13.6.24

Ambulanza a sirene spiegate con influencer e neomelodici a bordo per inaugurare un negozio: così i clan “comandavano” all'ospedale di Napoli

fin quando    le  varie libera  ed  ammazzatecitutti     si limiteranno  a  scendere  in piazza   anzichè agire   con politiche  culturali  contro  tale  incultura      sia    al sud  come  in qiuesto caso    , sia  al  nord   con  i  trapper   ,  ed  in generale  gli influenzer le  mafie  manterrano   il  loro potere  sulla  gente   .




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Ambulanza a sirene spiegate con influencer e neomelodici a bordo per inaugurare un negozio: così i clan “comandavano” all'ospedale di Napoli



l'ambulanza a sirene spiegate strappata ai servizi di soccorso e utilizzata come mezzo per inaugurare un negozio. C'è anche questo episodio allucinante nell'ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Napoli, Federica Coluccia, a conferma dell'inserimento del clan di Camorra Contini nelle dinamiche dell'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Un episodio che risale al 2023 e che già all'epoca aveva suscitato clamore e scandalo. Oggi il blitz al Clan Contini, 11 arresti. Teneva sotto scacco l’ospedale San Giovanni Bosco

 

Un'ambulanza a sirene spiegate con influencer e neomelodici a bordo per inaugurare un negozio:
così i clan “comandavano” all'ospedale di Napoli
© Fornito da Leggo



La vicenda dell'uso decisamente impoprio dell'ambulanza risale a marzo 2023 e all'epoca era stata documentata da quotidiani e siti online, oltre che dal deputato dell'Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Emilio Borrelli: con video e immagini si documentava sembra ombra di dubbi l'utilizzo improprio di un'ambulanza che a sirene spiegate percorreva il corso Umberto di Napoli.Le indagini della Procura Le indagini hanno permesso di verificare il coinvolgimento nella vicenda del 45enne Gennaro Manetta, detto "Maradona", ritenuto esponente del clan Contini con il compito di gestire la cassa del clan e di provvedere alla distribuzione degli stipendi agli affiliati, le cosiddette "mesate". Nell'ordinanza vengono ricostruiti i contatti tra Manetta e Raffaele Colella, amministratore unico della "Amk srl". Colella - ricostruisce il giudice - in compagnia del tiktoker Francesco Ciotola, annuncia a Manetta l'inaugurazione del nuovo negozio al corso Umberto, chiedendogli la disponibilità di noleggiare un'ambulanza, specificando il motivo della singolare richiesta. Manetta si attiva quindi per assecondare la richiesta contattando il titolare della ditta di ambulanze private "Croce San Luca". La vicenda denunciata all'epoca da Borrelli «Arriva un' ambulanza a sirene spiegate e la folla fa spazio: non si tratta però di un'emergenza sanitaria perché dal mezzo di soccorso scendono gli ospiti musicali di una festa organizzata per l'inaugurazione di un negozio, a Napoli, a cui ha preso parte anche la nota partenopea Tik-Toker Rita De Crescenzo».


A denunciare l'episodio, nel quale un mezzo di soccorso viene trasformato in un taxi, era stato nel 2023 il deputato dell'Alleanza Verdi- Sinistra Francesco Emilio Borrelli, attraverso una nota nella quale c'era anche il link al video che documentava l'accaduto.
«Le nostre denunce ci sono costate anche attentati alla vita - scrive oggi su Facebook Borrelli -. L'ultima quella dell’ambulanza con i tiktoker. Un tumore, se non viene estratto completamente ricresce.” I carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, coordinati dalla Dda stamattina, hanno eseguito, nell’ambito di un blitz anticamorra, 11 arresti (8 in carcere e 3 ai domiciliari) e diversi sequestri nei confronti di esponenti dell'organizzazione malavitosa del clan Contini operante nel capoluogo partenopeo, precisamente nei quartieri San Giovanniello, Borgo San Antonio Abate, Ferrovia, Vasto-Arenaccia, Stadera-Poggioreale e Rione Amicizia. Il clan, facente parte dell’Alleanza di Secondigliano, teneva sotto controllo l’ospedale San Giovanni Bosco, alcuni anni fa (2019) finito al centro di un'altra indagine della Procura di Napoli. L’operazione di oggi è frutto di una indagine avviata nel dicembre 2021 che ha consentito di disegnare la struttura verticistica del "clan Contini", a cui era demandata la gestione e le scelte strategiche ed economiche dell'organizzazione malavitosa. L'inchiesta ha restituito l'allarmante quadro già emerso nel 2019 in relazione all'ospedale San Giovanni Bosco dove il clan ancora condizionava la gestione funzionale della struttura ospedaliera che cade nell'area di influenza dell'organizzazione criminale. Uno degli episodi riportati nell'ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Napoli Federica Coluccia a testimonianza dell'inserimento del clan camorristico Contini nelle dinamiche dell'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli riguarda quello di un'ambulanza utilizzata per la festa di inaugurazione di un negozio di abbigliamento. La vicenda risale a marzo 2023 fu segnalata dal deputato dell'Alleanza Verdi e Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che denunciava l'utilizzo improprio di un'ambulanza che a sirene spiegate percorreva il corso Umberto di Napoli fermandosi in corrispondenza di un negozio di nuova apertura. Dal mezzo scendevano alcuni "ospiti", cantanti neomelodici e tiktoker, invitati per l'inaugurazione dell'esercizio commerciale. Le indagini hanno permesso di verificare il coinvolgimento nella vicenda del 45enne Gennaro Manetta, detto "Maradona", ritenuto esponente del clan Contini con il compito di gestire la cassa del clan e di provvedere alla distribuzione degli stipendi agli affiliati. “Una situazione che noi conoscevamo benissimo e che abbiamo denunciato e gridato ai quattro venti chiedendo di non abbassare la guardia. Quelle denunce mi costarono pure una violenta aggressione nel 2020, proprio all’esterno dell’ospedale, in cui tentarono di uccidermi torcendomi il collo. Per inciso i miei aggressori riconosciuti da me e da altri presenti sono ancora sotto processo. Anche grazie alle nostre denunce fu liberato il parcheggio, gestito da uomini legati al clan, così come furono sequestrati il bar e la pizzeria presenti nell'ospedale, attività aperte e gestite dei Contini con società che avevano interdittive antimafia. Senza contare i distributori automatici installati e gestiti da un tal "Gennaro", riconducibile sempre al clan. Le nostre denunce contribuirono a ripulire l'ospedale dal clan. Avevamo chiesto, però, anche di non abbassare la guardia perché se un tumore non lo si estrae interamente con tutta la radice poi ricresce. È quello che è accaduto. La nostra denuncia sull’ambulanza ha evidenziato ancora una volta i legami tra i Contini e comparti della sanità. Ora è davvero finita o c’è dell’altro? Rinnoviamo l’invito a non abbassare la guardia, noi vigileremo. La camorra ha le mani dappertutto e va sempre denunciata” - le parole del deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli.

