4.6.18

la grande guerra in italia non fu solo trincea ma anche fabbriche d'armi il caso di Un’esplosione scuote la Sutter e Thévenot, a Castellazzo di Bollate, in provincia di Milano. 7 giugno 1918-7 giugno 2018

“Ricordo che dopo aver frugato molto attentamente dappertutto
per trovare i corpi rimasti interi
ci mettemmo a raccogliere i brandelli”

                        Ernest Hemingway – “I quarantanove racconti”

Il    7 giugno 1918 un’esplosione scuote la Sutter e Thévenot, a Castellazzo di Bollate, in provincia di Milano. 50 morti e 300 feriti, in gran parte donne. È una delle molte fabbriche sorte per soddisfare il fabbisogno del comando militare negli anni della prima guerra mondiale.


Ora
Paolo Mieli  con la professoressa Barbara Bracco ha  condotto il  24   maggio  2018  una  puntata  interessantissima  di #Passatoepresente 


Ecco   uno dei  sempre  più rari casi di servizio pubblico    come si deve  ,   in cui la  rai  ne  trovate   qui la trasmissione della puntata    )   ha parlato  nel centenario della  grande  guerra   non come  ci si  sarebbe  aspettato   dell'entrata  in guerra  dell'Italia il  24 maggio    1915  ma     dello scoppio nella fabbrica di armi Sutter&Thévenot a Castellazzo di Bollate, alle porte di Milano avvenuto il  7  giugno  del  1918  Un  incidente  , " uno degli effetti  collaterali  "  delle  guerre  in  cui   ci  furono  60 vittime furono tutte donne, fra i 13 e i 30 anni, che da più parti del Paese si trovavano a lavorare in questo luogo. Un episodio  che  non viene  , salvo  testi specialistici   , citato  nei libri storia  nonostante  vide  un giovanissimo Hemingway, volontario della Croce Rossa, prestò soccorso in 
Pannello esposto il giorno delle esequie
 e ritrovato nel 2010 nel solaio della chiesa di S. Guglielmo a Castellazzo 
occasione dello scoppio della fabbrica di Hemingway racconterà la tragedia anni dopo nella raccolta “Quarantanove racconti”.
Unica testimonianza di un luogo non più esistente e di un episodio a lungo dimenticato, è la documentazione fotografica commissionata nel 1917 dalla Sutter&Thévenot al famoso fotografo milanese Luca Comerio: immagini che documentano gli ambienti della fabbrica e la vita che vi si svolgeva.  Qui  maggiori  news   sull'autore  ( se  non si  apre   direttamente  ma  l'home   come  mi  capita  anche  a me  ,  cliccate  sulla sezione  LE FOTOGRAFIE DI LUCA COMERIO, CINEASTA UFFICIALE DELLA GRANDE GUERRA  di http://immaginiememoria.it/  )   e   qui sempre  dallo stesso  sito  ,  di cui   riporto  qui   nel blog alcuni estratti ,      le  foto   della  fabbrica  prima dell'esplosione   del  cineasta    Luca  Comerio

Non so   che  altro aggiungere    .  alla prossima  

3.6.18

Piacenza, donna sotto un treno (e amputata): lui si fa il selfie .ecco gli effetti del riflusso e dell'edonismo ( craxismo e berlusconismo ) degli anni 80\90




PIACENZA Mentre sui binari il 118 sta soccorrendo una donna ferita, da poco investita da un treno, un giovane si fa un selfie. Il momento, in stazione a Piacenza, è stato documentato da una foto scattata il 26 maggio dal giornalista Giorgio Lambri e pubblicata oggi dal quotidiano Libertà.
Piacenza, donna sotto un treno (e amputata): lui si fa il selfie

Alla donna - una canadese che era scesa dalla parte sbagliata del treno venendo travolta - poi è stata amputata una gamba. Il giovane autore del selfie è stato bloccato dalla Polfer, identificato e costretto, non senza un po' di proteste, a cancellare le fotografie dallo smartphone. Nell'immagine, tra l'altro, mentre con una mano regge il telefonino, con l'altra sembra fare la 'V' di vittoria. La Polfer sta esaminando la sua posizione, ma non sembra si possano configurare reati.


