28.6.18

Modena, «Sì ho votato Salvini, ma ora ho paura» Dea Debarre, sinta italiana, vive in città e teme un’escalation: «Invocano le camere a gas, schedare una razza è atroce >>



Tutti abbiamo Delle paure ma solo pochi sanno e riescono a gestirle senza buttarle addosso a gli altri. Ė sulle diversità che dobbiamo costruire il futuro. Infatti , riprendo quandi detto ptrecedente leggi o rileggi oltre  la  stroria  riportata  sotto  anche il precedente   post : la difesa dea razza : rom \ sinti li chiamano razza maledetta
Cosi faccio chiarezza ,, a chi avesse ancora dubbi sul mio modo di pensare su tali argomenti , e rispondo a chi mi dice : << (....)Prendere provvedimenti come si vuole fare non vuol dire generalizzare, ma credimi bisogna farlo x difendere noi tutti ma anche quelli di loro immigrati o zingari o chi che sia che si comportano bene e hanno diritto ad essere accolti tra di noi ...ma c'è troppa ingiustizia e gente di malafede incontrollata ..bisogna dare manforte a chi ha coraggio di fare tutto questo (...) ., ecc  >>



Modena, «Sì ho votato Salvini, ma ora ho paura»

Dea Debarre, sinta italiana, vive in città e teme un’escalation:  Invocano le camere a gas, schedare una razza è atroce»



MODENA. 
 Debarre, un cognome piuttosto noto in città e nella provincia. Una famiglia allargata e simbolo dei luna park itineranti, una famiglia italiana, ma sinti. Dea Debarre ha 36 anni, 4 figli, un marito che lavora. Vive in una casa popolare di via Terranova, sogna di poter tornare in una microarea “perché quel senso di libertà ce l’hai dentro”.Ci ospita a casa sua, ci accoglie con una tavola imbandita e poi inizia a parlare. Lo fa mentre il telefono continua a squillare con le notifiche dei social network: li tiene monitorati, controlla pagine facebook in cui si incita all’odio razziale verso i nomadi, in cui si invocano le camere a gas e il napalm. La paura c’è sia per le conseguenze che il “suo” popolo potrebbe subire, ma anche per quel flebile equilibrio sociale che negli ultimi anni si è instaurato. «Non so cosa potrebbe accadere - dice - se due gruppi di giovani si dovessero sfidare. Vale anche per Modena: non vorrei scattassero delle provocazioni legate alle idee del ministro».
Dea, lei ha votato Salvini ?«Sì».
E adesso, dopo il progetto di censire i nomadi.«Sono dalla parte del ministro, è partito molto bene con la strategia sugli sbarchi, ma mi aspetterei più coerenza per quanto il discorso sui nomadi italiani. È vero che tra noi c’è chi sbaglia e si comporta male, ma è anche vero che tra i nomadi italiani ci sono famiglie e persone per bene, che pagano utenze, le tasse e lavorano onestamente. Il pregiudizio e la discriminazione sono figli dell’ignoranza, si tratta di razzismo. E tutto dettato sempre dalla mala informazione. Tra l’altro è arrivato il momento di finirla con la confusione tra rom e nomadi italiani»
Proviamo a fare chiarezza
«I nomadi italiani sono qui da generazioni. Noi siamo sinti, la stragrande maggioranza è sinti, i rom sono altro. Siamo più stanziali noi, ormai, rispetto a tante famiglie italiane che vivono nelle case e magari in estate prendono il camper e vanno in giro».
Ma adesso cosa teme?
«Ho paura. Il progetto di Salvini ha acceso gli animi, leggo di gente che invoca le camere a gas per gli “zingari”, che vorrebbero sterminarli. Così è complicato vivere. Non posso dimenticare i blitz della Uno Bianca in cui ho perso alcuni familiari. È stato uno choc per chi, come noi, ritiene le forze dell’ordine il simbolo dello Stato. Non vorrei che qualche persona perdesse la testa, sentendosi legittimato all’odio»
.Lei ha il codice fiscale?«Certo, guardi (mostra il suo curriculum lavorativo, ndr)»
.Ed è registrata all’anagrafe?
«Ovvio».
Quindi è già conosciuta allo Stato italiano?
«Come tutti coloro che vivono nella legalità o che sono cresciuti o nati in Italia. L’idea della schedatura di una razza è atroce. Cosa diversa è sapere chi arriva, ma senza distinzioni di etnia o altri fattori personali».
Cosa sogna?
«Non sono né quattro mura né una roulotte a cambiare lo stile di vita di una persona. Ognuno ha diritto di vivere come meglio crede e di pagare ciò che c’è da pagare. In questa casa mi sento rinchiusa, il mio animo è libero, non lo si cambia. Mi sento una sinta, non rinnego il mio sangue. Ci sono sinti che vorrebbero una casa, io vorrei una microarea, spero che il Comune possa indicarmene una da acquistare e farmi trasferire con la famiglia. Lo sapete vero che nelle microaree tutte le utenze le pagano i residenti? Ormai qualcosa è cambiato anche in noi, l’inclusione, la conoscenza, l’integrazione si sta realizzando».


