SASSARI. Un gruppo di amici e genitori e amici sassaresi l'ha
portato a vedere il grande concerto di Bruce Springsteen a Roma e lui,
che ha appena 13 anni, ha esposto dal pubblico un cartello con scritto
"Ho 13 anni, studio percussioni, il mio sogno è suonare con te".
È
successo l'incredibile: qualcuno ha avvisato il mitico Boss, una delle
star assolute del rock planetario, che l'ha chiamato sul palco davanti a
60mila persone. Andrea Casu, che studia percussioni allievo di Luca
Piana alla scuola media n.12 di via Mastino a Sassari, ha suonato tutta
"Dancing in the dark" con Max Weinberg, il drummer del Boss. E alla fine
il batterista gli ha regalato anche le sue bacchette, la cui foto,
incredulo, Andrea ha subito postato su Instagram.
E noi "civilizzati" ci indigniamo per ciò che accade fuori dai nostri confini ???? Ma guardate che feccia di individui ( sia l'agressore , ma il codazzo di gente che non interviene o non chiama le forze dell'ordine ) fa nascere e pascere la nostra Italia. Tale fatto spiega meglio il mio atteggiameto di non mettere scome foto nel mio profilo di fb bandiere francesi o simili per i fatti francesi del 2015\16 ed in particolare quello di Nizzaed altri attewntati fondamentalisti
N.b
la pubblicazione integrale e senza censure dei volti come hanno fatto i media italiani e come impone questo ...... di legge sulla proivacy che protegge i criminali e i delinquenti ( ion fatti i video degli arresti o di telecamere che soorprendono ladri a rubare o altro i visi sono oscurati ) ma rompe le scatole e punisce , esperienza personale i poveri diavoli , è stata autorizzata dala famiglia èper chiarire meglio i dettaglio ( il picchiatore è, vedere url sopra con gli ulti i aggiornamenti già stato individuato ed , nonostante abbia dei precedenti , la solita giustizia italina a piede libero ) di come nessuno sia intervenuta a difesa del ragazzo handicappato e a bloccare l'agressore anzi applaudivano ed incitavano
E poi Credo che :
1) sia "giusto" pubblicare questo video dove un bastardo picchia selvaggiamente un disabile.
Lo pubblico per mostrare sia la violenza bestiale del bastardo e sia la vigliaccheria di chi non interviene a difendere Luca. << Questo è il tempo che ci è dato vivere. Questo tempo "devastato e vile". >> ( Emiliano Deiana )
2) che visti i precedenti del tipo il carcere non serva e che come suggerisce nei cmmenti della pagina fb dell'unione sarda
Giorgio Pintus Metterlo
in galera non serve a nulla. Menarlo neanche perché poi bisogna pagarlo
per buono. La famiglia di questo sfortunato dovrebbe affidarsi a un
buon avvocato e chiedere i danni. Fisici e morali. Non c'è altra strada.
Chi propone stravaganti forme di
vendetta e posta commenti che vorrebbero far grondare sangue è un
animale. Siccome di animale ce n'è già uno, questo basta e avanza. Si
procede civilmente e sono convinto che per questo ubriacone fargli
cacciare il dovuto sarà molto più doloroso delle botte.
Non so che altro aggiungere se non queste parole di
3 h · condivise non ricordo da chi sulla mia bacheca di fb
UN ABBRACCIO A LUCA ISONI E ALLA SUA FAMIGLIA.
Per chi, come noi, ha la fortuna e il privilegio di vivere la disabilità (o la bis-abilità come amiamo definirla),
sta male anche fisicamente, nel sentire del barbaro pestaggio subito da
Luca, il bis-abile sassarese. Sapere di come egli, Luca appunto, abbia
cercato di nascondere ai propri genitori quanto capitatogli,
probabilmente per paura di ulteriori rappresaglie e nondimeno per via
dell’affiorare dei sensi di colpa tipici in chi subisce violenze, ci fa
piangere amaramente (da intendere in maniera letterale e senza
retorica…). Poi, il dolore diviene addirittura lancinante, quando si
scopre che nessuno è intervenuto in sua difesa; ecco, in questi
frangenti, si prende coscienza di un dato terribile: nessuna legge,
dunque né il “dopo di noi”, né altre, potrà essere effettivamente messa
in pratica, poiché viviamo in una società come quella attuale, popolata
da bestie feroci che, quando va bene, vivono gli eventi in maniera
passiva; quando va male, girano il capo dall’altra parte, poiché il non
vedere lava tutte le coscienze. Nel nostro piccolo, per quanto poco
possa servire, ci stringiamo simbolicamente intorno a Luca e alla sua
famiglia, nella speranza che il loro Amore spazzi via questi orribili
momenti.
Attentato di Nizza – Il fake della bambola e del bambino
On 15/07/2016 by alecascio
Una bambina e il suo bambolotto? L’ennesimo caso di sciacallaggio mediatico.
Io questa bambola l’ho vista ieri notte durante la diretta. Il
cameraman l’ha inquadrata da vicino, ma non c’era alcun corpo accanto ad
essa. La bambola è stata presa dal fotografo e messa accanto a un corpo
morto per scattare la foto simbolo della strage. I giornali l’hanno
sbattuta in prima pagina, il fotografo l’ha venduta bene in barba a
qualsiasi codice deontologico del giornalismo.
Miliardi di dollari in informazione in mezza giornata: a chi volete che freghi, quindi, dei morti?
