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8 marzo le donne migrati fuga dalla disperazione e riscatto , mi licenzi riapro con una cooperartiva e riassumo parte dei colleghi , non emigro ma lottto qui e lavoro qui

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http://iltirreno.gelocal.it/italia-mondo/ del 7\3\2017 8 marzo, Emma Bonino e le donne migranti: fuga e riscatto Agitu, Princess e Habiba sul palco insieme alla leader dei Radicali italiani a raccontare la potenza delle donne migranti che riescono a emergere. L'ex ministra: "Dobbiamo cambiare la Bossi-Fini per permettere alle irregolari di regolarizzarsi"di Andrea Scutellà Emma Bonino e le donne migranti ROMA. Agitu è fuggita da un regime che espropriava la terra ai pastori nomadi e ora produce un formaggio di capra biologico in Trentino. Princess è stata costretta a prostituirsi dai suoi connazionali trafficanti, si è ribellata e oggi aiuta le donne come lei a sottrarsi dal giogo dei “magnaccia”. Habiba è scappata dalla guerra ed è diventata mediatrice culturale per aiutare i rifugiati. 8 marzo, Emma Bonino: "Diamo voce alle donne migranti" La leader dei Radicali italiani a margine della conferenza stampa "Donne anche noi.

Il bar nella cabina telefonica: ecco il coffee box più piccolo di Birmingham

L'UnioneSarda.it » Multimedia »  e http://video.leggo.it/index.jsp d'oggi Molto small, molto british. Parliamo del Jake's Coffee Box, il caffè più piccolo di Birmingham allestito in una delle tipiche cabine telefoniche rosse. "Volevo creare qualcosa di diverso rispetto ai soliti bar – ha spiegato il gestore Jake Hollier .All'inizio i passanti mi guardavano con sorpresa, ma, secondo me, l'idea di usare una delle cabine rosse per un mini-locale non è male. In fondo sono la nostra icona”. Oltre al caffè, il piccolo bar vende anche paste, salsicce e altri snack. Da consumare rigorosamente in piedi, of course.

Cagliari: «Per paura dei tatuaggi non mi hanno dato lavoro» Tattoo e pregiudizi: il caso della modella “alternative” Alessandra Marini

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  da la  nuova  sardegna del  10\5\2015  LA STORIA Cagliari: «Per paura dei tatuaggi non mi hanno dato lavoro». Tattoo e pregiudizi: il caso della modella “alternative” Alessandra Marinidi Alessandro Marongiu .                                La modella        cagliaritana Alessandra Marini Tutto si sarebbe aspettata meno che un giorno i lavori tra cui si divide da oltre un lustro, quello di estetista e quello di fotomodella, sarebbero entrati in conflitto e le avrebbero tolto la possibilità di ottenere un impiego per il quale era una candidata più che referenziata. Il perché è presto detto: Alessandra Marini, venticinque anni, originaria di Pula attualmente di stanza a Cagliari, con il nome d’arte di L’Ale Sailor è una modella “alternative” (ha fatto parte della community “Sickgirl”, ha posato per affermati fotografi di tutta Italia e con i suoi scatti è già apparsa su dei magazine stranieri), e a qualcuno i suoi numerosi tatuaggi, specie quelli sulle mani, non son

anzichè immigrare se nn hai un lavoro inventane uno. Aristide capuozzo ed i veloci ed ecologici corrieri di L ke bike

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Veloci ed ecologici i corrieri di L!ke Bike conquistano la città Finanziati da una raccolta fondi sul web e da un premio in pochi mesi hanno moltiplicato consegne e clienti  da  http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/  del  5\5\2015 di Cristiano Cadoni PADOVA. Ha voluto la bicicletta e ora pedala. Voleva un lavoro e ora ce l’ha. Con una buona idea - originale, ma neppure troppo - ha risolto il rebus di tanti coetanei: abbandonare l’Italia o resistere e inventarsi qualcosa. Trentuno anni, un diploma di scuola superiore nel cassetto, un master in criminologia preso più per passione che per strategia, Aristide Capuzzo ha messo in piedi una piccola azienda che in tre mesi ha già arruolato due dipendenti e - come si dice in questi casi - è in rapida ascesa. Cavalcando un’antica passione, quella per la bicicletta, e usando le nuove tecnologie, nella fattispecie il crowdfunding sul web, Capuzzo ha messo in moto i L!ke Bike Messengers, servizio di corrieri in b

