Testamento di un bambino sconosciuto in un luogo troppo vicino e troppo lontano dalla nostra opulenta ignoranza Oggi, che il grande Sole, sopra di me stampa le nuvole, poche, e la sabbia e le creature di terra vedo il cielo correre sul mio silenzio. Mi sono amici i piccoli rognosi e le mosche fan festa…su di me! Mentre resta una foglia appassita sulla mia pelle duna, rinsecchita, dove nemmeno la vita vuol restare….a cantare il suo disgusto. Madre. Madre perché tu dormi ancora? Sono ormai vuote per me le tue carezze. È ormai spento il tuo seno, dormi? L’anima mia è in partenza, quanta pazienza. Sul mio involucro, vuoto e senza forza, gioca la morte e i suoi pagliacci nani. Ora vedo bambini, come me correre su una spiaggia dorata e farsi di spruzzi e risate. Ora vedo la luce scomparire e poi farsi sfacciata. Ora, la mia testa è pesante. Madre tu dormi, con la tua mano appesa sulla mia gracile spalla ad imbuto. Apparteniamo a un grande popolo muto. Solo la terra capisce e copre con