Sotto vi ho fatto un’analisi dell’assurdità della foto.
Per verificare dovete cercare le immagini in diretta di ieri, ore 2.00 circa, di sky Tg 24.
A.Cascio
La foto del bambolotto che cammina. Questo è uno dei video che ritraggono la bambola senza alcun corpo accanto.
FATE GIRARE PER FAVORE, VERIFICATE E FARE GIRARE
L’autore della foto è Erik Gillard, almeno secondo Selvaggia
Lucarelli, donna piena di tanta di quella retorica che ci si potrebbe
scrivere un trattato. A me frega poco che il fotografo si chiami Gillard
e che lei si senta la portatrice della verità in terra, io so cosa ho
visto e ci sono i video a dimostrarlo. Lei saccente com’è non li
guarderà, ma voi fatelo se ne trovate qualcuno.
la seconda dalla fogna di libero presa da un utente della mia bacheca facebook
La volgarità di «Libero» contro gli archeologi - di MARCELLO MADAU (il MANIFESTO)
La polemica. Il quotidiano si scaglia contro gli esperti del nostro patrimonio storico-artistico: la tragedia dei treni pugliesi, secondo Mario Giordano, è da attribuire alla tutela di "tre ciotole"
Un quotidiano che si autodefinisce Libero titola che la colpa della
tragedia ferroviaria pugliese è degli archeologi. Come è noto, quando ci
sono i morti arrivano sciacalli e avvoltoi. E i responsabili non sono
mai da cercare nelle politiche degli ultimi decenni, nello sviluppo
senza controlli. Sono da cercare nel lavoro: ieri i ferrovieri, oggi gli
archeologi.
«Sono queste le pratiche dell’archeologia
preventiva, adottate in tutti i Paesi civili, da anni vigenti nel nostro
Paese e recentemente riviste nel nuovo Codice degli Appalti. Sono
procedure che non bloccano i lavori ma anzi li facilitano, rendendo
compatibili la conoscenza e la salvaguardia del patrimonio culturale e
la realizzazione di importanti opere pubbliche», dicono gli archeologi
in un a dura nota congiunta.
Non si tratta semplicemente dello
squallore di un fogliaccio reazionario, che indica il nome di un
collega: qualcuno da dare in pasto alla “ggente”. C’è l’irrisione
dell’analisi specialistica, c’è ancora integro un reperto: la vena
fascista del «culturame». Ma, soprattutto, vi è la rappresentazione
rozza di una mentalità più ampia, che permane da anni e cerca di eludere
la tutela del paesaggio.
Si costruiscono a questo scopo nuove
leggi, spesso affrettate e impugnabili ma efficaci nel breve periodo,
magari affidando archeologia o paesaggio alla Protezione Civile (come
nel 2009 con la nomina di Bertolaso a commissario di Roma) per sottrarli
al controllo pubblico e cercare di regalarne il controllo alla politica
corruttibile; oppure li mette all’indice, come nelle linee di un
presidente noto per il suo fastidio della tutela dei monumenti, prima
nell’esperienza fiorentina, ora a Palazzo Chigi.
Si elude la
salvaguardia del paesaggio con eccezioni, grandi opere, l’attacco alla
norme urbanistiche, lo Sblocca Italia; si intacca quel patrimonio ancora
difeso dall’articolo 9 di quella Costituzione che fra poco, con gravi
cambiamenti, andrà sotto referendum.
Gli archeologi lavorano a
quel patrimonio che tutti dicono essere una delle grandi risorse morali e
materiali dell’Italia. Danno fastidio perché operano nel territorio.
Formatisi con senso del patrimonio pubblico e dei beni comuni, in numero
crescente lavoratori indipendenti che operano nei piani urbanistici,
nella programmazione culturale, ai quali è affidata, come obbligo di
legge, la valutazione archeologica preventiva delle opere pubbliche.
Ho l’impressione che ciò spieghi, assieme alla familiarità stretta con
il concetto di “culturame”, il volgare attacco e ne costituisca la
ragione profonda.
La cultura non si mangia e neppure si
digerisce. Serve al massimo a trovare un capro espiatorio e pensare alle
mani libere sul territorio, insomma, al servizio degli speculatori di
ogni risma.
Ma non prendetevela solo con Libero e Mario Giordano.
Essi sono gli esecutori di un piano che ci vuole riportare alle opere
senza valutazione di impatto ambientale, che prosegue la deregulation
berlusconiana (della quale il giornale era sostenitore), attraverso
Monti e Letta sino all’attuale governo.
Non prendetevela con Libero e Mario Giordano, perché essi fanno parte della maggioranza al governo.
terrore, che si fonde col
qualunquismo e la sfiducia e ci rende egoisti, e deboli. Una canzone sui
questi tempi bui ed inquieti.">>dal sito ufficiale del gruppo
Ecco infatti i Perchè come da titolo il mio atteggiamento sui fatti di Nizza .
due parole sono poche ed una è troppo ( lo so frase abusata e diventata luogo comune ma non so come esprimerlo )
perchè non mi ca l'indignazione a tempo infatti condivido il post di Vincent Aldo.
come passa il tempo !Non fai in tempo a siamo tutti francesi che siamo tutti turchi
ehehehehe
perchè si può essere indignati ed essere solidali senza essere a senso unico vedere il mio precedente posrt del 17\1\2015 sui fatti di Charlie Edo intitola appunto : #JE SUIS CHARLIE ma anche # JE NE SUIS PAS CHARLIE e soprattutto # JE SUSIS BOKO HARAM
Ma soprattutto perchè condivido in pieno , mi ha tolto le parole di bocca quando dice la mia utente di fb
Sono rimasta fra i pochi che ancora non hanno commentato quel che è successo a Nizza.