gente che non emigra per lavorare ma resiste lavorando in italia . la storia di DAMIANA DIPASQUALE ASSUNTA CON IL JOBS ACT e di Luca NicolazziDottore in legge, 42 anni, che per vivere fa il tassista

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  Entrambe  le  storie    sono  , prese  daprese  da  REPUBBLICA DEL 8\3\2015    da  repubblica  di Milano   la seconda  Esse    testimoniano    come   c'è gente    che    scelgono  di non emigrare  ( come fece  anche  mio bisnonno    che andò  , non voleva debiti era  troppo orgoglioso  , ando  a lavorare in Argentina per  5   anni  )    come si faceva  allora  e fanno molti  oggi  . Gente    che    ha scelto    con il loro  gesto  di  ( vedere  sotto   il finale   di  in via  delle murate  c'è  uno scalin o   di Sergio Staino  tratto  dal  volume   Bobo  Novecento  ) non lasciare   o  almeno provare   a lottare  il nostro paese   in mano    certi scemi  Ma  bastga    partlare  io e lasciamo parlare le storie  Io precaria domani firmo il nuovo contratto   felice sì ma fra 3 anni possono licenziarmi” MILANO .« Felice? Ovvio. Anche se mi resta un po’di amaro in bocca». Damiana Dipasquale ha 28 anni, una laurea in Scienze della Comunicazionee un impiego in

La storia di Uno Stagista e di Una Checercadilavorare Manoncelafa

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da http://it.paperblog.com/ Creato il 14 ottobre 2014 da Giovanecarinaedisoccupata Primo fra tutti può fingere davvero di non avere certe capacità e di volersele coltivare, di voler imparare cose nuove e bla bla. Non si sentirà sminuito nelle proprie competenze e non vedrà come buttati nel cesso le manciate di anni passate inutilmente ad accumulare esperienze con cui in ogni caso non potrà rivendersi sul mercato del lavoro. Questa riflessione (semiseria solo nell’affibbiare nomi fittizi a quelli che potrebbero essere – anzi SONO – i prototipi di ciascuno di noi) nasce da recenti esperienze, mie e di alcuni cari amici disoccupati , conosciuti durante la mia gavetta nel magico mondo della disoccupazione . Gavetta che, per come stanno le cose, temo non finirà mai. Per quanto le situazioni possano sembrare esasperate, lo sono forse nella forma, ma di certo non nella sostanza, e questo lo potete testimoniare anche voi, che sicuramente almeno 1 volta nella vi

“Io, imprenditore, ecco come mi sono salvato dalle banche”la storisa di Giuseppe Alunni

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Di solito per  non finire  vittima  delle  tasse  e   quind non avere debiti con le banche o fai del nero  \ piccola  evasione. Ma    chi  non volendo ,  - come  *****  falegname  \  artigiano del legno   del mio paese  ,   fare debiti con le banche  per  aprirsi  la sua attività, ha lavorato   per  conto d'altri  poi unavolta raggiunti i soldi necessari si è  apero la sua attivita  . Ma  volendo  fare titto in regola  ed  evitare  anche il più piccolo  nero   ha  finito  per  chiudere perchè  <<  non  volevo  ne  fare  debiti con le banche  per  l'attività  .,   gli ho  con lo stato  >> cioè  fatturava  tutto  fino all'ultimo centesimo  e  lo stato   come solito  più fatturi  più tase paghi  . Ma   c'è anche  chi  èriuscito  a salvarsi da questo circolo vizioso del   : consuma , produci , crepa ed  è a  storia   che  d'oggi   presa, libri consigliati  compresi   da http://www.ilcambiamento.it/moneta/ Ha scritto un libro e ha colto talmente tan

