Mentre i direttori di rete e gli autori televisivi di casa nostra si affannano a riempirci le giornate di donnine seminude, di reality show fasulli come le tette che sobbalzano davanti alle telecamere maliziose, e di moltre altre amenità, in tutta Europa sta girando questo bello spot di Amnesty International:
"Se pensi che la tua firma non serva a niente ti sbagli di grosso"
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
4.10.07
per la birmania
Senza titolo 2055
Mi risveglio in una
camera di specchi
ovunque vedo me stessa riflessa.
Tante "me" che fanno tutte
i miei stessi gesti.
Io al centro di questa camera
Io che cerco una via d`uscita.
Non voglio vivere sola con
tutte questi - IO -
Non voglio vivere solo per me.
Le storie di ieri
Buongiorno a tutti! Rispondendo oggi per la prima volta al gentile invito a postare fattomi qualche tempo fa dal "padrone di casa" di questo blog, vorrei oggi scrivere ponendomi una domanda e provando ad interrogarmi su di essa. In un periodo in cui Grillo ha risollevato la questione della partecipazione popolare alla politica, la mia domanda riguarda il confronto tra le risposte sociali di ieri e di oggi al clima politico, quale delle due fosse da considerarsi preferibile. Bene, inizio col dire che probabilmente, come spesso accade parlando della vita degli uomini, anche in questo caso una risposta univoca potrà apparire riduttiva, se non addirittura semplicistica. Me ne rendo conto, sappiatelo, ma d'altronde la complessità delle cose non può assere, a mio avviso, una scusa per l'immobilismo. Neppure per quello del pensiero. Il pensiero, appunto. Il pensiero, nell'uomo, è quella funzione cerebrale che consente di immagazzinare dati, allinearli in unità coerente e quindi utilizzarli per elaborare delle simulazioni capaci di portare alla risoluzione dei problemi. Il pensiero avvìa più strada in base a ciò che sa, sìmula ed ipotizza gli esiti di ciascuna, quindi seleziona e spinge all'attuazione di quanto stabilito come "migliore". Il pensiero è, quindi, un processo che nasce da un'esigenza, da una carenza, ma è per sua natura un processo lento, un processo troppo lento per fotografare in un istante la propria situazione. il corpo e le emozioni, quelle sì che sono veloci. Anche i maestri orientali lo sanno da millenni. Il pensiero si innesca, ragionevolmente, dietro un'esigenza percepita fisicamente ed emotivamente, come la fame o la paura. Fin qui ci siamo, sì, ma dove voglio arrivare? E' presto detto: l'ideologia è un'idea organica che, partendo dai dati a disposizione, si prefigge la risoluzione di un problema avvertito già a livello fisico-emotivo. Senza pensiero l'ideologia svanirebbe nel banale avvertimento di un disagio, ma senza l'impulso fisico-emotivo mancherebbe di un fine avvertito come necessario. Gli anni di piombo erano, notoriamente, anni ideologizzati.
Come in ogni epoca, anche negli anni '70 c'era chi sapeva, chi credeva di sapere e chi non sapeva. Anche negli anni '70 le risposte ideologiche potevano essere compromesse da cattivi dati di partenza per la riflessione, Anche negli anni '70 c'era chi propugnava la rivoluzione non per abbattere il concetto di padrone, ma per sostituirsi egli stesso al padrone allora vigente. Anche allora l'uomo era l'uomo.
Negli anni '70, a causa delle condizioni ancora immediatamente post-rurali del nostro paese, la guerra tra interessi nazionali ed interessi soprannazionali, quella stessa che offrì nel primo conflitto mondiale la migliore occasione per l'emergere dei secondi contendenti citati, restava ancora inavvertita ai più. Poca immigrazione, poche normative invasiva dall'Europa, poca competizione per la manifattura autoctona sul suolo nazionale: l'Italia sembrava sussistesse ancora come una sorta di "sistema chiuso", in competizione, quale ente ancora nazionale, con gli altri paesi. In realtà, ieri come oggi, sia l'industria che la politica reale, quella celata dal teatrino della democrazia repubblicana, agivano per interessi che non avevano ormai nulla più a che fare con il concetto di unità nazionale, nè sul fronte territoriale nè su quello etnico. Anche le grosse ideologie subìvano entrambe la spinta globalizzante dei gruppi di potere: se da un lato, almeno ufficialmente, la stella della bandiera sovietica già di suo rappresentava l'unificarsi, in un solo punto centrale, del proletariato proveniente dai cinque continenti, dall'altra parte ci stava la stella americana dai significati ancora da chiarire. Così come da spiegare resta la stella scelta come simbolo della repubblica italiana. E intanto avanzava il benessere.