L'ex chitarrista punk e l'ex carabiniere diventano preti: «Ecco perché»

 Barba e capelli lunghi, Giulio Vannucci ha l’aspetto da asceta. Ma anche da “musicista punk”. Una musica che ha segnato la sua vita e che continuerà a seguire anche da prete. Perché stamani l’ex chitarrista e tastierista di un gruppo folk punk della Toscana è diventato sacerdote nella Cattedrale di Prato. «Un periodo nel quale mi sono

L'ex chitarrista punk e l'ex carabiniere
© Fornito da Avvenire
divertito tantissimo e che non rinnego», dice don Giulio.Con lui, è stato ordinato prete dal vescovo di Prato, Giovanni Nerbini, un ex carabiniere: Michele Di Stefano. Due vocazioni cresciute all’interno della diocesi di Prato. «Il Signore non si è scelto manager o super uomini, ma persone semplici e sempre generose» è stato l’augurio che il vescovo Nerbini ha rivolto ai due sacerdoti.
Don Giulio, 38 anni, è nato a Pistoia, dove ha vissuto fino a otto anni fa, quando ha deciso di entrare a far parte della comunità dei Ricostruttori nella Preghiera di Prato, con sede a Villa del Palco. Prima di maturare la vocazione ha preso due lauree, in lettere e in scienze della formazione, e ha lavorato come insegnante ed educatore. Ma si è anche cimentato nel punk suonando la chitarra e la tastiera nella band “i Quanti”, molto attiva nella zona. Poi l’incontro con i Ricostruttori e con la figura di padre Guidalberto Bormolini. Don Giulio ha una folta capigliatura riccia e una lunga barba, tratto distintivo dei membri maschili dei Ricostruttori, comunità conosciuta a Prato per aver realizzato il progetto del borgo “Tutto è Vita”, un paese abbandonato nel Comune di Cantagallo, rinato dopo essere caduto nell’abbandono. «Negli ultimi tempi ho fatto il muratore e ho accolto le tante persone venute al borgo, una esperienza bellissima. Per me diventare sacerdote – afferma don Giulio – significa mettersi ancora di più a servizio, significa prendersi cura di tutto e di tutti». Tanti scout in Cattedrale. Perché il neo sacerdote è la guida spirituale dei gruppi Agesci di Prato.
Don Michele, 39 anni, è siciliano di Gela. A 19 anni ha scelto di fare il carabiniere di leva ed è stato mandato a Bardonecchia, in alta Val di Susa. Qui ha incontrato don Mario Bonacchi che ha una casa dove accoglie tantissimi ragazzi per le ferie estive. Il canonico Bonacchi, come veniva chiamato, è stato all’origine di molte vocazioni nella Chiesa pratese. Arrivato a Prato nel 2009, due anni dopo la morte del sacerdote pratese, Michele è stato accolto dall’allora vescovo Gastone Simoni per frequentare il Seminario e studiare teologia a Firenze. Presente alla Messa di ordinazione anche una rappresentanza dei carabinieri di Prato, in nome della vecchia appartenenza del prete novello. «Quello di oggi non è un obiettivo raggiunto, ma l’inizio di un nuovo cammino, anche faticoso, ma ho la certezza di non essere solo e di avere l’aiuto di Dio – dice don Michele Di Stefano –. È mia intenzione stare vicino alla gente che soffre, che si sente sola».

chiamiano le cose con il loro nome . quando un deputato prende a pugni un altro deputo non è rissa ma aggresione ., gli attacchi israeliani on sono atti di guerra ma massacri

   di  cosa stiamo parlando


 come  giustamente  invitata  a fare    Lorenzo  Tosa  




Cosi Similmente non si può chiamare "guerra a Gaza" il massacro di civili palestinesi da parte dell'IDF  (  esercito  sisraeliano )   e l'assassinio mirato dei palestinesi nella Cisgiordania da parte dei coloni sionisti. Nemmeno scontri a fuoco i bombardamenti su campi profughi a Gaza. «Nomina sunt consequentia rerum» ossia i nomi conseguono alle cose e non viceversa. Mascherare le cose dietro nomi non corrispondenti alla realtà è propaganda, e anche miserrima.

11.6.24

FEDERER-NADAL Da grandi rivali a grandi amici e il loro spot da favola ., Poliziotto salva la sua ex professoressa che voleva suicidarsi., il circo ti cura

 


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Poliziotto salva la sua ex professoressa che voleva suicidarsi
 Delfina Rebecchi    da   thesocial.post.it   pubblicato: 11/06/2024 10:52



Drammatico tentativo di suicidio a Roma. Ma stavolta la storia termina con un lieto fine. A sventare la tragedia è stata la prontezza e la forza d’animo di un poliziotto. Secondo quanto si apprende, infatti, una volta arrivato fuori dall’abitazione dove una donna minacciava di farla finita, l’agente di polizia ha riconosciuto la voce di quella che era stata una sua ex professoressa di scuola.
Alessandro Olivetti   il poliziotto che ha
salvato la sua prof dal suicidio - la Repubblica
Cosa ha detto il poliziotto alla sua ex professoressaIl poliziotto a quel punto si è fatto coraggio e, per cercare di guadagnare tempo prezioso, ha iniziato a raccontare alla donna alcuni aneddoti degli anni trascorsi insieme a scuola. “Professoressa sono Alessandro! Si ricorda di me? Sono stato suo allievo per tanti anni”, è una delle frasi con cui è riuscito ad instaurare un dialogo con l’aspirante suicida. Intanto erano giunti sul posto anche i vigili del fuoco che hanno quindi provveduto a sfondare la porta dell’abitazione.


“Il poliziotto, intervenuto con il collega per una segnalazione di un possibile tentativo di suicidio, ha sentito la voce della sua ex professoressa attraverso la porta e, dopo essersi fatto riconoscere, ha iniziato a parlare con lei dei vecchi tempi”, si legge in un comunicato della questura che ricostruisce quanto accaduto. A quel punto sono entrati in azione i vigili del fuoco e, si conclude la nota, “una volta aperta la porta, alunno e professoressa si sono abbracciati”.



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DIARIO DI BORDO N 56 ANNO II dopo aver attraversato la tempesta e ritornata la paura ma sono riuscito ad affrontarla con consapevolezza


questo numero della rubrica diario di bordo parlo . Inizio con ( chi l'avesse già letta in un mio precedente post o

la conoscesse già o non gli piacciono le poesie la può saltare ) questa bella poesia della poetessa libanese Joumana Haddad


Quando i tuoi occhi incontrano la mia solitudine

Quando i tuoi occhi incontrano la mia solitudine
il silenzio diventa frutto
e il sonno tempesta
si socchiudono porte proibite
e l’acqua impara a soffrire.
Quando la mia solitudine incontra i tuoi occhi
il desiderio sale e si spande
a volte marea insolente
onda che corre senza fine
nettare che cola goccia a goccia
nettare più ardente che un tormento
inizio che non si compie mai.
Quando i tuoi occhi e la mia solitudine si incontrano
mi arrendo nuda come la pioggia
e nuda come un seno sognato
tenera come la vite che matura il sole
molteplice mi arrendo
finché nasca l’albero del tuo amore
Tanto alto e ribelle
Tanto alto e tanto mio
Freccia che ritorna all’arco
Palma azzurra piantata nelle mie nuvole
Cielo crescente che niente fermerà.

