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Visualizzazione dei post con l'etichetta sofferenza

Laura da Nuoro, dopo le lacrime il riscatto: isolata a scuola, brilla in passerella Oggi ringrazia quelle compagne che, ghettizzandola, l'hanno resa più forte.

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unione  sarda  14\4\2019  08:51, aggiornato alle 09:08 LA STORIA Laura da Nuoro, dopo le lacrime il riscatto: isolata a scuola, brilla in passerella Oggi ringrazia quelle compagne che, ghettizzandola, l'hanno resa più forte. E punta a Miss Italia 2019                                                         Laura Chironi Nel suo vissuto è impresso il marchio della sofferenza. Ma anche il segno del riscatto, che le irradia il viso di un candore infantile. Laura Chironi è nata a Nuoro, ha 19 anni, frequenta il quinto anno del liceo scientifico Fermi e il 10 maggio parteciperà a Cagliari a una delle selezioni che sanciranno quali reginette di bellezza si contenderanno la finale regionale sarda, trampolino di lancio per l'edizione 2019 di Miss Italia. Da bambina esclusa in classe dalle compagne a ragazza ambiziosa e solare: ha da poco compiuto i primi timidi passi come modella, entrando a far parte dell'agenzia cagliaritana Venus Dea e ritagliandosi il ruolo di una tra le più

La riparazione del dolore la storia di Antonio Butti, chirurgo

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anche se di solito concita De gregorio usa troppo il cuore e poco la mente stavolta nell suo ultimo intervento sula sua repubblica di repubblica d'oggi << Ho conversato a lungo con Antonio Butti, medico chirurgo, ci siamo scritti, scambiati foto, ho ascoltato la sua storia, ho letto il libro che ha scritto. E’ una bellissima storia d’amore, di cura – anzi di Cura, con la maiuscola – di riparazione del dolore. Anche il suo libro lo è, così come i frutti che ne nascono e la consolazione che genera. E’ una storia personale e politica, mi viene da dire usando un linguaggio di altre epoche. E’ il punto in cui la propria storia individuale genera azioni che riverberano nelle vite degli altri. La Cura della comunità, questo è la politica [ da non confondersi con la politika \ politica dei palazzi ] . Lascio che sia lui a raccontare.>> mi ha commosso perchè . Nel dolore ci si conosce, si cresce e si riesce ad andare oltre se stessi. infatti    

Uno spazio per noi donne

Care donne lettrici di Compagni di Viaggio, se aveste la possibilità di ideare e progettare uno spazio dedicato alla cura, alla tutela, all'assistenza ed all'accoglienza delle donne , nella vostra città, nel quartiere in cui vivete, quali elementi e quali prestazioni giudichereste fondamentali, importanti ed idonei per la realizzazione ed il buon funzionamento di questo servizio? Quali sono i problemi e le difficoltà , anche quelle più piccole, semplici e quotidiane, che oggi affliggono noi donne? Che cosa desideriamo , di cosa abbiamo bisogno , e che cosa le istituzioni ed i servizi pubblici e privati sul territorio non sono ancora in grado di offrirci? MariLouLou, curiosa, spera di ricevere tante risposte, non solo dalle lettrici, e vi augura una buona giornata. Se volete leggermi, la mia dimora è sita in   http://trattidanima.splinder.com    Salut à tout le monde!

Vrindavan, in India, la città-lager delle vedove bambine....

Nella CASA DELLE VEDOVE, le più coraggiose vi arrivano da sole, sognando di raggiungere il paradiso dove saranno   liberate dal ciclo della morte e della rincarnazione. Ma la maggior parte viene accompagnata, o meglio «scaricata» a sua insaputa, dalla famiglia del marito, ormai defunto. Con lui del resto hanno perso tutto, persino il cognome da sposate. Eppure a portare a Vrindavan migliaia di donne ogni anno non è tanto la fede, ma la disperazione. Questa cittadina dell' Uttar Pradesh, 150 chilometri a sud-est di Nuova Delhi, da 500 anni è un rifugio per le donne spogliate di tutto che qui vivono, se va bene, di elemosine e offerte.   Un lungo purgatorio in terra, un viaggio senza ritorno verso l' oblio: a casa non arriverà neanche la notizia della loro morte. Vrindavan, una città santa quasi tutta per loro: su 56 mila anime, quasi 15 mila sono vedove. Un abitante su quattro. Cinquemila in più rispetto a dieci anni fa. A lanciare l' allarme è il rapporto del Fondo di svilu

Monsignor Casale: «La vita è relazione, basta accanirsi»

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in "l'Unità" del 16 novembre 2008 «La vita è relazione, non un fatto biologico. Nel caso di Eluana siparla di stato vegetativo, e non è opportuno accanirsi». È l'opinione controcorrente di monsignor Giuseppe Casale, ex arcivescovo di Foggia. Che invita il Parlamento a esprimersi «con saggezza: una legge sultestamento biologico potrà evitare casi analoghi». Il silenzio invocato da Beppino Englaro non è mai sceso. Anzi, si moltiplicano le pressioni per dissuadere il Friuli ad accogliere gli ultimi giorni di Eluana. Perché?«Noi in Italia ragioniamo di alti problemi dimenticando le persone. Ci schi eriamo in partiti come guelfi e ghibellini tralasciando dilavorare per soluzioni concrete. Così la politica diventa difesaaprioristica di punti di vista». Fa eccezione il governatore friulano Tondo, che comprende il doloredella famiglia. Pur facendo parte di uno schieramento, il PdL, contrario alla sentenza. «È così, è vero. Il punto è che bisogna guardare la realtà di questagi

Pensiero del Giorno

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“Si dice che la sofferenza educhi gli esseri umani. Ma allora, visto che soffrono da tanto tempo, perché non sono diventati più saggi? Nel momento in cui sono travolti dalla tormenta, prendono la risoluzione di non commettere più determinati errori, e pregano anche il Signore, proprio loro che non pregavano mai! Ma non appena le cose si sistemano un po', dimenticano velocemente i loro buoni propositi. Sì, perché soffrire non basta, e se essi non comprendono perché soffrono né ciò che bisogna fare per non soffrire più, ricadono nelle stesse debolezze e negli stessi errori, e ricominciano a soffrire. Chi soffre ha bisogno di luce per essere illuminato sulle cause della sua sofferenza e sui mezzi per porvi rimedio, ed ha anche bisogno d'amore per essere riconfortato e incoraggiato. Si possono dunque guarire gli esseri dalle loro sofferenze soltanto sapendosi manifestare nei loro confronti con saggezza e con amore”. Omraam Mikhaël Aïvanhov