"...ma l'uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono"
Isaia
Torniamo, ora e per concludere, all'inizio del discorso. Motivi di biasimo e di rimpianto, guardando gli anni passati come gli odierni, se ne trovano sempre. Ma, a fronte dei problemi che, allora, potevano essere avvertiti a livello personale come sofferenza fisica ed economica, sono stati nel frattempo messi al bando dal consumo. Il consumo è stato il grande palliativo tramite il quale il potere nuovo, quello a cui Pasolini non riusciva ancora, allora, a dare un volto, nè un nome, si è andato sempre più consolidando. Il consumo, offerto in simbiosi perfetta con l'identificazione della gioia nello stesso (come una manovra a tenaglia effettuata sul piano antropologico e culturale) ha permesso a questo nuovo potere di non far mai giungere il dolore, nei suoi sudditi, al punto tale da innescare un pensiero di tipo programmatico, nè al punto tale da permettere al pensiero, qualora comunque fosse insorto, di cercare soluzioni aldifuori del consumo stesso. Il pensiero è sostituito dalla logica "dei pacchi" di tante trasmissioni preserali, dove soltanto l'azzardo e la sensazione guidano l'operato in modo cieco e spietatamente circostanziale. Carissimo Kin-chan, perciò: lungi dal mio interesse il voler difendere una qualsiasi delle ideologie che si batterono, più o meno consapevolmente, più o meno giustificatamente, all'epoca, rimpiango di quegli anni un pensiero capace di programmare il futuro partendo da presupposti "altri" dal consumo e dal suo implicito egoismo, per farla breve. Rimpiango la percezione culturale di un "bene" inteso come coincidenza di interessi personali e collettivi. C'erano le bombe e c'era la paura per le strade, si dirà allora. Proviamo a guardare, allora, i telegiornali di oggi: le bombe ed imotivi di paura, quando non ci sono, li si inventa. Ma c'è qualcosa, oggi, che ieri non c'era e che rappresenta, forse, un punto di forza dell'epoca attuale? Certo che c'è: è la maggiore diversificazione delle ipotesi di soluzione, da parte di chi scopre il trucco del mondo in cui siamo costretti a vivere. Ed insieme a ciò, non dimentichiamo, il patrimonio esperienziale delle storie di ieri.
"...la mattina legge molti giornali; è convinto di avere delle idee..."
F. DeGregori, Le Storie di Ieri
È morto da undici anni ma il Tar lo riamette al lavoro
Dopo la lettera ( non credo che mastella risponderà mai è una rarità che i politici italiani di qualunque schieramento siano rispondano ) di un pensionato dalla nuova sardegna a del 30.iX.07 :
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Michela Cuccu
«Ritiro la querela e lo faccio sapere al ministro. Perché è inaccettabile attendere anni per una sentenza». Salvatore Camedda ha preso carta e penna per girare il suo sfogo al ministro della Giustizia, Mastella, per una storia minima ma da manuale, nata da una bega di vicinato. Ma che certo i protagonisti, non avrebbero mai immaginato potesse trascinarsi così a lungo. Cinque anni, per la precisione, senza mai arrivare a sentenza. Una classica vicenda di lungaggini giudiziarie. Alla quale Salvatore Camedda ha deciso di mettere la parola fine. Nell’unico modo possibile: ritirando la querela. Cinque anni fa il pensionato, si presenta dai carabinieri per sporgere una querela nei confronti di un vicino che durante una discussione lo avrebbe minacciato e ingiuriato. «Quando appresi che la vicenda era di competenza del giudice di pace pensai che tutto si sarebbe risolto in tempi brevi. Invece, non è andata così», racconta oggi l’uomo. Mai e poi mai avrebbe immaginato che la questione invece si sarebbe trascinata per ben diciannove udienze «senza arrivare a un giudizio», come ha scritto al ministro Clemente Mastella. Di più. Il pensionato racconta come quella querela fino a oggi gli sia costata una fortuna: «Basti pensare che mia sorella, testimone, ha dovuto far la spola fra Oristano e Torino (dove risiede) per otto volte. Otto viaggi che mi sono costati una fortuna, troppo per chi vive con la pensione di invalidità». Camedda aggiunge: «Del resto se non si fosse presentata, il giudice avrebbe disposto l’accompagnamento coatto». A questo punto il pensionato, ha deciso di arrendersi e ha ritirato la querela. Subito dopo ha spedito una lettera raccomandata a Clemente Mastella. «Se risponderà - ha commentato il pensionato - spero che sia più rapido della giustizia».