27.6.18

VIVERE È FATICA Retrospettiva su My beautiful laundrette di © Daniela Tuscano

Un pomeriggio del 1985, al cinema Eliseo di Milano. In cartellone un titolo bislacco, My beautiful laundrette, intraducibile in italiano se non a costo d'imbarazzanti associazioni: "La mia bella lavanderia". La trama: l'anglo-pachistano Omar (Gordon Warnecke) è spinto dal padre, intellettuale socialista alcolizzato (Roshan Seth, il Nehru di Gandhi), a lavorare per qualche tempo presso lo zio Nasser (Saeed Jaffrey), ricco proprietario d'imprese lecite e illecite, con moglie trascurata e amante inglese (una scintillante Shirley Ann-Field). L'intraprendente giovanotto rileva una lavanderia dello zio e assume Johnny, un ex-amico d'infanzia, biondo, sfaccendato, punk, omosessuale e, in passato, fascista e razzista. Ne diviene l'amante e, assieme a lui, trasforma il negozio in locale di lusso. In mezzo, traffici di droga, scontri fra lavoratori e disoccupati, inglesi e immigrati, colori acidi e catapecchie rancide, luci al neon e valzer di Waldteufel, alcool a fiumi e odore d'appretto, rovistio di vesti dismesse, binari assordanti, vie di fuga e angoli in penombra. Locandina altrettanto indovinata: due ragazzi belli e strani, tra i più belli (e strani) mai visti, uno bianco e nordico, l'altro bruno e asiatico, che fissano l'obiettivo con timida strafottenza. Una coppia irregolare e interetnica nella Londra di Margaret Thatcher. 
Ma chi interpretava Johnny? Nientemeno che un tormentato, irresistibile Daniel Day-Lewis. E nessuno, fra gli sparuti spettatori dell'Eliseo nel 1985, sapeva di trovarsi di fronte alla riuscita performance del più grande attore degli ultimi decenni. Nell'asciutta possanza dei suoi 27 anni (ma ne dimostrava meno), il futuro sir DDL si muoveva con una spontaneità talmente viscerale da sconvolgere. Ma, d'altronde, il co-protagonista Warnecke non era da meno e in una intervista rilasciata al "Guardian" nel 2015 ha ricordato con molta vivezza quel partner così intenso e impegnativo, ma anche lieve ("un vero gentleman"). Warnecke, tuttora in attività - la sua ultima prova è stata presentata anche a Milano, nel corso del Festival Mix, il 24 giugno - avrebbe meritato maggior fortuna artistica: nato a Londra da madre indoguyanese e padre tedesco (un Ayeye Brazov d'Oltremanica...), risulta credibile come pachistano e regge egregiamente il confronto con l'illustre collega. Forse quel suo personaggio, così trasgressivo e imprevisto, era troppo in anticipo sui tempi, anche per la disinvolta Europa. My beautiful laundrette era mercuriale e non concedeva nulla alla furbizia. Vi si trovava solo lo schietto, ribaldo sperimentalismo dei 16 mm. - venne concepito per la TV come un serial sulla falsariga de Il Padrino - e la pirotecnia di due artisti: Hanif Kureishi alla sceneggiatura, Stephen Frears alla regia. 
La pellicola è indubbiamente figlia del suo tempo, a tratti datata, anzi, situazionista; eppure non invecchia. MBL è uno di quei film che si conficca nel cuore e non ne esce più. Puoi dimenticarlo, poi un bel giorno, o più probabilmente un pomeriggio - un altro - lo ritrovi lì, intatto, a riprendere il filo del discorso. Come tutti i classici, piove dove capita, con la precarietà dell'esistenza, ma sempre autentico, graffiante. 
La Londra anni '80 anticipava l'Italia del terzo millennio. Il suburbio rimane inchiodato a un'atemporalità senza scampo. Il resto è oggi: la politica truce e fosca, l'irresolutezza dei progressisti - il padre di Omar è forse il personaggio più patetico del film, con la sua cultura insipiente e la delusione poco comprensiva verso la "working class"; questione (anche) di linguaggio, lo tengano presente soprattutto gli insegnanti -, i nuovi "fascisti", in realtà dei poveri sciagurati, il fallimento del melting pot e la globalizzazione che esclude i singoli privilegiando il branco ("Non tagliarti fuori dalla tua gente, perché nessun altro ti vuole davvero" è il monito doloroso rivolto a Johnny da uno dei suoi ex-compagni di scorribande). Poi la guerra, immancabile: con gli extracomunitari, presi all'ingrosso, ma pure all'interno delle stesse comunità, che di comune hanno solo i bisogni materiali, o esigenze, o delinquenza. 



Tornare alle origini, come vorrebbe il padre di Omar nell'estrema illusione, non si può, sono bruciate e... su quelle ceneri, s'è innestata la malapianta del fondamentalismo. "Il Pakistan di oggi è stato fagocitato dalla religione", gli replica uno sconsolato Nasser. Nell'originale inglese, il verbo è ben altrimenti crudo: "sodomizzato". E la questione si ripresenta, sempre uguale: quando le religioni, nate per liberare l'uomo, hanno finito per incatenarlo? Chi le ha sequestrate? L'istituzione? Il potere? I preti o gli imam o i rabbini, tutti rigorosamente maschi? La nostra stessa prepotenza? La paura, il denaro? Se pensiamo che il peccato di Sodoma è il rifiuto dell'altro, non si ricompatta tutto in un unico, terribile atto d'accusa? Del resto, il mondo di MBL è senza Dio, ma certamente non più libero: semmai liberista; un ammonticchiare disordinato di piccole soddisfazioni, un vivere alla giornata afferrando un tragico attimo, privo di gioia. "La società non esiste. Esistono gli individui e io voglio cambiare le loro anime" proclamava la Lady di Ferro, ma cambiare l'anima è impossibile senza mettere in cortocircuito la stessa umanità. La quale, priva di riferimenti sicuri, trova sfogo nella violenza, nelle velleità o nella mitizzazione d'un mondo manicheo, esaltato, simmetricamente diviso tra bene e male. Liberismo e fondamentalismi - politici, religiosi - sono frutti d'un unico ceppo. Questa filosofia, o meglio, idolatria del denaro - che mai come qui assume connotati drammatici, al contrario di quanto frainteso da malaccorti osservatori - viene esplicitata da Salim (Dennis Branche), l'ambiguo e brutale cugino di Omar e, fra tutti, il più apertamente "mafioso", il quale riserva al ragazzo poche frasi taglienti: "Tuo padre era un intellettuale di spicco, in Pakistan. Tutti quei libri scritti e letti. I politici che andavano a cercarlo. Era intimo amico di Bhutto. Ma in Inghilterra senza soldi non siamo niente". 
Però la vita è anche un eterno passeggiare; si può sorridere fra le macerie, e infischiarsene, perfino commuoversi. L'amoralità dei protagonisti - di Omar, soprattutto - è forse dettata da autodifesa. Egli incarna un coacervo d'irriverenti contraddizioni: non bianco ma in alto nella scala sociale, dolce e appassionato (nell'intimità l'iniziativa spetta sempre a Johnny e mai a lui: altro sovvertimento degli stereotipi, che assegnano il ruolo predominante al non-occidentale) ma pure arrampicatore, rancoroso e dispotico. Concreto fino al cinismo e al tempo stesso entusiasta e melanconico, scherzoso e irrisolto. Lo si perdona, Omar, perché non ha scelta. All'adultità è costretto benché, come osservato da un critico dell'epoca, Leonardo Autera, unisca "all'astuzia dell'arrivista le tensioni e i sogni di un poeta". Ma nell'oclocrazia non c'è spazio per i poeti e al Nostro non resta che riversare tutta la poesia su Johnny. Segretamente, si capisce, in un alternarsi di sarcasmo e ipocrisia: mentre infatti la famiglia di Omar, chiamato amichevolmente (?) Omo, briga per combinargli un matrimonio con Tania (Rita Wolf), volitiva figlia di Nasser, lo zio, e perfino lo svaporato padre, nelle loro chiacchiere non mancano di additare lui e Johnny con un termine non esattamente corretto, "buggers" - equivalente al nostro "buggerare" -, tout court. Certo, i due rimangono uniti, magari sopportandosi, come sembra suggerire il finale, volutamente sottotono, che li ritrae sorridenti in un momento di lasciva banalità. Paiono già adulti, nel tratto se non nel fisico, due zitelloni gay che hanno imparato chissà come a barcamenarsi. D'altro lato questa intesa pare sempre sul crinale d'un burrone, per la crudeltà del mondo (non sono abbastanza cattivi), disagio esistenziale, finta virilità, mancanza di prospettiva, fragile dipendenza. Se non si teme di riconoscere, umilmente, i nostri abissi di finitudine, è facile identificarsi nei due amici, che nei non rari momenti di tensione sanno sempre sfoderare una risata sopra le righe. Non esistono, in MBL, personaggi del tutto buoni né completamente malvagi; ognuno ha le sue miserie e i suoi picchi di lirismo, pur nello squallore circostante. Ed è questo il fascino maggiore del film, lo stare al passo col disarmato fardello della vita.