In quanto anche se abbiamo chi ci è vicino   e civiltà ( familiari, amicinintimi, psicologici o psichiatri ) siamo noi che dobbiamo decidere se : conviverci, cioè accettarle passivamente oppure dopo averle accettate compiere il viaggio interiore / affrontarle  per a trasformarle ed eliminarle 
Ma adesso bado  alle ciancie e veniamo al post vero e proprio   

Illustrazione della paura,
da 
L'espressione delle emozioni nell'uomo
 e negli animali
 di Charles Darwin.
Dopo aver atttraversato \ cavalcato la tempesta e le burrasche* è ritornata la paura .La paura appartiene a tutti: anche i più grandi eroi dell'antichità avevano una paura folle, come Paride di fronte a Menelao. Ci può salvare e va attraversata. Ma quando diventa una condizione esistenziale e soprattutto quando non è detta, allora ci fa male.
Infatti   anche  il tempo sa essere paziente  forse più  della  paura  .  sembra   assopita  , vinta  . ma evidentemente   è  risvegliata .  Essa  avanza un secondo per  volta   ma non si ferma mai   fin a  fomare  minuti , ore  , giorni , mesi   e anni .  non   distinguendo le  stagioni  con  il bello o  il  cattivo  tempo  . Infatti la mia storia  essa prosegue  mesi  dopo in  un giorno  di sole  . Ed li tempo  continuò a passare   un giorno alla volta fino a  che    i mesi formano un anno  approdando   di  nuovo   ad  una  notte  di nebbia   Ma poi  mi  sono  detto   che :  qualsiasi  cosa  si tratti   ciò  che  bisogna  fare  è  affrontarla di  nuovo   . Il problema  è  che   spesso quando ci aviviciniamo alle  paure  si scopre  che neanche esistono   . 
 Infati  non  si può scappare in eterno  .  Ecco   che   mentre stavo  riflettendo  su  d'essa e   facendomi coraggio ed  affrontarla  nuovamente    La mia  paura  \ il mio mostro   s'inabisso  salutandomi \  osservandomi    in sienzio  e l'osservai sparire    speriamo per  sempre  . 
 Rimasi    sbigottito  e mi  misi a ridere   e    per    per  un po  Mi fermai  a  riflettere   sull'insegnamento  che quell'epilogo sembrava  suggermi  . Infatti la lezione  è che  ciò che  temiamo   non sempre  è pericoloso   , anzi ..... può essere il migliore   degli alleati se   :  si  trova  la forza   d'affrontarlo   , di cavalcarlo , e  di capire  da  cosa  è generata    .

 *

10.6.24

Gli eroi dell’atletica sono i ragazzi europei che molti dei nostri politici non vorrebbero affatto e gli usa come cartina tornasole

DI COSA STIAMO PARLANDO

Sventurata la terra che ha bisogno di eroi. 
 diceva  Bertol Brecket   ( 1898-1956 ) in Vita di Galileo .  Infatti   fin quando   un fascista   , exenofobo , ecc  un malpancista  insomma   prende  alle   elezioni 500  mila  voti   alle  elezioni europpe   e     ci sono suoi  fans   che   sui  social    replicano  sghignazzano con faccine sorridenti , con domande idiote   del  tipo << E quindi?>> o quando  fanno  un ntervento  decente    si giustificano  riprendendo le teorie di Nicefaro ed Lombroso   condannate  dalla storia   davanti a  tali meme  



per   un  fatto  che     dovrebbe  essere  normale   per  tutti\e  e non solo   normale   per  gente    speciale    speciale   per  gente  normale (  cit musicale  )   tali  esaltazioni   è  tali meme   saranno sempre  più necessari   anche   spesso risultano  ipocriti  ed  caramellosi    vedi  il fatto del mancato ius  solis   o  cittadinanza  speciale i figli  d'immigrati   che    studiano ed  lavorano   qui  . 
Infatti  secondo  : <<    La Nazionale di atletica leggera, cartina tornasole di un’Italia nuova che fa errori vecchi - di Francesco Caremani La Nazionale di atletica leggera, cartina tornasole di un’Italia nuova che fa errori vecchi - di Francesco Caremani >>  editoriale di gariwo.net

Dai cittadini italiani alle seconde generazioni resta il tema della difficoltà di ottenere la cittadinanza per i minori stranieri, a prescindere che pratichino o meno uno sport.C’è un Italia che corre, che salta, che esulta, in questi giorni, ed è quella dell’atletica leggera che sta letteralmente dominando l’Europeo di Roma. Ragazze e ragazzi italiani che secondo qualcuno non avrebbero le caratteristiche somatiche per definirsi tali.La globalizzazione ha posto tutti noi di fronte a nuove sfide, culturali prim’ancora che sociali, economiche e politiche. E il mondo si è spaccato in fazioni, che non sono certo una novità. C’è chi pensa che questo fenomeno vada contrastato erigendo muri e sottolineando differenze e chi invece ritiene che l’unico modo sia abbattere confini e identità nazionali, con varie zone di grigio, più o meno scuro e oscuro.La storia dell’umanità è costellata di fenomeni storici che ne hanno cambiato il corso, sin dalla preistoria, fenomeni che sono stati spesso, inutilmente contrastati, perché la storia non si ferma davanti a un portone (cit musicale.).