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Ora un sentenza del tar che arriva dopo 12 anni , e fin qui un fenomeno diventato ormai normale e quindi niente di nuovo conoscendo la lentezza della giustizia italiana, se non fosse che il vincitoe dela causa era morto da undici anni . Infatti La sentenza riabilita il docente di educazione artistica licenziato nel 1 per “assenteismo” L'insegnante delle medie si era tolto la vita sei mesi dopo la notifica del licenziamento. Davanti ai suoialunni delle scuole medie.spiegare che differenza c'è trapittura a olio e pittura ad acquarello, tra Picasso e an Gogh. Inclasse, alla statale Dante Alighieri di Selargius. Scuola lasciata dodici anni fa a causa di un licenziamento che nei giorni scorsi il Tribunale ha dichiaratoillegittimo. Decisione che forse è la causa della vera tragedia di un anno dopo: Gianpietro Caredda, insegnante di educazione artistica, si era tolto la vita pochi giorni prima della notifica della sentenza del Tar del 1996 ,
quella che aveva sospeso momentaneamente gli effetti del licenziamento per le assenze sul posto di lavoro.
Ora giustizia . Sentenza sul merito. Molto chiara nella sua freddezza giuridica: il tribunale amministrativo per la Sardegna, sezione prima, accoglie il ricorso in epigrafe e, per l'effetto, annulla il provvedimento di decadenza impugnato. Cioè quel maledetto licenziamento di dodici anni fa. ra i familiari, le due figlie di Gianpietro Caredda, Marzia e Manuela, sempre che abbiano voglia di sentir ancora parlare di questa storia potrebbero chiedere un risarcimento che è niente rispetto a quello che hanno passato in questi anni. Senza padre. Ma anche senza madre. Allora avevano quindici e dieci anni. Tutto era nato proprio dalla scomparsa della madre. Il marito, sensibile, amante dell'arte, non se ne era mai fatto una ragione. E da lì era cominciato il calvario della depressione. ssenze da scuola, cure mediche. Anche pesanti. Poi quel provvedimento della scuola. Un disguido burocratico, più che altro. Riletto dai giudici tutto a favore dei familiari di Caredda.Le assenze, che per la direzione della Alighieri, erano ingiustificate per i giudici erano legate sempre a quella malattia.«...Pertanto - si legge nel dispositivo della sentenza - l'amministrazione, essendo a conoscenza delle condizioni di salute mentale del docente, non avrebbe potuto pronunciare la decadenza dall'impiego ma semmai collocarlo d'ufficio in aspettativa per infermità.... disponendo una nuova visita collegiale per verificarne l'idoneità». Il tribunale accerta anche che la figlia dell'insegnante aveva fatto tutto quello che c'era da fare per comunicare a scuola e provveidtorato che il padre, in classe,proprio non ci poteva andare.«Tutte queste circostanze - si legge nella sentenza - sono state completamente ignorate dall'amministrazione la quale si è limitata ad accertare il mancato rientro del docente al termine del periodo di aspettativa autorizzato, senza minimamente verificare le ragioni presentate...Tutte queste mancanze hanno comportato una valutazione incompleta della situazione in cui versava il docente e che avrebbe dovuto essere presa in considerazione...». Chi ha perso Stato,scuola, provveditorato agli studi è stato condannato a pagare 2500 euro di spese processuali.
Una bazzecola rispetto a quello che i familiari dell'insegnante di educazione artistica potrebbero chiedere per i danni morali e materiali. Chi ha perso ora ha solo una carta da giocarsi, il Consiglio di Stato. Ma dovrà sostenere la tesi che Gianpiero Caredda era un “fannullone”. Il Tar ha però già detto che quell'insegnante “fannullone” non lo era nemmeno per idea.
