quelle del Santo Padre, è uno schiaffo morale a tutti coloro che hanno tacciato di conservatorismo Benedetto XVI.
Nella mia ignoranza di mediocre cattolico, mi permetto qualche piccola considerazione sull'argomento
I divorziati risposati hanno disatteso alla indissolubilita' del sacramento matrimoniale. Questo per un credente è un dato di fatto. Il problema è come comportarsi con i peccatori. L'essenza del Cristianesimo è nel Perdono, nella consapevolezza della fallibilità umana e della sua possibilità di emendarsi.
Il persistere del divieto di avvicinarsi al sacramento della comunione mi pare contrario a tale principio, mentre il riammettere il divorziato nella pienezza della vita ecclesiale dopo un'adeguata penitenza, come succedeva nel Medio Evo nel caso di ripudio, mi sembra esserne coerente.
Sulla questione dei viri probati, mi permetto una piccola perplessità. Va bene che la miglior scuola è la vita, ma un prete, per essere ordinato, dovrebbe avere una sufficiente formazione dottrinale.
E onestamente vedere una persona di una certa età rimettersi a sudare sui libroni di teologica, mi par complicato
Senza titolo 927
Civiltà vuol dire, anzitutto, volontà di convivenza. Si è incivile e barbaro nella misura con cui ciascuno senta il rapporto reciproco con gli altri. La barbarie è soprattutto tendenza alla dissoluzione. E così tutte le epoche barbare hanno costituito sempre una dissipazione umana, un pullulare di gruppi minimi e tra loro separati e ostili.
La forma che nella politica ha rappresentato la più alta volontà di convivenza è la democrazia liberale.
Essa porta all’estremo la risoluzione di comunicare con il prossimo ed è il prototipo dell’azione indiretta. Il liberalismo è il principio di diritto pubblico secondo il quale il potere pubblico, nonostante che sia onnipotente, limita se stesso e procura, anche se a proprie spese, di lasciar posto nello Stato ch’esso dirige perché vi possono vivere coloro che non pensano né sentono come lui, cioè, come i più forti, come la maggioranza.
Il liberalismo, è necessario ricordare tutto questo, è la suprema generosità: è il diritto che la maggioranza concede alle minoranze ed è, pertanto, il più nobile appello che abbia risuonato nel mondo.
Esso proclama la decisione di vivere con il nemico, e di più con il nemico debole.
Ortega y Gasset
Senza titolo 926
1905. Annus Mirabilis di zio Albert, quando, con una serie di intuizioni, tirò fuori dal cilindro le basi della teoria di relatività, la teoria quantistica e la teoria del moto browniano.
2005. Ad un secolo di distanza, per onorare tale avvenimento, l'Uneco ha proclamato l'anno mondiale della Fisica. Qui l'elenco di tutte le iniziative. E qui degli eventi italiani
Senza titolo 925
Addormentarsi, e sentire e volere che fuori e dentro sia Lisboa.
Che ci sia lui al mio fianco, addormentarmi con la consapevolezza che la mattina dopo mi sarei svegliata e l'avrei visto dormire per poi fare colazione.
Pensieri prima riuscire a prendere sonno, ieri sera...
Spero che domani il tecnico non porterà via il mio pc.. visti i capricci che sta facendo...
Intanto mi immergo nel lavoro.
Intanto forse la prima sarà il giorno del mio compleanno e a me non va...
Intanto ho pensato che vorrei fuggire per capodanno... su un fiume.. anche da sola... o non so....
Intanto un giorno ho scritto che volevo una vita in movimento... ma io ce l'ho... è cambiato così tanto.. e anche io sono cambiata...
