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7.9.22

Il velo di Safiya al Sayegh batte (in volata) i pregiudizi

 

  dal  venderdi    di repubblica  del 2\9\2022

 Al Sayegh è la prima emiratina nel ciclismo di vertice. Gareggia coprendo capo, braccia e gambe: "È un mio diritto. Ogni donna deve essere libera di scegliere"

Safiya al Sayegh (a sinistra) è con alcune compagne dell’Uae Team. La ciclista di Dubai è nata il 23 settembre del 2001. Quest’anno ha vinto il Campionato nazionale degli Emirati Arabi in linea e a cronometro (Manuela Heres) 


Safiya indossa il velo e corre in bicicletta. È nata a Dubai tre anni e due giorni dopo il suo idolo Tadej Pogacar e negli Emirati è già un mito e un esempio. Safiya al Sayegh è la prima donna araba nel ciclismo di vertice. Indossa l'hijab sotto il casco e corre con braccia e gambe coperte, cerca la Mecca con lo sguardo e prega prima e dopo l'arrivo. Sorride molto a chi le chiede "perché proprio il ciclismo?", "perché no?" risponde lei, con naturalezza, facendosi grande nelle sue piccole spalle.

Perché no, in effetti, in quell'angolo ricchissimo del mondo che sta spalancando le sue strade spazzolate dal vento e accarezzate dalla sabbia all'arte occidentale dell'andare in bilico su due ruote sottili? UAE, sigla degli Emirati Arabi Uniti, è anche il nome del team di Safiya, la sezione femminile della UAE di Pogacar. Safiya di strada deve farne ancora tantissima. Ma ha vent'anni e molto, per lei, deve ancora succedere.

Come è nata la sua passione?
"Sono figlia di due culture molto diverse. Sono nata a Dubai da padre emiratino e madre inglese e provengo da una famiglia sportiva. I miei genitori mi hanno sempre incoraggiata a fare sport e sono presenti nella maggior parte delle mie gare. Sono la più grande di tre sorelle. E a marzo ho vinto due gare, il Campionato nazionale degli Emirati Arabi, sia in linea che a cronometro".

Oltre al ciclismo, che cosa c'è nella sua vita?
"Studio graphic design, sono al terzo anno. Vorrei diventare una designer e lavorare nel mondo della grafica e della pubblicità".

Qual è il suo rapporto con l'Islam?
"Sono profondamente religiosa. La fede è un modo per farci vivere questa vita nel modo corretto, per essere vicini al nostro Creatore e faccio del mio meglio per mantenere questa connessione spirituale il più possibile".

Che cosa rappresenta per lei il velo?
"Indosso il mio hijab per il mio bene. Non sono obbligata a indossarlo da nessuno e non lo indosso per compiacere la mia famiglia, ma per me stessa. Indosso il velo tutto l'anno, tutti i giorni e non lo trovo un problema per la mia carriera sportiva. Spero che ogni donna in tutto il mondo possa inseguire ciò che ama senza che sia un ostacolo per lei. Certo, nel ciclismo è più dura che in ogni altro sport per via del caldo, ma con la fede e se sai di star facendo qualcosa di importante e bello, tutto si supera".

In alcune culture il ciclismo viene considerato disdicevole per una donna. Ha mai avvertito questo stigma sul suo sport?
"No, mai, a Dubai le donne sono assolutamente libere di praticare qualunque sport. Io lo faccio in ogni momento libero dai miei impegni di studio. In città c'è uno splendido Cycle Park e se voglio allungarmi raggiungo il Jebel Jais, dove all'UAE Tour quest'anno Tadej Pogacar ha vinto una bella tappa. Lui è il mio modello, un ragazzo straordinario e molto simpatico. E poi corre con i miei stessi colori".