Senza titolo 2053
Orgogliosa di essere debole
QUANTA PIU' POTENZA ESISTE
NEL PIEGARE LE GINOCCHIA
DINNANZI AL RICONOSCIMENTO
DEI PROPRI LIMITI
CHE NEL PERENNE
E VANO TENTATIVO
DI CREARE
CON LE PROPRIE MANI
LA PROPRIA COMPLETEZZA?
MASTELLA MINACCIA LA LIBERTA' DI PENSIERO DI UN BLOGGER
MASTELLA MINACCIA LA LIBERTA' DI PENSIERO DI UN BLOGGER
C'è bisogno del nostro aiuto! Il blog satirico Mastellatiodio rischia di chiudere. Il ministro si è rivolto alla Polizia postale chiedendo l'oscuramento del sito. Mastella accusa il blog di essere neonazista (!?) e di incitare alla violenza. Ho letto accuratamente il sito incriminato e di violento non c'è Leggi ancora
3.10.07
mafia in sardegna e ultime su de magistris
Come ho già detto in vari articoli sul forum dei compagni di strada ed amici ammazzateccitutti.org sia con il mio vecchio nik Ulisse sia con il nuovo ( dovuto a problemi tecnici con il forum ) ex Ulisse la Sardegna ed in particolare la mia zona la Gallura ( leggi Olbia-costa smeralda ) è sempre di più a rischi o infiltrazioni mafiose . infatti dalla nuova Sardegna del 9.06.07 :
Andrea Sini
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Dal nostro inviato
Il sindaco di Tempio Antonello Pintus conferma il sì della Municipalità davanti ai senatori della Commissione Giustizia impegnati da tre giorni in una visita ispettiva nelle carceri isolane partita da Buoncammino. Stamane a San Sebastiano i parlamentari chiariranno se ci sono i denari per la costruzione del nuovo carcere di Sassari. I pesanti tagli della finanziaria nazionale fanno temere che manchino i denari necessari alla chiusura del carcere della vergogna, monumento ottocentesco nel pieno centro della città.
A Tempio Pausania, invece, tutto fa pensare che il nuovo penitenziario possa diventare realtà rapidamente se non altro per il bisogno di carceri di massima sicurezza, inesistenti in Sardegna dopo lo smantellamento delle sezioni un tempo ospitate a Badu e’ carros e all’Asinara. Il sindaco conferma che «le carte sono allo studio del ministero di Grazia e giustizia, che sta mettendo a punto il progetto per un carcere da duecento posti».
Il Comune ha già stanziato i fondi per l’acquisto dei terreni, e un’azienda privata, l’Impregilo, avrebbe a disposizione cento miliardi da investire per costruire il nuovo edificio con la formula del project financing. La società ex Fiat oggi legata all’impero di Cesare Romiti anticiperebbe la spesa, ottenendo in cambio da parte dello stato un canone d’affitto per l’uso del supercarcere.
Se non scatterà questo meccanismo, sarà ben difficile costruire un nuovo edificio per un ministero cronicamente a secco, in difficoltà persino per la progettazione. «Ma l’esigenza di dare a Tempio un carcere moderno è troppo pressante perché si possa perdere ancora tempo», dice al termine della visita alla “Rotonda” il presidente della Commissione Giustizia Antonino Caruso, esponente di An.
Attorniato da ben quattro senatori eletti in Sardegna, Caruso fa l’elenco delle gravi disfunzioni di una galera nata nell’Ottocento con il solo scopo di tenere in gabbia i detenuti, compresi quelli in attesa di giudizio. Niente spazi per attività all’aperto, celle anguste e con servizi igienici praticamente «a vista», con violazione totale della privacy dei detenuti, tre per stanza, fanno della “Rotonda” una galera fuori dal tempo.
«È disumano - dice Nino Murineddu, senatore Ds di Tempio - tenere detenuti giovani, spesso in attesa di giudizio definitivo, in celle così vetuste, umide e malsane, in un carcere privo di spazi per lavoro e socialità». Pino Mulas, senatore olbiese di An, non ha dubbi: «La Rotonda va chiusa, il più presto possibile. Non esistono alternative».
