15.2.07

Tutto il mondo è mercato


Il supermercato come metafora per niente ardita del mondo

E' come se tutti vivessimo in un supermercato a cielo aperto dove, in base alla ricorrenza, una voce suggerisse - melliflua - cosa fare e quando da potentissimi altoparlanti nascosti ovunque.
"Oggi è San Valentino" gracchia dal nulla la persuasiva voce. "Siete tutti invitati a fare un bel regalo al vostro compagno e alla vostra compagna. Sei single? Non c'è problema! Prenotati in lista nella discoteca Boia chi non ingoia per l'imperdibile appuntamento del Single Day!"
"Oggi è la festa del papà! Compra un regalo al tuo papà! E' diversamente vivo? [leggi: morto, ndr] Non c'è problema! Potrai fare un'offerta all'Associazione Salva Silvio presso tutti i raccordi autostradali!"
"Oggi è la festa della mamma! Compra un regalo alla tua mamma! La tua mamma è altrove? [leggi: morta, ndr] Dona alle mamme dei tuoi più cari amici il nuovo Mulinex Vibratutto Multiuso!"


E tutti (consumatori, non persone) ci mettiamo in fila, come se fossimo operai dell'acquisto dentro al film Metropolis di Fritz Lang (sì, nel 1926 lui CI FILMÓ), eseguiamo agli ordini della Voce convinti di essere veramente liberi.
Ma voglio essere io a parlare a me stesso dall'altoparlante della mia esistenza. Quando voglio, come voglio, su quel che voglio. Io decido le ricorrenze e le feste, insieme a chi mi ama. Perché se siamo qui a dire stronzate significa che ogni giorno è festa. Ed è festa perché siamo vivi, vivendo l'unica vita che abbiamo. Vivi per essere possibilmente sereni, non per far fare carriera a dei mentecatti, né tantomeno per sentirci in colpa se non appaghiamo bisogni indotti che non sono nostri.
La merda va rispedita al mittente.

Peter


14.2.07

Senza titolo 1635













Il senatore a vita, nel '77 ministro dell’Interno, ripercorre i conflitti sociali

«Non rimanderei i blindati in piazza
Molti autonomi finirono nelle Br»

Cossiga: «Co quell'intervento ho stroncato il movimento ma spinto le teste calde verso la violenza armata»































L'intervento dei blindati a Bologna nel 1977

L'intervento dei blindati a Bologna nel 1977


ROMA — Presidente Cossiga, nel suo libro 1977 Lucia Annunziata la chiama Dottor Stranamore, e la accusa di aver «fatto dello scontro politico una sfida personale con il movimento». «Sono amico della Annunziata, le presenterò il libro; così come ho amici cari tra gli ex di Lotta continua, tra i ragazzi del '68. Credevano di essere una grande partito operaio, i veri rivoluzionari. Non avevano capito che, se avesse potuto, Togliatti la rivoluzione l'avrebbe fatta eccome, proprio come a Praga, Varsavia, Sofia».

Con i gulag per voi democristiani?
«No. Si sarebbe concesso un partito cattolico: la Dc sarebbe stata come Pax in Polonia o come il partito dei contadini. E Nenni non sarebbe stato impiccato come Slansky ma avrebbe avuto la presidenza di una fondazione».

Cosa risponde a chi le rimprovera di aver soffiato sul fuoco del '77?
«La migliore risposta la potrebbe dare Fausto Bertinotti. Quell'anno lo incontrai a Torino. Parlammo a lungo. Tornato a casa, disse alla moglie: questo è il ministro dell'Interno più democratico che potessimo avere».

Non ha nulla da rimproverarsi?
«Ho uno scrupolo. Io ho stroncato definitivamente l'autonomia: mandando i blindati a travolgere i cancelli dell'università di Roma e rioccuparla dopo la cacciata di Lama; poi inviando a Bologna, dopo la morte di Lorusso, i blindati dei carabinieri con le mitragliatrici, accolti dagli applausi dei comunisti bolognesi. Tollerammo ancora il convegno di settembre; poi demmo l'ultima spazzolata, e l'autonomia finì. Ma la chiusura di quello sfogatoio spostò molti verso le Brigate rosse e Prima Linea».

Sta dicendo che se potesse tornare indietro non manderebbe più i blindati all'università di Roma o a Bologna?
«Mi farei più furbo. Incanalando la violenza verso la piazza, l'avremmo controllata meglio, e alla lunga domata. Riconquistando la piazza, si spinsero le teste calde verso la violenza armata».











Una famosa vignetta di Forattini del 1977 su Francesco Cossiga

Una famosa vignetta di Forattini del 1977 su Francesco Cossiga


Ne parlò mai con suo cugino Berlinguer?

«Berlinguer pose come condizione, per sostenere con l'astensione il primo governo Andreotti, che io rimanessi al Viminale, dove mi aveva messo Moro. Non avevamo bisogno di parlarne. E la disposizione che avevo dato alla polizia era: se sono operai, giratevi dall'altra parte; se sono studenti, picchiate tosto e giusto. Mai più i morti di Reggio Emilia. Dal Pci non vennero mai critiche alla linea dura. Anzi, un grande leader comunista e partigiano… ».

Pajetta?
«Questo lo dice lei. Un leader mi disse: ora che avete qualche terrorista in carcere, perché non gli date una strizzatina? Gli attacchi semmai venivano da uomini del mio partito, che mi chiedevano una risposta ancora più ferrea. E da Montanelli, che mi rimproverò di aver voluto la milizia rossa, quando Agnelli e Lama si accordarono per creare squadre di autoprotezione contro i sabotaggi in fabbrica. L'intesa avvenne al Viminale. Il presidente della Confindustria e il capo della Cgil però evitarono di incontrarsi. Restarono in due stanze attigue, e io facevo la spola».

