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1.12.18

red land - rosso d'istria censura \ boicottaggio o pessima distribuzione ? vittimismo o incapacità d'agire ?

red land
Inizialmente ero un po' incerto sia se parlarne e farci un post dedicato al film red land - rosso istria , a causa degli articoli vittismisti del tipo al lupo al lupo presenti sui giornali destra e d'estrema destra che invocano la censura ed il boicotaggio , quando a mio avviso è ancora prematura tale cosa , in quanto si tratta di una pessima e disorganica distribuzioone ( vedere url cosa successe a nuovo cinema paradiso ) . Ma poi dopo aver visto tra i risultati di una mia ricerca su google sia questo articolo de ilfattoquotidiano sia questa scheda sul  film  di    wikipedia . Infatti eesa dice che : << Mymovies ha dato al film 3 stelle e mezzo su 5 scrivendo che: "Maximiliano Hernando Bruno è riuscito a trovare in buona misura la chiave giusta per raccontare quei giorni e quelle vicende, cioè per adempiere ad uno dei molteplici compiti del cinema: fare memoria. Diciamo in buona misura perché qualche accentuazione melodrammatica non manca (il capobanda titino è il Male assoluto così come al comunista italiano vengono offerti i tratti del traditore della propria gente, anche per risentimento amoroso, con possibilità di riscatto finale come nell'opera lirica). Nel complesso però la sceneggiatura sa mostrare con equilibrio sia la sensazione di smarrimento conseguente all'8 settembre, sia ciò che anima nell'intimo le varie parti in causa. Il generale Esposito espone tutte le perplessità dell'Esercito dinanzi a una guerra sbagliata voluta dal fascismo così come non viene taciuta l'italianizzazione forzata dell'area condotta negli anni dal regime." >> . Ora concordo con l'articolo  prima linkato  de ilfattoquotidiano perchè  quando  certi dolorosi  eventi storici    che  ancora  dividono e  su  cui le  rispetive parti in causa  non  sono riusciti  o   non vogliono fare  completamente  fare  i conti  con quello    che  hanno fatto      ed    tali  vicende   vengono strumentalizzate è come se le vittime    (   dirette  e  indirette    delle  pulizie  etniche    e delle violenze    sia  di una parte  sia  dell'altra   )   venissero uccise due volte. Lo stesso accade quando vengono ignorate e condannate all’indifferenza  o relegate in libri  di nicchia  per  specialisti e    non scolastici o per  il grande  pubblico  . 
Anpi e Anppia danno voce alle vittime delle Foibe
 Infatti  le celebrazioni ufficiali    del  10 febbraio giornata     del ricordo   dimenticando    quello che   succedesse  prima    e  se   e  parla   o se  ne accena    si viene accusati   d'essere  anti italiani      o revisionisti   .  E quindi  ci   si concentra  solo     sulle orribili    e  crudeli    vicende  che   sul finire della Seconda Guerra Mondiale, furono circa 7.000 gli Italiani vittime delle Foibe: donne, vecchi, bambini, partigiani italiani, intellettuali e contadini, militari e civili. Si stimano in 350.000 gli italiani che dovettero abbandonare le loro case e la loro terra. Iniziata come una rivalsa contro il regime fascista, l’ondata di esecuzioni portata avanti tra il 1943 e il 1947 dai partigiani Titini si trasformò in un’operazione di vera e propria pulizia etnica.Dmenticando     che     essa  ci fu  anche prima   ad  iniziare   dal  primo  dopo guerra  . 
red land
Per oltre settant’anni questa pagina della storia è stata posta sotto silenzio  per  motivi  politici   interni     ed  internazionali    dovuti  alla  guerra fredda   ed   utilizzata in modo fazioso da una singola parte politica. Non puo' più consentire che  simili tragedie   come  quelle   sul  confine    orientale  e  di cui le  foibe    e l'esodo   sono  la parte  culminante  venga usata per scopi certamente non disinteressati, non possiamo più permettere che   tali vicende  siano soffocate dal timore di incrinare facili stereotipi manichei, o  memoria  e     ricorrenze  a  senso unico   negando la possibilità   e l'evidenza   che il Male possa annidarsi ovunque.
Concludo  non riuscendo  a spiegarmi    , come dicevo  dal  titpolo  ,  del  perchè gli autori invece di lamentarsi , non provino come ha fatto il film documentario su riace , a metterlo free per tre quatro giorni in rete o  nelle  web tv  a  pagamento  come  netflix  cosi lo si possa guardare e magari creare opinione pubbllica per fare pressioni sulla ri perchè lo trasmetta o magari ottenga una maggiore e capillare diffusione nelle sale italiane . 


4.1.18

foibe , shoah , ed il secolo scorso una ferita ancora aperta . guai amettere indiscussione le celebrazioni forzate ed ipocrite

qualche  giorno  fa  ho  scritto sullamia bacheca  di  facebook    questo commento a    questa news  sulle  foibe 


tra poco iniziera un altra giornata rompi maroni . quella a senso unico delle foibe
.