Volevo continuare su questa strada ma, scorrendo la home di fb, due cosine da dire le avrei. Potreste ascoltare l'appello della polizia francese che chiede rispetto per le vittime e i loro familiari.
Potreste evitare toni vendicativi o analisi scellerate. Potreste
evitare di trasmettere eccessiva paura ai vostri figli. Potreste lasciar
stare l'idea e la voglia di acchiappare like ad ogni tragedia. Potreste evitare di ridurre tutto a “noi e loro”. Potreste invece chiedere uguaglianza e pace. Potreste difendere i valori di civiltà e libertà. #passoechiudo
non prendetelo come un autocensura , ma come il fatto che personalmente
mi sono stancato rotto le ..... ( vedere vignetta sopra ) di ripetere le stesse cose ad ogni tragedia..ma
ringrazio che esistono quelli come il mio contatto spopra che usano la testa (n e non hanno mandato il cervello alll'ammasso \ in cassa integrazione ) e han capito
molto.. agli stolti ed ai malpancisti è per loro principalmente che scroivo auguro solo un pizzico di intelligenza e apertura
mentale per vedere oltre alle apparenze ond e evitare (....)
Mio fratello vede tutto
e il suo occhio non distingue,
mio fratello vede tutto
ma il ricordo si confonde,
urlano teorie, rincorrono morali,
la propaganda vince
con frasi sempre uguali
Mio fratello ha rinunciato
ad avere un'opinione,
mio fratello ha rinunciato
in cambio di un padrone
che sceglie al suo posto
e che non può sbagliare
perchè ormai nessuno
lo riesce a giudicare
( da oltre la guerra e la paura dei Mcr testo e video )
Ecco , per evitare l'ennessimo attentato degli stronzi fondamentalisti e i soliti serminoni pieni d'odio generalizzato dei malpancisti \ populisti e non solo .Oltre alle consuete regole del buon senso
1) evitare generalizzazioni stupide e forvianti non sempre chi è mussulmano è necessariamente \ per forza terrorista . E' come se dicessimo che noi cattolici siamo tutti per i roghi e l'inquisizione
2) esistono nell'islam , come neele altre fedi ( compresa la nosta ) diverse correnti \ scuole di pensiero oltre a quelle fanatiche \ fondamentaliste
3) vedere nele diversi fedi anche le cose positive non solo quele negative cioè 50 e 50
ecco come fare terra bruciata senza usare bombe ed armi o finanziare dittature o i nemico
vedere la storia
"TERRORISMO ISLAMICO"
(Breve lezione di storia per chi non sa o non vuole sapere)
Sino agli anni 80 l'Afghanistan era una repubblica democratica, laica e
socialista. La religione era permessa ma non era tollerato alcun
radicalismo. Le ragazze portavano la minigonna e compivano studi
universitari. Un signore in cravatta vendeva dischi. Avevo un amico
laggiù, faceva il medico. Gli Usa, reduci dal disastro Vietnam, per pure
ragioni ideologiche (guerra fredda imperante) sobillarono
una guerriglia antigovernativa, sino a che l'Afghanistan chiese
l'intervento della Russia, nazione confinante e da sempre in strette
relazioni. A quel punto Usa e Gran Bretagna cominciarono ad armare in
modo massiccio le fazioni ribelli di stampo radicale, usando come
mediatore un saudita la cui famiglia risiedeva a Boston, Osama Bin
Lader. I guerriglieri erano addestrati in Pakistan dalla CIA. Dopo dieci
anni i russi si ritirarono, vinse la guerriglia islamica e prese il
potere la fazione più estremista, quella dei Talebani. Bin Laden fondò
Al Qaeda. L''Afganistan tornò al medioevo e sparì dalla cronaca. Il
mondo lo riscopri l'11 settembre del 2001. Il resto della storia ognuno
se la racconti come vuole, a partire dalla guerra in Iraq.
Due Palazzi, corsi anti-Isis per chi lavora in carcere
Progetto finanziato
dall’Europa per riconoscere i detenuti fondamentalisti. Protocollo
d’intesa con il Bo per il rispetto delle diversità culturali e religiose
PADOVA. Le carceri del Triveneto si preparano per meglio affrontare la sfida contro il fondamentalismo islamico, iniziando la lotta contro il terrorismo da dietro le sbarre.
Padova è stata inclusa nel programma, finanziato dalla Comunità
europea, per evitare la radicalizzazione nelle carceri e migliorare la
valutazione del rischio. Tutti gli operatori penitenziari, di ogni
ordine e grado, saranno formati ad hoc per riconoscere gli individui a
rischio e farli desistere da posizioni estremiste. Progetto finanziato dall’Europa per riconoscere i detenuti
fondamentalisti. Tutti gli operatori penitenziari, di ogni ordine e
grado, saranno formati ad hoc per inquadrare gli individui a rischio e
farli desistere da posizioni estremiste. Lo scopo è evitare che alcuni
detenuti una volta usciti dal carcere passino dall’estremismo ideologico
all’azione violenta, trasformando le strutture di detenzione in una
palestra e un luogo di incontro
«L’obiettivo è analizzare i contesti detentivi», spiega Angela Venezia,
direttore dell’Ufficio detenuti del Provveditorato penitenziario per il
Triveneto, «e trovare chiavi di lettura che permettano di interagire
con i soggetti, potenzialmente aggressivi, che dimostrano simpatia per
il mondo islamico. Il progetto sarà avviato con la collaborazione di un
agenzia di formazione e sarà in rete con università e dipartimenti
penitenziari esteri». In Europa la radicalizzazione è una minaccia
crescente, per questo la Commissione si è impegnata a sostenere gli
stati membri finanziando programmi di formazione per gli addetti ai
lavori del sistema giudiziario penale. Lo scopo è evitare che alcuni
detenuti una volta usciti dal carcere passino dall’estremismo ideologico
all’azione violenta, trasformando le strutture di detenzione in una
palestra e un luogo di incontro.