25.10.05
Senza titolo 924
mentre pubblicavo il precedente post , mi accingo a cazzeggiare sul solito it.media.tv dove trovo la news con link annesso ( di cui riporto sotto l'articolo ) che la " prezzemolo " Loredana lecciso ha fatto un disco , ecco qui il testo della canzone che promuove l'album che m'auguro di no , diventeròà il tormentone nelle radio e in tv . l'unico commento che mi sento di fare è VFNCL , chi se ne frega ma vai a zappare o se vuoi rimanere nello spocchioso mondo dei vip o dello spettacolo non ci rompere coglioni .ehm... i cosidetti con le tue storie belle o brutte , vere o false che siano . altrimenti : 1) diventi sempore cìhe non lo sei già dal ll'impressione che mi sono fatto come la protagonoista di " medusa " di Dylan dog ( copertina al lato ) ; 2) e poi ti dico : << La vita non è perfetta,le vite nei film sono perfette,belle o brutte,ma perfette >> come fa dire Ligabue nel film radio freccia a un protagonista << nei film non ci sono tempi morti,la vita è piena di tempi morti,nei film sai sempre come va a finire,nella vita non lo sai mai !!! [..] >>. Quindi Loredana ( preferisco le tue sorelle che non sono invadenti e prezzemole , almeno da quel poco che ho visto , come te come te ) non usare questi trucchi per attirare la tua attenzione , visto che sei incapace a rinnovartie a rimmeterti in gioco e far si che si parli di te anche se male basta che se ne parla . Meglio usa la tecnica del silenzio e dello scomparire per un po' dai media e dal gossip soprattutto quello volontario . Ma fai si che siano gli spettatori a chiedersi che fine ha fatto ? e quindi a far si che possa ritornare sul video . Prendi esempio da Arbore e Diego cuggia / ( uno degli autori dei testi di celentano ) . Adesso eccovi l'articolo del corsera online del 25 ottobre 2005 : A tutto campo sulla rottura della relazione con il cantante pugliese Lecciso: «Romina, puoi riprenderti Al Bano» Loredana debutta con la canzone «Si vive una volta sola». Linda Christian rivela: «Mia figlia Romina ha un nuovo grande amore» ROMA - «Cara Romina, se vuoi puoi riprenderti il tuo ex marito Al Bano». Loredana Lecciso su «Oggi», alla vigilia del suo debutto discografico, spiega i motivi della rottura della sua relazione con il cantante pugliese. «Al Bano sin dall'inizio del nostro amore si è sentito in colpa con la ex moglie, con i suoi figli, con i genitori e forse persino coi suoi fan. È come se si sentisse bigamo. Io sono sempre stata la bella ragazza perfetta per fare l'amante, o comunque da tenere un po' dietro le quinte, quasi lo imbarazzasse avere una compagna giovane e appariscente». Al Bano e Loredana Lecciso (Olympia) «L'OMBRA DI ROMINA SU DI NOI» - «L'ombra di Romina si è allungata su di noi ogni giorno della nostra storia, anche attraverso i figli. Era come se lei fosse lì con noi: o telefonava e litigava con Al Bano, o scriveva, o faceva chiamare dagli avvocati. Qualche volta è anche venuta direttamente a Cellino. Se mi guardo indietro non so come ho potuto resistere. Romina, hai vinto tu. Riprenditi pure Al Bano. I figli invece li terrò io».NUOVO AMORE PER ROMINA - Romina Power pare invece non abbia nessuna intenzione di riprendersi indietro l'ex marito. Infatti la madre di Romina, Linda Christian, confessa a «Gente» il nome della nuova fiamma della figlia: è Luciano Marocchino, imprenditore, divorziato e con due figli. I due si sono conosciuti a una festa di Armani due mesi fa e da allora non si sono più lasciati. «Sì, mia figlia e Marocchino formano davvero una bella coppia. Lui è l'uomo giusto per Romina: hanno quasi la stessa età e poi Luciano è un uomo libero e affascinante».UN DISCO PER LOREDANA - Loredana Lecciso debutta come cantante. A darne notizia è il settimanale «Chi», che anticipa il testo della canzone, dal titolo «Si vive una volta sola». A firmare il testo è Gianni Belfiore, autore anche di Julio Iglesias. Ora sia per chi come me ( vedere post precedenti ) odia il gossip e nlla maggior parte cambia canale o gira pagina nei quotidiani e settimanali oppure a volte per non essere scambiato come un alieno e non creare turbamento negli amici e conoscenti ; ma anche per chi fosse interessato ai pettegules \ pettegolezzi o alle false news perchè secondo me si tratta di questo un falso scoop per rimetersi sula cresta dell'onda e continuare a far parlare di se , lascio qui sotto dei link presi tramite copia e incolla del corsera che riassumo le vicende della coppia . Con questo e tutto non sò a che altro dire ala prossima . Voglio concludere questo post invitandovi ad incazzarvi o a compiere un gesto che nel lezzo della tv ( senza ovviamente generalizzare troppo perchè anche se sempre meno qualcosa è salvabile ) spegnerla oppure cambiale canale gsto che al potere ancora legato all'odiens (indici d'ascolto legati alla pubblicità ) da fastidio . Non fate che le non notizie (come la maggior parte dei gossip ) diventino news e le notizie ( magari questioni importanri e scomode ) diventino una non news . come questa qua tratta dallla rubrica del quotidiano l'unità " fronte del video " di maria novella oppo del 28\10\2005 : << Se c'è una cosa di cui non si parla mai in televisione [salvo che quella locale o i soliti giornali comunisti ] questa è la Sardegna. Una cosa che sta inmezzo al mare, con un milione mezzo di abitanti, 2000 chilometri di coste e 7000 nuraghi più uno, inutilmente falso, fatto costruire da Berlusconi). E finalmente ierimattina se ne è parlato a Ominibus, certo la millesima parte di quanto si parla di Loredana Lecciso (soprattutto a “Porta a porta”), ma pur sempre qualcosa. C’era il presidente Soru,francamente incazzato, che rivendicava i 4 miliardi che lo Stato deve restituire alla sua isola, regione di centrosinistra, mentre sono