assente nella più castigata versione italiana e che oggi farebbe gridare all'omofobia i tanti apologeti dell'equanimità a buon mercato. Ma MBL non è equo e, proprio perché così aderente alla realtà, rifugge i compromessi e gli accomodamenti della letteratura edificante, o letteratura 
Tuttavia, nella loro solitudine totale, o totalizzante, le più arrischiate risultano le donne, o alcune di esse. In particolare Tania, sposa mancata di Omar, riuscito miscuglio fra tradizione decaduta e necessità d'emancipazione. Ama (o desidera) il giovane parente, ma vorrebbe anche, con la complicità di lui, liberarsi da una famiglia detestata, e subisce la violenza più cruda quando Johnny, per mandare all'aria il matrimonio - l'amico non pensa nemmeno un attimo a confessare la verità - la seduce, facendole così perdere la reputazione agli occhi dei suoi. Tania se ne va, naturalmente, sparendo sui binari della ferrovia, quegli stessi su cui si era gettata anni prima la madre di Omar, depressa per le vessazioni subite dal figlio da parte dei bianchi, il fallimento economico del marito e la propria emarginazione in quanto moglie d'un "paki". Ma non vogliamo vederla come una sconfitta definitiva. Solo Tania può ripartire da se stessa azzerando un intero mondo, eterna apolide sempre di passaggio. È donna sotto qualsiasi latitudine, in tragitti mai concepiti per lei, e la fede, se arriva, è tutta da inventare. Nel manoscritto, Kureishi la ritrae seduta al finestrino con in mano un libro, l'unico che compaia in tutto il plot se si esclude la biblioteca del papà di Omar, segno d'erudizione vana. Può indurirsi per sempre, Tania. Oppure maturare, in quell'eremitaggio del cuore che, fra un treno e l'altro, gli anni ancora le concedono.

26.6.18

Ma orfani della bonelli è realmente finito oppure continua con gli speciali per tre anni come si vocifera sulla sua pagina fb ufficiale ? secondo me si visti i buchi di sceneggiatura o vuoti narrativi

Dopo  le polemiche   del mio  post  recensione  al n 12  di orfani sam     e  la  discussione     fra  pro e contro  che  a  creato su fb   . Rileggendola   e  facendo  una full  immersion   di rilettura  della  saga    mi vengono un paio di considerazioni sparse che vanno ad aggiungersi a quello che ho detto nel post precedente prima citato  .  
Credo che il n  12  sia una sorta di capitolo rappresentativo, simbolo, della serie regolare di Orfani: che coniuga autorialità e mainstream  ma  non si  può  considerarsi   come finale  della serie  . Numero che  secondo me  andava messo   prima  ma   si  sa   Orfani  si  sa  è  una saga  che  ha  innovato e  continuerà  a farlo anche  dopo  la  sua fine    tra  tre  anni    (  come  testimonia questa bellissima recensione   di https://www.lospaziobianco.it/  ) anche   se legato  acriticamente     ai modelli  comics  americani ed  ai  manga  giapponesi    ha   iniziato   quello svecchiamento del  fumetto  ( almeno speriamo    che non sia  un caso isolato   come succedette  a  Ken Parker   ) italiano   nel  linguaggio  , nei colori  derle tavole  e   e  nelle tavole ,  anche    troppo   visti  i  vuoti di sceneggiatura  o  buchi \  vuoti  narattivi   (    solo  per citare   quelli  più evidenti :  come mai ringo passato da una  posiziomne di ribelle  \incendiario  ad  una posizione  di  saggio \ grillo parlante   \  pompiere  , la non reazione  di  quando  Sam la dfonna  che  Amava   viene  trasformata  in corvo , o come  la Juric  abbia  ucciso fudo  il creatore  di corvi  lasciato in vita     marta la pazza    )     che credo  saranno colmati , per  non perdere la  faccia e  fare figure  di  ....  visto   che  ora   è stato  anche  presentato negli Usa   .  E   questi  fasttori   che  mi  fanno    considerare  orfani  non concluso      nella serie   regolare   e quindi  mi  fanno confermare    quanto  ho  già detto precedentemente  .
La tale  rivoluzione   è stata  fatta male   andava   fatta con più numeri  e  organizzata meglio  collegando , cosa che   è lasciata  troppo  vago  . Lo si  nota  nelle  duie  ultime  due serie  regolari  di orfani   e   nel    finale ( ne  riporto sotto a  destra    la  foto  fatta  con il cell    ) 
  de  n 11 Orfani \sam   dove   alcuni  protagonisti  visti  bambini    in   orfani  \  terra   ed   cresciuti   che  compaiono  in orfani orfani  \  nuovo mondo    ed  in orfani sam   senza  spiegare il loro processo  interiore   alla  "  guerriglia  "     e  di  come  abbiano fatto a fuggire  dala  terra morente  e   di come   abbiano trovato i  colegamenti  con l'opposizione  nel nuovo modo    e  si siano  schierati con Rosa   e  poi con Sam  . 

Al netto dei vari "sarà bello Orfani" e di alcune difficoltà produttive sul finire e non solo , mi sento di dire che Orfani è stato un gran bel progetto, con delle vette qualitative importanti (Orfani  , ed in parte   Orfani \Ringo e Orfani\  Juric  per me   ) e in generale un modo nuovo di affrontare il fumetto popolare bonelliano all'interno della Bonelli stessa. È già dalla  prima  lettura  della prima serie  che penso che probabilmente Orfani è una serie più importante che bella: il che non vuol dire che sia brutta sia chiaro, ma che dal successo di questa serie passa una nuova strada al fumetto pop, aperto   ed  ricco di contaminazioni con i  modelli  (  comics  e  manga  )  presenti  sul mercato   e sempre molto attento all'uso del linguaggio stesso. Forse alle volte rischia di guardarsi un po' troppo l'ombelico, autocompiacendosi di certi virtuosismi formali senza affondare pienamente il colpo sulle tematiche. Ma anche qui credo si tratti più di scelte editoriali precise e, in fin dei conti, di gusti personali.
Il resto   della   recensione  , che  aveva   già iniziato a scrivere  offiline  ,  la lascio   in word  progres   ed  aspetto di leggere  tutti   gli speciali per  dare  un giudizio  sull'iuntera  oera
 Qui  i numnero  0  concesso in pdf ai propri lettori  dalla  Casa  editrice   dove   un sunto per  chi si  fosse  perso  i  tre numeri presenti all'interno della serie d'orfani  ed  un anticipazione  su come  andrà avanti  .  ne  riparleremo a  Luglio  dopo  il prim speciale   oppure fra  tre  anni   alla  fine di tutto  , boh  ,  vedremo  ,  chi  vivrà vedrà  .  
Alla  prossima   ca

ennessima violenza sule donne . la vittima trova il cortaggio di raccontarlo e mette le foto della brutalòe aggressione su fb

riporto , non riesco a fare ulteriori commenti questo articolo preso da




Mi dispiace moltissimo ma chi ti aveva ridotta così era da chiudere e fare a lui o molto peggio ciò che ha fatto a te



  corsivo mio N.B
Le altre ve  le risparmio  non    sono un macellaio   e  credo che    queste  tre siano più che sufficienti  se  avete  stomaci forti o amate la macelleria le trovate  negli url  sotto  direttamente  dall'account  facebook dell'interessata    




