Un'altra identita' Ti do quello che il mondo, Distratto non ti da' Io mi vendo, e gia'! A buon prezzo, si sa! Seguimi !
da mi vendo di renato zero
Qualche giorno fa ascoltando , mentre ero " sotto tosatura " dal barbiere , studio aperto sento questa news ; << Ospite d'onore Azouz Marzouk ad una serata mondana con Lele Mora, il noto manager di numerosi artisti che questa sera sarà in una discoteca di Eupilio nelle vicinanze di Como. La notizia della presenza del 36enne tunisino rimasto vedovo dopo la strage di Erba, ha riacceso i riflettori su un 'personaggio' molto discusso nelle settimane successive l'eccidio in cui furono ammazzate sua moglie, la suocera e il figlioletto di due anni, per il suo continuo esporsi sui mezzi di informazione. >>
Ecco,questa è una di quelle cose che mi rovocano un misto inscindibile di rabbia,indignazione e disgusto : presentatogli da Corona di cui ha dichiarato di essere amico (il che già basterebbe in sé a descrivere il personaggio), Azouz Marzouk è entrato a far parte della scuderia di Mora e sta facendo l’uomo immagine in giro per le discoteche . E' anche vero che come dice lui : << Non vedo cosa ci sia di male >> . Ma un po' di coerenza non si può predicare bene ( e li aveva anche la mia solidarietà e simpatia ) ma razzolare male . D'accordo che ciasuni di noi uno vive il proprio lutto come meglio crede : presenza quotidiana o salturia al cimitero , oppure come un m mio compaesano e padre di un mio carissimo amico stando seduti fissi a guardarsi l'immagine della moglie ., oppure oganizando tornei ., oppure come nel caso di mia zia paterna creeando dopo la morte del proprio caro un'associazione dedicata alla figlia ma anche a tutti i giovani di Tempio che, vuoi per malattia o per incidente, hanno lasciato la vita nel corso della loro, più o meno inoltrata, primavera. << (...) Lo lo scopo di onorare il ricordo e il nome di Monica Petitta, una giovane che il 1° luglio del 2005,colpita da un male che non perdona,ci ha lasciato dopo un anno di sofferenza ed amore . ---Inoltre--- L’associazione, fortemente voluta dai familiari e dagli amici di Monica, si definisce culturale ma i suoi scopi sono prevalentemente benefici e di solidarietà umana e sociale.(.. ) >> ., o di rifarsi \ rincominciare come meglio crede la vita . Ma un po' di dignità e di buon senso non guasterebbe in particolare quando si è subito un fatto del genere che ti ha colpito in prima persona . E ha ricevuto solo mer ... ehm ... fango dai media ( esclusi pochi ) . Insomma concordo con quanto dice su tale argomento la cdv albaprimitiva : << Dopo il bagno di sangue l’unico elemento(mi rifiuto di dire l’unica PERSONA) rimasto di una famiglia distrutta,fatta a pezzi nel vero senso del termine,ha il coraggio di mettersi a fare il velino.Fermate il mondo,voglio scendere. Anzi no,voglio che quelli come lui scendano.prima che mi viene da vomitare ! >>
Siccome in rete non c'era niente di simile, ho deciso di creare un blog di scrittura creativa. Di solito ci sono i forum e i siti su questa tematica, ma blog ancora non ne avevo visti, anche se sicuramente qualche centinaio ne esisterà sicuramente. Il blog si chiama IL POSTO DEI LIMONI e sarà un luogo in cui chi vorrà potrà postare i propri testi sperando di ricevere commenti e giudizi. Piccola chiosa sul nome... ho passato due giorni a pensare un nome per il blog che avesse a che fare con la radice scrivere, parole, scrittura ecc. in varie declinazioni linguistiche, e tutte le volte che sembravo aver trovato qualcosa di interessante la ricerca su google mi smontava dicendo che quel nome era già preso da altri siti-forum a tema. Allora mi sono incazzato e ho pensato di dargli un nome che non c'entrasse niente con quella radice e ho avuto un flash istantaneo, non chiedetemi da dove veniva e perchè, ma mi è piaciuto e così è stato. Forse vuole essere un omaggio a Montale e ai suoi solarie e gioiosi quanto inarrivabili limoni... Ovviamente se volete partecipare al blog fatemi un fischio.
venerdì 15 giugno 2007 ore 18 Napoli la Feltrinelli via San Tommaso D'Aquino 70-76
Il sistema dei rifiuti in Campania
a partire dal libro-inchiesta di Alessandro Iacuelli, Le vie infinite dei rifiuti. Il sistema campano ne discutono: Francesco Bassini un blogger attento ai problemi della città Antonio Risi urbanista, esperto di questioni ambientali partecipano: Marco Rossi-Doria (decidiamo insieme); Massimo Mendia (operatore del settore); Sabina Laddaga (rete campana salute e ambiente).
sarà presente l'autore.
L'inquinamento costante e sistematico dell'ambiente e dei suoi abitanti sta cambiando la morfologia del paesaggio, rendendolo ormai molto simile ad una grande discarica. Ciò che è visibile ad occhio nudo, tuttavia, non basta per comprendere un fenomeno molto più complesso, il cosiddetto "business dei rifiuti".
Nel desolante paesaggio generale emerge Napoli, che agonizza soffocata dalle esalazioni dei rifiuti urbani, e la Campania, che muore avvelenata da materiali tossici, dalla politica compiacente e dalla criminalità che la assedia. "Le vie infinite dei rifiuti" è un'inchiesta giornalistica che ricostruisce il viaggio e lo smaltimento dei materiali tossici verso la Campania e le motivazioni concrete dell'ormai cronica "emergenza rifiuti" della regione.
dalla IV di copertina Iacuelli ha scavato nelle radici di questa imbarazzante pagina della storia del nostro Paese ricostruendo nei dettagli il percorso che le ecomafie hanno fatto in quindici anni per conquistare il "potere" sul territorio e garantirsi introiti stratosferici attraverso traffici illegali che avvengono sotto gli occhi di tutti e senza che nessuno muova un dito per fermarli. Soprattutto quelli che avrebbero il dovere di farlo. Perchè la soluzione - anzi, le soluzioni - ci sono eccome. E Iacuelli non le tace, così come non manca di ricordare nomi, circostanze, luoghi e omertà che inchiodano i responsabili di questo scempio davanti all'opinione pubblica senza possibilità di sconti. Un'inchiesta, dunque, che consente a chiunque di vedere lucidamente i contorni del problema ed arrivare a capire qual è oggi il vero "oro di Napoli". E poter guardare negli occhi gli autori di questa vergogna senza alcun timore. Elena G. Polidori (La Nazione)
l'autore Alessandro Iacuelli è giornalista free lance. Fa parte della redazione della testata on-line Altrenotizie, per la quale ha curato tra l'altro, inchieste sull'emergenza gas dell'inverno 2005/2006, sul nucleare in Italia e sui rifiuti tossici e le ecomafie in Italia meridionale. Di origine napoletana e laureato in Fisica, da anni si sta occupando a tempo pieno della particolare "emergenza" che vive la Campania da quasi 15 anni, tornando a seguire la "sua" terra, il commissariamento straordinario dei rifiuti, le attività ecomafiose legate alla presenza camorristica, e l'aspetto sanitario che sta provocando un aumento dei casi di cancro nella regione.
il libro Titolo Le vie infinite dei rifiuti. Il sistema campano Autore Alessandro Iacuelli Anno 2007 Editore Altrenotizie.org / Lulu ISBN 978-1-84753-184-1 altre info http://rifiuti.alessandroiacuelli.net
non andare dove ti porta la strada . Va' piuttosto dove non c'è strada e lascia una traccia ralph waldo ermerson . dedicato a http://diaboliqueoudivine.splinder.com/ lei sa il perchè
Alcuni , ma sono solo sospetti per il loro modo di scrivere e , il cui odio ( non rivolto ala persona , perché con i miei viaggi sono riuscito ad incanalarlo verso i loro atteggiamenti ) è cortesemente ricambiato , paesani hanno preso di mira il mio blog riempendo i commenti con scritte idiote , insulti ( sei un illuso , sei un coglione fra i più benevoli ) , e spam di indirizzi porno , fortunatamente splinder ha deciso di mettere l'opzione moderazione nei commenti . Ed è a loro che dedico la Caduta del poeta Giuseppe Parini .
