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31.10.08

Senza titolo 995

 

FIRENZE (Reuters) - L'ex "venerabile maestro" della P2 Licio Gelli sta per sbarcare in tv, con un programma sulla storia del Novecento raccontata attraverso la sua vicenda personale, legata a doppio filo con alcuni dei più gravi scandali del Dopoguerra italiano. E alla presentazione spazia da Berlusconi - l'unico, dice, "che può andare avanti" - alla legge Gelmini che riporta l'ordine nelle scuole, da Marcello Dell'Utri - "bravissima persona" - alla maggioranza che dovrebbe avere il coraggio di "affondare il bisturi". Gelli - condannato nel 1994 a 12 anni per frode nell'ambito del processo per la bancarotta del Banco Ambrosiano - oggi è intervenuto a Firenze alla presentazione di un programma in nove puntate che andrà in onda da lunedì prossimo su Oden: una ricostruzione della storia del Novecento, dal fascismo agli anni Ottanta. In Venerabile Italia alle testimonianze di Gelli - al cui passato di piduista si ispira il titolo del programma - si alterneranno commenti di personaggi come l'ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti e il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri. Nell'ultima puntata, in onda il 29 dicembre, per la prima volta sarà in studio lo stesso Gelli. Oltre alle condanne per la vicenda P2 e per lo scandalo del Banco Ambrosiano, nel processo per la strage alla stazione di Bologna avvenuta il 2 agosto 1980 Gelli, 89 anni, fu condannato per depistaggio, e venne accusato di avere avuto un ruolo di primo piano nell'Operazione Gladio, cioè la costruzione di una rete clandestina anticomunista. Il suo nome fu fatto anche in seguito alla morte di Roberto Calvi, coinvolto nel crack dell'Ambrosiano e trovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra nel 1982. Secondo i magistrati, il "banchiere di Dio" sarebbe stato ucciso da Cosa Nostra perché si era impossessato dei soldi di Gelli e dell''ex cassiere della mafia Pippo Calò.



"SOLO BERLUSCONI PUO' ANDARE AVANTI"


Nel corso della conferenza stampa Gelli ha espresso grande apprezzamento per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il cui nome compariva nella lista degli iscritti alla loggia massonica segreta P2 (Propaganda Due) - politici, funzionari, imprenditori, militari, giornalisti - rinvenuta nella villa sello stesso Gelli durante una perquisizione nel 1981. "L'unico che può andare avanti è Berlusconi, non perché era iscritto alla P2 ma perché ha la tempra del grande uomo che ha saputo fare", ha risposto Gelli ai giornalisti che gli chiedevano chi, secondo lui, oggi sia in grado di attuare il piano di Rinascita Democratica, parte essenziale del programma piduista che mirava alla creazione di un autoritarismo legale fondato sull'informazione. "Tutti si sono abbeverati [al piano di Rinascita Democratica], tutti ne hanno preso spunto. Mi dovrebbero pagare i diritti - ha ironizzato - ma non fu possibile depositarli alla Siae". Al premier non ha comunque lesinato una stoccata: oggi dimostrerebbe infatti "un po' di debolezza perché non si avvale della maggioranza parlamentare" . Chi ha la maggioranza, dice Gelli, deve usarla "senza interessarsi della minoranza... Ci sono provvedimenti che non vengono presi perché sono impopolari e invece ... bisogna affondare il bisturi o non si può guarire il malato". E se apprezza la riforma della scuola firmata dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e approvata in via definitiva due giorni fa "perché ripristina un po' di ordine", critica invece il "lodo Alfano" che conferisce l'immunità alle tre più alte cariche dello Stato: "L'immunità ai grandi dovrebbe essere esclusa, perché al governo dovrebbero andare persone senza macchia e che non si macchiano mai".


