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Visualizzazione dei post con l'etichetta barbarie

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Da http://ilblogdilame duck.blogspot. com/   www.etnarossa.splinder.com Al giusto riconoscimento alle vittime delle foibe si attende riconoscimento alle vittime delle foibe si attende da sessant’anni che si affianchi quello per le vittime dell’aggressione italiana alla Jugoslavia. Non per fare il solito sporco gioco del bilancino bipartisan che vuole soppesare le vittime e schierarle da una parte e dall’altra, ma semplicemente per ricordare che se vi furono vittime dimenticate, altre continuano ad esserlo e giustizia vorrebbe che fossero ricordate tutte. La campagna italiana (fascista) in Jugoslavia fu condotta con pugno di ferro da generali come Roatta e Robotti, volonterosi alleati di Hitler nel progetto di “germanizzazione” dei Balcani. Proprio a Robotti si deve la frase che ho messo nel titolo: “ Si ammazza troppo poco! ” , a commento di un fonogramma inviatogli dal Capo di Stato Maggiore Galli nel 1942 con il resoconto di un rastrellamento in zona Travna Gora.All’Italia, come

E. E.: i cattolici non sono Ratzinger, Bagnasco e Radio Maria

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Proprio per il rispetto verso E. E. (come Michele Serra, non riesco nemmeno a nominarla a causa dello scempio perpetrato dalle scimmie urlatrici attorno al suo corpo) e la sua famiglia, in particolare papà Beppino che, indipendentemente dalle scelte, nessuna persona con un minimo di coscienza UMANA - e non solo cristiana - potrebbe definire "assassino" , non sono mai intervenuta pubblicamente sulla sua sciagura. Tuttavia il livello d'indecenza raggiunto da certi personaggi in questi giorni è tale, e l'immagine dei cattolici fornita dai media e dalla cricca vaticana così distorta, che come credente mi sento offesa e sfregiata, e avverto l'irrinunciabile diritto-dovere di render nota a tutti la realtà. I cattolici non sono Ratzinger, Bagnasco, la Binetti o Radio Maria . Riporto alcune dichiarazioni di autorevoli associazioni, politici e anche religiosi AUTENTICAMENTE credenti. Di ciarpame siamo stufi. D. T. Mons. Casale: “Eluana lasciamola morire in pace come facem

Il papa, i lefebvriani, il concilio

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Riceviamo e pubblichiamo, grassetti nostri. Il papa Benedetto XVI è ancora cattolico? Dovrei provare soddisfazione nel dire «lo avevo detto», invece provo amarezza e rabbia. Il 14 settembre 2007, opponendomi con tutte le mie forze all’introduzione della Messa preconciliare voluta dal papa attuale, scrissi in 24 ore un libretto ( Ritorno all’antica Messa , Gabrielli Editore) in cui mi dichiaravo obiettore di coscienza e mentre tutti giocavano sul folclore della «Messa in latino» dimostravo che l’obiettivo esplicito del papa era l’abolizione del concilio ecumenico Vaticano II. Qualcuno parlò di esagerazione. Oggi gli increduli di allora ne hanno la prova provata e spero che nessuno riduca ciò che sta accadendo a meri fatti interni alla Chiesa che non interessano il mondo laico. a) Il ritorno all’anticoncilio L’abolizione della scomunica ai quattro vescovi scismatici lefebvriani è uno stupro compiuto dal papa contro la Chiesa perché di sua iniziativa sancisce e definisce che il concilio

Gorla e Gaza, il fattore

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"E' come a Gorla, è come a Gorla" . Se fosse ancora viva, mia nonna commenterebbe con queste parole il raid di ieri sera, costato la vita a una quarantina di bambini e donne sfollati in una scuola dell'Onu . A Gorla nell' ottobre 1944 , vent'anni esatti prima della mia nascita, si consumò una delle pagine più nere della storia di Milano in guerra: un bombardiere statunitense colpì in pieno giorno una scuola, scambiata per uno stabilimento industriale, uccidendo duecento fra alunni e insegnanti [nella foto in basso, il monumento commemorativo] . Ieri a Gaza si è ripetuta Gorla, si è ripresentato il fattore "G": vale a dire "giovani". Ma "G" è anche l'iniziale di "guerra". Come se la più radicale nemica dei giovani provasse un perverso piacere a passeggiar loro accanto, sfiorandoli con la sua ombra fredda e, ogni tanto (ma sempre troppo spesso), ghermendoli. La guerra nasce vecchia, perché ricorda a tutti noi la remo

