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Andy Rocchelli, una storia da raccontare e da far uscire dalle nebbie

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Fra le tante storie  lette  o sentite  ( video e  podcast  )  durante  questo periodo  eccovene  una  molto bella   . Essa descrive benissimo   il  tipo di quelle    di cui  ho parlato nel precedente  post   . Lo  so che non è mia  , cioè raccontata  da me  ma d'altri . Ma   è  grazie  a persone  come   colui che   ha  fatto    l'articolo e   l'ha  raccolta    che   tali  vicende    rinascono     riemergono  dalle  nebbie   del tempo e  dall'oblio in cui  i media maistream  e i politicanti le  hanno   fatte  finire da  https://www.mariocalabresi.com/stories/  Ci sono foto che nella vita non si dimenticano mai, che ci accompagnano, che formano il nostro immaginario e segnano la nostra memoria. Di questa ricordo i volti dei bambini, nove o dieci bambini pigiati in una dispensa sotterranea, tra barattoli di conserve, marmellate, pomodori, peperoni e cetrioli sottaceto. Li avevano stipati in questa cantina, a cui si accedeva attraverso una piccola botola, per prote

come la propaganda ti trasforma una persona normale in un hater

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   un articolo interessante      questo  di  Monica  Serra pubblicato       https://www.lastampa.it   del  18\5\2020  che cerca di capire gli haters e diu uscire dalla logica che essi sian solo malpancisti leghisti ed sovranisti  Io, hater di Silvia: “Non ho paura delle indagini, va rispedita indietro” Parla uno degli autori dei commenti più violenti contro la cooperante milanese: «Io non odio, esprimo solo opinioni. Quella ragazza è pericolosa» L’anonimato li protegge, ma trovano forza nel consenso. Perché l’hater, l’odiatore social, è la punta di un iceberg che gode di una base ampia, di un sentimento diffuso. L’hater scrive sul web quel che risuona nelle battute tra amici al bar, tra colleghi sul posto di lavoro. Raccoglie, elabora, amplifica. E, senza l’approvazione di chi gli sta intorno, forse neppure esisterebbe. La vicenda di Silvia Romano, le minacce di morte e le accuse di essere una « fondamentalista » , una « neo terrorista » , è solo l

Domenico Beneventano un dimenticato eroe borghese anticamorra

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Per il segno che c'è rimasto non ripeterci quanto ti spiace non ci chiedere più come è andata tanto lo sai che è una storia sbagliata . Ci sono storie  che  sono di tutti  , che ci appartengono  ,  storie di persone  la cui   la cui  scomparsa resta  ( o almeno dovrebbe  )   nella nostra memoria  . E di cui  , in alcuni     diventano  :  <<   Storia diversa per gente normale \ storia comune per gente speciale   >>  ma     è  nel bene   ed  nel male  grazie  ai media  e  alle  arti , che   conosciamo le loro  vite   e le loro  storie  , ci indigniamo   e ci commuoviamo   ogni volta  che  sentiamo  (  ma anche quando     ci ritorna in mente  )  su come sono morte  , la  lotta per avere giustizia  (  se  l'hanno  ottenuta  o meno   )  e  verità   ed  le  sentiamo nostre  come se  fossero una parte  di noi  . Ma  ci sono  , ed  è questo  il caso   del  mio post   d'oggi ,  che  invece scivolano via   e  finiscono (  salvo  che qualcuno  come il sito citato  non

Spett odiatori la volete finire di vomitare fake news ed odio verso Silvia romano ma non solo ? cosa aspettate che arrivino ad ucciderla una seconda volta ?