Bruno Dettori, senatore sassarese della Margherita, rilancia. «Questo carcere è una vergogna per i detenuti, ma anche per i trentasei agenti, i medici, gli assistenti sociali che vi lavorano». Fra i trentasette carcerati, oltre la metà sono tossicodipendenti, molti impegnati anche in attività di recupero, ma è davvero difficile prevedere un reinserimento al termine della pena, che in sedici stanno scontando, mentre ventuno sono in attesa della sentenza definitiva. «Non è giusto, e non è utile alla società tenere questi giovani in questo stato», dice Pasqualino Federici, senatore sassarese di Forza Italia.
C’è insomma un coro di consensi, al di là degli schieramenti, a favore dell’immediata chiusura di una prigione d’altri tempi. I parlamentari fanno notare, incontrando il direttore Paolo Sanna, che i rapporti fra detenuti e guardie sembrano buoni, non esistono tensioni specifiche all’interno della “Rotonda”, ma qui dentro è davvero impossibile qualsiasi progetto di reinserimento dei condannati, giovani e giovanissimi. In particolare è difficilissimo trovare loro un lavoro, anche per la mancanza di spazi fuori dalle celle.
Non resta che la chiusura, Roma permettendo. Antonino Caruso non ama i giri di parole. «Il ministero - dice il presidente della Commissione - punta ad aprire a Tempio un carcere nel quale ospitare soprattutto detenuti soggetti alle ferree regole del 41 bis. Ma la Commissione chiederà che ci sia anche un’area destinata a chi è in attesa di giudizio, perché la città Pausania non merita questa “Rotonda”. È roba che non fa onore al nostro Paese. Ed un po’ il simbolo della situazione delle carceri della Sardegna, dove esistono anche altri problemi ma l’emergenza più drammatica è quella edilizia».
Sovraffollamento e locali fatiscenti sono una pena ulteriore per i detenuti. Meglio si sta, e soprattutto si potrebbe stare, a Mamone, casa di reclusione all’aperto fra Bitti e Lodè dove duecento e passa detenuti allevano il bestiame. «Lì ci sono grandi potenzialità per un carcere volto alla rieducazione», pensano i senatori. Ma intanto la Rotonda e San Sebastiano sono ancora in piena attività. >> Unione sarda settembre ( non ricordo la data esatta del 2002
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C'era una volta anzi, c'è ancora a Lamezia Terme (CZ) una società che si chiama “Why Not?” che da tempo, praticamente sin dalla sua nascita, presta i suoi lavoratori interinali alla Regione Calabria per servizi che vanno dalla sorveglianza idraulica, alla tutela del patrimonio, alla gestione del personale, di banche dati ed altri servizi informatici; questa società impiega oggi 635 dipendenti e vanta un fatturato di 12 milioni di euro. Certamente gran parte del merito di tale successo è dovuto al fatto che in pratica la Regione, seppur con decine di migliaia di dipendenti, non riesce – per così dire - a gestire neppure il proprio personale, e si affida perciò in outsourcing a “Why Not?”.
E fin qui sembra l'inizio di una storia quasi “normale”, magari una di quelle storie di piccola clientela come tante ce ne sono in Italia, ed invece c'è dell'altro, e “che” altro!Da “Why Not?” mutua oggi il nome l'inchiesta aperta alla Procura della Repubblica di Catanzaro e portata avanti dal sostituto procuratore Luigi De Magistris, perché sarebbe questa la società capo-fila di una serie di scatole cinesi finalizzate all'intercettazione di una gran parte dei finanziamenti pubblici erogati dalla Regione Calabria e dall'Unione Europea per i più disparati settori economici. E adesso comincia il bello.Durante gli interrogatori dei testimoni (anche interni a Why Not) da parte di De Magistris sono venuti fuori nomi di importanti personaggi del mondo della politica calabrese nonché dell'imprenditoria e delle forze armate di tutta Italia e così nei mesi scorsi i carabinieri hanno perquisito decine di abitazioni private per poi irrompere addirittura al Palazzo del Consiglio regionale negli uffici privati di alcuni