29.8.24

L’importanza della relazione l'esempio l'esempio, Julie Marano, che è guida della paratriatleta non vedente Annouck Curzillat.e della forza di volontà il caso di Sheetal Devi, l’arciera senza braccia

Da  Labodif





Come ad ogni Paralimpiade vedremo, insieme alle atlete e agli atleti dei Giochi Paralimpici, le loro guide. Quelle magnifiche persone che non vincono la medaglia, non appaiono sulla foto ufficiale.
Ma sono accanto.
Non dietro, accanto.
Come, ad esempio, Julie Marano, che è guida della paratriatleta non vedente Annouck Curzillat.
Julie si lancerà nella Senna insieme ad Annouck.
Ha messo la sua carriera “fra parentesi” per dedicarsi completamente alla coppia sportiva che forma con l’atleta di 32 anni, non vedente dalla nascita, vincitrice della medaglia di bronzo a Tokyo.
Insieme hanno vinto i campionati del mondo. Insieme a Parigi faranno 750m a nuoto, 20 km in bicicletta, e 5 km di corsa a piedi. “Lavoriamo tutti i giorni per sviluppare una buona comunicazione, per fare, in due, come fossimo una” dice Julie. Il nuoto sarà la prova più tecnica da affrontare in due: “Legate una all’altra da un elastico fissato sulla coscia, dovremo nuotare fianco a fianco, senza toccarci, senza intralciarci. Ogni volta che passeremo le boe, le indicherò come virare, a quanti gradi, e in quale direzione”.
Claudine Llop, sessantenne, è assistente di Aurélie Aubert, 26 anni, affetta da paralisi cerebrale dalla nascita. Gareggeranno insieme ai Giochi Olimpici nella disciplina bocce. Claudine sposta la carrozzina di Aurélie, prepara le bocce, gliele porge.
E molto di più: “Siamo in simbiosi. Quando qualcosa non le va, lo sento, e viceversa. Da febbraio, per i Giochi, siamo insieme 24 ore su 24, ci alleniamo 11 ore a settimana. Spero che i Giochi permetteranno di dimostrare che atleti e atlete paralimpici meritano tanto quanto gli altri”.
Diremmo che meritano persino di più.Perché svelano l’aspetto che ci affascina di più.
Rendere visibile l’importanza della relazione.

 e da  https://www.vanityfair.it/





Parigi sono iniziate le Paralimpiadi e ci sono tanti campioni a caccia di una medaglia. Tra loro, Sheetal Devi, una ragazza di appena 17 anni, ma con le idee chiare e tanta forza di volontà. Sheetal è un’arciera e farà del suo meglio per provare a portare a casa la medaglia d’oro. Nata nel distretto indiano di Jammu, al confine col Pakistan, questa atleta per scagliare le sue frecce usa la gamba destra, una spalla e la bocca. Sheetal, infatti, non ha le braccia a causa della focomelia, una malformazione congenita degli arti.La sua passione è sempre stata il tiro con l’arco e così, a forza di provare soluzioni, è arrivata a meta. Nel corso degli anni, alcuni allenatori avevano consigliato a Sheetal Devi di utilizzare delle protesi, ma la giovane indiana non è mai stata convinta che quella fosse la strada giusta da seguire.Poi, un giorno, ecco l’esempio perfetto. Matt Stutzman, un arciere senza braccia, conquista la medaglia d’argento alle Paralimpiadi di Parigi 2012 facendo il suo lavoro solo con le gambe.Da quel momento, tanti allenamenti e prove, forza di volontà e tenacia. E i risultati arrivano. Sheetal migliora così tanto da conquistare l’argento nell’ultima edizione dei campionati del mondo paralimpici svoltisi in Repubblica Ceca a luglio 2023.


«È incredibile, quando penso al passato e al percorso che ho fatto per arrivare fin qui. All’inizio pensavo fosse impossibile, quando mi allenavo le gambe mi facevano molto male. Adesso il mio sogno può avverarsi. Ho sempre pensato che il massimo sarebbe vincere un oro olimpico. Voglio salire sul gradino più alto del podio».Intanto, il Comitato Paralimpico l’ha nominata «giovane atleta dell’anno 2023» e il governo indiano l’ha premiata con il riconoscimento Arjuna per i suoi eccezionali risultati sportivi. «Sheetal non ha scelto il tiro con l’arco, è il tiro con l’arco che ha scelto lei», afferma Abhilasha Chaudhary, uno dei due suoi allenatori. «Credo che nessuno abbia limiti», dice Sheetal Devi, «si tratta solo di desiderare una cosa con tutto il cuore e impegnarsi al massimo. Se ce l’ho fatta io, può farcela chiunque».

Tragedia nascosta durante le Olimpiadi: Emil Nielsen ha perso il padre durante la competizione delle olimpiadi di Parigi

 alcune storie  olimpiche  emergono     anche dopo le  olimpiadi  come  il   caso  di  


Emil Nielsen ha perso il padre durante la competizione di Parigi.  "Mi ha chiamato mia madre dicendomi che era morto" ha detto al Jyllands-Posten




La tragica notizia è arrivata dopo la prima partita contro la Francia .  "Ho provato a nasconderlo ma in alcuni momenti volevo piangere in campo" Una tragedia immane che però Nielsen ha deciso di tenere nascosto   facendo  benissimo  ed  evitando  che le  speculazioni  e la  cappa  opprimente    dei  media influissero  sul  suo stato  psicologico  e  sull'andamento  della  sua  partecipazione  alle  olimpiadi ."Lo sapevano solo in pochi" ha confessato

Dev'essere stato difficilissimo giocare in quelle condizioni.  Infatti Emil Nielsen ha deciso di comunicare la notizia solo ora  che     avendo    vinto la medaglia d'oro,partita in cui   In finale la Danimarca ha vinto contro la Germania 39-26   ha  scaricato    tutte le tensioni   .  Infatti    ha detto, il primo pensiero è stato per suo padre


La cina dominerà il medagliere della paraolimpiadi anche in queste edizioni ? ., i tre nuotatori paralimpici italiani Simone Barlaam, Federico Morlacchi e Alberto Amodeo le tre gambette maschili dell'italia ., sta cambiando il linguaggio su come presentare gli atleti paraolimpici


Le gare di queste Paralimpiadi sono appena iniziate, ma con ogni probabilità si sa già e  si prevede  (  salvo  colpi  di  scena   )   quale nazione vincerà il medagliere alla fine dei Giochi: la Cina. È così da 20 anni. È già successo ad Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012, Rio 2016 e Tokyo, nel 2021: nell'ultima edizione la Cina vinse 96 ori, più del doppio della Gran Bretagna seconda nel medagliere.

Il sollevatore di pesi Qi Yongkai, portabandiera 
della Cina alla cerimonia di apertura
 (Julien De Rosa-Pool/Getty Images)

Il motivo principale per cui la Cina è così forte alle Paralimpiadi sono gli ingenti investimenti statali nello sport paralimpico. A nord di Pechino c'è il più grande centro di preparazione al mondo per atleti di alto livello con disabilità: Le Monde lo ha visitato (ma non ha fatto foto). È un posto grande 0,23 chilometri quadrati con strutture di ogni genere per lo sport, finanziato dallo stato. Fu inaugurato nel 2007, poco prima dei Giochi olimpici e paralimpici di casa a Pechino. Ci vanno atleti paralimpici di sport diversi e per diverse settimane all'anno prima dei grandi eventi, ma poi solitamente per il resto del   tempo si allenano in altri 30 centri regionali: la struttura ben ramificata sul territorio aiuta a scovare i talenti e a coltivarli.Fin qui  niente    d'eccezionale  in   quantro uno statgo a prescindere  dalla  forma di  governo  ha sempre  sostenuto e  incentivato   economicamente    e  non   lo  sport     sia  disabili che  non  .
 Ma  Il successo della Cina alle Paralimpiadi è molto criticato a livello internazionale, perché fuori dallo sport le persone con disabilità sono spesso ai margini della società: ci sono state diverse denunce da parte di organizzazioni per i diritti umani contro la segregazione nel sistema educativo dei bambini con disabilità, che vengono spesso esclusi dalle scuole tradizionali perché non può essere loro garantito un sostegno adeguato. L'accusa che viene più spesso mossa alla Cina è di interessarsi alle persone con disabilità solo quando possono portare successi sportivi. Secondo le statistiche ufficiali negli ultimi anni le cose sarebbero migliorate: nel 2021 circa 470mila giovani cinesi con disabilità frequentavano le scuole tradizionali, più del doppio rispetto al 2012.