Ed proprio commentando suj fb questo fatto , mi  accorgo che  : la frase : << Io non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconiin me >> attribuita a Giorgio Gaber ma come specificato qui su www.giorgiogaber.org la frase appartiene a Giampiero Alloisio ed è stata solo citata da Gaber. La fonte citata era questo articolo del http://www.corriere.it/ che però è meno specifica della prima, ed è possibile che sia caduta in confusione o abbia preferito il nome più celebre di Gaber rispetto a quello di Alloisio  ,  è più attuale  che  mai  .
Inoltre  c'è  ancota  chi la vede   come iul  commento , con annessa mia  risposta  ,  lasciato  sulla mia bacheca    facebook


Giuseppe Diodati Elettore di cinque stelle o della lega?
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Giuseppe Scano Cosa c'entra il cinismo non ha colore politico /ideologico Giuseppe Diodati
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piccole storie


Lo so che si loda s'imbroda , ma   ogni tanto non fa male Basta non esagerare  😁😀
. articolo tratta da LaBeltula Gadduresa giugno 2018

L'immagine può contenere: 5 persone, tra cui Giuseppe Scano, persone che sorridono, spazio all'aperto

30.5.18

la tecnologia ci distraee dalla realtà

Technology.

L'immagine può contenere: una o più persone, persone sedute e spazio all'aperto
A volte mi domando in quale mondo parallelo finiamo per vivere, dimenticando di osservare quello reale di mondo. Quello che ci accade intorno è forse più grande di noi? O forse siamo noi che, ubriachi di tecnologia corriamo dietro ad un mondo virtuale a nostra misura?
Model: Michela Pisano

il fulgore di Dony di Pupi Avati un film fiero ed indigesto che non piace a quelli che ben pensano

canzoni consigliate
Quelli che ben pensano di Frankie hi-nrg mc


Ho  rivisto  con rai  replay  perchè  a causa  abbiocco    e   politica  programmatica   scriteriata  della  rai  che fa  iniziare  i film  ed  i programmi più  o meno decenti  o   anche  se  raramente belli  e  bellissimi    verso  le    21.15\30  . a storia che ha al centro la misericordia: quella di una ragazza che dona tutta sé stessa al ragazzo che ama colpito da un grave incidente. Nel cast, Giulio Scarpati, Lunetta Savino e Ambra Angiolini.
Il fulgore di Dony Ambra Angiolini Un film triste ed  bello  , problematico  che mi ha  riportato   alle atmosfere  di  Bianca  come il latte  rossa  come il sangue   . IL  film dimostra   come  chi è stato , come il protagonista  del film , colpito da  tali traumi può  amare .Azzeccata la  colonna sonora Pupi avati   continua  ad essere  un eccellenza  ed  una garanzia per  il nostro cinema  in crisi   ormai   o in fasi alterne   ormai  da  un  trentennio . Un  film  in cui  s'alternano cuore  e mente  , pietas  ,lotta ai pregiudizi de alle  paure   che  noi normali  ( ma  chi  è    che non lo   è  ) abbiamo verso coloro i quali  hanno   o sono  colti  da  tali problemi .
ho trovato la storia molto commovente e descritta con una delicatezza estrema. Il personaggio che suscita forti contrastanti emozioni, anche grazie alla altissima capacità interpretativa di Lunetta Savino, è la mater dolorosa di Marco. Capisco  chi afferma    :<< Ho, però, molte difficoltà a condividere la scelta di Dony. >>(      da  http://www.famigliacristiana.it/articolo/tutto-su-il-fulgore-di-dory-il-film-di-pupi-avati-ispirato-alle-beatitudini.aspx )   ma mi chiedo   se  voi fosse innamorati di una persona  sofferente  come il protagonista del film  cosa farete  (   anzi facciamo  )  ? .Tutti gli attori, protagonisti e non, sono semplicemente superbi.
Condivido  in parte  , sempre  dallo stesso  sito  ,  il comento  di CARLA 30 maggio 2018 alle 13.20  <<   anche che sarebbe stato bello il contrario, vedere un uomo che si prodiga per l'amata. perchè non potrebbe essere? perchè solo la donna deve essere deputata al sacrificio di se stessa? Un aspetto positivo è comunque il fatto che, alla fine del film, la ragazza riesce a riprendere in mano la sua vita e continuare a coltivare il suo sogno di scrittrice. Il messaggio è chiaro: va bene sacrificarsi per gli altri, ma senza buttare all'aria i talenti che il Signore ci ha donato, anzi, facendoli fruttificare per il bene comune.[...] Rischia di avvallare la terribile sindrome della crocerossina che ancora oggi attanaglia tante giovani e le tiene legate a storie impossibili ( e a volte violente ). >>  Si vede   vero   ma non del tutto     se  si guarda il   fine alla  fine    . <<  [---] Questa dedizione della ragazza nasce da un iniziale innamoramento tipico dell'adolescenza, fra l'altro non corrisposto dal ragazzo quando era ancora in sè. Nasconde il bisogno della ragazza di essere "vista" "riconosciuta" tipico degli adolescenti, non di una scelta matura, come vorrebbe far credere il film.  <<  Altro sarebbe stato un amore condiviso da entrambi con un impegno maturo mantenuto dopo la disgrazia, nella buona e nella cattiva sorte>>  A  me   mi sembra   invece che  maturi   nel corso del  film .  mi sembra    che  la  commentatrice  ignora  che l'amore   è fatto  anche  di situazioni del genere  d  come quelle persone    a cui mi riferivo  prima   nelle  righe  precedenti  .  non so che  altro dire  .   che   guardatelo e  che  loro che lo hanno stroncato di riguardarlo    soprattutto  glui ultimi    5 \  10 minuti   in quanto  è un film  semplice  ma  complesso allo stesso tempo per  la tema   che tratta  . 
alla prossima amici



