2.5.09

una strada fatta di curve

In realtà il post d'oggi avrebbe dovuito essere un sfogo sul mio pessimismo e il voler abbandonare il blog visto che nessuio commenta più , o gente che ha accettato l'invito si è persa subito o gente che scriveva non scrive più senza avvisare ( quindo non si capisc e se  non può per  ... suoi  o  se  non vuole più condividere la strada con me  ) . Ma poi mi sono detto   bah smettiamola di fare le .... eluiubrazioni  mentali continue  chi vuoloe  continuiare  a viaggiare  con me   anzi  con  noi  bene   , chi non  puo'  n mi  pazienza , sappia però  che  lmi può sempre  ritrovare  ( salvo che non cambia strada  )  lungo io cammino oppure  : <<  (..)  Non si può restare soli, certe notti qui, che chi s'accontenta gode, così, così. Certe notti sei sveglio o non sarai sveglio mai, ci vediamo da Mario prima o poi (..)  come dice  una famosa  canzone>>     .
Quindi smeto di  di piangermi addosso e  vado  avanti  .
 Il post d'oggi tratta del punto in cui sono arrivato  con il mio viaggio  e   come  ho  intenzione  poroseguire 







se vero come dice philippe sollers ( filosofo contemporaneo francese ) fare la pace con se stessi non è una vita percorribile da tutti\e . in una intervista su psycologies catrtaceo di dicembre 2009 ( qui   la  versione online  http://www.psychologies.it/). E quindi la vita è una lotta continua e cghe la prima guerra è quiella che hja luogo trta sè e seè . é altrettanto vero , che non sempre si può essee in guerra \ lotta con s e stessi . Infatti a volte è meglio essee amici che nemici di se per poi soffrirnbe per tutta la vita . Ora fra queste due posizioni , le alterno . ecco perchè scegliendo una stra con ncurve , perchè come dice una strofa della canzone sotto riportata <<la retta via è per chi ha fretta >>.
ecco volevo evitare  una  sega mentale  ma  mi chiedo sarà la  strada  giusta  ?  '  ancora  non lo so bene  in quantoi  gli alterno anzi meglio  gli uso entrambi  . Solo  la mia morte  fisica  si saprà  da  quello che lascerò  (   scritti  cartacei  ,   scritti  sui miei  blog  e  i mie  commenti   e   e  nnei  newsgroups  , e  parodie  che  hanno mnfato su  di me  ) 

Oltre questo video ( chiedo Ora  , scusa se lo ripropongo , ma dela canzone non ne ho trovato altri )  sono 
 sono


1)  il libro    toccante  ed  autobiografico (  ne trovate   sotto a  sinistra la copertina  )     su una  esperienza degli anni  di piombo ( 1969\70\1988\1999)   di   Torregiani Alberto figlio  dell'orefice ucciso  da cesare battisit  , Rabozzi Stefano  Ero in guerra ma non lo sapevo  di  quisotto ulteriori informazioni 

* Editore: Agar
* Data di Pubblicazione: 2006
* Collana: Le biografie
* ISBN: 8889079207
* ISBN-13: 9788889079201
* Pagine: 224















  quattro   film bellissimi  sotto il promo dei  pprimi due   e l'inizio  del terzo


rachel sta  per  sposarsi



Guarda il trailer Rachel sta per sposarsi su Cinetrailer.it



The Burning Plain - Il confine della solitudine





il figlio di bakunin



il cielo sopra berlino ( l'edizione integale )





a chi mi chiede cosa intendo per eroe

questi sono  eroi  non quelli (  ovviamente  rispettandoli  )  morti  nell'attentato a  nassyria  o nelle  torri gemelle si al ricordo  ma  non  all'esaltazione   e  alla retorica  di stato ed imperante .




Senza titolo 1470

 L'AVETE LETTA LA FIABA LA FIGLIA DEL SOLE ? :-)


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1.5.09

FESTA DEL 1 MAGGIO


                              Oggi 1 MAGGIO
                               
                                          Buona festa a tutti!AB60
                                                  immagine tratta dal web

Primavera - 1




Piccolo Tibet oggi


inverno


primavere


La primavera


Oggi a Roma c'è un cielo azzurro.
Ho chiamato  in Abruzzo
alla mia amica Angela è tornata la voce.
Ancora non ho visto la mia tana
di Assergi la vedo nella mia mente.
Mi manca tanto il mio "Piccolo Tibet"
Il massiccio è ancora innevato,
la primavera è  in ritardo!
La genziana le orchidee il ginepro
poltriscono ancora,
sentono freddo.
La primavera è in ritardo!
ma arriverà per infiorare le valli
appena il gigante dormiente si sveglia.
franca bassi


Senza titolo 1469

  L'AVETE VISTO IL FILM CAINO E CAINO ?  :-)


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30.4.09

Aula Magna



            