Foibe: ultimo testimone, impossibile cancellare ricordo - Friuli V. G."E' impossibile cancellare il ricordo di quei giorni, anche se di anni ne sono passati settantacinque". © ANSA
ANSA.It


Ora   come  spesso accade   con temi ancora    caldi  sul  secolo scorso  (  fascismo  , resistenza  , foibe  , shoah , ecc )   ha  creato un  sacco di  polemiche    eccole  qua





Immacolata Serra Giuseppe sei esagerato con questi commenti
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Giuseppe Scano §
Immacolata Serra perchè a te piace la retorica e l'ipocrisia o la memortia a senso unico come nel casdo dele foibe e l'uso strumentale , senza per questo assolvere la dittatura di tito che le pratico ? oche si parli e senza per questo assolvere la dittatura di tito che le pratico ? oche si parli e si condanni ( più che giusto ) i crimini comunisti ma si assolvono o sminuiscono quelli italiani che sono poi all'ìorigine della vile reazione di Tito . . a me no . a ter piace che si riocordi solo lì'olocausto del popolo ebreo quando nei lager morirono anche rom , omosessuali , handicappati e malati di mente , politici ? e si tenta salvo eccezioni di nascondere o sminuire la politica razziale del fascimo e poi della repubblica sociale ? a Me no forse è vero sarò stato volgare ma tale cose mi fanno incavolare . perchè o si ricorda a 360 o non si ricorda
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Paola Scano Giusè, un commento a mio avviso indecente! Non mi rispondere per carità!
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Giuseppe Scano
Paola Scano . leggi la risposta che ho dato ad immacolata e poi ne riparliamo
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Giuseppe Scano e poi non Paola Scano e Immacolata Serra io non ho detto che non voglio ricordare e celebrare . ma è il modo ufficiale con cui tali eventi complessi come le vicende del confne orientale ( foibe ed esodo ) vengono celebrati


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Paola Scano Della serie "arrampicarsi sugli specchi"

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Giuseppe Scano Paola Scano😂🤣
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Pier Paolo Cabras Scusa Giuse.. Ma oggi era una giornata rompi??
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Giuseppe Scano no quella era il  27 gennaio Pier Paolo Cabras
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Pier Paolo Cabras So scusa ho perso il conto di tutte queste giornate... Volevo dire quella di ieri era una giornata rompi??

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Giuseppe Scano 
Pier Paolo Cabras dal punto di vista ufficiale si
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Pier Paolo Cabras Concordo con te, sono delle giornate rompi, perché servono a dividere gli animi e non a riappacificarli... Purtroppo... Poi le giornate imposte, con tutti i link di destra e sinistra non mi vanno.... Io le giornate le celebro quando voglio io.... Ho celebrato quelle della memoria andando ad Auschwitz, a matausen a dacau... E quella della memoria presso le foibe... Per me i morti sono tutti uguali... Ugualmente Caduti innocenti di totalitarismi senza senso... Onore a tutti ed è vero che ogni ortolano vanta le proprie cipolle
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Giuseppe Scano
Pier Paolo Cabras una volta tanto concordiamo



10.2.17

Norma Cossetto emblema della sofferenza femminile nell'Istria e Graziano Udovisi, italiano di Pola, l'ultimo superstite delle foibe istriane, scampato per miracolo alla morte nel 1945

Con questo post  e  i link  riportati  sotto   si conclude  per  quest'anno  il mio 10 febbraio o  giorno del ricordo

 Per lo stesso motivo espresso nei post  precedenti  sempre  dedicato  al giorno del ricordo   racconto la storia  di  Norma  Cossetto (   trovate  sopra  in cima    i link  da  cui  ho appreso  news ) e l'intervista del 2006 fatta    da  famiglia  Cristina   a Graziano Udovisi, italiano di Pola, l'ultimo superstite delle foibe istriane, scampato per miracolo alla morte nel 1945: «Fui bollato come collaborazionista e sono finito in galera per due anni. Non hanno guardato se avevo combattuto per salvare i miei connazionali e le nostre famiglie. Sono stato umiliato»
Lo so che qualcuno potrà dire : ma come racconti la storia di fascisti ? e contraddittorie specie la prima piena di ombre, proprio perché, in possesso di poca documentazione e solo sulla base d testimonianze di parte, la cui vicenda risente dell'influsso negativo dei pochi elementi disponibili ?
Per  quanto riguarda  la  prima   rispondo  con accenni alla sua storia  . 
 Certo  Il padre, Giuseppe Cossetto, era un dirigente locale del Partito Nazionale Fascista: ricoprì a lungo l'incarico di segretario politico del Fascio locale e di commissario governativo delle Casse Rurali. Inoltre fu anche podestà di Visinada. Nel 1943 era ufficiale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e in seguito ai fatti dell'8 settembre fu trasferito presso il Comando della Milizia di Trieste[1].(  dalla  voce  Norma  Cossetto   di   Wikipedia  )  .Ma  cosa  importa   non è detto che per forza un figlio ( figlia in questo caso ) debba essere delle stesse idee politiche \ culturali dei propri genitori . Inoltre l'ipotesi di Giacomo Scotti (che non cita alcuna fonte in merito), secondo la quale al primo arresto rifiutò di rinnegare la sua adesione al fascismo, non sarebbe confermata  .  E poi   anche  se    fosse  stata fascista  ( (   in  maniera  autonoma    cioè non influenzata   dai genitori o   perchè da  essi  influenzata  ))    visto  che  aveva aderito  ai  Gruppi Universitari Fascisti   cosa  cambia  ?  sempre  un abuso della sua persona     una  volta   catturata . Sia  che   fosse  fascista   o perchè come le donne uccise  durante  la  guerra  civile  Colpevoli spesso di essere mogli, madri, sorelle o figlie di persone ritenute condannabili dal regime, molte donne in quegli anni vennero catturate al posto dei loro congiunti, usate come ostaggi o per scontare vendette personali. (  da  http://www.enciclopediadelledonne.it)   è  stata  commessa  su  di lei  e  sul suo  corpo   una  serie  indicibile  di violenze  e  brutalità . Infatti  <<  La sua vicenda è lo spunto per riflettere sulla brutalità della guerra, che annulla la dignità di qualsiasi essere umano o comunità. Nessuno può considerarsi al riparo da violenza e terrore, quando il meccanismo dell'odio è in pieno funzionamento.>>  (  "  bugiardino  "  del libro 'Foibe rosse', di Frediano Sessi  Collana: Gli specchi della memoria Anno edizione: 2007  Pagine: 149 p. , ill. , Brossura EAN: 9788831791472   )



