MAGISTRATURA SOLO POTERE FORTE, "TUTTO GUIDATO"


Gelli non ha dubbi, poi, su quale sia attualmente l'unico potere forte in Italia: la magistratura, "perché quando sbaglia non è previsto il risarcimento del danno". Una magistratura, dice, che "prende decisioni su teoremi e non su prove". Come nel caso di Marcello Dell'Utri, condannato nel 2004 a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. "Marcello Dell'Utri è una bravissima persona, onesta e di profonda cultura", dice Gelli. "Non credo che sia mafioso. C'è una sentenza che si trascina dietro e sarà tirata fuori al momento opportuno perché tutto è guidato... Su Dell'Utri il processo non ha fatto chiarezza".


"DA LATITANTE INCONTRAI LA ANSELMI"



Gelli non ha resistito alla tentazione di raccontare un aneddoto della sua latitanza. "Quando mi cercavano in tutto il mondo mi trovavo in Italia. Una volta a Firenze, quando alloggiavo all'Hotel Baglioni, ho incontrato in ascensore Tina Anselmi, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta che aveva dato l'ordine di ricercarmi spendendo un sacco di soldi dei contribuenti" . Anselmi, racconta Gelli, non lo riconobbe, e lui decise di divertirsi: "Avvisai un fotografo.. quando arrivò la Anselmi le andai incontro, presentandomi come un industriale che intendeva aprire un calzaturificio Italia. Lei, entusiasta della proposta, mi invitò ad andarla a trovare in Parlamento.. . La foto di quell'incontro è conservata nell'archivio di Stato, coperta da segreto". E a proposito di archivi, con chi gli chiede se davvero esista un suo archivio segreto e se quello donato allo Stato un anno e mezzo fa sia completo, taglia corto: "Archivi completi non ne ho mai conosciuti: alcune cose vengono sepolte nell'oblio e poi possono riemergere".



***



Senza commenti.



27.10.08

Petizione internazionale contro Cossiga e Berlusconi

Ricevo da un amico, e volentieri inoltro. Firmate! (Che ci ascoltino almeno all'estero...)





Cari amici ,
un gruppo di precari, allarmati dalle gravi parole di Cossiga
a seguito di quelle di Berlusconi, ha deciso di avviare una petizione internazionale.
Firmate e divulgate, grazie.
Ale

http://firmiamo.it/worriedteachers








10.7.08

Carfagna: oltre il lato B

Carfagna inadatta al Ministero, come si blatera in questi giorni? Fate vobis. Io scrissi il seguente articolo l’8 maggio. Senza falsa modestia, non si potrà dire che non sia stata preveggente.


 


“Sarà quer che sarà, armanco è bello”: questo l’immediato commento del popolo romano all’elezione di Pio IX (1846). E vorrei fermarmi qui. In fondo l’ironia su Mara Carfagna, neo-Ministro delle Pari Opportunità (niente “popò” dimenoché…) del Berlusconi IV, riesce fin troppo facile e anche fastidiosa. I blog rigurgitano di sue foto nude - tentazione alla quale anch’io cederò - con toni che oscillano dal finto-scandalizzato voyeuristico, allo sconsolato, all’indignato, e chi più ne ha più ne metta. La Carfagna come simbolo della decadenza del Paese.
In verità, verrebbe da domandare se scandalizza di più una ex-soubrettina scosciata - protagonista lo scorso anno d’un memorabile scontro con Luxuria - o le facce biscottate dei vestitissimi (e rigorosamente maschi) . 1) Sandro Bondi ai Beni Culturali  (!?), 2) Angelino Alfano alla Giustizia (!!!), 3) Gianfranco Rotondi all’Attuazione del programma perché col suo contributo da prefisso telefonico meritava pure uno scranno in Parlamento.
Calderoli alla Semplificazione, poi, non necessita di nessuna chiosa. Basta quel nome e quel ministero nuovo di zecca. Sarà quer che sarà Carfagna, armanco è bella



Perché gli uomini, coi panni indosso, risultano sempre seri. Quand’anche si chiamassero Previti, l’abito grigio, evanescente e rigido segno d’una neutralità, impone la loro supremazia sessuale nel momento stesso in cui pare negarla. Quasi un’aporia visiva. L’ironia nei loro confronti è di segno del tutto diverso, e non tocca mai la corporeità.
Le donne invece, l’avevamo già scritto, sono percepite sempre - solo - come corpo, e per esso giudicate. A meno di non rinnegarlo, di “farsi maschi”. “Il Tempo” di oggi annota che le quattro neo-ministre hanno giurato in tailleur e pantaloni per nascondere al massimo la loro femminilità; ma non ha mancato di rimarcare che da quelli della Carfagna - sempre lei, ovviamente - spuntava il piede nudo. 