stati stanziati 2miliardi per la Sicilia, regione di centrodestra.Inoltre Soru lamentava che alla Sardegna tocchi l’80% delle servitù militari di tutta Italia. Ma soprattutto era furibondo contro Tremonti (quel gran pezzo di federalista), che non aveva voluto riceverlo. E ancora una volta, la satira ha detto la verità. Infatti Tremonti-Guzzanti ha rivelato l’intenzione di vendere la Sardegna per risanare ilbilancio.Ehagià un acquirente ... >> con questo è veramente tutto a presto
SITI
http://snipurl.com/j1cu http://snipurl.com/j1d0 http://snipurl.com/j1d1 http://snipurl.com/j1d6
Grazie a una donna anche nell'Isola si rompe il muro di omertà
Orune. Il sostituto procuratore Passanisi: «Lo scriveranno nei libri di scuola»«Ho visto gli assassini»una donna sfida l'omertà Si chiama Paola Monni la ragazza che per la prima volta si ribella al codice barbaricino
dal www.ilgiornaledisardegna.it
«Lo scriveranno nei libri di scuola». Così parlò il sostituto procuratore Maria Angela Passanisi commentando il coraggioso gesto di Paola Monni.La ragazza di Orune che con la sua testimonianza ha permesso agli inquirenti di fare luce sul duplice omicidio di Pasquale Coccone, suo fidanzato,e Amerigo Zori, avvenuto in un bar del piccolo centro barbaricino il 4 aprile 2004. MINUTA, OCCHI NERI e capelli corvini, Paola Monni ieri è apparsain aula per l’inizio del processo contro Mario Pala, latitante, ritenuto uno dei due responsabili del tragico fatto di sangue (l’altro, Alessandro Sestu,sta già scontando venti anni di carcere). E per la prima volta ribadisce in pubblico le dichiarazioni rese in Questura a tre giorni dall’accaduto. «Ho visto Alessandro Sestu e Mario Pala che estraevano le pistole mentre entravano nel bar “2000”, dove c’erano Pasquale Coccone e Amerigo Zori». La ragazza ripercorre attimo per attimo quella sera, senza tensandro Sestu che esce dal bar con tutta tranquillità. «Mentre usciva mi ha sorriso e si è infilato la mano nel giubbotto». A quel punto la ragazza scappa, temendo che Sestu possa sparare anche lei. Poi i retroscena dell’omicidio. L’antica ruggine fra Pasquale Coccone e Alessandro Sestu, nata due anni prima in seguito all’uccisione del cavallo di Coccone che riteneva Sestu responsabile dell’accaduto e culminata nel luglio del 2003 con il ferimento di quest’ultimo, con un colpo di arma da fuoco al polpaccio. In mezzo discussioni e minacce. AL TERMINE della deposizione la ragazza resta in aula, si siede nei banchi a seguire il resto del processo. Ascolta anche le parole di Alessandro Sestu che, chiamato a deporre, afferma di non voler aggiungere niente a quanto già dichiarato nei precedenti interrogatori. «Perché ho paura», dice ai giudici. La paura che non ha avuto una giovane ragazza. Forse non verrà scritto sui libri di scuola, ma è la prima volta che una donna, nella comunità di Orune che molti descrivono come una società matriarcale, non ha armato la mano assassina della vendetta maquella incruenta della giustizia.
FRANCESCO CABRAS
24.10.05
Senza titolo 923
Mi piace!
Il mio nuovo lavoro mi piace.
Stamane appena sono arrivata ho trovato al mio posto una foto di un bocciolo di rosa bianca per me.
Bella!
Mi sento sempre più Grace!
Senza titolo 922
L'UOMO E IL MARE
(I fiori del male - Baudelaire)
Uomo libero, sempre tu amerai il mare! Il mare è il tuo specchio; tu miri, nello svolgersi infinito delle sue onde, la tua anima. Il tuo spirito non è abisso meno amaro.
Ti compiaci a tuffarti entro la tua propria immagine; tu l'abbracci con gli occhi e con le braccia, e il tuo cuore si distrae alle volte dal suo battito al rumore di questo lamento indomabile e selvaggio.
Siete entrambi a un tempo tenebrosi e discreti: uomo, nessuno ha mai misurato la profondità dei tuoi abissi; mare, nessuno conosce le tue ricchezze segrete, tanto siete gelosi di conservare il vostro mistero.
E tuttavia sono innumerevoli secoli che vi combattete senza pietà né rimorsi, talmente amate la carneficina e la morte, eterni lottatori, fratelli implacabili.
A Frida....
Spero che la mia fine sia allegra e spero di non tornare mai più(Frida Kahlo)
Ya me canso de llorar y no amanece
Yo no se si maldecirte o por ti rezar,
Tengo miedo de buscarte y encontrarte
Donde me aseguran mis amigos que te vas.
Hay momentos en que quisiera mejor rajarme
Pa'arrancarme ya los clavos de mi penar,
Pero mis ojos se mueren sin mirar tus ojos
Y mi cariño hoy con locura te vuelven a buscar.