In Francia c'è una proposta di legge per impedire l'utilizzo dell'hijab durante la pratica sportiva e c'è un gruppo di calciatrici, le Hijabeuses, contrario a questo progetto. Lei cosa pensa?
"Credo che a una donna debba essere lasciata la scelta di usarlo o meno e non essere costretta per legge a rimuoverlo. Non ne capisco il senso, il fine. Indossarlo è un diritto. Possa Dio guidarci tutti e mostrarci la retta via in questa vita".

E lei come è approdata al ciclismo?
"Da bambina ho praticato nuoto e atletica. Intorno ai quindici anni mio padre ha acquistato una bici da città e anche grazie alla nascita del Dubai Tour e poi dell'UAE Tour il ciclismo è arrivato sulla porta delle nostre case. All'inizio mio padre era contrario, è uno sport duro, pericoloso. Sono arrivata al ciclismo per mezzo dello studio: studia, mi diceva, e potrai praticare lo sport che desideri. Non sono tantissime le ragazze di Dubai che praticano ciclismo, ma solo perché non c'è ancora una tradizione da noi. Cresceranno i numeri nei prossimi anni". 

Grazie a lei e al suo esempio, magari.
"Mi piacerebbe essere un modello per altre ragazze emiratine, sento comunque la responsabilità di essere un'apripista, una pioniera, ed è una cosa che mi piace. La mia squadra, l'UAE Team ADQ, ha tra i suoi obiettivi anche quello di far crescere un movimento nazionale negli Emirati. Il team è stato creato per condividere una visione e consentire alle donne di perseguire i propri sogni e diventare eroine in qualunque cosa vogliano. È davvero un piacere e un onore essere stata scelta per far parte di questo fantastico progetto".

Che cosa sogna per la sua carriera?
"Vorrei diventare la prima ciclista emiratina in gara alle Olimpiadi. Vorrei correre le grandi corse europee, le classiche, il Giro e il Tour. Ma soprattutto voglio rendere orgogliosi i miei genitori e restituire loro il bene e la fiducia che mi hanno dato. Amo far sorridere le persone e i miei cari, la vivo come una missione".

13.5.20

Spett odiatori la volete finire di vomitare fake news ed odio verso Silvia romano ma non solo ? cosa aspettate che arrivino ad ucciderla una seconda volta ?

lo so che sarete stufi , come me , di sentir parlare di #silviaromano ( ora #Aisha ) e delle polemiche della vicenda . Ma si è  passati  dal  vomitarli     sui social  e su watsapp    a gettare   contro il suo palazzo  delle bottiglie




(ansa)

Silvia Romano, cocci di bottiglia lanciati contro il palazzo in cui abita: scientifica sul posto. Si indaga sulle minacce social
Al vaglio decine di messaggi scritti su vari social

  So  anche    che che riportando tale 💩🙈


 L'immagine può contenere: il seguente testo "Fabio persone. per gg Mi dedicato Romano!!! Rispetto?! Cretina, ti abbiamo dato 4 milioni di e tu ti ingravidare come cagna dal primo arabo del cazzo?! Vergognati di esistere, ancor prima che dell'esser italiana! Sei un in piena di cazzate! Non è stata violenza carnale nè obbligo a sposarsi?! E COME CI SEI RIMASTA INCINTA?? Con lo spirito santo di Allah?! Ma come sostenere tali scemenze da decerebrata stuprata?! Solo rispetto?!? Ma di cazzo di rispetto parli?! Di violentata (a piace lo sei la d senza nemmeno sposata?! parliamo del rispetto costringerti tra un pagliaccio mummia romperti che hai"