Aula Magna Macerata6


Aula Magna Macerata1


Aula Magna Macerata4


Aula Magna Macerata2


Aula Magna Macerata5


Aula Magna Macerata8


Ieri la mia amica Paola si è laureata. L'ho vista sgambettare da banbina sotto la mia finestra, oggi è amica, sorella figlia. Siamo partiti che era ancora notte, siamo passati per L'Aquila, Assergi e poi il grande Tunnel del Gran Sasso ci ha portato apparentemente con il pensiero fuori da quel luogo tristre, ancora avvolto nella bruma. Siamo arrivate a Macerata  che ancora era presto,  ci siamo fermate alla piazza per prendere un cappuccino e goderci un po' di sole, appena entrate all'universita, abbiamo  percorso un lungo corridoio, sontuoso, austero,  con le pareti rivestite di grandi illustri personaggi, la grande porta di legno antica si apre ai nostri occhi: "l'Aula Magna" che spettacolo! un vero gioiello. Non vi metto le immagini delle persone per delicatezza. Uscite dall'aula entrambe cariche di grande emozione, mi sono fatta prestare dalla mia amica la sua corona di alloro e sotto la lapide di "Leopardi" mi sono incoronata e laureata anch'io, e ho promesso che se rinasco, frequenterò l'uneversità di Macerata...scusate mi sembra di ricordare che anche un certo 'Napoleone' si è incornato da solo, vabbè non ci fate caso mi piace giocare. Franca Bassi



Quando due poeti si incontrano


Nicola Brunialti: "Che emozione scrivere per Renato Zero"


"Cosa penso di Zero interprete? Beh, a parer mio solo due tipi di cantanti si prestano a eseguire brani altrui: quelli molto intelligenti o quelli negati per la composizione. Anche se in entrambi i casi occorre lo stesso coraggio: ammettere il proprio limite presuppone un grande senso di autocritica. Ovviamente, Renato appartiene alla prima schiera". Parola di Nicola Brunialti, pubblicitario e scrittore per l'infanzia il quale, assieme al musicista Giancarlo Colonnello (autore di Non ho l'età e di molti jingle pubblicitari), ha regalato al celebre cantautore Dormono tutti, la delicata ninna-nanna che chiude il nuovo album, Presente.




Brunialti, classe 1972, ha all'attivo quattro libri: due di filastrocche (La mucca fa bee e A Natale fanno pace), una vicenda illustrata sul bullismo - La maledizione del lupo Marranno - e il romanzo Pennino Finnegan e la fabbrica di baci, storia d'un bambino che vive in un mondo chiamato Semprefreddo, dove baci, abbracci e carezze si comprano al supermercato perché la gente ha scordato come si dimostra l'amore. Una storia "diversa" per esortare i giovanissimi a non temere i propri sentimenti e a non vergognarsi dei gesti d'affetto. "I bambini - spiega - provano ancora curiosità, a differenza degli adulti. E sono ottimisti: si aspettano ancora un mondo in cui avvenga sempre un lieto fine. Ma non si fanno fregare: sono bassi, ma non stupidi. Ognuno è una storia, un'isola. Ognuno ha già caratteristiche precise. Devi imparare il loro linguaggio per toccarne i cuori. Ma vietato fingere. E' come se uno tentasse d'improvvisare l'inglese in Gran Bretagna senza conoscerne una parola. Gli inglesi lo capirebbero subito. Così i bambini: si accorgono se sei sincero".

- Dai bambini a Renato Zero il passo sembrerebbe, più che lungo, improbabile.

"E invece mi sono accorto che nessuno avrebbe potuto cantare la mia filastrocca risultando credibile quanto lui".

"In ogni caso - prosegue Nicola - qualcosa di tipicamente zeriano si trova anche lì: il parlato introduttivo, il lamento e il commento 'devo aver schiacciato un pisolino' si devono a lui e inseriscono una ironia meravigliosa all'interno di una poesia molto tenera".

"Renato è l'autore, secondo me, della più bella canzone della musica pop italiana: Il cielo. Ed è l'autore di altre decine di pezzi storici, entrati di diritto nella storia della nostra musica, che hanno segnato i tempi, trattando argomenti sempre spinosi, anticipando spesso i tempi, parlando sempre con una irrinunciabile ironia, nascondendo le lacrime dietro un gioco (Triangolo è una canzone triste dal punto di vista dell'amato, che si trova di fronte un terzo incomodo). Lui ha avuto da sempre l'umiltà, l'onestà d'animo e, perché no, l'intuito di capire quando un pezzo aveva valore, quando gli si cuciva perfettamente addosso. E non ha sbagliato mai. Pensando a Il carrozzone [originariamente scritto per Gabriella Ferri, n.d.r.], nessuno potrebbe contraddirmi...".

- Beh, anche Un uomo da bruciare, Spalle al muro, Un altro pianeta... e io aggiungerei la recente Spara o spera: queste ultime tre composte da Mariella Nava.

"Certo, sono pezzi di diritto 'suoi' pur se realizzati da autori...

- ...quasi sempre da autrici: anche questo è interessante.