consiglieri ed assessori regionali alla ricerca di materiale probatorio per l'inchiesta. Cioè, come se i carabinieri irrompessero negli uffici parlamentari di Montecitorio, giusto per farti comprendere la gravità della cosa.E così le persone indagate sono 19 e provenienti da tutta Italia. Tra queste anche il generale Paolo Poletti, attuale capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, l'assessore al turismo e Vicepresidente della Regione Calabria, Nicola Adamo (Ds), l'assessore regionale all'agricoltura e forestazione, Mario Pirillo (ex Margherita adesso esponente del Partito Democratico Meridionale), un consigliere regionale dei Ds, Antonio Acri, l'ex responsabile per il Sud Italia della Compagnia delle Opere, Tonino Saladino (più volte intercettato al telefono con il Guardasigilli Mastella), l'ex assessore regionale alla sanità di centrodestra, Gianfranco Luzzo ed un quarantenne di Vibo Valentia, Salvatore Domenico Galati, già collaboratore dello staff del senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Giancarlo Pittelli.Un bel minestrone di inciuci, non c'è che dire. E se vi dicessi che tra gli indagati ci sono anche il capocentro del Sismi di Padova, Massimo Stellato, ed una funzionaria del Cesis (l'ufficio di coordinamento dei servizi segreti), Brunella Bruno?Ecco che il quadro della situazione si manifesta in tutta la sua preoccupante tristezza e drammaticità.I reati contestati, a vario titolo, spaziano dalla corruzione, all'associazione a delinquere, alla violazione delle leggi sulle associazioni segrete (sic), alla truffa, al finanziamento illecito ai partiti.Addirittura si ipotizza per alcuni l'appartenenza ad una massoneria coperta (la c.d. “Loggia San Marino”), che sarebbe servita da collante per portare a termine gli affari illeciti del gruppo di potere trasversale con le dovute coperture istituzionali. Cioè, praticamente, pare si tratti di una vera e propria lobby e che questa abbia influito sulle scelte di amministrazioni pubbliche per l'utilizzo di finanziamenti e l'assegnazione di appalti.
Ovviamente inutile dire che il Vicepresidente Adamo, ad esempio, in linea con la recente linea Ds sui magistrati milanesi, si è subito detto pubblicamente vittima di un complotto contro sé, il suo partito, la sua famiglia ed il suo lavoro, accusando, seppur indirettamente, il PM dell'inchiesta di agire per conto di non si sa chi (e meno male che lo stesso De Magistris era stato inserito anni fa nel famoso elenco delle “toghe rosse” di berlusconiana memoria!).
Eccola la regione del dopo-Fortugno! Eccola la regione dove un uomo delle Istituzioni, un politico, è stato ucciso meno di due anni fa in un seggio delle Primarie, a Locri, giusto sei mesi dopo quelle elezioni regionali dove il centrosinistra, imbarcando di tutto ha raggiunto il record storico di preferenze (oltre il 62% dei consensi).
E non finisce qui. Il 20 giugno scorso, dopo la riunione della Conferenza dei capigruppo e dei presidenti di Commissione in Consiglio regionale, è stato dato mandato al presidente del Consiglio, Giuseppe Bova (Ds), di (cito testualmente) <<assumere, attraverso l'Avvocatura regionale, ogni iniziativa giudiziaria volta alla difesa dell'onorabilità dell'Assemblea>>. In poche parole i politici coinvolti nelle inchieste attraverso il compagno Bova hanno querelato i testimoni di De Magistris con i soldi dei contribuenti, bene sottolinearlo, dopo aver già querelato per fantomatiche diffamazioni anche noi di “Ammazzateci tutti” a dicembre 2006, rei di aver chiesto di non essere più strumentalizzati politicamente e sollecitato chiarimenti circa la questione del 50% - di allora – di consiglieri regionali inquisiti (dato comunque confermato successivamente anche dalla Direzione Nazionale Antimafia e dal Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso ed oggi salito al 65%, con 33 consiglieri inquisiti su 49 eletti).
Di queste cose, quanti giornali e televisioni ne hanno parlato e ne parleranno?