La caduta
Quando Orïon dal cielo Declinando imperversa; E pioggia e nevi e gelo Sopra la terra ottenebrata versa, Me spinto ne la iniqua Stagione, infermo il piede, Tra il fango e tra l'obliqua Furia de' carri la città gir vede; E per avverso sasso Mal fra gli altri sorgente, O per lubrico passo Lungo il cammino stramazzar sovente. Ride il fanciullo; e gli occhi Tosto gonfia commosso, Che il cubito o i ginocchi Me scorge o il mento dal cader percosso. Altri accorre; e: oh infelice E di men crudo fato Degno vate! mi dice; E seguendo il parlar, cinge il mio lato Con la pietosa mano; E di terra mi toglie; E il cappel lordo e il vano Baston dispersi ne la via raccoglie: Te ricca di comune Censo la patria loda; Te sublime, te immune Cigno da tempo che il tuo nome roda Chiama gridando intorno; E te molesta incìta Di poner fine al Giorno, Per cui cercato a lo stranier ti addita. Ed ecco il debil fianco Per anni e per natura Vai nel suolo pur anco Fra il danno strascinando e la paura: Nè il sì lodato verso Vile cocchio ti appresta, Che te salvi a traverso De' trivii dal furor de la tempesta. Sdegnosa anima! prendi Prendi novo consiglio, Se il già canuto intendi Capo sottrarre a più fatal periglio. Congiunti tu non hai, Non amiche, non ville, Che te far possan mai Nell'urna del favor preporre a mille. Dunque per l'erte scale Arrampica qual puoi; E fa gli atrj e le sale Ogni giorno ulular de' pianti tuoi. O non cessar di porte Fra lo stuol de' clienti, Abbracciando le porte De gl'imi, che comandano ai potenti; E lor mercè penètra Ne' recessi de' grandi; E sopra la lor tetra Noja le facezie e le novelle spandi. O, se tu sai, più astuto I cupi sentier trova Colà dove nel muto Aere il destin de' popoli si cova; E fingendo nova esca Al pubblico guadagno, L'onda sommovi, e pesca Insidioso nel turbato stagno. Ma chi giammai potrìa Guarir tua mente illusa, O trar per altra via Te ostinato amator de la tua Musa? Lasciala: o, pari a vile Mima, il pudore insulti, Dilettando scurrile I bassi genj dietro al fasto occulti. Mia bile, al fin costretta, Già troppo, dal profondo Petto rompendo, getta Impetuosa gli argini; e rispondo: Chi sei tu, che sostenti A me questo vetusto Pondo, e l'animo tenti Prostrarmi a terra? Umano sei, non giusto. Buon cittadino, al segno Dove natura e i primi Casi ordinàr, lo ingegno Guida così, che lui la patria estimi. Quando poi d'età carco Il bisogno lo stringe, Chiede opportuno e parco Con fronte liberal, che l'alma pinge. E se i duri mortali A lui voltano il tergo, Ei si fa, contro ai mali, Della costanza sua scudo ed usbergo. Nè si abbassa per duolo, Nè s'alza per orgoglio. E ciò dicendo, solo Lascio il mio appoggio; e bieco indi mi toglio. Così, grato ai soccorsi, Ho il consiglio a dispetto; E privo di rimorsi, Col dubitante piè torno al mio tetto.
Lo so , è non hanno tutti i torti alcuni cdv e i miei vecchi , che sto dando le perle ai porci ( qui l'origine del detto e qui il significato religioso ) ma a volte da gli escrementi dei porci che si nutrono niente si ha quello che diceva De Andrè : << dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior >> nella famosa canzone via del campo . Concludo ad alcuni cdv in particolare ad una che sono allo sbando e che ritengono di non poter essere "all'altezza" di poter scrivere qualcosa di tanto interessante. IL loro "odio" verso il mondo e la sua crudeltà e stupidità, li porta purtroppo ad estraniarsi troppo spesso da quelle che sono le notizie quotidiane. dedico questo video dei Modena city ramblers
ovvero la messa in musica del romanzo Cent'anni di solitudine, di Marguez un romanzo che narra le vicende della famiglia Buendía a Macondo. Un'opera che è considerata la massima espressione di quelllo che molti studiosi chiamano realismo magico.Una curiosità: il paese immaginario Macombo deve il suo nome ad zona vicino al suo paese di origine, dove erano presenti molti vigneti, che l'autore poteve vedere in treno durante i suoi viaggi.
Il prossimo 25 giugno è il termine ultimo per inviare le opere che vorrano partecipare all’ottava edizione del Premio Letterario Internazionale di Poesia e Narrativa “ Tra le parole e l’infinito”
All'ombra de' cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro? Ove piú il Sole per me alla terra non fecondi questa bella d'erbe famiglia e d'animali, e quando vaghe di lusinghe innanzi a me non danzeran l'ore future, né da te, dolce amico, udrò piú il verso e la mesta armonia che lo governa, né piú nel cor mi parlerà lo spirto delle vergini Muse e dell'amore, unico spirto a mia vita raminga, qual fia ristoro a' dí perduti un sasso che distingua le mie dalle infinite ossa che in terra e in mar semina morte? Vero è ben,Pindemonte! Anche la Speme, ultima Dea, fugge i sepolcri: e involve tutte cose l'obblío nella sua notte; e una forza operosa le affatica di moto in moto; e l'uomo e le sue tombe e l'estreme sembianze e le reliquie della terra e del ciel traveste il tempo.
(...)
Da " Dei Sepolcri " (v 1--20 qui il resto del testo ) di Ugo Foscolo (1778-1827)
«Bush come Moro», sfregio a Roma Profanata in via Fani la lapide dell'ex leader Dc ucciso dalle Br. Sdegno nel mondo politico. La reazione di Napolitano: «Atto vile»
CASAGIOVE. Il Sindaco Vincenzo Melone ha inviato alla Direzione Provinciale di Caserta di Poste Italiane una missiva avente ad oggetto i lavori presso Ufficio Postale di Casagiove. La Società Poste Iataliane, per l'appunto, ha creato un ufficio postale utilizzando un container il che crea non pochi problemi per gli utenti viste le condizioni aeratorie che tale struttura può offire ed il caldo inclazante. Come al solito le città del Sud Italia vengono trattate dalle Istituzioni statali alla pari dei Paesi del Terzo Mondo. I casagiovesi poerò si stanno mobilitando e la scrivania del primo cittadino è stata invasa dalla loro lettere di protesta.
Nella sua comunicazione inviata alla Società Poste Italiane il Sindaco Melone ha evidenziato: “Sono giunte alla mia attenzione numerose lagnanze da parte di cittadini di Casagiove in merito alla funzionalità dell’Ufficio Postale sito in città che da tempo è trasferito presso una struttura container. Com’è ben comprensibile tale situazione è altamente disagevole per coloro che quotidianamente si recano presso tale struttura per il servizio offerto da Poste Italiane. Risulta, ad oggi, che i lavori di ristrutturazione dell’edificio hanno avuto un arresto ed è mia preoccupazione segnalare la necessità che essi vengano ripresi il prima possibile, affinché possano essere eliminati i disagi che attualmenteaffliggonola popolazione”.