"Vero, autrici e autori che in quel momento hanno saputo leggere nel suo intimo in modo chiaro e potente. Ci vuole umiltà, appunto. E intuito. Per quanto mi riguarda, poi, cosa dovrei dire? Un cantante del suo livello che inserisce nel suo album, un album così importante dopo tre anni d'attesa e ad un punto così speciale della sua vita, un motivo scritto da uno come me, che non è certo un 'paroliere' di professione? Uno che ha il coraggio di aggiungere alla sua opera una filastrocca, con una splendida musica, con parole poetiche, ma pur sempre una filastrocca? Speriamo non si sia sbagliato proprio questa volta!"

- Ma come è nato precisamente questo brano? In modo casuale, o si pensava già di farne l' "epilogo" dell'album?

"Il brano lo proposi io a Renato, incontrandolo una sera al ristorante. Lui conosceva già Mauro Mortaroli, il socio con cui scrivo da anni le pubblicità (fra cui quella del Paradiso Lavazza e del vigile Persichetti con De Sica). Avevo sempre sognato di farglielo sentire. Lui si dimostrò subito disponibile all'ascolto. Poi avvenne il miracolo, anche grazie alle insistenze di suo figlio Roberto che s'innamorò del pezzo. Puoi immaginare la mia emozione: come affermo sempre...'in dreams we trust!'"


Nicola Brunialti legge Pennino in una scuola romana. In basso: un'immagine tratta dal suo album fotografico.



- Il pubblico di Zero si aspetta sempre il "gran finale" con un pezzo "a effetto", invece questo è un brano "minimalista", secondo me in linea con l'album...

"Penso rappresenti la conclusione ideale d'un disco che si apre con la campanella di inizio lezioni e percorre la lunga giornata di un'esistenza, simile poi a tante altre. Una giornata in cui si incontra l'amore, la fatica, il ricordo, il medico, gli amici, la fede. E che termina con una voce augurante la buona notte. Chi desidererebbe un giorno migliore?"

- Il miglior giorno della nostra vita... [risate]

"Sì, in un certo senso è proprio così" [risate].

- In Dormono tutti molti hanno trovato affinità con Rodari. A me sembra di ravvisare anche qualche eco pascoliana, senza bamboleggiamenti però (che Arbasino definiva "antesignani di Iva Zanicchi", comunque entrati nella cultura popolare). La scrittura è raffinata. Che ne pensi?

"Beh, le affinità con Rodari sono evidenti, è uno dei miei autori preferiti. Da bambino conoscevo a memoria quasi tutte le sue filastrocche. Storie divertenti che contenevano mondi interi. Anche dietro i vocaboli più semplici. E indimenticabili le filastrocche surreali, i cui i gatti se ne vanno in giro con cartoccetti di prosciutto e i cavalli parlano. Poi amo molto uno scrittore fantasy americano, Jonathan Carroll. Con lui devi abbandonare la razionalità e calarti in mondi in cui i cani pedalano sul triciclo e chiacchierano coi loro padroni. Ma dalla mia biblioteca non può mancare Stefano Benni, quello della Compagnia dei Celestini più di tutti!"

"Anche il richiamo a Pascoli, tuttavia, mi lusinga (e mi imbarazza!). Credo che in un caso di rima baciata, apparentemente banale, sia riuscito, come Rodari e, forse, come Pascoli, a trovare parole e rime nuove. Abbinamenti spiazzanti: dormono i baci dentro le bocche, i salti dentro i ginocchi, i numeri dentro le dita, i pesci nel letto del fiume. Insomma, ho cercato un salto più lungo del solito. Non dormono solo le gomme dentro gli astucci, ma dormono anche le giostre aspettando i bambini. Ma il culmine dello 'spiazzamento' l'ho trovato nel finale: è come scaturito da sé, perchè la canzone sembra conclusa e invece la voce aggiunge che i sogni sono gli unici a restare alzati, mentre tutte le cose vanno a dormire, per far compagnia a chi dorme. Mi sembra molto poetico".

- Il recupero dell'"infanzia" (e forse d'una determinata infanzia quasi rarefatta nel tempo, penso all'uso di certi sostantivi che rievocano un mondo scomparso, gli astucci, le cartelle ecc., o a taluni diminutivi e/o vezzeggiativi) da parte d'un adulto rimane pur sempre un'operazione intellettuale quindi può risultare onesta o disonesta, semplice e profonda oppure opportunistica e banale. Fortunatamente, non ravviso nel testo un rimpianto per il "bel tempo andato" quanto piuttosto un recupero di ciò che conta nella vita, una rincorsa per guardare avanti. Insomma non vi trovo una dolciastra e convenzionale nostalgia.

"Hai ragione, forse la nostalgia emerge nella scelta di alcune parole, scelte per raccontare un mondo fatto di cose semplici. Il mio intento era quello di parlare di un momento magico, quello in cui si mollano le difese e ci si abbandona nelle braccia dei sogni. Cosa c'è di più splendido o di più stupefacente del peso di un bambino che si abbandona fra le tue braccia, quando 'crolla' dal sonno? Ho voluto regalare a loro, e a tutti gli adulti che si addormentano con più o meno fatica, una nuova ninna-nanna. Per i bambini sarà un dolce ricordo quando saranno grandi. Per i grandi è un dolce ricordo di quando erano piccoli".