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lo so che sarete stufi , come me , di sentir parlare di #silviaromano ( ora #Aisha ) e delle polemiche della vicenda . Ma si è  passati  dal  vomitarli     sui social  e su watsapp    a gettare   contro il suo palazzo  delle bottiglie (ansa) Silvia Romano, cocci di bottiglia lanciati contro il palazzo in cui abita: scientifica sul posto. Si indaga sulle minacce social Al vaglio decine di messaggi scritti su vari social   So  anche    che che riportando tale 💩🙈   poi  rimosso  (   come   l'altro  che    trovate     nel post   )  dall'account   facebook     della persona   , se   cosi  si può  definire  ,  in questione  do visibilità a tali idioti ( per essere eleganti ) ma il mio essere libertario è odio verso la censura è più forte. Concordo con il mio contatto twitter LaMoy @emme_sette quando dice : Si sono raggiunti livelli di 💩🤬💥💨🗣😡😥🤮 inimmaginabili Infatti come potete vedere sotto DA non leggere per     1)    stomaci de

. LA SFIDA DI ROSA OLIVA APRÌ I CONCORSI ALLE DONNE

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Inizialmente avevo pensato di riportare questo post , usando la funzione programma data post di blogger , per l'8 marzo dell'anno prossimo . Ma poi , visto che ho fatto , vedere i miei tag , la scelta di ricordare le donne non solo l' 8 marzo ma sempre ho deciso di riportarla oggi . Il 13 maggio 1960 la Consulta diede ragione a Rosanna Oliva che voleva diventare prefetto Fu una sentenza rivoluzionaria, che cambiò la vita delle donne e dell’intera collettività. Per la prima volta venne spazzata via la discriminazione che impediva alle donne di accedere nell’amministrazione pubblica alle carriere ritenute maschili, da quella prefettizia alla magistratura. Dietro il pronunciamento della Corte costituzionale, il 13 maggio di sessanta anni fa, c’era il gesto ribelle di una ragazza di 24 anni, Rosa Oliva, mossa non tanto dall’ambizione personale ma dalla volontà di difendere l’eguaglianza sancita dalla Costituzione.  Oggi Rosanna ha 85

Ploaghe, barista distrugge il suo locale: "Troppi costi" Gian Mario Fenu ha afferrato una mazza e ha pubblicato il gesto sui socia

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Gian Mario Fenu, 59 anni di Ploaghe, fa il barista e il pizzaiolo sin da piccolo. Proprio da bambino era solito arrampicarsi dappertutto. Da allora per tutti i ploaghesi è diventato "Ciondolo" e nessuno quindi l'ha più chiamato col suo nome vero. Popolarissimo, commerciante nato e appassionato di paracadutismo, gestisce con successo il Fanatic Pub Pizzeria da 29 anni. Sino all'arrivo del coronavirus. Con la pandemia per Ciondolo ci sono stati solo costi e nessun ricavo. Il commerciante ha così deciso di vendicarsi e scaricare la sua rabbia con uno strano sistema: a colpi di mazza ha distrutto il locale e ha anche pubblicato il video su Facebook. "Grazie Covid", è stato il suo grido di battaglia. Se in molti hanno pensato che l'insolita impresa fosse un gesto contro le istituzioni devono ricredersi. "Non ce l'ho con nessuno e non voglio lanciare alcun segnale politico - spiega Ciondolo Fenu - A causa del Cov

LETTERA A SILVIA ROMANO di Maryan Ismail

Riporto le parole stupende di  Maryan Ismail  e invito tutti a leggerle. Ma proprio tutti LETTERA A SILVIA ROMANO. Ho scelto il silenzio per 24 ore prima di scrivere questo post. Quando si parla del jihadismo islamista somalo mi si riaprono ferite pr ofonde che da sempre cerco di rendere una cicatrice positiva. L'aver perso mio fratello in un attentato e sapere quanto è stata crudele e disumana la sua agonia durata ore in mano agli Al Shabab mi rende ancora furiosa, ma allo stesso tempo calma e decisa. Perché? Perché noi somali ne conosciamo il modus operandi spietato e soprattutto la parte del cosidetto volto "perbene" . Gente capace di trattare, investire, fare lobbing, presentarsi e vincere qualsiasi tipo di elezione nei loro territori e ovunque nel mondo. Insomma sappiamo di essere di fronte a avversari pericolosissimi e con mandanti ancor più pericolosi. Ora la giovane cooperante Silvia Romano, che è bene ricordare NON ha mai scelto di lavorare in Somali