24.1.11

MIRACOLO L'ITALIA RIESCE A MANDARE in tilt la macchina del boia uSA

Lo so che è sempre repubblica , ma purtroppo questo passa il convento :-) insieme alla nuova sardegna familiare quando ho soldi € o riesco ad andare in biblioteca o in rete e al leggere altri giornali che non sia l'unione sarda leggo anche gli altri giornali , ma è raro trovarci storie cosi interessanti 




Finalmente L'italia , è riuscita a gridare no





 ( peccato che non li gridi per le altre cose , ma abnche se via via sempre più affievolendosi ancora cìè chi resiste e dice no ) seguita da altri paesi occidentali , non riusciva più a sostenere il rimorso creato dalll'essere complice di tale crimine . Una decisione importante per il nostro paese che dimostra che ha un po' di dignita ed orgoglio e non vuole essere solo considerata serva degli Usa come lo è per le basi e poligoni ad Uranio impoverito e nucleari ( ne sono un esempio quelle di Quirra nel sud della mia isola   qui  e  qui  maggiori  news  solo  per  citare    uno fra  tanti casi delle basi nato   \  americane  presenti sul nostro territorio nazionale   ) 



FONTE: FEDERICO RAMPINI - LA REPUBBLICA 
23 GENNAIO 2011 

Finite le scorte dell´anestetico prodotto in Italia. A rischio le esecuzioni. Per la stampa è uno dei colpi più duri mai sferrati al sistema della pena capitale




NEW YORK 
 «La pena di morte è nel caos», annuncia il Washington Post in prima pagina. «Una casa farmaceutica blocca le esecuzioni negli Stati Uniti», fa eco il Wall Street Journal. Tutti concordano sulla causa: «Una decisione del Parlamento italiano». È la storia del più efficace colpo mai sferrato contro le esecuzioni capitali in America: un veto venuto dall´estero, di fronte al quale gli Stati Uniti si scoprono impotenti.

Al centro della vicenda c´è l´uso del Penthotal nel "cocktail farmaceutico" dell´iniezione letale. Quest´ultima è di gran lunga il metodo prevalente ormai per eseguire la condanna a morte. 1.237 esecuzioni, è il numero di condanne a morte eseguite in America dal 1976, anno in cui la Corte suprema autorizzò la ripresa delle esecuzioni dopo una moratoria. 1.063 sono state eseguite con l´iniezione letale, pochissime invece con la sedia elettrica, l´impiccagione, la camera a gas o la fucilazione. Su 35 Stati Usa che eseguono le condanne a morte, tutti usano l´iniezione letale come metodo principale, e in certi casi esclusivo. Nel caso di condannati a morte da tribunali federali, per esempio, l´iniezione è l´unico metodo consentito.
Nel mix di medicine letali che vengono somministrate, un componente essenziale è il potente anestetico, obbligatorio per legge in quanto rende incosciente il condannato a morte: il Penthotal.              La fornitura agli Stati che eseguono la pena capitale è un quasi monopolio, in mano alla casa farmaceutica Hospira di Lake Forest, nell´Illinois. Dal 2009 manca il principio attivo essenziale per produrre il Penthotal nel laboratorio principale della North Carolina. Così, di fronte alla penuria, Hospira aveva deciso di approvvigionare le carceri americane dal suo stabilimento italiano di Liscate. Ma in seguito a un´inchiesta di Repubblica, quella strada è diventata impraticabile. Così ha spiegato Dan Rosenberg, portavoce della Hospire: «Di fronte alla richiesta del Parlamento italiano che quel farmaco sia usato solo per scopi medicinali, non possiamo continuare a rifornire dall´Italia il Dipartimento delle Pene Usa che lo utilizza per le esecuzioni. Non possiamo correre il rischio di esporre i nostri dipendenti italiani ad eventuali responsabilità legali».

A questo punto gli Stati e il Dipartimento federale delle Pene devono avviare un iter complesso per trovare fornitori alternativi, o farmaci sostitutivi, con tutti gli ostacoli che emergeranno. Gli avversari della pena di morte, infatti, possono fare ricorso in tribunale contro la legalità delle soluzioni di ripiego, guadagnando tempo. È quel che sta accadendo in Oklahoma: la decisione di quello Stato di sostituire il Penthotal col Pentobarbital, analgesico usato per l´eutanasia degli animali domestici, è stata subito impugnata e sarà oggetto di lunghe battaglie giudiziarie. «Per certi Stati questo significa bloccare tutto in un´attesa indefinita», spiega Richard Dieter del Death Penalty Information Center. «Sta crollando tutto il sistema», sostiene Diann Rust-Tierney della National 

MIRACOLO L'ITALIA RIESCE A MANDARE in tilt la macchina del boia uSA
Lo so che è sempre repubbblica , ma purtroppo questo passa il convento :-) insieme alla nuova sardegna familiare quando ho soldi o resco ad andare in biblioteca o in rete e al legere altri giornali che non sia l'unione sarda leggo anche gli altri giornali , ma è raro trovarci storie cosi interessanti 




Finalmente L'italia , è riuscita a gridare no


http://www.youtube.com/watch?v=QeVG2llgKxk ( peccato che non li gridi per le altre cose , ma abnche se via via sempre più affievolendosi ancora cìè chi resiste e dice no ) seguita da altri paesi occidentali , non riusciva più a sostenere il rimorso creato dalll'essere complice di tale crimine . Una decisione importante per il nostro paese che dimostra che ha un po' di dignita ed orgoglio e non vuole essere solo considerata serva degli Usa come lo è per le basi e poligoni ad Uranio impoverito e nucleari ( ne sono un esempio quelle di Quirra nel sud della mia isola )

 sempre  da repubblica  stavolta del 21 c.m  


Hospira non produrrà più Pentothal 
"Mai avallato uso farmaco per esecuzioni"

L'azienda farmaceutica ha deciso di sospendere la produzione del medicinale in Lombardia dopo un confronto con il governo italiano. Nessuno tocchi Caino: "Ottima decisione, oltre le nostre aspettative"


Hospira non produrrà più Pentothal  "Mai avallato uso farmaco per esecuzioni"
ROMA - Hospira non produrrà più Pentothal presso il proprio stabilimento a Liscate (Milano). A comunicarlo, dopo le accuse 1 e le polemiche, è stata la stessa azienda farmaceutica alla fine di un confronto con il governo italiano. Al centro del caso l'utilizzo del farmaco nelle procedure impiegate per la pena di morte negli Stati Uniti. Un uso, ha tenuto a precisare l'azienda, che Hospira non ha mai avallato 2

A determinare la decisione di Hospira è stato il fatto che il Parlamento ha richiesto che l'azienda controlli il prodotto lungo tutta la filiera, fino all'utente finale, in modo da evitare l'impiego nella pena capitale. Ma la casa farmaceutica è arrivata alla conclusione che non è possibile effettuare un controllo così accurato ed evitare, quindi, che il farmaco possa essere utilizzato, nelle carceri straniere, per eseguire condanne capitali.

