Splendore, come la fecondità astrale della tua gerba d'oro, sei tu, Simone, intatta bellezza, spirito errabondo, dolcezza dell'anima, sete di Dio. Donna senza casa, mistero dell'universo, troppo pieno di te per sfinire in carceri antiche, terrestre e pura, anima sfarinata, così randagia e ribelle nel tuo occhio danzante, sfugge la vita tra liquidi stupori, e tu la contieni e la liberi e il cielo canta il vuoto di te. Daniela Tuscano (a Simone Weil, nel centenario della sua nascita)