Fra  le  gare   d'oggi  ci  sono  quelle  del nuoto   ed   proprio    su  d'esse  che  si  basa   l'articolo   preso  dalla  newsletrter odierna  pari de ilpost.it 



                        Le 3 gambette  e  un po' Un po' di spiegazioni sul nuoto

Visto che da oggi ci saranno le gare di moltissime specialità, e visto che l'Italia ha una delegazione eccezionalmente competitiva. Ci saranno peraltro gare per quasi tutta la durata dei Giochi: andranno avanti fino al 7 settembre. Il luogo è lo stesso delle gare di nuoto alle Olimpiadi, la Defense Arena di Parigi.
Il nuoto è uno dei tre sport paralimpici (insieme ad atletica e tennistavolo) in cui gareggiano atleti con tutti e tre i diversi tipi di disabilità previsti alle paralimpiadi: motoria, visiva e intellettiva. I nuotatori paralimpici sono divisi in 14 categorie a seconda delle disabilità, da S1 a S14. Queste devono poi combinarsi con le diverse discipline del nuoto (stile libero, dorso, farfalla, rana e misto). La “S” davanti al numero può essere accompagnata da altre lettere: quando c'è solo la “S” significa che sono gare di stile libero, dorso o farfalla; “SB” sono le gare di rana; “SM” quelle miste.
– Le categorie da S1 a S10 indicano disabilità fisiche: più basso è il numero, più alto è il grado di disabilità. Possono nuotare nella stessa categoria anche atleti con disabilità tra loro apparentemente molto diverse, ma che si considera abbiano un impatto simile sulla prestazione.
– Le categorie da S11 a S13 sono per atleti con disabilità visive: nella 11 ci sono nuotatori ciechi o con visibilità molto limitata, e poi più si alza il numero più aumenta la visibilità degli atleti o l'ampiezza del loro campo visivo. I nuotatori ciechi hanno un assistente detto “tapper” (“battitore”) che usa un'asta per dare loro dei colpetti quando si avvicinano alla fine della vasca.
– La categoria S14 è per atleti con disabilità intellettive.

Qualche settimana fa i tre nuotatori paralimpici italiani Simone Barlaam, Federico Morlacchi e Alberto Amodeo hanno reso pubblico un profilo Instagram scherzoso che gestiscono insieme già da un po' di tempo: si chiama “Le 3 gambette”, in riferimento alle loro disabilità alle gambe.


La foto più recente postata sul profilo. Da sinistra: Barlaam, Morlacchi e Amodeo



Barlaam e Morlacchi hanno entrambi fin dalla nascita un’ipoplasia, cioè uno sviluppo incompleto, di un femore (rispettivamente destro e sinistro); Amodeo invece perse la gamba destra in un incidente a 12 anni.
Sono simpatici e tutti e tre molto forti, quindi vi consigliamo di seguire il profilo, che in questi giorni di gare potrebbe riservare qualche contenuto notevole.

sempre   dalla   stessa fonte  


Il racconto dello sport paralimpico è cambiato
Nelle campagne promozionali e sui social, atlete e atleti sono meno "superumani" di una volta e delle loro disabilità si può addirittura scherzare




Per le Paralimpiadi di Londra 2012 la televisione pubblica britannica Channel 4, che trasmetteva i Giochi, fece un’estesa campagna pubblicitaria intitolata «Eccovi i superumani», che ebbe grande risonanza mediatica internazionale e negli anni successivi influenzò molto il racconto dello sport paralimpico. Non fu la prima o l’unica di quel tipo, ma è tuttora una delle più note e ricordate. Da qualche tempo il movimento paralimpico sta facendo diversi sforzi per liberarsi da quella retorica, che vede gli atleti con disabilità come persone “speciali” o “supereroi”, da esaltare per il solo fatto che riescano a partecipare alle Paralimpiadi.
Da alcuni anni, e in vista delle Paralimpiadi di Parigi 2024, il Comitato paralimpico internazionale ha avviato un tipo di comunicazione che ha l’obiettivo di far concentrare il pubblico più sull’attività sportiva degli atleti paralimpici che sulla loro storia di persone disabili; che spieghi le particolarità di certi sport meno noti e che mostri le difficoltà degli atleti legate alle disabilità come una parte dei molti problemi che qualsiasi sportivo di alto livello deve affrontare, senza drammatizzarle. Gli atleti paralimpici stessi ultimamente hanno preso sempre più spesso posizione per chiedere di essere trattati appunto come tutti gli atleti professionisti, piuttosto che come persone e atleti in qualche modo “speciali”.
Come parte di questa nuova strategia comunicativa, sui social network e soprattutto su TikTok, i profili ufficiali delle Paralimpiadi pubblicano ormai sistematicamente video in cui si scherza sulla disabilità, nel tentativo di normalizzarla ma anche di aumentare la visibilità degli sport paralimpici e attirare l’interesse del pubblico: alcuni video sono stati criticati perché giudicati sconvenienti, per esempio perché si fa ironia su un atleta cieco che non trova la sua bici. Ma è un approccio rivendicato dal Comitato paralimpico, sta avendo successo ed è stato accolto generalmente bene dagli atleti.