Ya agarraste por tu cuenta la parranda,
Paloma negra, paloma negra donde estaras
Ya no juegues con mi honra parrandera, si
Tus caricias deben ser mias de nadie mas.
Aunque te amo con locura ya no vuelvas,
Paloma negra tu eres la causa de mi sufrir,
Quiero ser libre, vivir mi vida con quien
Yo quiera, Dios dame fuerzas que me
Estoy muriendo por irla a buscar.
Ya agarraste por tu cuenta la par
Senza titolo 921
Il magico suono delle pietre che unisce l’arte alla natura
Lo scultore Pinuccio Sciola racconta il suo rapporto con la materia che plasma fino a restituirle la sua anima Ecco perché ogni sua opera suscita suggestive emozioni
L’artista si racconta a studenti italiani e tedeschi. Tema, il càntico delle pietre. Cortile della grande casa-laboratorio di Pinuccio Sciola, nel cuore di San Sperate: è in corso un incontro di studio. Il grande scultore parla ai ragazzi forestieri come se parlasse ai suoi figli. Narra della musica delle pietre, dell’esperienza di Assisi, del mistero dell’arte, del rapporto con la natura. Era a Monza, Sciola, nei giorni scorsi, nel parco di Villa Reale, davanti alla scuola in cui hanno studiato Nivola, Fancello e Pintori. E’ felicissimo e confida: «Ho provato un’emozione intensa, completata dalla straordinaria accoglienza riservata alle pietre sonore». Stavolta il cronista non deve fare domande: si limita a riportare quelle dei ragazzi, con le risposte dell’artista.
- Da dove viene l’idea delle pietre sonore?
«Nasce con me. Fin da piccolo, quattro-cinque anni, impastavo il fango. Quando ne avevo sette-otto ho visto dei muratori che spianavano e squadravano delle pietre. Mi sono detto: se loro riescono a fare questo, perché io non posso riuscire a fare una figura, un viso, una mano»?
- Allora?
«Ho rubato un paio di pietre, ho provato con strumenti rudimentali. Ci riuscivo. Poi sono andato alla ricerca delle pietre di San Sperate. Quando sono stato scoperto da Vittorino Fiori, Foiso Fois e dal provveditore agli studi avevo diciotto anni. A casa dei miei genitori non era mai entrato un libro e neanche uno stipendio, io non ho fatto le scuole medie. Sono stato scoperto e buttato al liceo artistico».
- Scoperto come e dove?
«In una mostra a Cagliari, alla Rinascente. Oltre al primo premio, mi diedero quattro anni di borsa di studio per riprendere la scuola, il liceo era privato. Mi sono dedicato agli studi. Il dramma è stato dopo il diploma. Mi proposero di insegnare al liceo».
- Fatto di per sé sconvolgente?
«Mi sentivo più ignorante di quando vi ero entrato ma si era scatenata in me la voglia di sapere. E mi chiedevo: se rimango cosa faccio, l’insegnante? Ho mandato tutti a quel paese e sono scappato».
- In quale direzione?
«A Firenze. Lì ho conosciuto una ragazza tedesca che mi parlava dell’Accademia Internazionale di Salisburgo, la più importante del mondo. Esperienza fondamentale per me. Finiti i corsi, andavo in giro per l’Europa. Dormivo per terra, nelle stazioni ferroviarie. A Firenze avevo lavorato una volta sola il marmo di Carrara, con tutti i santi crismi classici. Rientrato in Sardegna, ho ripreso a lavorare le pietre minori».
- Come mai? E perché?
«Per ridare dignità a questo elemento povero. Ho continuato per anni e mi rendevo conto che ogni colpo dato alla pietra era una violenza. Lavoravo pietre di cava, già violentate. Con la presunzione dell’artista cercavo di ridar loro una forma. Ad ogni colpo mi dicevo: si tratta di una violenza in più».
- Quale rimedio ha trovato?
«Da allora ho cercato di infierire il meno possibile. Ero conscio di avere un alleato immenso: il tempo, gli agenti atmosferici. Scrissi una sorta di epitaffio. Diceva: mi auguro che le mie sculture un giorno ridiventino parte della natura. Posso farvi vedere opere di trent’anni fa sulle quali i muschi hanno sanato le ferite. Quando faccio dei lavori grandi, per togliere un blocco opero una serie di tagli più o meno paralleli, con lo smeriglio. Agevola il lavoro».
- Ma questo è basalto, una pietra molto dura. Come si regola?
«Con il basalto ci vogliono tagli ravvicinati. Passando la mano, sentivo vibrazioni differenti a seconda dello spessore della lama, della profondità, del tipo di pietra. Questa curiosità mi ha portato ad approfondire l’esperienza attraverso incontri con musicisti. Vado avanti con emozioni differenti, tutti i giorni».
- C’è qualche altro che segue la sua strada?