- Hai detto che Presente è un album molto importante nella carriera di Zero. In questo periodo il Nostro è davvero molto presente, in tv e in radio, ma si ha l'impressione che i motivi profondi non siano meramente promozionali...

"Renato era da subito molto elettrico, pieno di energia, convintissimo del suo lavoro. Ogni tanto mi faceva ascoltare uno stralcio di canzone e gli brillavano gli occhi. Sono sicuro che avvertiva la particolarità di questo disco e credo che l'averlo meditato così a lungo l'abbia aiutato a scegliere il meglio di tutte le meraviglie concepite. Poi si è circondato di persone davvero speciali, grandissimi musicisti, ognuno dei quali ha portato il suo particolare tocco. Li ho visti provare e trovare insieme le sfumature giuste per ogni composizione, con Renato che dirigeva tutto. Davvero una grande esperienza, soprattutto per uno zerofolle come me!"

- La domanda sorge spontanea: conti di scrivere ancora per Renato?

"Sarebbe davvero un grande onore, Renato è un uomo speciale per noi, che con lui, con le sue canzoni, con le sue parole siamo cresciuti. Forse sarebbe chiedere troppo ai sogni. Ma i sogni sono gratis, come l'amore..."

- Prossimi appuntamenti?

"Il 15 maggio il mio Pennino Finnegan sbarcherà alla Fiera del Libro di Torino. Ma se volete conoscere le date del mio "tour" potete iscrivervi al fan club di Pennino su Facebook. Vi aspetto!".


Daniela Tuscano

Senza titolo 1468

  QUESTA E' UNA LANCIA K FLAVIA 1,8 CONVERTIBILE VIGNALE !  L'AVETE MAI VISTA ?  :-)


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Le età di Renato


Su Presente, l'ultimo album di Renato Zero, uscito dopo tre anni d'attesa, abbiamo ormai letto di tutto: l'autoproduzione dopo il divorzio dalla Sony, la voglia di riallacciare un rapporto col pubblico forse un po' perduto per le recenti imposizioni delle multinazionali, l'esigenza un po' bulimica di raccontarsi a viso aperto.



Ciò che spiega, del resto, le recenti apparizioni televisive, ma anche radiofoniche, del Nostro.



Siamo così stati lieti di vederlo ospite in trasmissioni di qualità, da Fazio alla Dandini, e stimato da amici e colleghi illustri (Sorrentino, Travaglio, Stefano Campagna...) e, in certo senso, inopinati sia per il grosso pubblico, sia per incauti e frettolosi detrattori - come evidenziato in altra sede.



Un Renato "restituito a sé stesso", o in cammino per tornare sulla strada maestra: è questa l'impressione che permea l'ascoltatore di Presente, per il quale il termine concept album è quanto mai azzeccato. Sotto alcuni aspetti sono diverse le analogie con un antico disco, Quando non sei più di nessuno: stessa volontà di rimettersi in gioco fin dal primo brano, là Il ritorno, in questo caso L'incontro (più che il singolo di traino, il gradevole ma poco incisivo Ancora qui).



Con qualche pecca in originalità ma con una ricerca piuttosto accurata sul piano stilistico-verbale, rinuncia all'enfasi e ai barocchismi, voce misurata e quasi "interiore", meno spazio agli archi e maggiormente a suoni elettrici e graffiati.



Il disco si dipana come un percorso a ritroso dall'adolescenza alla maturità, toccando temi più scopertamente autobiografici (Professore, Vivi tu, Un'altra gioventù, Da adesso) e altri di apparente, maggior respiro ma in realtà sempre permeati dalla personalissima ottica del loro autore: la ribellione alle regole imposte, la libertà e l'orgoglio - sempre del resto condito della giusta ironia, come dimostra il duetto funky con Mario Biondi - dell'artista, l'incitamento ai giovani a resistere ai pericoli della massificazione, la semplicità e l'ottimismo, pur venato da una socratica amarezza.



E poi l'amore: che mai come in questo disco viene sviscerato nei suoi aspetti più squisitamente erotici. Renato è, o vuol essere, meno profeta e non teme di sporcarsi col profano, anche a costo di rischiare di persona. Un cammino nel tempo, compiuto con uno sguardo asciutto ed essenziale, ragionato, pensoso, forse un po' destabilizzante per chi da Zero si attende lo slancio mistico e l'emozione urlata.



Un artista a sorpresa, che s'innerva negli strati più profondi e inattesi dell'intimo di tante persone, di un microcosmo sentimentale e umano. Lo dimostra pure, nella sua atrocità, un breve, scheggiante episodio del terremoto abruzzese che sembra tratto da un racconto di Pasolini, e che testimonia il dolore d'un brandello d'Italia: non per nulla l'articolista ha parlato di "...cimeli nelle macerie che raccontano la vita" .