Un rischio che si è già trasformato in realtà in altre città come Parigi. Amedy Coulibaly,
uno degli attentatori che ha commesso la strage di Charlie Hebdo, era
stato in carcere per rapina a mano armata e, stringendo legami con un
secondo attentatore, Chérif Koauchi, è uscito intenzionato a portare a termine un attacco terroristico.
Attualmente circa 750 persone sono recluse al Due
Palazzi. Metà dei detenuti provengono da 60 paesi diversi. A loro è
dedicato un nuovo protocollo d’intesa per il rispetto delle diversità
religiose, che nasce tra il Dipartimento dell’amministrazione
penitenziaria del Ministero della Giustizia e il Dipartimento di
filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata (Fisppa)
dell’Università. L'iniziativa è stata presentata ieri al Bo, alla
presenza del rettore Rosario Rizzuto, del direttore Fisppa Vicenzo Milanesi e del provveditore Enrico Sbriglia. «Sono coinvolti
5 ricercatori con competenze multilinguistiche», specifica Mohammed
Khalid Rhazzali, coordinatore, «sottoporremo ai detenuti stranieri
questionari di indagine, con l’obiettivo di capire come organizzare gli
spazi e i tempi per le diverse abitudini e pratiche religiose».
Leggo sulla mia bacheca m non ricordo chi o ha condiviso , questo post di Michele Citoni
«La violenza non è un gesto di trasgressione o di devianza: è parte di
una dinamica di riconferma di un ordine gerarchico. Un ordine gerarchico
tra uomini e donne ma che ordina tutta
la realtà: tra attivo e passivo, tra razionale ed emotivo, tra culturale
e naturale in questa gerarchia il maschio bianco, eterosessuale,
produttivo, occidentale, capace di dominare razionalmente il proprio
corpo e la natura corrisponde a un modello di potere che va oltre le
relazioni tra i sessi. Concepisce tutte le differenze come disparità e
come soggezione. Il valore della virilità, a cui oggi molti si appellano
pensando contrastare la violenza maschile ("i veri uomini non
picchiano, chi è virile sa dominarsi"), è in realtà il riferimento che
rappresenta come inferiori gli altri: gli uomini effemminati, le razze
non civilizzate, le donne incapaci di dominare la propria corporeità ed
emotività. La virilità chiede di essere continuamente verificata e
riaffermata: da quando a tre anni veniamo incitati a dimostrare di non
essere una femminuccia a quando l'insulto verso l'omosessuale è il gioco
di gruppo di conferma e di vigilanza reciproca tra maschi. Ma questo
dimostra anche come la violenza contro l'altro e l'altra sia un
dispositivo di controllo e di disciplinamento per tutti gli uomini.
Nella violenza c'è anche la perdita della nostra libertà.»
commento dell'ottima iniziativalanciata daTrenta uomini sul blog del Corriere della Sera La27esimaora
lanciano la proposta di una nuova giornata nazionale contro la violenza
maschile per prendere parola come uomini e per "diffondere al massimo
la sensibilità e l'impegno fra tanti ragazzi e adulti ancora troppo
silenziosi, isolati e confusi". e ripresa da http://noino.org/
Ecco
il piccolo campione tratto in salvo dalla tragedia dell'incidente
ferroviario in Puglia...Oggi è il suo settimo compleanno e festeggia il
miracolo della vita... Gli facciamo tutti insieme gli auguri ???
non ci sarebbe niente di male se : non si usassero tali metodi , al limite dellosciacallaggio e violazione delle leggi penali e civili , per achiappare clic degli utenti . Infatti nei media( eccne uno a caso )
Bambino salvato dall’incidente ferroviario, festeggia il compleanno in ospedale
Bari. Samuele ha conosciuto la linea sottile tra la vita e la morte.
È stato uno dei passeggeri della tratta maledetta sulla quale si sono
scontrati in tarda mattinata due treni nella provincia di Bari. Oggi
quel bimbo scampato alla morte grazie all’abbraccio della nonna
deceduta poco dopo, estratto dalle macerie e trasportato d’urgenza
all’ospedale di Andria, festeggia il settimo compleanno. Samuele sorride
nella foto postata su facebook da uno dei medici e scattata nella sua
camera d’ospedale con davanti la torta e la candelina. Il peggio sembra
passato.In tutta Italia risuona ancora la rabbia e fa male sentire i numeri
di morti e feriti, rispettivamente 23 e 52, di uno degli incidenti
ferroviari più tragici ed evitabili allo stesso tempo. Negli istanti
subito dopo l’accaduto sono stati creati dei presidi di aiuto
psicologico sul posto e negli ospedali per i feriti e le persone che
erano presenti nei vagoni e che hanno assistito alla scena terribile
dell’impatto. Ora continuano le indagini e a queste fanno da
contraltare la pesante e comprensibile dichiarazione del presidente
della Repubblica Mattarella: “Quello che è successo è inammissibile”.