«Finora non ho mai saputo che altrove ci sia un’esperienza del genere. Naturalmente tutto questo è possibile grazie anche alla tecnologia. Se non ci fossero state queste lame che permettono di entrare in profondità, probabilmente non sarei mai riuscito a tirare fuori questi suoni».
- Ci racconta l’esperienza di Assisi?
«In tutta la mia carriera, una delle cose più emozionanti è stata la mostra di due anni fa ad Assisi. L’architetto Strozzi di Terni, per rifare la piazza assisiana dopo il terremoto, ha girato il mondo cercando le pietre giuste. La figlia, architetto lei stessa, ogni tanto gli diceva: in Sardegna c’è uno scultore che fa suonare le pietre. Il padre, come tutti gli operatori del settore, sa che la pietra è muta. E mandava sua figlia a farsi friggere».
- Com’è che invece vi siete conosciuti?
«Qualcuno ha insistito, facendoci incontrare. Io sono arrivato con la documentazione: video, sonora e cartacea. Quest’uomo è rimasto impressionato. E mi ha detto: parlerò subito col Padre custode di San Francesco, ma scrivi anche tu una presentazione».
- E lei cosa ha fatto?
«Ho scritto una lettera direttamente a San Francesco, saltando qualche intermediario». “Caro San Francesco, quando parlavi all’acqua, ai fiori e alle stelle, la pietra stava ad ascoltare in silenzio. Quando hai composto Il cantico delle creature tu non hai mai parlato delle pietre. Grazie all’intuizione di un artista e alla tecnologia, ora la pietra vorrebbe che si ascoltasse la sua musica nella tua piazza e nella tua chiesa. Tanti saluti, Pinuccio Sciola”. Molti ironizzavano: San Francesco ti ha risposto? Replicavo: guardate questa piazza piena di pietre, più risposta di questa! Ma la cosa più bella è stata un’altra: ci hanno fatto fare un concerto nella basilica superiore: quella con gli affreschi di Giotto. Alla fine i frati hanno voluto una mia scultura accanto alla tomba di San Francesco. E mi sono ritrovato in compagnia di Giotto e di Simone Martini».
- Reazioni particolari di chi ascolta per la prima volta le pietre che suonano?
«Sì. Un mio amico che non c’è più, il giornalista della Rai Dino Sanna, venne qui con la famiglia e il giorno dopo mi scrisse una lettera. “Carissimo Pinuccio, da quando ho ascoltato i suoni delle tue pietre la mia vita è sconvolta, non posso più guardare una montagna o un nuraghe senza pensare che al suo interno c’è un suono represso”. Noto un grande interesse a livello di musicologia. A Lussemburgo, l’altro anno, ho fatto una mostra e tre compositori hanno utilizzato i suoni delle pietre per le loro composizioni, lì, ai musei. Ma c’è una domanda che mi fanno tutti e che oggi nessuno mi ha fatto: come nascono i suoni».
- Ha già risposto prima.
«Era una risposta tecnica. Sentimentalmente, i suoni nascono nel silenzio della campagna quando cerco le pietre. Quello è il momento più importante. Ricordo un episodio: nelle campagne tra Uras e Mogoro. A una decina di metri da me ho visto una pietra e mi sono bloccato. Sentivo dei suoni, un’emozione incredibile. Mi sono avvicinato, ne vedevo solo una parte. L’ho girata, accarezzandola. Si è instaurato tra noi un bellissimo rapporto d’amore. L’ho portata in segheria. Quando ho finito di lavorarla con l’acqua, l’ho messa ad asciugare e l’ho accarezzata di nuovo per sentire i primi vagiti».
- Ecco una paternità sui generis!
«Sì, molto molto profonda. Qui vengono tante scolaresche. Ne è venuta anche una da Iglesias, seconda elementare. Una bimba mi ha chiesto: come ti sei avvicinato all’arte? L’insegnante l’ha rimproverata dicendo che la domanda era stupida, nessuno si può avvicinare all’astratto. Ma io ho risposto alla bambina».
- Che cosa le ha detto?
«Mi sono avvicinato all’arte come ognuno di noi si avvicina ai suoi genitori, fratelli, sorelle. Anch’io ho due sorelle: con la più piccola ci gioco e le regalo le caramelle: si chiama Pittura. La sorella grande è molto più severa: si chiama Scultura».
- Lei ha fatto mostre dovunque. L’accoglienza è diversa secondo il luogo, o l’animo umano è sempre il solito?
«I commenti sono sempre entusiasti. Il suono delle pietre lascia tutti stupefatti». Il cronista lo ricorda nel nord della Germania, in una “settimana sarda”, ottobre 1988. Amburgo, città fresca: nessuno sorrideva mai prima delle quattro del pomeriggio. C’era anche Maria Carta, bellissima e triste. Vedendo le pietre di Sciola - non ancora sonore - e ascoltando Maria, i tedeschi iniziarono a sorridere fin dal mattino.