A giudicare dalla quantità di commenti e video realizzati (alcuni dei quali riprodotti qui), si può ben affermare che i fans abbiano davvero gradito questo nuovo lavoro. E volentieri, in questo post che non vuole essere una recensione ma una spontanea raccolta di impressioni e moti dell'animo, lascio la parola ad alcuni di loro.




"E' nudo questo Renato Presente, onesto, vero, da innamorarsene ancora - commenta scrive Nathan Nate - un album in punta di piedi, alcune ore per entrarvi dentro, che quasi mi veniva da dire 'così vero da non essere piaciuto'... e invece è solo sincero, epidermico, altalenante. Passa da una pomposa (solo testualmente) celebrazione di se' (che trovo divertentissima nonchè legittima, solo a piccoli tratti esagerata) a una nuda confessione come in Vivi tu, timido, breve accenno, della vita che non ha potuto vivere, quell'altro tipo di vita, quella semplice, di uomo fra gli uomini.. vita compianta, vita che lascia vivere un amore passeggero... un saluto e via".




"Lo ringrazio perché a 58 anni ha saputo ricominciare tutto daccapo, trovando un linguaggio fruibile anche da un ragazzo di vent'anni come me", gli fa eco Federico. Stefano di Roma, invece, preferisce soffermarsi sui recenti passaggi televisivi di Zero: "Ho assistito alla registrazione di Matrix [in onda stasera, n.d.r.]. Purtroppo il conduttore non si è dimostrato molto competente: ciò nonostante, Renato ha ricordato i suoi inizi (con Squarzina, Fellini e altri), la sua intensa amicizia con Mia Martini e Loredana Berté, con quell'atteggiamento un po' anarcoide da taluni scambiato - erroneamente - per qualunquismo e che invece è soltanto la manifestazione d'uno spirito libero e insofferente a etichette imposte. Renato è stato il primo ad affrontare temi considerati sconvenienti o tabù, non solo negli anni '70: l'emarginazione, la droga, l'ipocrisia dei rapporti di coppia, l'omosessualità che ha contribuito a sdoganare - ha usato proprio questa parola - ribandendo il diritto di ognuno a gioire della propria affettività".

Ci piace concludere questo post con una citazione dal libro Ti vivrò accanto che Massimo Del Papa ha dedicato proprio a Renato Zero: "...Dicono di lui: è un finto trasgressivo, un santone, un uomo d'ordine. E non si accorgono di confermare la sua natura di ribelle. Renato Zero è un ribelle. Lo è stato diciottenne, quando si faceva strada, con disperata speranza e presunzione indomabile, contro tutto e contro tutti, fidando solo nel proprio talento mentre altri si consegnavano all'ideologia e ai suoi derivati. Lo è stato negli anni del successo, in quelli della crisi e in quelli del trionfo. Perchè il ribelle non è un rivoluzionario, che vuol sostituire un ordine a un altro. È uno che fa corsa a sé, che 'difende ciò che egli stesso è', come dice Albert Camus. È il marginale che, per quanti sforzi faccia, non potrà mai emendarsi. L'androgino che si spezza tra uomo e donna, lacerato fra autoconservazione e spreco di sé. Perchè il ribelle è anche uno che si butta via, che non la fa mai franca davvero e in fondo ne è felice. È Catilina che, al colmo del potere, prende su di sé 'la causa generale dei disgraziati'. Il Pinocchio che cerca solo chi lo metta in riga, ma anche quando l'ha trovato non rinuncia mai del tutto ad un'ultima bugia di legno. O almeno alla sua nostalgia. È il perdente che sfida l'autorità costituita di cui però avverte il bisogno, altrimenti non c'è gusto ad opporsi. È quello che, con Maurice Sachs, lotta 'prima contro l'ordine e poi contro il disordine', cioè per tutta la vita contro sé stesso. Il borderline irresistibilmente attratto dalla periferia. La scheggia impazzita che quando smina la società non è mai terrorista (perchè non cospira) e quando la difende non è mai affidabile (perchè l'ha già demolita). È il perenne spostato che però renderà i suoi simili meno spostati, azzerando le convenzioni che li avrebbero resi tali. Ed è uno che ci vive accanto."


Daniela Tuscano


29.4.09

Senza titolo 1467

  QUESTA E' UNA VECCHIA BILANCIA DA PANETTERIA !  L'AVETE MAI VISTA ?  :-)


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Le età di Renato

Su Presente, l'ultimo album di Renato Zero, uscito dopo tre anni d'attesa, abbiamo ormai letto di tutto: l'autoproduzione dopo il divorzio dalla Sony, la voglia di riallacciare un rapporto col pubblico forse un po' perduto per le recenti imposizioni delle multinazionali, l'esigenza un po' bulimica di raccontarsi a viso aperto.

Ciò che spiega, del resto, le recenti apparizioni televisive, ma anche radiofoniche, del Nostro.

Siamo così stati lieti di vederlo ospite in trasmissioni di qualità, da Fazio alla Dandini, e stimato da amici e colleghi illustri (Sorrentino, Travaglio, Stefano Campagna...) e, in certo senso, inopinati sia per il grosso pubblico, sia per incauti e frettolosi detrattori - come evidenziato in altra sede.