Infatti   come    notare   lo  stesso   articolo   La globalizzazione poteva essere (  ed  ancora  può esserlo    se  s'interviene  seriamente  )  un’opportunità, così come la rivoluzione digitale, fenomeni che andavano studiati, capiti, interpretati e non osteggiati a prescindere a difesa del particolare che in questo mondo può avere un valore solo se capace di stare in una prospettiva globale  e non  chiudendosi   in  se  stesso . Le forze reazionarie, il voto europeo è sotto gli occhi di tutti, hanno fatto leva in questi decenni sulle differenze, sui muri da erigere, sul niente da difendere di fronte alla storia che avanza, riuscendo a convincere molto persone, con la paura, che questa sia la strada da seguire.Di fronte a queste considerazioni, è sotto gli occhi di tutti la multietnicità della Nazionale italiana di atletica leggera, che però non deve trarre in inganno. Queste ragazze e questi ragazzi, infatti, sono cittadini italiani, per adozione o per uno dei due genitori che  sono  riusciti   ad  ottenere   la  famigerata  cittadinanza  . Sono l’espressione di un’Italia multietnica nei fatti ma non nelle leggi e tantomeno in quella per ottenere la cittadinanza italiana, cioè non sono espressione delle seconde generazioni di migranti nel nostro Paese.
Infatti ,  tanto per essere chiari, in Italia la cittadinanza si ottiene per ius sanguinis, cioè se si nasce o si è adottati da genitori italiani. Altrimenti si può acquisire o richiedere. Si acquisisce se si nasce sul territorio italiano da genitori apolidi, da genitori ignoti o che non possono trasmettere la propria cittadinanza, secondo la legge dello Stato di provenienza. Si richiede per matrimonio o residenza, nel secondo caso rispettando tutta una serie di requisiti. La legge del 20 gennaio 2016 riconosce il principio dello ius soli sportivo, il quale permette ai minori stranieri di essere tesserati dalle federazioni sportive italiane; concedendo loro di fare sport ma non di essere inseriti nelle selezioni nazionali, per le quali, ancora oggi, è necessario avere la cittadinanza italiana.
Secondo la norma attuale i minori stranieri, regolarmente residenti in Italia, almeno dal compimento del decimo anno di età, possono essere tesserati per fare sport, con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani. Il limite dei dieci anni, secondo l’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), “determina l’esclusione di molti minori il cui diritto alla parità di trattamento con quelli italiani è garantito dalla Convezione ONU sui diritti del fanciullo”. Poiché il Testo unico sull’immigrazione prevede che il minore non possa mai essere considerato giuridicamente irregolare, indipendentemente dalla posizione giuridica dei genitori, sempre secondo l’Asgi: “il concetto di ‘regolarmente residenti’ deve essere interpretato guardando alla dimora abituale e quindi alla semplice presenza del minore sul territorio, indipendentemente dalla condizione di regolarità o meno del soggiorno dei genitori”.Il limite dei dieci anni è imputabile al calcio e al rischio che il minore possa essere vittima di football trafficking, parola inglese che racchiude sia la tratta che il traffico di minori; pratica illecita che, purtroppo, investe anche altre discipline sportive. L’articolo 19 dell’RSTP (Regulations on the Status and Transfer of Players) della Fifa regola in maniera restrittiva il trasferimento dei minori e pure nei casi previsti questi vengono ammessi solamente dopo avere ricevuto parere favorevole da una sottocommissione della Fifa. Da quando, però, lo ius soli sportivo è diventato legge questa procedura non è più compatibile con l’ordinamento italiano perché più gravosa. Attualmente, tutti quei minori che oggi, grazie allo ius soli sportivo, praticano una disciplina, potranno chiedere la cittadinanza – procedura complicata e irta di ostacoli – solamente una volta diventati maggiorenni; senza la quale la Nazionale resta un sogno.E tutto ciò porta a un’ulteriore considerazione.È giusto che si ottenga la cittadinanza italiana solo per meriti sportivi? È giusto che tutti gli altri minori siano esclusi? È dignitoso che un Paese che si ritiene civile sia ancora qui a chiederselo?Secondo l’ISTAT: «La popolazione residente di cittadinanza straniera al 1° gennaio 2024 è di 5 milioni e 308mila unità, in aumento di 166mila individui (+3,2%) sull’anno precedente. L’incidenza sulla popolazione totale tocca il 9%. Il 58,6% degli stranieri, pari a 3 milioni 109mila unità, risiede al Nord, per un’incidenza dell’11,3%. Altrettanto attrattivo per gli stranieri è il Centro, dove risiedono un milione 301mila individui (24,5% del totale) con un’incidenza dell’11,1%. Più contenuta la presenza di residenti stranieri nel Mezzogiorno, 897mila unità (16,9%), che raggiunge un’incidenza appena del 4,5%. Le iscrizioni per trasferimento di residenza dall’estero nel 2023 sono pari a 416mila, in lieve aumento (+1,1%) rispetto al 2022, ma in decisa crescita rispetto alla media dell’ultimo decennio (circa 314mila l’anno)».E ci pare evidente, guardando per esempio alla Nazionale italiana di calcio, che oriundi a parte – una costante del nostro movimento sin dagli anni Trenta del secolo scorso –, le seconde generazioni siano sottorappresentate. Michael Folorunsho al momento è l’unico, quando considerando la percentuale degli stranieri in Italia dovrebbero essere almeno due o tre. Perché? Perché è difficile per loro ottenere la cittadinanza italiana E se questo ha i suoi risvolti sportivi, immaginatevi, a cascata, i risvolti sociali ed economici di questo gap, di questo impedimento all’accesso alla nazionalità italiana. Un tema che una parte politica affronta digrignando i denti e un’altra con troppa timidezza.Se, quindi, le medaglie multietniche dell’atletica leggera hanno un senso, al di là dello sport, è di farci riflettere su chi la cittadinanza non ce l’ha, in un Paese che ti strizza l’occhio con lo ius soli sportivo solo quando sei già un’eccellenza – e magari spinge per fartela avere comunque –, ma ti ‘impedisce’ di diventarlo da cittadino e cittadina italiana.





Sport senza età La sassarese Rita Barria, campionessa italiana di scherma a 75 anni e la matematica Gigliola Staffilani è stata eletta membro dell’Accademia nazionale delle Scienze degli Stati Uniti D’America,

Sport senza età La sassarese Rita Barria, campionessa italiana di scherma a 75 anni di Gianna Zazzara La sassarese Rita Barria, campionessa italiana di scherma a 75 anni Ex insegnante, ultima cattedra a Sorso, ha appena vinto due bronzi ai master tricolore

di Gianna Zazzara  la  nuova sardegna  9\6\2024

  Sassari Avere 75 anni ( «76 a dicembre», precisa) e non sentirli. «L’età è un numero, conta lo spirito». Parola di Rita Barria, sassarese, insegnante in pensione e campionessa di  scherma. Le ultime medaglie la settimana scorsa ai campionati italiani master nella categoria over 70: bronzo nella sciabola e nella spada. Ma a casa di Rita le coppe sullo scaffale non si contano. «Nel 2021 ho vinto la medaglia d’oro in Coppa Italia nella spada, bronzo nel 2022 e nel 2023, i miei nipoti mi chiamano Lady Oscar».

Complimenti, salire in pedana, e vincere, a 75 anni, non è da tutti.

«È una passione nata per caso cinque anni fa, una mia amica con la quale frequento i corsi di Tai Chi mi ha detto che si era innamorata della scherma e mi ha invitato a provare. “Hai il fisico adatto”, mi ha detto».

E così è finita al Circolo schermistico sassarese, dai maestri Sandro Bartoletti e Gianfranco Masia.

«Ho fatto qualche lezione di prova e mi è piaciuto subito tirare, sono stata subito circondata da tanto affetto e simpatia. Così ho iniziato ad allenarmi seriamente con Sandro alla sciabola e alla spada e con Gianfranco al fioretto».


Poi sono arrivati i tornei e le medaglie.

«Non credevo che la competizione mi sarebbe piaciuta così tanto. Ma gareggiare è anche un’ottima scusa per viaggiare, una delle mie passioni. L’anno scorso sono stata a Zara per i Mondiali».

Non è faticoso alla sua età?

«Come si fa a dire che si fa fatica se ci si diverte?»

Si allena tutti i giorni? «Al circolo due, tre volte la settimana, altre due volte vado a scuola di ballo e poi c’è il Tai Chi, mi alleno anche con la spada e la sciabola cinese. Dimenticavo, a casa ho il sacco di boxe, un altro modo per scaricare le tensioni».