-----------
Noi, ospiti nel giardino della musica
L’esperienza della professoressa Manconi nel laboratorio di S. Sperate
SAN SPERATE. La professoressa Giovanna Manconi accompagna i ragazzi stranieri e i suoi alunni al laboratorio all’aperto di Pinuccio Sciola e dice: «Insegno lingua e letteratura tedesca al Deledda di Cagliari. Siamo tornati dall’artista: ogni anno rinnoviamo il gemellaggio tra la nostra scuola e un ginnasio di Sarbrucken, nel Sarland, vicino alla Francia. In questa scuola, tra l’altro, Pinuccio ha fatto una mostra di grande successo».
«I ragazzi imparano a conoscerlo: ormai è quasi una tradizione, torniamo qui e siamo accolti dall’artista che ci fa vedere le sue opere. Gli studenti lo intervistano e cercano di capire l’idea di base della sua concezione artistica. Oltre al giro per il paese-museo e tutti i murales, studiamo la sua opera e ne registriamo l’evoluzione».
Da quanto tempo ritornano qui, gli studenti del Deledda? Giovanna Manconi: «Da cinque anni. Scopriamo sempre qualcosa di nuovo: i ragazzi cambiano, le generazioni si evolvono, le domande sono diverse. Gli interessi diventano sempre più profondi».
Ma non sarà perché pure lui si rinnova? Questa storia delle pietre che suonano è un bell’incantesimo. Suonano anche le foglie sotto la pioggia, le fronde attraversate dal vento o colpite dalla grandine. Però quelli sono suoni già emersi, mentre la pietra era un suono sepolto. O, forse, non è così?
Annuisce, la professoressa di tedesco: «Pinuccio Sciola è riuscito a tirare fuori i suoni. Un’impressione bellissima l’abbiamo avuta l’anno scorso: nel suo giardino delle pietre stavamo seduti all’ombra, i nostri ragazzi facevano merenda, ad un certo punto alcuni di loro si sono allontanati. Tutto a un tratto abbiamo sentito questi suoni bellissimi. Erano gli studenti che giocavano con le pietre. Un concerto».
Ogni pietra è uno strumento musicale diverso? «Ci son pietre che hanno un suono, altre ne hanno uno più cupo», osserva la Manconi.
«Stando seduti lì ci è arrivato un concerto eccezionale. Io sono capitata qui l’anno scorso. C’era un maestro che tentava di riportare, nella chiesetta qui vicino nel paese, il suono della pietra nello spartito. Diceva: c’è bisogno di due spartiti complementari proprio perché la pietra si presta a diverse sonorità. Sappiamo che Sciola ha fatto suonare maestri veri e propri, ad Assisi, e ne è risultata una serie di concerti di alto livello».
Interviene lo scultore: «Se Michelangelo avesse usato una di queste pietre, il suo famosissimo Mosè avrebbe avuto la parola».
Senza titolo 920
" E' strano quanto alle donne manchi il contatto con la realtà.
Vivono in un mondo tutto loro, e non c'è mai stato nulla che gli somigli, né mai ci potrà essere.
E' troppo bello e se mai riuscissero a realizzarlo, andrebbe in frantumi prima del tramonto.
Qualche dannato fatto con cui noi uomini abbiamo felicemente convissuto fin dal giorno della creazione salterebbe fuori a mandare tutto all'aria."
Questo dici di me con i tuoi amici, tra una birra e l'altra, mentre guardi il largo.
”Là dove il cielo e il mare sono saldati senza giuntura nello spazio luminoso e le vele conciate delle barche sembrano immobili.”
23.10.05
Senza titolo 919
I
Come promeso come mi promettevo nel post precedente continuo ad informarvi sulle news e sul clima che si respira qui in paese nell'atesa che vengano a girare gli esterni di frontiera
dalla nuova sardegna cronaca di olbioa \ gallura del 19\10\2005
«I provini, contro la timidezza» Una giornata con gli aspiranti attori di «Frontiere»
TEMPIO. Tanta passione per il cinema non se la sarebbe immaginata nessuno. Alle prove tempiesi per il casting di «Frontiere», fiction che la Rai girerà nei prossimi mesi in Sardegna, si sono presentati ottocento candidati. Un piccolo universo sommerso di aspiranti attori allettati dalla prospettiva di entrare almeno una volta nella vita nel mondo sintetico di un set. Tra gli 800 aspiranti attori (quasi in equa misura divisi tra maschie femmine, con una nutrita partecipazione di bambini) c’erano proprio tutti: dallo studente cui tornerebbe comodo il compenso giornaliero previsto per i ruoli di comparsa, alla casalinga che pregusta con piacere tutte le scene del backstage, a quanti hanno già fatto esperienza di teatro e piccolo cinema. Un motivo d’interesse, tale da scatenare tanta passione per il cinema, è anche la presenza nel cast di Fabrizio Gifuni, attori che molti ricorderanno nei panni del De Gasperi di Liliana Cavani e che sul set tempiese farà la parte di un tenente piemontese trasferito dai suoi superiori nella Sardegna dei primi del Novecento. L’unico dato negativo è stata la partecipazione piuttosto carente di anziani, ma Franco Bernini, regista di «Frontiere» e uomo di cinema dalle mille risorse, saprà come rimediare. Quasi sicuro di avercela fatta e di rientrare nell’elenco delle circa cento comparse che verranno scelte è chi sa andare a cavallo. La parte di canovaccio della fiction che sarà girata a Tempio prevede, infatti, scene con militari a cavallo.