Oggi, 24 giugno, é la ricorrenza più triste della mia vita. Oggi è domenica, come lo era 6 anni fa! In questi 6 anni nulla è cambiato, anzi ho perso il lavoro e nessuno ha "voluto" assumermi... Io non ho avuto un aiuto concreto da nessuno e, fino ad ora, le parole non hanno mai salvato una donna.... Il 24 giugno 2012, a quest'ora, ero ancora una donna ignara di ciò che stava per accedere.... Avevo trascorso una giornata deliziosa... Di mattina insieme a mia sorella Vania e a colui che era il mio compagno, eravamo andati al Santuario della Madonna nera di Tindari... Luogo in cui "lui" mi aveva giurato amore eterno, mi aveva promesso di non usare più violenza nei miei confronti anzi aveva giurato che si sarebbe preso cura di me per sempre.... Peccato che all'1 e 45, avrebbe cercato di uccidermi. Dormivo abbracciata a lui... Mi scosta e dice:"Scusa amore, devo andare in bagno", rimango a dormire a pancia in giù... Lui, dopo pochi minuti, ritorna in camera da letto ma non si distende accanto a me... 😢😢 Inizia a colpirmi in testa, con una padella in ghisa.... Uno, due, cinque, sei, non conto più i colpi. Il manico si rompe, lui prende un paio di forbici ed inizia a pugnalarmi..... Un senso di angoscia mi attanaglia il cuore... La mente torna indietro a quei momenti 😢😢 non é una scelta, non cerco tra i ricordi. Accade e non so perché 😢 Ho conosciuto il terrore vero, ho conosciuto la consapevolezza di stare per morire, ho conosciuto il dolore più intenso e profondo, ho visto la morte da vicino... Non sono l'unica né l'ultima, purtroppo 😢😢 vorrei che nessuna donna provasse ciò che ho provato io... Ma so che ciò è impossibile. Ho conosciuto la cattiveria umana. Lo sguardo di chi vuole uccidere, la strafottenza di chi si sente padrone della vita altrui... È una esperienza terrificante... Vorrei vivere in un luogo in cui lo Stato protegge i suoi cittadini e le sue donne. Invece no!!! Vivo in uno Stato in cui tutti suggeriscono di denunciare e poi ti lasciano sola ad affrontare il pericolo, dove la gente fa promesse che non mantiene 😢😢 Prego perché i giudici diano pene severe a chi uccide gli indifesi 😢 Lui per giustificare il suo gesto (anche se racconta di avermi "solo" alzato le mani), dice che sono una poco di buono... In fondo lo siamo tutte quando vogliamo lasciare chi ci alza le mani o ci tradisce 😉 Buona domenica a tutti, amici miei ❤

P. S. Se qualcuno volesse davvero aiutarmi, ho la necessità di far adottare i cani randagi salvati dalla strada, che vivono con noi... Sarebbe utile, solo così potrei fuggire dalla Sicilia, cercare un lavoro e poter dare un futuro ai miei figli 💖 Anche un lavoro sarebbe di aiuto........ Un'altra cosa. Queste foto me le ha fatte mio padre. Dovevano rimanere private ma, visto che si continuano a mostrate, al telegiornale, le foto delle donne uccise che sorridono insieme ai loro carnefici, ho deciso di renderle pubbliche.. Io ho fatto una scelta forte e provocatoria, anche con un po' di vergogna, ma ho capito la necessità di dare una immagine reale della violenza... Questo era da notare non il trucco waterproof non tolto la sera prima o le mie labbra. Mettere a disposizione di tutti il mio corpo martoriato, la mia espressione sconvolta devono servire da monito 😔😔Criticare e giudicare una vittima non serve a nulla

25.6.18

Quanto ci influenzano i pregiudizi?

La mia risposta è moltissimo come dimostra questo video preso da https://www.facebook.com/psicologia.applicata/ . Esso è un video fatto In Georgia (l'ex repubblica sovietica) dall'UNICEF che ha realizzato un semplice ma efficace test con telecamera nascosta.Video pubblicato in occasione del lancio del rapporto UNICEF "La Condizione dell'infanzia nel mondo", dedicato quest'anno al tema dell'equità. http://www.unicef.it/sowc2016


Dalla discalia del video
Abbiamo chiesto ad Anano, una bambina attrice, di interpretare un doppio ruolo: quello di una bambina benestante e quello di una coetanea sporca e mal vestita. Le reazioni delle persone che interagiscono con lei nelle differenti situazioni sono prevedibili, ma pur sempre scioccanti. E l'esperimento ha termine quando Anano, ferita per l'ennesimo atteggiamento ostile nei suoi confronti, scoppia a piangere.


Ora ho sempre ( e continu,erò perchè sono come san tommaso che da il suo giudizo quando tocca e vede le cose a 360 non fermandosi dietro le apparenze o da una sola parte ) dubitato delle campagne ( OVVIAMENTE SENZA GENERALIZZARE ) delle Ong sprattutto quelle mediatiche che spesso lucrano e si arricchiscono sui problemi del mondo o hanno metodi ambiqui o sul filo del rasaio . Orfani \ Juric ( funmetto della sergio bonelli editore ) docet . Ma qui è psicologia applicata dal vivo

23.6.18

la difesa della razza - Rom: Li chiamano zingari, razza maledetta



quando ho raccontato qui sulla mia bacheca di facebook la storia di fiore Manzo ne trovate sotto un estratto da https://www.corrieredellacalabria.it/cronaca/ del 21\6\2018


ROMA Quando dice alla gente di essere rom, molti non ci credono, qualcuno storce il naso. «Credono che i rom siano quelli che chiedono l’elemosina, gli accattoni, i ladri». E invece no. Fiore Manzo (nella foto, tratta dal suo profilo Facebook) 