"Sulla base di queste considerazioni - si legge nel comunicato dell'azienda - Hospira non intende incorrere nell'eventualità di risultare inadempiente verso le autorità italiane qualora il prodotto venisse infine utilizzato nelle procedure per la pena   quidi morte. Hospira vuole assolutamente evitare di esporre i propri dipendenti e l'azienda nel suo complesso a questo tipo di rischio". Proprio per questo 
motivo, la società ha deliberato di cessare la produzione. "L'azienda si rammarica - si legge nel documento - che fattori esulanti dal proprio controllo abbiano condotto infine a questa decisione, che impatta direttamente sulle numerose strutture sanitarie che utilizzavano il farmaco perché ne riconoscono l'efficacia da un punto di vista medico e che non potranno più ricevere il prodotto da Hospira".
Di "ottima decisione" parla Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino, che sulla questione aveva lanciato varie iniziative. "Va oltre le nostre aspettative. Anche perché - prosegue - sarebbe stato per noi sufficiente che l'azienda si impegnasse a specificare nei contratti di compravendita che il prodotto è consentito solo per scopi medici e a vigilare che il Pentotal made in Italy non finisse per vie traverse nei penitenziari".

In tal senso si era mossa la Camera dei Deputati, approvando a dicembre una mozione presentata dalla deputata radicale Elisabetta Zamparutti, e anche il governo italiano che, in particolare con il ministro degli Esteri Franco Frattini, aveva sposato la causa di Nessuno tocchi Caino, della Comunità di Sant'Egidio e dell'associazione umanitaria britannica Reprieve.

"Riconosciamo alla Hospira - continua D'Elia - di aver scelto una soluzione più radicale, sicura e in linea con l'impegno italiano a porre fine nel mondo all'assurda e arcaica pratica della pena di morte". "Questa decisione  -  conclude il segretario di Nessuno tocchi Caino - può significare ora una non breve moratoria di fatto delle esecuzioni in molti Stati della federazione americana, dove da mesi il boia risulta disoccupato proprio a causa della penuria del farmaco per l'iniezione letale". 





23.1.11

giorno della menoria 27 gennaio le storie di

Cercando in rete   storie  per  raccontare  il  27 gennaio  , in maniera  non retorica  e d accademica  come d solito  viene  fatto fare  dalle  scuole    ho trovato queste  due  storie   di donne  ( perchè  per la prima  volta  la lotta contro tali  aberrazioni (  per  chi   volesse approfondire   e   usare nelle   ricerche scolastiche     oltre   i  link  presenti  negli articoli del quotidiano   può : consultare  i  miei  precedenti post    1  2  3 e   link sotto )    non fu  solo maschile  ma  anche femminile  Sono morte  a pochi giorni di  distanza  una dall'altra  
 Le  due storie   sono tratte  da  repubblica  online  
 La  prima è Tullia  Zevi voce dell'ebraismo italiano. qui il suo racconto sulle  leggi razziali 



La giornalista e scrittrice è morta a Roma, fra poco avrebbe compiuto 92 anni. La gioventù in esilio dopo le leggi razziali, l'esperienza americana e il ritorno in Italia con l'impegno politico e il giornalismo militante. Nel 2007 aveva pubblicato l'autobiografia "Ti racconto la mia storia". Napolitano: "Grande personalità antifascista e democratica"
ROMA - E' morta a Roma la giornalista e scrittrice Tullia Zevi, già presidente dell'Ucei, l'Unione delle comunità ebraiche italiane. Era ricoverata in ospedale da qualche giorno. Avrebbe compiuto 92 anni il prossimo febbraio. Esule con la famiglia dopo le leggi razziali del 1938, aveva partecipato attivamente alla lotta antifascista. Dopo la guerra, l'impegno nel giornalismo militante e nell'Unione delle comunità ebraiche italiane. Nel 2007 aveva pubblicato un libro, Ti racconto la mia storia. Dialogo tra nonna e nipote sull'ebraismo,in cui ha tracciato un bilancio della sua vita e delle sue battaglie di libertà e tolleranza. "Una donna di grande personalità antifascista e democratica - ha detto in un messaggio il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - di limpida e ferma consapevolezza storica e posizione ideale, di alto impegno civile e di squisita umanità e cultura". Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la ricorda come "personalità di grande spessore umano e intellettuale"
Tullia Zevi nasce a Milano il 2 febbraio del 1919, figlia di un avvocato antifascista.
Da liceale, durante una vacanza in Svizzera, viene a sapere dal padre che non farà ritorno a Milano. E' il 1938, anno della promulgazione delle leggi razziali. "Quel giorno abbiamo scoperto la diversità - dirà in un'intervista del 2008 a Il Manifesto - che cosa volesse dire essere considerati e apparire come 'diversi'. E direi che abbiamo misurato sulle nostre vite, quasi sui nostri corpi, questa sensazione: ci è entrata nella pelle". Inizia così il periodo dell'esilio, che la vedrà prima in Francia, a Parigi - dove prosegue gli studi alla Sorbona - e poi negli Stati Uniti. Lì frequenta la Juillard School of Music di New York e il Radcliff College di Cambridge, in Massachussetts, suona l'arpa in diverse formazioni, anche nella New York City Simphony Orchestra, con Leonard Bernstein. Frequenta i circoli antifascisti di New York e si avvicina alla professione giornalistica. Conosce e frequenta gli esuli italiani come Gaetano Salvemini e Amalia Rosselli. Partecipa alla pubblicazione dei Quaderni di giustizia e libertà e del bollettino Italy against Fascism. Per la Nbc cura una rubrica che parla ai partigiani per un programma a onde corte destinato all'Italia. E incontra Bruno Zevi, architetto e critico d'arte, che sposa nella sinagoga spagnola di New York il 26 dicembre del 1940.
Il ritorno in Italia è dopo la fine della guerra, nel 1946. Suo marito era già rientrato per partecipare alla Resistenza. Tullia Zevi si dedica completamente al mestiere che lei stessa definirà "cotto e mangiato", il giornalismo. Ma si impegna, al tempo stesso, all'interno della comunità ebraica dalla quale proveniva, devastata dalla guerra e dagli orrori del nazifascismo. Documenterà la tragedia della Shoah al processo di Norimberga e sarà anche in aula a Gerusalemme, nel tribunale allestito nel Beit Haam, con Adolf Heichmann alla sbarra. Per oltre trent'anni, dal 1960 al 1993, lavora come corrispondente del quotidiano israeliano Ma'ariv e per il londinese The Jewish Chronicle, dal '48 al '63 è corrispondente della Jewish Tepegraphic Agency e, dal '46 al '76, del Religious News Service di New York.
Dal '78, per cinque anni, è vicepresidente della Comunità ebraica italiana, della quale diventa presidente nell'83, unica donna ad aver mai ricevuto l'incarico. Sarà anche eletta presidente dello European Jewish Congress e membro dell'esecutivo dello European Congress of Jewish Communities; nell'88 è incaricata della presidenza della Commission for Intercultural and Interfaith Relations dello European Jewish Congress. E nel '92 è la candidata italiana al premio "Donna europea dell'anno". Alla fine dello stesso anno riceverà, dall'allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il titolo di Cavaliere di Gran Croce, massima onorificenza italiana. Ma numerosi sono i riconoscimenti che le sono stati tributati. Dal "Premio 8 marzo. La donna nella scuola, nella cultura e nella società" al premio "Donna coraggio" alla medaglia d'oro assegnatale del ministero dei Beni culturali nel '94 per "il suo contributo all'educazione, all'arte, alla cultura".
Tullia Zevi è stata anche membro della Commissione per l'interculturalismo del ministero dell'Istruzione, della Commissione parlamentare d'inchiesta sula missione italiana in Somalia, della commissione italiana dell'Unesco, della commissione nazionale per la bioetica, del comitato promotore del Partito democratico. Una vita in prima linea, raccontata nell'autobiografia Ti racconto la mia storia, dialogo con la nipote Nathania in cui si riassumono le sue lunghe e spesso travagliate esperienze, fra storia personale e storia universale - tante le foto, all'interno del libro, che la ritraggono durante i suoi incontri con i grandi personaggi della storia contemporanea, Golda Meir e re Hussein di Giordania, Papa Paolo VI e Ferruccio Parri, Yitzhak Rabin e Arafat, Hillary Clinton e Rita Levi Montalcini. L'avventura umana e l'impegno politico di una donna che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento per l'ebraismo e per la cultura laica.
Esprime "profondo dolore, mio e di tutto il Consiglio dell'Unione per la scomparsa di una cara amica e di una figura di alto livello umano e culturale" il presidente dell'Ucei, Renzo Gattegna. "Una delle più grandi figure dell'ebraismo italiano, persona di grande onestà e intelligenza" la definisce il rabbino capo emerito di Roma, Elio Toaff. Una "grande donna, una figura storica che lascia un vuoto difficile da colmare", la ricorda il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici. Al messaggio di cordoglio del presidente del Senato, Renato Schifani ("un'alta figura intellettuale, testimone in Italia e nel mondo dei valori più nobili e condivisi della cultura ebraica di cui è stata apprezzata e indiscussa protagonista") si aggiungono quelli del vicepresidente del Senato Vannino Chiti, del presidente della Camera Gianfranco Fini, del presidente della Regione Lazio Renata Polverini, del sindaco di Roma Gianni Alemanno e di numerosi altri esponenti della politica e della cultura.
 