Lei è instancabile, era così anche da ragazza?

«Nuotavo, andavo a cavallo ma non ho mai fatto sport a livello agonistico, la competizione l’ho scoperta adesso e devo dire che è stata una sorpresa. Mi piace vincere».

Lei è in formissima. «Peso 48 chili per un metro e 60, sono sempre stata magra, lo sport aiuta, non c’è dubbio, lo consiglierei a tutte le donne».

Ecco, cosa pensano le sue amiche della sua nuova passione?

«Sono tutte più folli di me, iperimpegnate. E comunque non frequento persone della mia età, le mie amiche sono tutte più giovani di me».


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LE ECCELLENZE ITALIANE

    di Patrizia Benelli  amministratore del  gruppo fb   come  eravamo

C'è una notizia dei giorni scorsi che è passata in sordina ma che invece merita tutti gli onori della cronaca: la matematica Gigliola Staffilani è stata eletta membro dell’Accademia nazionale delle Scienze degli Stati Uniti D’America, un incarico prestigioso quasi al pari di un Premio Nobel (Medaglia Fields, l'equivalente visto che non esiste un Nobel per la matematica), giusto per capirne l'importanza.
Gigliola Staffilani [  foto  a destra  ]  nacque a Villa Rosa di Martinsicuro (TE) in Abruzzo nel 1966, crebbe in campagna parlando solo dialetto nella sua infanzia ed a soli dieci anni perse il padre. Così per combattere il dolore si buttò nella matematica scoprendo un talento naturale per i numeri e le equazioni. In famiglia c'era bisogno di soldi e la madre vorrebbe farla lavorare per far quadrare i conti, ma Gigliola nonostante tutto non mollerà e riuscirà ad iscriversi al liceo scientifico a San Benedetto divenendo successivamente la pupilla del professore Mario Illuminati, ottenendo una Borsa di studio all'Università di Bologna.
Trasferitasi negli USA, diventa assistente a Stanford, a Princeton, professoressa al MIT di Boston.
Gigliola Staffilani è stata la seconda donna della storia ad avere una cattedra “full” al MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston (Matematica Pura), prima italiana di sempre. 

7.6.24

se gli stati europei anzichè vietare ed imporre dei limiti d'età per accedere alla ai social si occupassero di cose più seroie sarebbe meglio

 

gli stati europei si occupassero di cose serie anzi che di censurare e di proibire con provvedimenti : inutli. fuori dal tempo , fallaci , di blanda,se non impossibile applicazione,ecc che sanno di grida manzoniani . Proprio come quelle sul divieto di vendere alcool e sigarette ai minori o sull'uso dei cellulari .... ehm.. intestazione di una scheda telefinica sottouna certa eta, o divieto di scomettere online , o giocare alle slot

DIARIO DELLA SETTIMANA N 55 ANNO II Elisabetta Bathory, la terribile “contessa Dracula” che uccise oltre 600 giovanissime donne , anche i preti si tatuano , la bellezza salva i libri



La storia spesso trasforma donne influenti in leggende. Ed Elizabeth Báthory, aristocratica ungherese accusata di essere una serial killer nel XVI e XVII secolo, non fa eccezione. La sua storia continua a ispirare racconti agghiaccianti di orrore e crudeltà, anche quattro secoli dopo la sua morte.

  Secondo  Erzsébet Báthory - Wikipedia


Erzsébet Báthory, conosciuta in Italia anche come Elisabetta Bathory (a volte chiamata Elizabeth Bathory, il nome con cui è famosa nei paesi anglofoni), soprannominata la "Contessa Dracula" o "Contessa Sanguinaria" (magiaro Báthory Erzsébet (/ˈbaːtori ˈɛrʒeːbɛt/), slovacco Alžbeta Bátoriová; Nyírbátor, 7 agosto 1560 – Csejte, 21 agosto 1614), è stata una criminale, serial killer e nobile ungherese.Lei e quattro suoi collaboratori furono accusati di aver torturato e ucciso centinaia di giovani donne. Le vittime oscillerebbero tra le 100 accertate e altre 300 di cui era fortemente sospettata all'epoca; secondo un diario trovato durante la perquisizione in casa sua, le vittime sarebbero 650, e ciò farebbe di lei la peggiore e più prolifica assassina seriale mai esistita. Tuttavia, gli storici tengono per vera la stima delle 100/300 vittime e sono scettici circa la veridicità e/o esistenza di questo diario. 


Secondo invece <<   Elisabetta Bathory, la terribile “contessa Dracula” che uccise oltre 600 giovanissime donne>> di (msn.com)


Riconosciuta dal Guinness World Record come la più prolifica assassina donna della storia, Báthory avrebbe tolto la vita a oltre 600 giovani ragazze per soddisfare la sua sete di sangue. Tuttavia, come molti eventi storici, la sua storia è tutt'altro che semplice da ricostruire.Era una spietata e tormentata assassina o era vittima di un'elaborata cospirazione? Date un'occhiata alla galleria e formate il vostro giudizio.


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Corpi come murales . Regno Unito, polemiche social per la reverenda di Canterbury tatuata: “Serve ancora più impegno contro misoginia e pregiudizi”



L’annuncio dell’arrivo di Wendy Dalrymple, con una foto che mostra i suoi numerosi tatuaggi, ha scatenato offese sessiste su Twitter, tanto da portare il decano di Canterbury a intervenire . il nuovo reverendo della cattedrale di Canterbury è una reverenda. Dal 1994 nella comunione anglicana le donne possono accedere al presbiteriato, ricevere l’ordinazione episcopale, diventare diaconi e sacerdoti. Nessuno quindi tra i sudditi di re Carlo III ha manifestato stupore. Ha destato invece meraviglia che la reverenda abbia le braccia tatuate. Le immagini che si è fatta imprimere sono di carattere religioso e lei, Wendy Dalrymple, 47 anni, sposata, due figli, non le nasconde; anzi, le mostra con orgoglio. Il decano di Canterbury David Monteith ne ha preso le difese e nell’esprimerle il suo sostegno ha detto che «i tatuaggi esistono da migliaia di anni e raccontano storie di cultura». È vero, e chi studia antropologia culturale lo sa. Sa anche, però, che nello scatolone della cultura ognuno mette e toglie ciò che gli fa comodo. Oggi nella società occidentale il tatuaggio è una moda. Sono molti i personaggi in vista, soprattutto calciatori e cantanti, che attraverso i corpi affrescati come murales intendono lanciare messaggi: tatuaggi al posto di pensieri e idee. Gli imitatori, uomini e donne, sono un esercito, e stanno per invadere le spiagge per mostrare i loro capolavori: pelli come arazzi. Il corpo non è più considerato un tempio sacro da non profanare, bensì una vetrina. Dove esporre, come fa la reverenda Wendy, la propria mercanzia.