Io sono solo uno squattrinato 21enne studente fuori sede con già due querele sulle spalle, e più di questo ultimo disperato appello non so proprio cosa fare ed a chi rivolgermi. Al Presidente della Repubblica? Alla Corte Europea? Alle Nazioni Unite? A chi, a che cosa ? (....) continua qui
Veltroni er piotta
Senza titolo 2052
Saper dimenticare che sia giusto o sbagliato non fa parte di me
Hai i miei stessi occhi questo nessuna bugia potrà cambiarlo
Odiami se vuoi hai già dimostrato di poter vivere senza di me
Ma davanti allo specchio questo non riuscirai a dimenticarlo
Non mi sarei accontentato di essere un amico ma
Per te lo sarei stato comunque non ti avrei lasciata sola
Se gliene darai l'occasione miliardi di persone continueranno
Cercheranno di deluderti mentre tu scegli di odiare i miei occhi
E io ho cominciato ad avercela con il tuo nome è soltanto un nome
E' ciò che continua a ripetere quella gente come se davvero sapesse
Potesse capire cosa è sempre significato per me quel semplice nome
Per quello che hai fatto no non esiste una spiegazione
Perché ora è chiaro è ciò che non hai fatto che
E' riuscito a cambiare le cose non penso ci sia un senso
Nell'odiare qualcuno che ti spinge ad essere te stessa
E io sì io avrei continuato a difenderti contro tutti
Nonostante tutto e adesso continua pure a vivere la tua vita
Come hai sempre fatto ma che ti piaccia o no è nella mia vita
Che continuerai a vivere davvero sei libera di odiarmi se vuoi
Ma davanti allo specchio troverai anche me dentro i tuoi occhi
Perché per quanto il resto del mondo i tuoi amici la tua famiglia
Potranno continuare a farti credere che io sia sempre stato uno
Fra tanti uno come tanti un giorno ti chiederai il senso di questa famiglia
Che non è riuscita a guardarti negli occhi e avere il coraggio
Di dirti che stavi sbagliando
Odiami se vuoi è la scelta più facile non ho chiesto il tuo permesso
Per innamorarmi di te non volevo innamorarmi di te è successo
E' successo e basta non c'è altro da sapere perché dentro i miei occhi
Nessuna domanda è sempre stato tutto molto chiaro
Senza titolo 2051
« "Dopo aver eliminato l'impossibile, per quanto improbabile, ciò che rimane può corrispondere al vero". » | |
(Holmes parlando con Watson in La scienza della deduzione, secondo capitolo di Uno studio in rosso) |
Senza titolo 2050
ECCO A VOI L'INDOVINELLO RI/CREATO DA LUCKY E IL SUO AMICO ACULNAIG ! :-)
QUAL'E' LA CITTA' PREFERITA DALLE PECORE ? LA RISPOSTA DOMANI SU QUESTO POST ! :-)
2.10.07
Senza titolo 2049
A PROPOSITO DI BEPPE GRILLO
A proposito di Beppe Grillo e del suo Vday, che mi guardo bene dal giudicare, ma sul quale mi piace fare alcune considerazioni. L’Italia è un paese del quale una buona parte dei propri cittadini è scontenta ed ai quali la classe politica dirigente di entrambi gli schieramenti non solo non sa dare risposte ma, quelle che dà, sembrano risposte di un sordo che non ha ben sentito la domanda. Gli italiani chiedono in effetti non molte cose e quelle che chiedono essenziali. Lavoro per i propri figli, se non proprio per i padri, ordine, una classe politica che meriti i privilegi che ha e che mantenga fede agli impegni presi, soprattutto quelli presi in campagna elettorale, e una moneta che abbia un potere d’acquisto congruo. A queste domande quali sono le risposte? Non si riesce a governare dicono per la risicata maggioranza, oppure per colpa del sistema elettorale, e ancora ci vorrebbe un partito unico forte, dal che si dovrebbe dedurre che qualcuno non meglio identificato non voglia il bene del paese. Ma chi? Mistero. Questo qualcuno, che non si capisce bene impedisca tutto ciò che può andare a nostro vantaggio, scompare quando si tratta di salassarci, compresa la sinistra radicale che spesso non oppone nessuna resistenza, e quando la oppone è già pronta a recedere dalle proprie posizioni per lo spauracchio della caduta del governo. Ora Grillo tutto questo lo ha capito, e potrà piacerci o non piacerci, potremo condividerne o non condividerne le idee, io stesso alcune non le condivido e ho pure qualche perplessità che attende di essere fugata, ma ha portato a firmare in piazza 300.000 mila persone. E il merito di tutto questo più che suo è di questa politica che ha preso una strada completamente opposta a quella che i cittadini che rappresenta avrebbe desiderato prendesse.
(Pietro Atzeni)
Senza titolo 2048
I miei ulivi di Sardegna
Per quanto piegati, storti, contorti
in mille modi
dal forte vento di maestrale
i miei ulivi di Sardegna
Sempre protesi con la chioma
Verso il loro sole
Così anch’io dicono
per questo molto avrei perso
Ma la sera quando il sole tramonta
quanta pace nei miei occhi
specchio dell’anima.