In piazza c'erano gli agenti in borghese con la pistola, vero?
«Vero. Ma contro la mia volontà. Chiesi notizie al questore di Roma, che negò. Ma quando i giornalisti dell'Espresso mi mostrarono foto inequivocabili, andai alla Camera a chiedere scusa, e destituii il questore».

Fu un errore vietare i cortei per un mese e mezzo, dopo la morte dell'agente Passamonti?
«Quella decisione non fu mia, ma del comitato interministeriale per la sicurezza, presieduto da Andreotti. Ricordo che Donat-Cattin spinse molto per il divieto. Le mie perplessità furono zittite da Evangelisti, che mi disse: "Non hai le palle per farlo". Fu facile replicargli: "Come fai a dire questo a uno che non sa se tornerà a casa stasera?"».











Un agente in borhese con la pistola: la foto fu scattata da Tano D'Amico il 12 maggio '77 a Roma durante un sit-in radicale. Quel giorno una studentessa, Giorgiana masi, fu uccisa in Piazza Navona.

Un agente in borhese con la pistola: la foto fu scattata da Tano D'Amico il 12 maggio '77 a Roma durante un sit-in radicale. Quel giorno una studentessa, Giorgiana masi, fu uccisa in Piazza Navona.


Le misero anche una bomba in ufficio.

«Nello studio privato di via San Claudio, a mezzogiorno, un'ora in cui ero sempre là. Quel giorno il consiglio dei ministri si era protratto più del previsto. Sentimmo un botto. Un collega pensò al cannone del Gianicolo; ci avvertirono che era una bomba. Tutti balzarono in piedi tranne me, che dissi ad Andreotti: "Giulio, vedrai che l'hanno messa nel mio studio". Era stato un terrorista rosso travestito da frate. Non l'abbiamo mai beccato. I vetri del palazzo andarono in frantumi: dovetti mandare fiori a tutte le signore, ovviamente pagati con i fondi riservati del ministero».

Il 12 maggio fu uccisa Giorgiana Masi.
«Avevo supplicato in ginocchio Pannella di rinunciare alla manifestazione in piazza Navona. Gli ricordai che io stesso avevo mandato la polizia a impedire un comizio democristiano a Genova. Gli dissi che i radicali non erano in grado di difendere la piazza e chiunque si sarebbe potuto infiltrare. Tutto inutile ».

Chi fu a sparare?
«La verità la sapevamo in quattro: il procuratore di Roma, il capo della mobile, un maggiore dei carabinieri e io. Ora siamo in cinque: l'ho detta a un deputato di Rifondazione che continuava a rompermi le scatole. Non la dirò in pubblico per non aggiungere dolore a dolore».

Fuoco amico?
«Questo lo dice lei. Il capo della mobile mi confidò di aver messo in frigo una bottiglia di champagne, da bere quando sarebbe emersa la verità, pensando a tutto quanto ci hanno detto».

Capo dei giovani comunisti era D'Alema.
«La Fgci e Cl furono le uniche a contrastare gli autonomi. Infatti vennero prese di mira. Quando a Milano cadde Custrà e venne scattata la famosa foto dell'autonomo che spara, fu una delle due organizzazioni - non dirò quale - a dirci il nome del pistolero».

Adriano Sofri scrive di aver sostenuto l'amnistia nel '77 in quanto, presagendo il diluvio, bisognava comportarsi come se il diluvio ci fosse già stato.
«Stimo Sofri. Mastella dovrebbe avere un gesto di coraggio e graziarlo: è assurdo che Manconi sia sottosegretario e il suo ex leader rischi di dover tornare in galera. Considero Sofri innocente per la morte di Calabresi; credo sappia chi è stato, ma non lo dirà mai. Quanto all'amnistia, la si fa a guerra finita e vinta, non prima. Il Curcio di allora non era quello di oggi. So per certo che quand'era latitante un dirigente del Pci milanese, non dell' ala secchiana, lo contattò per garantirgli il perdono giudiziario in cambio della rinuncia alla lotta armata, invano. E poi Curcio mi è antipatico anche oggi: presuntuoso, supponente. Quando nel suo libro elenca i caduti e li compatisce, non ha una parola per Guido Rossa, su cui peraltro tacciono anche i Ds: nella cultura comunista non c'è comprensione per chi collabora con il potere; un compagno non va tradito neppure quando sbaglia. Questo spiega anche il silenzio sceso su Ugo Pecchioli».

Com'erano in realtà i suoi rapporti con Pecchioli?
«Fu sempre leale con me, e io con lui. Siamo stati i responsabili della manipolazione del linguaggio: quando ci accorgemmo che i sovversivi facevano presa sugli operai, cominciammo a chiamarli criminali. Questo non mi impedì, in una conversazione con Carlo Casalegno, di dire cosa pensavo davvero di loro».

Come andò?
«Ero a Torino. Casalegno mi chiese un'intervista. Risposi che avevo parlato fin troppo; ma che l'avrei visto volentieri, per dargli elementi per il suo articolo. Venne con Arrigo Levi. E io dissi che le origini ideologiche delle Br andavano ricercate nel marxismo leninismo storico, unito all'utopia cattolica appresa a Trento. Quando uscì il pezzo di Casalegno, venne da me Tonino Tatò, braccio destro di Berlinguer, a protestare. Tenni il punto: non è vero che Lenin escludesse il terrorismo; lo condannava come azione esemplare, ma lo approvava come detonatore della rivoluzione. L'idea delle Br, appunto. Pochi giorni dopo quell'articolo, Casalegno fu assassinato. E' un altro scrupolo che mi porto dentro. Aver raccolto le mie parole gli costò la vita ».

