Senza titolo 1517
La nostra televisione non finisce di stupirci. Da una parte ci fanno vedere di tutto e senza porsi tanti problemi: scene violente, risse isteriche, panni sporchi lavati in pubblico, interviste strappalacrime, contesti diseducativi, minori strumentalizzati a tutte le ore, pettegolezzi di infima risma. E questo e altro ancora va in onda regolarmente. Per altri versi i signori di una televisione che sembra non fermarsi davanti a niente si fanno cogliere da improvvise crisi di coscienza, da inaspettati scrupoli fonetici e altrettanto imprevedibili precauzioni linguistiche. Tanto è vero che si ostinano, beata innocenza, a coprire con una serie di anacronistici «bip» i dialoghi non certo oxfordiani ma ormai di uso largamente comune che infarciscono i nostri reality. Reality di cui ogni spettatore dotato di un minimo senso critico può riscontrare ogni giorno la volgarità intrinseca, ben più sos