Firenze - Le intercettazioni degli 007 italiani hanno fatto venire a galla la presenza di vari focolai massonici in Toscana, capeggiati in prevalenza da membri dell'Udc. Le indagini sono dirette dal pm Henry John Woodcock. Tra gli indagati spiccano i nomi di Giampiero del Gamba, ex segretario della Dc ed ora dirigente Udc di Livorno; Mauro Lazzeri, responsabile del tesseramento del partito; Luigi Maria Piazza, ingegenre livornese, un tempo consigliere comunale per il Psdi e poi per il Psi. Le localitè toscane dove sono sorti questi focolai massonici sono: Livorno, Arezzo, Lucca, l'Isola d'Elba. Per quinto riguarda Arezzo non è difficile ipotizzare il collegamento fra la massoneria Toscana e quella napoletano visto che il territorio aretino da anni è sede di attività commerciali aperte dal clan casertano dei Casalesi finalizzate al riciclaggio del denaro sporco. I casalesi sono dalla notte dei tempi sospettati di massoneria. Ipotesi on negabile visto che loro hanno iniziato la loro attività con il ciclo del cemento. Studiando le orgini storiche della massoneria è ben messo in evidenza che i primi massoni, vissuti nel Medio Evo, erano mastri muratori addetti all'edificazione delle case. Romilda Marzari
1) SI narra che Publio Licinio Crasso, sia stato ucciso ed un soldato partico gli abbia troncato la testa, infitta poi su un'asta per atterrire i Romani e che i Parti abbiano ucciso Crasso - da loro considerato come l'uomo più ricco del mondo - facendogli bere dell'oro fuso. La disfatta di Carre, fu una delle più drammatiche catastrofi della storia militare di Roma (soprattuto perché furono perse le Aquile della legione recuperate poi da Germanico).
2) L'evento più famoso del regno di Shapur fu la cattura dell'imperatore romano Valeriano nel 261. Controverso è il destino dell'imperatore dopo la cattura. La versione di Lattanzio è che Valeriano fu prima umiliato da Shapur, che lo usò come uno sgabello per montare a cavallo, e poi venne scuoiato e la sua pelle, riempita di scarti, dipinta di rosso usata come trofeo Tutti e due i racconti non sono sicuramente veri al 100% ma contengono ovviamente molto dello spirito del tempo. Per riassumere lo "spirito del tempo": i Romani sono la civiltà, il resto è merda. I Romani hanno la civiltà e gli altri la barbarie, fondata sul culto religioso fondamentalista e sulla venerazione del capo oltre ogni logica ed a scapito della stessa vita degli umili. Gli "altri" sono crudeli e cattivi, noi rifelissivi e umani. Le loro guerre sono fatte per chissà quali motivi, le nostre si possono definire "liberazioni".
Se pensiamo a quella stessa situazione proiettata qualche secolo dopo, potremmo vedere Bin Laden nei panni di Shapur e la povera New York, colpita a sangue dal barbaro Afghano, come il povero Valeriano rapito, umiliato e poi ucciso.
L'unica vera differenza è che noi oggi ci scegliamo anche i nemici perchè Bin Laden e i Talebani sono gli ex-amici, frutto della fantasia americana, prima contrro i Russi e oggi contro la "civiltà".
Vorrei dare quanta più diffusione possibile a questa notizia appresa su BLOGOSFERE, che ho deciso di copiare e incollare per intero qui, nella speranza che esso susciti nei bloggers di CDV lo stesso sentimento che ha provocato in me...
A voi la lettura e lo sconcerto:
"Combattere la pedofilia non significa soltanto punire chi commette atti così aberranti. Vuol dire anche respingere l'inaccettabile mentalità di chi difende, orgogliosamente, l'appartenenza a tale categoria. E' per questo che non possiamo far finta di nulla nel sapere che il 23 giugno sarà la Giornata dell'orgoglio pedofilo. Sì, avete letto bene: la Giornata Mondiale dell'Orgoglio Pedofilo (boyloveday international), una "festa" riconosciuta ormai da 8 anni.
La notizia, come spesso accade in questi casi, sta facendo il giro della Rete e la blogosfera si sta mobilitando in vari modi per far sì che la gente venga a conoscenza di questa allucinante iniziativa. Sono stati proprio due blogger, Mondodonna e Il Corsaro Nero, a segnalarci l'evento. La Giornata mondiale dell'Orgoglio Pedofilo è sostenuta su un sito ufficiale, dove vengono spiegate le ragioni dell'istituzione di questa "celebrazione": "While responsible boylove is about the caring, mentoring and loving relationships that exist between millions of boys and older males, there are, sadly, a few older males who use and abuse boys for their own selfish purposes. Society, and especially the media, often fail to distinguish between these two opposites". In qualche modo si cerca di giustificare una relazione tra uomini e ragazzi più giovani, in nome della libertà di pensiero e di orientamento sessuale. Se date un'occhiata alla galleria delle immaginicapirete come non si tratti semplicemente di libero orientamento sessuale se persino Babbo Natale con attorno alcuni bambini viene preso come modello. In Rete molti blogger si stanno mobilitando contro l'Istituzione di questa Giornata e stanno organizzando contromanifestazioni in tutta Italia. Scrive Sissunchi con preoccupazione: "Non è un sito illegale, non contiene pornografia, anzi questi signori si impegnano a convincere i loro lettori di agire nel bene, di volersi differenziare dai criminali, da chi fa atti violenti, da chi costringe i bambini, i ragazzi, dicendo che loro li amano.(...) Non è una novità, sono 8 anni che questa giornata esiste, che questo sito è on line, nell'indifferenza di tutto gli organismi internazionali, qualcuno ha addirittura richiesto l'intervento dell' ONU, ma tutto è rimasto così comè". Orpheus, invece, sottolinea come si debba fare attenzione non solo ai pedofili ma anche a chi "appoggia e quindi contribuisce a fare passare, l’idea che la pedofilia sia un "orientamento sessuale" e che quindi deve potersi esprimere liberamente in uno stato diritto, quando non è direttamente collegata ad una violenza fisica. Gli sponsor della cultura della trasgressione come forma di libertà estrema, hanno contribuito all’enorme diffusione della pedofilia e alla crescita vertiginosa di ‘cessi’ come il Nambla, in quanto difensori del diritto della “libertà d’ espressione pedofila” che, secondo le loro menti malate, non causa violenza diretta sui bambini. Va da sè che un libro pedofilo non violenta un bambino, ma il pedofilo che si sente legittimato da questa oscena normalizzazione della pedofilia, sì". L'Associazione per la Mobilitazione Sociale, fortunatamente, non è stata in silenzio è ha indetto per il 23 giugno una fiaccolata a Palermocontro le vittime della pedofilia. La blogosfera non può restare in silenzio. Sarà banale dirlo, ma la Rete serve anche a dare voce a chi non ne ha."
Vorrei tra l'altro dare risalto alla segnalazione di Iperio, che sconsiglia di cliccare sul sito pedofilo, poichè ogni visita viene conteggiata e usata come testimonianza a favore del loro "punto di vista".Prego tutti i bloggers di dare la massima importanza a questa notizia, diffondendo il nostro sdegno e sconcerto.