Le Paralimpiadi di Londra 2012 sono abbastanza unanimemente riconosciute come un grande momento di svolta per lo sport paralimpico, perlopiù in positivo. Fu la prima volta in cui le Paralimpiadi vennero davvero trattate come parte di un evento sportivo unico insieme alle Olimpiadi, invece che come qualcosa di secondario e isolato. La campagna di promozione fu senza precedenti (ebbe successo anche perché fu in lingua inglese) e iniziò con mesi d’anticipo. Nelle pubblicità erano molto presenti gli atleti paralimpici britannici, essendo Londra la sede, ma si puntò moltissimo soprattutto sul sudafricano Oscar Pistorius, che a quell’edizione dei Giochi sarebbe diventato il primo atleta amputato a gareggiare ai Giochi olimpici e che partecipò poi anche a quelli Paralimpici (vincendo in questi ultimi due ori e un argento). Attualmente Pistorius sta scontando una pena a oltre 13 anni di carcere per aver ucciso la sua ex compagna Reeva Steenkamp (all’inizio del 2024 è uscito di prigione ma è ancora in libertà vigilata).
Londra 2012 è tuttora l’edizione delle Paralimpiadi in cui vennero venduti più biglietti, 2,7 milioni, un numero che con ogni probabilità non sarà eguagliato nemmeno a Parigi 2024, nonostante fossero stati fatti piani per provare a superarlo. Fu in generale un’edizione di grande successo per diverse ragioni, che ebbe molto seguito anche grazie a una copertura televisiva eccezionale per le Paralimpiadi, almeno fino a quel momento, e che da quel punto di vista influenzò positivamente le edizioni successive.
L’eredità delle Paralimpiadi di Londra però è ancora oggi in parte dibattuta: a livello locale perché secondo molti a quel successo – che fu molto celebrato dalle istituzioni – non seguirono miglioramenti per la vita delle persone disabili nel Regno Unito; e poi a un livello più generale perché contribuirono a rendere popolare la retorica degli atleti paralimpici come “supereroi”. Oggi è ancora piuttosto presente e diffusa, ma è percepita da molti come superata ed è ormai ritenuta più che altro dannosa dagli addetti ai lavori.
Un esempio di come le cose siano cambiate solo di recente lo mostra l’approccio tenuto dalla stessa Channel 4: dopo la campagna pubblicitaria sui “superumani” del 2012, ci furono quella di Rio 2016 intitolata «Siamo i superumani» e quella di Tokyo 2020, «Super. Umano», tutte molto simili. Per Parigi 2024 invece il messaggio di fondo è radicalmente diverso. Il video della nuova campagna si intitola «Considerato cosa?», in riferimento a una scena in cui due ragazzi stanno guardando una gara paralimpica e una dei due commenta dicendo: «Sta andando bene lei, tutto considerato». L’altro le chiede, appunto: «Considerato cosa?».
«Piuttosto che mostrare gli atleti che “superano le loro disabilità”, il video ritrae i paralimpici che affrontano e superano forze come la gravità, l’attrito e il tempo […], che non fanno eccezione per nessun atleta», ha scritto Channel 4 in un comunicato per presentare la campagna. Non fa riferimento esplicito alla comunicazione usata per le precedenti edizioni dei Giochi, ma la rottura rispetto al passato è molto evidente. Tra le altre cose, Channel 4 ha assunto come presentatrice per i suoi programmi del pomeriggio l’attrice sorda Rose Ayling-Ellis.
Un altro esempio recente di un cambio di approccio allo sport paralimpico è il caso che si è creato in Francia intorno alle parole del judoka Teddy Riner, recente vincitore di due medaglie d’oro olimpiche, che alcuni giorni fa parlando in radio delle Paralimpiadi aveva descritto gli atleti sempre come «supereroi». Ci sono state molte reazioni critiche da parte di atleti paralimpici, francesi ma non solo. Il capitano della nazionale francese paralimpica di basket, Sofyane Mehiaoui, ha commentato la cosa sui suoi profili social rivolgendosi direttamente a Riner: «Devi smetterla di parlare di noi in questo modo, non ci stai aiutando», ha detto. E ancora «prima di essere persone disabili, siamo atleti di alto livello».
Un’altra atleta paralimpica francese, la giocatrice di tennistavolo Thu Kamkasomphou, ha commentato: «Quando la gente mi dice “avete più meriti degli altri”, io dico no! Facciamo solo sport in modo diverso. Loro hanno le loro difficoltà, noi le nostre». Kamkasomphou, che ha 55 anni ed è nata in Laos, è alla sua settima Paralimpiade e ha vinto medaglie in tutte le precedenti sei edizioni a cui ha partecipato dal 2000. Lo svizzero Marcel Hug, uno dei migliori atleti paralimpici di sempre, che gareggia su varie distanze della corsa, ha commentato il caso sul suo blog scrivendo che «una copertura mediatica equa e critica significa che siamo presi sul serio», auspicando quindi anche commenti negativi sulle prestazioni degli atleti paralimpici.
In generale molti atleti paralimpici si stanno spendendo per incoraggiare un racconto diverso della loro attività sportiva. Nelle ultime settimane per esempio molti hanno condiviso sui social network una campagna creata dal Comitato paralimpico internazionale, con una foto che dice: «Non parteciperò ai Giochi paralimpici di Parigi 2024», e lascia credere a chi legge che la scritta sia l’annuncio di un infortunio o comunque di un ritiro dalla competizione. Scorrendo alla foto immediatamente successiva invece si legge: «Gareggerò». L’intenzione è sottolineare come nel racconto dei media gli atleti paralimpici siano spesso descritti come “partecipanti”, invece che come “persone che competono” (la campagna usa il termine inglese “competitors”). L’ha condivisa anche la nota schermitrice italiana Beatrice “Bebe” Vio, facendo spaventare diversi fan.

Sembra che anche gli sponsor stiano andando nella stessa direzione. In questi giorni il grande marchio sportivo Nike ha pubblicato uno spot sulle Paralimpiadi che è parte di una campagna più ampia intitolata “Winning isn’t for everyone”, vincere non è per tutti. Il nuovo video mostra scene di sport paralimpici accompagnate dalla voce proprio di Bebe Vio, che dice: «Dicono che già solo il fatto di essere qui vuol dire vincere, che partecipare vuol dire vincere… L’ultima volta che ho controllato io, vincere voleva dire vincere». Il messaggio è piuttosto chiaro: agli sportivi con disabilità interessa vincere esattamente come interessa a tutti gli altri.

S

econdo Giulia Riva, giornalista e nuotatrice paralimpica che commenterà sulla Rai i Giochi di Parigi 2024, «si sta cominciando a capire che quando parli di giochi paralimpici devi parlare prima della competizione, e lasciare l’aspetto sociale in seconda battuta». Riva dice anche che non è semplice, perché spesso le due cose vanno necessariamente tenute insieme: «Bisogna dare gli strumenti per seguire gli sport, far capire le regole che sono tante» e spiegare le categorie in cui gareggiano gli atleti a seconda della disabilità.
La copertura giornalistica della Rai a cui contribuirà Riva – che sarà nel programma serale SportAbilia, su Rai Sport – è peraltro un’altra dimostrazione di come sta cambiando il racconto mediatico degli sport paralimpici: per la prima volta le Paralimpiadi saranno trasmesse durante tutta la giornata da una rete generalista in chiaro, Rai 2.
L’altra grossa parte del racconto mediatico riguarda i social network. Le cose più visibili stanno succedendo su TikTok, dove le Paralimpiadi hanno un profilo ufficiale dal 2020 che oggi è seguitissimo: ha 4 milioni e mezzo di follower (molto più che su qualsiasi altro social network) e per via della sua crescita nell’ultimo anno ha suscitato molti commenti, apprezzamenti e qualche critica. In generale certi contenuti hanno destato un certo stupore per il fatto che scherzano senza troppe inibizioni sulle disabilità degli atleti: c’è per esempio un video in cui una cestista cade goffamente dalla carrozzina dopo aver preso una pallonata in testa, o di un’altra a cui la palla si incastra sotto la carrozzina fino a farla ribaltare; o ancora un video che mostra l’arrivo concitato in una gara di un ciclista con una sola gamba, con sotto una canzone che ripete «sinistra, sinistra, sinistra, sinistra» (la canzone originale direbbe anche «destra», ma è stata modificata apposta).In parte sono contenuti pensati per TikTok, dove video divertenti abbinati a certi trend o a certe canzoni funzionano bene, ma in parte servono anche per far conoscere meglio gli atleti paralimpici, le loro discipline e le loro difficoltà: nel video del ciclista per esempio il profilo delle Paralimpiadi ha aggiunto anche un commento in cui spiega che l’atleta è l’australiano Darren Hicks, che in quella gara vinse l’oro nella prova a cronometro alle Paralimpiadi di Tokyo. «Ridiamo con gli atleti, non degli atleti», ha commentato in un’intervista Craig Spence, responsabile della comunicazione del Comitato paralimpico internazionale. Secondo Spence questi contenuti ironici sono positivi perché possono diventare virali e allo stesso tempo «insegnare alle persone le difficoltà che devono affrontare gli atleti paralimpici».
Il fatto che si possa ridere della disabilità comunque non è niente che stupisca le persone del settore o che lo conoscono meglio: «È un ambiente dove è sdoganata qualsiasi cosa, l’unica che dà fastidio è la pietà», dice Giulia Riva. Gli stessi atleti paralimpici scherzano spesso sulle proprie disabilità. I tre nuotatori italiani Simone Barlaam, Federico Morlacchi e Alberto Amodeo per esempio hanno da poco reso pubblica una pagina Instagram che gestiscono insieme chiamata “le 3 gambette”, che ironizza sin dal nome sulle loro diverse disabilità alle gambe: Barlaam e Morlacchi hanno entrambi fin dalla nascita un’ipoplasia, cioè uno sviluppo incompleto, di un femore (rispettivamente destro e sinistro); Amodeo invece perse la gamba destra in un incidente a 12 anni.

il racconto ironico e la richiesta degli atleti olimpici di essere trattati senza enfasi eccessive comunque non escludono gli obiettivi sociali e di inclusione che gli sport paralimpici si propongono fin da quando sono nati. Una delle ultime campagne molto condivise dagli atleti è stata per esempio quella in cui l’inaccessibilità degli spazi per le persone con disabilità nella vita quotidiana viene definita «la disciplina non ufficiale» degli atleti paralimpici. Giulia Riva la spiega così: «È un modo per ricordare che la fatica c’è anche nel gesto quotidiano, che riuscire nello sport non significa poter fare tutto e che parlare di “Superumano” non ha senso».