29.5.18

penieri sparsi sotto forma di dialogo interiore

non è detto che un vuoto  debba  per forza essere  riempito

--  non sempre v'è  c'è una seconda possibilità.
--  ma  cosi  t'arrendi  perchè  a volte  senza  che   te ne  accorgi  c'è  
---  se  lo dici  tu  

--- quando una cosa è  persa  o morta lo  è per sempre
 --- se  ti fissi   materialmente  alle cose  ed  alle persone si  . ma  sappi che  generalmente   ci sono cosi   che  ritornano sempre
-- ok  grazie  osserverò meglio  le  cose   e le persone  ed cercherò di  non attacarmi troppo



26.5.18

repliche e riflessioni su aborto e sul ruolo dei genitori davanti ai figli che usano canne ed altro




ho ricevuto critiche per i miei   mio interventi   sul blog  e  sul  facebook  il  primo  
sul    blog  il secondo  




ma cosa ne sai del perchè lo ha fatto , di quale problema c'era o c'è . Lo ha fatto per evitare guai peggiori , ecc .Ora capisco le dramma ma vogliamo evitare drammi come quello successo l'anno scorso a Lavagna dove un ragazzo s'era suicidato dopo che la madre credendodi salvarlo lo aveva denunciato alla guardia d finanza per poi pingerlo fra i sensi di colpa ed i rimorsi come dimkstra video sotto