E' bello essere un caso clinico. Quando entro in ospedale medici e infermieri si passano già la voce. Quelli ancora chiusi in sala barelle per una sveltina vengono richiamati di corsa. La dottoressa mi aspetta già nel parcheggio. Noto fibrillazione nei corridoi. Le infermiere mi lanciano occhiatine da dietro le cartelle cliniche con le quali si celano il viso. Inservienti e altri pazienti si rammaricano per non poter assistere all'esame, qualcuno pensa già a qualche scusa per poter oltrepassare la porta e il separé: uno scopettone da passare, un cestino da vuotare ...
di Gianni Bazzoni Il «sassarino» di 107 anni che non temeva di morire Si è spento nella sua casa di Mores uno degli ultimi fanti sardi che conobbero le stragi nelle trincee
MORES. L’aveva detto anche di recente: «Non ho paura di morire, il mio è un viaggio sereno che sta per concludersi». Giovanni Antonio Carta, uno dei più giovani soldati italiani sul fronte della prima guerra mondiale, si è spento ieri all’alba. Aveva 107 anni. Il 28 dicembre ne avrebbe compiuto 108. È vero, non aveva paura della morte, perchè al fronte aveva visto «le peggiori brutture che un avvenimento come la guerra possa riservare». L’ultimo “sassarino”, si diceva. L’ultimo dei centomila (tanti furono i sardi chiamati alle armi nella campagna del 1915-18 che mobilitarono le classi dal 1876 al 1899). Tiu Giuann’Antoni Carta, ieri se n’è andato quando cominciava a fare giorno e non ha fatto in tempo a sapere l’ultima novità. Lui era il più anziano soldato della Brigata Sassari vivente, ma in Italia. In Francia, a Saint Tropez, infatti, c’è un altro cavaliere di Vittorio Veneto: si chiama Giustino Tuveri, originario di Collinas (nel Cagliaritano) dove è nato il 13 maggio 1898. Tuveri era emigrato in Francia nel 1920 e da allora ha sempre vissuto all’estero. Un mese fa il colonnello Gianfranco Scalas, comandante del distaccamento alla sede del 151º Reggimento attualmente impegnato in Afghanistan, l’aveva rintracciato telefonicamente. «Ho parlato con lui tramite la figlia - ha raccontato Scalas - perchè l’unico problema che Tuveri sembra avere a 108 anni è quello dell’udito». Giustino Tuveri, inquadrato nel 152º Reggimento fanteria (gemello del 151º nel quale militava Giovanni Antonio Carta) non ha mai interrotto i contatti con il suo paese di origine, e la scorsa estate a Collinas è stato organizzato in suo onore un festeggiamento pubblico al quale ha partecipato commosso in video-conferenza da Saint Tropez. Il caporal maggiore Giovanni Antonio Carta sarebbe stato felice di incontrare il «vecchio» collega. Da qualche anno non faceva più programmi, viveva alla giornata con la consapevolezza di rappresentare un pezzo di storia della Sardegna e dell’Italia. Non gli piaceva, invece, quella definizione di «monumento vivente», perchè sapeva troppo di «cosa fredda, immobile», insomma di statua. Era fatto così tiu Giuann’Antoni: figlio di contadini, non ha mai rinnegato le proprie origini («in quel tempo in Sardegna si cominciava fin da bambini ad aiutare i familiari nel lavoro») e finchè ne ha avuto la forza ha continuato a recarsi nei campi, ha coltivato l’orto. Energico, lucido e preciso, così ha vissuto fino agli ultimi giorni il caporal maggiore Giovanni Antonio Carta. Ogni incontro era l’occasione per rivivere momenti storici, per raccontare episodi (molti dei quali inediti) e sentirsi sempre più vicino a una istituzione e a una bandiera che ha sempre difeso. E per festeggiare il compleanno di quel giovinotto di 107 anni, il 28 dicembre dello scorso anno, nella sua casa di Mores, era arrivato anche il ministro sardo della Difesa Arturo Parisi. Attorno a lui anche il comandante della Brigata Luigi Francesco De Leverano, il prefetto Salvatore Gullotta, il questore Cesare Palermi, il comandante provinciale dei carabinieri Paolo Carra, e il sindaco di Mores Pasquino Porcu, oltre a una delegazione dell’associazione della Brigata Sassari. Anche per loro «pillole» di ricordi. Limpidissimo quello dei 18 anni. «Ricordo perfettamente quella notte - aveva detto Giovanni Antonio Carta - perchè festeggiai facendo la vedetta, con l’inverno che ormai si faceva sentire in maniera pungente. Venni ricoverato per quindici giorni all’ospedale militare di Fontanelle a causa del congelamento dei piedi. L’equipaggiamento che allora avevamo in dotazione non era dei migliori e le fasce sopra gli scarponi non erano sufficienti a proteggere dall’umidità e dal freddo». Da soldato semplice a caporalmaggiore (15 giugno 1918), una esperienza forte mai dimenticata che l’ha aiutato a non banalizzare le cose della vita, fino all’ultimo giorno. «La fame era uno dei problemi da risolvere - aveva raccontato, scrivendo anche una testimonianza diretta in Sos Ammentos -; bere era meno problematico, perchè scioglievamo la neve, ma il cibo era scarso e poco nutriente e consisteva esclusivamente in gallette e zuppa». Spirito di fratellanza «mai più provato nel corso della mia vita», così diceva tiu Giuann’Antoni e sottolineava che «allora come oggi, le difficoltà, la fame, le privazioni possono essere superate solo credendo nei valori che ci sono stati trasmessi». Ieri alla famiglia del “sassarino“ sono arrivate numerose testimonianze di cordoglio. A cominciare dal capo di Stato maggiore dell’Esercito, il generale Filiberto Cecchi e di tutta la forza armata. Un saluto sull’attenti per quel soldato che ha partecipato alle vicende belliche più importanti della prima guerra mondiale.
di Pier Giorgio Pinna
Una vita a cavallo di tre secoli . Non amava la retorica, negli incubi rievocava gli orrori « Vidi uccidere 29 prigionieri perché non potevamo sfamarli » Esperienze belliche spesso mitizzate dal passare del tempo
MORES. Quando nacque Giovanni Antonio Carta, Giuseppe Garibaldi era morto da 17 anni. E ora che se n’è andato anche lui, uno degli ultimi sopravvissuti al conflitto spacciato a lungo da storici vicini ai Savoia come Quarta guerra d’indipendenza, di quell’antica epopea non ci sono quasi più testimoni. Il «sassarino» di Mores ha conosciuto Emilio Lussu, il generale Giuseppe Musinu, persino Armando Diaz.
