Iginio Ugo Tarchetti

Mi sono ritrovato, quasi per caso, a leggere i "Racconti Fantastici" di Tarchetti. Come d'abitudine ho recuperato il libro alla Biblioteca Civica di Pavia e mi sono ritrovato tra le mani un volume affascinante, malconcio, antico almeno di una trentina d'anni.

Conoscevo, dai tempi dell'esame di Letteratura Italiana, alcuni racconti dell'autore: mi avevano colpito molto fin da allora e, rileggendo quei brani e scoprendone altri, ho compreso di non essermi ingannato nel giudizio positivo che ne era emerso la prima volta.

Oserei quasi definire Tarchetti come una sorta di "Poe Italiano" non fosse, il buon Edgar Allan, decisamente superiore dal punto di vista poetico. Ad ogni modo il mio paragone si regge soprattutto sul contenuto dei racconti: l'autore italiano ha saputo tessere trame decisamente gradevoli, originalissime. Tra le pagine del tomo spuntano quasi delle fiabe, velate di qualche tinta cupa, per bambini un po' cresciuti. A mio parere è un vero peccato che uno scrittore simile non venga tenuto in considerazione maggiore.

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