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Su un veliero in viaggio verso l'integrazione ., Hicham Ben’Mbarek mussulmano riceve un cuore da trapiantarew da un cristiano

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l'odio ed il terrore posso essere sconfitti e\o ridotti con il dialogo e il confronto fra religioni \ culti diversi . Ed ecco due casi . Il primo Il progetto dell’associazione Abracadabra con le Università di Sassari e di Siviglia     Da  la  nuova  saregna del  15\1\2015 Migranti Su un veliero in viaggio verso l'integrazione  Il progetto dell’associazione Abracadabra con le Università di Sassari e di Siviglia di Anna Sanna SASSARI. Un viaggio in barca a vela, per ascoltare storie e raccontarle al mondo. Unire le due sponde del Mediterraneo oggi che sembrano sempre più distanti, estranee, per far tornare il Mare Nostrum davvero di tutti. Ancora di più adesso, dopo che i fatti di Parigi hanno risvegliato paure difficili da superare. Nostro come lo sono i beni comuni, un mare che accoglie e non più una barriera innalzata a dividere popoli e culture. A bordo blogger, scrittori, illustratori che navigheranno dalla Spagna alla Sicilia attraverso il Marocco, l’Algeri

vera integrazione. Olbia alluvionata Anche i senegalesi tendono una mano: «È la nostra città»

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la nuova sardegna  cronaca Olbia-tempio  del 8\12\2013   di Dario Budroni  OLBIA Con la schiena curva e le mani immerse nel fango, a trascinare mobili sventrati, senza dimenticare di dare un conforto a chi, in quel momento, ha davvero perso ogni cosa. L’integrazione è anche questo, un’azione volontaria e sincera nei confronti di una città che considerano la loro. Così la comunità senegalese, una delle più numerose a Olbia, ha voluto indossare guanti e stivali per aiutare chiunque ne avesse bisogno. Nelle abitazioni e nelle strade. «Olbia è casa nostra. È una città che abbiamo sposato per migliorare le nostre condizioni di vita. Insomma, è la nostra seconda patria e come tale va difesa, sempre» spiega Omar Sarr, dal 2001 a Olbia, presidente dell’associazione Sunugal. «Per noi è come un matrimonio, si accetta tutto nel bene e nel male. Così subito dopo l’alluvione abbiamo fatto qualche telefonata e pubblicato un appello su Facebook, per metterci d’accordo – racconta con un it