28.8.24

diario di bordo n 73 anno II Cliente misterioso compra un'intera vetrina di libri per 10mila euro. Il libraio esulta: «Lo racconterò ai nipotini»

 Cliente misterioso compra un'intera vetrina di libri per 10mila euro. Il libraio esulta: «Lo racconterò ai nipotini»


© Social (Facebook etc)

«Scusate, abbiamo venduto tutto», diceva un cartello su una vetrina vuota della storia libreria di Hoepli di Milano. Oggi, 28 agosto, sono stati rimessi dei libri, dopo che il 22 agosto un cliente è entrato nel negozio a due passi dal Duomo e ha comprato tutto quello che c'era esposto per una cifra vicina ai 10.000 euro.È quanto si legge nelle pagine milanesi del Corriere della Sera. «Una vendita eccezionale. Sono rimasto stupito e ho trovato geniale l'idea che qualcuno possa ritenere una vetrina talmente bella da volerla comprare per intero. Parliamo oltretutto di uno spazio di 5 metri di lunghezza per 3 di altezza», ha raccontato Matteo Hoepli, ultimo discendente di Ulrico Hoepli, svizzero naturalizzato italiano che alla fine dell''800 aprì la libreria - e la casa editrice - nel centro di Milano e che ora si trova nella via Hoepli a lui dedicata.
La storia
Non è da tutti giorni vedere entrare un cliente che chiede di comprare un'intera vetrina. E non di vestiti, ma di libri. Per questo la cassiera, non appena ha sentito la richiesta dello sconosciuto, ha fatto fatica a capire. Ma poi la ragazza ha realizzato che il «cliente misterioso» voleva proprio tutti i 200 libri presenti in una delle vetrine della libreria. L'uomo aveva scelto quella più varia, con una selezione di opere che trattavano di diversi argomenti, come storia dell'arte, fotografia, saggi di attualità e storia. 



Non è da tutti giorni vedere entrare un cliente che chiedde di comprare un'intera vetrina. E non di vestiti, ma di libri. Per questo la cassiera, non appena ha sentito la richiesta dello sconosciuto, ha fatto fatica a capire. Ma poi la ragazza ha realizzato che il «cliente misterioso» voleva proprio tutti i 200 libri presenti in una delle vetrine della libreria. L'uomo aveva scelto quella più varia, con una selezione di opere che trattavano di diversi argomenti, come storia dell'arte, fotografia, saggi di attualità e storia. Poi ha pagato con carta di credito senza chiedere un euro di sconto sui circa 10.000 euro del conto. Ha caricato tutto su un taxi e se li è fatti portare a casa. «Questo episodio - ha raccontato Hoepli - ci ha insegnato che non sai mai quello che può capitare. Io rappresento la quinta generazione di un'azienda familiare e non ricordo un episodio così eccezionale nei racconti dei miei nonni o bisnonni. Ora lo racconterò ai miei figli e nipoti».
Non è che Sarà qualcuno che deve riempire una libreria, non conosco un  vero lettore che farebbe la medesima scelta così poco personale .  Infatti 
Troppo semplice (ma la verità è che non ci piace) pensare all’urgenza di riempire uno scaffale vuoto. Per quello c’erano soluzioni più economiche… E poi i libri acquistati non ci aiutano. La vetrina era dedicata a storia, politica, arte, moda e design – gusti raffinati, si dirà, o scenograficamente perfetti – ma il panorama era quanto mai eterogeneo, dal catalogo ragionato dell’artista Carol Rama a un (costosissimo) volume fotografico su Bruce Springsteen, da Un eroe borghese, l’inchiesta di Corrado Stajano su Giorgio Ambrosoli, a un librone di lusso sugli orologi di Bulgari. No romanzi, no scienze, no filosofia, no sport. E allora abbandoniamoci al mistero.Forse tra quei libri si nascondeva un messaggio. Un biglietto celato da chissà chi, come in una spy story, un vertiginoso inseguimento d’amore o una caccia al tesoro internazionale. Non c’è tempo per sfogliare, e allora si compra tutto in blocco. <<Forse tutti quei libri sono >>  come dice   il  quotidiano avvenire <<  un codice, se impilati in maniera corretta i dorsi rivelano il destino del mondo. Non azzardiamo il regno dei cieli, per carità, ma questa storia assomiglia tanto al contadino e il tesoro nel campo…Eppure, in ultimo, resta sospesa ancora una domanda, un po’ cinica come tutto quello che galleggia sul fondo: ma qualcuno poi tutti questi libri li leggerà? >> Quindi ipotizzo che sia una trovata pubblicitaria .Infatti non credo che esista un tipo cosi folle da spendere cifre folli a meno che non sia un collezionista di libri rari da spendere simili cifre in libri soprattutto in tempi di incultura e analfabetismo culturale A meno che  fra  quei  libri  ce n'è  qualcuno  scomodo  e    si vuole  evitare  ,  esposto in  vetrina venga  pubblicizzato  e  le vendite  salgano  ?  


viaggio di Alice Zanni, 41 anni, e Mirco Targon, 50, nel cuore dell'Africa in sella a due scooter Piaggio modello Ciao. I due residenti di Montecchio Maggiore (Vicenza) torneranno prossimamente in Africa per riprendere il viaggio fatto nel 2023 che li ha condotti dal Senegal al Camerun.


Le immagini del viaggio di Alice Zanni, 41 anni, e Mirco Targon, 50, nel cuore dell'Africa in sella a due scooter Piaggio modello Ciao


 I due residenti di Montecchio Maggiore (Vicenza) torneranno prossimamente in Africa per riprendere il viaggio fatto nel 2023 che li ha condotti dal Senegal al Camerun. Nel video



 pubblicato dalla coppia su Instagram, alcune tappe del lunghissimo itinerario percorso a bordo dei propri scooter. 

certe canzoni e certi gruppi non hanno età e sono immortali intervista a federico martelli Il 18enne di carpi che ha scritto The Beatles Everyday”: un libro in cui analizza una per una le canzoni dei Beatles

per le  mie  solite  interviste  ho intervistato , FedericoMartelli ( foto  a   destra  ) , l'autore diciottene di  The Beatles Everyday (  copertina  sotto a  sinistra )  di cui    avevo giù  parlarto  sul blog  precisamente  qui in questo  post
In realtà avrebbero dovuto essere  tutti  e  due ( Lui e  la madre   ) visto  che   ha  fatto  da  tramite   e amio avviso  gli ha  trasmesso questa  smisurata  passione   , ma  poi   ho preferito \ mi  è  sembrato più  giusto  intervistare  solo  uno dei due  protagonisti  cioè  lui   in quanto  come  dichiarato dalla  madre : <<   del resto io non ho contribuito in alcun modo alla stesura del libro 😊 >>   . Questa  intervista     conferma     quanto dicevo nel post  precedente  (  primo url  )    che     : certe    canzoni  e certi  gruppi   non  hanno età e  sono immortali   . Ora  bado  alle  ciancie    e  veniamo all'intervista

  sono  stati  tua  madre  o  tuo padre   a tramsmetterti  la passione  per   i Beatles  ( oppure  è  nata     come nel mio caso   ascoltando i loro dischi fregandoli  a loro  ?

Sicuramente i miei genitori mi hanno aiutato ad "entrare" nel mondo dei Fab Four: entrambi hanno sempre amato la loro musica e per questo motivo mi è capitato molto spesso di ascoltarla in casa quando ero piccolo, così col tempo mi sono appassionato anch'io. Poi però, quando crescendo ho, per così dire, raggiunto l'età in cui avrei potuto decidere da solo che musica ascoltare, anche mentre conoscevo ed apprezzavo nuovi artisti i Beatles sono sempre rimasti al primo posto, erano e sono ancora l'unica band capace di farmi provare emozioni così forti in ogni momento.

   come mai  hai aggiunto  alle   215 canzoni   anche  , passando  a  221 , un brano a testa dalla carriera solista degli ex Fab Four e l’aggiunta di “Now & Then” uscito postumo lo scorso anno.?  

