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rimuovere l'opera di un femminicida o no . il caso «Don’t Let the Darkness Eat You up» di Saul Fletcher eliminata dalla mostra «Untitled 2020»

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 quando riportai   sulla  pagina fb  Il Tulipano - Il Web Magazine Indipendente scritto dal Popolo   una  costola  della mia  pagina  fb  compagnidistrada      e    di questo  blog   Il Tulipano - Il Web Magazi ne Indipendente scritto dal Popolo 13 h    ·  togliere del tutto , un opera di un femminicida , da una mostra o toglierla ma e lasciarla solo nel catalogo ? io essendo per la libertà artistica e contro le censure preferisco la seconda . e voi ?  mi  è  stato risposto   Bravo, allora tu esporresti i quadri di Hitler? No, naturalmente. Ma quelli di un femminicida, che vuoi che sia? Erano solo donne... Commento di Ecco  dunque  la mia risposta   veramente se si legge bene io sono per la 2 opzione cioè quello di toglierla dall'esposizione ma lasciarlo nel catalogo per i motivi espressi da roberto pappalardo . se sono opere che descrivono la sua ideologia malata no . se sono opere precedenti si ma con apparato critico . Non ho mai detto  , ed   non lo    penso minimamente , det

Andy Rocchelli, una storia da raccontare e da far uscire dalle nebbie

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Fra le tante storie  lette  o sentite  ( video e  podcast  )  durante  questo periodo  eccovene  una  molto bella   . Essa descrive benissimo   il  tipo di quelle    di cui  ho parlato nel precedente  post   . Lo  so che non è mia  , cioè raccontata  da me  ma d'altri . Ma   è  grazie  a persone  come   colui che   ha  fatto    l'articolo e   l'ha  raccolta    che   tali  vicende    rinascono     riemergono  dalle  nebbie   del tempo e  dall'oblio in cui  i media maistream  e i politicanti le  hanno   fatte  finire da  https://www.mariocalabresi.com/stories/  Ci sono foto che nella vita non si dimenticano mai, che ci accompagnano, che formano il nostro immaginario e segnano la nostra memoria. Di questa ricordo i volti dei bambini, nove o dieci bambini pigiati in una dispensa sotterranea, tra barattoli di conserve, marmellate, pomodori, peperoni e cetrioli sottaceto. Li avevano stipati in questa cantina, a cui si accedeva attraverso una piccola botola, per prote

Fruttero & Lucentini non erano “congiunti”, tanto meno “affini” e neppure “affetti stabili”, stando all’ultima interpretazione del decreto eppure la vicinanza era tutto L’amico è più di un affetto

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Una  storia   che  dimostra   che  l'affetto non è solo qualcosa  di  burocratico  .  Leggoi e  riporto    sotto   , su repubblica  d'oggi 4\5\2020  Carlotta Fruttero: "Mio padre e Lucentini non erano congiunti, ma un'amicizia così non si può tradurre nella lingua della burocrazia" Parla la figlia dello scrittore che diede vita, insieme all'amico Franco, alla più celebre coppia letteraria italiana: "Avevano bisogno di stare vicini, camminare anche in silenzio. Era il loro modo di recuperare una dimensione intima e alimentare l'ispirazione che li teneva uniti" Fruttero & Lucentini non erano "congiunti", né di primo né  di sesto grado, tanto meno "affini" e neppure "affetti stabili", stando all'ultima interpretazione del decreto presidenziale che espunge dalla categoria l'amicizia. Sicuramente non potevano fare a meno l'uno dell'altro, nella vita come nella letteratura. A pensarli nel dis

oltre ai medici ci sono anche le cassiere ed i cassieri esposti al coronavirus ma ....

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... i media non raccontano le  loro storie  .  Meno male    c'è qualcuno che  lo fa    e  che lo riporta Ma prima  di iniziare  il post  vorrei riportarvi una  poesia  secondo me  adatta   a  tale  situazione   «...di questa sorprendente vita quaggiù e degli strani clown che la controllano (Lawrence Ferlinghetti, da Usi della poesia) dal sito   https://www.peopleforplanet.it/coronavirus-immagine-del-giorno/   e  dalla sua pagina Facebook Milo Manara  ha dato vita a una nuova immagine simbolica di quest’ emergenza   coronavirus : un omaggio a una categoria che, in questi giorni di  quarantena , continua a lavorare, per assicurare a noi tutti la fornitura di beni primari. Una giovane cassiera, rigorosamente con guanti e mascherina, lavora nonostante la paura del nemico invisibile che potrebbe nascondersi dietro l’angolo del  supermercato .L’artista commenta così sulla sua pagina  Facebook : “ Grazie a tutte quelle persone che devono avere coraggio anche per noi, in que

Il vero artista, quello che ha qualcosa da dire e comunicare, non ha bisogno di essere adorato. È se stesso e questo basta, a prescindere dal risultato e dai successi ottenuti.il caso degli Stone Roses

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  fonti le bache  facebook  di   Gloria  Casetto   https://www.facebook.com/gloria.scott.988  e   di  Valentina  Siri   https://www.facebook.com/JokeRina81 https://auralcrave.com/2018/05/17/the-stone-roses-io-non-voglio-essere-adorato/ https://it.wikipedia.org/wiki/The_Stone_Roses Ogni grande capolavoro  noto o poco  noto   ha una storia da raccontare. Ed  è  questo  il caso d'oggi .   Nella storia  della musica ( e  non solo  )    capita  che  ci siano eventi  di    durata inferiore  ad una meteora   e finiti nel  dimenticatoio  dai media ufficiali (  salvo  che  non  finiscano per  essere usati  per  un colonna sonora  di grido    o  dalla pseudo cultura  del reveival  ). Infatti , come dicevo  dal titolo   del post  d'oggi   ,  c'è un gruppo, meno conosciuto di tanti altri, senza il quale non sarebbe esistita l’ondata brit-pop inglese. Infatti essi hanno fortemente influenzato gran parte della scena rock alternativa britannica a venire: gruppi come Oas

il primo texone scritto da una donna . intervista all'autrice Laura Zuccheri

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dal suo profilo facebook  Qualche  giorno  fa   ho letto a  casa  d'amici   collezionisti  di tex  l'utimo “Texone”,  cioè lo speciale annuale di grande formato dedicato a Tex, che nel corso degli anni ha raccolto disegnatori bonelliani e non, come Guido Buzzelli, Magnus, Jordi Bernet, Ivo Milazzo ed Enrique Breccia . Quest'anno   L’autore  dei disegni del  Texone  2019 – intitolato “Doc!” – è  Laura Zuccheri, [    foto a sinistra  ]  disegnatrice di  Julia , nonché prima donna a illustrare un  Texone . La sceneggiatura è stata invece realizzata da Mauro Boselli, curatore e principale sceneggiatore di Tex.  Un buon numero  , credo che  me  lo comprerò  dal sito del  Bonelli  . Infatti  quello che  mi ha  lasciato   più  a bocca  aperta è  che un genere   tipico   maschile  e che    il Tex  scritto   da  Gabriella Contu [  foto  a destra  presa  da  questo articolo  del   https://www.quotidiano.net/magazine/   fosse  un caso isolato . Ma  leggendo   questo  comunicato