poi  rimosso  (   come   l'altro  che    trovate     nel post   )  dall'account   facebook     della persona   , se   cosi  si può  definire  ,  in questione  do visibilità a tali idioti ( per essere eleganti ) ma il mio essere libertario è odio verso la censura è più forte. Concordo con il mio contatto twitter LaMoy @emme_sette quando dice : Si sono raggiunti livelli di 💩🤬💥💨🗣😡😥🤮 inimmaginabili Infatti come potete vedere sotto DA non leggere per     1)    stomaci deboli e i deboli di cuore     2)  gente  che  reagisce  allo stesso modo   insultando e minacciando  anziché   considerarle merde  3) i censori , vedere  foto a destra   che  mi  chiedono di   : <<  Nasconderloo rimuoverlo il post non fategli pubblicità >>
CHI E' CORTO MALTESE - di Marco Fanti -... - Labouratorio 6.9 ...
Infatti #SilviaRomanoAisha sta portando a galla, senza volerlo, il marcio che riempie la testa di tante, troppe persone.Al di là d'essere o meno leghiste #sovraniste.
 Piena    solidarieta    al compagno d strada Saverio Tommasi  per  gli insulti   ricevuti 
  C'è


Ora chi di noi non è ( o non è stato) provocatorio. ?! Ad esempio io, e chi mi legge o semplicemente  commenta quello che condivido o scrivo lo sa,  talvolta in maniera forse un po' ambigua  e idiota come potete notare da alcuni miei post  ( I e II)  Ma non a tali livelli. E quando me lo fanno notare o rimuovo il post o mi scuso ed qualche volta è vero mi giustifico mettendo una toppa peggiore del buco. Ma non sono mai arrivato  simili livelli di giustificazione ed piagnisteo 



ed la maggior parte delle volte sono riuscito ad #restareumano ed non abbassarmi a loro livello nelle risposte. Ora Va bene essere provocatorio ma c'è modo e modo. Esserlo è un arte di cui non tutti, me compreso, sono capaci. C'è chi ci riesce come esempio Roberto Recchioni chi no. E poi esserlo non vuol dire che debba esprimerti in quel modo da maschio alfa ( morto di figa, ecc ) dando sfogo ai tuoi istinti più bassi e  beceri

11.5.20

Un un brutto vezzo italiano quello di sentirsi tutto esperti del fatto del giorno. In questo caso, esperti di terrorismo, di trattative segrete, di Africa, di Islam.

leggi anche 
  1. https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2020/05/libera-scelta-o-sindrome-di-stoccolma.html
  2. https://www.globalist.it/saperi/2020/05/11/franco-cardini-l-islam-e-chiaro-proibisce-le-conversioni-forzate-2057970.html
  3. https://www.globalist.it/news/2020/05/11/silvia-romano-il-teologo-replica-ai-falsi-cristiani-musulmana-o-cristiana-e-figlia-di-dio-2057990.html


Silvia “Aisha”Romano e la “banda degli ignoranti”. Ignoranti nel senso latino del termine, e non come sinonimo di maleducazione, volgarità...E’ un brutto vezzo italiano quello di sentirsi tutto esperti del fatto del giorno. In questo caso, esperti di terrorismo, di trattative segrete, di Africa, di Islam.
La “banda degli ignoranti è folta, variegata, saccente, composta in gran parte da persone che in Africa non hanno messo mai piede, tanto meno in zone di guerra. Dispensatori seriali di etichette, che non hanno mai visto i nostri cooperanti all’opera, non si sono mai preso la briga, tra una esibizione televisiva e l’altra, di conoscere le loro storie, i progetti a cui stanno lavorando, i risultati ottenuti. [...] 
La questione del velo islamico - Studia Rapido
Ora  Tutto questo per la “banda degli ignoranti” è tempo sprecato. Ma la cosa ancor più grave, è che le loro panzane , insieme  a    quella  della  stampa maistream  e  non  passano senza un minimo di verifica da parte di chi le pubblica o le manda in onda. E così l’ignoranza si accompagna con le fake news: un mix che produce ed alimenta una narrazione mefitica che calpesta la realtà, piegandola ai propri pregiudizi e alle finalità, qualche voto, copia, o like in più, che si intende perseguire. Un esempio sintomatico di questo “virus” dell’ignoranza, è riscontrabile nei racconti del rientro in Italia di Silvia Romano.

