8.6.19

OCCHIO A QUANDO CERCATE IN STERAMING CATCH22 DI CLONNEY A NON CONFONDERLO CON CATCH22 DI Mike Nichols.

A volte capita che per sbaglio si vedano film caratteristici ed eccellenti .Ed è quello che mi è capitato cercando in streaming la serie tv Catch-22 di George Clooney .
Catch-22, Christopher Abbott in una scena
                                                                 CATCH22    DI CLOONEY                                                                                                                    
 Infatti dopo quasi due ore : non vedendo clooney , vedendo che aveva una colorazione particolare rispetto alla purezza di quelli d'oggi , e che le spiagge ed i luogo della base non rassomigliava per niente a quello uno dei luoghi del set l'ex aeroporto di Olbia , mi sono accorto che era Comma 22 (Catch-22) un film del 1970  --  FOTO  A  SINISTRA  --diretto da Mike Nichols. Fu sentendo ml'ultima edizione del regionale che scopri che era una serie tv .
il  film      del 1970 
 Allora mi domandai vederla o non vederla ? scelsi di vederla in quanto molte scenee due episodi su 6 sono girati nella mia Gallura anche se SPOILER Ha un po’ deluso. O forse non ha sorpreso. Tanta era l’attesa e l’aspettativa che avevamo creato intorno a questo Catch 22, la mini serie girata da George Clooney sulla pista dell’ex aeroporto di Venafiorita di Olbia (e anche a Viterbo) e nelle acque di Santa Teresa, che a vederlo veramente sul piccolo schermo ci ha lasciato un po’ con quella sensazione di inespresso. Sarà perchè, alla fine, come afferma https://www.galluraoggi.it/ , nelle due puntate girate in sardegna si è visto poco, o meglio, poco di veramente entusiasmante. C’era il tenente Sheisskopf (Clooney), intento a riprendere con veemenza il suo esercito dopo alcuni scandali e di comunela con il nemico . Si vedevano i bombardamenti nei cieli (che tanto hanno tenuto Olbia con gli occhi all’insù durante le riprese). C’era lo spazio al racconto della vita da campo, tra le esercitazioni e i momenti spensierati dei soldati e la follia di uno d'essi . Sicuramente è rimasto deluso chi credeva di riconoscere in maniera nitida le immagini della rada di Olbia o del vecchio aeroporto. La tecnica cinematografica dello sfumato, usata da Clooney, ha ovattato un po’ tutto, a partire dall’orizzonte, che avrebbe potuto regalare i riferimenti migliori. A risaltare in video è la bellezza del mare di Santa Teresa, che risplende con i suoi colori SPOILER .
 Infatti inizialmente lo reputavo magari condizionato dal film ( forse avrei dovuto aspettare a vederlo dopo il film ) più incisivo questo della serie un mezzo mezzo polpettone ma per questione di principio ed evitare rimorsi \ sensi di colpa nel lasciare a metà le cose iniziate l'ho visto fino alla fine e soprattutto per vedere le scene girate nella mia regione e s'era migliore la serie o il film . Poi invece leggendo un sunto del romanzo e sentendone il giudizio di una mia amica professoressa d'inglese mi sono accorto che SPOILER Pian piano, il microcosmo che hai attorno comincia a sgretolarsi sotto una montagna di morte, sangue, disperazione. 
L'immagine può contenere: testo
IL  ROMANZO 
Non resta che appellarsi al Comma 22 per tornare a Coney Island. Solo che, quella postilla, è una vera e propria legge di Murphy: «Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo». Comincia così, tra campi, sudore e una strabiliante fotografia color ocra (Martin Ruhe) la miniserie Catch 22, show originale Sky in sei episodi (negli USA su Hulu), basata sull’omonimo romanzo antimilitarista di Joseph Heller, edito nel 1961.Comincia così, tra campi, sudore e una strabiliante fotografia color ocra (Martin Ruhe) la miniserie Catch 22, show originale Sky in sei episodi (negli USA su Hulu), basata sull’omonimo romanzo antimilitarista di Joseph Heller, edito nel 1961.Avendo come punto di partenza un romanzo fondamentale», ha raccontato Clooney, «e tenendo in considerazione il film di Mike Nichols del ’70 (dove c’era l’amico Bob Balaban, oltre ad un giovane Alan Arkin nel ruolo di YoYo, ndr.) abbiamo cercato di realizzare -- ha affermato Clooney -- un’opera sulle assurdità della guerra e del potere, perché puoi cercare di combatterlo ma senza riuscire a sconfiggerlo». Nei panni di Yossarin, un bravissimo Christopher Abbott, affiancato da Hugh Laurie, Kyle Chandler e Grant Heslov.

                             Alan Arkin nei panni di Yossarian nel film del 1970: Comma 22. 

