20.2.18

speriamo che sia il primo di una serie .Usa, fanatico delle armi distrugge il suo fucile su Fb: ''La vita di una persona vale di più' ". a quando in italia

meglio tardi cnhe mai

Il suo AR-15 Scott Dani Pappalardo lo aveva comprato 30 anni fa. Appassionato di tiro al bersaglio e da sempre sostenitore del diritto alle armi - con un tatuaggio del secondo emendamento sul braccio - ha distrutto il suo fucile in un video pubblicato su Facebook poi diventato virale. 

La decisione del gesto è scattata all'indomani della strage nel liceo Dougals di Parkland, in Florida, dove il 15 febbraio scorso Nikolas Cruz, ex studente, ha aperto il fuoco uccidendo 17 persone. ''Non vorrei mai che il mio fucile togliesse la vita di qualcuno - spiega Pappalardo nel video - il diritto di possedere un'arma non vale di più della vita di qualcuno''.  E' sui social network sono tantissimi i messaggi per la campagna #One-less gun, 'Un'arma in meno', lanciata dopo la strage in Florida: i sostenitori sono proprio i fanatici delle armi che stanno postando video sui social mentre le distruggono. 

  a  quando un gesto simile  in italia   da part  di  un Salvinista  ?

Mettono annuncio su Facebook per scambiare il cucciolo per un Iphone che gentaglia


Bigodino2018-02-19




Ogni giorno sentiamo storie di animali, abbandonati, senza nessuno che li salvi da queste persone così crudeli. Non riusciamo a crederci che questa cattiveria sia tutta contro questi poveri cani. Loro nella vita non chiedono molto, ma solamente di essere amati, come meritano e come è giusto che sia.




Mettono annuncio su Facebook per scambiare il cucciolo per un Iphone

Questa storia inizia con un annuncio su Facebook [ stavolta vero  (  SIC  )   rispetto a quello   che era  successo  qualche  hanno  fa in campania  ]di un povero amico a quattro zampe, il cui proprietario voleva scambiarlo per comprare un IPhone. Un'amica di Emma Haswell, fondatrice del Brightside Farm Sanctuaryen Australia, ha letto questo post ed è rimasta molto colpita. Non credeva che per un oggetto così futile, potesse rimetterci un povero cane. La cosa ancora più grave, è che il cucciolo aveva solamente quattordici mesi e quindi era stato preso da poco e la sua famiglia già si era stufato di tenerlo. Emma non aveva mai sentito che un cane si potesse scambiare con un telefono. Veramente nessuno aveva mai visto una cosa così crudele. E' davvero impensabile. Voleva assolutamente rovinare il suo business, così non ha sprecato un solo minuto e ha chiamato subito il venditore. Gli ha dovuto dare comunque qualche soldo, ma non troppi come il prezzo di un IPhone. La donna è andata a prendere subito il cucciolo e l'ha portato al rifugio della sua amica. L'hanno chiamato Possum. L'hanno vaccinato e sterilizzato e nel giro di pochissimo tempo il piccolo, ha trovato una famiglia che gli vuole bene, con un altro amico a quattro zampe e un bambino molto dolce, che lo ama tantissimo.




Mettono annuncio su Facebook per scambiare il cucciolo per un Iphone

Tutti i suoi amici umani sono follemente innamorati di lui.




Mettono annuncio su Facebook per scambiare il cucciolo per un Iphone

Finalmente ora Possum, non sarà più scambiato per un oggetto, ma avrà sempre l'amore della sua famiglia.




Mettono annuncio su Facebook per scambiare il cucciolo per un Iphone

Che  gente   folle   che  c'è  ! L'amore di un cagnolino barattato per una cagata Apple .   ma  che  razza di persone     sono queste   ?  mi chiedo ma  si può essere più superficiali e crudeli di così, come si fa a barattare un musetto delizioso come questo con un oggetto, ma veramente!! Più sento di queste assurdità, e più apprezzo il mondo animale❤️🐕.Ora   Non so se questa notizia sia verao  falsa   come quella   diNapoli ( vedere  url   nele righe  precedentu   ] , voglio augurarmi che sia una c.....a. Perché sarebbe da stupidi postare una cosa del genere su Facebook. Ma ormai non mi sorprende più niente. Comunque sono felicissima per te Possum😁🤗 Stronzo ti auguro la solitudine .
 concordo     quanto dice    




Gallo Leo Leon
Feb 19
Gli ALIENI AMERICANI DELLA APPLE hanno fatto colpo ancora sulle menti deboli
nel commento su bigodino .   A  certi   esseri umani dovrebbero trarre insegnamento dagli animali. Buona fortuna Possum!  Infatti siamo proprio arrivati alla frutta... Io scambierei la loro materia grigia con la cacca .Meno male    che  non  tutti i mali vengono per nuocere... In tutta questa (triste) storia di sicuro il cucciolotto ci ha guadagnato!  concludo  facendo mia questa provocazione  lanicata  da  

Riccardo Parisi
Feb 19
Scambiamoglielo per un telefono apple e visto che sta girando un simbolo dell' alfabeto indiano che fa bloccare app e direttamente tutto il telefono gliel'ho spediamo tramite email lo leggera e🙌🙏👏







sempre sui bigodino

19.2.18

La vita non è trovare te stesso. La vita è creare te stesso

musica consigliata  
Il live   :  In Quiete - Consorzio Suonatori Indipendenti (live acustico 1994)




da https://www.facebook.com/Ilgiardinodegliilluminati/


La vita non è trovare te stesso. La vita è creare te stesso. George Bernard Shaw


infatti come  dice https://www.bigodino.it/lifestyle/la-vita-ci-manda-dei-segnali-ecco-come-imparare-a-leggerli.html