6 dicembre Giornata Nazionale del Ricordo e dell'Azione sulla Violenza contro le Donne

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Il 6 dicembre 1989 il 25enne Marc Lépin uccise 14 donne all'École Polytechnique di Montreal (Canada). Cominciò entrando in un'aula, dove urlò alle donne presenti: "Siete un branco di femministe! Io odio le femministe!" . Separò le 10 studentesse presenti dagli uomini, fece uscire gli uomini, quindi sparò sulle donne, uccidendone sei. Poi uscì dall'aula, senza che nessuno osasse fermarlo, e proseguì, sparando e ferendo alcuni studenti e alcune studentesse. Poi entrò nella mensa e sparò ad alcune donne presenti, uccidendone tre. Salì al piano superiore e sparò ad un'altra donna e a due uomini. Entrò in un'altra aula e sparò due caricatori sulle studentesse presenti. Studenti e studentesse cercarono riparo sotto i banchi: lui perlustrò l'aula sparando alle donne rannicchiate, uccidendone quattro. La prima studentessa a cui aveva sparato agonizzava sul pavimento: lui la uccise con un coltello. Poi si sedette e si suicidò. In totale aveva ucciso 14 donne e

Il cerchio si chiude

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L'alfa: quella foto pubblicata su un importante quotidiano, dove un terrorista al massimo sedicenne, dai tratti dolci, bellissimi e sensuali, avvolge una turista bionda con braccia esili e languide, simili a serti floreali. Sembra sul punto di baciarla, china verso di lei la testa in un tenero abbandono. Solo che, nelle mani, stringe un mitra. L'omega: un altro viso bellissimo, ancor più bello perché del tutto inconsapevole: di quello smarrimento innocente e casuale, di creatura piovuta dal cielo a contemplare l'assurdità del mondo: Clarice Lattanz i in braccio al padre. Forse più vacuo, smarrito, balbettante di lei. Lui uomo grande, elementare, affaticato. Già conscio del male che lo circonda. Intorno: corpi straziati d'un Paese ricco di storia, umanità, fede, pace e sofferenza. "Agli occhi dei terroristi la mia città deve essere apparsa amante dei piaceri, sensuale, peccaminosa. Per questo l'hanno colpita con tanta rabbia" , commenta Suketu Mehta , scri

Giorgio Cremaschi: "Al capitalismo piace questa crisi"

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Dobbiamo smetterla di discutere delle chiacchiere e guardare alla sostanza dei provvedimenti che vengono presi. Per ora non c'è un solo paese occidentale che abbia deciso misure per far aumentare i salari e fermare i licenziamenti. Anche Obama tace sul salario minimo di legge, che negli Usa è fermo al 1998. Al contrario tutte le decisioni che vengono concretamente varate servono a sostenere le banche, la finanza, i programmi d'investimento, di ristrutturazione, di licenziamento delle imprese . Sotto l'onda dell'emergenza globale si affermano criteri sociali che sono quelli di una vera e propria economia di guerra . E anche gli investimenti militari veri e propri aumentano. Mentre i poveri reali crescono a dismisura, si definiscono ristrette categorie di poveri ufficiali . In Italia stiamo sperimentando l' elemosina di Stato che tocca, con la carta sociale del governo, un milione e duecentomila persone. C'è del metodo in questa follia. Si usa la crisi per sele

Ci riprovano!

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Proprio qualche giorno fa mi domandavo: "Ma a noi bloggers, quando pensano?" . Già lo scorso anno, infatti, lo pseudo-governo di pseudo-sinistra, supportato da "Mr. Nessuno" Ricardo Franco-Levi , aveva tentato il colpaccio . Volevano (virtualmente?) metterci a tacere, ma non vi riuscirono. Beppe Grillo lanciò l'allarme, il popolo dei naviganti (ancorché santo e poeta) rispose entusiasta e sdegnato. E il dissennato golpe istituzionale fallì. Adesso, però, siamo in presenza di un governo, cioè d'un potere, di destra estrema, e per nulla virtuale: anzi, molto reale. Questo potere gestisce e controlla la quasi totalità dell'informazione. Dessimo retta a giornali e tv, non sapremmo nulla dello sfacelo della scuola pubblica, del ritorno di Gelli, delle minacce cossighiane e degli assalti ai pochi cronisti rimasti liberi, della disoccupazione galoppante e il conseguente impoverimento del Paese. Restava il web . Lo sapevano benissimo, al punto che il Capo avev