Sapevo che quando sarebbe arrivato il momento di abbandonare il progetto una volta concluso mi sarebbe dispiaciuto, così, avvicinandomi verso la fine, pensai che avrei potuto aggiungere un'ultima piccolissima parte composta da un brano preso da ognuna delle quattro carriere soliste dei Beatles ed anche "In Spite Of All The Danger", composta da McCartney ed Harrison quando ancora si chiamavano "The Quarrymen". Quando poi a novembre, mesi dopo la fine del progetto, è uscita "Now And Then", una delle prime cose a cui ho pensato è che avrei necessariamente dovuto recensirla come avevo fatto con tutte le altre, e per non perdere la spontaneità emotiva del momento decisi di pubblicare la sua recensione sui social il giorno immediatamente successivo all'uscita. Tutti questi sei bonus totali sono ovviamente contenuti anche nel libro

Visto che  i B  Durante la loro carriera decennale sono stati ufficialmente gli autori di 186 composizioni incise come gruppo a cui vanno aggiunti venti brani a firma Lennon-McCartney ceduti ad altri artisti  ?


Le canzoni che ho preso in considerazione e che ho recensito dapprima sui social e poi nel libro sono tutte quelle che i Beatles hanno, negli anni, inciso nei loro album e raccolte. Non ho quindi considerato quei brani che, seppur inizialmente scritti da Lennon o McCartney, sono stati ceduti ad altri artisti nel corso del tempo, nonostante sia a conoscenza della loro esistenza. Personalmente, credo sia oggettivo riconoscere la grandezza ed il talento che hanno saputo offrire al mondo con le loro composizioni, e trovo logico che ci siano stati (e ci siano ancora) molti artisti che li apprezzano e che si ispirano a loro.


cosa  ne pensate  di “Now & Then” uscito postumo lo scorso anno  creata  con l'intelligenza  artificiale  ? è un  raschiare il  fondo del barile   e quindi guadagnare più soldi   oppure    è un qualcosa di spontaneo  ?

Per una persona come me, che non ha avuto l'opportunità di vivere la carriera della band negli anni '60, "Now And Then" è stato qualcosa di indescrivibile. Essere a conoscenza dell'esistenza di quel materiale incompleto di John su cui i rimanenti Beatles avevano tentato di lavorare nel 1995, senza successo, e vedere poi la riuscita di questo piano da parte di Paul e Ringo grazie al Machine Learning di Peter Jackson (e non ad un'intelligenza artificiale, come aveva erroneamente sottolineato Paul in un'intervista) con le conseguenti reazioni da parte del web sui social è stato incredibilmente emozionante, come lo è stato per me poter essere lì, alle 15 di pomeriggio del 2 novembre 2023, chiuso in camera ad ascoltare, dopo anni, una canzone dei Beatles per la prima volta.  Posso comprendere che da certe persone un'operazione del genere non venga ritenuta naturale o giusta, ma per quanto mi riguarda è stato un vero e proprio miracolo.


i B   sono stati   , come nel mio caso  , un punto  di  partenza   per  ascoltare altra musica   del periodo ma non solo  ?


Direi proprio di sì. Partendo dai Beatles, negli anni ho cominciato ad ascoltare band e artisti anche piuttosto vari, ma che in genere non si allontanano molto dal rock inglese anni '90 e dal britpop, che considero il mio genere preferito in assoluto, con gli Oasis ed i Blur che occupano gli altri posti del mio personale podio. Amo però anche la musica degli anni '60 e '70, mentre faccio più fatica ad apprezzare le canzoni di artisti più recenti, per cui invece impazziscono quasi tutti i miei coetanei. Se devo nominare una band contemporanea che apprezzo, dico i Maneskin, che ho anche visto dal vivo a San Siro un anno fa e che mi piace ascoltare di tanto in tanto, ma a parte questo riesco a pensare davvero a poco.

la  tua  canzone  preferita  dei B   


Con tutte le canzoni sensazionali che i Beatles hanno scritto, sceglierne una sola è difficile, ma ora come ora direi che la mia preferita sia "In My Life", scritta da John Lennon e contenuta in "Rubber Soul". Ce ne sono però molte altre che amo e che non mi stancherei mai di ascoltare, per citarne qualcuna: "Here, There And Everywhere", "Across The Universe", "I Am The Walrus" e "Strawberry Fields Forever".


tra le  coover italiane dei B  (  https://it.wikipedia.org/wiki/Cover_di_brani_dei_Beatles quella  che  rende  di  più  l'anima dei beatles  


Personalmente non sono mai stato un grande fan delle cover italiane di brani inglesi in generali, ma mi è capitato diverse volte di ascoltarne, specialmente di canzoni dei Beatles. Quella che mi ricordo meglio e che ricordo con più piacere è "Torna Con Me Sulla Luna", di Dino, cover di "I Saw Her Standing There" in cui viene usato un setting diverso per trasmettere lo stesso messaggio del brano originale.

    Io oltre     ai miei  genitori      sono arrivato  ai  B tramite  la    cover  Joe Cocker!   diu   With a Little Help From My Friends"  di  Joe  cocker  per  altro  ( ovviamente  è un parere  personale  essendo     generi musicali  diversi  )    meglio dell'originale   è  tu  ? 


Ovviamente conosco la cover di Joe Cocker e la trovo a dir poco spettacolare, ma non mi viene da definirla a tutti gli effetti superiore alla originale "With A Little Help From My Friends" dei Beatles. Il ritmo e la musicalità del brano contenuto in "Sgt. Pepper" mi ha sempre affascinato moltissimo, e nonostante la versione di Cocker sia strabiliante mi sembra sempre che manchi qualcosa, quell'insieme di scioltezza ed armonia che i Fab Four erano riusciti a dare al loro brano, uno dei miei preferiti di quell'incredibile album.

quale  di  questi film  ( https://movieplayer.it/articoli/film-sui-beatles-da-vedere_21513/ ) incarna  lo spirito  dei  B   

Oltre ad essere cresciuto con le canzoni dei Beatles, sono anche cresciuto guardando i loro film e tutti quelli che ne parlavano o nei quali c'era la loro musica. Quello a cui sono più legato è indubbiamente il cartone "Yellow Submarine" del 1968, di cui da bambino adoravo praticamente ogni scena e che ancora oggi mi fa un enorme piacere rivedere quando capita. Penso che incarni perfettamente il desiderio di sperimentazione che contrassegnava i Beatles in quel momento della loro carriera, oltre al messaggio intuibile nel lieto fine che si può sintetizzare nell'espressione "All You Need Is Love", tanto profondo quanto semplice da capire, anche per un bambino. Ci tengo però a nominare anche "Across The Universe" del 2007, che mi fa da sempre impazzire per i tanti piccoli riferimenti che si possono trovare al suo interno (come il fatto che ogni personaggio ha un nome che richiama una canzone dei Beatles) e per alcune splendide versioni dei brani più celebri eseguite dagli attori.


ultima domanda   cosa ne  pensi di  https://it.wikipedia.org/wiki/Yesterday_(film_2019)

Anche "Yesterday" del 2019 è un film che mi piace rivedere ogni tanto e che apprezzai subito la prima volta che lo vidi. Penso che l'idea di un film del genere sia molto interessante, come lo è il modo in cui è sviluppata e la comparsa di ogni piccola conseguenza data dalla non-esistenza dei Beatles nel mondo che si viene a creare, come la scomparsa degli Oasis ed i problemi di "inclusione" dati dall'ideazione del "White Album". Lo trovo ben recitato e non superficiale, per un amante delle canzoni, dei luoghi e dei temi che hanno a che fare coi Beatles è ogni volta una pellicola molto piacevole.