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La bellezza che salva i libri

di Mario Calabresi







Siamo portati a pensare che la bellezza sia qualcosa di naturale, che le cose belle fioriscano spontaneamente, quasi figlie di una congiunzione astrale o di un caso fortunato. Non è mai così. La bellezza è figlia del tempo, quello necessario alla Natura o all’uomo per mettere le cose in un ordine che poi ci meraviglierà (penso a un bosco, a un roseto o a una spiaggia che il mare ha creato levigando le pietre per centinaia di anni). È figlia del metodo e della costanza. Un libro, un dipinto, un film, una foto, un oggetto, un giardino, una casa, una cena, un gol: non sono mai belli per caso, per incidente o per fortuna, sono belli perché ci sono stati dedizione, cura, allenamento e soprattutto fatica.


L’interno della Libreria Palazzo Roberti © Libreria Palazzo Roberti


Una delle librerie più belle d’Italia, se non la più bella in assoluto, si trova a Bassano del Grappa e si chiama Libreria Palazzo Roberti. Occupa tutti gli 800 metri quadrati di un palazzo del Seicento in cui ha dormito due volte Napoleone - l’8 settembre del 1796, reduce dalla vittoriosa battaglia di Bassano contro gli austriaci, e nel marzo del 1797 in sosta lungo la marcia che lo porterà alle porte di Vienna -, in cui passava le sue serate lo scultore Antonio Canova e i cui soffitti sono stati affrescati nel 1799 da Antonio Scajaro, un allievo del Tiepolo. Dopo tre secoli di splendore, nel Novecento l’edificio perde splendore e declina. Le vetrine vengono affittate e divise tra vari negozi e i piani superiori adibiti a magazzini.
Quel palazzo però è nel cuore di un fotografo che, per risolvere un problema di fatica, ha fatto fortuna. Si chiama Lino Manfrotto, è figlio di un tassista e di una casalinga e fa fotografie di cronaca, nera e rosa, con trasferte freddissime a Saint Vincent per fotografare le star al casinò, scatta foto industriali per le brochure delle aziende locali, foto di battesimi, cresime e soprattutto di matrimoni. Ma proprio le attrezzature che si porta sulle spalle ai matrimoni, così pesanti e scomode, gli fanno venire l’idea con cui avrebbe svoltato la sua vita. Insieme a un amico geniale, Gilberto Battocchio, si ingegna a produrne di più leggere, maneggevoli e veloci da usare. Gli riescono talmente bene che decidono di metterle in produzione: nasce così la Manfrotto, l’azienda di treppiedi per macchine fotografiche numero uno al mondo.
Con la fortuna accumulata, il 2 dicembre 1988 compra Palazzo Roberti, pensando di restaurarlo e di farne l’abitazione di famiglia. In una parte di Palazzo Roberti c’era una libreria e il libraio, che già da qualche anno aveva lo sfratto, in un tentativo di rimanere riesce a fare mettere un vincolo ministeriale che destina l’uso del palazzo a libreria. Ma Lino non ne ha idea, quando lo scopre è costretto ad abbandonare l’idea di dormire nella stessa stanza di Napoleone ma accoglie la sfida: acquista la storica libreria di Bassano, che si chiamava Scrimin, per trasferirla lì.


Lino Manfrotto © Famiglia Manfrotto


Così un vincolo ministeriale cambia la sua vita ma soprattutto cambierà quella delle sue tre figlie: Veronica, Lorenza e Lavinia che non avevano mai desiderato, pensato o immaginato di diventare libraie.
Le tre sorelle, a partire dal 1991, dopo gli studi, iniziano a lavorare da Scrimin: sanno ben poco del mondo dei libri e non sono nemmeno delle lettrici forti, ma imparano a fare gli ordini e vanno con il furgone ai magazzini delle case editrici a Padova per ritirarli, li stipano in un deposito di Bassano da cui poi vanno avanti e indietro con un carretto carico di volumi. Il lavoro è tanto ma le cose non girano, il padre ogni anno deve ripianare i conti. Però imparano a fare tutto e per alzare lo sguardo, a turno, vanno a lavorare nella mitica libreria Hatchards in Piccadilly Street a Londra, da cui poi copieranno gli scaffali, i mobili e le riunioni editoriali.
Il 28 marzo 1998 la libreria si sposta a Palazzo Roberti, che Lino ha restaurato, e inizia la nuova avventura. Il padre però è chiaro: da questo momento dovete stare in piedi da sole. «Le cose sono andate subito bene – racconta Lorenza - ed era anche piuttosto semplice: collaboratori preparati, un buon assortimento di libri, accurati rifornimenti, la bellezza del posto. Era sufficiente aprire il portone e la gente entrava da sé. Nonostante i modelli della scuola librai ci avessero date per spacciate, già al secondo anno avevamo raggiungo il punto di pareggio, il famigerato break-even point».

Da sinistra: Lorenza Manfrotto, Inge Feltrinelli, Veronica Manfrotto, Lavinia Manfrotto e Lino Manfrotto © Famiglia Manfrotto


È l’effetto che fa a me la prima volta che ci entro, resto incantato dalla cura, dalla bellezza, dalla sensazione di accoglienza e dalla quantità di volumi (26mila titoli) divisi in sezioni molto ben definite. «I cinque libri che abbiamo venduto di più in questi 26 anni – racconta Lavinia - sono stati “Il codice da Vinci” di Dan Brown, “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini, “Sul Grappa dopo la vittoria” di Paolo Malaguti, “Cambiare l’acqua ai fiori” di Valerie Perrin e “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery. Che al terzo posto ci sia il romanzo d’esordio di Malaguti ambientato sul Monte Grappa fa capire quanto sia radicato il legame che i bassanesi hanno con il proprio territorio e la sua storia».
Le cose vanno bene fino al 2008, l’anno magico nel quale, complici dieci giorni di sconti per i festeggiamenti dei dieci anni della libreria, raggiungono il record di fatturato. Finita la festa però inizia il declino, la crisi del libro inizia a farsi sentire sempre più forte e le librerie storiche chiudono una dopo l’altra. Per resistere provano ad ampliare l’offerta, aprendo il reparto cartoleria e oggettistica. Ma non basta.
Nel 2012 le tre sorelle, in difficoltà con alcuni pagamenti, devono rompere il patto e chiedere un piccolo prestito al padre: «Glielo abbiamo restituito il mese dopo – spiega Veronica - ma è stato un monito: la scelta era soccombere o trovare il modo di risollevarci. Con la libreria non ci si arricchisce (o meglio ci si arricchisce in tutto tranne che in denaro) ma non potevamo pensare di dover ricorrere ai prestiti o fare debiti. Ci siamo dette: o invertiamo la rotta o chiudiamo».
Hanno cambiato completamente stile e atteggiamento: «Ci siamo inventate di tutto: dai laboratori per bambini in cui con uova, farina e mattarello facevamo loro preparare tagliatelle e biscotti, al tè con i libri, ai corsi di scrittura, alle tantissime presentazioni. E nonostante i temibili nemici che fronteggiavamo (Amazon, Ebook, smartphone, centri commerciali) ce l’abbiamo fatta. Abbiamo mosso la nostra pesantissima, meravigliosa nave e l’abbiamo rimessa sulla rotta della salvezza».