Norma Cossetto, talvolta menzionata erroneamente come Norma Corsetto ( Visinada17 maggio 1920 – Antignana, 4 \ 5 ottobre 1943),
la  storia   di   Graziano Udovisi   mi porta a  rispondere  la  domanda  che    sicuramente  mi verrà   sicuramente  fatta    come mai hai scelto  il suo caso  ?
non esiste  un  motivo  specifico per  cui   ho scelto   tali casi . Forse  perchè  sui   massacri delle foibe  termine  con cui  s'indica  indicano  gli eccidi ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia,avvenuti durante la seconda guerra mondiale ad iniziare  dal 1942\3  1945   e nell'immediato secondo dopoguerra.
IL loro caso   sono quelli  che    credo  mi sono rimasti  più  impressi   per i  motivi  di cui  ho parlato  nelle  righe precedenti e  perchè furono le prime   notizie  che  senti su tali atrocità nei racconti   che mi facevano degli amici di mio nonno paterno   alcuni esuli  da quelle  zone   e  lessi   dai  suoi libri  fascisti  .
 Non riuscendo  a trovare  altre parole  su  tale evento  drammatico 😈😔😪  lascio  le  parole   all'articolo  che ho letto   (  e    riportato  integralmente    per  paura   essendo  dell'anno  scorso   scomparisse e magari  non fosse  più disponibile   nel mare   magnum  che  è internet  )   http://notizie.tiscali.it/


Spesso mi sorprendo al cospetto delle nuove generazioni che ignorano la Storia, che non l’amano come dovrebbe essere amata. Ho sempre dovuto reprimere un brivido di intimo rifiuto leggendo quel “la storia non è magistra di niente che ci riguardi” con cui Montale sembra ammonire che nell’esercizio della memoria ci si rifugia forse più per devozione che per la ricerca della verità
Norma Cossetto
da http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/norma-cossetto/
Ma si può chiedere ancora alla Storia di insegnarci qualcosa ? A volte credo,  come  La stessa  Laura  Venezia  ,  che i più giovani se ne discostino perché sembra che nel ricordare il passato non ci sia nulla che si avvicini alla quotidianità. Eppure, nelle mie solitarie scorribande attraverso la rete, alle ricerca  di storie   sula  giornata  del 10  febbraio  mi imbatto più volte nella figura di una donna, Norma Cossetto ,che prima di essere ricordata come un’eroina era soprattutto una ragazza, che poi sarebbe diventata l’emblema della sofferenza femminile nell'Istria e nella Venezia Giulia in quella manciata di anni che va dal 1943 al 1945.
Perché la Storia, e in modo particolare il ricordo del massacro delle foibe  e  dell'esodo  che  n'è  seguito   che cade ogni anno il 10 di Febbraio, insegna soprattutto questo: che a volte nella vita possono contare più alcuni giorni o mesi piuttosto che tanti anni. Così fu per la giovane Norma, studentessa universitaria istriana, della quale restano i ricordi dei coetanei, soprattutto la memoria della sorella Licia da  cui apprendiamo   che : Norma era una ragazza che amava lo sport e la filosofia (si laureò in lettere e divenne insegnante), parlava bene le lingue straniere, studiava pianoforte e canto. Nel 1943 comincia a raccogliere del materiale per la sua tesi di laurea sul territorio istriano così ricco di bauxite e intitolata appunto “La terra rossa”. La sua vita di ragazza normale termina nel Settembre dello stesso anno, quando un gruppo di partigiani titini irrompe in casa Cossetto; Norma viene arrestata e, opponendo un netto rifiuto alla possibilità di collaborare con il Movimento Popolare di Liberazione, viene seviziata, torturata e poi gettata nella foiba di Villa Surani.