 
La seconda  sempre  da  repubblica  stavolta  di Parma   del 23\1\2011

Addio a Laura "Mirka" Polizzi
Anima della Resistenza parmigiana   qui il suo ultimo discorso


Se n'è andata una delle anime più famose della nostra Resistenza.                             Addio a Laura Polizzi, per tutti Mirka.                            Nata a Parma il 30 settembre 1924,commessa,membro della  Presidenza onoraria dell'ANPI nazionale. 
È stata tra le prime donne ad entrare nella Resistenza. Salma esposta domenica e lunedì mattina alla sede Anpi. Alle 14,30 funeraliNell'estate del 1944 Laura Polizzi, che aveva assunto il nome di battaglia di "Mirka", entrò nelle formazioni partigiane di montagna e nel luglio divenne vicecommissaria dei garibaldini del Reggiano. Dopo aver partecipato ai combattimenti in difesa della "zona libera" attaccata dai repubblichini e dai tedeschi, "Mirka" riprese in pianura la sua attività nei Gruppi di difesa della donna.
Dal febbraio 1945 è stata molto attiva nell'attività clandestina a Milano, dove si era spostata. Tornata a Parma dopo la Liberazione, "Mirka", che ha sposato l'ex comandante partigiano Pio Montermini, vi ha svolto per anni e anni importanti incarichi nei movimenti democratici. Ha fatto parte anche della dirigenza nazionale dell'ANPI, della quale è oggi membro della Presidenza onoraria. Nel 1991 ha ricevuto dal Comune di Parma il Premio Sant'Ilario, attestato di civica benemerenza.
FUNERALI E OMAGGIO La Sezione Anpi di Parma annuncia la dolorosa scomparsa della sua Presidente, la partigiana Mirca. Coloro che vorranno rendere omaggio alla salma della valorosa combattente per la libertà ed appassionata protagonista della lotta per l'emancipazione femminile e il progresso sociale, potranno farlo presso la camera ardente aperta nella sede Anpi, piazzale Barbieri 1, domenica  23 gennaio 2011 dalle 15 alle 18 e lunedì 24 dalle 10 alle 15 e 30, momento delle esequie. Alle 14 e 30 l'estremo saluto di amici e autorità.
VIGNALI: "ADDIO A UN PEZZO DI PARMA"  "Se ne va un pezzo di Parma, la persona che meglio rappresentava in città un'epoca, quella della Resistenza, i cui valori sono fondamento della nostra comunità e della nostra Costituzione".
Il sindaco Pietro Vignali ricorda così Laura "Mirka" Polizzi e, parlando con il figlio Aldo Montermini al telefono, ha espresso le sue più sentite condoglianze e detto di essere fortemente dispiaciuto per la "perdita di una persona che ho avuto la fortuna di frequentare in alcune occasioni anche aldilà della vita istituzionale. Ricordo il piglio e la decisione  -  continua il sindaco  -  la volontà nel trasmettere alle nuove generazioni i valori della Resistenza, fondamento del nostro vivere civile e della Costituzione. Ricordo in particolare la consegna della medaglia d'oro della Città di Parma in occasione del premio Sant'Ilario due anni fa. Un momento toccante per tutti i nostri concittadini, non solo per i protagonisti di quella cerimonia".
Laura Polizzi è stata insignita dal Comune di Parma nel 1991 dell'attestato di civica benemerenza e 18 anni più tardi, nel 2009 come ricordava il sindaco, della medaglia d'oro.
BERNAZZOLI" TANTE BATTAGLIE ASSIEME" -  Unni importanti incarichi nei movimenti democratici. Ha fatto parte anche della dirigenza nazionale dell'ANPI, della quale è oggi membro della Presidenza onoraria. Nel 1991 ha ricevuto dal Comune di Parma il Premio Sant'Ilario, attestato di civica benemerenza.
 FUNERALI E OMAGGIO La Sezione Anpi di Parma annuncia la dolorosa scomparsa della sua Presidente, la partigiana Mirca. Coloro che vorranno rendere omaggio alla salma della valorosa combattente per la libertà ed appassionata protagonista della lotta per l'emancipazione femminile e il progresso sociale, potranno farlo presso la camera ardente aperta nella sede Anpi, piazzale Barbieri 1, domenica  23 gennaio 2011 dalle 15 alle 18 e lunedì 24 dalle 10 alle 15 e 30, momento delle esequie. Alle 14 e 30 l'estremo saluto di amici e autorità.
VIGNALI: "ADDIO A UN PEZZO DI PARMA"  "Se ne va un pezzo di Parma, la persona che meglio rappresentava in città un'epoca, quella della Resistenza, i cui valori sono fondamento della nostra comunità e della nostra Costituzione".
Il sindaco Pietro Vignali ricorda così Laura "Mirka" Polizzi e, parlando con il figlio Aldo Montermini al telefono, ha espresso le sue più sentite condoglianze e detto di essere fortemente dispiaciuto per la "perdita di una persona che ho avuto la fortuna di frequentare in alcune occasioni anche aldilà della vita istituzionale. Ricordo il piglio e la decisione  -  continua il sindaco  -  la volontà nel trasmettere alle nuove generazioni i valori della Resistenza, fondamento del nostro vivere civile e della Costituzione. Ricordo in particolare la consegna della medaglia d'oro della Città di Parma in occasione del premio Sant'Ilario due anni fa. Un momento toccante per tutti i nostri concittadini, non solo per i protagonisti di quella cerimonia".
Laura Polizzi è stata insignita dal Comune di Parma nel 1991 dell'attestato di civica benemerenza e 18 anni più tardi, nel 2009 come ricordava il sindaco, della medaglia d'oro.
BERNAZZOLI" TANTE BATTAGLIE ASSIEME" -  Un onore essere stati insieme in tante battaglie. Rappresenta quella coerenza e limpidezza nel tempo, quei valori morali che possono farci da guida .Una vita importante, spesa a costruire la democrazia nel Paese e a creare condizioni di vita migliori per tutti, un'azione costante e coerente guidata dai valori di libertà e giustizia.Vincenzo Bernazzoli era andato a salutare Laura Polizzi qualche mese fa, quando le sue condizioni di salute cominciavano a peggiorare. Ricorda una persona debilitata, ma fortemente interessata alle sorti del Paese e al destino dei giovani.Nella lunga conoscenza che li ha legati, sono molti gli episodi e i racconti: "Fra i tanti - spiega il presidente – mi ha colpito moltissimo quando mi parlò dell'emozione provata il giorno della Liberazione a Milano quando, poco più che ragazzina, fu chiamata a parlare dal balcone nel saluto alla città. Mi raccontò di quando visitò Mauthausen dove furono internati i suoi familiari e dove morì il padre. Nel 2004, quando dovetti decidere se candidarmi in Provincia andai a consigliarmi con lei. Mi disse di accettare e lo feci alcuni giorni dopo.
Per Bernazzoli la vita di Laura Polizzi ha un immenso significato simbolico.  Mirka era una donna coraggiosa e molto forte. Il suo impegno per conquistare la libertà, le sofferenze patite dalla sua famiglia durante il nazifascismo, la sua scelta di entrare giovanissima nella lotta partigiana, sottolineano una concezione della vita spesa per il bene comune, l'affermazione di una donna in tempi in cui non era certo facile. La sua forza sono state le sue idee che l'hanno accompagnata sempre. Ha condotto l'impegno politico in prima persona, con incarichi anche nazionali, così come nell'Anpi, dove ha ricoperto responsabilità di rilievo. Quello di Mirka è stato un impegno costante per mantenere vivi i valori per i quali si era battuta. Senza mai mollare la presa, ha accompagnato con intelligenza e partecipazione il processo di crescita civile e sociale della provincia di Parma e della nazione. Ovunque ha ricevuto stima per la sua capacità in onore essere stati insieme in tante battaglie. Rappresenta quella coerenza e limpidezza nel tempo, quei valori morali che possono farci da guida .Una vita importante, spesa a costruire la democrazia nel Paese e a creare condizioni di vita migliori per tutti, un'azione costante e coerente guidata dai valori di libertà e giustizia.Vincenzo Bernazzoli era andato a salutare Laura Polizzi qualche mese fa, quando le sue condizioni di salute cominciavano a peggiorare. Ricorda una persona debilitata, ma fortemente interessata alle sorti del Paese e al destino dei giovani.Nella lunga conoscenza che li ha legati, sono molti gli episodi e i racconti: "Fra i tanti - spiega il presidente – mi ha colpito moltissimo quando mi parlò dell'emozione provata il giorno della Liberazione a Milano quando, poco più che ragazzina, fu chiamata a parlare dal balcone nel saluto alla città. Mi raccontò di quando visitò Mauthausen dove furono internati i suoi familiari e dove morì il padre. Nel 2004, quando dovetti decidere se candidarmi in Provincia andai a consigliarmi con lei. Mi disse di accettare e lo feci alcuni giorni dopo.
Per Bernazzoli la vita di Laura Polizzi ha un immenso significato simbolico.  Mirka era una donna coraggiosa e molto forte. Il suo impegno per conquistare la libertà, le sofferenze patite dalla sua famiglia durante il nazifascismo, la sua scelta di entrare giovanissima nella lotta partigiana, sottolineano una concezione della vita spesa per il bene comune, l'affermazione di una donna in tempi in cui non era certo facile. La sua forza sono state le sue idee che l'hanno accompagnata sempre. Ha condotto l'impegno politico in prima persona, con incarichi anche nazionali, così come nell'Anpi, dove ha ricoperto responsabilità di rilievo. Quello di Mirka è stato un impegno costante per mantenere vivi i valori per i quali si era battuta. Senza mai mollare la presa, ha accompagnato con intelligenza e partecipazione il processo di crescita civile e sociale della provincia di Parma e della nazione. Ovunque ha ricevuto stima per la sua capacità di dirigente politico e affetto per la sua umanità. In questo momento così difficile, in cui sembra avanzare il degrado e in cui il Paese rischia di perdersi, Mirka rappresenta quella coerenza e limpidezza nel tempo, quei valori morali che possono farci da guida. 