la  denuncia  dev'essere  l'estrema  ratio   ovvero fino  a quando  un raqgazzo   non compie    la maggiore  età  una madre e un padre che devono essere << decenti con lui almeno finché non si sta in piedi. >>  (  cit   dal film  radio fereccia di Ligabue  )    e  tentare un dialogo  senza pregiudizi  e  preconcetti    cercare  di capire  senza giudicare perchè lo  fa  . La  denuncia    va  fatta   come     va bene   che  in alcuni  casi  può  e  funziona ma è come  un terno al lotto  perchè  devi trovare  chi sappia  aiutarti   e darti fiduzia .  Un altra  soluzione   potrebbe essere  poi  dipende  da  caso a  caso   quella  come quella   che  racconta  Lello Voce   e  che  riporto   integralmente    tratta  da il  fatto quotidiano  del  17 febbraio 2017
Ci ho messo tempo, tanto tempo a decidere se scrivere o menoqueste poche righe sui fatti di Lavagna. Se ho deciso di farlo è un po’ perché sento che mi riguardano da vicino, da troppo vicino, un po’ perché mi provocano un dolore insopportabile e, scrivendone, mi illudo che diminuisca.
Ma dirò poche cose, le mie posizioni antiproibizioniste non sono un mistero per nessuno.
Vede, signora, non voglio farle la morale e nemmeno giudicarla. In un certo senso, scrivere queste righe mi dà pena e imbarazzo.
Che fosse stato o meno partorito dal suo ventre, la morte di un figlio è il dolore più immenso che possa capitarci. Merita il rispetto di chiunque, anche di chi, come me, trova quanto lei ha fatto incomprensibile, per certi versi orrendo e assolutamente innaturale.
Voglio solo raccontarle una breve storia: la mia.
Tra i 20 e i 28 anni io sono stato un ‘junkie’, ho provato, con sostanze ben più pericolose e devastati della cannabis, a distruggere la mia vita. Oggi so perché e non mette conto parlarne qua.
Ma per quasi 6 anni, dal momento in cui se ne è accorta, ogni giorno mia madre mi è stata vicina, mi permetteva di farlo in casa, mi comprava siringhe pulite che i farmacisti a me non avrebbero dato, mi accompagnava, senza mai dar segno di vergogna, al Sertper prendere le dosi di Metadone.

Soffriva, soffriva immensamente, soffriva senza posa, senza respiro, ma è stata là ogni giorno, sempre con la mano tesa verso di me, armata di pazienza. Ha aspettato. Oh quanto ha aspettato: che io tornassi vivo la sera, che capissi quanto grande era il suo dolore, che trovassi la voglia e il tempo per dimostrarle il mio amore, che capissi che stavo uccidendomi.

Lei aspettava e io fuggivo. Ma, quando tornavo, era là. Se stavo troppo male per trovarmi da solo una dose, si metteva in macchina con me, mi accompagnava, stava attenta a che guidassi senza imprudenze, subiva di incontrare con me quelli che sulla mia vita lucravano, li odiava, ovviamente, ma aspettava con me che arrivassero, li pagava, mi riaccompagnava a casa. Incredibile vero? Ma continuava ad aspettare e a parlarmi, a farmi sentire che non ero solo, che un filo, un esile filo tra me e la realtà era rimasto e che se mi fossi attaccato a quel filo, avrei potuto risalire la china, essere di nuovo libero, riacquistare il diritto e la voglia di realizzare i miei sogni, che erano anche i suoi. E infine ha vinto lei.