Adesso la   storia  di Graziano Udovisi  raccontata  da



Alberto Laggia  Alberto Laggia alberto.laggia@stpauls.it



“Sopravvissuto e umiliato”: questo è il titolo con cui usciva nel febbraio del 2006   su  Famiglia Cristiana l’intervista all’unico sopravvissuto delle foibe istirane, Graziano Udovisi  (  morto  nel 2010 ) Milite nella Milizia Territoriale fascista specializzata nella lotta senza quartiere ai partigiani che aveva deciso di raccontare, dopo tanti anni, la sua terribile storia di “infoibato”, salvatosi per puro caso. Nel 2010 è morto all’età di 84 anni. Raccontò la sua storia nel libro-testimonianza “Sopravvissuto alle foibe”.
Lo sfogo è di chi per troppi anni ha dovuto tacere: ”Bisogna che si sappia come un italiano è stato trattato. Dopo tutto quello che ci è accaduto, nel 1945 il Tribunale di Trieste, che era sotto il Governo alleato, mi ha bollato come collaborazionista e sono finito in galera per due anni. Non hanno guardato se avevo combattuto per salvare i miei connazionali e le nostre famiglie. Sono stato umiliato”.
L'esperienza della prigione, dopo l'esodo nel '45, non l'aveva ancora raccontata a nessuno, Graziano Udovisi, ottantenne istriano di Pola, l'unico superstite italiano alla tragedia delle foibe ancora vivo. Stringendosi al pugno con orgoglio la statuetta dell"'Oscar Tv 2005" ricevuto al galà televisivo in cui si premiava Il cuore nel pozzo, fiction sulle foibe trasmessa dalla Rai all'inizio dello scorso anno, Udovisi, ex-maestro elementare che da molti anni vive a Reggio Emilia, racconta ancora una volta tra le lacrime la sua terribile esperienza di "infoibato".
Non è da molti anni che ha trovato il coraggio di far memoria pubblica della sua vicenda personale. D'altra parte non è da molto che è stata vinta la cosiddetta "congiura del silenzio" attorno alle stragi compiute dai partigiani titini nell'autunno del '43 in Istria e poi nel '45 soprattutto a Trieste e a Gorizia. È solo dal 2005 che in Italia si commemorano nel "Giorno del ricordo" (il 1O febbraio) i morti delle foibe e i profughi dell'esodo istriano, alcune migliaia i primi, quasi 300.000 i secondi.
L'8 settembre del '43, il diciottenne Udovisi, neodiplomato alle magistrali, figlio di un macellaio istriano e di una triestina, stava passeggiando per le strade di Pola quando apprese della firma dell'armistizio. La guerra era finita. “Per l'Italia era una benedizione, ma per noi una maledizione. Fin da subito le notizie dell'occupazione da parte dei partigiani slavi di alcune città istriane erano accompagnate da voci di atrocità perpetrate sui nostri connazionali, soldati e civili”, racconta Udovisi.
“Ma di foibe ancora non si parlava. Fu a metà di ottobre che le voci diventarono tragiche certezze. Partecipai alla prima ricognizione fatta a Vines, in una grossa fenditura rocciosa del terreno dove si sospettava fosse finito il padre di un ragazzo di Albona. Ne usciva un odore nauseabondo”. Quella di Vines era una delle centinaia di profonde cavità naturali di cui è traforata tutta l'Istria (foiba è un latinismo che significa proprio "buco", "fossa"), e i vigili del fuoco di Pola vi estrassero i primi cadaveri. “Il primo corpo a essere recuperato fu quello del l'autista italiano della Questura. Alla seconda ricognizione si trovarono altri due corpi, legati tra di loro da un cavo d'acciaio. In pochi giorni furono rinvenute 84 salme a profondità diverse, fino a 150 metri”. Vines passerà alla storia come la prima foiba.
Nelle mani dei partigiani slavi
“Fu quell'orrore che mi convinse ad arruolarmi nel secondo reggimento della Milizia difesa territoriale (Mdt) che Libero Sauro stava costituendo per fronteggiare le truppe di Tito”. E si arriva al 1945. Pochi giorni dopo il 25 aprile, il sottotenente Udovisi, sciolto il presidio, decise di consegnarsi al comando dei partigiani slavi che erano entrati in Pola. “Venni subito imprigionato e ammanettato con del filo di ferro. Il primo trasferimento a piedi fu a Dignano, a 10 km da Pola. Durante gli interrogatori mi ruppero i timpani facendomi esplodere dei colpi di fucile vicinissimo alla testa”, racconta mostrandoci gli apparecchi nelle orecchie necessari per udire. “Proseguimmo fino al borgo detto di Pozzo Littorio, ai piedi di Albona. Venimmo rinchiusi nella palestra di una scuola dove stavano altri giovani soprattutto italiani, che erano costretti a correre a testa bassa e a schiantarsi contro la parete. Fatti rinvenire a secchi d'acqua e calci, dovevano ripetere la corsa. La notte del 12 maggio siamo arrivati a Fianona. Ci hanno spogliato di tutto, lasciando ci solo i pantaloni, e rinchiuso in una stanzetta di quattro metri per tre, in trenta, privi di cibo. Disidratati, imploravamo dell'acqua e ci hanno allungato un fiasco pieno d’urina”.
Alla sera del giorno dopo hanno iniziato a torturare l'ufficiale italiano con una verga di fil di ferro piegato in cima, a mo' d'uncino. Una donna tra gli aguzzini lo colpisce col calcio di una pistola, fratturandogli la mascella. “Quindi ci le gano in sei, l'ultimo dei quali era a terra svenuto e viene trascinato con il filo di ferro legato al collo. Ci portano fuori e ci trascinano fin davanti alla foiba. Mentre legano un grosso sasso all'ultimo del nostro gruppo, mi metto a pregare”, continua in lacrime. E mentre i cinque slavi iniziano a sparare col mitra, Udovisi si getta nel buco. Quel gesto disperato sarà la sua salvezza, “perché dopo un salto di 15-20 metri, o uno spuntone di roccia o un colpo di mitraglia spezza il filo di ferro che ci univa tutti in questo assurdo connubio. Sono finito sott'acqua e una mano s'è liberata permettendomi di risalire in superficie e tirare per i capelli un compagno che era vicino a me. I partigiani, però, hanno iniziato a sparare e a tirare un paio di granate che per fortuna ci hanno solo ferito di striscio”. Fermi tra gli anfratti per lunghe ore, i due sono risaliti la sera successiva e, sempre procedendo di notte, Udovisi in quattro giorni è riuscito a tornare a Pala allo stremo delle forze. «Erano otto giorni che non mangiavo. Alla porta di casa mia sorella mi ha aperto, ma senza riconoscermi».
Il sopravvissuto istriano ha conosciuto, subito dopo, il dramma dell'esodo e l'infamia del carcere. Non è più tornato nella sua "amatissima" terra, non ha più avvicinato una foiba. È rimasto in vita, ma la foiba gli ha inghiottito l'esistenza. Se la memoria di queste stragi è riemersa dall'abisso dell'oblio lo deve anche alla sua dolente voce.
La sola colpa di Norma  e Graziano  , come di tante altre donne e uomini uccisi  ed alcuni sopravvissuti   gettati nelle foibe, fu quella di attraversare il mondo e la Storia in uno dei suoi momenti più tragici, soprattutto in uno dei territori più divisi e tormentati in quella terra rossa tra Italia, Slovenia e Croazia ovvero il confine orientale  di cui si può ancora trovare una traccia in qualche sbiadito dagherrotipo dell’epoca. Il 10 Febbraio, così vicino al giorno del ricordo della Shoah, va celebrato ,ovviamente  senza metterle sullo stesso piano   vista la  loro diversità  anche se  uniti  dall'aberrazione umana proprio per non dimenticare la terra rossa come il sangue.>>
Concocordo  con  http://www.wumingfoundation.com  (   per  l'articolo   vedi  url  inizio post  ) << Quindi i I morti saranno forse «tutti uguali» (qualunque cosa significhi), ma sono diverse – a volte opposte e inconciliabili – le cause per cui si muore. Se non si riconosce questo, l’uguaglianza tra i morti è solo una supercazzola per difendere un sistema basato sulla disuguaglianza tra i vivi.  >>
Viviamo --  sempre  dall'articolo   di http://notizie.tiscali.it -- il tempo della velocità, delle connessioni rapide e della solitudine più profonda. Un tempo che si addice poco alla memoria e alla lentezza, e che è tanto più inquietante perché assomiglia alle foibe, quegli inghiottitoi carsici che furono il buco nero di tante vite di italiani. Ricordare è necessario. La Storia ci dice che non possiamo fare niente di più giusto.


