3.2.25

perchè il 10febbraio non sia solo motivo di propaganda , strumentalizzazione fascista

canzoni suggerite
  •  Magazzino 18 - Cristicchi
  •  esodo  -- Chiara Atzeni 
  • HAI MAI NOTATO CHE GLI ADDII  -- "

 Come ogni anno  da  oggi  dopo quella  della memoria   inizia la  settimana  del  il  giorno  del  ricordo   ovvero  il 10 febbraio   . 
Da  21   anni cioè   con  l'istituzione  della legge  legge 30 marzo 2004 n. 92, si ricorda giustamente una storia semi conosciuta ( eccetto studiosi specialisti, gli abitanti del friuli venezia Giulia, e in nazionalisti del Msi eredi di Fdi ) all'opinione pubblica nazionale il massacro delle #Foibe (pozzi carsici) e dell'esodo #giulianodalmata e #istriano, uno dei momenti tragici della 2°guerra mondiale soprattutto nell'Adriatico e nella ex Jugoslavia . 
Voglio inoltre ricordare a tutti gli amici che  mi suggeriscono libri sulle foibe scritti da gente di destra e nazionalisti    che per inquadrare meglio la storia: dovrebbero leggere un breve ma essenziale riassunto di non basarsi solo sul libro di Bernas  citato nel bellissimo  musical  magazzino 18 d  Simone  Cristicchi . Ecco  che  prima di toccare un argomento così delicato e dibattuto   ci  si dovrebbe   sforzare  di andare oltre la vulgata ufficiale del 10 febbraio e leggere o almeno sfogliare le pagine introduttive di "Foibe" di Giacomo Scotti (uno storico di tutto rispetto, di cui vale la pena leggere un'intervista a prescindere  dalla   sua ideologia  ).Tanto per capire la differenza, Scotti è uno che ha studiato la questione per decenni, e che - pur essendo senz'altro di sinistra e avendo vissuto a lungo in Jugoslavia - non ha mai risparmiato le critiche anche al regime di Tito tanto che è stato il primo a scrivere un libro sule  brutture    del  carcere     Titino   di  Goli Otok  (  foto sotto )


Questo Bernas invece è uno che per vendere il suo libro ha bisogno:

1) di infilare nel titolo le parole "fascisti" e "italiani", così tanto per allargare il target
2) di farsi fare la prefazione da Veltroni
3) di farsi fare la postfazione da Fini

Questo   si  che  è     riduzionismo   non  chi     vuole  ricordare e sottolineare che le grandi tragedie e sofferenze dei popoli, quelle stesse del giorno d’oggi, nascono dai nazionalismi alimentati dalle ambizione di sopraffazione e di dominio sugli altri» Il fascismo e il comunismo Titino  nel nostro caso 