 [...] Lasciamo da parte,  per carità di patria e di intelligenza, i titoli sul tradimento, sull’ingratitudine di una giovane donna che, secondo questi improvvidi censori, sarebbe colpevole di essersi convertita all’Islam.  Lasciamoli perdere, e concentriamoci sulla descrizione del look.
Quando la ventiquattrenne è scesa dall'aereo che l'ha riportata in Italia, l'abito indossato - chiamato jilbab - ha richiamato l'attenzione sul connotato religioso. Per la “banda degli ignoranti” in servizio permanente effettivo, non c’è distinzione alcuna tra il jilbab, il burqa, lo chador: sono tutti simboli religiosi, naturalmente imposti con la forza dai tagliagole islamici. Si dà il caso che di religioso il jilbab non abbia proprio nulla. Lo hanno spiegato alcuni giornalisti africani: "Non è un abito religioso ma chiaramente è indossato da donne islamiche" e "È un abito più da passeggio. Lo usano molto le tribù al confine tra Kenya e Somalia come gli Orma e i Bravani". "Probabilmente si è vestita come ha potuto", ha ipotizzato Hamza Piccardo, un esponente di spicco della comunità islamica italiana. 
La “banda degli ignoranti” ha un seguito sui social. Ed è il seguito di odiatori da tastiera che all’ignoranza aggiungono demagogia d’accatto, misoginia sfrenata, volgarità senza freni “Vogliamo sapere quanto ci è costato. Vogliamo la verità!” scrive una donna. Seguono epiteti di ogni genere e non mancano le frasi sessiste con espliciti e irripetibili riferimenti sessuali. “Per me potevamo risparmiare questi soldi per il Coronavirus“, tuona un uomo, mentre qualcun altro scrive: “se avesse pensato ai poveri di casa sua non le sarebbe successo nulla. chi è causa del suo male...”.
Non basta? Ecco un altro esempio della narrazione fuori dalla realtà della “banda degli ignoranti”. Hanno detto e scritto: Silvia si era avventurata in una zona del Kenya pericolosa. Ora, a parte il fatto che per questi tuttologi da salotto mediatico, l’Africa è come l’Islam: un monolite senza sfaccettature interne, un indistinto culturale, geografico, religioso, politico. Ma torniamo al fatto: la zona in cui operava la volontaria italiana. Basta aver letto qualcosa di qualcuno che il Kenya lo conosce bene, per scoprire che l’area dove è stata rapita Silvia Romano, come annota Alberto Negri, tra i pochi che parla di ciò che sa e che ha visto di persona, “è popolata dai Girama ritenuta una delle tribù più miti e ospitali del Kenya come ho avuto modo di verificare visitando i villaggi. Il capo banda dei rapitori – prosegue Negri – era un somalo estraneo alla zona, catturato, poi rilasciato su cauzione e immediatamente sparito. Malindi è a cento chilometri e nessun italiano che sta da quelle parti è considerato uno scriteriato. Si prega di non scrivere stupidaggini”.Una preghiera rimasta inascoltata.