stasera cerimonia inaugurale delle paraolimpiadi 2024



 oggi cominciano le Paralimpiadi e se scorrendo i social vi siete sentiti come nel Giorno della marmotta tranquilli, non è colpa vostra: è che la sindaca di Parigi si è fatta un altro bagno nella Senna.
Da una settimana nel villaggio paralimpico ha aperto uno spazio di circa 700 metri quadrati che è in sostanza un grande centro di riparazione per carrozzine, protesi e tutte le attrezzature specifiche che possono servire agli atleti paralimpici. Fa un lavoro essenziale, in questi giorni è già frequentatissimo ed è aperto dalle 8 del mattino alle 11 di sera. Durante le Olimpiadi non c'era, naturalmente.
È gestito dall'azienda tedesca Ottobock, che offre questi servizi già da 36 anni sia alle Paralimpiadi estive che a quelle invernali, e attualmente ha un accordo per farlo fino al 2032. Ottobock nacque nel 1919 per produrre arti artificiali per i reduci della Prima guerra mondiale, che fino a quel momento dovevano andare da falegnami o ferramenta. Oggi è un'azienda molto grande e ultraspecializzata, con un fatturato di 1,3 miliardi di euro nel 2023. Una particolarità è che durante i Giochi tutti i suoi servizi sono offerti gratuitamente.
Ci vanno soprattutto atleti e atlete dei paesi meno grandi e ricchi, e anche per questo dei 164 volontari che ci lavorano 15 parlano complessivamente 27 lingue diverse. Accanto ai locali principali e alla sala d'aspetto per gli atleti – che comprende giochi da tavolo, una TV e per alcuni è diventata un punto d'incontro abituale – c'è un'imponente officina che fa saldature, cuciture e altri lavori; ci sono anche un forno e una stampante 3D. Il direttore del centro, il medico ortopedico Bertrand Azori, stima che durante i Giochi si facciano tra le 200 e le 250 riparazioni al giorno.



Gli atleti di rugby in carrozzina, per esempio, si scontrano con i propri mezzi di continuo (Alex Davidson/Getty Images)


Cosa aspettarsi dalla cerimonia d'apertura
Thierry Reboul, direttore delle cerimonie ai Giochi di Parigi olimpici e paralimpici, ha detto di aver parlato con «gli atleti paralimpici» (non si sa quali né quanti) e ha assicurato che sono stati loro a chiedergli per le Paralimpiadi una cerimonia d'apertura tanto fastosa e ambiziosa quanto quella delle Olimpiadi (che se vi ricordate ebbe anche una certa dose di tamarraggine). O forse gli piace solo fare le cose in grande.
Se quella delle Olimpiadi di Parigi era stata la prima cerimonia d'apertura fuori da uno stadio olimpico, quella delle Paralimpiadi sarà la seconda. Invece che sulla Senna però gli atleti (circa 4.400, in rappresentanza di 184 delegazioni) sfileranno sugli Champs-Élysées, uno dei viali più famosi di Parigi e del mondo, partendo dall'Arco di Trionfo e arrivando a Place de la Concorde, dov'è previsto uno spettacolo realizzato da ballerini con disabilità (se volete farvi una minima idea di come sarà, una giornalista di L'Équipe si è intrufolata ad alcune delle prove).
Per assistere alla sfilata sugli Champs-Élysées ci saranno circa 15mila posti gratuiti, mentre a Place de la Concorde sono state allestite tribune per circa 35mila posti, questi a pagamento: i biglietti costavano dai 150 ai 700 euro. Altre 30mila persone potranno assistere invece gratuitamente all'accensione del braciere olimpico, quella specie di mongolfiera che durante le Olimpiadi era rimasta accesa in aria sopra il giardino delle Tuileries (che è poco lontano da Place de la Concorde). Il tutto comincerà per le 20 e dovrebbe durare circa 3 ore.

L'allestimento di Place de la Concorde, e le prove della cerimonia in corso (Alex Davidson/Getty Images)





Ambra Sabatini e Luca Mazzone
Saranno i due portabandiera della delegazione italiana durante la cerimonia d'apertura, e sono entrambi atleti piuttosto eccezionali.
Molti forse ricordano Sabatini dalle Paralimpiadi di Tokyo di tre anni fa: arrivò prima e vinse l'oro nei 100 metri T63, la categoria in cui gareggiano atlete le cui gambe sono state amputate sopra il ginocchio, e in cui l'Italia vinse contemporaneamente anche l'argento e il bronzo con Martina Caironi e Monica Contrafatto, realizzando una storica tripletta. All'epoca Sabatini aveva solo 19 anni e corse in 14,11 secondi, realizzando il nuovo record del mondo, che ha abbassato ulteriormente ai Mondiali dell'anno scorso correndo in 13,98 secondi. È insomma data come favorita per vincere anche quest'anno.
Mazzone invece ha 53 anni e una lunga esperienza alle Paralimpiadi, come nuotatore prima e come paraciclista poi. Ai Giochi di Sydney 2000 vinse due medaglie d'argento nel nuoto, nei 50 e nei 200 metri stile libero. Dal 2011 invece cominciò a dedicarsi stabilmente all'handbike (la bicicletta in cui si “pedala” con le mani) e da allora ha vinto tre medaglie d'oro e tre d'argento tra le Paralimpiadi di Rio 2016 e quelle di Tokyo nel 2021, oltre a ben 18 medaglie d'oro ai Mondiali. Mazzone perse l'uso delle gambe nel 1990, dopo aver subìto una lesione al midollo per aver urtato uno scoglio durante un tuffo, e da allora è in carrozzina.



Sabatini e Mazzone durante la cerimonia di consegna della bandiera italiana agli atleti olimpici e paralimpici, che si è tenuta al Quirinale lo scorso 13 giugno (Ansa/Riccardo Antimani)




Dove vederle, queste Paralimpiadi
A differenza delle Olimpiadi, le Paralimpiadi non saranno trasmesse sui canali Eurosport: si potranno vedere in chiaro su Rai 2 e su Rai Sport, e in streaming su RaiPlay o sul canale YouTube ufficiale delle Paralimpiadi. La diretta di Rai 2 comincerà ogni giorno verso le 9:15 e andrà avanti più o meno fino alle 23:30. Anche la cerimonia d'apertura si potrà vedere su Rai 2 o su RaiPlay a partire dalle 20.





















Da recuperare



Cominciamo a prepararci per le gare che vedremo da domani: atlete, atleti e squadre da seguire a queste Paralimpiadi.



