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Visualizzazione dei post con l'etichetta medio oriente

Il giorno di H.

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Lo chiameranno l' Obama-day anche qui, e ormai siamo rassegnati a questi anglismi, frutto forse più di noia che di servilismo. Ma io continuo a evocare quel suo secondo nome, anzi, la sola iniziale, anche perché per noi italiani è misteriosa, muta come la "e" (non accentata) dei francesi e tuttavia in certo senso strana, esotica. H. come Hussein ha attraversato in treno il suo paese, e fra qualche ora pronuncerà il giuramento solenne. Bush se ne va. Finalmente. Ma gli lascia sulle spalle un'eredità gravosissima. Fra i tanti problemi sul tavolo di H., quella Palestina senza pace che oggi ha raggiunto una fragile tregua, ma che dorme su un precipizio incandescente. Magistralmente Moni Ovadia ha registrato l'impotenza e lo scoramento degli intellettuali israeliani e palestinesi: e quando agli intellettuali manca la parola, è un pessimo segno. Mortale. Oz, Jehoshua, lo stesso Ovadia: mai come in questo momento una frase, una sbavatura di troppo risulta imperdonabil

Gorla e Gaza, il fattore

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"E' come a Gorla, è come a Gorla" . Se fosse ancora viva, mia nonna commenterebbe con queste parole il raid di ieri sera, costato la vita a una quarantina di bambini e donne sfollati in una scuola dell'Onu . A Gorla nell' ottobre 1944 , vent'anni esatti prima della mia nascita, si consumò una delle pagine più nere della storia di Milano in guerra: un bombardiere statunitense colpì in pieno giorno una scuola, scambiata per uno stabilimento industriale, uccidendo duecento fra alunni e insegnanti [nella foto in basso, il monumento commemorativo] . Ieri a Gaza si è ripetuta Gorla, si è ripresentato il fattore "G": vale a dire "giovani". Ma "G" è anche l'iniziale di "guerra". Come se la più radicale nemica dei giovani provasse un perverso piacere a passeggiar loro accanto, sfiorandoli con la sua ombra fredda e, ogni tanto (ma sempre troppo spesso), ghermendoli. La guerra nasce vecchia, perché ricorda a tutti noi la remo

BUIO LONTANO

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malgiorno ogni giorno oggi nel dovunque estremo di striscia pestato da battente tagliavita   irreligioso affacciarsi d’un puntino echeggiante in bianco e rosso lontano-lontano-lontano mentre nel ventre della terra antica sembianza ha fatto causa a generosa purezza *impura*   il non avere colpa la fuga la colpa nelle mani tese ad un anello di preghiera che si copre di fronte alla povertà dinanzi alle paure al cospetto d’una voce (di dio) che lo creò a sua immagine e somiglianza   buio nel lontano dove l’eco della moralità s’abbraccia alla mortalità dei corpi   e la somiglianza prende forma nella luce di mille morti innocenti   malgiorno in ogni risveglio d’una striscia strisciante al suolo....   (e l’eco d’una mano sotto lenzuola papale)    

L'ultima dell'anno

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  Gerusalemme: il Monte degli Ulivi e la Valle di Giòsafat.     Senza il Gruppo Emmanuele non avrei mai visitato la Terra Santa: Israele. Se lo sapesse, papa Benedetto potrebbe accusare un colpo fatale. Lo vedremmo aggirarsi smarrito nei sacri palazzi, con lo sguardo sbilanciato e roteante di chi avverte sgretolarsi il suo mondo cristallino. Degli omosessuali credenti e, per di più, in pellegrinaggio:  il concretarsi, per lui, d'un mondo rovesciato, forse dell'Apocalisse prossima ventura. E io, al loro fianco, ancor più inspiegabile! Ma lo lascerei volentieri ai suoi impolverati fantasmi di eugenica spirituale. Gesù era il rifiutato e tra i suoi avi contava prostitute, trafficoni, in altre parole tipi sghembi. Il mito della "purezza" non è cristiano nella sua origine. Ma l'angolo di Dio è anche l'angolo più pagano .   Presso il Muro della Spianata del Tempio, conosciuto come Muro del Pianto.   Assieme ai miei amici ho ripercorso, durante i mesi estivi, le tap

Le guerre nel Mondo. Iraq: per non dimenticare mai!