è rom, italiano da decine di generazioni. «Italiano da 600 anni» specifica con orgoglio. Fiore ha 25 anni, è nato nel campo rom di via Gergeri, a Cosenza, parla calabrese e ha frequentato l’Università. Ha due lauree, la prima in scienze dell’educazione ambientale e la seconda in scienze pedagogiche (gli mancano soltanto due esami). Ha un futuro da professore alle scuole superiori. «Il mio sogno è l’insegnamento di filosofia». Un rom laureato, perfino filosofo. «È difficile abbattere i pregiudizi della gente» ripete, intervistato da Redattore Sociale. Per lui è quasi una missione di vita. «Perché alla gente appaio così strano? Non sono mica l’unico rom laureato, ce ne sono tantissimi». Eppure la gente continua a sorprendersi. Fiore, dopo la crescita nel campo, oggi vive in una normale casa, sempre a Cosenza, è fidanzato con una ragazza «non rom», così la definisce lui. «Ci siamo conosciuti a scuola, io ero al primo anno di università, lei era in quinta superiore, andai nella sua classe a raccontare agli studenti chi sono i rom». Lui sa tutto della storia di questa etnia. «I rom sono uno dei principali gruppi etnici della popolazione di lingua romanì, originaria dell’India del nord. La parola rom deriva dal sanscrito dom, che significa essere umano». [... continua qui



 si è scatenato  il  solito inferno di pregiudizied luoghi  comune   e    s'è discusso sul   "  censimento  " .  di Salvini.  S'era già tentato nel  2008     con il governo Berlusconi   e   dal pd  della regione emilia  romagna e     sppiamo  come sono  finiti  e  le polemiche  suscitate  . 

Vorrei dire  a  Salvini ed   a  tutti quelli che sono  d'accordo con lui  che  : 1) è anticostituzionale censire gli esseri umani in base all’etnia» .,  2)  che la  sua  è solo propaganda  demagogia   e  lo  sà benissimo  , visto che è ed   ha  richiesto   appositamente   il minisrtero  dell'interno. 
Infatti Appare chiaro, come un censimento disposto solo nei confronti della popolazione Rom discriminerebbe sulla sola base dell' etnia, e la discriminazione sarebbe dimostrata dal fatto che la normativa creerebbe una disparità di trattamento tra il Rom che sia cittadino italiano ed il cittadino italiano che non sia un Rom. E ciò è in aperta violazione del nostro dettato costituzionale (art. 3) e vari leggi dell'UE contro le discriminazioni .  Ora  
 [ .... ] è possibile che Salvini non sappia queste cose, e insista almeno a parole nel suo progetto? Si ha quasi l' impressione che voglia comunque forzare le cose, nella sua tattica di voler ormai «seguire», a ogni costo, la «volontà popolare», anziché tentare di «convincerla» a seguire un progetto politico. Il «sovranismo» identitario deve partire dal riconoscimento delle diverse identità e non deve avere niente a che fare col razzismo. In questo caso non vale lo slogan «prima gli italiani», perché molti Rom tra l' altro sono italiani, e dire «purtroppo sono italiani» significa mettersi su una china molto scivolosa. Beninteso, questo non significa che si debba tollerare l' uso dei figli per mendicare e rubare o il rubare in generale, ma per la semplice ragione che questi usi violano le nostri leggi e se i Rom vogliono continuare a vivere nel nostro Paese devono seguire le nostre regole, come qualsiasi altro cittadino e se non lo fanno essere puniti, come qualsiasi altro cittadino.Salvini, a mio avviso, sta peccando di quello che Lenin chiamava «codismo»: dell' atteggiamento cioè di chi, si mette a «guardare il sedere delle masse», si mette in coda ad esse, lasciandosi trascinare dai loro malcontenti, dai loro istinti. Nell' immediato paga, ma solo nell' immediato. Se vuoi fare la rivoluzione, vale anche per quella «sovranista», devi guidare la massa, guardarle il culo non basta.

 di  Paolo Becchi su http://www.liberoquotidiano.it/news/ del 23.6.2018   non un comunista  😀😄




Inoltre il Viminale sa alla perfezione quanti siano i nomadi in Italia. E' un dato che viene aggiornato quotidianamente e trasmesso alle prefetture. Quella di Salvini è solo propaganda . Tali  dati sono già disponibili, dove servono, si trovano (  riporto    qui  un articolo dove ci sono anche alcuni link ). 
Il Ministro dell'Interno è quello che può leggere i dati più completi se servono i dettagli, potendo chiedere facilmente anche dati locali alla Polizia di Stato, mentre se servono le statistiche nazionali c'è l'Istat che elabora le statistiche. Ora verebbe  da chiedersi  Salvini è rimbambito? Non sa queste cose? 

Una manifestazione nazionale di rom e sinti a Bologna, nel 2015 (LaPresse - Stefano De Grandis)

No, secondo le sa benissimo ma vuole vedere quanti elettori può trascinare dalla sua parte fomentando l'odio razziale. E' come un sondaggio: quanti razzisti ci sono in Italia?
Il bulloso ministro non ha: detto censiamo i poveri, gli analfabeti, i vegani, i vergini o i buddisti. Ha detto censimento dei Rom. Ha parlato ai razzisti che ci sono anche tra gli italiani. E ne ha trovati tanti che la pensano come lui (cioè che gli zingari: rubano puzzano e non mandano i bambini a scuola; non lo ha detto, ma questo è il tono dei commenti all'argomento "censimento dei Rom", ecc ). Ci sono Rom che sono italiani dal Medio Evo .
Nessun testo alternativo automatico disponibile.I " destrosi "    ed  i malpancisti   diranno  lo ha  fatto  anche  la  sinistra  ( vedere  al lato    scansione  di un manifesto dl pd re dell'emilia  romagna  )  . Ebbene  anche  quello    ed il classico  esempio    di  quando il razzismo e razzismo anche a sinistra o meglio pseudo sinistra perchè il pd è la vecchia Dc non è vera sinistra Inoltre Rom è una una parola  che  non basta a definire 22 comunità diverse  ( qui ed  qui   ulteriori approffondimenti  )  molte delle quali  straniere  molti  venuti in italia dall'ex  Jugoslavia ( ora balcani   )  per sfuggire ale persecuzioni di Tito prima e poi , soprattutto ai massacri etnici e religiosi della  guerra  anzi  meglio  dalle guerre jugoslave   che   << sono state una serie di conflitti armati, inquadrabili tra una guerra civile e conflitti secessionisti  alimentatiu ulteriormente  da  motivi etnici   che hanno coinvolto diversi territori appartenenti alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia,  avvenute   una decina di anni dopo la morte di Tito, tra il 1991 e il 2001, causandone la dissoluzione [...] >> ( dalla  voce enciclopedica  https://it.wikipedia.org/wiki/Guerre_jugoslave  )  e la  frammentazione  in più  stati 
La maggioranza degli Italiani non analizza le cose a 360 gradi e si basa solo sui fatti negativi e così si sfoga, solo pochi pochissimi vedono le analogie con la nascita del nazifascismo, tutti o quasi dimenticano i milioni di euro per cui la Lega è indagata.
Odio razziale che si spande e si rafforza. Oggi i Rom, domani chi sa finiremo   come il 
"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare".?