Personaggi che oggi appare addirittura un po’ incongruo mettere in correlazione immediata col nostro tempo. Un mondo che ancora oggi viene ricordato con eccessiva retorica e che di lì a breve sarà sepolto dal fascismo, dalla Shoah, dagli altri orrori ancora maggiori della seconda guerra mondiale. Ma soltanto ricordando che cos’è successo dopo - con la Ricostruzione, la Guerra fredda, i conflitti in Corea e in Vietnam, la caduta del Muro di Berlino, le infinite e cruente crisi in Medio Oriente, il terrorismo internazionale, l’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq - si riesce forse a capisce come la vita di Carta abbia davvero attraversato tre secoli: l’Ottocento, il Novecento, il Duemila. Un’èra, quella dei fanti della «Sassari», che lui per primo, da buon contadino attento alla sostanza dei fatti, non ha mai voluto celebrare con affermazioni pompose e fuori luogo. Certo, Carta è sempre stato orgoglioso di aver fatto parte della leggendaria Brigata, in tutti i tempi quella con più medaglie d’oro al valore dell’intero esercito italiano. Ma non ha mai voluto dimenticare né mettere la sordina sulle violenze, sulle le atrocità, sulla fame. Confidando spesso di esserne stato spettatore. E non riuscendo più a scordarle negli incubi che l’assaliranno di notte, anche molti decenni più tardi. Per comprendere il suo stato d’animo basta ricordare un episodio che l’ultimo «sassarino» ha raccontato nella lunghissima vecchiaia. «Da soldato ti sembrava sempre di non mangiare abbastanza - diceva - Per colpa della fame ho assistito a qualcosa che non avrei mai voluto vedere. La mia Compagnia aveva catturato ventinove militari nemici: erano lì inermi, disarmati, vinti. Ma noi non avevamo viveri neppure per noi. Il capitano risolse la questione ordinando la fucilazione dei prigionieri. Ricordo ancora la faccia di ciascuno di loro: quando capirono che stavano per venire uccisi, si misero a piangere disperatamente. In battaglia avevo sparato spesso. Ma non era la stessa cosa: quelli non erano più nemici, non potevano più farci nulla». Sulla Grande guerra esiste tanti saggi storici e una sconfinata memorialistica. Pochi i libri che mettono da parte gli eroismi inventati per ragioni di propaganda e il falso coraggio di soldati che andavano all’assalto delle linee nemiche sapendo che dietro di loro c’erano i carabinieri pronti a far fuoco su chi tornava indietro. Tra i saggi dell’antiretorica, su versanti soltanto in apparenza opposti per via della nazionalità, «All’Ovest niente di nuovo», di Erich Maria Remarque, e «Un anno sull’altipiano», del fondatore del Psd’Az. Nomi che, da soli, danno l’idea di un’epoca che si è chiusa per sempre e che solo per un destino straordinario Carta ha continuato a rappresentare sino a ieri. Lo scrittore tedesco, che poi diverrà antinazista, era nato nel 1898 e scomparso nel 1970. Emilio Lussu, di Armungia, classe 1890, morirà nel 1975. È stato soprattutto grazie alle loro opere smitizzanti, oltre ai racconti di tanti reduci, che gli europei sono venuti a conoscenza dell’inutilità e della ferocia delle carneficine. Della fucilazione dei prigionieri austriaci si parla anche in un saggio del giornalista sassarese Edoardo Pittalis, ora direttore del «Gazzettino di Venezia». Un testo pubblicato dalle Edizioni Biblioteca dell’Immagine nel settembre scorso con una prefazione di Enzo Biagi. Il titolo è «La guerra di Giovanni - L’Italia al fronte: 1915-1918». Nel libro ci si sofferma sulle storie di molti italiani (7 milioni nel corso dell’intero conflitto). Tutti chiamati alle armi «per difendere la Patria» sul Piave, sul Carso, sull’altipiano di Asiago. Fra loro, appunto, Giovanni Carta, al quale è dedicato il capitolo conclusivo. Uno degli ultimi «ragazzi del ’99», come furono ribattezzati i soldati di quella classe d’età all’indomani della vittoria, era nato in un paese già all’epoca a economia agro-pastorale che non superava i mille abitanti. A Mores, su tanti soldati partiti dal piccolo centro in quei mesi, solo 4 sopravvissero. Niente d’inconsueto, almeno per i tempi. Dalla Sardegna arrivavano nel Nord Est a decine di migliaia: molti non tornarono più o rientrarano mutilati e feriti. Figlio di contadini, Carta già da piccolo lavorava in campagna, attività che, a ostilità cessate, proseguirà sino alla pensione. Aveva quattro fratelli e sei sorelle. Arruolato e addestrato nell’estate del 1917, quando ancora non aveva compiuto diciotto anni, pochi mesi più tardi venne mandato al fronte come tanti coetanei. Obiettivo: risollevare le sorti di una guerra che all’indomani di Caporetto pareva irrimediabilmente perduta. Quell’inverno Carta lo passò quasi tutto sul Col del Rosso, dove poche decine di metri separavano le trincee italiane dalle austriache e dove i soldati dei due eserciti, nelle pause dei combattimenti, potevano perfino parlare tra di loro. Poi partecipò agli assalti nella battaglia dei Tre Monti, agli scontri sul Piave, agli attacchi finali in quel territorio che da allora sarebbe stato chiamato Vittorio Veneto. Si è congedato col grado di caporalmaggiore. Non ha mai nascosto le paure vissute in trincea: «Ma sicuramente anche gli austriaci avevano paura di me», era solito dire. Dal 1968, per quasi quarant’anni, ogni mese, ha avuto una pensione di guerra, pari a 43 euro (lordi) di oggi. Insieme col titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto, Giovanni Antonio Carta ha ricevuto una croce al merito: custodita nella sua casa di Mores sino all’ultimo, è retta da un nastro con i colori della bandiera italiana.
Visto che non sempre sono sintetico ( specie con argomenti come questi ) anzi che rispondere nei commenti al post della nostra Euzza preferisco farlo qui .
Liberalizzazione delle droghe leggere .
Preferisco una politica di riduzione del danno e una depenalizzazione ( non carcere , ma servizi sociali ) qualora l'uso sia sistematico e non saltuario .
Matrimoni fra Gay . Si perché Sono contrario a chi criminalizza le unioni di fatto dicendo che ledono le famiglie tradizionali.ma in comune non in chiesa .
Adozioni dei gay qui la cosa si fa più complessa . Infatti se da un lato credo che l’essere umano sia un animale politico ( da non confondere con politika , quella dei partiti ) capace di guardare se stesso e decidere come organizzare la propria esistenza, in osservanza del bene supremo che è la collettività e in nome di essa tutelare al contempo la massima libertà dell’individuo, nella piena fiducia che proprio attraverso questa libertà la collettività è garantita . Dall'altro credo che fino ai 12\14 anni , l'educazione sentimentale \ sessuale ( laica , religiosa o libera com'era nell'antica Grecia e nell'antica Roma ) abbia bisogno di genitori d'entrambi il sessi . Tav niente in contrario se fatta bene , tenendo conto dell'impatto ambientale , e della salute dei cittadini e soprattutto dei costi eco perché sono contro guarda questo documentario ( qui e qui il resto )
Il bambino guardava la nonna scrivere una lettera. A un certo punto, chiese: “Stai scrivendo una storia su di noi? E' per caso una storia su di me?” La nonna smise di scrivere, sorrise, e disse al nipote: “In effetti, sto scrivendo di te. Tuttavia, più importante delle parole, è la matita che sto usando Mi piacerebbe che tu fossi come lei, quando sarai grande.” Il bimbo osservò la matita, incuriosito, e non vide niente di speciale. “Ma è identica a tutte le matite che ho visto in vita mia!” “Tutto dipende dal modo in cui guardi le cose. Ci sono cinque qualità in essa che, se tu riuscirai a mantenere, faranno sempre di te un uomo in pace col mondo. Prima qualità: tu puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una Mano che guida i tuoi passi. Questa mano noi la chiamiamo Dio, e Lui ti dovrà sempre indirizzare verso la Sua volontà. Seconda qualità: di quando in quando io devo interrompere ciò che sto scrivendo, e usare il temperino. Questo fa sì che la matita soffra un poco, ma alla fine essa sarà più affilata. Pertanto, sappi sopportare un po’ di dolore, perché ciò ti renderà una persona migliore. Terza qualità: la matita ci permette sempre di usare una gomma per cancellare gli sbagli. Capisci che correggere qualcosa che abbiamo fatto non è necessariamente un male, ma qualcosa di fondamentale per mantenerci sulla retta via. Quarta qualità: ciò che è davvero importante nella matita non è il legno o la forma esteriore, ma la grafite che è all’interno. Dunque, fai sempre attenzione a quello che succede dentro di te. Infine, la quinta qualità della matita: lascia sempre un segno. Ugualmente, sappi che tutto ciò che farai nella vita lascerà tracce, e cerca di essere conscio di ogni singola azione.”
IL COMUNE DI BOLZANO STANZIA QUASI DUE MILIONI DI EURO PER UNA CHIESA, ANZI, DI PIU'!
Notizia dal Circolo UAAR di Bolzano (bolzano@uaar.it)
La Giunta Comunale di Bolzano ha deliberato ieri lo stanziamento di un milione e settecento mila euro a favore della costruzione della chiesa nel quartiere Firmian. Lo scorso anno aveva deliberato la concessione del terreno della chiesa di un valore di un milione e trecentomila euro. In totale il contributo del Comune è quindi di 3 milioni di euro contro i 4,7 chiesti dalla Curia. Ora si tratta divedere con quale importo interverrà la Provincia.La delibera della Giunta è stata approvata con il voto favorevole degli assessori SVP, Margherita, Democratici di Sinistra, Rifondazione Comunista, Verdi. Astenuto l’assessore ai Lavori Pubblici (SDI-Rosa nel Pugno) autore della “proposta di compromesso” che ha ridotto il contributo da 4,7 a 3 milioni.
