storie d'autunno . Dal Mali a Mamoiada vendemmie senza frontiere con Nassar e Aziz [ vendemmie multi etniche I]

Autunno, tempo di raccolta dell’uva e di vendemmia. Sono pochi, purtroppo, quelli che hanno ancora il privilegio di vivere questa esperienza in prima persona. Che è una semplice ma profonda lezione di vita – come tante altre legate al rapporto con la natura e con la terra – per capire come funziona oggi la nostra società post moderna. E come funzioniamo noi. Perché da una società agricola una volta basata sulla condivisione e sulla solidarietà oggi ci ritroviamo, in gran parte, chiusi nei nostri mondi egoici ed invidualisti.Ma ovviamente ci sono l'eccezioni . E la stroria che riporto sotto dimostra che qualcosa delle vecchie " abitudini è rimasta .

  Mentre   copio    decrittando l'html   in una  delle  prime  giornate e fredde  e piovose    dell'autunno  2020 (  vi ricordo   che   quest'anno   l'autunno  è  iniziato  il  22  settembre  )  la storia  riportata  esotto   mi  ritornano alla mente     alcune strofe di    Autunno di  Francesco Guccini

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L'autunno ti fa sonnolento, | la luce del giorno è un momento | che irrompe e veloce è svanita: | metafora lucida di quello che è la nostra vita... || L'autunno che sfuma i contorni | consuma in un giorno più giorni, | ti sembra sia un gioco indolente, | ma rapido brucia giornate che appaiono lente... 


La  nuova  sardegna  del  27\9\2020
Nuoro - Cronaca   


 MAMOIADA.
Sono bastati solo pochi giorni e diverse ore trascorse insieme per diventare amici. Imparare a conoscersi e a scherzare, pratica fondamentale per alleggerire il lavoro in vigna che soprattutto in questo periodo di vendemmia è particolarmente faticoso. Poi l’idea di farsi immortalare tra i filari, uno difronte all’altro. Uno che copre le spalle all’altro, come solo gli amici veri sanno fare. Davide Siotto, 24 anni, di Mamoiada e Nassar, del Mali, posano in uno scatto luminoso e ricco di significati. Il padrone di casa tiene in mano un grappolo di cannonau nero, il suo coetaneo uno di bianca granazza.
Cannonau e granazza sono due vitigni storici e identitari di questo territorio che lavora senza pregiudizi all’inclusione. L’immagine di Davide che in questi giorni sta dando una mano nelle vigne dello zio Salvatore Sedilesu e di Nassar colti in una pausa di lavoro sorridenti e complici parla da sola.Dentro quello scatto ci sono due mondi vicini che non si guardano con sospetto, c’è vicinanza e complicità. Di sicuro nessun pregiudizio o forma di becero razzismo, un male che per fortuna qui non ha mai attecchito. «Era da qualche giorno che pensavo di fare questo scatto. L’ho proposto a Nassar che è subito stato al gioco divertito. Ovviamente per me ha tutti questi significati che l’istantanea suggerisce. Di rispetto per chi ha la pelle di un colore diverso, di vicinanza verso chi è meno fortunato di noi ma che si guadagna la stima delle persone con il suo comportamento. E Nassar è uno di questi» racconta Davide che ha postato questa foto nel suo profilo social incassando una valanga di like e commenti. Nassar e un altro ragazzo del Mali, Aziz, lavorano nell’azienda di Salvatore Sedilesu da qualche mese grazie ad un tirocinio formativo avviato dalla Coldiretti.
«Sono due ragazzi splendidi. Da quando hanno messo piede in azienda non c’è giorno in cui non si siano fatti apprezzare per impegno, serietà e voglia di imparare. Il Covid ha interrotto la loro presenza, diciamo che nel disagio generale c’è anche un aspetto positivo. Hanno potuto conoscere un momento fondamentale per un’azienda vinicola, cioè la vendemmia ed apprezzare il lavoro ma anche la convivialità – dice il titolare dell’impresa –, il mio desiderio non lo nascondo è quello di tenerli, anche con un contratto a tempo e farò di tutto per riuscirci».
Anche Salvatore (Tore Sedilesu) è rimasto molto impressionato dalla bellezza e dal significato di quell’istantanea che ha fatto il giro del web. «Ho visto che con mio nipote l’intesa è nata subito. Nessuno di loro si è sentito estraneo a quello che succede in azienda. La disponibilità è massima e da parte nostra la riconoscenza c’è tutta».
Chi segue Nassar e Aziz nelle loro mansioni quotidiane è un dipendente di Tore Sedilesu, Carlo Manca. «Lui ha sette figli, io ne ho cinque. Diciamo che ne abbiamo aggiunto altri due con gioia alla nostra già numerosa prole e va bene così. Hanno le famiglie lontane, scappano dalla guerra. Ci piacerebbe essere per loro qualcosa di positivo e rassicurante».


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