Impegnata nello sparare panzane e invettive, la “banda degli ignoranti” perde di vista una questione, quella sì, dai risvolti e, soprattutto, dalle conseguenze inquietanti: il riconosciuto contributo dato dagli 007 turchi alla liberazione di Silvia. Ora, come documentato da Globalist, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan tutto è tranne che un filantropo. Di certo, passerà all’incasso per l’aiuto offerto. A rimarcarlo, in una conversazione con euronews, è un altro dei pochi giornalisti che di Africa e di guerra ne sa e molto: Massimo Alberizzi, già inviato del Corriere della Sera, scampato anni fa a un sequestro in Somalia, grande conoscitore della realtà africana.
Alberizzi pone subito una questione: "Io mi domando perché non si va direttamente a chiedere aiuto all'intelligence somala e si bussa invece alla porta dei servizi turchi, che ci chiederanno delle contropartite politiche, ad esempio in relazione alla guerra in Libia".
Contropartita in Libia, dunque, dove l’Italia appoggia Fayez al-Sarraj, Presidente del Consiglio Presidenziale e Primo ministro del Governo di Accordo Nazionale della Libia formati in seguito all'accordo di pace del 17 dicembre 2015, sostenuto anche dalla Turchia ma su piani di interesse differenti. Ad esempio, nel gennaio scorso il “Sultano di Ankara”, aveva reso noto che la Turchia intende avviare delle attività di esplorazione e perforazione nel Mediterraneo alla ricerca dei giacimenti di gas. Erdogan faceva riferimento al memorandum d’intesa, siglato a novembre a Istanbul dal premier turco con il premier del Governo di accordo nazionale (Gna) di Tripoli, Fayez al-Sarraj.
Passerà all’incasso, Erdogan. E lo farà perché lui usa l’unica “diplomazia” che sembra funzionare a Sud del Mediterraneo: la “diplomazia della forza”. La Turchia è presente militarmente non solo in Siria, dove, nel silenzio complice della comunità internazionale prosegue la pulizia etnica da parte delle armate turche contro la popolazione curdo-siriana del Rojava, ma anche in Libia e in Somalia. Ed è presente non solo con truppe regolari del suo poderoso esercito (il secondo in dimensioni e armamenti della Nato, dopo gli Stati Uniti), ma anche con mercenari e miliziani jihadisti reclutati in Siria da Erdogan anche tra le fila dell’Isis e di al-Qaeda. A loro è toccato il lavoro sporco nel Nord della Siria, fosse comuni, stupri di massa, saccheggi, e molti di questi tagliagole riciclati dal presidente turco, ora sono stati spostati sul fronte libico, a sostegno del Governo di accordo nazionale di Fayez al-Sarraj.
“Il fatto che il governo di Tripoli abbia riconquistato le coste davanti all’Italia è una pessima notizia per noi – rimarca il direttore di AnalisiDifesa, Gianandrea Gaiani, in una intervista a Tempi - . È un fatto che Haftar non le abbia mai utilizzate per spedirci migliaia di immigrati clandestini. Salvo rare eccezioni, non ha mai sfruttato il traffico di esseri umani. La stessa cosa non si può dire della Turchia, che ha sempre ricattato l’Europa con i migranti. L’ha fatto recentemente con la Grecia e d’ora in avanti potrebbe ricattare anche noi, visto il peso diplomatico e militare che si è guadagnato nel governo di Tripoli”.
Di questo varrebbe la pena parlare, discutere, andare in profondità, incalzare chi ha responsabilità di governo. Ma è chiedere troppo alla “banda degli ignoranti”.

