Storia di un profeta ribelle

dalla ML  ecumenici@aliceposta.it

“Quando sono venuti a cercare i comunisti, non ho detto niente, non ero comunista. Quando sono venuti a cercare i sindacalisti, non ho detto niente, non facevo il sindacalista. Quando sono venuti a cercare gli ebrei non ho detto niente, non ero ebreo. Quando sono venuti a cercare i cattolici, non ho detto niente, ero protestante. Poi sono venuti a cercarmi. Non restava nessuno per protestare?”

Martin Niemöller

 

 

Teologo tedesco (Lippstadt 1892 - Wiesbaden 1984). È figura simbolo della resistenza ecclesiastica al nazismo. Pastore evangelico nel quartiere berlinese di Dahlem all'avvento del nazismo, nel settembre del 1933 fondò il Pfarrernotbund (Lega di pastori in situazione di emergenza), uno degli organismi che prepararono la nascita della Chiesa confessante, di cui Niemöller fu uno dei principali ispiratori e animatori. Alla Lega aderirono nel 1934 7036 pastori su 18 000 circa. Scopo dell'associazione era resistere ai cristiano-tedeschi e al loro cristianesimo filonazista e soccorrere economicamente i pastori vittime del "paragrafo ariano", cioè licenziati a motivo di una parentela (di qualunque grado) con ebrei. Nell'ottobre del 1934 Niemöller ospitò nella sua comunità il secondo sinodo della Chiesa confessante, che segnò la definitiva rottura con la Chiesa statalizzata dei cristiano-tedeschi. Fu arrestato e internato nei campi di concentramento di Sachsenhausen e Dachau dal 1937 al 1945. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, occupò posizioni di primo piano nella Chiesa evangelica tedesca e partecipò alla redazione della "Confessione di colpa di Stoccarda", nella quale la Chiesa confessò la sua colpevole complicità, palese o segreta, con il potere nazista. Nel 1947 divenne presidente della Chiesa dell'Assia-Nassau, nel 1948 e nel 1954 entrò nel comitato centrale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, nel 1961 divenne uno dei suoi sei presidenti. Pacifista convinto, fu attivo oppositore del riarmo tedesco e dell'armamento atomico, e in più modi favorì il dialogo Est-Ovest negli anni bui della guerra fredda. [Paolo Ricca]

 

 

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