Nudo il piede, vuoto il cervello, che i maschi al contrario possiedono sempre, persino nelle macchinazioni curiali dello svaporato Mastella.Se dunque l’etica politica italiota si misura con simili parametri, sorry, ma non ci sto. Troppo comodo pigliarsela con la prediletta del Cavaliere, come lo fu con Cicciolina, anch’essa parlamentare italiana nel fatidico 1987. Troppo banale scagliarsi sul “mestiere”. Di starlette e pornodive in incognito la politica abbonda, queste almeno c’hanno messo la faccia. L’iniziale paragone con l’episodio papalino non vi suoni pertanto irriverente: sarà quer che sarà Carfagna, armanco è bella.

Ma allora - mi chiederete - la condanni o la difendi?Né l’una né l’altra cosa, ed entrambe. Ecco la mia risposta.

Naturalmente considero la Carfagna del tutto incapace di ricoprire il ruolo affidatole. Ma dietro di lei si intravede il ghigno tiepido del settantenne arzillo, e solo una fantasia perversa poteva concepirla lì, dove ora posa il suo niente “popò” dimenoché. La Carfagna è insomma un prodotto maschile, non l’emblema della stupidità femminile. Faremmo bene a non dimenticarlo, quando sorrideremo - o, forse, piangeremo - per le prevedibili cappellate che prenderà nell’addentrarsi in un mondo a lei sconosciuto. Ma, probabilmente, la prima da proteggere in nome delle Pari opportunità è proprio la nuova “ministra”. E perché, un domani, non potrebbe crescere? Imparare a essere donna, e non solo corpo? “Premiata” per la sua compiacenza al sultanato maschile, perché negarle la possibilità di usare un cervello che pure possiede? Nel corso della storia le donne sono sempre partite svantaggiate, ma ce l’hanno fatta lo stesso. E se avvenisse il miracolo persino con la Carfagna, significherebbe una volta di più che siamo davvero forti.

 

 

Daniela Tuscano



 