Samuele ha festeggiato il compleanno con medici ed infermieri dell’ospedale. Un sorriso, il suo sorriso in mezzo a tante lacrime
su fb e sui social non c'è controllo in quanto averla diffusa senza filtri su fb è un medico del reparto in cui il nbambino ricoverato , la foto è censurata perchè si tratta di un minore !!!
le foto e il primo video dal cellulare prima che si scaricasse in quanto l'apparecchio per collegarlo all'accendisingari dell'auto era rotto ) il video ( tranne il primo che di mio cugino gli altri miei li trovate sulla mia bacheca di fb ) ritrovati per caso nella Sd della della digitale . In quanto nella ressa ho perso nella calca la schedina della video camera , meno male che le schede Sd sono compatibili , e quindi ho usato la scheda della digitale nella video camera perchè non avedndo una reflex ma una power point le foto fatte da lontano con macchina digitale vengono una cioffecca . Meglio fotografare con la video camera .
Fra autostrada ( Como -Verona ) trovare parcheggio e mangiare qualcosa arriviamo che la fila per i bihlietti non mumerati era gia molto lunga, sebbene avessero cambiato l'orario del concerto ( dalle 21 alle 22 ) e quindi l'orario d'apertura dei cancelli .
Ma per fortuna durante il tempo trasacorso , si è trovatyo da chiaccherare e sentire dai bar vicini l'andamento della partita della finale degli Europei di calcio 2016 .
dirti dove , solo dopo una decina di minuti e su pressione della calca si decidono ad aprire l'altra ala delle tribune a sinistra del nrel mio caso del palco . Un altra corsa sulle gradinate in dicesa per cercare
un posto più in basso dove si vedesse meglio . Riusciami a trovare posto all sinstra del palco ( foto vedi foto al centro scattata durante l'intervallo ) . Meglio questa posiione che niente . Meno male che avevo la fotocamera . E poi la scarsa visuale ed il cullo rovvente non essendo riusciti a prendere i cuscini all'ingresso è stata ripagata da un ottima scaletta
5 am
Rattle That Lock
Faces of Stone
Wish You Were Here
What Do You Want from Me
A Boat Lies Waiting
The Blue
Money
Us and Them
In Any Tongue
High Hopes
Astronomy Domine
Shine on You Crazy Diamond
Fat Old Sun
Coming Back to Life
On an Island
The Girl in the Yellow Dress
Today
Sorrow
Run Like Hell
Time/Breathe
Comfortably Numb
e da una magistrale re interpretazione dei pezzi , in culo alla cultura Revival , dei Pink Floid e ad torio da solista
Il tempo di fare una Zummata con il cellulare al pubblico dell'arena
e il concerto inizia .
Il video il video di mio cugino ( ero nel panico per i motivi detti nele righe precenti ) poi mi sono fatto coraggio e mi sono ripreso e ho fatto anch'io dei video che troveete prossimente sul mio canle di youtube
Unico rimpianto è stato quello di non aver potuto vedere bene nè l'arena nè la zona circostane ma poi il rimpianto l'ho fatto passare e mi sono detto come suggrito da un mio contatto di fb << la città aspetterà altre occasioni. Goditi il concerto ! >>
Le guardi e non hai scampo, non sono
dipinti, sono profezie realizzate, la Chyniere che si squarcia come una
Madonna nera e poi sviene in chiesa, annullata in un urlo munchiano, e
la povera crista nera di botte, la sindone del femminicidio, la Federica
spolpata, anch'essa con un grido ultimo, digrignato per l'eternità. La
prima ha perso un amore, gliel'ha strappato via l'infame furia del
razzismo, la seconda ha perso per amore, per un'altra infame furia dalla
stessa radice. Signori, questo è l'odio. L'odio per il diverso, l'odio
per la donna, anch'essa diversa, anch'essa da punire. Emmanuel, il
marito di Chinyere, è stato trucidato semplicemente perché era lui,
perché era nero, perché occupava lo stesso suolo, respirava la stessa
aria del suo assassino. Perché aveva una moglie che non ha tollerato di
sentirsi chiamare scimmia, perché non lo voleva lui, perché la dignità
non ha prezzo, perché curvarsi non si può e non si deve più. Francesca,
rea d'aver lasciato Luigi Alfarano, il marito-padrone, è stata
ingiuriata anche dopo morta dal parroco che ha assolto e commiserato
l'assassino (anche del figlioletto di quattro anni) e suicida,
attribuendo la responsabilità del delitto al "Demonio".
Perché Alfarano
"era un uomo buono, amava la famiglia e adesso è senz'altro in
paradiso". Come se il demonio non fossimo noi, come se il diavolo, colui
che divide, non fosse in quel pugno che ha letteralmente diviso il
bimbo dalla madre e massacrato il corpo d'entrambi. A lui il
paradiso spetta di diritto in quanto maschio devoto "alla famiglia",
ecco il senso delle sciagurate parole del prete, ministro d'un dio con
un solo sesso, davanti a cui è fatto obbligo inginocchiarsi, e servire, e
morire. Signori, questo è l'odio, e questa la cultura che troviamo
nei libri, le frasi che sentiamo al bar, lo sguardo che leviamo sul
mondo, da millenni, dagli albori dell'umanità. Questa la summa del
darwinismo sociale, dell'apartheid dei sessi, del mondo a una
dimensione: quella del maschio bianco, arroccato in una normatività
criminale. Sono baratri senza fine, queste donne. Rapprese in un
definitivo "no". Stremate eppur possenti. Signori, questa è la guerra.