Là dove ci sono militari e carabinieri dovranno esserci anche dei banditi. Lo prevede, d’altronde, il romanzo («Caccia grossa»), al quale la sceneggiatura curata da Marcello Fois s’ispira. Per il casting potrebbero allora servire figuranti con facce truci e profili poco rassicuranti, visi da popolano per le scene da mercato e esperti cavalieri. Sono previsti quindici giorni di lavorazione tra dicembre e gennaio. Come si usa dire in questi casi, le location saranno due degli angoli più caratteristici del centro storico: piazza S. Pietro e via Roma. La scelta è il risultato di un sopralluogo fatto da Franco Bernini nelle scorse settimane, dopo che i suoi collaboratori, mandati in avanscoperta, avevano già preso le misure al futuro set di «Frontiere», film che, girato tra Tempio e Nuoro, sarà diviso in due puntate e proposto dalla Rai nel prossimo palinsesto televisivo.
C’è da dire che la grande affluenza di aspiranti attori ha sorpreso un po’ tutti. Anche perché quella che domenica ha preso d’assalto il palazzo degli Scolopi non può dirsi una folla di cinofili di razza. «Essere qua e provare a mettersi in gioco - ha dichiarato una delle candidate - è la molla che mi ha spinto a vincere la timidezza». «E se poi - le hanno chiesto dovessi realmente farcela?» «Allora - ha risposto con la sicurezza di una che calca da una vita le scene del jetset - il prossimo passo sarebbe Hollywood e un ruolo da prima attrice al fianco di Tom Cruise».
Giuseppe Pulina
Senza titolo 918
by G. D'allorto
Rinascerò...
sorriderò...
gioirò...
Il mio cuore come un serpente
ha sfilato la sua veste ed ora
la vedo ai miei piedi
colma di ferite.
Ardirò con essa i ricordi disgustosi
mi scrollerò l’anima inquieta
dall’attesa di un tuo ripensamento.
- finalmente sarò viva –
amerò…
farò mia, la luce del sole…
migliaia di stelle brilleranno per me…
La mia carne, rosea e profumata
amerà ancora.
La neve dal mio cuore s’è sciolta.
Il mio corpo adorno di fiori
vedrà la primavera….
il caldo dell’estate…
nuove stagione di dolcezza
- rinascita -
La farfalla non vive bene
all’ombra…
la farfalla vuole luce
volerà sulla corrente delle opportunità
- sul mio corpo -
germoglieranno
splendori
____________
Silvana
Senza titolo 917
[Pensieri notturni]
03.00:
“Sembri fragile ma in fondo sei forte, i colpi duri li sai incassare”
E allora perché essere triste?
Se ci sono comunque degli amici, del vino e tante parole.
Sentirne la mancanza è assolutamente normale, è ancora poco il tempo…
“Tante cose belle e nuovi posti da vedere per te”
Forse parlo per effetto del vino, o forse per voci e parole sentite e lette.
Ma guardare avanti non è poi così tanto male, solo forse un po’ dura.
“Intorno ci sono tante persone..”
Vero.
Una bella telefonata ieri, una bella cena ieri, un’altra bella telefonata ieri, una bella uscita ieri e tanta compagnia ieri… Spero che oggi questa tranquillità duri…
22.10.05
Senza titolo 916
La voglia di dichiararsi impotenti è forte. La voglia di cambiare anche.
E scusate la retorica.
Senza titolo 915
Rimani ferma anche quando l’acqua non corre più, ritorni a disegnare finchè all’una di notte non ricevi una telefonata del tuo exex , di ritorno dall’uscita con la sua attuale,che ti chiede di andare a prendere qualcosa con lui al bar… rifiuti, e poi con semplicità lui ti chiede consiglio sul regalo che deve fare alla raga per la laurea… MA CHE CACCHIO VUOI DA ME???
Ieri sera ho ascoltato ripetutamente Dormi dei subsonica.. mi piacerebbe se qualcuno…
STREPITOSA… questa è la parola che mi gira nella mente, è così che mi ha definito una persona che mi conosce… ma lo sono davvero?
Ho passato il pomeriggio con un’amica che non vedevo da una vita, sono stata piacevolmente bene!
Buona serata a tutti!