Io oggi ho 60 anni, sono vivo, non ho l’Aids, ho tutti i miei dentiin bocca, scrivo poesie e le metto in musica, insegno a splendidi ragazzi, ho una famiglia normale e un bellissimo figlio e non ho mai più sentito il desiderio di tornare indietro. Mai.
Quando ho pubblicato il mio primo romanzo, l’ho dedicato a lei, perché mi aveva partorito due volte.
Mia madre non ha mai nemmeno pensato di denunciarmi, sapeva bene che a uccidermi non era quella sostanza, ma il dolore, la solitudine, lo sperdimento. E contro il dolore non c’è Guardia di Finanza che tenga. Non si può vietare il dolore. Con il dolore e il disagio, soprattutto con quello dei propri figli, bisogna farci i conti, mi creda.
Non è la droga che uccide i nostri figli, gentile signora, è questo nostro modo di vivere, di convivere, questa nostra incapacità di parlarci, toccarci, stare insieme, condividere, anche e soprattutto in famiglia.
Non è certo colpa sua, se noi anziani abbiamo così poco da dire e da insegnare ai giovani: vivono in un mondo totalmente diverso dal nostro, almeno quanto quello dei nostri nonni era sostanzialmente simile al nostro, quando avevamo la loro età.
Ma, nonostante tutto, può una madre permettersi il lusso di chiedere aiuto, per fare la madre, a qualcuno che ha solo il compito di reprimere e punire? Prima che diventasse madre, signora, qualcuno le ha spiegato la differenza che c’è tra reprimere e educare? Cosa significa, per lei, il vocabolo ‘famiglia’? E quello ‘compassione’? Pensava davvero che qualche divisa potesse risolvere il problema che riteneva avesse suo figlio? Quando pronuncia la parola ‘droga’ sa a cosa si riferisce? Come avrebbe reagito, se suo figlio fosse tornato a casa ubriaco tutte le sere? In quel caso, denunciarlo non avrebbe potuto.
L’hanno chiamata ‘madre coraggio’: mi creda, ciò che le è mancato è stato proprio il coraggio, è per non aver avuto coraggio di essere madre sino in fondo che oggi sta soffrendo questa pena che immagino sia immensa.
Il coraggio vero, mi pesa dirlo, ma la penso così, sarebbe stato parlare con lui, riuscire a farsi dire quel dolore immenso che forse si portava dentro e che gli ha reso insopportabile, qualcosa che altri coetanei avrebbero potuto magari sopportare, magari non da soli.
Mi scusi se l’ho turbata più del dovuto. L’abbraccio, nonostante tutto.
Mi hanno accusato   d'essere 

 dal mio whatsapp

[13:13, 26/5/2018]

******

Peccato che sei dalla sua parte.
sempre  dalla stessa persona    ho  ricevuto questa    foto 






un diavolo ed essere dalla sua parte e d'essere per l'aborto solo perchè ho gioito alla vittoria delle donne Irlandesi sul referendum dell' Aborto ( il 25 maggio ). Di non aver   rispetto  degli obbiettori   abortisti. 