20.6.08

12enne rom aggredita a Milano




E’ accaduto ieri mattina, 17 giugno, alle 8 a Milano. La famiglia Covaciu, romena di etnia Rom, già oggetto di continue peregrinazioni per l’Italia a seguito di vessazioni, minacce e sgomberi, stava uscendo dalla tenda in cui da diversi giorni si era stabilita, in un microinsediamento nella zona di Gianbellino, quando è stata brutalmente aggredita da due italiani di età compresa fra i 35 e i 40 anni. Rebecca, 12 anni, nota per essersi aggiudicata in Italia il Premio Unicef – Caffè Shakerato 2008 per le sue doti artistiche applicate all'intercultura, e il fratellino Ioni, 14 anni, sono stati prima spintonati e poi picchiati. I genitori, uno dei quali è Stelian Covaciu, pastore della Chiesa Pentecostale, che assieme al fratello maggiore di Rebecca erano accorsi per difendere i figli, sono stati ricoperti di insulti razzisti, minacciati, indotti a lasciare immediatamente l’Italia e subito dopo percossi. I Covaciu a quel punto sono fuggiti verso la stazione di San Cristoforo, in piazza Tirana, e accorgendosi di essere ancora seguiti hanno chiesto aiuto ai passanti. Nessuno è intervenuto. Mentre la famiglia si stava avviando verso il parco antistante la stazione, la signora Covaciu, cardiopatica, è stata colta da un malore. Stellian Covaciu ha a quel punto contattato telefonicamente Roberto Malini del Gruppo EveryOne, che ha dato l’allarme facendo inviare sul posto una volante della Squadra Mobile di Milano e un’ambulanza. All’arrivo della Polizia, gli aggressori si sono dileguati. Prima ancora dell'aggressione, l’Unicef aveva manifestato indignazione per la vicenda della piccola Rebecca, simbolo di un'infanzia senza diritti. Il Gruppo EveryOne era in procinto di organizzare un ritorno della famiglia in Romania per sottrarla all'ostilità che colpisce i Rom a Milano. “Questa nuova violenza contro le famiglie Rom è spaventosa e deve sollevare la protesta della società civile” commentano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. “Quello che è avvenuto a Rebecca e alla sua famiglia è sintomatico del clima, ormai fuori controllo nel nostro Paese, di odio e intolleranza nei confronti del popolo Rom. Purtroppo non si tratta affatto di un caso isolato, ma dell’ennesimo gravissimo episodio di violenza, ai danni di una famiglia innocente, che rimarrà impunito e annuncia tempi davvero oscuri per l’Italia.” Il Gruppo EveryOne ha recentemente denunciato l'aggressione a Rimini, avvenuta nell'indifferenza generale, di una ragazzina Rom incinta, presa a calci da un italiano mentre chiedeva l’elemosina. A Pesaro, qualche giorno fa, Thoma, il membro più anziano della locale comunità Rom, sofferente di un handicap a una gamba e cardiopatico, è stato colpito al capo e umiliato in pieno centro storico. Nella stessa città, i parroci hanno recentemente vietato ai Rom di chiedere l'elemosina davanti alle chiese. Nei giorni precedenti all'aggressione della famiglia Covaciu, EveryOne ha ricevuto segnalazioni di numerosi episodi di violenza da parte di italiani nei confronti di persone di etnia Rom, soprattutto dei più deboli: bambini e donne. “L'attuale clima di discriminazione generale e l'atteggiamento ostile delle autorità,” continuano Malini, Pegoraro e Picciau “fanno sì che le persone aggredite non trovino più il coraggio di denunciare i loro aggressori. Inoltre, dichiarazioni come quelle del ministro dell’Interno Roberto Maroni, che predica la tolleranza zero contro i Rom, la loro schedatura con foto segnaletiche e addirittura il prelievo del DNA, lo sgombero indiscriminato e senza alternative di campi di fortuna e insediamenti regolari, la sottrazione dei bambini Rom alle famiglie senza mezzi di sostentamento – proclami che sconcerterebbero qualunque esponente democratico di un Paese civile –, finiscono per fomentare violenze e soprusi ai danni dei più indifesi". Assieme a EveryOne, anche Santino Spinelli, dell’Associazione Thèm Romano onlus, e il gruppo “Caffè Shakerato” di Genova, organizzazione per l'intercultura e il rispetto dei diritti dei bambini, esprimono la più viva preoccupazione per l’episodio, effetto ancora una volta dell’odio razziale che imperversa in Italia. “E’ necessaria una condanna unanime del mondo politico italiano e delle Istituzioni europee” concludono i leader del Gruppo “e sono ormai indispensabili provvedimenti seri contro chi viola i diritti umani e si fa portatore di violenze e discriminazioni di matrice xenofoba e razzista”.



Per ulteriori informazioni: Gruppo EveryOne
Tel:  334-8429527 331-3585406                                                www.everyonegroup.com
info@everyonegroup.com

16.6.08

Segnali di fascismo


Dall'amico Carlo ricevo, pubblico e sottoscrivo PAROLA PER PAROLA. Visto che quella parola, nessuno osa più pronunciarla. Proprio come si diceva ai bei tempi, ora tornati: "Tacete, il nemico vi ascolta". Mai avrei immaginato di riviverli. (D. T.)

Militari nelle città . Brutto segno. Brutto come lo è quasi tutto quello che sta facendo, o annunciando di fare, l’attuale governo. Il governo più di destra che la Repubblica italiana abbia mai avuto da quando è nata.