con   queste parole  concludo  il post  d'oggi  alla  prossima ......

6.2.17

finalmente anche le associazioni degli istriani dicono : " Giorno del Ricordo Basta strumentalizzazione politica"



L'assenza delle massime cariche dello Stato (  vedere  il mio post precedente  ) lascia a tutti l'amaro in bocca, ma non giustifica contrapposizioni sterili e strumentali che offuscano il senso della ricorrenza»



L'Unione degli Istriani sta diffondendo in queste ore un comunicato relativamente alle recenti dichiarazioni di alcune forze politiche a proposito del "Giorno del ricordo". Oggetto delle polemiche la mancata presenza alla cerimonia sulla Foiba di Basovizza, il prossimo 10 Febbraio, del Presidente della Repubblica e del Presidente del Senato. In occasione della ricorrenza, l'organizzazione degli esuli in Italia ha quindi redatto il seguente comunicato stampa a firma del presidente Massimiliano Lacota: «L'Unione degli Istriani invita tutte le forze politiche, nazionali e locali, nella ricorrenza del Giorno del Ricordo che questo 10 Febbraio coincide con il 70° Anniversario del Trattato di Pace di Parigi, ad astenersi in maniera responsabile da qualsivoglia polemica o provocazione, evitando cosí di avvelenare la vigila della ricorrenza, sminuendone significato e valenza morale e storica».
«Il 10 Febbraio, questo in particolare, non puó e non deve alimentare alcuna forma di scontro politicooppure partitico di carattere speculativo intorno alla celebrazione di una giornata che necessariamente dovrebbe portare a riflettere in silenzio chiunque abbia a cuore i sentimenti di sofferenza e sopportazione degli Esuli istriani, fiumani e dalmati. Vero è che l'assenza delle massime cariche dello Stato a questa celebrazione lascia a tutti l'amaro in bocca, ma ció non giustifica, in nessun modo, la nascita e lo sviluppo di contrapposizioni sterili e strumentali che rischiano seriamente di offuscare ovunque nel Paese la portata di questo importante anniversario. Gli Esuli questo non lo vogliono, e l'Unione degli Istriani non lo permetterà!».

quando si celebrerà il 10 febbraio a 360 gradi ricordandone le cause precedenti a TITO le foibe finiranno d'essere una ferita ancora aperta

  
  ecco perchè      nonostante odi la  giornata    del 10 febbraio   ricordo   le  foibe  a  360  gradi  


 contesto  ed  interpretazioni 
testimonianze  



Eccoci   come ogni 10 febbraio  a  " contro celebrare "  quello che  avrebbe dovuto essere la  giornata del ricordo   degli  aberranti episodi  di  pulizia  etnica  secolare   e del problema  del   confine orientale   e dell'esodo   di intere  o quasi popolazioni  che  abitavano da secoli  quelle  zone  . Giornata  divenuta  , SIC  , un mezzo  di fabbrica  del  falso e dell'uso politico    strumentale   della storia   dove  vengono :   decontestualizzate ed omesso   ciò che   successo prima   dall'impero austro  ungarico   a  fascismo  ed  il nazismo  , esaltate ed  ingigantite   le  atrocità  comuniste  ,  ed  il  silenzio  imposto    dagli  " Amici  Americani  " per  non disturbare  Tito  che  al'epoca  della  guerra  fredda  avedva  una  funzione  anti Sovietica  in quanto la  ex Jugoslavia  faceva  da  stato  cuscinetto  tra  il blocco Americano e  quello  Sovietico  .
Insomma    <<  Il fenomeno dei massacri delle foibe è da inquadrare storicamente nell'ambito della secolare disputa fra italiani e popoli slavi per il possesso delle terre dell'Adriatico orientale, nelle lotte intestine fra i diversi popoli che vivevano in quell'area e nelle grandi ondate epurative jugoslave del dopoguerra, che colpirono centinaia di migliaia di persone in un paese nel quale, con il crollo della dittatura fascista, andava imponendosi quella di stampo filosovietico, con mire sui territori di diversi paesi confinanti. >>  (  dalla  voce   massacri delle foibe   di  https://it.wikipedia.org/ )  Cosa    che  viene fatta  metà e in maniera  incompleta  ed  maniera  da  ambo le parti  negazionista (  anzi meglio o riduzionista)