Così, a proposito del potere, Catch-22 diventa la metafora, tutt’ora, delle aberranti declinazioni umane, che possono trovarsi anche sotto la stessa bandiera. «Viviamo in tempi di grande nervosismo e autoritarismo, quindi la satira sulla guerra è sempre attuale. Se Catch 22 mi farà entrare in politica? No, non sarebbe logico. Voglio continuare a fare quello in cui credo di essere bravo. , ha continuato l’attore e regista. Perché, come mostra la serie, dirompente e a tratti diabolicamente esilarante, l’epopea del bombardiere Yossarin è pura catarsi greca, arrivando ad un’evoluzione finale che SPOILER lo rende consapevole di cosa può significare ricevere una stupida medaglia di bronzo. C’è il tempo e c’è lo spazio della Seconda Guerra Mondiale, il cameratismo effimero che porta solo dolore, quando pian piano quei volti cominciano a non tornare in tenda. Una missione, due missioni, tre missioni. Fino ad arrivare ad un numero spropositato, spinto oltre da quegli ufficiali senza scrupoli ossessionati dal comando, a cominciare dallo smunto e perverso tenente Scheisskopf interpretato dallo stesso Clooney. «Tanto idiota quanto arrogante. Un personaggio perfetto per me, anzi grazie a lui ho potuto urlare in modo molto terapeutico». Perché, dietro la storia di Yossarin, idealista e romantico, si combatte la sua battaglia verso un mondo esterno che necessita della guerra e dei morti in battaglia, finendo per diventarne un tragico paradosso. SPOILER
 Del resto, lassù, tra le nuvole bianche dell’Italia, mentre più giù saltano per aria ponti e uomini, a volare e morire c’erano ragazzi che avevano appena lasciato il nido. Troppo piccoli e troppo impauriti per morire. Mentre le donne, la domenica, non rinunciano ad indossare un vestito a fiori, innamorandosi di quello straniero venuto da lontano, imbrattato dal sangue innocente di un soldato che non tornerà mai più a casa. E, alla fine, pure quell’allegro motivetto di Nat King Cole suona in modo diverso, «Straighten up and fly right Cool down, papa, don’t you blow your top».
Un buon  Kolossal   che  rende  ,  forse  in  maniera   più sottile   e meno diretta   ma   non per  questo significativa  ed  eccellente  , in pieno   il   romanzo  . Tanto  da  superare   di  qualche spanna  il  film  del 1970 . Ha  avuto   tanto successo che  i  fans     ne  chiedono una seconda  stagione   . Infatti  concordo  con l'amico 






Catch-22 è finita, la 2 stagione ci sarà? Credo proprio di no, il finale ha chiuso ogni possibilità di sequel, ma con gli americani non si può mai dire . George ci sta pensando



mah staremo a vedere chi vivrà vedrà .
L'adattamento televisivo del romanzo antimilitarista di Joseph Heller è stato concepito come una mini-serie o serie limitata che dir si voglia, pertanto non è previsto un seguito né una prosecuzione, quantomeno al momento. Non è stato annunciato alcun progetto di continuare la serie con una possibile stagione 2 di Catch-22, che si ritroverebbe a misurarsi con la sfida di superare o espandere gli eventi raccontati nel romanzo. Gli episodi 5 e 6  andati  in onda il 4 giugno su Sky Atlantic sono da considerarsi come gli episodi finali di Catch-22 che concludono la storia della mini-serie e non lasciano adito ad un continuo.
Qualora Hulu o Sky decidessero di dare il via libera ad una seconda stagione di Catch-22, la serie si unirebbe a titoli come Game of Thrones, Big Little Lies e The Handmaid’s Tale nell'avere proseguito il racconto televisivo oltre le vicende dei romanzi da cui sono tratti. Catch-22 è stato tuttavia promosso come una mini-serie sin dal principio: una seconda stagione sembra pressoché impossibile. Pur vero è che lo stesso si diceva due anni fa di Big Little Lies, e la stagione 2 debutta il 18 giugno. Una possibile strategia potrebbe vedere Catch-22 virare verso il formato antologico, presentando una vicenda inedita con personaggi nuovi in ciascuna stagione e continuando a raccontare le situazioni  l SPOILER lasciate  in sospeso    dal romanzo   , dal  film  . Inmfatti   Vedremo se il protagonista sarà ancora vivo e troverà ( o ritroverà ) l'amore che alla base come militare e poi in cura da civile non è riuscito a realizzare . E il crimine , la violenza stupro e l'uccisione di una donna di vita , del collega il quale lui è costretto a tacere per evitare condanne per insubordinazione venga punito SPOILER vedremo come gli sceneggiatori e lo stesso Clooney che ha diretto ( oltre a recitare ) due puntate colmeranno " i buchi " presenti anche nello stesso romanzo

























Lu tempu

Oggi    sono molto malinconico     e lascio  le mie  emozioni  a questa  poesia  di   Gavino Pes (Don Baignu) (Tempio Pausania31 luglio 1724 – 24 ottobre 1795


Risultati immagini per tempo passato


                                                             Palchì no torri, di', tempu passatu?