Senza titolo 914
Cari amici\che
Nel momento in cui scrivo il blog il nostro blog festeggia 30.000 visite . La nortizia è positiva in quanto dimostra come il blog stia tenendo testa alla crisi che stanno affrontando i blog ( vedi chiusure o lungo periodo di innattività ) . Ora che succederà ? .Ora mi chiedi se coloro che invitati a scrivere e non hanno aderito o lo fanno solo nei commenti oppure coloro che invitati hanno scritto un solo post o nessuno si precipiteranno con aumentato entusismo per via della lunga astinenza ? e chi invece scrive di più si disintossicherà dalla cdv dipendenza . Credo che l'unica risposta sia Chi vivrà vedrà . Ma fortunatamente i vostri scritti e i vostri commenti , anche se sempre più radi e le vostre email sembrano comunque positive tanto da farmi vincere la sfiducia che stavo passando davanti ai post senza commenti e quindi continuare a tenerlo aperto . Maa ora basta con le celebrazioni altrimenti finisco per lodarmi troppo e come ben sapete un noto proverbio dice chi si loda s'imbroda o peggio si finisce per fare come miles Pirgopolinice, il protagonista di MILES GLORIOSUS( Il soldato fanfarone) di Tito Maccio Plaut Plauto . Questo numero post racconterà una storia di un frate ( anzi ex ) francescano che scelse come alcuni poreti ( alcuni rientrati nei ranghi , altri scomunicati o sospesi a divinis ) che in quel periodo preferirono stare fra gli operia ovvero finire con l'essere etichettati o peggio bollati come preti operai o ( vedere riquadro ) a sinistra ) o cattocomunisti . Egli fu uno di quelli che no rientrò nei ranghi e che scelse di stare affianco dei << minores >> i lavoratori . Infatti quando gli venne imposto di rientrare in concvento si rifiuto e venen espulso dall'ordine . Era un prete scomodo infattoii in una serie d'inconri di battito tenuti a nell'ottobre 1995 dal mtitolo IN PRINCIPIO ERA LA COSCIENZA disse : nell'intervento del 27\10\1995 uno dei suoi ultimi discorsi << Tra coscienza ed appartenenza si intravede facilmente una quasi inevitabile convivenza ma convivenza con possibili, anzi probabili, frizioni. Anche il linguaggio manda avvertenze piuttosto chiare. Con-scienza dice attivita' di conoscenza,di consapevolezza. Con particolare riferimento (il vocabolario non e' insensibile a filosofia, teologia, psicologia ecc.) a se stessi come complesso di potenzialita', volonta', giudizi, sentimenti. Coscienza, in definitiva, come responsabilita'; fedelta' a se stessi; diritti-doveri inalienabili; l'io profondo e piu' esigente... Appartenenza, invece, rimanda ad un collettivo (famiglia, lingua, cultura, religione...) nel quale l'individuo si colloca ma al quale l'individuo e' anche vincolato (ad e pertinere, cioe' "appartenere a" o "essere proprieta' di"). Insomma quasi due poli opposti: uno con attrazione sul singolo e la sua singolarita'; l'altro calamitante alla conformita' nell'insieme. Gibran scompone questa associazione tra coscienza ed appartenenze e prospetta la coscienza come luogo dell'unica vera appartenenza: "Credo che vi siano al mondo gruppi di persone e individui che sono affini indipendentemente dalla razza. Dimorano nello stesso regno della coscienza. E' questa la parentela, semplicemente questa" (Le parole dette, Paoline, Milano 1994, p. 48).Facile cogliere echi o assonanze con Gesu' di Nazareth: "Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica" (Lc. 8, 21). Dunque: coscienza ed appartenenze. Con particolare attenzione - e spazio - alle appartenenze religiose. Segno alcuni passaggi. Senza pretese. Soltanto qualche considerazione, magari intorno all'ovvio, ma di uno che non vorrebbe svendere o lasciare appiattire quanto - e non come eccezione ma come regola - gli e' stato dato in esclusiva e in esclusiva gli viene richiesto.(...) >> continua qui dove trovate anche gli altri interventi . Ora un libro , di cui prongo un articolo tratto dall'unità del 22\10\'05 di recente pubblicazione racconta la sua storia . Il libro s'intitola "" mai dire fine " è che racconta la sua storia è uscito postumo .Per chi volesse ordinarselo può o contattare uno dei distrubutori qui l'elenco oppure si puoì anche scrivere una email alla casa editrice ordini@ilpozzodigiacobbe.com indicando titolo, isbn del volume scelto ( ISBN : 88-87324-71-9 ) e indirizzo a cui si vuole ricevere la merce . Ops mi sono accorto che il giornale in cui ho letto la storia è a pagamento . se trovo qualche anima pia che mi mandi l'articolo dell'unità di oggi ( 2|X|2005) lo riportero o con un nuovo post o nell'aggiornamento di questo post . Accontentatevi di questi riferimenti che riporto qua sotto
http://snipurl.com/iuvh http://snipurl.com/iwbi http://snipurl.com/iuvj
Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.
Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...
-
https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
-
Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
-
Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...