Ora  concordo    con questo articolo     per  http://www.wumingfoundation.com/

di Nicoletta Bourbaki

E così, di nuovo, e ormai con una certa stanchezza, arriva il 10 Febbraio.IL  feuilleton ( corsivo  mio )  Il Cuore nel pozzo sarà trasmesso per l’undicesima volta sulla , vedremo pubblicata la foto della fucilazione di Dane su diversi siti e giornali e sentiremo le boutades di qualche associazione di esuli. Immancabili le interviste a Cristicchi. Raccontare la storia al grande pubblico non è mai facile, soprattutto se si tratta di vicende complesse. Più parti se ne occultano, più il quadro risulta incomprensibile. Ma solo aggiungendo l’arroganza di un forte movente politico e una regia mediocre si è potuti arrivare a quello che è il discorso sulle foibe in Italia. Nonostante l’impegno, l’entusiasmo, i finanziamenti e il consenso bipartisan il Giorno del ricordo è “andato storto”, a partire dalla data scelta. Non certo per mancanza di alternative, la ricorrenza è stata fissata nell’anniversario della ratifica del Trattato di Pace di Parigi, 10 febbraio 1947, data in cui l’Italia – sconfitta nella guerra che aveva combattuto al fianco di Hitler – si impegnava a restituire tutte le colonie e buona parte dei territori annessi in Istria e Dalmazia. Per molti italiani un giorno infausto, che li ha trasformati in vittime di un’ingiustizia. Far coincidere proprio quella data con una narrazione che descrive «gli Italiani» unicamente come vittime significa omettere tutto quel che accadde prima. Ma la realtà non si lascia omettere così facilmente. E così, la caratteristica saliente, la costante del parlar di foibe in Italia è la sfiga, la mosca nella minestra che rovina il pasto quando hai già il cucchiaio in bocca.L’abbiamo visto con le medaglie che ogni anno vengono assegnate ai parenti di infoibati/dispersi/caduti che-poi-in-fondo-è-la-stessa-cosa. «Per L’Italia», c’è scritto. 
C’è una commissione dell’esercito che studia le biografie dei papabili e dovrebbe garantire l’irreprensibilità di queste assegnazioni – e invece zac!, l’anno scorso spunta quella assegnata a Paride Mori, ex ufficiale del Battaglione “Benito Mussolini” che combatté al fianco dei nazisti. Putiferio, imbarazzo. Han decorato un fascista? Sarà un caso isolato! Ce n’è altri trecento, si scopre subito, perché il Giorno del Ricordo è un medaglificio fascista.
«Io non c’entro», avrà a dire la Presidente della Camera.
Medaglia revocata il 25 aprile. E le altre?


Stjepan Mesic
Stjepan Mesic
L’abbiamo visto con il discorso di Giorgio Napolitano il 10 febbraio del 2007: le foibe e l’esodo scaturite «da un moto di odio e furia sanguinaria e un disegno annessionistico slavo che prevalse innanzitutto nel trattato di pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica». Non è cosa da poco, perché se lo dice la prima carica dello Stato significa contestare la legittimità del Trattato di Pace e del confine. E allora zac!, com’era prevedibile il Presidente croato Stjepan Mesic replica in tono compunto – ma corretto – precipitando il teatrino della pacificazione nazionale in salsa nazionalista in un grave incidente diplomatico con interessamento della stampa internazionale.Sentiremo che dirà quest’anno Mattarella. Sul fronte delle “arti”, degli strumenti di edificazione a beneficio dell’ampio pubblico, abbiamo visto la già menzionata fiction sulle foibe ambientata in Istria nel 1944 e che dell’Istria non ha nulla, né storia né luoghi.Del resto, con il 1944 le foibe c’entrano poco.Abbiamo visto lo spettacolo teatrale che innesta il genere pseudostorico nel fertile tronco della commedia popolare: «Un certo Giuliano Dalmata!» Prooot! Risate.Abbiamo visto il diario scritto da Frediano Sessi come se fosse Norma Cossetto,
Simone Cristicchi
Cristicchi
la conoscenza della cui tragica fine si basa però in gran parte su congetture e dicerie o, per dirla con Roberto Spazzali, « incontrollate fantasie e presunte testimonianze ». Un’opera dettata da un imperativo etico, si direbbe.Lo sterile connubio tra artisti in cerca di finanziamento e foiberia, esoderia, confineorientaleria scade in un rapporto perverso in cui il taglio preciso richiesto dal committente sovrasta le possibilità dell’autore (in genere non eccelse) e il fiasco è assicurato sempre o quasi.
[--- continua  nell'url  citato  sopra  ] 
Infatti ha  ragione  l'articolo  precedente    se   una  serie di  storici   a  360°  ed intellettuali   chiedono  
(... ) Ogni 10 febbraio i mass media italiani non perdono l’occasione per raccontare una storia parziale e distorta del confine orientale, spesso basandosi su dati falsi o manipolati dalla propaganda neofascista. Il dibattito cui assistiamo ogni Giorno del ricordo sui mass media italiani appare pesantemente condizionato da omissioni e censure che possono essere lette come una spia del perdurare di un pericoloso vittimismo nazionalista all'interno della cultura e dell’informazione italiana.Anziché fare chiarezza su un tema cruciale che andrebbe trattato in maniera accurata, sono state riproposte cifre sensazionalistiche e approssimazioni che fanno ormai parte dell’arsenale retorico del Giorno del ricordo pur senza essere sostanziate da basi storiografiche.( .... continua qui )
Il monumento in onore delle vittime delle foibe a Basovizza, in provincia di Trieste, il 17 marzo 2011. - Michele Borzoni, TerraProject/Contrasto
Il monumento in onore delle vittime delle foibe a Basovizza, in provincia di Trieste, il 17 marzo 2011. (Michele Borzoni, TerraProject/Contrasto)