Imparare a leggere nel libro della vita, è un mistero per molti mentre, per altri, è così naturale lasciare che le cose fluiscano. Alcune persone cercano di capire di più mentre altre preferiscono semplicemente adattarsi, giorno per giorno e prendere gli eventi della vita con una naturalezza che raramente riesce ad alterare il loro stato di consapevolezza. “Noi non agiamo bene perché abbiamo virtù o eccellenza, ma abbiamo piuttosto queste due perché abbiamo agito correttamente” diceva Aristotele.




Succede che la vita, l’universo, la cosmogonia, ci invia costantemente dei segnali.
Stà noi dcidere se  coglierli  o meno  ( corsivo mio  )  Di fronte ai nostri grandi dubbi, prima delle decisioni più trascendentali, prima delle opzioni e delle opportunità che ci appaiono nella vita, riceviamo sempre dei segnali dalla vita ma, generalmente, non li percepiamo o semplicemente ci rifiutiamo di percepirli, sia perché non sono conformi ai nostri desideri, sia perché siamo molto immersi nei nostri pensieri. Tutto nella vita è causa ed effetto: tutto ciò che generiamo, prima o poi ha le sue conseguenze. Le persone vanno e vengono, le cose materiali a volte mancano e altre ce le lasciamo alle spalle ma, come sempre, l’universo segue sempre il suo corso. Molte volte cose inaspettate ci succedono, la vita ci sorprende, nel bene e nel male. Quando meno ci aspettiamo, riceviamo consigli o una chiamata, un avviso, una nuova alternativa, un viaggio o un cambiamento. I segnali dalla vita possono arrivare in molti modi, prima o dopo un’evento e noi, semplicemente, non ce ne rendiamo conto, perché viviamo immersi nel passato o nel futuro che non è ancora presente… I segnali della vita arrivano, si mostrano, si fanno sentire ed è necessario che tutti siano attenti ad afferrali e capirli. Non dobbiamo vivere in un’angoscia permanente, in ansia o in un’attesa costante ma in pace. Dobbiamo stare attenti a ogni suono e ogni percezione che tocca la nostra anima, a quei pensieri che sentiamo sussurrare nelle nostre orecchie. Bisogna farci caso alle persone che passano come stelle cadenti e molte volte non capiamo il significato del loro passaggio attraverso la nostra vita.
 ora  Sempre  secondo    l'articolo di  Bigodino  Dobbiamo soffermarci a quegli istanti in cui ci sentiamo veramente connessi con quella legge meravigliosa che governa l’universo e che dura così pochi momenti che lo dimentichiamo rapidamente perchè    son attimi     che 


Ecco   che  “C’è una forza trainante più potente del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà” diceva Albert Einstein




Dobbiamo Imparare a leggere e capire i segnali della vita, ci insegnerà che non siamo mai felici o infelici, che tutto dipende dal nostro atteggiamento, dalla nostra capacità di essere compassionevoli, di tollerare  comprendere  e sapere come rinunciare a ciò che non abbiamo più .






Imparare a leggere e capire i segnali della vita, ci insegnerà che non siamo mai felici o infelici, che tutto dipende dal nostro atteggiamento, dalla nostra capacità di essere compassionevoli, di sopportare  e sapere come rinunciare a ciò che non abbiamo più.



Anche se a volte non ci piace ciò che ci viene mostrato, è meglio accertarlo ,  poi   stra  a noi se  in maniera  acritica  o critica  




18.2.18

Palermo, la rinascita di Noemi: "Ho visto papà uccidere mamma, ma ora non lo odio più"



Noemi D’Alba sorride ma gli occhi blu tradiscono un passato di dolore. "Non dimenticherò mai quei rumori e quelle immagini", dice mentre trattiene le lacrime. Il padre, un carabiniere, uccise a colpi di pistola la moglie e poi si suicidò nella loro camera da letto dell’alloggio in caserma. Noemi oggi ha 18 anni. "L’ho odiato per i primi due anni, poi l’ho perdonato", racconta. L’amore? "Un sentimento con molte sfumature. Sono innamorata", dice. Nel portafoglio porta due foto: della mamma e del papà. "Sono sempre con me".


 qui  l'articolo     da  repubblica  d'oggi   rungrazio Gianfranco Vanni per   averla posta  su facebook 


