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Visualizzazione dei post con l'etichetta femminicidio

MOTTA VISCONTI, DALLA PARTE DI LUI. COME SEMPRE di © Daniela Tuscano

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potrebbe interessare  http://www.fanpage.it/omicidio-motta-visconti-la-confessione-la-famiglia-era-diventata-una-gabbia/ Al netto delle tante e tante parole, analisi, sfoghi o imprecazioni sull'atroce vicenda di Motta Visconti (e su quella, speriamo conclusa, di Yara), resta un solo punto fermo: la colpevolizzazione della vittima. Su "Repubblica" di oggi, quotidiano progressista, leggiamo l'approfondito reportage di Massimo Pisa: Carlo "era soverchiato dalla personalità della moglie, più grande di sette anni, e aveva già tentato di troncare, ma inutilmente". Spiegazione evidenziata nello strillo. Non solo: "La ricordano ancora in tanti la scenata che Maria Cristina [...] gli fece quando lui, a una settimana dal matrimonio, a chiesa e ristorante prenotati, e regali già pronti e smoking cucito, si presentò in via Ungaretti [...] per dire che lui non se la sentiva. 'Tu non mi rovini la vita', gli urlò prendendolo per il collett

violenza sulle sulle donne perdonare o non perdonare il primo schiaffo ? e rispondere come india ad uno strupro con la pena di morte ?

 dall'unione  sarda   d'oggi  cronaca  di OLBIA.  Le testimonianze delle donne vittime degli ex compagni assistite al Centro antiviolenza «Mai perdonare il primo schiaffo» Un'imprenditrice: «Picchiata e derubata, per lui ero una schiava» OLBIA  «Perdonare uno schiaffo a un uomo è come farsi la prima pera: entri in un abisso dal quale rischi di non uscire più». Marta ha 43 anni, ha studiato, è una piccola imprenditrice. Sa usare bene le parole e oggi che ha fatto, e ancora sta facendo, una lunga terapia, sa anche analizzare quello che le è successo. Marta è una delle 200 donne seguite al Centro antiviolenza di Prospettiva donna. Vittima di violenza fisica, sessuale, psicologica ed anche economica. Lui, oltre alla dignità, era riuscito a portarle via parte della società e molto denaro. I processi sono ancora in corso ma il suo ex compagno è stato allontanato ed è fuori dalla Sardegna. L'INCONTRO  «Quando l'ho conosciuto avevo un'attività in un centro tur

LA LETTERA La mia vita prigioniera in fuga dall'amore violento

da  repubblica  online  di GIULIA Sto scrivendo nel bel m ezzo della notte. Mi trovo isolata dal mondo e lontana dai miei affetti in una casa di cui nessuno sa l'esistenza e che deve rimanere segreta. La zona è sorvegliata in ogni angolo da telecamere. Non scrivo da un carcere. Non è per un reato commesso che mi trovo qui ma per gli sbagli di un'altra persona, una persona che ritenevo mi amasse. Sono chiusa qua dentro senza la possibilità di uscire  né di ricevere visite, tutto questo per la mia sicurezza. Questa è la mia storia. Tutto ha avuto inizio circa un anno fa, quando, nel bel mezzo della mia ex spericolata vita è apparso lui: Mario. Come tanti ragazzi della nostra età ci siamo innamorati e abbiamo dato inizio alla nostra storia d'amore. Almeno così la vedevo io, noi ci amavamo anche se lui era molto geloso. Sotto la sua crescente pressione ho cancellato tutte le mie foto perché se no lui si incazzava, così pure i numeri di telefono degli amici maschi. E ancora no

Ieri chiusura della kermesse del festival di Gavoi 2013 con Simonetta Agnello Hornby La letteratura insorge Stop al femminicidio