Mi fermo qui perchè L'argomento mi annoia alquanto e non mi piace dare importanza alle chiacchiere di Salvini... lascio quindi evito  le discussioni e invito a conoscere i dati con i vari url che ho lasciato ed vedere la puntata    dela  trasmissione  la  difesa dell razza- i rom di Gad  lerner    trovate  o   qui (   finchè la  rai non la  rimuove  ) o  in rete   in essa    dalla discalia  

Gli zingari sono considerati, tra tutte le minoranze, la più detestata. Il viaggio di Gad Lerner parte da Zurigo, dal racconto della storia di una bambina e di una donna strappata alla madre e a sua volta separata dal figlio, tra elettroshock, violenze, carcere. Goffredo Bezzecchi, rom harvato, è uno degli scampati alla furia nazista che portò allo sterminio di mezzo milione di zingari. A Torino Lerner visita i campi di via Germagnano, dove centinaia di zingari, molti bambini, vivono in condizioni da quarto mondo, mentre a Roma va a trovare Miriam Halinovich, assegnataria di una casa popolare alla periferia nord di Roma. A Parigi, inoltre, intervista Anina Ciuciu, 28 anni, rom. Anche lei viveva nel famigerato Casilino 700, e racconta come ci fosse arrivata bambina, dalla Romania, insieme alla famiglia e come da lì, insieme ai genitori, sia poi fuggita in Francia. A Londra, infine, Lerner intervista la portavoce di Amnesty International Catrinel Motoc, per una carrellata sulla situazione dei rom in Europa.

a me è stata utilissima o scoperto cose nuove ed approfondito altre per approfondire almeno un minimo. Per abbandonare alcuni luoghi comuni.ed vedere le cose a 360 gradi e non da una parte sola o "pro" ( discortso di de andre sui rom   qui  l'audio ed  il testo ) e contro ( gli italiani che ragionano con luoghi comuni ) . Questa è anche la risposta a chi mi ha scritto al mio post di fb ( vedere url inizio post ) : Una rondine...con quel che segue ! ., sono casi eccezionali , ecc >> in quanto inglorano che tale popoo si mimetizza o non rileva l'origine rom \ gitana per paura dei pregiudzi tanto radicati da rischiare l'emarginazione

22.6.18

quello che io ero tu sei quello che io sono tu sarai .

 colonna  sonora
UN ALTRO GIORNO E' ANDATO - Francesco Guccini , con testo in scorrimento
Farewell - Francesco Guccini

Attimi  come     quelli    da me  bloccato   con una foto   fatta  con il  cellulare    ( ed  appossitamente  modificata nei colori   pere  evitare noie  con le persone  ritratte  ) stasera  mentre passeggiavo  solitario     ed  intitolata  appunto    : << si studia  per  maturità  >> mi ricordano  e mi rammentano  quando  ero  giovane  ,   le  ....  , le chimere  ed il tempo perso   ed occasioni  mancate   che   adesso rimpiango  .... . ed ecco  che l'altro Io  mi  dice  : <<  ma  che  c....   dici . smettili di piqangerti addosso    quello che   è  stato   è  stato   è inutile piangerci sopra .  coraggio  lasciati alle spalle   e  vedi che   c'è  anche  un'altra  giovinezza     >>  .

dal mio istangram ( https://www.instagram.com/redbeppeulisse/ )
Forse   la mia  voce   interiore  \  grillo parlante   ha rtagione    è  la  crisi  dei  40\50   passerà  .  Sarà forse    che   misto avvicinando ( ancora  mancano 8  anni  )  ai   50  ciò  che mio padre chiama  il punto  di non ritorno  . Eppure   non sto  nè invecchiando male  ( perdendo capelli ,  capelli grigi  \  bianchi  , pancie  eccessive  ) ma  mi  sento vecchio . ..
Ma  basta   è finiamola  con la nostalgia    e  la malinconia   altrimenti  finisce  che  ricado ( nonbasta  la  fatica che  sto  facendo   per  uscirne   e  quanto  essa  ha  caraterizzato  il mio percorso fin qui  fatto nel bene  e nel male  )   che  ricado in depressione   e paranoia  .

Coppia israeliana dà 5 a un albergo di Pavia e riceve mail razzista

 CANZONE   CONSIGLIATA
Brunori Sas - L'uomo nero (audio ufficiale) 

Sia  che  siano  stati  pessimi  clienti    non  si dovrebbe nai scadere  nel razzzismo e nella  discriminazione  .  Anche  mandare  Fncl  è  un arte    che  va  saputa  fare  .
Cerrti  fatti   , come  quello che  riporto sotto  ,   ti  tolgono  le  parole  e  ti sconfortano ancora  di più  soprattutto   quando   un popolo ha  subito  ( ed  ancora  subisce )   un odio   e le  conseguenze  di capro  espriatorio  per  milleni .   Inizialmente. per  astruse teorie   religiose  e pseudo scientifiche  ed  ora  causa  di politicanti  imbelli che  applicano    a gli altri     quello  che  il loro popolo ha  subito   nel corso della storia

Da https://www.msn.com/it-it/notizie/italia/
.

     Coppia israeliana dà 5 a un albergo di Pavia e riceve mail razzista

© Fornito da La Repubblica Il chiostro della Cerosa di Pavia,
 nell'omonimo comune a pochi km da Pavia 

Una coppia israeliana soggiorna in un hotel di Certosa di Pavia. Al momento di lasciare un feedback su Internet non si mostra troppo soddisfatta. Il voto è 5. Non appena il voto viene pubblicato all'indirizzo mail della signora arriva una email in inglese dai toni minacciosi che dice: "Voi ebrei non siete mai contenti. Non Non lamentatevi allora se in Europa stanno tornando i nazisti e i fascisti. La ragione esiste: voi".
"Tremavo quando ho letto il messaggio", ha raccontato al giornale israeliano Yediot Ahronot Bella Nudelman che, insieme al marito Boris e a una coppia di amici, ha pernottato nell'hotel durante un recente viaggio.