Ecco la mia risposta  

Ribadisco   ancora  per chi non l'avesse  capito     io  sono  contro l'aborto   in quanto lo considero  un   omicidio , ancor  di più quando  è  usato    come pratica contraccettiva e che le motivazioni che spingono a tale scelta siano, di fatto, frutto di egoismo e mancanza di responsabilità . Però  la  IVG ( interruzione  volontaria  di gravidanza  ) dev'essere  regolamentata dalla legge  e  Quindi  la  194  va benissimo  . Infatti   molte gravidanze indesiderate, e quindi a rischio di aborto, non avrebbero luogo se venissero attivate delle serie politiche di educazione sessuale e di educazione alla contraccezione. Si ritiene che il calo delle IVG sia anche e particolarmente
 dovuto alla legittimazione della contraccezione e alla sua diffusione, anche se in realtà questa diffusione risulta tuttora piuttosto limitata, in particolare in Italia così come in molti altri paesi in particolare sottosviluppati o in via di sviluppo. In particolar modo si sostiene quindi la necessità di un'approfondita educazione sessuale e sanitaria agli adolescenti già a partire dalle scuole medie cosa  che  manca  . Altre misure in tal senso sono state sperimentate anni fa, quale ad es. l'istituzione dei distributori automatici di profilattici, che oltre a impedire gravidanze indesiderate evitano il diffondersi di malattie sessualmente trasmissibili. Si sostiene quindi la necessità di inserirli anche in alcuni locali o punti di ritrovo, come le discoteche o i pub, o anche nelle scuole.
Risultati immagini per obbiezione ospedalieraInoltre la donna  dev'essere  libera  di :  scegliere   se   farlo  ed  di fsarlo in sicurezza   , ma soprattutto  non dev'essere : 1)  condannata nè giuridicamdente  nè moralmente  , non basta  il senso     di colpa    che  gli viene  quando fa  una cosa del genere  .,  2)  che  se  lo fa  possa farlo in sicurezza  
Per quanto  riguarda    gli obbiettori     della  194\78  e del testamento bioogico   la penso si come il branon  di   cristian pocino  da  me precedntemente  citato nel post   della polemica  ( vedere  url  ) perchè  <<   l’inatteso moltiplicarsi degli obiettori nei pubblici ospedali, infatti, ha messo all’angolo l’esercizio del diritto delle donne, tanto da spingere ultimamente la Regione Lazio a bandire un concorso per due posti di ginecologia all’ospedale romano San Camillo da affidare a medici non obiettori, insufficienti a soddisfare le richieste di interventi abortivi. Insufficienza man mano aumentata, al punto che oggi gli obiettori a livello nazionale sono assai più numerosi dei ginecologi assenzienti.
L’iniziativa della Regione Lazio ha suscitato nel mondo cattolico il solito vespaio, quasi che l’impegno a rendere funzionali e funzionanti le strutture ospedaliere fosse il prodromo dell’abrogazione del diritto all’obbiezione di coscienza.Congettura perfino ridicola >>    sempre  secondo   http://www.nuovasocieta.it/obiezione-di-coscienza-e-coscienziosita/<< sarebbe l’equivalente pensiero di abolire il diritto delle donne, magari tentando di renderlo nominale grazie all’esorbitante numero di obiettori. La chiesa rimanga --  pure ostile all’aborto: nessuno glielo impedisce, ma si rassegni al fatto che, in uno Stato democratico e laico come sembra ancora l’Italia, esso sia praticabile, rispettando la già angosciosa situazione di chi deve affrontarlo.[....]>>. Inoltre l'obbiezione , specialmente  quella  che  avviene nella pratica medica a   è  vera  ed  autentica   quando  non è ( per  alcuni generalizzerò  ma non riesco a  spiegarmi    come  mai   ci sono  più obbiettori   che   abortisti  nelle  strutture pubbliche  ) che  penalizza   chi decide  di  fare una scelta  diversa    e gli si permette  d'esercitarla .Vedere il film La battaglia di Hacksaw Ridge (Hacksaw Ridge) è un film del 2016 diretto da Mel Gibson. Esso  Racconta la storia vera di Desmond Doss, primo obiettore di coscienza dell'Esercito Statunitense a ricevere la medaglia d'onore dal presidente Harry S. Truman per avere salvato 75 soldati a Hacksaw Ridge. E' vero  che che  si   è vero  riguarda  l'obbiezione in  ambito miitare  ma   può  essere  applicato anche a  quello medico   .  Almeno  fin  'ora   l'obbierziione medica   è  solo (  poi  dipende  da  casdo  a  caso )   un facile mezzo per fare carriera, o un escamotage per non ritrovarsi in situazioni noiose, come a volte capita di fronti a dottori che fanno gli obbiettori nel pubblico onde per poter  lavorare  in  ospedali  vicino  al vaticano  o alla chiesa   e se ne dimenticano nelle case di cura private.  Solo,   eliminando  questa  contraddizione  ci  sara un vero rispetto  sia   di chi decide   d'obbiettare   sia  chi decide il contrario . Quindi  nessuna  cancellazione  della 194\78  ma  apllicarla  nella sua interezza   e  modificando le  contraddizioni  in ambito dell'obbiezione  

25.5.18

cari commessi dei super mercati Imparate dagli stranieri che vendono fuori da vostri negozi ti trattano meglio loro di voi

Dal titolo sembrerebbe che ce l'abbia con i commessi . Beh non completamente perchè ubbidiscono alle direttive del proprietario \ del capo , ma un minimo d'umanità cioè saper distinguere la regola dell'eccezione non guasterebbe specialmente quando è un cliente che viene in quel supermercato da 30 anni . Ma soprattutto mi lascia basito il fatto che nessuno\a in fila alla cassa sia intervenuto \a facendo il gesto o di pretestare alla signora 0.60 €cent che fine a fatto la solidarietà . Molti mi diranno e tu cosa avresti fatto ? come faccio quando mi capita , gli avrei prestati