La guerra in Iraq continua senza sosta. I morti fra civili inermi innocentie e le varie armate che combattono, non si contano più. I media, le informazioni sono celate, nascoste dai "potenti della terra". Si muore ancora, si muore in tanti con l'indifferenza quasi totale dal resto del mondo. Questo video che ho realizzato è un piccolo contributo "per non dimenticare". Sensibilizzare i politici del nostro strano Paese? Certo! ma penso che la teatralità mediatica messa in campo in questi anni, abbia portato molta parte degli italiani a seguire in modo più menefreghista, con le trasmissioni "prendi tempo e non dici nulla", come "il grande fratello", "l'isola dei famosi", "buona domenica", e le tante soop o trasmissioni della coppia De Filippi-Costanzo. Grazie Amici per la Gentile attenzione e... abbiate sempre presente che "i ricchi e potenti con le mani sporche di sangue", non stanno dando nessuna tregua. La pr

Recuperare Annapolis

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I colloqui di pace israelo-palestinesi cominciati tre mesi fa ad Annapolis non soffrono certo per la mancanza di idee su come affrontare i temi cruciali del conflitto. Dopo anni di tentativi frustrati di concludere un accordo, e con dozzine di piani di pace ufficiali e informali a disposizione dei negoziatori, rimane poco spazio per la creatività nella definizione di un accordo. Il problema di fondo sta altrove, nella carenza di leadership, e nella frammentazione della politica palestinese. L’unica persona che avrebbe potuto assicurare un accordo di pace basato sulla soluzione due popoli in due stati in maniera legittima agli occhi dei palestinesi, Yasser Afarat, ha portato con sé nella tomba questa legittimità. Il presidente Mahmoud Abbas non è mai stata una figura ispiratrice per i palestinesi. Con la resa di Gaza a Hamas, la sua influenza politica è diminuita ulteriormente. In effetti, Abbas non riesce neppure a controllare le milizie del suo stesso partito, Fatah, che è stato anche

La Terra Santa di Toni Baruffaldi

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Gerusalemme Toni Baruffaldi è un fotografo e poeta che conosco ormai da molti anni e di cui ammiro la particolare sensibilità umana ed artistica. Qualche giorno fa mi ha inviato un suo contributo poetico alla questione israelo-palestinese: mi fa piacere pubblicarlo sul mio blog. Se questa esplosione di spighe va intesa come metafora della deflagrazione della pace a cui un giorno potremo forse assistere, la poesia che segue è purtroppo più adatta a rappresentare le attuali prospettive del conflitto. Continua su Le coordinate Galat(t)iche

Senza titolo 1820

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Un archivio di disperazione scritto da topoandrea il venerdì, 11 maggio 2007 ,22:46 Saad Eskander lavora per proteggere la Biblioteca [Nazionale] dell’Iraq dalle bombe e dalla muffa. Saad Eskander è seduto alla sua scrivania color cioccolato, un'altra giornata in un posto promettente ma abbandonato.Dalla finestra rotta del bagno situato al piano superiore della Biblioteca e Archivio Nazionale dell'Iraq, di cui è direttore, la luce del sole penetra attraverso i fori causati dai proiettili. Al piano inferiore, le interruzioni di corrente hanno danneggiato i libri. La mattina del 5 marzo scorso, il direttore ha dovuto dire addio a un impiegato che, in seguito dell’uccisione del fratello, aveva deciso di lasciare la città.Alla destra del direttore, alcune vetrinette custodiscono i libri e i manoscritti più preziosi dell’edificio. Alla sua sinistra, delle grandi vetrate si affacciano sul mondo esterno. Alle 11.40 del mattino i vetri tremano. “Succede tutti i giorni”, spiega Esk

Senza titolo 1681

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postato dal  sito http://www.effedieffe.com/index.php     Superpotenza? Maurizio Blondet 05/03/2007     George W. Bush STATI UNITI - George Bush ha inviato tre portaerei nel Golfo, davanti alle coste dell'Iran. Che cosa significa? Se lo chiede un colonnello a riposo, Dan Smith, incredulo che la Casa Bianca voglia aprire un terzo conflitto contro Teheran, dopo i due disastrosi che ha in corso. (1) Interessanti le informazioni militari che il colonnello fornisce. Gli USA dispongono di 12 gruppi di battaglia portaerei: ciascuna portaerei con un'ottantina di aerei, una numerosa scorta di navigli d'appoggio, di difesa, e armati con missili Tomahawk. Ogni squadra è in sé una forza formidabile. La presenza in un'area di una di queste squadre, dice Smith, indica che l'America mostra i muscoli in un'area problematica; due portaerei dicono che il problema è considerato grave, e suscita allarme a Washington. Tre portaerei possono indicare l'imminenza di un attacco.