Con alcuni brigatisti lei ha poi avuto rapporti amichevoli.
«Sono stato in carcere a trovare Prospero Gallinari su richiesta della famiglia. Mi disse: io non sono un intellettuale come altri compagni che ha conosciuto, ero un operaio che leggeva di notte; resto un militante comunista, e lei per me resterà sempre il ministro dell'Interno. La cosa mi piacque. Mi adoperai per farlo uscire di prigione, dove sarebbe morto, malandato com'era».

Fu Gallinari a sparare a Moro?
«No. Né lui né Moretti. Mi risulta che fu l'ingegner Altobelli, Germano Maccari, l'ultima figura a emergere. Mancano ancora i due in motocicletta che fecero da staffetta in via Fani. Ma i brigatisti non ne diranno mai i nomi. Tutto si può chiedere a un irriducibile, non quello. Uno di loro mi scrisse, quando Alberto Franceschini prese la tessera Ds, per chiedermi la tessera dell'Udr: "In fondo lei ha portato il primo comunista al governo, D'Alema". La motivazione mi parve ineccepibile. Fui tentato di tesserarlo davvero. Mastella non avrebbe avuto obiezioni: per una tessera in più…».



Aldo Cazzullo




25 gennaio 2007



postato da: vogliopartire alle ore 17:31 | Permalink | commenti
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W l'amore per la libertà!!


Amer, 22 anni, egiziano, è in prigione per aver postato le sue opinioni
su internet. Il 15 febbraio da New York a Roma a Londra, le capitali manifesteranno per lui


----> Il mondo in piazza per il blogger Karim
arrestato per aver scritto le sue idee


di GAIA GIULIANI


Da Repubblica.it



Si può firmare una petizione.


*********


NON SONO FISSATA, VI ASSICURO! MA IL DISCORSO E' IMPORTANTE...SI TRATTA DI AMORE, SI, DI AMORE PER LA LIBERTA' E SENZA DI QUELLA NON SI PUO' AMARE NULLA E NESSUNO. LA COSTRIZIONE, L'IMPOSIZIONE PORTANO ALL'ODIO!


STIAMO ATTENTI RAGAZZI...ECCO COSA SUCCEDE IN CERTI PAESI NON LAICI, TOTALITARI...ESPRIMERE LE PROPRIE IDEE E' REATO. SOPRATTUTTO QUELLE CHE SI SCAGLIANO CONTRO IL POTERE  CHE E' ANCHE RELIGIOSO! E BASTA CON LA DICOTOMIA LAICITA' E LAICISMO... ---> LAICITA' E' LAICISMO!!!


 RIFLETTIAMO TUTTI SUL VALORE DELLA LAICITA' CHE E' IL VERO LIEVITO DELLA DEMOCRAZIA.


Rosalba Sgroia


-ooo-


IN PIU' LA DELIZIOSA


VIGNETTA DI GIANNELLI Dal Corriere della Sera di mercoledì 14 febbraio 2007


-ooo-


LA VIGNETTA DI GIANNELLI Dal Corriere della Sera di mercoledì 14 febbraio 2007


DETTO QUESTO....VIVA L'AMORE TOTALE!


Senza titolo 1634

San valentino la festa di ognio cretino . Perchè d'altronde tutti gli innamorati   , compreso  il sottoscritto  ( che  dopo  aver tentato  causa delusioni e fallimenti  per  5 anni  la tecnica dell'attesa  ,  ha deciso  di passare  a quella dell'attacco  come  paperino con paperina all'origine del loro amore   come potete leggere nella storia  dell'ultimo  numero  in edicola      facendo  una  " valentina  " comprata  alla bottega locale del commercio equo e solidale   di cui  vi parlerò  nei prossimi post    di cui trovate   la foto   qui sotto le  altre due prese da  diverse angolazioni   le trovate  nel mio album di foto  )


nel  senso  buono e positivo  del termine  
che crede di essere amato e invece rimane fregato  ma  al  cuore non si comanda  e  si cade in una  festa  ormai  mercificata  e comandata   tradendo il suo spirito originario .  Infatti  la  pagina  dela cultura   del televideo rai  doi oggi 14\2\2007    dice    che  : <<San Valentino regalava fiori ai ragazzi e alle ragazze che attraversavano il suo giardino. Risalirebbe a questa leggenda l'abitudine diffusa in Italia, ma anche in altri Paesi, di donare fiori per la festa degli innamorati. Un'altra leggenda narra che il vescovo Valentino regalò una rosa a una coppia di giovani che stavano litigando, placandone gli animi.Un altro episodio che spiega perché San Valentino è ritenuto il protettore degli innamorati narra di un matrimonio celebrato dal vescovo tra una cristiana e un legionario pagano. Quanto alla data, il 14 febbraio,si dice che quel giorno San Valentino andò in Paradiso per celebrare le sue nozze . >>    qui  trovate maggiori  news   sul santo e sulla sua  festa 

Lucia Merli - Intimità - dittico



Lucia Merli - intimità - dittico





Un amore, una casa, una famiglia - San Valentino 2007

Senza titolo 1633

BRIGATE ROSSE? MA QUANTA FANTASIA...