Un Renato "restituito a sé stesso", o in cammino per tornare sulla strada maestra: è questa l'impressione che permea l'ascoltatore di Presente, per il quale il termine concept album è quanto mai azzeccato. Sotto alcuni aspetti sono diverse le analogie con un antico disco, Quando non sei più di nessuno: stessa volontà di rimettersi in gioco fin dal primo brano, là Il ritorno, in questo caso L'incontro (più che il singolo di traino, il gradevole ma poco incisivo Ancora qui).

Con qualche pecca in originalità ma con una ricerca piuttosto accurata sul piano stilistico-verbale, rinuncia all'enfasi e ai barocchismi, voce misurata e quasi "interiore", meno spazio agli archi e maggiormente a suoni elettrici e graffiati.

Il disco si dipana come un percorso a ritroso dall'adolescenza alla maturità, toccando temi più scopertamente autobiografici (Professore, Vivi tu, Un'altra gioventù, Da adesso) e altri di apparente, maggior respiro ma in realtà sempre permeati dalla personalissima ottica del loro autore: la ribellione alle regole imposte, la libertà e l'orgoglio - sempre del resto condito della giusta ironia, come dimostra il duetto funky con Mario Biondi - dell'artista, l'incitamento ai giovani a resistere ai pericoli della massificazione, la semplicità e l'ottimismo, pur venato da una socratica amarezza.

E poi l'amore: che mai come in questo disco viene sviscerato nei suoi aspetti più squisitamente erotici. Renato è, o vuol essere, meno profeta e non teme di sporcarsi col profano, anche a costo di rischiare di persona. Un cammino nel tempo, compiuto con uno sguardo asciutto ed essenziale, ragionato, pensoso, forse un po' destabilizzante per chi da Zero si attende lo slancio mistico e l'emozione urlata.


Un artista a sorpresa, che s'innerva negli strati più profondi e inattesi dell'intimo di tante persone, di un microcosmo sentimentale e umano. Lo dimostra pure, nella sua atrocità, un breve, scheggiante episodio del terremoto abruzzese che sembra tratto da un racconto di Pasolini, e che testimonia il dolore d'un brandello d'Italia: non per nulla l'articolista ha parlato di "...cimeli nelle macerie che raccontano la vita" .

A giudicare dalla quantità di commenti e video realizzati (alcuni dei quali riprodotti qui), si può ben affermare che i fans abbiano davvero gradito questo nuovo lavoro. E volentieri, in questo post che non vuole essere una recensione ma una spontanea raccolta di impressioni e moti dell'animo, lascio la parola ad alcuni di loro.

"E' nudo questo Renato Presente, onesto, vero, da innamorarsene ancora - commenta scrive Nathan Nate - un album in punta di piedi, alcune ore per entrarvi dentro, che quasi mi veniva da dire 'così vero da non essere piaciuto'... e invece è solo sincero, epidermico, altalenante. Passa da una pomposa (solo testualmente) celebrazione di se' (che trovo divertentissima nonchè legittima, solo a piccoli tratti esagerata) a una nuda confessione come in Vivi tu, timido, breve accenno, della vita che non ha potuto vivere, quell'altro tipo di vita, quella semplice, di uomo fra gli uomini.. vita compianta, vita che lascia vivere un amore passeggero... un saluto e via".


"Lo ringrazio perché a 58 anni ha saputo ricominciare tutto daccapo, trovando un linguaggio fruibile anche da un ragazzo di vent'anni come me", gli fa eco Federico. Stefano di Roma, invece, preferisce soffermarsi sui recenti passaggi televisivi di Zero: "Ho assistito alla registrazione di Matrix [in onda stasera, n.d.r.]. Purtroppo il conduttore non si è dimostrato molto competente: ciò nonostante, Renato ha ricordato i suoi inizi (con Squarzina, Fellini e altri), la sua intensa amicizia con Mia Martini e Loredana Berté, con quell'atteggiamento un po' anarcoide da taluni scambiato - erroneamente - per qualunquismo e che invece è soltanto la manifestazione d'uno spirito libero e insofferente a etichette imposte. Renato è stato il primo ad affrontare temi considerati sconvenienti o tabù, non solo negli anni '70: l'emarginazione, la droga, l'ipocrisia dei rapporti di coppia, l'omosessualità che ha contribuito a sdoganare - ha usato proprio questa parola - ribandendo il diritto di ognuno a gioire della propria affettività".

Pensieri - 1





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Strisce di pensieri 
scivolano
attraverso le feritoie
della dita
strette sulla fronte
a trattenerli.


Volano i pensieri
liberi di raggiungere 
mete ambite
alla ricerca di sogni
cullati ma non ancor goduti.


Pensieri, tanti pensieri
aerei, colorati, festosi,
rivolti alla vita.


Pensieri, mille pensieri
teneri, dolci, nostalgici,
 rivolti a te
che per me rappresenti
la Vita!