Libera scelta o sindrome di Stoccolma la conversione di Silvia Romano ed assurde reazioni islamofobiche di alcuni politici ed della loro cricca di opinionisti ed elettori



Ha ragione Yassine Lafram, presidente dell'Ucoii, Unione delle Comunità Islamiche d'Italia. ad all'Adnkronos . riporto sotto , onde evitare accuse di faziosita e di parzialità


Adnkronos        10 maggio 2020 19:38






                                          di Silvia Mancinelli

"Siamo esterrefatti per le reazioni islamofobiche di alcuni esponenti politici e non solo, con le quali qualcuno ha perfino augurato il peggio a questa ragazza per il semplice fatto di aver esercitato la sua libertà di credo. Non sappiamo che percorso abbia fatto questa ragazza, se una persona mi dice di aver fatto una libera scelta di conversione ed è qui in mezzo a noi, mi sembra surreale che la discussione sia degenerata in questo modo. Non discuto la libera scelta di conversione, ma la reazione islamofobica di alcuni esponenti politici". Così, , Yassine Lafram, presidente dell'Ucoii, Unione delle Comunità Islamiche d'Italia."Come fa una persona ad aver messo piede qui in Italia ad esser costretta a dire di essere musulmana? Vedo una persona sorridente, contentissima di esser tornata a casa, che abbraccia la madre e la sorella, un intero Paese, e che dice di aver fatto una scelta nel suo periodo di prigionia - aggiunge - Non abbiamo i dettagli, ma vedere certi personaggi di spicco che scrivono boiate, identificando l'Islam con il nazismo, è intollerabile. Trovo surreale porre l'accento sulla libera conversione quando ci sono orde di islamofobi che stanno scrivendo di tutto e di più sui social. Dobbiamo mettere sotto indagine una persona perché si è convertita? Non stiamo difendendo la sua idea che non conosciamo, difendiamo l'apparenza: una ragazza sorridente che dice di essersi liberamente convertita".







Infatti Cosa ne sappiamo  della  sua   conversione  se si sia convertita perchè : «Non sarebbe stato facile resistere senza convertirsi»: lo afferma Paolo Latorre, missionario comboniano in Kenya, a proposito della liberazione della cooperante italiana Silvia Romano. << Nel paese africano >>, afferma sempre il missionario in un'intervista al Messaggero, << esiste una forte radicalizzazione islamica, che aumenterà con il peggioramento delle condizioni economiche a causa del coronavirus in queste sacche di disperazione e rabbia vanno a pescare gli Shabab >> . La radicalizzazione dell'Islam si concentra sulle coste. << Esistono fondazioni attive che hanno tantissimo denaro - aggiunge Latorre - << forse finanziate dai paesi del Golfo e poi ci sono gruppi che hanno il controllo del commercio. Sulla costa in passato sono state chiuse moschee che reclutavano e al cui interno sono stati ritrovati materiali e armi >>. Inoltre esiste una forte sudditanza psicologica tra rapito e rapitori ! che si chiama appunto Sindrome di Stoccolma !! Da quel poco che fin ora sappiamo è che dopo una crisi dovuta al rapimento abbia voluto collaborare per paura, e automaticamente ha incarnato questa figura che mostra essere adesso, non riuscendo più ormai a percepire il giusto dallo sbagliato. In un anno e mezzo può accadere di tutto .
 Infatti come  fa  Antonio Rossano  in questo interessante   articolo  sul  blog  di http://culturedigitali.blogautore.espresso.repubblica.it/ : [...]  ci sarebbe da chiedersi se al posto di Silvia Romano in jilbab fosse tornata una Suor Silvia in abito nero, si sarebbe allo stesso modo messa in dubbio l’autenticità della sua fede?

Noi siamo liberi, liberi... liberi di volare
siamo liberi, liberi...liberi di sbagliare
siamo liberi, liberi...liberi di sognare
siamo liberi,liberi...di ricominciare.
(Silvia Romano)


Riporto inoltre alcune discussioni avute sulla mia bacheca di fb per dimostrare che davanti a tale odio e difficilissimo ed anche chi come ha su twitter l'hastag #restiamoumani non riesce ad evitare d'abbassarsi allo stesso livello degli odiatori .