di Marco Cedolin


Probabilmente si tratta di un caso fortuito, una di quelle coincidenze con le quali il destino ama trastullarsi, però sembra abbastanza curioso che il fantasma del terrorismo politico venga resuscitato dal suo sarcofago proprio nella settimana che fa da prologo alla grande manifestazione di Vicenza contro la nuova base americana Dal Molin. Scimmiottando in maniera grottesca l'atmosfera degli anni di piombo, giornali e TV hanno dato enorme risalto ad un'operazione di polizia dai contenuti abbastanza nebulosi che si sarebbe proposta di sgominare le nuove Brigate Rosse.
Non quelle ritenute a torto o a ragione responsabili degli omicidi D'Antona e Biagi, ma una cellula ancora più nuova, così nuova da non essersi ancora macchiata di nessun delitto che esuli dalla sfera delle pure intenzioni.
Sempre per un caso fortuito, codeste intenzioni non si sarebbero limitate a qualche azione dimostrativa, ma avrebbero avuto come oggetto obiettivi eclatanti quali l'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Mediaset, Sky, l'Eni ed il quotidiano Libero. Si tratterebbe insomma di un vero e proprio gruppo di fuoco estremamente organizzato e radicato sull'intero territorio del Nord Italia che con una trentina di anni di ritardo sulla tabella di marcia aveva in progetto di sovvertire lo Stato attraverso la lotta armata.
Ci sarebbe molto da disquisire sull'uso ed abuso del termine "Brigate Rosse" come spauracchio da agitare alla bisogna e sul fatto che venga spacciata per vera l'assurda ipotesi che qualcuno nel 2007 si proponga di sovvertire l'ordine costituito con l'uso delle armi, ma per approfondire queste considerazioni credo sia meglio attendere l'esito dell'inchiesta che probabilmente, come spesso accade, si rivelerà una bolla di sapone.
Occorre invece riflettere sull'uso che l'informazione e la schiera di opinionisti che la contornano, stanno facendo dell'accaduto. Sul tentativo di mettere in relazione la manifestazione di Vicenza con lo spettro del terrorismo, di fare salire la tensione, di ridare vita ad incubi del passato, con la chiara finalità di screditare il movimento pacifista ed indurre i manifestanti a disertare l'appuntamento.
Probabilmente la migliore risposta alle visionarie tesi di coloro che cercano di mistificare la realtà instillando il germe della paura, la daranno proprio gli italiani che da tutta Italia sabato accorreranno a Vicenza.
Non facinorosi, no global, violenti, estremisti o terroristi in erba, come tanta stampa vorrebbe far credere, ma semplicemente cittadini, giovani, anziani e famiglie con i bambini, di ogni colore politico o piuttosto di nessun colore, che vorrebbero sovvertire solamente l'odiosa politica di guerra e adirebbero farlo attraverso l'uso delle uniche armi che sono in loro possesso, la presenza e l'espressione del proprio pensiero.

http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=1539

Senza titolo 1632

Vorrei baciare le tue labbra
perdendomi in quel tocco
come se nulla esistesse più
oltre a noi e al nostro amore

Vorrei accarezzare il tuo corpo
scoprirlo tocco dopo tocco
poi incidere il mio nome sul tuo cuore
con la penna dell`amore

Vorrei sussurrarti ti amo
sentirti fremere a quelle parole
vedere il tuo corpo tremare
come preda dell`amore

Vorrei essere per te tutto
in realtà io sono niente
piccola persona in un mare grande
il mare dell`amore

13.2.07

Poetica de' Pazzi

I Sunniti si mossero contro gli Sciiti


Le Blefariti contro le Vaginiti


Fu il caos


C’era chi si faceva di Crack


E chi si spartiva l’Irak


Allora Dio si spazientì


Messa da parte l’esitazione


Prese i missili e li riempì


L’odore esplose in ogni direzione


Contro la guerra fece puzzare


tutta la terra.

Lucia merli - L'angelo del silenzio





Lucia Merli   -   L'angelo del silenzio


Nella civiltà della comunicazione, che molte volte è fatta di frastuono assordante, come non sentire il richiamo al silenzio, alla meditazione, alla contemplazione, l'angelo ci invita a tacere, a riflettere su noi stessi e sulla nostra esistenza, a meditare sui destini dell'umanità e sulle bellezze del Creato: nel silenzio tutto ci parla di Dio.

.....tutte le cose parlavano ai loro occhi di Dio

                                                                               Lucia Merli 

                                                                                                 


Senza titolo 1631

In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.

Sentivo la mia terra
vibrare di suoni, era il mio cuore
e allora perché coltivarla ancora,
come pensarla migliore.

Libertà l’ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.

Libertà l’ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo,
per un compagno ubriaco.

E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.

Finii con i campi alle ortiche
finii con un flauto spezzato
e un ridere rauco
ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.

12.2.07

Senza titolo 1630

 se  gli uomini considerassero la legge del non uccidere   come la principale e unica legge   di Dio e  se   l'adempissero   strettamente  , almeno cosi strettamente   come taluni osservano il sabato  , il culto delle icone,  l'astenersi dal mangiare carne di maiale   allora muterebbe  tutta  la vita umana  ( Leone  tolstoi   )

11.2.07

INFORMAZIONE PUBBLICA: ASSENTE

MANIFESTAZIONE NO VAT: TUTTO TACE


Scusate, non posso fare a meno di rendere noto un disservizio dell'informazione pubblica!


Ieri, 10 febbraio 2007, almeno 15.000 persone, provenienti da tutta Italia ( Napoli, Firenze, Catanzaro, Milano, Pisa, Torino ecc), hanno sfilato per le strade della capitale, per rendere evidente l'ingerenza clericale che sta inondando il nostro Bel Paese.


Ci si aspettava almeno un cenno, uno straccio di notizia...ALMENO dal TGR LAZIO. 


Ma nulla! Io e moltissime altre persone abbiamo protestato inviando mail alla redazione del tgr...ma temo che non sia servito a nulla. Anche mia madre, 82enne ha espresso la sua indignazione, evidenziando come si dia tranquillamente notizia dei reali d'Inghilterra, di cosa ha mangiato Tizio, piuttosto di come si veste Caio! E non aggiungo altro!


Si tace su questa manifestazione, perché è scomoda e perché svela l'innominabile, l'indicibile. 


Questa calcolata omissione  avvalora l'ipotesi che qui ci governa qualcun altro...


------>  Qui potrete leggere come si è svolta la manifestazione e vedere le foto


E voi ne sapevate nulla? Avete avuto qualche notizia dai media?