IL MESSAGGIO DI STEVEN SPIELBERG
"Non dimentichiamo mai l'Olocausto"
(per gentile concessione di Istituto Luce)
DA "STORIA DELLA SHOAH":

La denuncia del pm di Genova "G8, i poliziotti violenti salvati da una leggina"

Lo stato s'assolve   . E poi si lamentano  se siamo qualunquisti  o  con  ne    con le  br  ne  con lo stato  .


Il procuratore Zucca: "Lo Stato impedisce che vengano pagati i danni".  "Non saranno più chiamati a risarcire le vittime degli abusi".

di MARCO PREVE
 
GENOVA
Una "leggina", anzi la postilla di una leggina, per salvare dalla bancarotta dei risarcimenti milionari i poliziotti condannati per il G8 di Genova del 2001. I 26, tra funzionari e agenti condannati per l'irruzione alla scuola Diaz del luglio 2001, e i loro 44 colleghi responsabili degli abusi nel carcere di Bolzaneto. "Lo Stato per le vicende del G8 ha pervicacemente negato il diritto al risarcimento delle vittime impugnando, ad esempio, tutte le sentenze civili, e questa legge ne è la riprova". Il procuratore generale Enrico Zucca, pm storico assieme al collega Francesco Albini Cardona del processo Diaz, bolla così la notizia.
"Misure urgenti in materia di sicurezza", così era stato presentato il decreto il 12 novembre. Ma quando diventa legge il 17 dicembre compare un articolo "2 bis" per la costituzione di un "fondo di solidarietà civile" per vittime di "manifestazioni sportive" ma anche, genericamente, "di manifestazioni di diversa natura". E poi ecco una serie di passaggi che, secondo il settimanale "Famiglia Cristiana", il primo ad accorgersene, hanno una sola spiegazione: salvare i big della polizia italiana. Perché è vero che le sentenze di condanna di secondo grado attendono ancora il passaggio in Cassazione, ma appare scontato che il riconoscimento delle lesioni subite non verrà cancellato, anche se dovessero essere assolti nomi di primo piano come quello di Francesco Gratteri o Gianni Luperi, capi dell'antiterrorismo
e dell'intelligence. E allora lo Stato dovrà pagare. Anzi, le provvisionali per la Diaz (in media 20 mila euro a testa per cento giovani massacrati di botte) sono già state saldate ma restano inevase quelle di Bolzaneto e poi le spese legali e infine l'incognita delle cause civili. In tutto, si stima, circa 10 milioni di euro. Per i condannati vorrebbe dire prelievo forzoso di un quinto dello stipendio e addio liquidazione.
La legge 187 del 12 novembre prevede, intanto la creazione di una cassa alimentata dal "fondo unico di giustizia" e poi dal ricavato di sanzioni amministrative, e ancora da eventuali donazioni e lasciti. I soldi serviranno in misura del 70% per transazioni, spese e comunque per intervenire laddove le provvidenze dello Stato non siano previste. Ma, soprattutto, ciò che sorprende è una frase a suo modo rivoluzionaria: "Modalità relative all'esercizio di rivalsa o all'eventuale rinuncia ad esso". Traduzione: fino ad oggi lo Stato pagava e poi si rivaleva sul condannato. Oggi una speciale commissione presieduta da un Prefetto e tutta interna al Viminale potrebbe decidere che no, non si chiederanno a Gratteri, Luperi, Canterini, Fournier e altri altissimi dirigenti la restituzione dei risarcimenti da loro originati. Il costo delle loro colpe sarà offerto dalle tasche dei cittadini italiani.
"Eppure lo Stato quando ha voluto risarcire lo ha fatto - aggiunge Zucca -. Penso al caso Aldovrandi di Ferrara (Federico, il giovane ammazzato di botte dagli agenti di una volante, ndr) quando, ancora prima della sentenza definitiva, c'è stato il pagamento di due milioni di euro alla famiglia. Ma per la Diaz e il G8 sia con governi Berlusconi o Prodi la scelta è sempre stata quella di impugnare i risarcimenti".