L'avete in casa, ogni giorno. Sta solo a voi, a noi, disarmarla. Adesso,
per sempre, ne vediamo il volto.
Eri lì, con quell'aria timida, provvisoria, ingannevole. La faccia
degli studenti quando non son più studenti. Ed è sempre un giorno
tiepido, e c'è sempre silenzio. E ti scoppia nel cuore una gioia
vorticosa, un senso di pianto che il mondo non saprà; muori in un
attimo, in un attimo risorgi.E sei adulto, e la vita ti seduce, fatale Armida senza delizie. Sei grande e diventi minimo. I
tuoi progetti falliscono; sei costretto a fuggire. Tu, figlio di popoli
giovani, guardi oltre le vetrate, nell'aria azzurra, straziante come un
addio. Partendo, non piangi. Non ne hai il tempo. Subisci tutto e non
sai perché: furto, violenze, percosse. Domani, ripeti, domani sarà
finita, appena un poco e tornerò. Ma non torni. Sei fuggito dal
fanatismo, ti uccide il fanatismo. Cioè il nonsenso. Ti aspettava da
quel giorno, covava alle tue spalle fra le congratulazioni e i sogni
d'avvenire. Era dietro di te. Una croce spessa e nera. Ti sarebbe
piombata addosso, l'avresti replicata sotto colpi assurdi, privi di
dignità. Sì, una croce nera, nera come te. Nera come il buio. E muta,
come il gorgo nel quale sei sceso.
Ormai dovrebbero saperlo anche i muri che in tempo di social condivisione non vuole dire per forza che tu accetti o sia d'accordo su quella cosa o meno . Esistono due tipi di condivione quella CRITICA cioè quando si condivide con una introduzione ma anche non una cosa che contesti o su cui non sei d'accordo per contenstarla o propporre su d'essa un dibattito \ discussione ) queola ACRITICA \ PASSIVA tanto per farla cioè perchè se
d'acordo e pensi che gli altri\e siano del tuo stesso parere o quanto meno vicino ad esso .
Ora Certe persone, che non distinguono la differenza tra le due codivisoni : La prima i cui condividi cose contrarie al tupo modo di pensaee per poter smerdare / contestare mettere sull'avviso che
sono idiozie xenofobe populiste come nel caso successomi recentemente sulla mia pagian di fb in cui commentavo la disinformazione sulla fatto di Fermo riportando con un introduzione critica l'articolo mi pare del il giornale ripreso in maniera distorta dal sito fogna \ bufalistico http://www.riscattonazionale.it/ . E La seconda . Ciò mi ha portato alla considertazione che certa gente , specie quella che ti rimuove senza contestarti la cosa e senza darti diritto di replica per poterglierlo spiegare ė meglio a volte perderla che trovarla
L'UnioneSarda.it »
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Ieri alle 14:30 - ultimo aggiornamento alle 16:50
John Masterman
Sono state messe in vendita, in Gran
Bretagna, le medaglie al valor militare conquistate durante la Seconda
guerra mondiale da John Masterman.
Ai più il suo nome non dice nulla.
Gli studiosi, invece, sanno che senza di lui la Storia europea avrebbe preso una piega diversa.
Masterman,
ufficiale inglese specializzato in azioni di spionaggio, fu infatti
l'ideatore dell'operazione "Mincemeat", che nel 1943 consentì agli
Alleati di sbarcare in Sicilia pressoché indisturbati per dare il via
alla riconquista dell'Italia sotto occupazione tedesca.
I dettagli di tale operazione farebbero venire l'acquolina in bocca a diversi sceneggiatori e produttori di Hollywood.
Navi alleate nel 1943 in Sicilia
Masterman ideò
infatti un incredibile depistaggio, per ingannare l'esercito nazista e
permettere alle truppe statunitensi di raggiungere le coste siciliane
senza trovare una feroce opposizione: ai tedeschi venne fatto ritrovare
il cadavere di un uomo, abbandonato da un sottomarino della Royal Navy
davanti alle coste spagnole, con indosso un passaporto inglese e alcuni
documenti "segreti", nei quali si accennava a un imminente sbarco degli
Alleati, non in Sicilia, bensì in Sardegna e in Grecia.
Credendo
di essersi imbattuti in un pezzo grosso dell'esercito nemico in
possesso di informazioni preziose e riservate (in realtà il corpo
apparteneva a un senzatetto morto in Galles), gli ufficiali del Reich
diramarono l'ordine di monitorare le coste sarde ed elleniche, di fatto
sguarnendo la sorveglianza alla Sicilia.
Il diversivo si rivelò un successo e gli Alleati poterono iniziare la loro controffensiva.
Il tutto, grazie allo 007 (ante litteram) Masterman.
Secondo le stime, il suo piano, oltre che alla disfatta nazi-fascista - contribuì a salvare circa 40mila vite umane.
Dopo
decenni, i riconoscimenti ottenuti dalla diabolica spia britannica
saranno messi all'asta da un anonimo collezionista che li ha gelosamente
custoditi e che ora ha deciso di privarsene.
La vendita, riferisce il Mail Online, avverrà il prossimo 22 luglio.