27.8.24

“Vannacci coglione”? quello di Bersani non è un insulto ma è un diritto

Non capisco perché Bersani, che si era chiesto se avesse potuto dare del coglione ad un generale - senza specificare il nome del generale in questione può essere accusato di aver calunniato Vannacci. Adesso rischiamo di essere accusati di calunnia solo se ci facciamo delle domande. Mi viene il
sospetto che il vero calunniatore è colui che pensa che la domanda fosse retorica perché convinto che si riferisse a Vannacci.
A prima vista il coglione di Bersani può sembrare un insulto una mancanza di rispetto verso chi la pensa diversamente da te . Infatti : << Marcello Dentice  uno con una classe innata non usa il turpiloquio per entrare nel merito di un argomento e criticare le posizioni di qualcuno. Un linguaggio offensivo sul piano personale, delegittima e incentiva violenze verbali estranee al dibattito civile. E' così difficile dire che Bersani ha sbagliato ? >>Ma in questo caso non lo è perchè le idee in questione per cui B ha usato quell'espressione sono idee già condannate e combattute dala storia del secolo scorso . Come è possibile che la cultura del piagnisteo (Robert Hughes) con solide radici nel vittimismo progressista stia contagiando anche la destra che più destra non si può.
Fino a intaccarne i tradizionali, virilissimi, valori fondati sul me ne frego, mi spezzo ma non mi piego, sullo sprezzo audace, sul sangue freddo da gettare in faccia al nemico? rappresentati da : <<
seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicatemi !” >> ( BENITO MUSSOLINI DAL BALCONE DI PALAZZO VENEZIA IL 2 OTTOBRE 1935 ) Diciamo che sul piagnucolarsi addosso a causa degli oscuri complotti orditi dai perfidi poteri forti, onde fiaccare e compromettere i sacrosanti aneliti della sportiva italica stirpe, tra arbitri venduti alle plutocrazie e proteste frignanti, alle Olimpiadi parigine si è già visto di tutto. Poi, però, trascorso Ferragosto, il petardo (bagnato) sparato dal “Giornale” e da Sallusti tra le nuvole di una visione cospiratoria della politica, e avente come bersaglio le povere sorelle Meloni, ha riattizzato sui giornali Angelucci l’auto martirologio. Proseguito, ieri, con la pubblicazione delle “liste di proscrizione del Partito comunista”, riccamente addobbate con fototessere e biografie dei giornalisti bersaglio, va detto, piuttosto iettatorie. Che se poi uno legge distrattamente “Partito comunista” potrebbe anche pensare agli eredi di Togliatti e Berlinguer, mentre poi, si precisa, trattasi del “delirante documento di un gruppo clandestino che chiama alla lotta contro gli uomini di fiducia di Israele (ebrei e non)”. Purtroppo, quando qualsiasi ipotesi di pur se minimo contatto del Pd e di ogni altra sinistra contemporanea con il criminale gruppo antisemita sembra spazzata via (anche perché nella lista originaria vengono citate firme non certo assimilabili alla destra come Ferruccio de Bortoli, Aldo Cazzullo, Federico
Rampini) ecco che sul “Giornale” si fa strada un inquietante interrogativo. Sul “perché la sinistra non reagisca duramente rifiutando ogni paternità storica dell’appello antisemita travestito da filopalestinese” (Fiamma Nirenstein). Come dire: se non è zuppa (rossa) è pan bagnato (rosso). Ma ecco, in tutta questa lagna, un paio di strepitosi squilli di tromba. A destra c’è Vittorio Feltri che nell’intervista di sabato al “Fatto Quotidiano” così liquida le minacce di morte di un “gruppuscolo di comunisti”: “Me ne farò una ragione, sono già sotto scorta. Che poi non è nemmeno male: non si paga la benzina e hai qualcuno che cerca parcheggio al posto tuo”. Applausi. Da sinistra, Pierluigi Bersani condannato a una ammenda per aver dato del “coglione” a Roberto Vannacci invece di lacrimare rilancia alla grande chiedendo di andare a processo. Udienze che in nome del popolo italiano dovranno verificare in punto di fatto e di diritto, di sopra e di sotto, se sia lecito oppure no dare del coglione al generalone. Cosicché, in quell’aula di tribunale, per legittime ragioni processuali, nelle arringhe e nelle requisitorie, nelle perizie e nelle testimonianze (oltre che nei ghiotti resoconti di stampa, tv e social) la questione cruciale – Vannacci è davvero un coglione? – risuonerà come merita con annessa e potente eco mediatica. Soltanto adesso Vannacci accortosi della autocoglionata propone a Bersani di ritirare la querela in cambio delle più sentite scuse. Siamo però convinti che il compagno Bersani non recederà di un millimetro per ottenere giustizia in nome della libertà d’opinione sancita dalla Costituzione. Affinché il diritto di proclamare che Vannacci è un coglione sia una buona volta garantito a ciascuno e non solo ad ua persona come fece Berlusconi quando disse che gli elettori o chi vota sinistra era un coglione .

Mentre finisco quest articolo impazza il caso di Povia e del concerto annulato per le sue
Povia, concerto annullato a causa delle sue “posizioni sui diritti civili e  quindi  
    Viene da chiedersi: giusto dare spazio a tutti? O è giusto selezionare uno scrittore o un cantante in base al tipo di idee espresse?  

 diq  eusto   dilemma   se  parlerà in un prossimo post   

paraolimpiadi s'incomincia






Manca un giorno all'inizio delle Paralimpiadi e sembrerebbe che a Parigi si stia preparando una cosetta sobria anche per la cerimonia d'apertura di domani.
C'è un video che ha quasi 35 milioni di visualizzazioni su TikTok che mostra il triatleta paralimpico statunitense Brad Snyder, che è cieco, mentre cerca di afferrare la sua bici, che però non è nel posto in cui pensa lui. Il suo gesto, ripreso durante le Paralimpiadi di Tokyo, sembra quello di una persona che suona il pianoforte: il profilo ufficiale delle Paralimpiadi, che ha pubblicato il video, ci ha scherzato su aggiungendo alla scena una musica di Beethoven con la didascalia che dice «nel triathlon paralimpico si fanno nuoto, bici e pianoforte in aria».
Il profilo ufficiale delle Paralimpiadi sfrutta spesso le potenzialità di TikTok per rendere virali momenti buffi capitati agli atleti paralimpici: ci si trovano dentro cose come una pallonata in testa che fa cascare una cestista dalla carrozzina, ma anche molti gesti atletici spettacolari e spiegazioni su come funzionano gli sport paralimpici. Esiste dal 2020, ha 4 milioni e mezzo di follower e in generale i contenuti sembrano funzionare. L'anno scorso però l'approccio del profilo, che scherza anche sulle disabilità degli atleti, fu criticato e messo in discussione. Il punto del dibattito era: si può scherzare sulla disabilità? E fino a che punto?
Per Craig Spence, responsabile della comunicazione del Comitato paralimpico internazionale, la risposta è sì: «ridiamo con loro, non di loro», ha detto in varie interviste, spiegando poi che il profilo è gestito da una persona con disabilità che secondo lui ha la sensibilità giusta per capire quale sia il limite. Quella del comitato paralimpico in ogni caso è una strategia comunicativa consapevole, che già da tempo sta provando a liberare il movimento dalla retorica che descrive gli atleti paralimpici come «supereroi», «superumani» o «speciali»: quella retorica cominciò con grandi campagne pubblicitarie a Londra 2012 e fu portata avanti in parte anche nelle successive edizioni dei Giochi.




Alle Paralimpiadi di Tokyo Brad Snyder vinse poi l'oro: qui è all'arrivo accompagnato dalla sua guida Greg Billington (le “guide” sono quelle che accompagnano gli atleti con certe disabilità in alcune discipline dell'atletica) – Adam Pretty/Getty Images

Come   suggerisce pari  la   newsletter  de  ilpost.it

Gli sport paralimpici da guardare in silenzio, o quasi  .Ci sono atleti che pagherebbero (alcuni tennisti, per esempio) e altri per cui sarebbe un incubo: alle Paralimpiadi ci sono due sport di squadra in cui è necessario che il pubblico dal vivo stia completamente in silenzio. Sono il calcio a 5 per ciechi e il goalball, dove i giocatori sono totalmente o parzialmente ciechi, e il silenzio serve perché loro possano capire dove si trova la palla, che ha al suo interno dei sonagli per segnalare la posizione. Sia nel calcio a 5 per ciechi che nel goalball gli atleti indossano delle mascherine sugli occhi in modo da trovarsi tutti nella medesima condizione (visto che alcuni hanno parziali gradi di visibilità). Nel calcio però ci sono anche due giocatori vedenti: i portieri.
Il calcio a 5 per ciechi, che è solo maschile, si giocherà dall'1 al 7 settembre nel suggestivo stadio temporaneo creato sotto la Tour Eiffel apposta per i Giochi, quello in cui alle Olimpiadi si giocò il beach volley, che è già stato riadattato. Il campo è grande come quello da futsal, il calcio a 5 al chiuso classico, e ai lati ci sono delle pareti per tenere la palla sempre in gioco, senza rimesse laterali. Il torneo avrà 8 squadre divise in due gironi: l'Italia non ha mai partecipato e non c'è nemmeno quest'anno.