L'ingresso posteriore della Libreria Palazzo Roberti © Libreria Palazzo Roberti


La cosa che funziona meglio sono gli incontri con gli autori, ne fanno anche settanta l’anno, e da lì è nata la voglia di pensare più in grande: «Quando accompagnavamo gli scrittori a vedere la città, dopo le presentazioni, ci dicevano che era molto bella e che si sarebbe prestata a ospitare un festival. Abbiamo deciso di provarci ma volevamo che fosse una proiezione della libreria all’esterno, con la stessa cura e la stessa magia ma che potesse essere ospitato nei luoghi più belli di Bassano, a partire dal cortile del castello degli Ezzelini».
La prima edizione è nel 2016: «Le case editrici ci proponevano di portare libri che raccontavano tutti storie di resistenza: fisica, psicologica, economica. Così abbiamo deciso di chiamare il nostro festival “Resistere”, perché la vita prima o poi ti mette alla prova e tu devi resistere. Quell’anno è venuto Sepulveda e per noi è stato un momento indimenticabile».


Quest’anno il festival “Resistere” inaugura la collaborazione con Chora Media e Will attraverso una serie di eventi durante i giorni della rassegna. Trovate qui il programma completo

L’inaugurazione della prima edizione del festival nel 2016 con Carlin Petrini


Sono passati 26 anni dall’apertura della libreria: «Se ci guardiamo indietro vediamo che grazie al cielo la strada percorsa era corretta e ci ha portate dove siamo, ma nessun salto triplo ci avrebbe condotte qui: è stato necessario ogni passo, non ci sono scorciatoie. Ci siamo guadagnate ogni punto di sconto in più, ogni autore che è venuto, ogni relazione proficua, ogni cliente, ogni riga scritta su di noi. Ci vogliono tempo e abnegazione. Il lavoro è fatica, prima dell’appagamento viene la fatica. E non si può avere soddisfazione in alcun lavoro se non si fa prima fatica»



5.6.24

destra sempre più arrogante e caffona oltre che ignorante il caso della deputata venerta di Fdi elena donazzan che dice che matrimoni misti favoriscono i terroristi o ., e l'nsult a matrgherita lachin rimproverata in consiglio comunale per aver definito "antifascista" la Costituzione




È stata prima insultata da un consigliere di Fratelli d'Italia e poi redarguita dal presidente dell'assemblea per aver definito "antifascista" la Costituzione. È accaduto durante la seduta del 3 giugno del consiglio comunale di Marcon, cittadina di 17mila abitanti alle porte di Venezia. Margherita Lachin (  foto  a   sinistra  ) consigliera Pd dell'opposizione, prende la parola, ma viene interrotta dai consiglieri della maggioranza appena definisce "antifascista" la Costituzione. 
Si sente chiaramente un insulto al suo indirizzo ("vaffa.."), proveniente da Stefano Franceschetto, capogruppo di Fratelli d'Italia, che viene richiamato dal presidente, Thomas De Rossi. Ma lo stesso De Rossi, immediatamente dopo, se la prende con la consigliera Pd: "L'antifascismo c'entra abbastanza poco, la invito a continuare con i dovuti modi", le dice. E alla replica incredula di Lachin ribatte, stravolgendo completamente i fatti: "Chiarisca la sua posizione perché sennò le tolgo la parola: ha dato del fascista a...?". "Io non ho dato del fascista a nessuno", chiarisce Lachin. "Lei mi riprende perché ho detto "costituzione antifascista" e non dice nulla a chi mi ha offeso con una parolaccia ?".
Mi sa  che     ha  ragione  Montinari  


4.6.24

Come capire se un numero è di un call center o spam senza app antispam oltre la ricerca del numero su Internet

 

leggi anche

oltre  i sistemi    citati   nell post  precedente  ( vei url  sopra  )    e  eventualmente  il registro 
dell'opposizione    un altro modo di    difendersi    dallo spam  è come capire se un numero è di un call center o spam   senza   app con la ricerca del numero su Internet .
Un metodo semplice ma efficace è ricercare il numero su internet. Spesso, se il numero appartiene a un call center, si troveranno recensioni o segnalazioni in forum o siti dedicati. Questo metodo può fornire rapidamente una conferma dell’origine del numero.La ricerca del numero su internet rappresenta uno dei metodi più immediati e accessibili per verificare se un numero telefonico appartiene a un call center. Questo approccio sfrutta la vastità delle informazioni disponibili online per offrire una rapida identificazione del chiamante. Vediamo come ottimizzare questa ricerca per ottenere risultati affidabili.
Come Funziona la Ricerca
Digitare il numero di telefono nella barra di ricerca di un motore di ricerca (come Google, Bing o DuckDuckGo) è il primo passo. È consigliabile inserire il numero in diverse formattazioni (ad esempio, con o senza il prefisso internazionale, separando i numeri con spazi o trattini) per aumentare le possibilità di trovare corrispondenze precise.La ricerca restituirà spesso link a siti web specializzati in cui gli utenti segnalano e discutono numeri di telefono associati a truffe, telemarketing o call center. Siti come WhoCallsMe, Tellows, e Should I Answer? sono esempi di risorse dove gli utenti possono lasciare commenti e valutazioni su numeri specifici, offrendo una panoramica dell’esperienza di altri utenti con quel numero.I social media e le directory online possono essere altrettanto utili nella ricerca. Numeri di telefono associati a imprese legittime sono spesso elencati sui loro profili social o pagine di contatto. Questo può aiutare a distinguere tra chiamate da call center e quelle da aziende con cui si ha già una
relazione.
Come capire se un numero è di un call center facendo attenzione alle false segnalazioni
È importante approcciare le informazioni trovate con un certo grado di scetticismo. Non tutte le segnalazioni o i commenti potrebbero essere accurati o aggiornati. In alcuni casi, numeri precedentemente utilizzati da call center potrebbero essere stati successivamente assegnati a utenti privati o aziende legittime. Durante la ricerca, è fondamentale anche considerare la propria privacy e sicurezza online. Evitare di inserire numeri di telefono in siti web poco affidabili che potrebbero raccogliere dati personali per scopi illeciti.La ricerca del numero su internet è uno strumento prezioso per chiunque desideri identificare rapidamente la fonte di una chiamata sospetta. Con l’uso di motori di ricerca, siti web dedicati, e piattaforme social, è possibile ottenere una buona indicazione sull’origine di un numero. Tuttavia, è essenziale utilizzare queste informazioni con discernimento, tenendo sempre in considerazione la possibilità di errori o informazioni obsolete.
Oppure    c'è  il fai da te 
 Quando riceviamo una chiamata da un numero sconosciuto, è naturale chiedersi chi possa essere dall’altra parte della linea. Identificare se si tratta di un call center può essere più semplice di quanto si pensi, prestando attenzione a determinati indizi durante la chiamata. Questi segnali possono aiutarci a capire rapidamente la natura della chiamata, permettendoci di agire di conseguenza. La tecnica  che  uso io   , per  provare  a distinguere  le  chiamate spam da   chiamate  di lavoro  è quella  di lasciarli squillare   se  vedo   che  richiamano o con lo stesso  n   o  un numero diverso è spam  perchè  prima quando richiamavo mi dicevo che il n    non è  abilitato al  traffico entrante   idem per  sms  .  Oltre quello    suggerito prima    un numero spam o sospetto tale    è   visto  che  prendono  (  ecco perchè quando si cambia  n  è semrpe  meglio  fare la portabilità  del  vecchio  )      usano  un trucchetto legale   cioè aspettano due mesi  o   che  ill n non più reclamato     dall'utente   per  cambio  o per   chìusura  senza portabilità   della  scheda precedente  e  usano come  n    insiuenme  ad  i  nomi identificativi     che  il proprietario precedente  ha  usato per  chiamare  la  sua  scheda   .Durante la chiamata, ci sono alcuni indizi che possono suggerire l’origine da call center. Ad esempio, un ritardo nell’inizio della conversazione dopo aver risposto o la presenza di rumore di fondo tipico di un ambiente di call center. Inoltre, se l’interlocutore , quando non parte  un nastro registrato  , segue uno script o fa domande generiche, è probabile che si tratti di una chiamata da call center.