22.1.11

replica sulle mie posizioni sull'enesima censura della lega e il caso battisit


 Lasciate che le parole possano colorarvi la vita. 
Appesantiranno lo zaino della conoscenza e alleggeriranno i vostri cuori  
( Giampaolo Cassitta )
 
Ritorno ancora  sull'argomento   già tratto  nel precedente post  del caso dell'ennesima  censura  e  caccia alle streghe  leghista .  
Lo so che   , mi allontanerò  certi  amici ed  utenti  dall'antifascismo   radicali e settario , ma  se  questo è  il prezzo della lbertà e dell'essere  libero  ben venga lo pago .

Dopo il post  in questione ho   ricevuto  diverse e mail  indignate   che   o non capiscono  ( effettivamente  il mio discorso pecedente   vedere  sopra  il collegamento  è la   2 notizia  può sembrare  un  po' equivoco ed  andava  interpretato  e non presa  tropo alla lettera  ) o fanno  finta  di non capire  .In maniera  d'essere  a  360 gradi , fra  le tante  ricevute ne  ho scelto due ovviamente quelle pacate   e civli (   perchè   sono benvenute   le  critiche  , le osservazioni  , e  richieste  di chiarimento , specie  quando sono   costruttive rispettose e  soprattutto quando contribuiscono a  alla  crescita  e all'arricchimento comune  d'entrami le  aparti   le altre le cestino  senza  pietà .

La prima
 from ********
  to   useppescano@virgilio.it
 
Sinceramente non sono d'accordo con quanto scrivi, è vero che deve esserci la libertà di esprimersi , ma dire di essere d'accordo con un assassino e firmare un documento per la sua protezione e non farlo estradare è tutt'altra cosa. Ai firmatari è stato chiesto di dissocciarsi come ha fatto Roberto Saviano ( con opportunismo?) .  . [...] un saluto   ******
  to ********

Caro **************
Come  ho già detto   nel post  a  cui tu  fai riferimento ( ma  a nche     se lo hai letto   o  vo lo leggerai    nei  7  anni  di blog   )   io   Non sopporto chi , qualuque  sia  la  sua  concezione  culturale  e politika  \ politica  ,  ha deciso che certi libri possano entrare o non entrare in una biblioteca o in una scuola.
Non capisco, davvero, il tuo intervento. Qui non si tratta di essere d'accordo o meno con un assassino, ma essere d'accordo o meno se, eventualemtne, quell'assassino possa esprimersi. Ovvero, come dice  Michela Murgia sul suo blog, io non leggerei mai il Mein Kampf di Adolf Hitler, perchè lo troverei probabilmente noioso, ma non vieterei mai e poi mai che qualcuno potesse vietarmi di leggerlo. Io  lo  sconsiglierei  visto  quello  che ha portato  ( e  i cui strascichi   si ritrovano ancora  oggi    sia a  livello parlamentare  che  extraparlamentare  ) . Se poi un mio figlio o nipote   o  cugino in secondo lo  volesse  o  decidesse di leggerlo  che  lo faccia   pure  , ma gi  consiglio  o  se magari  ( rileggiti anche la prima parte del post  citato  ) l'insegnate  gli fa leggere    qualche libro contrario ben venga  avrà un opinione  a  360  gradi  .


La  seconda 

 from ********
to  useppescano@virgilio.it

  Tu difendi  un assassino , un latitante e  i suoi sostenitori  a cui non basta il danno  che hanno fatto mandando allo sbaraglio un intera generazione che si è macchiata d'odio ( vedere il caso calabresi )   di delitti orribli  come  quello di primavalle da te ricordato sul tuo blog    vogliono farlo  anche  con questa . Poi loro hanno sempre i media, scrivono lbri , hanno lavoro , ecc   e  noi ( dico noi  pur non facendone parte direttamente ) rimaniamo isolati . [....]  mi sembra  giusto che  visto che loro  siano presenti ovunque  e  noi no   o  se lo siamo  non abbiamo lo stesso  spazio loro  , siano vietati  dalle  biblioteche pubbliche e scolastiche pagate da  tutti   . Chi vuole  comprarseli e  leggerseli e qunindi arricchire   chi specula e gettare  nel  .... i  suoi €   vada pure nelle librerie   . 
Non credo ,  ma  ma  dire  mai ,  che  passerò  a leggerti     ancora  . ciao e addio (  ? )  senza rancore
 
                lettera  firmata 

Cara ***********
Io " Difendo " ( lo metto fra   virgoolette ond e evitare   malintesi   )  , come sempre tutto e tutti. Difnedo i cattivi mestri  e   gli assassini nel senso che anche loro possono esprimersi e devono comunque pagare e prendersi le  lro responsabilità  . Ci mancherebbe altro  . Ma dire o  fare una circolare (  come  nel caso del veneto ) che : <<  i libri presenti nelle biblioteche civiche vengono acquistati con i soldi pubblici di tutti i cittadini e credo proprio che non sia giusto premiare chi firma appelli pro-assassini».>> è un'enormità perché appunto sono pubbliche    rispettato il diritto che  tutti  possano leggerli  .  Io in questo caso  non parteggio per gli assassini e neppure per le vittime o per i colpevoli o gli innocenti . Io, davanti ad un libro non parteggio.
Ne prendo atto.Esiste. Posso decidere di leggerlo  o  acquistarlo o menn. Sono libero di farlo. Se qualcuno, invece, mi toglie questa libertà non sono d'accordo. La democrazia è una scelta. Mica mi piacciono tutte le cose che pubblicano in questo mondo. Non mi piacciono  molti film, non mi piacciono molte idee che girano in rete  e non solo  , non mi piacciono determinati  giornali e trasmissioni tv  , e  tg    rai mediaset
 