Noemi D’Alba sorride ma gli occhi blu tradiscono un passato di dolore. «Non dimenticherò mai quei rumori e quelle immagini», dice mentre abbassa lo sguardo e trattiene le lacrime.
Dietro a una porta di legno massello che sfondò a calci nel 2012 si ritrovò davanti alla sua nuova vita ad appena 12 anni. Il padre, un carabiniere, uccise a colpi di pistola la moglie e poi si suicidò nella loro camera da letto dell’alloggio in caserma. La coppia era separata da alcuni mesi, lui era molto geloso.
Noemi, oggi lei ha 18 anni.
Quali sono i suoi sogni per il futuro?
«Vorrei partecipare al concorso per carabiniere. Sono un perito chimico ma vorrei studiare biologia per poi entrare nel Ris. Ma il mio più grande sogno, quello che coltivo da bambina, è scoprire la cura per il cancro. Chissà...».
Carabiniere come suo padre?
«Sì anche se i primi due anni l’ho odiato. Poi, col tempo, ho compreso che era un sentimento inutile e l’ho perdonato. È stato comunque l’uomo che mi ha donato la vita. Sono anche andata a trovarlo al cimitero. Gli ho parlato e, per quel che può valere, gli ho raccontato come sta andando la mia vita».
Lei quel giorno fu molto determinata e lucida. Ha avuto un gran coraggio.
«Il coraggio l’ho avuto soprattutto nel vietare alla mia sorellina di 5 anni di entrare in quella stanza e di portare con sé quel ricordo. Ho preservato la sua memoria, lei è la mia sorellina e l’ho protetta.
L’affidai ai vicini e chiamai subito il 118. In un primo momento l’operatore non credette a quello che gli raccontai. Pensò a uno scherzo e mi disse che era impossibile che in una caserma dei carabinieri stesse accadendo una cosa del genere. Gli urlai e si rese conto della mia disperazione e che tutto purtroppo era vero».
Un giudice decise di affidare lei e sua sorella a una zia. Come è andata la sua vita?
«Ho dovuto lasciare Palermo e trasferirmi ad Aragona, un paesino dell’Agrigentino. I primi tre anni ho sofferto moltissimo per questo, poi ho cominciato a farmi alcuni amici. Lo studio mi ha aiutata così come la musica. Ma appena ho compiuto 18 anni ho provato ad andare via. Sono stata sei mesi in Puglia dove ho lavorato come cameriera».
E perché è tornata?
«Mi mancavano gli amici e mia sorella. E soprattutto sono tornata perché mi voglio preparare bene per il concorso nell’Arma. Se dovesse andar male cercherò un altro lavoro magari ad Agrigento».
Cosa le ha permesso di andare avanti?
«La forza di volontà, non mi abbatto davanti a niente. A tutti i figli che come me sono rimasti senza genitori vorrei lanciare un messaggio di speranza. Bisogna non lasciarsi sopraffare dalle emozioni negative, dai sensi di colpa, dalla tristezza. Bisogna gioire nonostante tutto».
Cosa pensa degli uomini?
«Il fatto che abbia odiato un uomo non vuol dire che li odio tutti.
Vorrei dire agli uomini che se una storia finisce per qualsiasi motivo, bisogna accettare con serenità la rottura. E soprattutto a un padre vorrei dire che oltre all’amore per la sua donna c’è anche l’amore, forse più grande, per i suoi figli».
Cos’è l’amore?
«Azzardo una risposta. È un sentimento che ha tante sfumature. L’amore non è soltanto quello verso un uomo, c’è anche l’amore per i familiari e quello per gli amici. Gli amici sono stati determinanti nella mia esistenza, non mi hanno fatto sentire sola. In pochi sanno del mio passato e mi conoscono a fondo. E poi sono stata fortunata perché con mia zia ho instaurato un rapporto molto materno».
E la gelosia?
«Può essere piacevole in un rapporto se dosata bene, ma distruttiva se diventa accecante».
È innamorata?
«Sì».
Che ricordi sono rimasti della
vita prima del 2012 ?
«Ricordi bellissimi e anche alcuni meno belli. Mamma è stata una modella, poi si è dedicata completamente a noi. Era molto presente anche nei momenti di crisi con papà. Percepivo che c’era qualcosa che non andava e ho anche assistito ad alcuni litigi. Ma in quale famiglia non ce ne sono?».
Ha mai temuto che potesse finire in quel modo?
«Assolutamente no. Ero una bambina e speravo che i miei genitori ritornassero insieme».
Il suo cantante preferito è Bon Jovi, c’è una canzone che porta nel cuore?
«È “Always”. Parla di una storia di amore che finisce. L’uomo rimasto senza la sua donna soffre e spera in un’altra possibilità, quella anche oltre la vita».
Nel portafoglio porta due foto.
«Sono quelle di mamma e papà.Sono una accanto all’altra.Mamma e papà per sempre con me».
Dopo aver sparato a mia madre si suicidò Ho capito che odiarlo era inutile. Sono anche andata al cimitero a trovarlo e raccontargli come va la mia vita Mi sono diplomata e adesso vorrei fare il carabiniere come lui Agli uomini voglio dire: imparate ad accettare la fine delle vostre storie



Da Repubblica di oggi

storie d'altri tempi . le persone di colore rapressentanti ancora come scimmie ., un medico a cavallo ., la candidata senza volto: in corsa Piera Aiello, testimone di giustizia, l'italia terra di deportazione ? il caso di Tony Driver, la storia del tassista condannato a tornare dagli Usa a Bari dopo quarant'anni


storie  tratte  da  repubblica.it 


Nelle Langhe il medico che si sposta a cavallo: "Faccio prima, e a volte la presenza di un animale 
aiuta i malati




Roberto Anfosso lavora in una Asl del Cuneese e monta da quand'era ragazzino. Nelle bisacce c'è tutto quel che serve  di GRETA DI MARIA