Base fissata per accaparrarseli: 5mila euro.
Una
cifra irrisoria, dicono i responsabili della casa d'aste Dix Noonan
Webb di Londra dove avverrà l'incanto, per dei cimeli appartenuti a uno
degli artefici della sconfitta di Adolf Hitler e del suo Reich.
Cronaca » USA Lunedì 04 Luglio alle 14:54 - ultimo aggiornamento alle 16:24 www.unionesarda.it
La polizia lo cerca per 37 anni. Quando lo rintraccia fa una scoperta incredibile
Bill Burchfield alias Harold Arnold
Nel 1979 era stato condannato a 16 anni di carcere per omicidio volontario, ma era riuscito a fuggire, facendo perdere le sue tracce.Oggi la polizia è riuscita a riacciuffarlo. Trovando però un uomo incredibilmente diverso da quello che 37 anni fa finì sotto processo.Lui è Bill Burchfield, 67 anni, rintracciato dalle forze dell'ordine nello Stato Usa del Kentucky. Secondo quanto riferito dai media americani, dopo l'evasione ha assunto l'identità di un suo cugino deceduto, tal Harold Arnold. Ed è andato a nascondersi nella cittadina di Laurel County, 59mila abitanti, famosa per aver dato i natali al primo ristorante della catena Kentucky Fried Chicken e per il Festival mondiale del pollo fritto che si tiene ogni anno per le sue strade.Qui Bill, alias Harold, ha iniziato una nuova vita, avvicinandosi alla religione, fino a diventare diacono.Non solo: per anni si è speso per i più bisognosi e si è prodigato per i poveri, impegnandosi come volontario al servizio degli ultimi e distribuendo pasti ai senzatetto. "Altro che assassino. È l'uomo più buono che abbiamo mai conosciuto", raccontano i suoi concittadini.Che ora, dopo l'arresto, hanno avviato una petizione per convincere le autorità a concedergli la grazia.O, comunque, ad esere clementi, alla luce delle tante, documentabili opere di bene a favore della società. La vicenda ha fatto il giro del mondo, rilanciando il dibattito sul recupero e le possibilità di riscatto per i detenuti.
premetto che sono per amare gli animali contro la caccia ( salvo che questa non sia inevitabile es nel caso di animali in sovranumero e creando dei problemi di aquilibrio ambientale tra prede e predatori , cme esempo il caso dei cinghiali in sardegna ) e la sua esaltazione . Ma qui si tratta di mancanza di rispetto . Un vero amante dela natuira e dovrebbe avere rispetto verso tutte le forme uomo comnpreso . Non ti piace la esaltazione , denucciarlo se c'è un reato penale o criticalo pure , ma senza minacciare ed insultare . E' per questo che vado contro corrente è dico hann fatto bene le protagoniste a denuciarli i fanatici animalisti OVVIAMENTE SENZA GENERALIZZARE
Cacciatrici e «modelle»: gli insulti corrono sul web Una delle doppiette che aveva posato per il calendario 2016 ha denunciato i commenti alle foto su Facebook ritenuti diffamatori e anche minacciosi
Una delle immagini del calendario: quello del 2016 è al centro della querela presentata dalla cacciatriceTRENTO. La finalità dell’iniziativa era (ed è)
benefica: la raccolta di denaro per sostenere associazioni che aiutano
famiglie, bambini e anziani in difficoltà. Il mezzo è collaudato: un
calendario. Particolari le modelle unite dal fatto di essere tutte
cacciatrici trentine e di mettersi in posa - assolutamente vestite - con
le «divise» delle doppiette anche di altri tempi. E proprio il
calendario delle cacciatrici trentine è entrato nel mirino di alcuni
animalisti che hanno bersagliato le «modelle» con una serie di messaggi
offensivi (anche pesanti) su Facebook. Tanto da spingere una di loro a
rivolgersi all’avvocato Marcello Paiar per denunciare alcune di queste persone per diffamazione, minacce e ingiurie.
Una denuncia contro la quale la procura ha chiesto l’archiviazione ma
il legale ha presentato opposizione aggiungendo altro materiale a quanto
già depositato a gennaio quando era stata presentata la querela.
Ma per spiegare la vicenda è necessario fare un passo indietro al
novembre dello scorso anno quando il gruppo cacciatrici trentine
presenta (e non si trattava della prima edizione) il calendario.
Cercando su Facebook la notizia della loro iniziativa si sono imbattute
nel profilo di un trentino (animalista) e soprattutto nelle sue
riflessioni pesanti e anche in qualche modo grevi. Seguite da commenti
di altri utenti del social network dello stesso tenore.
Con paragoni con i calendari dei camionisti con gli pneumatici
sostituiti dai fucili. Oppure frasi come «vogliamo parlare delle “donne”
(le virgolette sono dell’autore del post, ndr) di questa provincia
succhiasoldi. A parte che sono una più.... dell’altra, (...) la cosa
allucinante è che sono delle assassine».
Una frase fra le tante che riportiamo per far capire il tenore degli
interventi. Corredati da alcune immagini del calendario presentato nei
giorni immediatamente precedenti.
Ma a spingere una delle cacciatrici a presentare la denuncia sono state
quelle frasi che lei ha avvertito come una minaccia diretta alla sua
attività commerciale e ai suoi clienti. Con la promessa di un’attività
di boicottaggio. Che, nei fatti, non si sarebbe mai tramutata in azioni
«reali».