Boris and Bella Nudelman

La signora, tra l'altro, ha spiegato al quotidiano di aver assegnato quel voto "erroneamente e senza prestare attenzione" per un soggiorno che invece è stato "buono e piacevole" .Ne è nato un caso. Il giornale israeliano [ trovate   qui  l'articolo    da    cui  ho preso  la  foto   dei due  protagonisti   ]
 ha contattato la direzione dell'hotel, che si è scusata e ha detto di aver sospeso il dipendente, autore della mail, in modo da risolvere i "suoi problemi comportamentali". Intanto Booking.com ha chiuso sulla propria piattaforma l'accesso alle prenotazioni dell'albergo.







proprio tale vicenda , la punta dell'icerbeg di quello che sta succedendi in europa ed in italia , mi ha portato a vedere ( avevo perso tale  puntata e l'ho rivista con rai replay ) la 1 puntatadella trasmissione inchiesta in 6 puntate “La difesa della razza” di Gad Lerner dedicata a gli  ebrei.  Una   puntata istruttiva  che mi permesso di  approfondire  alcune  cose    ed  apprenderne altre   e ha  rafforzato il mio antisemitismo pur  rimanendo  critico   (  antisionista  come  mi chiamano altri  )  verso il sionismo   e  lo stato   d'israele  come ho confermato  nelle righe iniziali 




19.6.18

chi lo ha detto che per ricordare la grand e guierra servano corone e medaglia alla menoria basta una passeggiata il caso di L'Unione Sarda.it » Multimedia » Cultura » Arzana, il "cammino della leva" in memoria dei caduti in guerra CULTURA Arzana, il "cammino della leva" in memoria dei caduti in guerra



Per le  celebrazioni  del centenario della grande guerra, in Ogliastra, la commemorazione è avvenuta con il Cammino della Leva, organizzato dal Cai ( Centro alpino Italiano  )  di Nuoro.  sotto  l'articolo  dall'unione  sarda   d'oggi
L'immagine può contenere: una o più persone e spazio all'aperto
Gli intervistati  per  il servizio  del tg  di  videolina , sotto riportato  ,  sono: Matteo Marteddu, Presidente Cai–Nuoro, e Francesco Calledda “Zigheddu” noto camminatore   80  enne   (  vedere qui  alciune  sue imprese )

Si possono ricordare tali eventi anche senza fanfare di geniali dilettanti in selvaggia parata con le loro ipocrite e retoriche corone d'alloro e medaglie alla memoria

alla faccia dei malpancisti anche gli immigrati hanno la loro dignità .Migrante attacca i suoi Connazionali “Andate a Lavorare…” Le sue parole Coraggio!



NON È UNA QUESTIONE DI RAZZISMO …MA DI BUONSENSO
Un ragazzo africano spiega ai suoi connazionali ciò di cui hanno bisogno. E si schiera contro l'integrazione fatta con i metodi attuali.

16.6.18

esiste ancora il rispetto dell'articolo 21 della nostra costituzione ? i fatti di : Ivrea, srotolano uno striscione per Regeni al comizio di Salvini: identificati e schedati ed Mantova, consigliere di CasaPound parteciperà al Gay Pride: espulso dal movimento



Leggendo le storie che trovate sotto come nel titolo mi faccio la domanda e mi da la risposta . la risposta è NO . Infatti



Fermati e identificati per aver esposto uno striscione dove si chiedeva verità per la morte di Giulio Regeni durante una manifestazione elettorale del ministro dell'Interno, Matteo Salvini. È successo ieri sera a Ivrea, durante il comizio a sostegno del candidato del centro destra Stefano Sertoli al ballottaggio delle comunali che si terranno domenica.

Un piccolo gruppo di manifestanti, attivisti Radicali e di Amnesty International, ha srotolato uno striscione poco lontano dalla Serra, l'edificio simbolo dell'epopea olivettiana scelto dal neoministro per la sua manifestazione, ma subito sono stati fermati dai funzionari della polizia che seguivano il ministro. “Sono stati fermati e schedati mentre manifestano con civiltà contro l’inciviltà di Salvini a pochi metri dal ministro – scrive sul suo profilo Facebook l'ex consigliere comunale di Torino, Silvio Viale - Bravi ragazzi. Sono orgoglioso di voi. Inseguiremo Salvini in ogni dove”.
                                     Lo striscione "incriminato" 

Mentre si teneva il comizio, cui hanno partecipato circa 700 persone, a pochi metri si svolgeva anche un torneo di minibasket e alcuni giocatori hanno srotolato un altro striscione che sottolineava come Ivrea sia una città accogliente, in evidente polemica con le scelte in termini di politica migratoria del nuovo governo. A raccontare meglio l'accaduto una delle attiviste radicali fermate: “Ci hanno fermati, fatto le foto, chiesto i documenti e schedati – spiega – Una ragazza con la maglietta di Amnesty con su scritto 'Protect the human' non è stata neppure fatta avvicinare e, quando ha chiesto spiegazioni, l'hanno minacciata di portarla via”.


La seconda   storia  . E'  all'interno di un partito (  ecco  perchè  sono apartitico e se  voto o  scheda  bianca  o  voto il nome  le persone  )

da repubblica

Mantova, consigliere di CasaPound parteciperà al Gay Pride: espulso dal movimento De Marchi, passato dalla Lega all'estrema destra, sarà in piazza "a titolo personale". Reazione immediata di CasaPound: "Noi politicamente ed esteticamente lontani da certe manifestazioni"








Ha annunciato la sua partecipazione, seppur a titolo personale, al Gay Pride di Mantova: per questo Casa Pound ha espulso dal movimento un consigliere comunale, Luca De Marchi. "De Marchi predilige ancora una volta la ricerca di visibilità personale alla condivisione di intenti con una comunità politica che da sempre è esteticamente e politicamente distante da certe manifestazioni: per questo non ci sono le condizioni perché il consigliere De Marchi possa proseguire la propria attività politica sotto il simbolo del nostro movimento": così si legge in un comunicato del movimento di estrema destra.
Il Gay Pride è in programma a Mantova sabato 16 giugno e ha il patrocinio e un contributo economico dalla giunta di centrosinistra guidata da Mattia Palazzi. De Marchi, che dalla Lega è passato a Casa Pound, era stato eletto in consiglio comunale nel 2015 con una sua lista civica. Nei giorni scorsi, annunciando la sua partecipazione al Pride, aveva spiegato: "Parteciperò per senso civico e per difendere le libertà di tutti, ma la libertà di manifestare, vivere la propria sessualità liberamente o le rivendicazioni di nuovi e futuri diritti alle coppie omosessuali, non hanno nulla a che vedere con la concessione di un patrocinio, come quello che ha inspiegabilmente concesso, la giunta Palazzi". Parole che Casa Pound non ha apprezzato, per questo la sezione regionale del movimento ha deciso l'allontanamento.