Allora   voi lettori (  vecchi e  nuovi, sia  che leggiate o meno le  faq  e  loro  aggiornamenti )   vi chiederete 😕😯 ma allora  perchè  lo ricordi   se  odi tale  evento  ? per  diversi motivi   eccone   alcuni

5.2.17

ma che cavolo l'hanno istituita la giornata del ricordo ( 10 febbraio ) se poi non si presenta nessuna istituzione ?




Quando l'ideologia è più forte di qualsiasi evidenza storica e di ogni sentimento di pietà. Vergogna è troppo poco.  ( dal web  )  



Un dramma da non dimenticare ma  soprattutto  da  non strumentalizzare  . Interessò  sia  le migliaia di persone, che dovettero lasciare la propria casa e i propri affetti dirigendosi verso Venezia e poi nel resto dell’Italia, dopo che l’Istria e la Dalmazia diventarono jugoslave sia  quelli che  , e  di cui non si parla   nelle celebrazioni mediatiche    rimasero  " in clandestinità " negli ex  territori  fascisti  costretti  dal regime  di Tito  a nascondere  le loro origini e la loro identità   ed  uniformarsi ad un a cultura  \  identità non propria

Una tragica immagine dell’epoca che mostra il ritrovamento delle vittime delle Foibe


Ferita    che  brucia  ancora  di più  perchè oltre  ad essere  strumentalizzata ideologicamente   e   decontestualizzata  i  nostri politicanti  che l'hanno istituita    ( il 10  febbraio del 2005  )


Foibe, Meloni e Salvini contro Mattarella e Grasso: “Gravissima l’assenza delle cariche dello Stato al Giorno del Ricordo”




La leader di Fratelli d'Italia e il segretario della Lega Nord: "Siamo basiti dal fatto saranno altrove e non abbiano considerato una priorità essere presenti in quel luogo nel giorno in cui ogni italiano si stringe alla comunità dei nostri fratelli di Fiume, Istria e Dalmazia"
“È gravissimo che nè il presidente della Repubblica Mattarella nè il presidente del Senato Grasso saranno presenti alla foiba di Basovizza il 10 febbraio in occasione del Giorno del Ricordo“. Così Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, sul proprio profilo Facebook. “Siamo basiti dal fatto che la prima e la seconda carica dello Stato saranno altrove e non abbiano considerato una priorità essere presenti in quel luogo nel giorno in cui ogni italiano si stringe alla comunità dei nostri fratelli di Fiume, Istria e Dalmazia“.
Salvini: “Italiani di serie A e italiani di serie B” – L’assenza del capo di Stato italiano, impegnato in un viaggio istituzionale a Madrid, presso il Palacio Real de El Pardo, come scrive l’agenda del Quirinale, e di Pietro Grasso è stata criticata anche da Matteo Salvini. “Per il 10 febbraio – ha detto il leader della Lega Nord – pare non ci saranno le principali autorità dello Stato. Mattarella, Grasso, Boldrini e Gentiloni non si presenteranno. 350.000 esuli italiani in fuga dal regime slavo, migliaia di innocenti ammazzati e infoibati dai comunisti: una strage infame che qualcuno in Italia, vergognosamente, nega sia stata compiuta. A Basovizza io ci sarò . 

Come la prenderanno gli esuli e i superstiti della fuga davanti alla violenza titina alla fine della Seconda guerra mondiale?
Male, sicuramente  .  E questa è ---- come dice questo articolo di http://www.lultimaribattuta.it  ----  davvero una mancanza di rispetto incredibile dello Stato italiano nei confronti di quella gente. Soprattutto tenendo conto che al prossimo anniversario con un numero tondo, del 2027, in molti non ci saranno più per motivi anagrafici“, scrive il Giornale ( I II  )  quotidiano, uno dei pochi, che ha riportato la notizia come si deve.
Intanto,  sempre  secondo  la stessa   fonte   duecento lettere di protesta sono state già recapitate al Quirinale  anche se  sicuramente   non risponderanno   e neppure leggeranno . Anche il Comune di Trieste, guidato dal sindaco di centrodestra Roberto di Piazza, ci teneva molto alla presenza di almeno una delle più alte cariche istituzionali. “Siamo incavolati neri. Ci trattano come vittime di serie BAi profughi istriani ed ai loro eredi va tutta la mia solidarietà, ritengo inoltre che di quella ipocrita delle istituzioni dello stato ne possono fare tranquillamente a meno.Concludo  oltre  ad  invitare  a  ricordare  a  tutto tondo e contestualizzare  le  foibe , onde  evitare  strumentalizzazioni ideologiche  e   di parte   , oltre  che  il solito  riduttivismo, ed  esaltazione   neo fascista  e neo nazista  come  il concerto di un gruppo neonazista che si terrà il 13 febbraio il Municipio 4 del Comune di Milano ha deciso di patrocinare un'iniziativa che già sta suscitando molta polemica . Infatti nella Palazzina Liberty del municipio 4 per ricordare il 10 febbraioMi chiedo  , anche  se  so  già che la mia domanda  volerà nel vento ,   che  ... l'hanno istituita  a fare  tale  giornata  se   poi si comportano cosi  ?