Pensieri e frasi che hanno causato nella donna un profondo stato di malessere tanto da spingerla ad affidarsi
ad un legale per veder condannati chi l’aveva diffamata e minacciata.
Una denuncia per la quale, come detto, la procura ha chiesto
l’archiviazione e ora la «palla» passa al giudice che dovrà esprimersi
sull’opposizione all’archiviazione che è stata presentata dal legale
della cacciatrice.
Lo so che molti di voi , come non biasimarli , mi diranno : è che palle è già il terzo articolo che riporti su argomenti simili in queste due settimane ; ma stasi diventando vecchio.; non sapevo che t'interessassi d tematiche da giornali rosa e tipo harmony ; ... ecc .
Ma se leggete questa storia fino in fondo , prima di sparare cazzate a random capirete che tale vicenda non puo' essere in modo riduttivo in quadrata in tali categorie
Si laurea a 82 anni per amore della moglie
Carmelo Toscano aveva finito gli esami già nel 1974 e ieri ha presentato a Sociologia la sua tesi sul capitalismo in agonia
di Giorgio Dal Bosco
TRENTO. Laurearsi a 82
anni suonati (ieri pomeriggio a Sociologia) è fuori del comune, ma non è
un primato. Laurearsi a questa età a distanza di 42 anni trascorsi dopo
aver superato tutti gli esami canonici (iscrizione nel 1968 e ultimo
esame nel 1974) rifiutandosi di discutere la tesi (già scritta) di
laurea soltanto perché «contesto la frattura tra mondo operaio e mondo
intellettuale che quel pezzo di carta, la laurea, lo certifica»,
comincia ad essere un evento straordinario. Se ci si aggiunge a tutto
ciò che una laurea siffatta altro non è che un regalo di lui per amore
di lei che gli ha chiesto un ulteriore “segno” d'affetto in occasione
delle loro nozze di diamante, beh, allora, veramente si va dritti nel
libro del Guinnes dei primati.
Non solo, ma questa è una pagina tenerissima di un libro rosa dove,
tuttavia, di realismo non manca niente. Non manca l'ambizione di lei
«desidero essere la moglie di un dottore» e nemmeno la smorfia di
assenso di lui che, prima, sbuffa un «vabbè, mi arrendo, mi laureo» e,
poi, le sussurra un « sono contento di ...accontentarti». Questa, in
maniera stringata, è la storia di Carmelo Toscano, nato nel 1934,
siciliano di Lentini, bolognese d'adozione, ragioniere, sposato con
Antonietta, venuto a Trento nel 1968 ad iscriversi alla già quasi famosa
Sociologia.
La sua, professionalmente, è una vita tutta dentro “Timo” e Sip,
rispettivamente “nonna” (emiliana) e madre di Telecom, fino al
pensionamento nel 1987. Con la passione, oltre a quella del contestatore
che presagiva come la tecnologia si sarebbe fagocitata centinaia di
migliaia di posti di lavoro, una grande passione – si diceva - per tutto
ciò che è “sociale”, in particolare per una diversa modalità
dell'organizzazione del lavoro che avrebbe dovuto ubbidire
all'imperativo «far lavorare meno ore per far lavorare tutti».
Carmelo si è sempre messo di buzzo buono anche in questo almanaccando
sistemi organizzativi migliori. Quella tesi dal titolo «Capitalismo in
agonia», scritta quando aveva 38 anni, intanto , però rimaneva lì in
casa tra gli scaffali come un impolverato album di foto di famiglia.
Antonietta la moglie, - come sussurra la figlia Alessandra «moglie sì,
ma con un'espressione più intima io definisco meglio una compagna di
vita, una donna che ha condiviso con il marito ogni decisione e ogni
grande o piccola emozione» - ha covato per qualche tempo un segreto
desiderio.
Lo covava, forse, anche tra un gorgheggio e l'altro, tra un'opera e
l'altra, cantando come soprano lirico al Teatro Comunale di Bologna.
Poi, l'anno scorso Carmelo si è trovato tra le mani quel fascicolo
«Capitalismo in agonia» che ha portato , non si sa mai, alla casa
editrice Pendragon che subito ha pubblicato l'opera in due volumi.
Involontariamente Carmelo ha così dato il “la” alla sua laurea. Sì,
perché la moglie Antonietta e la figlia Alessandra come due carbonare
hanno tramato nell'ombra.
Qualche telefonata a sociologia, qualche distinguo e infine la certezza
di una cosa importante: il laureando, all'epoca dell'ultimo esame, per
motivi tutti suoi e non per eventuali ripensamenti sulla eventualità di
laurearsi, si era fatto certificare dall'Università di aver superato
tutti gli esami. E questo attestato che gli ha permesso di laurearsi a
distanza di 42 anni.
Così per Carmelo è arrivata la “bomba”: la richiesta della moglie,
ossia, la preghiera di andare a Trento, discutere la tesi già
pubblicata. La “carboneria” di madre e figlia aveva vinto. D'altra parte
60 anni di matrimonio vissuti senza tentennamenti e con un grande
dolore, supportandosi (attenzione, non sopportandosi) vicendevolmente
dovevano essere festeggiati.
Ecco, appunto, supportandosi. Sì, perché quando Carmelo, allora già
impiegato alla Sip, aveva deciso di iscriversi a Sociologia, la moglie
aveva apprezzato e stimolato l'iniziativa anche se lo studio avrebbe
distolto Carmelo, almeno parzialmente, dal ruolo di grande padre e di
bravo marito.