Il dottore arriva al galoppo. Roberto Anfosso, medico di base della Asl Cn2, 63 anni, si prende cura del suo cavallo, lo pulisce, prepara la bardatura. Se arriva la chiamata, monta in sella e corre dal paziente attraverso le campagne di Verduno, in provincia di Cuneo. Vino, nocciole, aspettative di vita molto alte rispetto alla media italiana.
Anfosso sembra un medico d'altri tempi, da romanzo dell'Ottocento. Ha sistemato ai lati della sella due bisacce con l’occorrente per le visite: dallo stetoscopio al misuratore di pressione, ai medicinali, ai fogli per le impegnative. Visita persone che hanno in media 70 anni, qualcuno anche over 100. Racconta che il cavallo è il suo mezzo preferito per le visite non urgenti e di routine, tipo il controllo della pressione, un'influenza, il monitoraggio del diabete. "Ogni settimana percorro da ottanta a cento chilometri a cavallo - spiega Anfosso - nei primi tre anni ho fatto circa mille visite, ora ho smesso di contarle. Sono diventate troppe". l dottore monta da quando aveva 14 anni, quando l'asma lo costrinse a rinunciare al calcio. Ma la sua prima visita a cavallo arrivò per caso, in un pomeriggio, mentre era in sella per diletto. "Quando sono arrivato, il paziente mi ha guardato in modo strano, era sorprewso, non mi ha lasciato entrare". Ma Anfosso ritiene che il suo insolito modo di visitare abbia un impatto positivo sui pazienti. "Quando un medico arriva a cavallo, il malato sente che il dottore ha più tempo da dedicargli. Si crea una relazione speciale, molto umana, meno istituzionale".

Un altro aspetto positivo, è che "le persone anziane, in particolare, si concentrano troppo
sui loro problemi e il cavallo riesce a distrarle: se una visita dura venti minuti, ne passano dieci a parlare del cavallo, dei loro ricordi. Molto spesso - continua Anfosso - ti offrono cibo e vino, perché qui quasi tutti sono produttori. Stappano una bottiglia e non puoi dire di no, significherebbe rifiutare l'ospitalità e i frutti del loro lavoro". Una storia fuori dal comune tanto che l'agenzia Agence France Presse ha voluto dedicargli un fotoreportage.
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Il Lunar Gala Show è il varietà più seguito al mondo con centinaia di milioni di spettatori. Quest'anno ha fatto molto discutere una scenetta nella quale un'attrice con viso e braccia colorate di nero e un abbondante di dietro finto è salita sul palco per impersonare la madre di una ragazza africana che vuole studiare in Cina e che afferma: "Voglio essere come il popolo cinese e lavorare sodo". La caricatura, affiancata da un attore vestito da scimmia, ha diviso il pubblico. In molti hanno definito la scena 'imbarazzante' e sui media internazionali lo sketch è stato tacciato di razzismo.



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Sul "santino" elettorale ci sono soltanto il nome e il cognome: Piera Aiello. 
In lizza a Marsala (Trapani) per il collegio uninominale della Camera, per il Movimento 5 stelle, c'è una candidata senza volto. Da quando 26 anni fa denunciò gli affari mafiosi della famiglia di suo marito, vive in una località protetta sotto un'altra identità. Il suo viso non può essere fotografato né ripreso.


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L'incredibile storia di Pasquale Donatone diventa un documentario. Emigrato negli Usa quarant'anni fa è costretto a rientrare a Bari per 10 anni.
 E' la condanna inflitta da un giudice statunitense che lo ha giudicato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Negli States Pasquale diventa un tassista e si fa chiamare Tony: nel 2014 viene scoperto dalla polizia mentre trasporta cittadini messicani oltre il confine Usa. E qui comincia la sua disavventura che lo porterà a vivere in una grotta a Polignano a Mare come un eremita. Fino all'incontro col regista Ascanio Petrini che decide di girare Tony Driver, un deportato al contrario. Un documentario prodotto dalla Rabid film (di Antonella Gaeta e Paolo Russo) 


un vescovo della provincia pavese dice No al concerto di Povia

un vescovo un po' cerchiobottista dice No al concerto di Povia , ma ha ragione . non basta quanto questa comagna elettorale sta facendo con quello che è sucesso a macerata
Il caso a Pavia: il vescovo dice no al concerto di Povia in programma stasera al teatro dei Salesiani. Nel comunicato della Curia si sottolinea che l'iniziativa, rimandata a data da destinarsi, poteva "essere intesa quale appoggio a una forza politica" a elezioni imminenti
Pavia, il cantautore era annunciato al teatro dei Salesiani con il segretario del Popolo della Famiglia. La diocesi: «Inopportuno»
LAPROVINCIAPAVESE.GELOCAL.IT

aìnche i duri hanno un cuore. Piostoia Fa i debiti per curare la madre, il giudice glieli dimezza

non sempre i magistrsti sonotutti corrotti o imbelli \ strampalati e eri esecutori di leggi astruse . Capita come la storia ripresa qui sotto da http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2018/02/15/ che hanno un cuore e che sono sensibili

LEGGE SALVASUICIDI 

Fa i debiti per curare la madre, il giudice glieli dimezza

In aumento i casi di persone che rimangono schiacciate dalle rate dei prestiti. L'intervento del Movimento difesa del cittadino






