Scritto da Marilicia (senza data).
Foto tratta dal Web.

Senza titolo 1466

  L'AVETE LETTO IL LIBRO RIMO ROMA ?  :-)


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28.4.09

Senza titolo 1465

  DILLO ANCORA CHE LO AMI !  VE LA RICORDATE QUESTA SCENA DEL FILM AMORE MIO AIUTAMI ?  :-)


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LE DONNE LO SANNO

Pietro Atzeni fra terra e cielo

  Intervista   al cdv   Pietro  Atzeni pietroatzeni.splinder.com/  autore  della racolta  poetica  fra terra  e cielo 

PREFAZIONE : Se il mondo fosse un’altalena ci staremmo bene sospesi, tra terra e cielo… e potendo scegliere, queste poesie sarebbero una vertiginosa spinta verso l’alto. Si toccano punte emozionali di diverse sfumature, piccoli segmenti dello stesso colore a cavallo tra un rosso ed un verde, tra un rosa ed un carta-da-zucche-ro. Si sogna, tra queste pagine, e ci si chiede spesso quell’eco lontana, quell’eco certa, da dove provenga. Questa silloge di poesie scritta da un canzoniere dell’anima quale è Pietro Atzeni, segue una linea volutamente senza punteggiatura, perché tu, lettore, possa metterci la tua, così come, spingendo l’altalena ci metterai la tua energia, la tua forza, le tue stesse mani. L’eco continua e so che anche voi lo sentite. Proviene da sogni francesi di Prevert, in “E io…” dove si respira l’aria di una prima colazione colme di solitudine e tristezza; da parole onomatopeiche di Montale in “Il tuo sorriso” e “Armonia nel meriggio assolato”; e tutto ciò si attacca con saliva e sudore su uno stile personalissimo che rende Atzeni un paracadute per i nostri sogni migliori, che non cadranno mai dall’altalena perché potranno, grazie a queste poesie restare sempre pronti a realizzarsi. Un canzoniere che diviene occhio critico dei nostri tempi, riflesso mai convenzionale dell’amore e delle passioni umane e “lupo solitario” che ulula la sua natura ad un mondo di sciacalli.






1) di solito prima si scrive sul blog e poi si fa un libro . tu hai fatto il processo inverso come mai ?

La mia passione per scrivere si perde nella notte dei tempi della mia vita quando ancora internet era nella mente degli dei e carta e penna erano i protagonisti incontrastati assieme alla macchina da scrivere.
2) raccontaci le tue giornate le tue abuitudini il tuo lavoro e il tuo svago
La mia giornata tipo inizia molto presto. Sono un dipendente pubblico che gira in lungo e in largo la vecchia provincia di Cagliari da Pauli Arbarei a Uta da Ussana a Gesico, perciò ogni mattina sono in piedi già dalle 5 e mezza per poter prendere servizio in orario. Rientro a casa alle tre del pomeriggio e dopo aver portato Sally a fare una breve passeggiata finalmente pranzo. Poi finalmente mi riposo. Verso le cinque sono davanti al computer o per scrivere o per vedere dai miei amici blogger cosa accade nel mondo. Poco prima delle 19 porto fuori Sally a sfogare le sue immense energia e poco più tardi delle 20 rientro e il computer torna ad essere il protagonista o per scrivere o per visitare i blog. Poi ceno, guardo un film e mi metto nanna. Questa è una mia giornata tipo.
3) per fare poesia ( o letteratura e\o arte ) è necessario essere infelici e nostalgici ?
Non credo che per fare poesia necessariamente si debba essere infelici o nostalgici. Credo invece che per fare poesia o letteratura il presupposto principale sia quello di avere qualcosa da dire nel senso che la vita deve averti insegnato qualcosa e questo qualcosa vuoi condividerlo con gli altri.
4) hai avuto una eduicazione religiosa ?
Sì ho avuto un’educazione cattolica, poi certe esperienze mi hanno allontanato dalla chiesa ma non da Dio che ritengo di poter sentire senza mediatori.
5) a leggerti e conoscerti ( solo via web pr il momento   ) resta colpiti dalla tua passione per la musica e l'esoterismo
Musica e esoterismo mi appassionano ma non più di altre cose meno comunque della ricerca sul mondo che mi circonda per interpretarlo e possibilmente contribuire a cambiarlo in meglio. Certo capisco che entrare nel mio blog e sentire musica 24 ore su 24 possa anche dare quest’idea e capisco che vedere il titolo del mio romanzo “Il mistero delle 99 tavolette d’argilla rossa” possa dare l’idea di qualcosa di esoterico, ma ti assicuro che questo libro è tutt’altro che esoterico. Esoterico è il pretesto per narrare i nostri giorni ma il fine è per mostrare al mondo, mi si perdoni, come nel Candido di Voltaire quello che il mondo è. E’ un libro che va oltre Gomorra e oltre la Casta, che in una incalzante e coinvolgente storia gialla mostra che tanto la criminalità quanto la politica sono gestite da un potere occulto che ne tira le fila a proprio piacimento facendo ricadere la colpa su capri espiatori di comodo, la politica e la criminalità per l’appunto.
6)come mai questo titolo onirico ?
“Tra terra e cielo” edizioni cinquemarzo è la mia raccolta di poesie, perché, mi chiedi, questo titolo? La risposta è presto data, perché noi siamo un atomo di cielo caduto in terra e vorremmo spiccare il volo coi nostri sogni verso l’alto ma la gravità, e cioè la vita di tutti i giorni ci ancora a terra