1. Ritardo nella Risposta
Uno degli indizi più evidenti è un ritardo nell’inizio della conversazione dopo aver risposto. Questo accade perché molti call center utilizzano sistemi di dialing automatici che chiamano diversi numeri contemporaneamente. Il primo che risponde viene collegato all’operatore disponibile, causando così un breve ritardo. Se notate un silenzio insolito prima che qualcuno inizi a parlare, potrebbe essere un segnale.
2. Rumore di Fondo
Prestare attenzione al rumore di fondo può offrire ulteriori indizi. I call center sono ambienti rumorosi, pieni di persone che parlano al telefono. Se durante la chiamata sentite voci indistinte o un costante brusio di sottofondo,  e non risponde  nessuno\a  e  parte un nastro registrato  è probabile che la chiamata provenga da un ambiente di call center.
3. Uso di uno Script
Gli operatori di call center sono spesso formati per seguire script dettagliati durante le loro chiamate. Se l’interlocutore sembra leggere da uno script, facendo pause innaturali o ripetendo le stesse frasi in modo meccanico, è probabile che si tratti di una chiamata da call center. Questo approccio aiuta a mantenere la coerenza e l’efficienza, ma rende anche le conversazioni meno personali.
4. Domande Generiche
Le chiamate da call center iniziano spesso con domande generiche volte a catturare l’interesse o a verificare l’identità del destinatario. Frasi come “Sto parlando con il proprietario della casa?” o “Lei è interessato a risparmiare sulla bolletta energetica?” sono comuni. Queste domande servono a ingaggiare il destinatario prima di procedere con il vero scopo della chiamata.
5. Richieste di Conferma dei Dati Personali
Se l’interlocutore chiede immediatamente di confermare dati personali o informazioni sensibili, è un forte indicatore che la chiamata possa provenire da un call center. Sebbene alcune di queste chiamate possano essere legittime, è sempre meglio esercitare cautela e non fornire informazioni personali a meno che non siate certi dell’identità del chiamante.
Infatti   https://www.spiare.com/blog/come-capire-se-un-numero-e-spamne  aggiunge  altre 

  •   Numeri Sconosciuti o Stranamente Formattati: Uno dei primi indizi è ricevere chiamate da numeri che non riconosci, specialmente se presentano una formattazione insolita. Spesso, i truffatori utilizzano tecniche di ‘spoofing’ per mascherare il loro vero numero, facendolo apparire come se provenisse da una fonte legittima.
  • Frequenza delle Chiamate: Se ricevi chiamate ripetute dallo stesso numero, specialmente in orari insoliti, questo potrebbe essere un segnale di allarme. I truffatori spesso insistono, sperando di catturare la tua attenzione.
  • Messaggi Vaghi o Nessun Messaggio: Un altro segnale di allarme è quando il chiamante lascia messaggi vaghi o non lascia affatto un messaggio. Questo può essere un tentativo di indurti a richiamare, innescando potenzialmente costi nascosti o altre truffe.soprattutto  se  uusano la tecnica     linee all'estero  centrale    in italia  (     come li  numeri erotici  per  i   " pipparoli " cit  fantozzi   )   
  • Richieste di Informazioni Personali: Se il chiamante chiede informazioni personali, finanziarie o di sicurezza, è quasi certamente una chiamata spam. Le istituzioni legittime non chiederanno mai tali informazioni via telefono in modo non sollecitato.
  • Offerte Troppo Belle per Essere Vere: Sii sempre scettico nei confronti di offerte che sembrano troppo vantaggiose per essere reali. Questo include promesse di vincite a concorsi a cui non hai partecipato o offerte di prodotti a prezzi incredibilmente bassi.
  • Pressione per Agire Immediatamente: Un tattica comune usata dai truffatori è creare un senso di urgenza, insistendo che devi agire immediatamente. Questo può essere un tentativo di farti prendere decisioni affrettate senza il tempo di riflettere o verificare la legittimità della chiamata  e della  pposta  .
  • Qualità della Linea Telefonica: A volte, la qualità della chiamata può essere un indizio. Le chiamate spam possono provenire da lontano e presentare ritardi, echi o rumori di fondo insoliti.
  • Tecniche di Manipolazione Psicologica: I truffatori spesso usano tecniche di manipolazione, come lusinghe o intimidazioni, per ottenere ciò che vogliono. Essere consapevoli di queste tattiche può aiutarti a rimanere vigile e a non cadere nelle loro trappole.


ecco  per concludere    che riconoscere questi indizi durante una chiamata può aiutarvi a identificare rapidamente se state parlando con un call center. Questa consapevolezza vi permetterà di gestire meglio la situazione, decidendo se continuare la conversazione o terminare la chiamata,  oppure    non rispondere  affatto 
Ricordate, la cautela è sempre la migliore politica quando si tratta di gestire chiamate da numeri sconosciuti.Identificare se un numero appartiene a un call center è diventato essenziale per proteggere la propria privacy e ridurre le interruzioni indesiderate. Utilizzando metodi come il riconoscimento dei pattern dei numeri, l’uso di app e servizi online, la ricerca su internet e l’ascolto attento durante la chiamata, è possibile distinguere con maggiore sicurezza le chiamate legittime da quelle di call center. Ricordate, tuttavia, che la vigilanza e l’uso di strumenti affidabili sono fondamentali in questo processo.Attraverso l’ottimizzazione di questo articolo, miriamo  a raggiungere coloro che cercano soluzioni a questo problema comune, fornendo loro informazioni utili e pratiche per navigare nel mondo delle chiamate indesiderate.

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco prima e seconda parte

Con questa piccola guida a puntate, che potrete ritagliare e conservare, vi daremo ogni settimana un consiglio pratico per mettervi al sicu...