Corriere della Sera  2018-05-23 predsa  tramite  l'aggregatore  http://va.newsrepublic.net/
Quattro cose. Latte, burro, zucchero e uova hanno già fatto “bip”. La cassiera parla alla signora guardando da un’altra parte. “Dieci euro e sessanta” Quattro cose. Latte, burro, zucchero e uova hanno già fatto “bip”. La cassiera parla alla signora guardando da un’altra parte. “Dieci euro e sessanta” “Quanto ha detto?” “Dieci e sessanta” La signora gira le dita nel portafoglio e continua a spostare la banconota da dieci euro per cercare le monetine. “I sessanta glieli porto dopo” La cassiera sposta lo sguardo dal nulla e lo posa sulla signora. Non può non vedere un elegante e borghesissimo vestito di fiori, le rughe che dicono ottanta e la schiena un po’ curva che conferma. “Mi spiace signora, il supermercato non può far credito. Deve lasciare giû qualcosa” “Guardi non posso lasciare giù niente, mi serve tutto” “Mi spiace” “Ma sono trent’anni che vengo in questo supermercato” “Mi spiace” Vedo la signora muoversi faticosamente verso l’uscita senza nulla in mano. Non pare stizzita e cammina lenta. Gli occhi della giovane cassiera non la seguono. Pago in fretta le mie cose e per un attimo mi vergogno di aver assistito alla scena come a teatro senza pensare. Sono rimbambito. Cerco di guadagnare velocemente l’uscita per rimediare e trovo la signora davanti a un ragazzo africano nella zona dei carrelli “Mi presti sessanta centesimi?” Il ragazzo africano non capisce, sgrana gli occhi. Sembra spiazzato. Forse ha mille domande in testa o forse nessuna fatto sta che schiude il pugno. “Prenda quello che vuole signora” Lo guardo. Si sente un re quel ragazzo, se fosse passato uno e gli avesse mollato una banconota da cento non sarebbe altrettanto felice. La signora torna alla cassa. Non resisto e la seguo, fremo come davanti a un calcio di rigore. Ci siamo: la signora porge alla cassiera dieci euro e sessanta centesimi. “Sa chi me li ha dati? Quel nero là ”. Poi prende le quattro cose e se ne va. Cerco lo sguardo della sconfitta nella cassiera e trovo la solita espressione anafettiva, cerco il sorriso della vendetta nell’anziana e scorgo sofferenza. Nei pressi dell’auto rivedo il ragazzo africano che gesticola e alla fine dà una pacca a un connazionale. Non avevano niente e ora hanno niente meno sessanta centesimi ma stanno ridendo. Hanno la luce negli occhi e sguardi di speranza. “Quanto ha detto?” “Dieci e sessanta” La signora gira le dita nel portafoglio e continua a spostare la banconota da dieci euro per cercare le monetine. “I sessanta glieli porto dopo” La cassiera sposta lo sguardo dal nulla e lo posa sulla signora. Non può non vedere un elegante e borghesissimo vestito di fiori, le rughe che dicono ottanta e la schiena un po’ curva che conferma. “Mi spiace signora, il supermercato non può far credito. Deve lasciare giû qualcosa” “Guardi non posso lasciare giù niente, mi serve tutto” “Mi spiace” “Ma sono trent’anni che vengo in questo supermercato” “Mi spiace” Vedo la signora muoversi faticosamente verso l’uscita senza nulla in mano. Non pare stizzita e cammina lenta. Gli occhi della giovane cassiera non la seguono. Pago in fretta le mie cose e per un attimo mi vergogno di aver assistito alla scena come a teatro senza pensare. Sono rimbambito. Cerco di guadagnare velocemente l’uscita per rimediare e trovo la signora davanti a un ragazzo africano nella zona dei carrelli “Mi presti sessanta centesimi?” Il ragazzo africano non capisce, sgrana gli occhi. Sembra spiazzato. Forse ha mille domande in testa o forse nessuna fatto sta che schiude il pugno. “Prenda quello che vuole signora” Lo guardo. Si sente un re quel ragazzo, se fosse passato uno e gli avesse mollato una banconota da cento non sarebbe altrettanto felice. La signora torna alla cassa. Non resisto e la seguo, fremo come davanti a un calcio di rigore. Ci siamo: la signora porge alla cassiera dieci euro e sessanta centesimi. “Sa chi me li ha dati? Quel nero là ”. Poi prende le quattro cose e se ne va. Cerco lo sguardo della sconfitta nella cassiera e trovo la solita espressione anafettiva, cerco il sorriso della vendetta nell’anziana e scorgo sofferenza. Nei pressi dell’auto rivedo il ragazzo africano che gesticola e alla fine dà una pacca a un connazionale. Non avevano niente e ora hanno niente meno sessanta centesimi ma stanno ridendo. Hanno la luce negli occhi e sguardi di speranza.