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per  approfondire   sito del festival   pagina d facebook  da  la  nuova sardegna estate del  8\7\2013 di Fabio Canessa INVIATO A GAVOI  Femminicidio. La parola ricorrente dell'ultima giornata del festival letterario di Gavoi è un termine brutto, nel suono e nel significato. Uno strano neologismo, brutale ma efficace che dà risalto a un problema che troppo spesso si è tentato e si tenta di dimenticare: la violenza domestica, quella subita dalle donne da padri, mariti, fidanzati, conoscenti. Spesso tra le mure di casa, luogo immaginato o che fa comodo immaginare sempre perfetto, felice. Ne parlano anche al festival Michela Murgia, che con Loredana Lipperini è autrice di "L'ho uccisa perché l'amavo. Falso!", e Simonetta Agnello Hornby (protagonista ieri sera dell'incontro che ha chiuso la decima edizione del festival organizzato dall'associazione l'Isola delle Storie) che quel male quasi tenuto nascosto o comunque sottovalutato l'ha

Femminicidio, capirsi per combatterlo insieme

   leggendo  il manifesto   di questa  comunity  di facebook www.facebook.com/UccidiAncheMe Informazioni "Uccidi anche me" è un progetto fotografico di Fiorella Sanna e Francesca Madrigali. Una serie di ritratti e interviste in cui volti e parole si mescoleranno tra loro per dare ancora più forza e più voce alla lotta contro il femminicidio. Descrizione Lo scopo del progetto "Uccidi anche me" è quello di sensibilizzare le persone sul tema del femminicidio, coinvolgendo donne e uomini che "donano" il proprio volto e le proprie opinioni e pensieri sul gravissimo fenomeno che sta assumendo il carattere di emergenza in Italia. Fotografiamo e intervistiamo le persone che stanno partecipando- già tantissime, fra le quali le nostre amiche e amici, sorelle, madri, artisti, esponenti della società civile e della politica. Il nostro approccio non vuole essere “luttuoso” o peggio quello di accentuare gli aspetti della cronaca nera, ma al contrario

Riaprire le indagini per Palmina, bruciata viva a 14 anni

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da   http://www.sudcritica.it/ P almina Martinelli  era una ragazzina di quattordici anni. Abitava in una cittadina pugliese chiamata  Fasano . Il 1981 fu l'anno in cui venne barbaramente uccisa, bruciata viva da chi aveva già deciso di destinarla al mercato della prostituzione. I due criminali responsabili della sua morte erano di casa della famiglia  Martinelli  e quel giorno in cui Palmina, minuta, viso dolce, si rifiutò per l'ennesima volta di far parte della sordida realtà di soprusi e violenze, che attanagliava la sua famiglia, i due entrarono in casa sua, decisi a darle una dura lezione. Uno, il compagno della sorella, ragazza madre costretta a prostituirsi, l'altro, socio in affari in un giro di prostituzione e droga. Uno scenario di degrado, che all'improvviso una cittadina come tante altre, con i suoi notabili e gente perbene, si trovò a dover fronteggiare. E qui che la storia di Palmina colpisce nella crudeltà proprio di quella società che tanto spe

o ama troppo e male o non capisce cosa sia il femminicidio picchiata dal compagno dice: “Voglio tornare con lui”

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N.b  per  chi leggerà  il mio commento \  premessa NON SONO misogino od  odio le donne , ma    solo certi loro  comportamenti  strani e contraddittori  chi le  capisce  le donne  prima fanno tanto le " preziose"  ( posizione più o meno comprensibile  )    anche se   a  volte      quando  gli chiedi :   il numero di cellulare  ( prima  che esistessero \  prendessero il sopravvento  le  chat  e le video chiamate  )  o  una   videochiamata   per  parlarci dal vivo   ,  o  se  sono  tue compaesane  o dei dintorni   gli chiedi  ( sui  facebook  o  al cellulare  o  a  voce  )     senza nessun  scopo recondito    di uscirci  a prendere  qualcosa o  vedere un film o  un altro spettacolo  .Ovviamente  senza   generalizzare  perché  non tutte   per  fortuna   non  sempre    sono     cosi in quanto  le donne    Ma   spesso  succedono fatti come quelli  narrati sotto   Infatti     leggo su   ilfattoquotidiano   questo  interessante  articolo   La sera del 19 maggio qual