Ma che brava gente che sono i leghisti ed i teocon. Lo so che mi abbasso al loro. Infimo livello. Ma certi commenti mi fanno inbwrvosire ed perdere il controllo ed prevalere la mia parte intollerante e malpancista.
Io credo che nel mondo nessuno sia peggio di loro. Spero un giorno siano perseguitati, insultati, trattati con lo stesso senso di superiorità che usano loro nei confronti di chi è più fragile e debole.
Vorrei che il mondo li trattasse come scarafaggi, topi, vermi.
Quel giorno vorrei vederlo in faccia uno ad uno...che schifo che fate!
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Antonio Deiana Restiamo umani!
Ah, no…
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  • Antonio Deiana Perché?
    • Giuseppe Scano Antonio Deiana perché storicamente ed politicamente se si studia la storia dell'islam e Dell oriente fra 1800 ed il 2000 ci si accorgera che è un paragone improprio ed errato. Si scopre che sono. Due cose si aberranti ma diverse
    • Antonio Deiana il paragone non è nazismo / Islam.
      Il paragone è: tu vieni sequestrato da fanatici comunisti, vieni liberato dopo un riscatto e dici al mondo che sei “liberamente” diventato comunista.
      Oppure, vieni rapito da un gruppo di fanatici cattolici, ti libero dopo il riscatto e dici al mondo che ti sei convertito “liberamente” a quella religione.Insomma il punto è “abbracciare” il credo del tuo rapitore.Fino a che punto è scelta libera? Dove inizia la violenza? Sono quesiti importanti. Ma siccome li pone Sallusti, sia pure con un tweet provocatorio, allora vanno liquidati con sdegno.
    • Giuseppe Scano Antonio Deiana vero. Ma dipende come li pone. Certe dovrebbero indignare sua che li dica X (sallusti) sia che li dica Y (un suo avversario o uno diverso da lui). In un periodo di : grosse tensioni internazionali e nazionali, di caccia alle streghe ed al diverso, du un forte analfabetismo di ritorno e non solo, ecc
      le provocazioni vanno, sapute culturalmente fare
    • Maria Grazia Carta Proviamo ad essere umani
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Anch'io la penso come la mia amica e compaesana Marianna Bulciolu citata sotto. Ma a differenza sua, non riesco a rimuovere la 💩.... ehm... feccia , preferisco rimestarla visto che ogni tanto in mezzo ad essa ci si trovano delle perle e poi oltre a puzzare più la rimuovi più ne trovi oltre . Ed poi spesso capita che molto spesso più di quanto ci s'aspetti anche insospettabili scrivono \condividano a caldo e non a freddo ( capita anche a me) roba tossica e diano voce alla loro parte intollerante /malpancista. Quindi ho solo nascosto ( fb lo permette) inattesa che il loro malpancismo passi alcuni insospettabili perché con molti ci sono [ SIC ] legato fin da quando sono sui social ed non solo visto che spesso il rapporto non è solo virtuale a gli altri chiedo o di eliminarsi da soli ( é raro che io elimini qualcuno\a preferiscono generalmente che siamo loro ad andarsene ) o di bloccare i miei contenuti cioè non farmi vedere ( le opzioni di fb lo permettono) quando scrivono o condividono stronzate del genere
Marianna Bulciolu
indi tutti quelli che non hanno rispetto per questa ragazza e sono nei miei contatti si auto eliminino per cortesia, perché ne ho già eliminato 5 insospettabili.
Non vorrei ,dopo la quarantena ,avere
una sensibilità alterata e trascendere .


  • Post     quest'ultimo che  ha  creato     malumori  



i primi risultati dell'appello lanciato qui in questo precedente post https://bit.ly/3fHXbQq che **non era rivolto
ad una persona specifica , ma chi fa commenti sessisti , razzistici , exenofobici e fobici in generale ** oppure si tratta di un errore di fb visto che spesso capita che esso rimuova od aggiunge persone ?


  •  concludo sempre con una condivisione da twitter 

Quanto ci è costata la liberazione di #SilviaRomano? Ci è costata la pena di dover leggere commenti trogloditi sotto una splendida notizia e soprattutto la consapevolezza di condividere l'aria che respiriamo con questi subumani. Tanto ci è costato. Marco Salvati ( twitter @marcosalvati)





il parroco di Losson, frazione di Meolo, in provincia di Venezia, vieta il campo da calcio alla squadra femminile: «La comunità è impreparata»

    ecco una storia   di   come   che in italia ci sono sacche d'arrettramento culturale e ci vuole una bella guerriglia cont...