Eppure ho una grande opportunità quella di  Non acquistare, non vedere ,  di cambiare  ,  non andare al cinema. Tutto qui. Se un assassino scrive un libro è un fatto, Posso acquistarlo o meno, Posso leggerlo o meno. Ma DEVO POTERLO FARE. Sembra facile. Penso per esempio agli austriaci che vietavano Silvio pellico o Solgeinistjn in Russia o, addirittura Pasternak. Ecco, ci andrei cauto e, in ogni caso ognuno deve avere il diritto di scegliere. O non scegliere. Vuoi sapere la mia? Quei libri, di quell'assassino  non sò se   li acquisterei e  li leggerò o meno .
Ma hanno il diritto di essere pubblicati e hanno il sacrosanto diritto di essere letti.Sia  che pubblichi libri non ideologizzanti     e  politici  , sia (  anche se  questo non mi trova  tanto  d'accordo  visto che si tratta di  una mancanza   verso  i parenti e  i familiari    delle loro  vittime  dirette  ed indirette   , ma perché devo proibirlo  a  gli altri  )  che   parlino di politica attuale   rimanendo  legati ai loro  vecchi  schemi e non accorgendosi  che  : <<  e  cercano appigli\  giustificazione per  le  loro bacate  idee :  i politiche . Infatti non si rendono conto (  ed  è questo  che la lega  e movimenti  simili hanno   successo oltre  che  fra il ceto  medio  anche  fra    quello che  un tempo si chiamava  proletariato )    che   : << Oggi Contessa ha cambiato sistema,si muove fra i conti cifrati,ha lobby potenti ed amici importanti,e la sua arma più forte è comprarti,la sua arma più forte è comprarti! >> . trovi  qui   il resto del testo  della canzone

21.1.11

Il mio giorno della memoria 27 gennaio parte III come evitare che diventi solo un rituale retorico un monumento


Fra qualche giorno raimediaset , la7,televideo vari , inizieranno con spot e film la programmazione rituale ed annuale sulla giornata della memoria o shoah ( anche se come ho già detto l'anno scorso , preferisco il primo termine visto che il secondo , è troppo , * ovviamente senza togliere niente e sminuire quello che tale popolo ha subito e subisce ancora nei discorsi malati e bacati di certe persone * limitativo per descrivere ogettivamente ed obbiettivamente tale evento  perché a subire le brutture non furono solo ebrei ) , quindi prepariamoci alla retorica ipocrita ed opportunistica dello stato italiano che non ha il coraggio cosa che in Germania ha fatto , di mettere indiscussione ( e se qualcuno\a lo fa viene bollato come sovversivo ) le proprie complicità e silenzi in merito , creando terreno fertile per le destre i revisioniste estreme , equiparatrici con altri crimini , tendenti a sminuire cosi tali argomenti . 
Ora , tale retorica investirà anche le scuole . Ed è proprio a partire d'esse che può partire una battaglia contro la retorica imperante ed ipocrita di cui parlavo prima . Come ? integrando le manifestazioni che si fanno per tali giornate ( viaggi della memoria , conferenze con testimoni e non , proiezioni dibattito , letture di libri su tale argomento , ecc ) con dei corsi o lezioni , non solo agli alunni ma anche ai professori onde evitare quello che è successo a Palermo ( ne  ho   parlato  nel post precedente    che  trovate qui   ) per citare l caso più emblematico  Basta un ora alla settimana ( visto la Gelmini ha di fatto cancellato il tempo pieno e quindi eventuali ore da dedicare a tali approfondimenti infra scolastici ) ovviamente a 360 gradi e senza tabù inutili e censori .come fecero l'anno scorso alcuni genitori ipocriti protestando verso quell'insegnate reo di aver letto ai bambini di 5 elementare il diario di anna Frank , e il deputato leghista Paolo Grimoldi che gli diede retta facendo un interrogazione parlamentare ) d'educazione alla legalità , alla diversità , e ala biodiversità , al sincretismo culturale ,ecc . Infatti si eviterebbero casi come quelli citati prima e s'aiuterebbero le potenzialità dei ragazzi che se allenate e motivate portano a grandi risultati come il premio nazionale per la biodiversità dato  quest'anno  a Martina Venusti  ( trovate la storia  qui nell'archivio del blog )  del liceo  Gramsci  . La retorica può essere anche sconfitta ed evita accettando il fatto che tale argomento può' essere trattato come dimostra la vita e bella di benigni o o il film di cui sotto riporto il promo







in maniera  ironica  e  garbata  .
Infatti  la rai  lo tramette   mai  , da  quel che  ricordo  ,  forse perchè non capiscono  che l'ironia  e l'autorironia  ,  da parte  delle  vittime  eo appartenenti  a popolazioni che hanno vissuto   tale tragedia  può essere   salutare    ed insegna  a volte  di   più di una spiegazione e seria  ed accademica molto  spesso ampollose ed  inutili   .
Concludo qui , fra un nodo alla  gola  e la  lacrime a  gli occhi  ogni volta  che  parlo e leggo queste cose  , rimandandovi ai due post precedenti ( 1  2 )  in merito a  tale evento e  a   due  video sotto Il primo ua famossima canzone  , scusate   se mi ripeto nela scelta   ma non ne ho trovato altre di cosi eloquenti  che spiegano   l'evento meglio di tanti bla  bla  bla    spesso inutili e retorici  . Se qualcuno\a  di voi ne  ha   altre me ne  suggerisca  .

Essendo ottimista  metto la 2 versione di Guggini  , per  le altre potete  vedere o il mio primo post   sull'argomento (  trovate   sopra  l'url  )   oppure  su  youtube






La seconda  è un canto dei deportati

P.s

in chiusura del post ho trovato questo canto tradizionale ebraico presente   nella  colonna  sonora  del   film  citato nelle righe e  fra gli url di  del post  d'oggi  Di Goldene Pave ( http://www.goldenepave.it ) un emergente quintetto al femminile dedito alla musica ebraica in tutte le sue forme. Gia' dopo il suo primo concerto al Blue Note di Milano e' stata nominata dal tra le 12 realta' musicali emergenti del 2011. qui il video  



con questo  è tutto  al prossimo 27 gennaio




20.1.11

i media impegnati nel bunga bunga e intanto distruggono la cultura con divieti e reintroduzion dei libri proibiti nelle biblioteche

Passeggio per i campi con il cuore sospeso nel sole.
Il pensiero, avvolto a spirale, ricerca il cuore della nebbia.
Peppino impastato (  1948-1978 )
Lo so , basta vedere   lo scarso numero delle  viste   e la mancanza  di comment  ai post  , che   certi post   danno fastidio o non piacciono ., o  vengono accusato  tramite la funzione contatta   cdv  ,   di 'essere fazioso , saccente  , noioso  , uno che   interviene  su tutto\i  , ecc . Ma  certe cose  chi mi legge do dall'iniio  o anche occasionalmente oppure attivamente  e  passivamente  lo sa,    mi danno fastidio, specialmente l 'indignazione inutile   de tipo  : << lo sapevo  , noi italiani  , ecc >>  m soprattutto l'indifferenza e il non expedit  (  non interessa  )  di lontana  memoria   , la passivtà non mi sono mai piaciute , mi fanno pena  i morti viventi o morti che camminano  perchè  è a causa loro  se l'Italia  e diventata   un vassallo del vaticano  o il berlusconismo prevale oltre  ogni logica  comprensibile  e fisiologica  .Dopo  questa premessa veniamo  al post  d'oggi

Ecco quindi  i mie commenti  opinioni  davanti  a  queste nefandezze  .