(Pietro Atzeni)
Senza titolo 2047
Che stupido, narrare me...
Proprio ora in cui cominciavo a valorizzarmi.
Narrarmi, e con che? Dire cosa?
Ma poi riuscirei a descrivermi?
Metto una mano nel mio giubbino e lentamente tiro fuori una sigaretta.
Inutile dire che essa, compagna di notti, ancora una volta mi frena l'animo.
Trovarsi seduto qui nel mio studio,
trovarsi a scrivere come sui banchi di scuola,
Trovarsi a imprigionare nuovi pensieri...
Lottare solo perché lo vaglia io, tutto questo mi turba.
Ritorno a scrivere per provare nell'animo ora, le stesse pulsazioni di tanti scritti, che nella mente vengono via via spolverati dalla mia memoria.
Sapere che l'unica soddisfazione rimane questa, questa futile e disperata reazione di scrivere.
Pochi capiranno quanto ho provato e narrato in queste frasi.
Pile di libri attorno a me...
Alcuni compresi, altri no.
Dalla porta dello studio entra la TV,
inutile passatempo ora, dato che non è il momento adesso.
Mi giro intorno e rivedo nel chiuso del mio studio, tanta freddezza intorno a me, tra queste pareti bianche, interrotte da scaffali colmi di libri e videocassette, di cui ho perso memoria.
La sigaretta stretta fra 2 dite è quasi finita
Ed è finita anche la voglia mia ora di scrivere.
Si spengono le luci, di questo ennesimo atto della vita mia.
Senza titolo 2045
azioni quirinalizie, già viste in verità, incombono sul governo Prodi che dovrebbe ricordarsi che le spallate sono innocue al contrario delle faide familiari!
il buon Giorgio Napolitiano si muove perchè chiamato a farlo ma vedete che il buonismo alla lunga regala brutte sorprese? aspettare un governo futuro fa male come il caldo africano.....
Forza Romano Prodi, resisti!
in italia non si vuole cambiare veramente
Neri Marcorè imita Ligabue
sempre a prendere schiaffoni
A tenere tutti buoni
circondato da coglioni
Una vita da prodiano
a dar retta anche a Parisi
Tutti vogliono poltrone
o minacciano una crisi
Una vita da prodiano
uno strilla l'altro inciucia
Con i senatori a vita
dacci dentri di fiducia
rappresenta benissimo la situazione del nostro paese un Un Italia spaccata fa comodo ai politici continueremo ad imprecare
Lettera firmata Sassari
Tutto quello che dice Grillo è pura verità. Lui ed altri non fanno altro che ricordarcela. T&uttavia non si riuscirà mai a fare niente, perch ci vor- rebbe una sommossa popolare, e le sommosse portano allo spargimento di sangue, alla morte di innocenti, alla guerra civile. Queste cose potranno succedere solamente se la maggioranza del popolo italiano sarà portato alla fame, quella vera e non per finta. Se invece, come avviene in Italia, la povertà tocca la minoranza del popolo, non succederà mai niente. Questo i nostri governanti lo sanno benissimo, e quindi cercano di mantenere questa dif- ferenza. Immaginate voi un Paese dove tutti vivono eco- nomicamente allo stesso livello, pagano tutti le stesse tasse, dove davvero l'uguaglianza tra i simili non porta a lotte sociali come potrebbero esistere due coalizioni politiche Non ci sarebbe un motivo valido per lo scontro elettorale. Questa Italia a loro sta benissimo cos com'è, per fare sempre gli affari loro. E noi quotidianamente ad imprecare...
1.10.07
Senza titolo 2044
L'AVETE LETTO QUESTO LIBRO ? :-)
DOMANI LA RISPOSTA DELL'INDOVINELLO DI LUCKY E ACULNAIG ! OLIVE DOLCI :-)
Cosa è il sionismo e perché essere critici? E poi quali sarebbero le idee di Segre e Crosetto da “odiare”?
A volter capita , ed è questo uno dei casi , che un post scritto per la mia bacheca di facebook necessiti di un ap...
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https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
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dalla nuova sardegna del 17\10\2011 di Paolo Matteo Meglio le manette ai polsi, piuttosto che una pallottola in testa. C...
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Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...