7) che ne pensi di questo che ha detto ( vedi il  mio vieo  )  su  fabio soriga http://www.youtube.com/watch?v=JdtOdDco_6A c'è una spocchia intellettuale \ un parlasi adosso o un vanagloriarsi come dice oltre  a me  un alto spirito libero il poeeta e fotogragfo mario pischedda ?
Ho sentito l’intervista di Soriga e devo dire che siamo agli antipodi. I miei modelli partono dalla vita vissuta ma non cercata, quella vita vissuta che ti cade addosso tanto nelle piccole cose di tutti i giorni quanto nelle grandi cose e a volte può anche travolgerti. Trovo che ci sia già abbastanza da narrare con questi presupposti e che non ci sia assolutamente bisogno di cercare di suscitare il particolare almeno se si vuole narrare oltre che per sé stessi anche per gli altri.

8) se fossi stato uno scrittore del fra 1800 e il 2000 chi avrestoi voluto essere e quale opera avresti voluto scrivere ?
Domanda da un milione di dollari. Ho preso da tanti, Bertrand Russell in testa. E poi, sempre in filosofia, daVoltaire, Shopenhauer, Nietzsche e da altri ancora. In poesia ho adorato Baudlaire Verlaine, Leopardi, Foscolo, Manzoni, Jimenéz Tagore e tanti altri; nella narrativa ho adorato Dostoevskij, Tolstoi Gogol, Turgenev, Balzac, Flaubert, Stendhal e tanti altri. A turno avrei voluto essere ciascuno di loro e tanti altri.

9) secondo te forma più efficaceper parlare di mafia anzi mafie ed altre cose che no vanno èquella del saggio o quella letteraria ?
“Il mistero delle 99 tavolette d’argilla rossa”, che si presenta come una storia fantastica al di là del tempo, si appoggia su fatti realmente accaduti ma essendo un romanzo può prescindere dal vincolo della cronaca rigorosa. E’ un libro che dimostra come la mafia sia un qualcosa di connaturato nel nostro paese e non solo in Sicilia o Campania, infatti quasi tutta la storia si svolge in Sardegna. E con questo credo di aver anche risposto anche alla domanda .

10) progetti per il futuro
Il seguito del mio primo romanzo è ormai pronto, credo che lo pubblicherò alla fine di quest’anno o al massimo ai primi del prossimo. Un libro non è sufficiente per narrare argomenti così importanti come la mafia e meno che meno di quella che ruota attorno alle istituzioni.
11 ) fammi tu una domanda .
Posso farti una domanda? Sì? Ma non tiferai mica la Juventus?

Non piu`  dopo  gli scandali   dello scudetto  palesemente  comprato  nel  1996/7 del doping  e di calciopoli   . Ma  sono sempre  stato un tifoso anomalo  , perche`   odio  moviole   e salotti    sul calcio  guardavo anche le  partite dele altre  squadre   e  giudicavo   imbecille  chi  esce  a strombazzare  o   fa insulti pesanti quando  la  tua  squadra perde . Adesso  guardo il calcio  , ma senza  tifare  nessuno/a  in particolare 

12 ) t'accade ( almeno da quelle poche poesie che ho letto nel tuo blog o che tu hai messo nel mio \ nostro blog ) di pensare alla fine di tutto per dirla come  il poeta   Andrea zanzotto veci che spetta la morte
 
Alla fine di questa nostra vita lasceremo tutto qui, vecchi e, purtroppo, giovani. Quindi che senso ha affannarsi dietro miraggi che rimangono tali anche nella migliore delle ipotesi e cioè anche se acchiappi quello che ritieni il tuo sogno materiale? Abbiamo bisogno di poco, se non proprio per essere felici, per essere almeno sereni, ma questo poco ci viene negato da una cultura del consumo alla quale veniamo abituati senza scampo sin da piccoli, perciò le cose diventano le protagoniste incontrastate in questa nostra vita, la dominano e annichiliscono l’anima. L’uomo spirituale tende a scomparire per essere sostituito dall’uomo “cosa”, questo è il termometro del nostro grado di civiltà! Pochi eletti senza scrupoli, che fanno il bello e il cattivo tempo su questa terra, tendono a perpetuare questo stato di cose per mantenere il loro dominio delirante. Non è più tempo di tirarsi fuori dalle responsabilità, questo nostro mondo prenderà la strada che noi sapremo dargli.


Senza titolo 1464

  L'AVETE LETTA LA FIABA IL RE CHE VOLEVA LA LUNA ?  :-)


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