Grazie per l'attenzione


Rosalba Sgroia

Senza titolo 1629

Su “Lotta Continua” scrivevano così


Non è un volantino delle BR. Era il giornale più “in” degli anni ‘70, quello che faceva “opinione”. E che continua a farla anche oggi visto che una buona fetta dell’odierna classe intellettuale (Sofri, Lerner, Deaglio, Mughini, Liguori, Carlo Panella, Ravera, Claudio Rinaldi, Erri de Luca, Boato, Manconi...) viene da qui



Un mondo migliore è possibile. (Ma chi paga? )“Sono questi i proletari a cui gli operai delle grandi fabbriche devono saper dire delle parole chiare: lavoro o no, vogliamo mangiare, vogliamo vivere, vogliamo essere pagati.” “No all’aumento della produzione, no allo straordinario, riduzione di orario a parità di salario per tutti (e soprattutto nelle fabbriche dove gli operai vengono messi a cassa integrazione),  mutua pagata al 100% tutto l’anno” “Non ci libereremo mai della schiavitù del salario, cioè del lavoro sotto il padrone, finché lotteremo soltanto per aumentare le nostre paghe (…) questo però non vuol dire rinunciare agli aumenti salariali, perché i prezzi aumentano continuamente e se non aumentano le paghe finiremo per lavorare gratis”. Vogliamo tutto e subito “Vogliamo un aumento salariale per tutti e che sia grosso”. “Vogliamo la riduzione dei prezzi di tutti i generi di prima necessità: cibi, affitti e vestiari”. “Vogliamo scuola, trasporti e assistenza gratuiti” Più benessere per tutti? Facile: basta lottare uniti! “Dove hanno avuto la forza e l’organizzazione per farlo, [gli operai] le case se le sono prese”. “Noi non andremo in Parlamento a chiedere il ribasso generale dei prezzi, ma lavoreremo per organizzare la lotta nelle fabbriche, nei quartieri e nelle piazze. E nemmeno ci preoccupiamo di spiegare ai padroni come salvare capra e cavoli: come concedere il ribasso dei prezzi senza andare in malora, come fanno invece i sindacati quando chiedono le loro riforme”. “A noi di rovinare i padroni non ci fa tristezza. La loro morte è la nostra vita”. “La nostra vita è piena di cose che non abbiamo, che dobbiamo pagare a caro prezzo, ma che possiamo prenderci con facilità se siamo tutti uniti e lottiamo tutti assieme” Brani estratti da “Verso la lotta generale: lottiamo per vivere”,


Lotta Continua, 2 febbraio 1972


http://www.pepeonline.it/articoli/pepe%20documenti/Su%20lotta%20continua%20scrivevano%20cosi.html




Senza titolo 1628

PARTITE A PORTE CHIUSE... ed è giusto cosi fino a che  non la smetteranno di essere ipocriti, non è piu' sport ma il calcio è la 3° industria del paese...chi manovra gli ultras?  perche' difendono a spada tratta i tifosi che sbagliano? chi li manovra chi li usa? ci sono parecchi minorenni.


Liguori *oggi* diventato un  *giornalista*  un *uomo maturo*   ex di LOTTA CONTINUA...dice:


non c'è la certezza della pena, perche' un poliziotto che arresta qualcuno se lo rivede fuori il giorno appresso...e come mai?  quindi continua Liguori ...i poliziotti  preferiscono picchiarli a dovere dentro la stadio (...) (LA TV 7 )


cosa fanno le societa' sportive per i giovani e per lo sport?

hanno dato  solo un cattivo, anzi pessimo esempio a tanti giovani. Chi semina vento raccoglie tempesta.


Senza titolo 1627

Ieri  notte  prima d'uscire  in giro facendo zapping fra repliche  e menate varie  sia rai che merdaset ops  mediaset   sono capito,  ahime  sul  programma   E io pago.  di  Canale 5 . Lo so che,excusatio non petita,dovrei essere coerente  con quanto  scrivo nei miei   post  contro la tv spazzatura ed evitare di vedere  simili rifiuti   .  Ma Il fatto  è  che  non sempre  ci si riesce  e  poi   mi sono  incuriosito  ( visto  alcuni stralci di tale satira   a  blob  una  delle  poche  cose   guardabili in tv  ad orari decenti  )  e  per  vedere se con gli anni  , visto che da bambino  ero costretto a vederlo   per non offendere i miei nonni , fosse migliorato  o peggiorato.
Ma non  ho resisto  se non più di  5 minuti   giusto il   tempo  per   d'accorgermi i   del loro peggioramento  e che  è  sempre  la stessa minestra ovvero  la comicità grossolona  e ormai logora  e servile   . Riporto qui una cronca  fatta da  blogfridens : <<   Ennesima gag con Romano Prodi. Entra in scena la famiglia media italiana rappresentata da tre ridicoli straccioni i quali lamentano che per aver dovuto pagare le migliaia di tasse imposte dal governo non hanno potuto saldare il conto con i padroni del sotto ponte dove vivono, e per questo sono stati minacciati e cacciati anche da lì. Un Prodi rincretinito si chiede chi sono mai i padroni di questo sotto ponte visto che i sotto ponti sono luogo pubblico. A questo punto entrano in scena trionfanti due zingari che, in uno stentato spagnolo, dicono grazie al presidente Prodi perchè da quando è al governo ha ridotto sul lastrico le persone costringendole a vivere sotto i ponti, facendo guadagnare loro che controllano quelle zone. Dopo originali [ più o meno ] battute, i due escono tra le risate finte urlando: "Hasta siempre presidente!". Se a questa scena, aggiungiamo : - le ripetute prese in giro indirizzate agli omosessuali, - la ridicolizzazione della guardia di finanza .,  - la difesa degli evasori fiscali, abbiamo lo spessore della nostra televisione e di quella che, da noi, viene giudicata "satira" >>  quando  in realtà e solo pattume\ spazzatura   metaforicamente parlando . Ormai  e dal 1992  ( qui i precedenti spettacoli  ) non fà  più ridere neppure  mia  nonna di  93  anni     e solo qualunquismo  allo stato puro  ovvero quello che sconfina nela cosidetta  satira  padronale  . Infatti   mentre  nele precedenti  satire  riusciva  ad  alternare aspetti conservatori  con  aspetti progressisti  e  il qualunquismo  era  un poì tenue   e si respirava  un po'  di  libertà  . Quindi   sarebbe meglio  se si prendessero un poì  di riposo e   tornassero a fare  satira ( quella vera  )  a 360° gradi  coem  stanno facendo   Cocchi e renato  su  Rai II   o la  Giallapas  ( mai dire  goal  e mai dire Grande  fratello ) o Zeling (  anche  se ormai  ha un po' stancato  , non perchè non faccia ridere , ma  perchè  sempre  gli stessi comici  e stesse facce  )   alternando  comicità  pura  a comicità grossolana  da quattro soldi  e filo governativo   .