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  FIRENZE (Reuters) - L'ex "venerabile maestro" della P2 Licio Gelli sta per sbarcare in tv, con un programma sulla storia del Novecento raccontata attraverso la sua vicenda personale, legata a doppio filo con alcuni dei più gravi scandali del Dopoguerra italiano. E alla presentazione spazia da Berlusconi - l'unico, dice, "che può andare avanti" - alla legge Gelmini che riporta l'ordine nelle scuole , da Marcello Dell'Utri - "bravissima persona" - alla maggioranza che dovrebbe avere il coraggio di "affondare il bisturi" . Gelli - condannato nel 1994 a 12 anni per frode nell'ambito del processo per la bancarotta del Banco Ambrosiano - oggi è intervenuto a Firenze alla presentazione di un programma in nove puntate che andrà in onda da lunedì prossimo su Oden: una ricostruzione della storia del Novecento, dal fascismo agli anni Ottanta. In Venerabile Italia alle testimonianze di Gelli - al cui passato di piduista si ispi

Contro il maestro unico

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Petizione in difesa della pluralità docente nella scuola elementare La volontà del ministro Gelmini di reintrodurre il maestro unico nella scuola elementare è gravissima. Ormai sono vent’anni che questa figura è stata superata definitivamente, estendendo a tutta la scuola l’esperienza di collaborazione e condivisione di responsabilità tra docenti che era maturata nel Tempo pieno. La pluralità docente ha permesso ai maestri e alle maestre di approfondire la conoscenza disciplinare e ha rafforzato lo spirito di collaborazione, rendendo la scuola elementare una comunità di conoscenze. Il governo invece vuole solamente un ritorno al passato che gli permetta di ottenere nuovi risparmi ai danni della già tartassata scuola pubblica. Che senso ha infatt i stravolgere la scuola elementare, che tra l’altro viene valutata positivamente anche nei test internazionali, se non con l’obiettivo di mettere in crisi un settore della scuola pubblica a vantaggio del mercato e delle scuole private? Per ques

Il centrodestra introduce l’Apartheid nella scuola

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Nascono le” classi si inserimento” per gli stranieri COMUNICATO STAMPA Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci, e di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci Con la mozione Cota (dal nome del primo firmatario, deputato della Lega), approvata dalla Camera nella serata di martedì scorso, nascono le “classi di inserimento”, riservate agli alunni stranieri che non supereranno i test per accedere alle classi ordinarie. Un vecchio manifesto razzista della Lega Nord. Il lupo perde il pelo ma non il vizio... La proposta impegna il governo a subordinare l’iscrizione dei ragazzi stranieri al superamento di test e specifiche prove di valutazione. Chi non li superasse, sarebbe costretto a frequentare delle vere e proprie classi speciali (“di inserimento”), in cui migliorare la conoscenza della lingua italiana, essere educati alla legalità e alla cittadinanza, seguendo un percorso formativo relativo sia alle conoscenza e comprensione di diritti e doveri (rispet

Memoria, speranze e futuro

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PELLEROSSA E MERIDIONALI Con questo articolo vorrei rievocare la memoria di alcune terribili esperienze storiche in cui sono stati consumati veri e propri eccidi di massa, troppo spesso dimenticati o ignorati dalla storiografia e dai mass-media ufficiali. Mi riferisco allo sterminio degli Indiani d’America e ai massacri perpetrati a danno dei “Pellerossa” del Sud Italia, vale a dire i briganti e i contadini del Regno delle Due Sicilie. Dopo la scoperta del Nuovo Mondo ad opera di Cristoforo Colombo nel 1492, quando giunsero i primi coloni europei, il continente nordamericano era popolato da circa un milione di Pellerossa raggruppati in 400 tribù e in circa 300 famiglie linguistiche. Quando i coloni bianchi penetrarono nelle sterminate praterie abitate dai Pellerossa, praticarono una caccia spietata ai bisonti, il cui numero calò rapidamente e drasticamente rischiando l’estinzione totale. I cacciatori bianchi contribuirono così allo sterminio dei nativi che non potevano vivere senza que