Poliziotto avrebbe abusato di prostitute clandestine romene
(ANSA) - GENOVA Un poliziotto della questura di Genova e' stato arrestato dai suoi colleghi della sezione di Pg con l'accusa di violenza sessuale. Secondo alcune indiscrezioni l'agente avrebbe abusato di tre prostitute clandestine romene mentre si trovavano rinchiuse nella camera di sicurezza della questura. Gli episodi sarebbero avvenuti due anni fa. Il poliziotto sarebbe stato coinvolto anche nelle violenze nella caserma di Bolzaneto durante il G8 del 2001 a Genova
E poi ci si lamenta quando la gente odia le forze dell'ordine o le si insulta ( cosa che non condivido ) negli stadi o alle manifestazioni
Salve a tutti gente! Ho una piccola domanda a cui chiedo una risposta plausibile. Sò che esiste una legge nata da poco: Chi effettua maltrattamenti o abbandona animali,questo rischia fino a tre anni di galera grazie a una denuncia. Ieri sera,hanno ucciso di proposito un animale,ci sono anche dei testimoni,ma mi chiedevo se era possibile denunciare il responsabile,poichè comunque ha effettuato un maltrattamento in condizioni del tutto propositate senza aver specifici problemi mentali o cose.......Tutti,nel mio quartiere sappiamo che costui che ha ucciso l'animale,(sanissimo fino all'incidente!),ha avuto altri comportamente del genere,poichè appena vedere anche solo un gatto per strada lo arrota perchè gli piscia nel giardino. Ricordo che l'animale in questione ucciso apparteneva alle mie vicine di casa. Aspetto al più presto una risposta per aiutarle...........Grazie millissime a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!
Sei mesi dopo "Uccidete la Democrazia", il film scandalo di Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani che, con il sostegno di molti fatti verificati dalla loro inchiesta, ipotizzava il tentativo di brogli elettorali e del più moderno dei colpi di stato nel nostro paese, continua l'inchiesta di Diario e il 18 giugno uscirà in edicola un numero monografico del settimanale insieme a "Gli Imbroglioni - Quel che hanno fatto del nostro voto . continua qui
Oggi vi condurremo a 11 km da Sassari, sulla strada statale che conduce a Porto Torres per scoprire insieme un esempio architettonico di straordinaria importanza, unico in tutta Europa e in tutto il Mediterraneo: è l'altare preistorico o Ziqqurath di Monte d'Accoddi, una collina artificiale a pianta quadrangolare alta circa dieci metri, simile appunto alle ziqqurath mesopotamiche.
Gli archeologi lo fanno risalire al IV millennio a.C., attribuendolo alla Cultura di Abealzu-Filigosa e con molta probabilità si trattava di un tempio dedicato ad una divinità celeste, forse al Dio Sole, come potrebbe confermare una sfera di pietra che simbolizza proprio il globo solare, sceso a giacersi sulla terra con la Grande sacerdotessa ossia la Dea Madre, chiamata anche dea della fertilità. I riti sacri si svolgevano alla sommità della costruzione, alla quale si accedeva tramite una rampa - larga nove metri e lunga 41,80 metri . Di fianco alla rampa stava, ma è ben visibile ancora oggi, un grande altare sacrificale di pietra calcarea. Quello che vediamo oggi è un ziggurat di tipo orientale realizzato però non in argilla come quelli della Mesopotamia che sono stati quasi completamente distrutti dal tempo, bensì in pietra come tutte le costruzioni megalitiche della Sardegna.
Il Sito è visitabile tutti i giorni feriali e festivi (eccetto Natale e il primo dell'anno) dalle ore 8:00 alle ore 17:00 (ottobre-marzo) oppure dalle 9:00 alle 18:00 (aprile-settembre).
Scusate,ho una domanda: Ma tutti voi siete contrari alla liberalizzazione delle droghe leggere e ai matrimoni gay o queste sono solo mie repentine fantasie?
Niente paura, stavolta non si parla di religione, ma di influenze artistico-letterarie. Ho ritrovato un saggio che avevo letto quando mi dilettavo di Storia delle Religioni. Il saggio è di FortunatoPasqualino, i riferimenti sono a Mimesis di Erich Auerbach, ma il succo del discorso è: perché la letteratura nord europea (e americana a seguire) ha dato il meglio di se stessa nello scavo psicologico del personaggio (horror, thriller, gialli) mentre quella italiana (parliamo di classici) sembra totalmente priva di mistero?
Le colpe vanno equamente ripartite tra Omero, la Controriforma, la mentalità epicurea del Rinascimento e una certa incuria, tutta italiana, per le cose divine. Sarà per questo che tra alcuni di noi e papa Joseph Ratzinger non corre buon sangue? Bah…
Ma andiamo per ordine. Cito Eugenio Scalfari di qualche settimana fa: I poemi omerici rappresentano il punto di partenza della letteratura occidentale…Gli eroi dell’età del Bronzo raffigurati nell’Iliade, e gli dei che ne guidano le azioni, materializzano almeno quattro diversi destini: Achille, la bellezza della forza e della guerra; Ettore, la difesa della città e la ‘pietas’ che sarà poi ripresa da Virgilio e fatta rivivere nel personaggio di Enea; Agamennone, il potere tronfio e capriccioso; Odisseo, la superiorità dell’intelligenza.
Ritroviamo in questi quattro personaggi i clichè di tutta la letteratura a venire. Questo è vero. Però c’è un bivio netto e preciso tra il modo di scrivere, e di trattare i personaggi, degli autori nord-europei e quello degli autori italiani. E la biforcazione, secondo Pasqualino, si sarebbe creata al momento della Controriforma. Dopo il colpo quasi mortale ricevuto dalla Riforma di Martin Lutero, la Chiesa di Roma decise di mettere al bando la lettura della Bibbia (asso nella manica del Protestantesimo), soprattutto per evitare che la frequentazione di quelle pagine generasse nel fedele la tentazione di un’interpretazione libera e, quindi, eretica. Una decisione che si innestò agevolmente sulla tendenza tutta rinascimentale (e italiana in particolar modo) di poco curarsi delle cose divine a favore di quelle terrene. Più vicine, utili e, perché no, anche più divertenti. A rigor di termini l’ultimo biblico italiano fu il castigatore Savonarola e, in qualche modo, il suo rogo segnò la fine di ogni senso del mistero nello stile letterario italiano. Privarci della frequentazione della Bibbia significò tagliare via la concezione dell’uomo come essere inquieto e drammatico, combattuto, a tutto favore dei rapporti sereni, ottimistici e semplici che erano propri dello stile omerico. E’ quanto afferma Auerbach nella sua Mimemis: lo stile omerico non vuole trattenere il fiato, non ama la tensione, la sorpresa. Omero ci presenta le cose per come sono, finite ed esatte. Niente viene lasciato senza spiegazione. Tutto deve essere chiaro e distinto, posto in primissimo piano, senza alcuna attenzione per lo sfondo e per la prospettiva umana.
Cito dalla Bibbia:
Dopo questi fatti Dio tentò Abramo, e gli disse: Abramo! Ed egli rispose: Sono qui!
Qui dove? Nulla è spiegato. Dove si svolge il colloquio, da dove arriva Dio, perché decide di tentare Abramo. Cosa che invece uno Zeus omerico avrebbe spiegato, parlandone amabilmente con Era o con Apollo o con la sua prediletta Atena. Secondo Auerbach gli scrittori della Bibbia hanno precorso addirittura Einstein nei concetti di spazio e di tempo mentre Omero rimane ancorato alle poche dimensioni della geometria euclidea. I suoi personaggi sono standardizzati, rimangono uguali a se stessi anche a distanza di decenni, come succede ad Ulisse e alla sua sposa Penelope. I personaggi biblici, invece, non sono descritti quasi per niente, ma proprio per questo sono più concreti, perché hanno infinite sfaccettature implicite.