Senza titolo 1626


Fatti amico


della corona del Rosario:


 essa ti sarà forza nelle tentazioni,


 sollievo nelle pene,


aiuto nei bisogni. 


È Maria che ha chiesto a noi,


 Suoi figli,


di recitarla ogni giorno

10.2.07

Senza titolo 1625


Annarella
(Ferretti, Zamboni, Magnelli, Maroccolo)

lasciami qui
lasciami stare
lasciami così
non dire
una parola
che non
sia d'amore
per me
per la mia vita
che è
tutto quello
che ho
e tutto quello
che io ho
e non è ancora
finita
è tutto quello
che io ho
e non è ancora
finita
finita
finita


............







in risposta   : 1)  alle pressioni  fatte per spacare la maggioranza   sulla legge   delle coppie di fatto  : < < E' necessario appellarsi alla responsabilità dei laici presenti negli orga ni legislativi, nel governo e nell'amministrazione della giustizia, affinché le leggi esprimano sempre i principi e i valori che sono conformi al diritto naturale e che  promuovano  l'utentico bene  comune   >> (  Benedetto  XVI al nuovo  ambasciatore   della  Colombia  Juan Gomez Martinez  )  ;  2) il nuovo  ,  secondo me  fuori  luogo  rispetto alla  sua origine  dove si trattava  di difendere la  loro identità e la  loro cultura dalla repressione  e dall'opressione della  religione pagana cioè del  paganesimo  che era all'ora religione   " di stato "  e  dalle persecuzioni  religiose per chi paticava una fede diversa  e dove la formula latina non possumus è la  risposta  di Pietro e Giovanni al Sinedrio  che aveva imposto loro di smettere di pregare Gli apostoli oppongono un netto   rifiuto affermando la  famosa  frase  -Ma  oggi il contesto è cambiato  ed ecco  che quela frase   è  , ulteriormente reazionario e  e paragonabile   a  quello di Pio IX    del  1870-1874   con cui Il Papa risponde non possumus al tentativo dello Stato di trattare sulla   “questione romana”, rifiuta la Legge delle  Guarentigie. Con il non expedit chiede ai cattolici di non partecipare alla politica del nuovo stato Italiano .
riporto un articolo della nuova Sardegna del 29\1\2007  dove ad  Atzara paese del centro sardegna   zona ultra religiosa e  conservatrice è  stato il primo paese  , per ora in sardegna  ad attuare il registro  per  le coppie di fatto 
Ecco l'articolo 

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<< Nella  piccola  atzara    dove  pace fa rima con pax Il sindaco Alessandro Corona: «Riconosciamo un diritto che non si può nascondere dietro la religione  >>

 ATZARA. Pacs ha lo stesso suono di Pax. Omofonia, direbbero i grammatici. Cambia il significato, però. E mutano anche genere e numero: da maschile plurale a femminile singolare. Tanto più se chi saluta pronunciando la formula “Pax Domini sit semper vobiscum” (la pace del Signore sia sempre con voi) lancia anatemi contro i Pacs. La pax e i pacs, un bel rompicapo per Atzara. Il consiglio comunale - favorevoli nove, contrari zero, astenuti tre - ha creato il registro delle unioni civili. Finora, però, neppure l’ombra di un’iscrizione. Come ampiamente previsto. Don Enrico, il parroco, ha fatto il suo dovere: fedelissimo di Ruini, ha avvisato i naviganti. Ma su qualche giornale e nella zona è tornata - un classico - la contrapposizione di Guareschi: Don Camillo e Peppone.
Nel paese di Antonio Corriga e degli artisti spagnoli, del vino, dei bei costumi e della luce fantastica che settant’anni fa emozionò profondamente il pittore tedesco Richard Scheurlen, il Peppone - un Peppone poco probabile - è un ragazzo di trentadue anni, lungo e magro. Si chiama Alessandro Corona, laureato sei anni fa al Magistero di Cagliari con una tesi sull’educazione sessuale. Da quindici mesi è sindaco del suo bellissimo paese. Detiene un primato, seppure involontario: è il primo e finora unico esponente del Pdci (comunisti italiani) a guidare un Comune in Sardegna ma quasi certamente («non ho dati precisi») il suo primato ha un’estensione geografica più ampia. I Pacs? «Il problema è stato rimpicciolito e immiserito, praticamente ridotto all’omosessualità», riflette. «Abbiamo istituito il registro delle unioni civili: la nostra è una sorta di provocazione per parlare di un diritto che non si può nascondere dietro la filosofia o la religione”.
Allora chiarisci: come lo affrontate?
«Semplicemente per quello che è: un’evoluzione della società. I cittadini, ormai, richiedono anche forme di aggregazione diverse da quelle del passato».
Ma la famiglia in Italia è sacra. O no? In Sardegna, poi...
 