PISTOIA. La crisi da una parte, e dall’altra la tendenza a voler seguire uno stile di vita che non ci si può permettere. Sono sempre di più i pistoiesi che per far fronte alle spese di ogni giorno ricorrono a forme di finanziamento. Che, usate inconsapevolmente, oppure di fronte a imprevisti economici, possono generare situazioni a volte tragiche. Per far fronte alle quali, nel 2012, è stata varata la cosidetta “legge salvasuicidi”. Studiata per aiutare famiglie e piccoli imprenditori ad uscire dal sovraindebitamento: proponendo al Tribunale un piano per la ristrutturazione dei debiti che, se approvato dal giudice, sarà obbligatorio per tutti i creditori.
Ed è proprio di questo che si occupa il Movimento difesa del cittadino di Pistoia, a suo tempo sportello pilota per la Regione Toscana su questo fronte e oggi punto di riferimento per altri sportelli nati negli anni in tutta Italia. Nel 2017 sono state 236 le pratiche portate avanti dall’Mdc di via Puccini (la sede è al numero 85), guidato dalla responsabile per la Toscana Desirée Diddi in sinergia con l’avvocato Simone Silvestrini. Non tutti casi di sovraindebitamento, ma anche pratiche per le controversie che i cittadini si trovano ad affrontare con i grandi gestori telefonici e di altre utenze, spesso per servizi o contratti non richiesti: spesso risolte agli appositi tavoli di conciliazione con rimborsi e risarcimenti. Sempre però, solo i casi (l’Mdc è fermo su tale presupposto) che, al termine di un colloquio preliminare gratuito, vengono giudicati idonei per essere portati in fondo.
Sovraindebitamento, dicevamo. Due i casi eclatanti risolti ultimamente in via Puccini. Quello di un dipendente pubblico indebitato con una finanziaria per oltre 50.000 euro, per far curare la madre anziana e malata sempre più gravemente; e che poi quando la madre era morta non aveva potuto più rientrare essendo venuta a mancare la pensione della donna. Riconosciuta la sua meritevolezza, il giudice ha ridotto il suo debito a 20.000 euro accogliendo la proposta di rateizzazione.
Secondo caso, quello di una coppia di coniugi, il cui debito di circa 77.000 euro (gravidanza andata male, conseguente malattia della donna, seguita dal suo licenziamento) è stato ridotto del 40% dal tribunale, ristrutturandolo poi con un piano di rateizzazione a lunghissimo termine.

basta con Il cannibalismo mediatico sui corpi delle donne

musica  consigliata  



  • And Then You Kissed Me- The Cardigans
  • Call Me When You’re Sober – Evanescence
  • Woman is the Nigger of the World – John Lennon
  • The Magdalene Laundries – Joni Mitchell
  • Winger on the Weekend – Julia Stone
  • Where the Wild Roses Grow – Kylie Minogue
  • Don’t Leave me Now – Pink Floyd
  • Bang and Blame- R.E.M.
  • Every Breath You Take-The Police
  • Angels-Within Temptation
  • Like a Rose on the Grave of Love- Xandria

  • ringrazio   l'amica  e  compagna  di viaggio  ed  utente   del blog  (  N.b  per  problemi tecnici   e  di tempo da parte  sua     i post  da   me riportati con la  dictura   ©   affianco  a  suo nome   all'ìinterno del titolo   del post  sono   suoi articoli  )    daniela tuscano  per  avermi segnalato   questo articolo https://www.articolo21.org 

    Ha  chiaramente   ragione   l'articolista   quando dice 



    [.... ]
    Ma cosa può cambiare in una sistema che fa di tutto questo il suo più prelibato pasto? Una succulenta mistura di morbosità fatta di sesso, ragazze carine, uomini violenti e squartatori? Una cultura che ancora adesso racconta di melodrammi fatti di gelosia e sangue, di raptus improvvisi e rende le donne responsabili della violenza che subiscono a causa della loro bellezza, o della pressione che fanno su poveri mariti che “non accettano la separazione”? Quella stessa cultura che ha prodotto le domande fatte dagli avvocati dei due carabinieri accusati di stupro da due studentesse americane a Firenze, pubblicate su Corriere della sera giorni fa: “portava biancheria intima quella sera? è fidanzata? è attratta dalle divise?”.
    [....] 