Esprimo  la mia piena solidarietà per il coraggio dimostrato da questo consigliare nel riconoscere i diritti altrui pur non essendo fascista. In culo  Alla faccia di chi mi ha rimosso dai contatti fb perchè mi ha creduto tale , vedere: 1) l'invito ad analizzare la vicenda di Aquarius puntando oltre alla consueta analisi che chi semina odio raccoglie odio sul fatto che il fenomeno dell'immigrazione è gestita male., 2) il post : << quando la politica d'allora era politica non come oggi >>in cui consideravo politica quella d'Almirante e il rispetto leale che reciproco che c'era con Berlinguer tanto che Almirante andò al suo funerale , rispetto a quella d'oggi


cori e ricorsi della storia . un aquarius antelitteram ovvero la famosa St. Louis maggio 1939

 canzoni consigliate


Il caso  della nave  Aquarias  mi ha  riportato ala  menoria  un evento storico  simile già  sentito   quello della  famosa  Saint  Louis  (  qui per  chi  volesse  aqpprofondire  trovi  in questi link  I II III    maggiori informazioni   qual'ora  l'articolo   sotto  riportato  non bastasse  )  con ebrei  in fuga  dall'europa  , allora  ormai prossima   , al secondo conflitto mondiale  , rifiutati   da  : Cuba  , Usa  , Canada  che   non seppero distinguere  le regole  (  chiusura   degli acessi  d'immigrati   )   all'eccezione  ebrei in fuga    dal regime Hitrleriano  e  Fascista  


Il tragico caso della nave St. Louis
IL VIAGGIO DEI MALEDETTI


Il 13 maggio 1939, pochi mesi prima dallo scoppio della seconda guerra mondiale, la nave St. Louis salpa da Amburgo con a bordo 937 passeggeri, tutti ebrei, per sbarcare a Cuba. Sull’isola, nel frattempo, un nuovo decreto governativo stabilisce che i documenti dei migranti in arrivo non sono più validi, e che per questo gli verrà negato l’approdo. La nave allora raggiunge le coste della Florida, e anche lì viene respinta, poi quelle del Canada, e ancora lo stesso copione. Questa è la storia di un “viaggio maledetto”, che dura un mese di vana navigazione, perché tutti i porti vengono chiusi in faccia alla St. Luis.
I passeggeri in attesa di scendere. - (Keystone/Getty Images)
C’è una nave in mezzo al mare. A bordo, centinaia di persone: donne, bambini, uomini in fuga. Non vogliono guardare dietro, nella direzione che hanno lasciato. Cercano un porto dove sbarcare. Ma nessuno li accoglie.
È la primavera del 1939. Quattro mesi dopo scoppierà la Seconda Guerra mondiale. La nave è un modello di lusso, lungo quasi duecento metri e costruito in Germania. Si chiama “St. Louis”. I passeggeri sono 937: tutti ebrei, eccetto sette persone. Scappano dalle persecuzioni naziste, che negli ultimi tempi sono diventate insostenibili (sei mesi prima c’è stato il pogrom della Notte dei Cristalli).

Il loro passerà alla Storia come il “viaggio dei Maledetti”.




Il 13 maggio il transatlantico salpa da Amburgo. Ogni passeggero ha un regolare documento per sbarcare a Cuba, approvato dall’Ufficio immigrazione dell’isola. Considerano l’approdo a Cuba un transito, per provare poi a raggiungere gli Stati Uniti. Risultano turisti, grazie a una lacuna di un decreto cubano che non distingue chiaramente il turista dal rifugiato.
La traversata dura due settimane. Mentre la nave sta affrontando l’Atlantico, il decreto lacunoso viene sostituito con un nuovo decreto dal governo cubano: i documenti dei passeggeri della St. Louis non sono più validi.
Quando la nave raggiunge L’Avana, il presidente Federico Laredo Brú, nazionalista, uomo di Fulgencio Batista, rifiuta lo sbarco. Per sette giorni il capitano della nave negozia per convincere le autorità, ma senza successo. Solo in 29, tra i Maledetti, riescono ad avere comunque accesso all’isola. Restano ancora 908 persone.
Il capitano Gustav Schröder ha 54 anni ed è in mare da quando ne aveva sedici. Non è ebreo. Il venerdì permette che sulla St. Louis si svolga la tradizionale preghiera ebraica e fa togliere il ritratto di Hitler dalla sala da pranzo.
Schröder sa che ottenere il permesso di entrare negli Stati Uniti sarà difficilissimo, considerato l’Immigration Act che dal 1924 stabilisce limitazioni nel numero dei migranti ammessi. Eppure tenta.
La St. Louis raggiunge le coste della Florida, dove è costretta ad aspettare. I negoziati proseguono per lunghe ore. La quota di migranti ammessi dalla Germania per il 1939 (27.370) è già stata raggiunta, bisognerebbe andare in deroga per questioni umanitarie. Si coinvolge direttamente Franklin Delano Roosevelt, con un telegramma al quale però il presidente non risponde.
Via via diventa chiaro che gli Stati Uniti non permetteranno lo sbarco. I bambini sulla nave studiano le espressioni ansiose dei genitori, per capire quanto la situazione sia grave.
Ci sarebbe ancora il Canada. La St. Louis è a due giorni di navigazione da Halifax. Ma anche le autorità canadesi decidono di tenere i loro porti chiusi ai Maledetti, nonostante un accorato appello di accademici ed ecclesiastici del Paese. D’altronde è il Canada dove un agente dell’Ufficio immigrazione nel ‘39 rispose, a chi gli chiedeva quanti ebrei sarebbero stati accolti dalle persecuzioni europee, con la celebre frase: “None is too many”.
Il 6 giugno, l’unica possibilità è tornare indietro, nell’Europa minacciata da Hitler. La St. Louis è in viaggio da quasi un mese. A bordo si tocca la disperazione. L’equipaggio deve tenere a bada il tentativo di rivolta di alcuni giovani. Un passeggero si taglia i polsi e si butta in mare.
Iniziano fitte trattative con i governi europei per dare rifugio ai passeggeri, tenerli lontani dalla Germania nazista. Il capitano Schröder ipotizza di incagliare la nave a ridosso delle coste inglesi, in modo da costringere il Regno Unito ad accogliere i passeggeri in quanto naufraghi.
Il 17 giugno la St. Louis sbarca ad Anversa. Sono trascorsi trentacinque giorni dalla partenza.
Regno Unito, Francia, Belgio e Olanda aprono le loro porte. I migranti vengono suddivisi in quote e dal porto di Anversa mandati in ciascuno di questi Paesi. Quasi un passeggero su tre non sopravviverà, secondo gli studi dello United States Holocaust Memorial Museum.
I più fortunati sono quelli destinati al Regno Unito (solo una vittima) e quelli che riescono a lasciare l’Europa nelle settimane prima dello scoppio della guerra.
Di chi rimane sul continente, se ne salvano 278. Gli altri sono 254, e muoiono nei campi di sterminio, nei campi d’internamento o nei tentativi di cercare scampo. Da alcuni mesi è attivo un account Twitter, St. Louis Manifest, che pubblica i loro nomi e le loro fotografie.




Il mio nome è Max Hirsch. Sono uno dei tanti passeggeri della St. Louis rispedito indietro dagli Usa 79 anni fa. Sono morto nel campo di concentramento di Mauthausen. #NeverAgain



diario di bordo n 79 anno II C’è una maestra alle Tremiti: “Io, pendolare e precaria riapro la scuola dopo 21 anni” , Toghe choc: vietato licenziare chi viola le norme di sicurezza , sicurezza sul lavoro non solo colpa dei padroni

la prima è una storia come Un mondo a parte , regia di Riccardo Milani (2024) C’è una maestra alle Tremiti: “Io, pendolare e precaria ...