A inquadrare nella giusta prospettiva la storia di quel periodo ha contribuito  tra  gli  altri anche lo storico Sandi Volk, che spesso è intervenuto anche https://www.antiwarsongs.org/ per sfatare alcuni luoghi comuni che circolano in Italia sulla storia della Dalmazia e di Trieste.
Il ricordo  ufficiale e della destra delle foibe non distingue le foibe del 1943 da quelle del 1947 e viene mescolato al periodo dell’esodo degli italiani. E’ singolare inoltre che dalle terre istriane, nei resoconti odierni, scompaiano ( salvo eccezioni dove vengono tratti en passant ) i nazifascisti e non si parli più delle loro stragi, dell’italianizzazione forzata e del razzismo anti-slavo che hanno alimentato la voglia di rivalsa, ma rimangano solo “italiani” contrapposti agli “slavocomunisti” di Tito.
13 luglio 1920 f
u incendiato dai fascisti il 13 luglio 1920, nel corso di quello che Renzo De Felice definì "il vero battesimo dello squadrismo organizzato" Il Narodni dom (in sloveno Casa nazionale, Casa del popolo) di Trieste era la sede delle organizzazioni degli sloveni triestini
Il Narodni dom in fiamme il 13 luglio 1920
, un edificio polifunzionale nel centro di Trieste, nel quale si trovavano anche un teatro, una cassa di risparmio, un caffè e un albergo (Hotel Balkan).
Il 21 settembre 1920 Mussolini rivendicò orgogliosamente gli incendi delle Case del Popolo di Trieste e Pola in un discorso incendiario al teatro Politeama Cescutti di Pol  dichiarando la necessità di estendere il territorio italiano “… sacrificando 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani”: il fascismo di frontiera era utile per sedare le agitazioni sindacali e risolvere il “problema slavo”. 
La campagna di italianizzazione vera e propria iniziata nel 1922 impose il divieto di parlare in sloveno, la chiusura delle scuole “non italiane”, il cambio dei cognomi e della toponomastica; furono inoltre devastate le sedi operaie, chiusi i circoli culturali e le associazione sportive slovene. L’azione del governo fascista annullò l’autonomia culturale e linguistica delle popolazioni slave ed esasperò i sentimenti di inimicizia nei confronti dell’Italia.
All’epoca le foibe venivano già utilizzate dagli squadristi per far sparire le teste calde. Tra le due guerre mondiali, inoltre, gli esuli sloveni e croati dalla Venezia Giulia furono oltre 100.000.
Poi ci fu la brutale occupazione del 1941: l’Italia fascista era al seguito dei nazisti che invasero tutta la Jugoslavia. Seguirono stupri, massacri, bombardamenti e deportazioni di massa specialmente a danno di serbi e altre minoranze; violenze di cui l’esercito fascista fu parte attiva con la creazione di campi di concentramento come la Risiera di S. Sabba, a Trieste o il campo di Gonars a Udine. Alla fine della guerra la Jugoslavia conterà circa un milione di vittime di cui 300.000 direttamente attribuibili alle truppe d’occupazione italiane.
Dopo l’8 settembre del ’43, con le sorti della guerra rovesciate, con il fascismo in rotta e con una recrudescenza da parte dei nazisti, le popolazioni slave, oppresse dalla dittatura e dall’occupazione militare, ebbero modo insorgere in un complesso coacervo di motivazioni etniche, nazionali e ideologiche. L’esercito popolare e bande di irregolari intensificarono la lotta contro i simboli della dittatura: contro gerarchi del fascismo, camicie nere e civili collaborazionisti. Come in tutte le guerre ci furono anche vittime innocenti e all’interno dello stesso campo partigiano. Durante la guerra di liberazione dall’invasore avvennero centinaia di fucilazioni e una serie di infoibamenti il cui numero non è mai stato chiarito; non vogliamo fare la conta dei numeri, ma sono cifre che cambiano di anno in anno nei testi di propaganda delle destre post/neo-fasciste. Dopo la fine del conflitto bellico, nessun italiano criminale di guerra è stato processato.
Realtà storica testimoniata e documentata: un fenomeno complesso, con un prima e un dopo, che annualmente diventa un’arma di propaganda per gruppi e associazioni che si rifanno idealmente e/o politicamente al fascismo, alla repubblica di Salò o che fanno direttamente apologia del nazismo; movimenti che riducono tutto all’”odio slavo-comunista contro chi aveva la colpa di essere italiano”; quegli italiani che, a dispetto dei massacri compiuti in Libia, Etiopia e Grecia, sembrano essere sempre brava gente.
Chiunque decida di prendere in considerazione la questione delle foibe deve tenere conto di questo contesto: non per negarle o per ridurne l’importanza, ma per comprenderle. Chi invece rivendica platealmente l’eredità ideale del fascismo e della Rsi, quando parla di “foibe”   dovebbe   se  ha   coraggioe  coerenza  rivendicare anche l’italianizzazione forzata, la dittatura, la ferocia della guerra e i massacri subiti dal popolo slavo: una vergogna d’Italia che non si cancella nemmeno settant’anni dopo.
Ma purtroppo, invece di essere motivo di studio serio per non ripetere gli errori passati, e capire come ci si è arrivati e le conseguenze fino alla fine della guerra fredda , è motivo di propaganda e di orgoglio, riduzione delle responsabilità e scaricabarile solo sui comunisti o per i fascisti e per certa sinistra non comunista . Vediamo di capire cosa furono e come inquadrarle è fondamentale affrontare questo tema con rispetto e sensibilità, evitando generalizzazioni e semplificazioni.
Quindi le foibe si posso dividere in due fasi la prima non necessariamente comunista in quanto fu anche una rivolta popolare avvenute fra il 25 luglio e l'8 settembre dove i cadaveri di fascisti e collaborazionisti uccisi dai partigiani italiani e jugoslavi si mescolano con le vendette e con la reazione ( non giustificabile perchè sempre di violenza e d'abberrazione si tratta ) alla pulizia etnica e razziale del fascismo e del nazismo ., la seconda fase cioè quella totalmente comunista avvenuta da quando le forze Tito entreranno , il 1 maggio 1945 a Triste dove le foibe continuano ad essere utilizzate per seppellire i cadaveri di fascisti e collaborazionisti uccisi dopo la liberazione dell'Italia insieme a quei partigiani slvined italiani chevosarino criticare tito e le sue mire espansionistiche 



Le uccisioni avvennero in un contesto di ostilità conclusa, e spesso sono state interpretate come atti di vendetta o giustizia sommaria  da  alcuni d'altri  come  puliia  etnica   da parte  slava     in quanto  bastava  per   essere   italiano secondo slcunino dissidente e critico verso toto   per   essere   inquadrato come  nemico  del  popolo e  come    fascista  per  finirci dentro  .
 In sintesi, la principale differenza sta nel contesto temporale e politico: le foibe del 1943 sono legate alla fase di guerra  cioè al controllo   del  fascismo  e occupazione tedesca, mentre quelle del 1945 sono legate alla fase di fine ostilità e liberazione. Poi seguira  l'esodo ,  la  divisione  in  due   della  zona  di trieste    e  il Memorandum di Londra del 1954  e  fino al 10 febbraio   1994 la  congiura  del  silenzio salvo  alcune    voci   libere insieme  ai nazionalisti   e  ai fascisti    Quindi    Se si vuole arrivare ad una vera riconciliazione si deve avere una storiografica scevra il più possibile   dalle ideologie. Questo è raccontare la storia. Usare certi episodi e tacerne altri per mera propaganda equivale a seminare odio.  Inoltre   e  qui  concludo   Se non si ricordano anche le cause, si racconta una storia a metà.
Per  chi  volesse  approfondire   tali argomenti  cosi  complessi   e  " divisivi  "       ancora     a  quasi 80  anni dal tratto di pace  del 1947  e 60 anni  1954   dalla  soluzione    della questione  di triste    ecco  alcuni  link  a  360°   o quasi

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