Lo stadio del calcio a 5 per ciechi sotto la Tour Eiffel (Sandra Montanez/Getty Images)


Il goalball è uno dei due sport che sono solo paralimpici e uno dei più divertenti di tutte le Paralimpiadi. Fu inventato nel 1946 per aiutare i soldati che avevano perso la vista durante la Seconda guerra mondiale. Si gioca tre contro tre su un campo rettangolare lungo 18 metri e largo 9, con due grandi porte sui lati corti del campo, alte un metro e 30 centimetri. Tutti i giocatori possono sia parare che tirare, e il silenzio può essere parte della strategia: per non dare punti di riferimento agli avversari spesso si cerca di far fare meno rumore possibile alla palla. Di goalball ci sono sia un torneo maschile che uno femminile, che si giocheranno tra il 29 agosto e il 5 settembre allo stadio Pierre de Coubertin di Parigi, ma in nessuno dei due ci sarà l'Italia.
Sia nel goalball che nel calcio a 5 per ciechi sono previste delle scontate deroghe al silenzio: quando si fa gol.



Il campo da goalball alle Paralimpiadi di Tokyo (Koki Nagahama/Getty Images)

  sempre  dalla stessa fonte

Come il villaggio olimpico è diventato paralimpico
Con pochi accorgimenti mirati in realtà, visto che era già stato concepito per essere accessibile a chiunque: nelle stanze per esempio gli interruttori della luce sono stati montati a 45 centimetri da terra, in modo che anche chi è su una carrozzina non faccia fatica a schiacciarli.
Dopo la fine delle Olimpiadi (l'11 agosto) il villaggio è rimasto chiuso per poco più di una settimana ed è stato riaperto il 21 agosto. In questi giorni sono state aumentate le rampe per le persone in carrozzina e sono stati aggiunti tappeti dove la pavimentazione era più pericolosa; è stata aumentata l'illuminazione di tutto il villaggio ed è cambiata un po' la disposizione dei tavoli e del cibo nei frigoriferi della mensa. Poca roba, insomma. Per il resto il villaggio è sempre quello, senza aria condizionata e con i letti di cartone. Qualche atleta arrivato in questi giorni ha già controllato: ci si può saltare sopra anche con le protesi. La cosa preferita degli atleti per ora è questa qui sotto: i mezzi motorizzati per muoversi più velocemente nel villaggio, che per le Olimpiadi non c'erano.








(Aurelien Meunier/Getty Images)



24.8.24

due pesi e due misure olimpiche silenzio valentina petrillo macchina di fango su Imane Khelif

 Ci avviciniamo alle paraolimpiadi e leggo che tra gli atlerti italiani partecipa la transgeder valentina petrillo . E stranamente no ho , destra extraparlamentare a parte , la destra istituzionale e non solo visto che il caso di Imane Khelif ( la pugile Algerina che ha vinto la medaglia d'oro a queste olimpiadi Nda ) aveva creato indignazione e e sdegno anche in alcuni elementi della sinistra ,

c'è silenzio . Ora mi chiedo come mai si tace e si usano ( almeno per ora chissà nei prossimi giorni la sitiuazione si evolverà ) due pesi è due misure ? In attesa di una vostra risposta o o commento mi sono dato la risposta . Ecco le miei potesi : 1) E' evidente che hanno paura di fare , essendo l'atleta italiana , una figura maggiore di quella fatta con il caso Imane ., 2) hanno paura di contraddirsi visto che sono nazionalisti ed " italianisti " ., 3) aspettano , ad usarla come arma di distrazionedimassa per creare ad arte polemiche per nascondere qualche schifo di legge ad personam o magagna . Lo so tale idea piò sembrare : fantasiosa , assurda , faziosa , ecc , ma verosimile visto che non è la prima voltà che il potere politico usi le polemiche per nascondere le loro magagne

quanto vale un ricordo ?

      CANZONI  CONSIGLIATE  
Non bisognerebbe - Francesco Guccini  *
Viaggi   e Miraggi  - Francesco De Gregori **

avvicinandomi  a i 50    e  dialogando  del passato   con  i miei   genitori (  81 mia  madre 

83  mio padre  )  o miei amici   mi  chiedo spesso  quanto vale   un  ricordo . Ricordare   dipende    da  cosa  si  vuole  ricordare , deriva  da  <<    v. tr. [lat. recŏrdari, der., col pref. re-, di cor cordis «cuore», perché il cuore era ritenuto la sede della memoria] (io ricòrdo, ecc.)
  una    foto  che  mi  hanno scattato e  che ho trovato
con  gooogle  photos
 ... https://www.treccani.it/vocabolario/ricordare/ >>perchè nell'eta  classica   s'era convinti  che la memoria  risiedesse nel cuore  .  Infatti in inglese  c'è un espressione   learn  by heart  .  Inoltre  ricordare  Ricordare a qualcuno qualcosa significa richiamare alla memoria propria o altrui, con l’idea di dover adempiere a qualche dovere o provvedere a qualche necessità, oppure avvertendo o rimproverando .Ricordarsi di qualcosa significa avere o richiamare alla memoria   Ricordarsi di un torto o di un'offesa ricevuta significa serbare il ricordo Ricordarsi a lungo di un evento memorabile significa che si suppone rimarrà a lungo nel ricordo .Ogni  qualvolta  che viviamo , un'esperienza  , leggiamo o ascoltiamo  una storia , vediamo  un film  ,   ascoltiamo   una canzone  o  un podcast , ecc insomm a ad ogno nostro passo   sviluppiamo ricordi  ....  alcuni belli  ed   altri brutti  alcuni   estinati ad essere  dimenticati  ,  altri ad essere archiviati   per   essere rispolverati  \ riscoperti  dalla  polvere  del tempo  a qiualche  rimpatriata  fra  amici  oeparenti ,   mettendo ordine    in soffittà  ,  leggendo necrologici  o  partecipazioni di  nozze , ecc  .  Ma  il nosro  archivio non ha  spazio infinito   e  quindi  ci  vengono   in aiuto supportii  vecchi   e  nuovi   che  servono  a fissare  momenti  , sensazioni  , emozioni : dei veri  e propri alleati del  roicordo  . Foto , video ,  diari  , libri   ,  inseti  ,  giornali ,  oggetti  ( ninnoli   come  li  chiamano mia  madre  e la  donna delle  pulizie  che  spolverano  in  casa  )  custoditi   a  volte   in modo distratto . Chi non ha  mai  trovato in un casetto  ,   fra le  pagine di  un libro ,  o in rete  (   come nel caso       della  foto riportata  sopra )    che gli  ha fatto   alla  mente  una persona  ( nel  caso  una persona   scomparsa  )  , un avventura  , un luogo ,  un viaggio fisico o mentale ** , qualche  f brutta fiigura  ?  I  ricordi sono davvero magfici    e  sono  un eredità    a  volte  bella  o brutta   ma   sempre parte di noi .  Fncl quindi  a  chi mi dice  che  sono nostalgico e  che  ricordo  le  cagate  di mio nonno  .  o che    non Non bisognerebbe *  ma  su  questo   prima  o  poi  ci ritorneremo   .  adesso va  a prepararmi  la  valigia   per  il fine settimana     al mare   pronto  a crearne di nuovi a   ecidere  quali rimuovere   condannandoli all'oblio  e quali archiviare  . 

Vi  lascio    con questa  poesia  


Un ricordo
Io non sapea qual fosse il mio malore
né dove andassi. Era uno strano giorno.
Oh, il giorno tanto pallido era in torno,
pallido tanto che facea stupore.
Non mi sovviene che di uno stupore
immenso che quella pianura in torno
mi facea, cosí pallida in quel giorno,
e muta, e ignota come il mio malore.
Non mi sovviene che d’un infinito
silenzio, dove un palpitare solo,
debole, oh tanto debole, si udiva.
Poi, veramente, nulla piú si udiva.
D’altro non mi sovviene. Eravi un solo
essere, un solo; e il resto era infinito.

Gabriele  D'annunzio ( 1863-1938 )

                      

Addio a Marinella Colombo, la mamma coraggiocondannata per aver amato i propri figli

 Addio a Marinella Colombo, la mamma milanese diventata punto di riferimento per tutti i genitori che lottano per riavere i figli ingiustame...