Sondrio, parla lo stradino da record: "Io, albanese in Italia, sono diventato un fenomeno"

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Qualche tempo fa ( chi lo ha visto da me e non può anche saltarlo ) circolava in rete questo video Che ora Ha raggiunto secndo la discalia del video un milione di visualizzazioni su Repubblica.it il video dello stradino di Sondrio, l'operaio che in meno di cinque minuti, guidando l'apposito veicolo con la destrezza che ha ispirato i paragoni con i campioni di Formula Uno, ridisegna la linea bianca al centro della carreggiata di una strada della città e sistema i coni che avvisano gli automobilisti della verniciatura appena avvenuta. Il tutto con una velocità e un'efficienza che l'hanno ormai trasformato in un idolo del web. A postare per primo il video su Facebook era stato il sito americano Construction Machines: la performance, in poco tempo, aveva totalizzato 300 mila visualizzazioni, 3200 condivisioni, più di duemila like e centinaia di commenti. Numeri da rockstar (Lucia Landoni) e sempre da http://milano.repubbli

lezione di dignità e umiltà Milionaria fa la spazzina per insegnare ai figli il valore dei soldi

anche   per  me  ,  che   essendo una generazione di mezzo  , non ho conosciuto  direttamente  ma  solo indirettamente  (  racconti  e scritti storici e politici  )    del lavoro della terra ( contadini e  pastori  ) e delle fabbriche  , questa  è  una lezione di vita

Sulcis, 'invisibili' Rockwool proseguono occupazione in miniera

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forse  se  viene  in loro soccorso qualche politicante  nazionale   (  ogni riferimento  è puramente  casuale  )  regionale o italiano o gli  bloccano  l'arrivo degli aerei  o delle navi  allora  i media nazionali ne  parlano da la nuova sardegna del 11\1\2014  Sono in 13 e dalla notte tra giovedì e venerdì si sono asserragliati nella galleria Villamarina di Monteponi per chiedere di essere stabilizzati come i 54 colleghi che hanno trovato sistemazione nella società Ati-Ifras dopo l'entrata in mobilità a seguito della chiusura definitiva della fabbrica di lana di roccia. Mobilità scaduta il 31 dicembre IGLESIAS - Nuova giornata di protesta per gli "invisibili" ex Rockwool di Iglesias, fabbrica di lana di roccia chiusa dal 2010. Si tratta di 13 lavoratori interinali penetrati nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 gennaio nella galleria Villamarina della miniera di piombo e zinco di Monteponi, in Sardegna. Questa mattina il sindaco di Iglesias Emilio Ga

Quaranta giorni di occupazione, la guerra dei pozzi nella miniera

http://tottusinpari.blog.tiscali.it/2012/08/29/la-protesta-dei-minatori-a-nuraxi-figus-la-storia-di-silvia-una-di-loro/ http://rinabrundu.com/2012/09/01/minatori-dal-sudafrica-al-sulcis-al-kentucky-il-sindacato-puo-fare-una-differenza-parola-di-figlio-di-minatore-cresciuto-in-miniera-e-una-poesia/ unione  sarda   27\10\2013  Quaranta giorni di occupazione, la guerra dei pozzi nella miniera di GIORGIO PISANO Quanti sono rimasti? Antonio Piras prende a colpo sicuro una delle fotografie che ha sistemato sul tavolo di cucina in attesa dell'intervista, la prima della sua vita, probabilmente l'unica. Cinque figli, ottantotto anni, sette pacemaker, ha gli occhi appena velati e una memoria da quiz televisivo. Le mani, curatissime e legnose, sono segnate da tante piccole cicatrici. Quel che resta è la lucidità e la forza di un vecchio combattente. «Quanti siamo rimasti?» Prende la foto di gruppo, sbiadito bianco e nero, scattata in un tempo lontano e imprecisato. Tutti gio