Per i prossimi sei mesi, ovviamente rinnovabili, 2.500 militari si andranno ad affiancare alle forze dell’ordine nel presidiare i luoghi considerati più a rischio delle maggiori città italiane. Se a questa ultima trovata aggiungiamo, con la scusa dell’ultimo giro di vite sulle intercettazioni, le minacce di arresto per i giornalisti; se aggiungiamo la possibilità di chiudere i migranti nei centri di permanenza, come previsto dall’ultima direttiva europea, anche per 1 anno e mezzo e la criminalizzazione di tutti i migranti senza permesso di soggiorno; se aggiungiamo la minaccia di manganelli ed esercito per chi ostacola l’accesso, anche con un pacifico sit-in, ad altre pattumiere a cielo aperto nella già martoriate terre campane; se aggiungiamo i rastrellamenti nei quartieri a più alto tasso di popolazione straniera e gli sgomberi dei campi nomadi; se aggiungiamo, infine, i tanti piccoli atti di razzismo che si moltiplicano e si stanno verificando ormai quotidianamente, ne viene fuori un quadro ben poco felice del nostro Paese.




Come per il lupo, anche per la destra, vale il detto: “perde il pelo, ma non il vizio”.

Tutti questi brutti segni sono, inequivocabilmente, segnali di fascismo. Come il sindaco di Roma, che sotto la camicia porta la croce celtica, numerosi componenti del governo Berlusconi nascondono sotto il vestito la vecchia camicia nera. E, come accadde nel ventennio mussoliniano, anche oggi si sta cercando di stringere nella morsa autoritaria le nostre città, mentre i poteri economici più forti possono fare il loro comodo più indisturbati che mai.



Ecco quindi, la vera faccia del governo Berlusconi: è la faccia inconfondibile del fascismo.


Ora si tratta di contrastarlo, prima che faccia danni irreparabili e ci faccia tornare indietro di cento anni. L’appello a tutti i cittadini democratici è chiaro e semplice: apriamo gli occhi, organizziamoci, formiamo gruppi spontanei in tutti i nostri quartieri e poniamo una barriera nonviolenta contro la dilagante violenza che si sta preparando. Non permettiamo a questi nostalgici di “ordine e disciplina” di rosicchiare pezzo dopo pezzo la sovranità popolare e costruiamo una società più radicalmente democratica, che non dia mai più la possibilità ai fascisti di prendere il potere.




Carlo Olivieri - Roma

19.5.08

Senza titolo 556

fra  i tanti articoli  sul caso travaglio eccone  uno interessante  e di notevole spessore  tratto  da  lefteca.wordpress.com/ blog  scoperto grazie  al nuovo  comunity aggregator www.kligg.org/


 


 



 






Il vero fine di tutta questa polemica sulla frasi lette da Marco Travaglio da un libro stampato ed in commercio già da parecchio tempo? Chiudere Anno Zero e dar vita ad nuovo editto di imbavagliamento.
Dopo l’istruttoria dell’Agcom, a carico di questa tesi arriva anche un “errore” del Corriere della Sera che scrive che le dichiarazioni di Travaglio su Schifani siano state rilasciate proprio ad “Anno Zero” e non, come è risaputo, a “Che tempo che fa”.
Marco Travaglio è un personaggio scomodo, scomodo per tutti, tant’è che si sta cominciando a buttargli merda addosso, per tentare di metterlo KO e cancellare anche questa piccola goccia nell’oceano del giornalismo italiano.
Lui resiste e querela, mentre intanto c’è chi giustamente si indigna con chi, in questa vicenda, avrebbe dovuto prendere tutt’altra posizione.

2.6.07

Senza titolo 1870




 dal sito  gemello  www.censurati.it



Ancora fango sul Capitano Ultimo. Sta uscendo un film su Totò Riina, costato 15 milioni di euro. Un film basato su un libro di uno degli accusatori del capitano Ultimo, Attilio Bolzoni (ricordate? quello che non ricordava niente davanti al giudice? Lui! Evidentemente gli è tornata la memoria). Se davanti al giudice non parlava per tutelare le fonti, adesso parla tramite una fiction, che ri-insinua il dubbio su come andarono le cose. Ovviamente non hanno messo il dubbio ricorrendo in appello davanti a un tribunale (perchè si rischiava forse di riperdere la memoria). Il processo ora diventa mediatico (come da copione. Leggi I 4 processi del Capitano Ultimo )


