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27 gennaio e 10 febbraio sfatiamo la vulgata che non ricordare in modo ufficiale voglia per forza dire dire negare o giustificare tali bruttezze

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  Poichè  le  due    giornate  ( anche se   si dovrebbe parlare  di settimane   )  " rompi  " sono    vicine  e   spesso  , sic  ,  vengono celebrate  insieme  ho  deciso  di  portarmi avanti  🤣😃 e  di  bloccare  per    evitare  che  finisca     come in chiedi alla  polvere   di  J.fante  o   perso  fra  la  cronologia  internet  ,  un post  sul   10m febbraio    e    del perchè  lo celebro   . Dopo  questo  spiegone  veniamo  al post    Anche se  sono  critico   verso  il  10 febbraio ricordo  tale   evento   e  cerco  di sfatare  la  vulgata   come    che  e cercar di capire cosa accadde nell'Adriatico in quegli anni e  farsi un idea   diversa   da  quella  ufficiale   non vuol dire necessariamente  giustificarla o    negarla  .La cristallizzazione istituzionalizzata   delle  memoria    delle  vicende   delle  foibe  in una ricorrenza nata a qualche anno dall'istituzione del Giorno della Memoria contiene in sé un'irrisolvibile contraddittorietà. Il 10 febbraio

Lo storico Gobetti: “Foibe, media e istituzioni ripetono slogan e fake news dei neofascista ovvero qui! 10 febbraio, il giorno del falso ricordo

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 A chi legge solo i titoli  o da titolo decide se proseguire o meno nella lettura  non fatevi ingannare dal titolo perché criticare una giornata ricordo non vuol necessariamente che si dimentichi o non se ne debba parlare . Inizialmente volevo usare tale  post   per l'anno prossimo, ma visto che come succede le giornate della memoria  /ricordo diventano settimane  trascinandosi dietro contrapposizioni ideologiche  da guerra fredda  e incidenti diplomatici con i vicini Croati e Sloveni ( vedere il post   sotto )  , cambio la programmazione e metto oggi . E con questo post chiudo per quest'anno l'argomento #10febbraio #giornodelricordo #foibe .  Dopo questa precisazione  iniziamo . Ogni    febbraio  è  la stessa  storia   tutti gli storici o persone comuni  appassionate  di  storia    e di quel periodo     che propongono    ricerca storica  seria o quanto meno    slegata    da  quella  retorica  ed  ufficiale      vengono    tacciate  di  riduzionismo  e  di negazioni

quando si potrà parlare del confine orientale ( e tutti gli avvenimenti fino al 1954 ) senza scannarsi e senza strumentalizzare ?

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colonna sonora del post Kings - La risposta nel vento   Parole e musica di Bob Dylan qui l'originale ( 962) Traduzione di Mogol Lo so  che    come  il sottoscritto  ,  non  ne  potete  più  di  sentire  parlare  di    foibe   , esodo ,    e  tutte le  polemiche  sempre  uguali   che  si iniziano     ,  non appena   terminata  la  bisettimanale    giornata  del  27 gennaio  ,  fino  al   12  febbraio   e  in alcuni  siti nazionalisti anche  dopo  .   Ma    alcuni  fatti  1)   la  disinformazione ed  uso  distorto  fatta      da  ilprimatonazionale,it    Roma, 9 feb – Alla fine, all’alba del Giorno del Ricordo, anche  il Partito Comunista di Marco Rizzo  si è unito al vergognoso  carrozzone dei revisionisti-censori  che nei giorni scorsi hanno fatto a gara per  infangare la memoria  di coloro che morirono nelle Foibe massacrati per mano dei partigiani titini. Dal  convegno negazionista di Alghero  a  quello di Parma  passando per le dichiarazioni  del

Da Trieste a Buenos Aires nel ‘48 per far conoscere la tragedia delle foibe «Una storia da riscoprire»

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da https://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/19_gennaio_19/ Da Trieste a Buenos Aires nel ‘48 per far conoscere la tragedia delle foibe «Una storia da riscoprire» Parlano i discendenti bergamaschi di Rodolfo De Gasperi, capitano della marina che portò a termine il viaggio. «Partirono tra l’indifferenza angloamericana e il sarcasmo della radio jugoslava». 5 mesi di viaggio: accolti da Peron di Francesco Ruffinoni Soccorritori tra le foibe nel 1945 shadow 0 237 Da Trieste fino a Buenos Aires, attraversando l’Atlantico: fu la spedizione del comandante Rodolfo De Gasperi, che, nel 1948, con nove compagni e due piccole barche (l’«Italia» e la «Trieste»), partì dal Molo Audace alla volta del Sud America, per portare all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale la tragedia delle foibe e il dramma che stavano vivendo gli italiani della Venezia Giulia. Una spedizione che, allora, fu pressoché taciuta dalla stampa nazionale, anche dopo la pubblicazione, ad opera della giornalista Rina