      il resto del'articolo lo  trovate  sotto   a  fine post  

    Ma cosa ce    ne frega , a meno che non  fossimo allupati  , se porta  o non  le mutande, se sono carina o  brutta , di  quante ossa sono entrate nella valigia?    di quello che faceva  prima d'essere uccisa  , ecc  .  Quello che ti deve interessare , ovviamente  senza  scendere  nella   morbosità  , è che ha  stata stuprata, uccisa, picchiata, anche a causa della mentalità ma  non solo  con cui descriviamo le donne  e   giudichiamo  la  loro condotta sessuale   o   il oro modo di vestire  . Insomma   una cultura che rende tutto ciò normale e impunibile, e che nel mondo ha prodotto  <<   1 miliardo di donne che sono nella mia stessa situazione a dimostrazione che quello che mi è successo non riguarda solo me, e non è imputabile al mio comportamento o al mio abbigliamento o alle mie abitudini, questo devi raccontare al mondo per rendere giustizia alla verità, nient’altro. >>.  ve  lo dice  un fruitore  di cronaca  nera  ed  uno conro la censura  e  la libertà  d'informazione  e  che  lotta    tutti  i giorni  con la sua pornodipendenza  .   
    Oggi è stato arrestato Franco Vignati, ex consigliere comunale e assessore di Chignolo Po, accusato dell’omicidio di Kruja Ladvije, badante albanese 40enne e madre di due figli, scomparsa a San Colombano al Lambro il 30 maggio 2016 e ritrovata cadavere l’8 giugno nel Po a Monticelli d’Ongina (Piacenza). Un femminicidio causato, scrivono i giornali, dal fatto che l’uomo “Non si rassegnava alla fine della relazione, che durava da un anno e mezzo, e dal fatto di non avere più una casa (Vignati si stava separando dalla moglie e viveva in casa di Dea)”, un movente che, raccontano i colleghi giornalisti, avrebbe portato Vignati a chiedere un appuntamento all’ex amante portando con sé una pistola calibro 7,62 per uccidere a sangue freddo con un colpo alla nuca Kruja Ladvije mentre era di spalle. Ieri a Foggia un uomo ha ucciso la moglie a coltellate in casa con i figli che per la paura sono scappati dai vicini che hanno chiamato i carabinieri: Federica Ventura, 40 anni, è stata colpita da dieci coltellate da Ferdinando Carella, 47 anni, che ha usato la stessa arma per tentare di uccidersi senza riuscirci. Due giorni prima un’altra donna era stata uccisa dall’ex marito a Livorno con un fendente alla gola: Francesca Citi, 45 anni, madre di due bambini, che aveva però denunciato l’ex marito per minacce e stalking, tanto che Massimiliano Bagnoli, dopo l’allontanamento dalla casa, era stato stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione che si era fatto ai domiciliari. E anche se a marzo era previsto un nuovo processo a suo carico, nei mesi in cui Bagnoli era tornato in libertà – che rappresenta il momento più pericoloso per la donna che ha denunciato l’offender – nessuno ha pensato di proteggere Francesca, perché nessuno aveva saputo valutare il rischio di vita che la donna correva, come tante altre volte.Tre femminicidi che in pochi giorni sono stati rappresentati sui giornali ancora una volta come eventi inaspettati, omicidi a sé stante, raptus momentanei malgrado tutti questi uomini avessero con sé armi pronte a essere usate contro donne che conoscevano bene e che quindi hanno accettato di vedere i loro assassini, e tutti eseguiti, secondo il racconto della stampa, con un movente chiaro: la gelosia, la folle e cieca gelosia per amori mancati, relazioni naufragate, sogni troncati, come se fosse una reazione normale uccidere da parte di chi è stato lasciato.Giornali e
    ferrato-donna-minneapolis
    da http://antiwarsongs.org/categoria.php?id=56&lang=it
    informazione che in questa settimana si sono superati narrando in una specie di grande pulp la macellazione del corpo di Pamela Mastropietro, la giovane romana di 18 anni uccisa e smembrata a Macerata per cui sono indagati 4 nigeriani per omicidio probabilmente a sfondo sessuale, a cui si aggiungono le 40 coltellate inferte sul corpo di Jessica Valentina Faoro, la ragazza di vent’anni uccisa da Alessandro Garlaschi che la ospitava a casa sua a Milano e che probabilmente lui perseguitava con richieste sessuali. Immaginari raccontati come una favoletta sanguinolenta, una sorta di La bella e la bestia versione splatter con corpi di donne strumentalizzati e martoriati al di là della notizia e solo per il gusto di rimescolare nel torbido in un gigantesco pentolone:  come Pamela che è stata martirizzata dalle penne di giornalisti che pur non aggiungendo nulla all’informazione hanno creduto bene di mettere in piazza le sue ossa con descrizioni minuziose e senza pudore, una mattanza mediatica su un corpo di una ragazza che non può fare nulla per difendersi.Stesso destino per la giovane Jessica descritta come una poveraccia nella disperata ricerca di una casa e capitata quasi per caso nella tana del mostro, come se fosse una sfortuna che a noi non potrebbe mai succedere in un racconto a metà strada tra cappuccetto rosso e lilly il vagabondo, e tutto questo grazie a una cultura che ritiene in fondo normale che una ragazza carina possa rischiare sempre, in ogni momento della sua vita, di essere stuprata o addirittura uccisa per motivi sessuali, a meno che non stia attenta a dove va, cosa fa, e come si veste (perché alla fine la responsabilità è sempre sua). Ragazze morte offerte al pubblico con immagini di tutti i tipi, in tutte le posizioni: innocenti, ammiccanti, semivestite, accattivanti, a dimostrare che in fondo ragazze così una cosa del genere se la devono anche aspettare, soprattutto se “una si droga” e l’altra è “una vagabonda”. Articoli che sono arrivati al top dello schifo quando hanno empatizzato con chi ha approfittato della situazione precaria di Pamela usando il suo corpo dietro pagamento: come l’uomo di 50 anni che senza preoccuparsi di cosa faceva quella ragazza romana di 18 anni da sola a Macerata, l’ha caricata in macchina e se l’è portata a casa, descritto come un pover’uomo alla ricerca di un’ora d’amore.Racconti scorretti, scoop a chi conta meglio le ossa, veri e propri snuff dati in pasto a un pubblico goloso di B movie, più che notizie sui giornali con analisi dei fatti, del fenomeno e del contesto in cui queste morti son avvenute. Un mercato della carne umana che nel caso di Pamela ha mosso la politica razzista e xenofoba con lo stupro della sua memoria da parte di chi, come Salvini e la sua Lega, ha strumentalizzato quel corpo ucciso per portare l’odio in strada nel gesto omicida di Luca Traini. E questo sempre e ancora una volta sotto i nostri nasi, che continuiamo a scandalizzarci per le donne uccise, per le atrocità che gli uomini commettono, per la violenza con cui i rapporti di forza tra sessi si consumano nei rapporti intimi e intanto permettiamo di essere nutriti da un immaginario cannibale nell’ipocrita speranza che un giorno tutto possa cambiare. Ma cosa può cambiare in una sistema che fa di tutto questo il suo più prelibato pasto? Una succulenta mistura di morbosità fatta di sesso, ragazze carine, uomini violenti e squartatori? Una cultura che ancora adesso racconta di melodrammi fatti di gelosia e sangue, di raptus improvvisi e rende le donne responsabili della violenza che subiscono a causa della loro bellezza, o della pressione che fanno su poveri mariti che “non accettano la separazione”? Quella stessa cultura che ha prodotto le domande fatte dagli avvocati dei due carabinieri accusati di stupro da due studentesse americane a Firenze, pubblicate su Corriere della sera giorni fa: “portava biancheria intima quella sera? è fidanzata? è attratta dalle divise?”Ma cosa te ne frega se porto le mutande, se sono carina o quante ossa sono entrate nella valigia? Quello che ti deve interessare è che sono stata stuprata, uccisa, picchiata, anche a causa della mentalità con cui mi descrivi, una cultura che rende tutto ciò normale e impunibile, e che nel mondo ha prodotto 1 miliardo di donne che sono nella mia stessa situazione a dimostrazione che quello che mi è successo non riguarda solo me, e non è imputabile al mio comportamento o al mio abbigliamento o alle mie abitudini, questo devi raccontare al mondo per rendere giustizia alla verità, nient’altro.
     per  chi  come me  vuole iniziare  o capire   da  dove  iniziare   a mettere indiscussione   e  cercare  di  caderci il meno   possibile questo tipo   di   becera  e  sessista    cultura       consiglio   :
    1)    
    Pornocultura. Viaggio in fondo alla carne  di   Claudia Attimonelli  e  Vincenzo Scusca   edizioni  mimesi  http://mimesisedizioni.it ,  da  me recensito    con relativa intervista   agli autori   su queste  pagine  
     2) Canzoni Contro Loomofobia E La Violenza Sulle Donne  di Cristian Porcino Ferrara  ( nostro colaboratore    e  compagno di viaggio  )   recensito   con relativa intervista sempre qui   nel  blog   e  che  trovate  in vendita  www.lulu.com e www.amazon.it
    Non so  più che altro scrivere    rischierei di cadere  nel retorico  e   nell'ovvio  . Hanno  già detto  benissimo tutto quello     che  c'era  da dire   : l'articolo  del gruppo \  associazione articolo21, le  fonti  per chi vuole  leggerle ed  ascoltarle  da  me    citate per  questo   post   . diciamo basta   nei media  e  in rete  a : << tira di più un pelo di figa che un bambino che muore nel sud del mondo peri bombaredamenti con le bombe e le armi prodotte dall'occidente >>. basta con Il cannibalismo mediatico sui corpi delle donne . Solo combattendo tale cultrura anzi incultura che si elimina o si ruiduce il femmincidio . Facciamo    che  la lotta per  contro  tale  crimine   sia  tutti i giorni  non solo   a  date  fisse ( cioè iii 25  novembre  )    che poi  finiranno per diventare    giornaterompi  e  sminuire le  cause  stesse per cui ipcritamente     vengomno  istituite   banalizzandole   tali giornate  .