foto murale a Sassari
 
Perchè ragazzi non vi siete  ribellati  alle  assurde   decisioni   dei professori ?  Oltre ad indignarvi  sul web  , scendete  in piazza  prendete  esempio nel passato alla storia di  Peppino impastato  (  di cui sono  i versoi  in apertura  del post  d'oggi )   e nel presente  a quello ch'è  il movimento ( ed  è stato prima che si dividesse in mille  rivoli  )  dei ragazzi di Locri   sorto dopo l'uccisione  di Fortugno noto alla stampa e  ai media  come   ammmazzatecitutti.org Ora  capisco che  alla presentazione   ci fosse  un giudice  ambiguo  come sembra  dimostrare  questa intercettazione --  che trovate  qui il testo   e  che  non è mai stata  smentita o  sminuita  dallo stesso  Igroia ,  da quel che mi risulta  ,   da cui emerge che   che la persona a cui ha fatto ristrutturare la sua casa  era uno dei prestanome di Provenzano. E forse non sapeva neanche che il suo braccio destro era una delle talpe della mafia in procura. Magari non era davvero al corrente – ma con il lavoro che fa, insomma…   .
Ma  il non andare  e non far  andare i ragazzi  è un esempio di quando a scuola  è solo nozionismo e   non reagisce  al mondo  che cambia  .
E non fa nulla  per reagire  all'indottrinamento e  alla  creazione    che la cattiva  tv   fa  sulle menti dei giovani . Se La  Gelmini è  un serio  (  cosa  di cui dubito  fortemente visto le sue precedenti uscite  ) ministro dell'istruzione  e non messa li perchè  .... o perchè  è nipote di don Gelmini  a  cui  si sta pagando la cambiale  per  le sue  scuole  dovrebbe  mandare  gli ispettori e fare il cazziatone  ad  tali insegnanti   se  cosi  si possono chiamare  . A   volte  è  meglio  una cosa retorica  ed  ampollosa  che  il vuoto e è l'illegalità  . La  vera antimafia ( non quella  chiacchere  e distintivo  o peggio dei quaquaraqua  )   dovrebbbe venire dalle  scuole  e cosi facendo  la si reprime sul nascere . Ecco uno dei motivi  per  cui tardando a laurearmi   all'università . Ma  le parole  di Mila Spicola  in questo articolo  da me  precedentemente  citato che  riporta  il libro  bianco  del 195  scritto sotto  il governo  Prodi   : <<  La missione fondamentale dell'istruzione è di aiutare ogni individuo a sviluppare tutto il suo potenziale e a diventare un essere umano completo,e non uno strumento per l'economia;l'acquisizione delle conoscenze e delle competenze dev'essere accompagnata da un'educazione del carattere,da un'apertura culturale e da un interessamento alla responsabilità sociale. >> Mi danno a forza  d'andare  avanti


IL CASO

Sala vuota per Borsellino nel paese del boss  

Incontro a Castelvetrano, patria di Messina Denaro. I presidi si rifiutano di mandare gli studenti. Contestato il pentito Calcara: doveva uccidere il magistrato invece lo salvò

di ATTILIO BOLZONI

 

comunale, disertato soprattutto dagli studenti "comandati" dai dirigenti scolastici a restare in classe "perché i ragazzi non hanno niente da imparare da certi personaggi". Così, nelle terre di Matteo Messina Denaro, è andata in scena una Sicilia antica che sembrava per sempre sepolta.
Niente lezione di "legalità" per gli allievi degli istituti superiori di Castelvetrano, mezzo secolo fa diventata famosa per la messinscena dell'uccisione del bandito Giuliano e oggi città che probabilmente dà ancora ricovero all'ultimo grande latitante di Cosa Nostra. Sotto il palco sette vecchietti, due ragazzi dell'Associazione antiracket che avevano organizzato l'incontro, il sindaco Gianni Pompeo e poi nessun altro ad ascoltare il procuratore Ingroia che era l'ospite, il giornalista Giacomo Di Girolamo che presentava L'Invisibile - il suo ultimo libro proprio sulla vita di Matteo Messina Denaro - e il collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara. È stato proprio il ritorno nella provincia trapanese del pentito a scatenare l'ira dei suoi concittadini.

Lui, Calcara, era quello che una ventina di anni fa avrebbe dovuto uccidere Paolo Borsellino con un fucile di precisione però poi decise di saltare il fosso e raccontare - alla vittima designata, Borsellino - i segreti delle "famiglie" di Trapani. Per la prima volta in Sicilia dopo due decenni, Calcara è stato accolto malamente. Castelvetrano ha salutato con rabbia la sua rimpatriata. "Dottore in criminologia e malaffare", gli hanno gridato.
A fine mattinata il procuratore Ingroia se n'è andato infuriato: "I presidi hanno ritenuto di non mandare gli studenti all'incontro e credo che sia una decisione incredibile. Ritengo grave e molto significativo che in un'occasione del genere, in ricordo del giudice Paolo Borsellino, nella città di Matteo Messina Denaro si avverta di più la presenza dello stesso latitante che di Paolo Borsellino. Tutto questo è assurdo".
Durante l'incontro c'è stato volantinaggio. Prima un foglio distribuito da Tonino Vaccarino, ex sindaco della città (chiamato in causa da Calcara) che è stato prosciolto dall'accusa di mafiosità e condannato per traffico di stupefacenti. Diceva il suo volantino: "Non si combatte la mafia con un falso pentito". E ha spiegato Vaccarino, che qualche tempo fa era stato pure ingaggiato dai servizi segreti per intraprendere una corrispondenza proprio con Matteo Messina Denaro: "È un'offesa per tutti far passare come docente della legalità un assassino come quello, oggi sono commosso per il rifiuto dei giovani a incontrarlo".
Poi, fuori dal teatro, è arrivato anche il volantino firmato da Francesco Fiordaliso, dirigente scolastico del liceo classico di Castelvetrano: "Penso che Vincenzo Calcara sia un personaggio che ha niente da insegnare ai nostri giovani e per questo ho rifiutato di consentire, dopo essermi consultato con i miei collaboratori, che i miei studenti - del classico, dello scientifico e del pedagogico - partecipassero all'incontro con lui". Al termine della bagarre il sindaco Pompeo ha tentato di rimediare alla brutta figura fatta dalla sua città. E ha rinvitato il procuratore Ingroia a Castelvetrano per il prossimo febbraio, un altro incontro su mafia e mafiosi. L'ultimo commento di Ingroia: "Oggi, l'unico veramente contento sarà Matteo Messina Denaro".

Il secondo caso  in terra leghista  
  All'indice nella Regione Veneto
"Nelle scuole proibiti Saviano e i pro-Battisti"
Per i dirigenti scolastici è difficile prevedere gli effetti di questo invito. "È una provocazione" 

Posso capire  che  : 1) Saviano possa  non piacere  nonostante  dica  cose  giustissime  sulle mafie  e i suoi referentiper la  sua presenza  continua  sui media  e quando parla  assuma  un aria  da  tele predicatore ( de  gustibus  ) ., 2)  Cosi pure  gli altri scrittori ( Valerio Evangelisti, Massimo Carlotto, Tiziano Scarpa, Nanni Balestrini, Daniel Pennac, Giuseppe Genna, Giorgio Agamben, Girolamo De Michele, Vauro, Lello Voce, Pino Cacucci, Christian Raimo, Sandrone Dazieri, Loredana Lipperini, Marco Philopat, Gianfranco Manfredi, Laura Grimaldi, Antonio Moresco, Carla Benedetti, Stefano Tassinari e molti altri.
che  come dice  questo volantino  (  a   sinistra  )   si  vuole boicottare e che sono presenti nella loro lista  di proscrizione   solo per la loro opinione politica    
Ma  perchè   censurarli  . vendetta per  quello che disse da  Fazio  sulla lega   nel caso di Saviano  ?  imbecillità   censoria  o paura  doi combatterli  con le  armi  dela dialettica  sul caso Battisti ?    .  Mentre  su Battisti  pur essendo fra quelli che ,  i mie precedenti post  lo testimoniano , che   lo vuole  in Italia  per scontare la pena  o  che  paghi  per  i crimini commessi   ( anche  se  
credo , ovviamente senza  per  questo giustificarlo o assolverlo dalle su e responsabilità , che abbia  il diritto  di poter continuare  a svolgere  il  suo lavoro di scrittore o qualche altro lavoro e poter  continuare  a vivere e  non sia  solo  giudicato per  il suo  passato )
Non mi piace  questa  campagna  da inquisizione  di stampo medioevale  e dittatoriale  (  vedee  foto soto del periodo hitleriano ) che  si credeva ormai un lontano ricordo del millenio scorso  fosse  venuta meno  o  fossero solo  casi isolati 



do ragione  al  bellissimo  articolo di cui ne  riporto solo un estratto   chi vuole  può trovare   qui il testo integrale 

