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È morto l’alpino Mario Maffi, lo 007 che svelò le foibe nel ’57

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da http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/  06 marzo 2017 È morto l’alpino Mario Maffi, lo 007 che svelò le foibe nel ’57 Si è spento nella sua Cuneo l’uomo che scese per primo nelle cavità carsiche e scoprì i resti umani durante un’operazion militare sotto massima copertura di Furio Baldassi Mario Maffi TRIESTE. Alla fine lo ha sconfitto solo il cancro. È morto lo scorso 1 marzo, nella sua casa del centro storico di Cuneo, l’alpino Mario Maffi, 83 anni. Un nome che probabilmente ai più dice poco ma che è legato indissolubilmente alla scoperta delle foibe, sul Carso e non solo. Novello 007 ante litteram, era stato lui, nel 1957, da sottotenente del Genio guastatori, a condurre una missione segreta sul Carso. Inizialmente gli avevano detto che doveva disinnescare degli esplosivi, ma non era così. Due carabinieri lo portarono all’imbocco della foiba di Monrupino, e Maffi si trovò a essere tra i primi italiani a confermare quelle “chiacchiere” che circolavano al ministero della D

'IL PUGILE DEL DUCE', ECCO IL DOCU-FILM SULL'ATLETA NERO OSCURATO DAL REGIME

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e  poi   dicono  che il fascismo non era  razzista  . La storia incredibile, sepolta e riscoperta dalla polvere degli archivi, di Leone Jacovacci: un pugile tecnicamente perfetto, agile, intelligente e potente. Leone parlava perfettamente quattro lingue, cinque col romanesco. Era italiano e forse anche fascista. Sicuramente non antifascista. Aveva un solo problema: era un italiano nero dall  sito dell'ansa   ROMA  10 marzo 201710:50  NEWS Quel pugile 'nero' del Duce ignorato da Mussolini In sala il documentario di Saccucci dedicato a Leone Jacovacci Nonostante il titolo, Il pugile del Duce, non c'è neppure l'ombra di Mussolini nei 90 minuti del docu-film di Tony Saccucci, in sala con l'Istituto Luce dal 21 marzo 2017 (Giornata mondiale contro il razzismo). Perché questa storia vera, quanto incredibile, di Leone Jacovacci, campione europeo nel 1928, nasconde qualcosa che il regime volle censurare: il pugile, tanto amato dalle piazze, era infatt

ogni tanto la propaganda prende della cantonate Beffa della storia: era ebrea la bimba icona della razza ariana

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Sara pur vecchia di tre anni questa notizia ma dimostra come neppure la propaganda , nazista in questo caso , commette sviste che vanno contro la stessa propaganda . da  http://www.bergamopost.it/occhi-aperti/bimba-icona-ariana-era-ebrea/ del 30 giugno 2014 . Beffa della storia: era ebrea la bimba icona della razza ariana Beffa della storia: era ebrea la bimba icona della razza ariana Una delle icone della razza ariana decantata dalla politica nazista di Hitler era ebrea. A confessarlo è l’icona stessa, Hessy Taft, oggi signora ottantenne, ma nel 1935 graziosa e perfetta bambina ariana di sei mesi, scelta dal ministro della Propaganda Joseph Goebbels come modella per la copertina della rivista Sole in casa. Tra tante fotografie, il braccio destro di Hitler scelse proprio quella che ritraeva la piccola Hessy e la sua immagine divenne subito un simbolo del nazismo, tanto che negli anni antecedenti allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale circolavano cartoline co

L'elzeviro del filosofo impertinente /7

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Il più grande scandalo della convivenza civile risiede nella parola "tolleranza". L'etimologia di tale vocabolo affonda le sue radici nella lingua latina, e mi riferisco al termine tollere che significa proprio sollevare, sopportare. Questa definizione ha riempito per lungo tempo i libri di illustri pensatori e scrittori. Dimentichiamo gli sforzi giustamente intrapresi da Locke, Bayle e Voltaire perché  noi contemporanei abbiamo tradito (e forse superato) le loro aspettative. All'inizio si voleva indicare un'integrazione pacifica tra credenze e stili di vita differenti, ma con il trascorrere del tempo il significato si è colorato di tinte fortemente razziste. Non esiste parola peggiore di tolleranza. Io non voglio essere sopportato ma rispettato e accettato. Non voglio nessuna concessione ad esistere. Io non voglio sopportare le persone che non la pensano come me, ma ascoltarle. Io voglio condividere, dialogare, comprendere, meditare, accogliere le sfaccettatu

8 marzo le donne migrati fuga dalla disperazione e riscatto , mi licenzi riapro con una cooperartiva e riassumo parte dei colleghi , non emigro ma lottto qui e lavoro qui

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http://iltirreno.gelocal.it/italia-mondo/ del 7\3\2017 8 marzo, Emma Bonino e le donne migranti: fuga e riscatto Agitu, Princess e Habiba sul palco insieme alla leader dei Radicali italiani a raccontare la potenza delle donne migranti che riescono a emergere. L'ex ministra: "Dobbiamo cambiare la Bossi-Fini per permettere alle irregolari di regolarizzarsi"di Andrea Scutellà Emma Bonino e le donne migranti ROMA. Agitu è fuggita da un regime che espropriava la terra ai pastori nomadi e ora produce un formaggio di capra biologico in Trentino. Princess è stata costretta a prostituirsi dai suoi connazionali trafficanti, si è ribellata e oggi aiuta le donne come lei a sottrarsi dal giogo dei “magnaccia”. Habiba è scappata dalla guerra ed è diventata mediatrice culturale per aiutare i rifugiati. 8 marzo, Emma Bonino: "Diamo voce alle donne migranti" La leader dei Radicali italiani a margine della conferenza stampa "Donne anche noi.

ottimo omaggio disney topo maltese n 3197-3198 a H. Pratt e alla sua ballata del mare salato

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musica  da  ascoltare   durante la lettura  avventura  a  Durango (   f De  andrè   - B. Dylan ) Il suonatore Jones - Fabrizio De Andrè leggi anche http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2017/02/non-potendo-vedere-la-che-al-marzo-2017.html https://it.wikipedia.org/wiki/Albi_di_Corto_Maltese#Una_ballata_del_mare_salato La    prima parte   dell'intervista  (  qui la  seconda  )  ed  il promo   della  storia  UNA BALLATA DEL TOPO SALATO INTERVISTA A GIORGIO CAVAZZANO – PARTE 1 Topo Maltese e 50 anni di Disney         00:00                         01:12           UNA BALLATA DEL TOPO SALATO Topo Maltese e 50 anni di Disney restituiscono  , a   questa   avventura emozionante, un omaggio spettacolare, una storia magistralmente scritta (da Bruno Enna) e disegnata (da Giorgio Cavazzano)