Un’altra differenziazione viene effettuata sulla base del censo. Gli scrittori pagani (da cui deriviamo le influenze più dirette) operavano una discriminazione sulla base dell’importanza sociale del personaggio. Il loro realismo nel narrare solo di quelli che contano è condizionato dalla concezione della società. La Bibbia, invece, da spazio ai re così come ai servi e di ognuno rivela eroismi ed ignominie, esponendo il conflitto spirituale che è proprio di ogni essere umano.
Gli scrittori pagani (parliamo soprattutto di quelli latini) da Petronio in poi aggiungono al loro realismo una forma di distacco dalle cose narrate che si esplica nell’ironia. Ironia che poi non è che un modo di giudicare e di essere moralisti. Una polemica mascherata da olimpico distacco (su questo punto sono assolutamente d’accordo e suggerirei una riflessione sul tema a tutti quei bloggers che si mettono sul piedistallo a pontificare).
Gli scrittori biblici, invece, sono scrittori della realtà e della verità (naturalmente le loro realtà e verità, non parliamo di concetti assoluti), quindi non pongono schermi tra sé e la materia di cui scrivono. Accolgono con rispetto anche la parte più abbietta degli esseri umani. Non condannano, lasciano al limite che sia il lettore a farlo. Mentre gli scrittori omerici (tra cui i latini) condannano nel momento stesso in cui scrivono, quindi deformano e squalificano. Non portano una testimonianza, portano un’opinione.
Ecco quindi il bivio tra letteratura italiana e letteratura nord-europea. Lo stile più propriamente biblico comporta la scoperta dell’intimità spirituale, della centralità dell’uomo, comporta anche l’avvento della prima persona singolare nella letteratura europea. Quella che nel cinema si chiama soggettiva.
Gli eroi omerici, invece, non godono del dono dell’intimità. Sono osservati, non osservatori.
Secondo il saggio di Pasqualino, la stessa psicanalisi trova una base nella Bibbia, come dimostrano gli episodi dell’interpretazione dei sogni del faraone (le sette vacche magre e quelle grasse) e di Nabucodonosor (il sogno della statua enorme dai piedi di argilla). L’atteggiamento biblico penetra il senso della realtà e dell’esperienza umana. L’atteggiamento omerico descrive ciò che vede, senza reale partecipazione.
Da tutto questo si ricava che dobbiamo i capolavori dell’introspezione, siano essi letterari o cinematografici (vedi Ingmar Bergman) alla libertà di leggere, frequentare ed interpretare la Bibbia garantita dalla Riforma protestante. Oggi, è notizia di pochi giorni fa, anche la Chiesa di Roma è giunta alla conclusione che si deve incentivare lo studio della Bibbia da parte dei giovani. Uno studio che deve prescindere dal contesto religioso, in quanto il libro per eccellenza dovrebbe essere sottoposto all’attenzione degli studenti non in quanto fondamento del Credo cristiano (ed ebraico) ma in quanto testimonianza letteraria di altissimo valore.
Iniziativa lodevole, ma non ho molte speranze. Da quanto mi risulta nelle scuole italiane è già tanto se agli studenti viene concesso di sapere che un tizio cieco di nome Omero ha scritto due cosucce intitolate Iliade e Odissea.
Questo NO è un tuono che incombe sulla nostra Scuola.
Il TAR del Lazio, con Ordinanza 2408, 23 maggio 2007 23 maggio 2007 aveva sospeso l’art. 8, parr. 13 e 14, dell’Ordinanza 26/2007 del Ministro della Pubblica Istruzione con cui si tentava di inserire l'insegnamento della religione cattolica tra gli elementi concorrenti all'attribuzione del credito scolastico.
Però, il caro Ministro Fioroni non ha perso tempo e si è rivolto al Consiglio di Stato che ha stabilito che la Religione contribuisce alla determinazione del credito per l'ammissione agli esami di Stato.
- Io facevo nascere i bambini – rispose come se la frase fosse già nell’aria, come se quel mestiere così importante, così prezioso fosse cosa comune, ed infinitamente naturale. L’altro invece aveva altri pensieri, a dispetto del comune destino. Da una cella all’altra si parlavano, ignorando che entrambi avrebbero smesso di farlo di lì a poco, quando il gelido senso dell’attesa inutile fosse diventato pentimento. - E tu? - Io…avrei dovuto essere vicino a Dio... - l’uomo era stato della chiesa e adesso, nudo di paramenti e fede, sembrava avesse un'anima feroce…eppure, fino a qualche mese prima aveva assolto e dato la benedizione. - Tu che hai fatto? – si chiesero all’unisono.
- Io non ho voluto soccorrere un bambino… la natura deve procedere da sola… era nato storpio… E tu? L’altro abbassò gli occhi e si passò una mano fra i capelli, senza il coraggio di confessare, senza riuscire a proferir parola. E dalla gola poi un sussurro:"Io stupravo i bambini".
Uno degli articoli più belli che ho letto ( almeno fin ora ) sul caso di Rignano Flaminio.da sempre attento e vivo sito gemello www.censurati.itdi Antonella Serafini
La Lobby dei bambini abusati
tratto da belllissimo e profondo blog di Massimiliano Frassi,presidente dell'associazione Prometeo che lotta copntrop la pedofilia
C’è in Italia una nuova emergenza sociale. Tanto grave quanto sottovalutata. Più in ombra della Mafia, più silente del terrorismo, vive al nostro fianco nella totale invisibilità. E quando appare, enormi sono i danni. A formarla un esercito di esseri ignobili. Ricchi di malate fantasie ed impossibili accuse. Vestiti spesso del solo pannolino, col biberon a portata di mano, i membri di questo clan hanno un’età che spazia dai 3 ai 5 anni. Agiscono principalmente nelle scuole materne ed hanno come fine ultimo quello di ingiuriare poveri innocenti, accusandoli addirittura di pedofilia. I bimbi per dare un alibi alla loro follia riescono a convincere pure i loro stolti genitori, che si bevono tutte le bugie che i piccoli Pinocchi vendono loro. In molti casi, per apparire più credibili, i bambini si sono addirittura creati delle ferite ad arte. Segni inequivocabili di lesioni, penetrazioni, bruciature. Gruppi così li abbiamo già individuati a Brescia, a Verona, a Torino. Oggi a Rignano Flaminio e Vallo della Lucania. Non ci crederete ma pare siano pure dotati di poteri paranormali, dato che ad esempio quelli bergamaschi erano soliti descrivere nei minimi dettagli cicatrici o particolari visibili solo se i soggetti indicati come abusanti non portavano vestiti. Fortunatamente si sono creati movimenti atti a screditare questi piccoli delinquenti e punendo pure i loro complici genitori. Grazie a risorse economiche illimitate si trovano periti e legali che dimostrano la follia degli stessi, riuscendo a far passare in secondo piano pure le evidenti ferite fisiche.
Ripristinando l'ordine.
TRIBUNALE ORDINARIO DI TIVOLI ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE
abstract:
[...] I soggetti nominati sono indagati perché:
"sottoponevano (i minori) ad atti di sevizie e crudeltà…li conducevano….in abitazioni private, nel bagno o in un aula o in un punto riparato del giardino….inducendoli anche con violenze o minacce a praticare reciprocamente su loro stessi atti di esplicita natura sessuali anche con l'uso di strumenti (vibratore – penna – altro), con l'inserimento dei suddetti strumenti nei genitali delle bambine e con uso lesivo dei suddetti strumenti in danno dei minori di sesso maschile, sottoponendo inoltre i bambini a giochi a sfondo sessuale tra loro e con essi indagati, facendosi toccare i genitali e altre zone erogene dai medesimi minori, commettendo detti atti di violenza sessuale in gruppo, o comunque essendo tutti riuniti nello stesso posto; sottoponendo altresì senza motivo a percosse sistematicamente…i predetti minori,….. praticando sui medesimi senza autorizzazione con l'suo di siringhe prelievi di sangue o inoculazione di sostanze varie quali camomilla, narcotici, stupefacenti o altro gravemente lesivo della salute delle persone in corso di accertamento, terrorizzandoli con l'uso di cappucci, vestiti da diavolo o coniglio nero, mostrandosi ai medesimi completamente o parzialmente nudi. In Rignano Flaminio nel corso dell'anno scolastico 2005 – 2006."