      alla prossima  







    17.2.18

    Musicista fugge dalla Siria per amore e per la lirica e si rifugia a Mantova Il regime di Assad lo bolla come dissidente. E lui si rifugia a Mantova con la fidanzata Marta


    Musicista fugge dalla Siria per amore e per la lirica e si rifugia a Mantova Il regime di Assad lo bolla come dissidente. E lui si rifugia a Mantova con la fidanzata Marta: "Se torno mi arrestano solo perché ho tolto una foto del presidente dal mio ufficio e non gli metto mi piace su Fb"


     di Roberto Bo
    Musicista fugge dalla Siria per amore e si rifugia a Mantova
    Il regime di Assad lo bolla come dissidente. E lui si rifugia a Mantova con la fidanzata Marta: "Se torno mi arrestano solo perché ho tolto una foto del presidente dal mio ufficio e non gli metto mi piace su Fb". L'articolo

    MANTOVA. Da Damasco a Mantova per amore di Marta, insegnante di danza al liceo Isabella d’Este, e della musica lirica. Nahel Al Halabi, 41 anni, musicista compositore e direttore d’orchestra, è stato per cinque anni alla guida della Syrian Philharmonic Orchestra e per un anno direttore dei conservatori di musica siriani, prestigiosi incarichi che ha ricoperto fino a quando il regime del presidente Assad non gli ha fatto terra bruciata attorno costringendolo ad abbandonare il suo paese d’origine.
    Oggi il maestro è considerato un dissidente, un oppositore del governo e in caso di rientro in Siria sarebbe immediatamente arrestato. Ottenuto lo status di rifugiato politico, quattro mesi fa ha raggiunto Mantova, dove ha trovato casa insieme alla fidanzata Marta Cicu, insegnante al liceo musicale e coreutico.