  

<<
Avvertenza preliminare: il caso Battisti qui è solo un pretesto. Non ci fosse stato quello, ne avrebbero cercato un altro. Ragion per cui, in questo post non si parlerà dello specifico di quella vicenda. Chi conosce soltanto la campana battuta a martello dai media e dai politici e volesse sentirne altre, può informarsi su Carmilla [1]. Chi vuole discuterne, è pregato di farlo altrove (la rete è piena di blog e forum). Come la pensiamo noi è sufficientemente noto, a suo tempo ne abbiamo scritto, soppesando ogni parola, sforzandoci di mantenere un equilibrio[2]. Ma oggi la questione è un’altra, come ha capito benissimo il collega Carlo Lucarelli, che ci manda questo messaggio:

«Sul “caso battisti” – sia l’uomo che la vicenda – abbiamo posizioni differenti, ma quello che stanno cercando di fare con questa lista di proscrizione è veramente una porcata ed è pura censura del dissenso. Io non sono uno dei firmatari dell’appello pro Battisti ma sono disponibile ad appoggiare comunque qualunque iniziativa condivisibile nel contrastare questa squallida operazione da dittatura stupida.»

Le parole più adatte alla circostanza le ha trovate Serge Quadruppani.  sono state tradotte   dal francese
  eccole:
«Di fronte all’imbecillità fascistoide, si resta come ammutoliti: l’idiota enormità di certe dichiarazioni potrebbe lasciarci senza voce. E’ una cosa talmente stupida che si ha soltanto voglia di alzare le spalle e pensare ad altro. Ma questa enormità e quest’idiozia hanno effetti molto concreti. Se si lascia diffondere la sola idea (per non parlare della prassi reale) che si possano ufficialmente compilare liste nere contro chi non cede alla dittatura della tristezza, chi non si adegua alla visione dominante di questo o quell’aspetto del passato, allora si capitola a una concezione della società più vicina a quella della Tunisia di Ben Ali che a quella sognata in Europa dagli illuministi e dalla Resistenza.
Per fortuna la storia recente dimostra che, a conti fatti, i piccoli e grandi Ben Ali non sempre sono vittoriosi.»
 >>
  [....]






MILANO - C'è aria di censura, nel Veneto leghista. Gli scrittori pro-Battisti, prima genericamente ostracizzati da un assessore della provincia di Venezia, ora vengono messi al bando nelle scuole. Mentre nelle biblioteche comunali, nel silenzio generale, stanno sparendo le opere degli autori politicamente scomodi.
"Non chiediamo nessun rogo di libri, intendiamoci. Semplicemente inviteremo tutte le scuole del Veneto a non adottare, far leggere o conservare nelle biblioteche i testi diseducativi degli autori che hanno firmato l'appello a favore di Cesare Battisti", dice l'assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan, 39 anni di Bassano del Grappa, pidiellina fervente cattolica, con alle spalle una militanza nel Fronte della Gioventù e un passaggio in An. "Un boicottaggio civile è il minimo che si possa chiedere davanti ad intellettuali che vorrebbero l'impunità di un condannato per crimini aberranti", sbotta annunciando una lettera a tutti i presidi.
La sua crociata arriva dopo la "sparata" dell'assessore alla cultura della Provincia di Venezia, Raffaele Speranzon, che aveva detto: "Via quegli autori dalle biblioteche pubbliche". Ora a chiederne ufficialmente la censura nelle scuole è l'assessore regionale. Al suo fianco il presidente della Regione Luca Zaia, che definisce la vicenda Battisti "abominevole". E tuona: "I delinquenti vanno messi in galera, non lasciati liberi".
Intanto casi di censura leghista, strisciante o esplicita, vengono denunciati da alcuni bibliotecari veneti. A venire sconsigliati sono (soprattutto) i libri di Roberto Saviano. Nei giorni successivi alla messa in onda di Vieni via con me e alla polemica con Maroni il dirigente di una biblioteca in provincia di Treviso ha segnalato che il sindaco leghista non gradiva si tenessero i libri dell'autore di Gomorra: presenti in catalogo, ma spariti dagli scaffali.
Quali saranno gli effetti reali della richiesta della Regione sulle scuole è difficile prevederlo. Carmela Palumbo, direttore scolastico regionale uscente, immagina si tratti di un semplice "invito culturale senza effetti normativi o giuridici". Mentre Giorgio Corà, preside del liceo classico Pigafetta di Vicenza, è convinto si tratti "più di una provocazione politica che di una reale volontà di mettere all'indice dei volumi. In ogni caso se avessi nella biblioteca della mia scuola libri di quegli autori certo non li toglierei alla libera consultazione. I libri si conservano per il loro valore intrinseco. Indipendentemente dalle idee politiche degli autori o degli assessori". Soddisfatto di aver sollevato "un gran vespaio", come lo definisce lui, è l'assessore provinciale Speranzon: "Era proprio quello che volevo". Anche se poi la presidente della Provincia, la leghista Francesca Zaccariotto, è stata costretta a fargli fare marcia indietro.
In prima linea contro gli intellettuali pro-Battisti è scesa allora la combattiva Donazzan, nota alle cronache regionali per avere appena deciso di donare a tutti gli scolari delle elementari una copia della Bibbia: "Un autore, un intellettuale, esiste per quello che scrive. Questo è il suo ruolo nella società. Quella a favore di Battisti non è stata una petizione popolare. Ci troviamo davanti a un messaggio aberrante lanciato da intellettuali. A favore di un personaggio che si è macchiato dei peggiori crimini di sangue. L'unica cosa che possiamo fare è boicottare i loro libri. Smettere di leggerli. Non accoglierli nelle biblioteche pubbliche e nelle scuole". Ultima tappa di una campagna politica lanciata la settimana scorsa da due esponenti del Pdl veneto, Roberto Bovo e Paride Costa, come iniziativa di solidarietà con i familiari delle vittime. Che ieri a Strasburgo hanno chiesto che l'Ue e la Francia sostengano l'estradizione di Battisti dal Brasile. Oggi il Parlamento europeo approverà una risoluzione in tal senso.

Lia Pipitone figlia ribelle di un boss uccisa da Cosa nostra non è per lo stato italiano vittima della mafia.

La storia di Lia Pipitone è davvero tragica e complessa. Lia Pipitone fu uccisa nel 1983, e nonostante le circostanze del suo omicidio, lo S...