«Io penso che la società umana non sia nata con la famiglia. Può essere nata con un gruppo, che poi si è evoluto. Probabilmente anche questa è un’evoluzione: qualsiasi scelta venga fatta, eterosessuale o omosessuale, deve essere riconosciuto alle persone il diritto di uscire dall’anonimato barbaro imposto dalla vergogna e dall’ipocrisia».
Fai un esempio.
 
«Tra le persone più contrarie a questa evoluzione figurano uomini politici, come dice il mio amato segretario Oliviero Diliberto, le cui compagne hanno diritti che le compagne dei cittadini senza titoli non possono avere. Per i parlamentari i pacs esistono già».
E l’esempio?
 
«Se Casini ha divorziato e adesso vive con una compagna, la donna di Casini ha diritto all’assistenza sanitaria come se fosse sua moglie. Non capisco perché ai parlamentari questi diritti spettino e agli altri cittadini italiani no. Ma noi li vogliamo allargare a tutti».
Tu in quale posizione ti trovi?
 
«Inattaccabile. Non sono sposato, né fidanzato, né divorziato. Non ho figli. Quindi posso esprimere un giudizio libero da qualsiasi condizionamento di tipo personale. Ma quello dei Pacs non è sicuramente il primo problema di Atzara».
Quale potrebbe essere, invece?
 
«Se avessi la bacchettina magica farei un albergo. Stiamo lavorando per l’accoglienza diffusa, modello Santulussurgiu. Ma oggi il problema esiste: chi viene ad Atzara ha difficoltà a trovare un letto per dormire: abbiamo solo un agriturismo e qualche bed and breakfast. E’ un male comune ai paesi dell’interno, con poche eccezioni: nella provincia di Nuoro gli alberghi sono concentrati sulla fascia costiera che va da Dorgali a Orosei e Siniscola. Se avessimo un investitore privato forse il problema sarebbe risolto».
Al bar abbiamo sentito dire di un museo del vino. Di che cosa si tratta?
 
«È un’idea della vecchia amministrazione, l’abbiamo fatta nostra. La cosa più importante è questa: siamo riusciti ad acquisire l’immobile, un anno di lavoro. Ora si potrà partire».
In giro si vede un logo con una scritta: Atzara città del vino. Che cos’è?
 
«Quel logo è anche qui dentro, nel mio computer. Con Sorgono, Meana, Ortueri e Samugheo lavoriamo al progetto di creare le strade del vino in tutto il Mandrolisai, terreno ideale per la coltivazione della vite. L’iniziativa è della Regione. Dall’Ersat abbiamo ottenuto il supporto tecnico, adesso dobbiamo iniziare a lavorare. C’è poi il consorzio nazionale chiamato “Città del vino”: Atzara sta perfezionando l’adesione, presto anche gli altri paesi aderiranno. Così parteciperemo tutti insieme sotto una denominazione comune: Mandrolisai».
Da molti anni Atzara ha un altro bel primato: riguarda i donatori di sangue e di organi, oltre all’adesione massiccia all’Airc, ricerca sul cancro. E ci sono molti volontari in altri settori. In tutto questo fervore quale ruolo ha il Comune?
«Abbiamo acquisito una casa sulla via principale, vicino alla farmacia, quella con un bellissimo balconcino in ferro. Abbiamo ottenuto un finanziamento dalla Regione per utilizzarla come casa del volontariato. Per questo edificio abbiamo un progetto di recupero funzionale: terremo in piedi tutto il possibile e cercheremo di rimetterlo in sesto rispettando al meglio i suoi fasti originari. Seguiamo una linea di recupero della memoria storica sotto tutti i profili, compreso quello della toponomastica».
Compresi anche i vecchi mestieri?
«Questo dipende dagli artigiani. Noi garantiamo un supporto soprattutto a livello di promozione pubblicitaria ma poi dovranno essere loro a entrare in gioco. Il nostro patrimonio artigianale è grande ma purtroppo si ferma quando un padre non riesce più a trasmettere al figlio la sua attività oppure si ritrova senza apprendisti. Stiamo recuperando qualche altra attività come quella legata alle erbe tintorie. Però..».
Però?
«Purtroppo non conosco un metodo istituzionale che trasmetta il lavoro del padre al figlio. Così ci dobbiamo confrontare con una realtà spesso amara: alcune attività se ne vanno, altre si recuperano»
Domanda obbligata: come valuti questi primi quindici mesi di vostro governo?
 
«Sinceramente, la mia valutazione è positiva. Lo dico senza false modestie. Prima di tutto la nostra coalizione rispecchia l’Unione: ci sono gli amici della Margherita, i compagni Ds e alcuni indipendenti. Personalmente mi sono trovato del tutto a mio agio, in casa. Sono davvero felice del rapporto che ho con assessori e consiglieri».
Con la nuova legge, i Consigli comunali spesso rimangono fuori dalle scelte degli esecutivi. E’ la sorte di quasi tutte le assemblee legislative. Non credi?
«Noi non corriamo questo pericolo perché coinvolgiamo tutti. Ogni consigliere ha un assessore di riferimento. All’inizio gli assessori erano tre. Quello della Margherita, Tonino Muggianu, ha avuto problemi di lavoro e stava per mollare. Allora abbiamo creato un altro assessorato, affidando i servizi sociali e le politiche per la famiglia al capogruppo diessino Pino Pisu e a Tonino Muggianu, per alleggerirgli il carico, abbiamo lasciato cultura, sport e spettacolo. Un altro assessore, Antioco Tolu, si occupa di lavori pubblici e ambiente. Walter Flore, che è anche presidente della Comunità montana, ha la responsabilità di turismo, commercio e attività produttive. Gli assessori sono tre diessini e uno della Margherita ma all’interno della coalizione non esistono rigidità di visioni partitiche. Per il quarto ho ottenuto che a designarlo fossero i consiglieri non rappresentati in giunta. E hanno deciso loro, in autonomia».
Pax omnibus.