    Il musicista insieme alla fidanzata Marta Cicu


    «Non torno in Siria e non vedo mio padre e mia madre dal 2012 – racconta Nahel – anche se ci sentiamo praticamente tutti i giorni. E tutto perché sono stato inserito nella lista dei dissidenti. Non ho mai fatto politica, ma due episodi sono bastati per farmi finire nell’elenco dei cattivi».
    Durante un restyling del suo ufficio un giorno aveva tolto quadri e poster dal muro, compreso il ritratto di Assad. Non lo avesse mai fatto: il giorno dopo è stato contattato dal ministero e dai servizi segreti siriani per motivare “l’affronto” al presidente. «Ma la goccia – racconta il musicista – è stato il minuto di silenzio che avevo chiesto per tutte le vittime della Siria durante un concerto in cui suonavamo il brano “Crisantemi” di Puccini. Anche lì poco dopo sono stato convocato per fornire spiegazioni. Non avevo fatto distinzioni, per me era un modo per omaggiare e ricordare tutti i caduti della Siria, ma non mi hanno creduto».Nel luglio del 2012, dopo aver ricevuto altri chiari segnali che a Damasco non era più ben visto dal regime e che era tenuto costantemente sotto osservazione, Nahel ha fatto le valigie, ha salutato con un bacio la madre, insegnante, e il padre, critico letterario radiofonico ed è partito per una vacanza in Italia. E in Siria non è più tornato.

    Il direttore d'orchestra ha fondato...
    Il direttore d'orchestra ha fondato la Syrian Philharmonic Orchestra


    Nell’estate di quell’anno in Sicilia conosce Marta, originaria di Sassari, e Cupido fa centro nel loro cuore. Insieme trascorrono alcuni anni a Genova, dove entrambi trovano un’occupazione: lei come insegnante, lui come musicista. A Genova Nahel era già stato fin dal 2006, dove aveva conseguito la laurea specialistica in tromba all’istituto Niccolò Paganini e vinto una borsa di studio che gli aveva dato la possibilità di scegliere tra Germania, Giappone e Italia. «Non ci ho pensato su un attimo» racconta. E davanti alla commissione che gli chiede dove volesse andare risponde «fin troppo facile». «Germania?» gli domandano. «No – replica lui – voglio andare in Italia, nella patria dell’arte e della musica».
    Nel 2007, quando ancora in Siria si può muovere liberamente e non è osservato speciale del governo, Nahel fonda la Syrian Philarmonic Orchestra (una delle due orchestre di Damasco, l’altra è quella nazionale) e insieme ad altri gruppi come la Euro-Mediterranean, la Conca d’Oro, la Festival Puccini condivide il podio dirigendo un ricco repertorio sinfonico e alcune opere come Tosca, Madama Butterfly e Gianni Schicchi di Giacomo Puccini e la Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni in prestigiosi teatri internazionali come il Damascus Opera House, il Giuseppe Verdi di Pisa e il teatro Princesse Grace nel Principato di Monaco.

    Nahel Al Halabi riceve un premio dopo...
    Nahel Al Halabi riceve un premio dopo un'opera


    Le sue composizioni musicali vengono inoltre suonate al Goldoni di Livorno, al Dante Alighieri di Ravenna e al Carlo Felice di Genova. La carriera del musicista siriano, che ha iniziato a suonare la tromba a nove anni e a sedici aveva già formato dei gruppi musicali da camera, è alle stelle, tanto che ottiene anche una cattedra per insegnare al conservatorio di Damasco. Ma dopo il 2010 qualcosa cambia, non per colpa sua. Prima i due episodi del ritratto di Assad tolto dal muro e il minuto di silenzio chiesto in un teatro, poi tutta una serie di altri piccoli segnali: «Ad esempio sul nostro profilo di Facebook potevamo avere solo amici pro Assad e ogni volta che veniva postato qualcosa relativo al regime e alla sua politica bisognava mettere sempre “mi piace”. Chi non lo faceva era considerato un dissidente».
    Nel 2012 alcuni amici lo mettono in guardia: «Mi hanno telefonato per dirmi che mi avevano tolto l’incarico al conservatorio e che ormai ero considerato un oppositore. A quel punto ho fatto le valigie». Oggi Nahel Al Halabi è un uomo felice e sottolinea che a Mantova ha trovato la dimensione ideale per tornare a fare il musicista come un tempo. «Ha già avuto alcuni contatti con la presidente del Conservatorio Campiani, Francesca Zaltieri e con la dirigente del liceo Isabella d’Este, persone eccezionali che hanno ascoltato le mie proposte. Spero tanto che si possa fare qualcosa insieme». Il musicista ha già pronto anche un suo progetto: una ricerca del patrimonio musicale antico e contemporaneo con riproposizione attraverso tecnologie innovative. «È una cosa del tutto nuova, che consente di mettere in relazione culture diverse in diverse parti del mondo e che oltre ad avere implicazioni artistiche potrà sfociare anche in rapporti economici e commerciali».
    E mentre aspetta di ricevere qualche risposta, Nahel pensa anche al matrimonio con Marta: la data non è ancora stata fissata perché, guarda caso, dalla Siria non arriva il nulla osta per le nozze. È un normale documento anagrafico, ma per uno considerato nemico di Assad può diventare difficile anche solo ottenere un pezzo di carta che certifica che non sei sposato con un’altra donna.

    IL NEO-ANTISEMITISMO PROVOCATO DA “BIBI”.benjamin netanyahu

      .IL NEO-ANTISEMITISMO. .PROVOCATO DA “BIBI”. IL CONFRONTO La violenza del 7 ottobre è stata il frutto della scelta terroristica di uccider...