3.2.17

Concerto nazista per le foibe alla palazzina Liberty di Milano proprio un " bel modo " per ricordare la giornata delle foibe


Si avvicina il Giorno del Ricordo, la giornata dedicata alle vittime delle foibe, ed il Municipio 4 del Comune di Milano ha deciso di patrocinare un'iniziativa che già sta suscitando molta polemica . Infatti nella Palazzina Liberty il 13 febbraio sosterrà una manifestazione che, denuncia la sinistra milanese, avrà come protagonisti "personaggi dichiaratamente vicini all'ultradestra neofascista di Lealtà e Azione e a tesi revisioniste  "  e negazioniste .


Ecco perchè  come dico    tutti  gli anni nel  giorno del ricordo (cioè il 10' febbraio )  ricordo le  le  foibe e  l'esodo partendo  dalle  " pulizie  etniche "  prima di Tito (  Impero austro ungarico , fascismo , nazismo )  e dell'esodo . onde evitare  che materia  cosi delicata sia usata  da  tale feccia neonazista  e  negazionista  oltre  che  a senso unico .
Ora   sempre  secondo ---  milano repubblica  del  2\02\2017 --- La  maggioranza di centrodestra del Municipio, guidato dal leghista Paolo Bassi, ha concesso il logo istituzionale a una serata dedicata alla tragedia delle foibe, invitando sul palco anche il cantante Federico Goglio, in arte Skoll, "rappresentante di spicco del cosiddetto ‘rock identitario’ italiano, ovvero formazioni musicali di ultradestra vicino a Lealtà e Azione" denuncia il gruppo consiliare di Sinistra x Milano.La sinistra di maggioranza ricorda anche che Goglio "ha il poco nobile merito di essere finito sotto processo (e poi assolto) per apologia di fascismo; l’accusa era di aver fatto il saluto romano insieme ad altri camerati durante la ‘marcia’ per Sergio Ramelli del 2015. All’epoca dichiarò che anche in caso di condanna non si sarebbe mai pentito del gesto. Con il cantante di estrema destra il Municipio 4 ha invitato anche Tito Lucilio Sidari, sindaco del ‘libero Comune di Pola in esilio’, vicino a Casa Pound e a Lealtà e Azione, noto per le sue teorie revisioniste". Sidari, in realtà, fa sapere di essere solo il vice del sindaco ma soprattutto di essere estraneo a Casa Pound e Lealtà e Azione.
Attacca Sinistra x Milano: "Riteniamo che il legittimo ricordo delle vicende istriane e dalmate in quegli anni di atroce scontro tra popoli e regimi non possa essere strumentalizzato per dare spazio a persone che si riconoscono e fanno esplicito riferimento a teorie e pratiche neofasciste, ed è ancora più grave che questo avvenga nella Palazzina Liberty, dove Dario Fo e Franca Rame fondarono nel 1974 il collettivo teatrale La Comune, e a Milano, città medaglia d’Oro per la Resistenza". La richiesta, quindi, è esplicita, e arriva dalla capogruppo Anita Pirovano: "Il Municipio 4 tolga il sostegno all'iniziativa". Richiesta che il presidente Bassi respinge al mittente: "Sarà una serata in ricordo dell’esodo e del dramma degli infoibati, in cui ci sarà spazio per le memorie degli esuli istriano-dalmati e canzoni a tema legati a quel periodo”. Anche Roberto Cenati di Anpi attacca: "Chiediamo che il Municipio 4 revochi il patrocinio a questa iniziativa, visto che sono stati invitati personaggi legati all'organizzazione di estrema destra ‘Libertà e azione’ la cui ideologia si pone in netto contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza”.
Nell'ottobre scorso, quando è morto Dario Fo, è nata l''idea di intitolargli la Palazzina Liberty. Lo ricorda, ma per polemizzare, il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Riccardo De Corato: "La Palazzina non è intestata a Dario Fo, né è di proprietà della sinistra, è un bene di tutti. Ormai gli esponenti della sinistra vedono 'fascisti' da tutte le parti, ne sono ossessionati, a sentir loro ce ne sono più oggi che nel Ventennio".  (  ....) . 
Quindi  anch'io  mi unisco  alla  richiesta  della   sinistra per  milano  ----- da   http://www.milanotoday.it/cronaca/foibe-palazzo-liberty.html da  cui è tratta  la foto sopra  ---- “Riteniamo che il legittimo ricordo delle vicende istriane e dalmate in quegli anni di atroce scontro tra popoli e regimi non possa - la tesi del partito arancione - comunque essere strumentalizzato per dare spazio e agibilità a persone che si riconoscono e fanno esplicito riferimento a teorie e pratiche neofasciste”. 

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10.2.16

anche noi in sardegna ricordiamo il 10 febbraio




Il borgo di Fertilia nasce ufficialmente l'8 marzo 1936 con la posa della prima pietra della chiesa parrocchiale, ad opera dell'Ente Ferrarese di Colonizzazione, istituito dal presidente del Consiglio Benito Mussolini il 7 ottobre 1933 per dare una risposta alla popolazione in eccesso della Provincia di Ferrara e diminuire le tensioni sociali. 
Dopo i primi arrivi di emigrati ferraresi, lo scoppio della Seconda guerra mondiale paralizzò di fatto l'opera di colonizzazione, tanto che la maggior parte degli edifici rimasero di fatto inutilizzati.

   

in sottofondo  

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco prima e seconda parte

Con questa piccola guida a puntate, che potrete ritagliare e conservare, vi daremo ogni settimana un consiglio pratico per mettervi al sicu...