 




indianicacciano
"Sei andato a scuola, sai contare?"
"si so contare"
"E sai camminare?" "so camminare" "E contare e camminare insieme lo
sai fare?"
"credo di si"
"Allora forza, conta e cammina.


  da cento  passi dei modena city ramblers   qui sotto  il video   







Il capitano ha fatto sapere le sue opinioni riguardo alle frasi che Claudio Fava ha rilasciato al Corriere della Sera, tramite un lancio d'agenzia. Non ci sembra però che sia apparsa la sua versione su qualsivoglia giornale (figuriamoci sul Corriere, filogovernativo da sempre, e quindi dalla parte della sinistra di Fava). Allora pubblichiamo noi le sue parole (che molti giornalisti si ostinano a censurare) :





(ANSA) - ROMA, 3 MAG - La fiction su Toto' Riina che sara'
trasmessa da Canale 5 riapre le polemiche sulle modalita' dell'arresto del boss. E contro l'antimafia da salotto e di potere che insinua infondati dubbi sull'esistenza di una trattativa per far consegnare Riina si pronuncia ora il capitano Ultimo che critica Claudio Fava, il parlamentare europeo figlio di Poppo Fava, che e' tra le firme della sceneggiatura, chiedendogli di non "insultare" chi ha lottato contro gli "assassini di suo padre".
Ultimo si riferisce alle dichiarazioni di Fava riportate dal Corriere della Sera di oggi secondo le quali la fiction si propone anche di raccontare "i dubbi che esistono". E cioe', spiega Fava, se la cattura sia stata frutto di un' efficace azione di intelligence o se vi sia dietro Provenzano e un suo possibile patto di non belligeranza con lo stato".
"A pagina 49 del Corriere della Sera - dice Ultimo - si legge una dichiarazione dell'on. Claudio Fava in cui, aderendo ad una raffinata coerente di pensiero si continuano a insinuare infondati dubbi circa l'esistenza di trattative e patti tra stato e mafiosi alla base della cattura di Salvatore Riina nonostante la lunga vicenda giudiziaria conclusasi con una sentenza chiarificatrice e di assoluzione con formula piena".
"E' davvero giunto il tempo
- aggiunge Ultimo - di ribellarsi alla dittatura di una certa antimafia di salotto e di potere che, invece di attaccare i criminali, offende e sovraespone quelli che hanno rischiato e rischiano la propria vita per combattere la mafia sulla strada, lontano dai soldi e dai privilegi. Al dottor Fava, con amarezza, si chiede che provi se non a rispettare, almeno a non insultare quelle persone che esponendosi personalmente hanno lottato con purezza contro gli assassini di suo padre".
(ANSA).



03-MAG-07 16:24 NNNN



Che non ci sono stati accordi tra Stato e Mafia, è un fatto che è stato ampiamente trattato durante il processo, che ha scagionato l'ex capitano. Insinuare il dubbio sull'operato di Ultimo a prescindere dall'assoluzione ad un processo che neanche doveva esserci, è un fatto estremamente grave, perchè funziona da deterrente verso tutti coloro che, nelle forze dell'ordine, fanno il proprio lavoro e vedono che comunque non serve a niente dare la vita per lo Stato, perchè tanto se ti va bene sei processato, ti scagionano e ti infangano, se ti va male, fai la fine di quelli che a Capaci o in via D'Amelio, hanno perso la vita.



Per approfondimenti leggi :


1)


Tecniche di disinformazione: come sgretolare il falso


2)


la Sentenza di assoluzione del Capitano Ultimo e Mori



L'assoluzione e' passata in giudicato, cioe' inappellabile, perche' i PM non hanno presentanto alcuna domanda di appello.Ci pensa la tv, tanto, a infangare . La tv di Santoro, Travaglio e Ingroia.
Ci sfugge il motivo, pero' .







Aggiunta  mia
soprattutto  che la  puntata non si trova  nell'elenco di quelle visionabilisul sito  dela trasmissione annozero  .


Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco prima e seconda parte

Con questa piccola guida a puntate, che potrete ritagliare e conservare, vi daremo ogni settimana un consiglio pratico per mettervi al sicu...