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concludo con queste due frasi . la prima di Alexis  De Tocqueville   : <<  le religioni volendo estendere il loro potere  fuori del campo strettamente  religioso  rischiano di non essere  credute  in alcun campo  >> ( la democrazia  in America  )  che  è  una risposta  a chi mi dice  : <<  allora la chiesa deve stare in silenzio  all'obberrrazione  dei  pacs o dico  e alla demolizione dela famiglia  >> . La seconda  di Leszekk Kolakowski  << La chiesa ha il diritto come chiunque altro  d'intromettersi  nella politica , però , dev'essere consapevole  che allora    sarà  giudicata  con  critri politici  >> (  da  valori cristiani o chiesa totalitaria   . micromega 2000 )
la risposta  a chi mi dice   che  sono  i un sporco  (  i più educati )    a chi ancora mi dice che sono ateo e miscredente  o peggio catto comunista  o laicista  .  Melissa P  ha ragione quando dice in un post sul suo blog   : << (..)
i pacs sono uno strumento essenziale e civile, di grande libertà e democrazia l'impossibilità di procreare degli omosessuali non è nè una minaccia per la famiglia nè una minaccia per la società: di eterosessuali nè zeppo il mondo.(  ,.... ) >>   continua   sul suo blog



approfondimenti 



  • il libro  in nome dell'amore  lettera  a benedetto XVI   di Melissa P qui  delle recensioni 



 

Senza titolo 1624

-  C L I C C A    P E R     E N T R A R E    N E L     S I T O   -


 


“Foibe”


ERAN GIORNI DI SANGUE
ERAN GIORNI SENZA FINE
PER LE ORDE SLAVE L'ULTIMO CONFINE
ERAN GLI ULTIMI FUOCHI DI UNA INFINITA GUERRA
E QUEI BARBARI FEROCI VOLEVAN QUELLA TERRA
UOMINI E DONNE  VENIVAN MASSACRATI
LORO SOLA COLPA ITALIANI ESSER NATI
VECCHI E BAMBINI GETTATI NEGLI ABISSI
SPINTI GIU' NEL VUOTO DAI GENDARMI ROSSI
FOIBE NELLA ROCCIA E DI ROCCIA ERA ANCHE IL CUORE
DI UN MARESCIALLO BOIA DI TANTA GENTE SENZA NOME
VENIVANO SOSPINTI CON FURORE E ODIO
VITTIME PRESCELTE PER UN VERO GENOCIDIO
E DOPO 50 ANNI HAN FINTO DI SCOPRIRE
CIO' CHE SEMPRE SI E' SAPUTO
E CONTINUANO A MENTIRE
MA NON AVRA' MAI PACE QUELLA NUDE OSSA
FINCHE' ESISTERA' L'IMMONDA BESTIA ROSSA
E' PASSATO TANTO TEMPO MA IL MIO CUORE GIOISCE ANCORA
QUANDO SIGNORA MORTE SUONO' LA SUA ULTIMA ORA
PER QUEL MARESCIALLO ASSASSINO D'INNOCENTI
PER QUEL BOIA IMMONDO AGUZZINO DI TANTI
E NON POSSO PIU' SCORDARE CHE IL MIO CUORE PIANGE ANCORA
AL RICORDO DI UN PRESIDENTE CHE HA BACIATO LA SUA BARA
PRESIDENTE DI QUELL'ITALIA CHE HA VOLUTO DIMENTICARE
CHI FU MASSACRATO PERCHE' ITALIANO VOLEVA RESTARE

PREGHIERA

Signore mio te prego


 ascortame pe favore!


 Senti pure ammè


 che so 'n peccatore


 …si nei programmi tui


 cè stà 'a rencarnazzione


 che ne sò...


 si quanno che uno more


 se rencarna in un artro disgraziato


 te prego nun te scordà de me!


 Si proprio te fossi scordato


 quante n'ho passate su sta tera


 co 'a signora mia,


 sì proprio me volessi risposà


 nell'artra vita nova,


 te prego


 famme 'na grazia,


 'na grazia sola


 fa che sta moje nova


 nun sia na sòla! [1]


 E n'artra cosa me preme ditte


 se proprio me voi fa rinasce


 che ne sò....,


 pe' ovvià ar problema, puritano


 posso sceglie de rinasce mussulmano?


 


Francescodel51 e StreGattaBlu


 


1) Sòla = Fregatura

9.2.07

Senza titolo 1623

 

 Statunitensi contro la guerra scrivono a Prodi


Gli statunitensi contro la guerra di Firenze, ha scritto una lettera al presidente del consiglio Romano Prodi, per manifestare la contrarieta' all'ampliamento della base Usa di Vicenza. Il gruppo, composto da cittadini Usa residenti in Toscana, gia' in passato e' sceso in piazza per protestare contro la guerra degli Stati Uniti in Iraq. ''Gentile Presidente Prodi - si legge nella lettera - speravamo che il Suo governo avesse a cuore un'alleanza con il popolo degli Stati Uniti piuttosto che un'alleanza solo con l'amministrazione del Presidente George Bush. Speravamo che il Suo governo invertisse la rotta, ripudiando la tendenza, sorpassata, alla militarizzazione e favorendo invece la conversione delle basi in luoghi di dialogo e cultura a beneficio dei cittadini''. ''Ci uniamo agli italiani che in queste ore si impegnano nelle tante manifestazioni di dissenso dalla Sua decisione di dare via libera all'ampliamento della base di Vicenza - conclude la missiva - come ci uniamo ai milioni di statunitensi che lotta no per un futuro di pace''.

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco prima e seconda parte

Con questa piccola guida a puntate, che potrete ritagliare e conservare, vi daremo ogni settimana un consiglio pratico per mettervi al sicu...