[...] "E veniamo alla necessaria dinamica dei fatti. ….. riferiva che la piccola…. di anni 4, da circa 3 mesi aveva assunto comportamenti preoccupanti. Mostrava un interesse particolare per gli organi sessuali dei loro cani (che tentava ripetutamente di toccare e baciare). Chiedeva se è vero che "pippo", con ciò intendendo il sesso maschile, "ciuccia" e "si bacia" la "patata", cioè l'organo sessuale femminile. In una occasione il padre l'aveva sorpresa a prendere la testa del cane e portarla al basso ventre, mimando l'atto sessuale. La madre l'aveva sorpresa a toccarsi nelle parti intime con la manina infilata nelle mutandine o nell'atto di simulare un amplesso sessuale sopra un peluche che lei stessa aveva prima adagiato a terra. In altra occasione veniva sorpresa mentre tentava di introdurre nella vagina una bandierina o, ancora, a bagnare un asciugamano per poi passarselo ripetutamente sul sesso."
[...] "Parlava di fotografie scattate da adulti che partecipavano "ai giochi"." (…) "Descrive una casa grande dove si svolgevano questi giochi… Continua in casa a simulare l'amplesso sessuale dicendo che è obbligata a farlo altrimenti la uccidono e che loro (i genitori) non possono guardare quel "gioco" insegnatole dalla maestra… e dagli altri "grandi"; è un segreto ed ha paura che li possano uccidere ("Mamma queste cose le dico solo a te e deve rimanere un segreto da non dire neanche a papà altrimenti ci uccidono", perché così l'hanno minacciata i "grandi" ripetendole che "loro sono tanti e forti"). Racconta che durante i giochi ….metteva il "pippo" nel sederino di …. e gli tappava la bocca con del nastro adesivo e metteva la musica ad alto volume, perché…..strillava tanto per il dolore. Chiede alla madre se quando era piccola il padre le avesse dato del latte dal "pippo", poiché sia …. che …. le "davano il latte dal pippo" e la picchiavano perché non le piaceva e lo sputava."
[...] "Aggiungeva che per l'esecuzione del gioco gli avevano regalato delle patatine. Diceva che spesso venivano denudati e fotografati da XX e XX mentre "giocavano".
saranno anche fantasiosi, questi bambini, ma un po' di dubbi su come hanno saputo determinati fatti vengono . Chi sia il colpevole non ci è dato saperlo, a nessuno interessa. In fondo sono solo bambini
Ancora fango sul Capitano Ultimo. Sta uscendo un film su Totò Riina, costato 15 milioni di euro. Un film basato su un libro di uno degli accusatori del capitano Ultimo, Attilio Bolzoni (ricordate? quello che non ricordava niente davanti al giudice? Lui! Evidentemente gli è tornata la memoria). Se davanti al giudice non parlava per tutelare le fonti, adesso parla tramite una fiction, che ri-insinua il dubbio su come andarono le cose. Ovviamente non hanno messo il dubbio ricorrendo in appello davanti a un tribunale (perchè si rischiava forse di riperdere la memoria). Il processo ora diventa mediatico (come da copione. Leggi I 4 processi del Capitano Ultimo )
"Sei andato a scuola, sai contare?" "si so contare" "E sai camminare?" "so camminare" "E contare e camminare insieme lo sai fare?" "credo di si" "Allora forza, conta e cammina.
da cento passi dei modena city ramblers qui sotto il video
Il capitano ha fatto sapere le sue opinioni riguardo alle frasi che Claudio Fava ha rilasciato al Corriere della Sera, tramite un lancio d'agenzia. Non ci sembra però che sia apparsa la sua versione su qualsivoglia giornale (figuriamoci sul Corriere, filogovernativo da sempre, e quindi dalla parte della sinistra di Fava). Allora pubblichiamo noi le sue parole (che molti giornalisti si ostinano a censurare) :
(ANSA) - ROMA, 3 MAG - La fiction su Toto' Riina che sara' trasmessa da Canale 5 riapre le polemiche sulle modalita' dell'arresto del boss. E contro l'antimafia da salotto e di potere che insinua infondati dubbi sull'esistenza di una trattativa per far consegnare Riina si pronuncia ora il capitano Ultimo che critica Claudio Fava, il parlamentare europeo figlio di Poppo Fava, che e' tra le firme della sceneggiatura, chiedendogli di non "insultare" chi ha lottato contro gli "assassini di suo padre". Ultimo si riferisce alle dichiarazioni di Fava riportate dal Corriere della Sera di oggi secondo le quali la fiction si propone anche di raccontare "i dubbi che esistono". E cioe', spiega Fava, se la cattura sia stata frutto di un' efficace azione di intelligence o se vi sia dietro Provenzano e un suo possibile patto di non belligeranza con lo stato". "A pagina 49 del Corriere della Sera - dice Ultimo - si legge una dichiarazione dell'on. Claudio Fava in cui, aderendo ad una raffinata coerente di pensiero si continuano a insinuare infondati dubbi circa l'esistenza di trattative e patti tra stato e mafiosi alla base della cattura di Salvatore Riina nonostante la lunga vicenda giudiziaria conclusasi con una sentenza chiarificatrice e di assoluzione con formula piena". "E' davvero giunto il tempo - aggiunge Ultimo - di ribellarsi alla dittatura di una certa antimafia di salotto e di potere che, invece di attaccare i criminali, offende e sovraespone quelli che hanno rischiato e rischiano la propria vita per combattere la mafia sulla strada, lontano dai soldi e dai privilegi. Al dottor Fava, con amarezza, si chiede che provi se non a rispettare, almeno a non insultare quelle persone che esponendosi personalmente hanno lottato con purezza contro gli assassini di suo padre". (ANSA).
03-MAG-07 16:24 NNNN
Che non ci sono stati accordi tra Stato e Mafia, è un fatto che è stato ampiamente trattato durante il processo, che ha scagionato l'ex capitano. Insinuare il dubbio sull'operato di Ultimo a prescindere dall'assoluzione ad un processo che neanche doveva esserci, è un fatto estremamente grave, perchè funziona da deterrente verso tutti coloro che, nelle forze dell'ordine, fanno il proprio lavoro e vedono che comunque non serve a niente dare la vita per lo Stato, perchè tanto se ti va bene sei processato, ti scagionano e ti infangano, se ti va male, fai la fine di quelli che a Capaci o in via D'Amelio, hanno perso la vita.
L'assoluzione e' passata in giudicato, cioe' inappellabile, perche' i PM non hanno presentanto alcuna domanda di appello.Ci pensa la tv, tanto, a infangare . La tv di Santoro, Travaglio e Ingroia. Ci sfugge il motivo, pero' .
Aggiunta mia soprattutto che la puntata non si trova nell'elenco di quelle visionabilisul sito dela trasmissione annozero .
visto che molti non hanno emule o non riesco a vedere il video della Bbc sui preti pedofili riportato nell'appello da me lanciato nei post precedenti riporto qui tratto da http://uyulala.splinder.com/
Accolgo l'appello lanciato da numerosi bloggers rispetto a contribuire a far fallir la censura vaticana su questo documento. Mi son trovata a imparare come si inserisce un video...
P.s per chi ha visto ( e vuole rivedersi ) o non ha visto ecco qui la puntata dei anno zero del 31\5\2007 miracolosamente abbastanza obbiettiva ( forse perchè rischiava di non comparire più in rai ) dei Santoro . Fatelo circolare mettendo i video neio vostri siti prima che il aticano e i poteri forti la tolgano