fin quando le donne saranno divise i femminicidio ed il sessimo continueranno ad esistere peggio di prima

   vedi anche
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/lorribile-tragedia-di-francavilla-al-mare-lindignazione-e-la-morte-della-pi

nella lettera     sotto riportato  e   nel  dibattito     , vedere  url  sopra  fra  il  direttore  d'avvenire   e   alcunme  lettrici  sui  come  i media  hano trattato il fatto di francavilla  )   è evidente   che   non  solo  come  dice  l'amica  e  nostra utente  daniela  tuscano      chi di  penna  ferisce ...   ma   è come  già dicevo   nel titolo  sintom di come le doinne  siano   suntemi delicati cosi  divise  . Ogni altro commento, non è  essendo donna  , rischia  d'essere  superfluo  e  scontato . 
Unica  cosa   che  aggiungo è l  conferma  ,  di quanto dicevo  nel post precedente  ,   come  sia    diffile  parlare  e  ricordare le vittime di feminiciio   ed  come sia difficile  per  entrambi i sessi     che  lottano    contro il sessismo ed  il femminicidio trovare ascolto 

vL'immagine può contenere: testo

24.5.18

la morte ed altre riflessioni

canzoni  consigliate
canzone per un amica- F. Guccini 
vivere - vasco rossi 
un senso  -Vasco rossi 




Appena sento di morti , in quest'ultimo caso d'incidente sia di conoscenti ed amici\che o di suicidi mi viene il magone e mi chiedo a cosa serve vivere se poi prima o poi devi morire . Ma poi tutto passa perchè tutto ha un ciclo con un inzio ed una fine , ma sopratutto nella vita \ opera d'arte non c'è mai niente di fisso ed di definitivo . Ma questa risposta sembra nn bastare perchè ciclicamente ad una nuova morte o evento luttuoso la domanda si ripresenta . E quindi lotto sempre per applicare questo concetto : <<[...[ Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire, spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire, se presto hai dovuto partire... \Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi, \voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi e che come allora sorridi [... ] >>
Un altro sistema   èquelo  d'immaginarmi    che  cosa    succederebbe   quello che  vienbe  descritto  da  Saramago  in  Le intermittenze della morte
Per il momento , non  mi sto  rasegnando , questa  è una  delle mie  tante  battaglie  quotidiane  dovute  al fatto  (  una  delle poche  cose  che  penso  fin da  quando  ero  piccolo )   che   ci sono  cose     contro  cui  si  combatte  e si combattere   semopre   proprio come i mulini  a ventoi  di  Don chisciotte  di  Miguel de Cervantes
, devo solo accettare che   ci  sono  cose    che vanno accettate   e  che non posso essere  combattute . Insomma  accettare il fatto che
Risultati immagini per la morte la vita

e  che

Risultati immagini per la morte la vita


 Ma   veniamo   a rifleessioni  più allegre  , altre strade da  seguire



L'immagine può contenere: una o più persone, persone sedute, albero e spazio all'aperto


                                                          Volevo parlare ma poi ho scritto


Piangere sopra un male passato 
è il mezzo più sicuro per attirarsi 
nuovi mali. Quando la fortuna 
toglie ciò che non può essere 
conservato, bisogna avere pazienza: 
essa muta in burla la sua offesa.




                                           da< Caffeina17 maggio alle ore 16:53

Le persone vere spaventano. Per questo spesso rimangono sole. Perché sono sincere, sono oneste e quando vogliono dire qualcosa, lo dicono nel modo più vero che conoscono. Margherita Hack ( 1922-2013 )








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