Palchì no torri di', tempu paldutu?
Torra alta 'olta, torta a fatti meu,
tempu impultanti, tempu priziosu,
tempu, chi vali tantu cant'è Deu
par un cori ben fattu e viltuosu.
Troppu a distempu, tempu caro, arreu
a cunniscitti, oh pesu aguniosu!
Cantu utilosu mi saristi sta tu,
tempu, haènditi a tempu cunnisciutu!
Tempu, ch'in un cuntinu muimentu
poni tutta la to' stabbilitai,
chi la to' chietù, lu to' assentu
cunsisti in no istà chietu mai,
ritruzzedi pal me ch'era ditentu,
candu passesti, da un sonnu grai:
Ah! Si tuffai, tempu malgastatu,
chi bè, chi t'haarìa ripaltutu!
Tempu, chi sempri in ghjusta prupulzioni
di lu to' motu in ghjru andi a la sfera,
n'hagghj di me, ti precu, cumpassioni,
ritorrami a prinzipiu di carrera;
di l'anni mei l'ultima stasgioni
cunveltil'alta 'olta in primmaera.
L'esse lu ch'era a me sarà nicatu,
ch'insensibili tanti hani uttinutu?
L'alburu tristu senza fiori e frondi,
vinendi magghju, acchista frondi e fiori:
a campu siccu tandu currispondi
un beddhu traciu d'allegri culori;
supelvu salta d'invarru li spondi
riu d'istìu poaru d'umori:
e l'anticu vigori rinuatu
no sarà mai in un omu canutu? .
La salpi 'ecchja chidd'antichi spoddhi
lassa, e si 'esti li so' primi gali;
da li cìnnari friti, in chi si scioddhi,
chiddha famosa ceddha orientali
rinasci, e tantu spiritu rigoddhi,
ch'agili come prima batti l'ali:
e l'animu immultali rifulmatu
no vidarà lu so' colpu abbattutu?
La notti è pal vinè, la dì s'imbruna
candu lu soli mori in occidenti;
a luci poi torTa tutt'in una
candu rinasci allegro in orienti:
e la sureddha, la candida luna,
da li mancanti torTa a li criscenti:
e un omu cadenti in chiddhu statu
no de' turrà, da undi è dicadutu?
Tempu dispriziatu, torTa abali,
c'hagghju di ca sé' tu cunniscimentu;
Torr'ogghj chi cunnoscu cantu 'ali,
chi pruarè tutt'altu trattamentu.
Ah! D'haetti trattatu tantu mali,
no possu ditti cantu mi ni pentu!
Cunniscimentu, a cantu si' taldatu!
A passi troppu lenti sé' inutu!
No timì, tempu meu, d'impriatti
in bassi e falsi immagghjnazioni,
in fa' teli di ragni, o in chiddhi fatti
cuntrari a lu bon sensu, a la rasgioni,
in chimeri, in dillirii, in disbaratti,
muttìi di la me' paldizloni.
N'haggi cumpassioni, tempu amatu,
d'un cori afflittu, confusu e pintutu.
Di dugna stanti toiu apprufittà
voddhu, senza passacci ora oziosa:
nè pensu più palditti in cilibrà
li grazii, li primori d'una rosa,
ch'in brei in brei a cunnisci si dà
cantu è vana, caduca, e ispinosa.
Dulurosa mimoria, ch'ispu:ddhatu
m'hai di gusti, e di peni 'istutu!
Si cuminiciàa di nou a viì,
dia usà diffarenti ecunumia:
nè palticula mancu di la dì,
senza imprialla bè', passacci dia:
chi ben pruistu, innanzi di muri,
pa l'ultimu 'iagghju mi saria.
Oh alligria! Oh tre volti biatu,
tempu, candu da te fussi attindutu!


per  chi non capisce , anche  se  secondo molti miei amici\che    del  continente    della penisola ,  i il  gallurese \  sardo  Corso  una delle  varianti del sardo   è la più semplice   in quanto vicino all'italiano  ,  trova  qui  la  traduzione  . Poesia    rese  in musica   in modo  
 magistrale  dal trio  Roberto Diana (  chitarra )  , Giulia Cartasegna (  violino )  Marco Muntoni ( voce  )  e  contenuta    nell'album   Ispiriendi  ( il concerto  \ presentazione  da me   recensito  e  fotografato  in questo precedente  post  ) e  disponibile   sulla piattaforma    https://store.cdbaby.com/cd/ispiriendi2

lega o non lega ? quale lega



un solo commento....a prescindere dal video anche carino e ben  fatto  .. possibile che i 4 gatti della  sinistra  parlamentare  o ex parlamentare   non riescano ad accordarsi tra di loro. siamo ai decimali e non riusciamo ad esprimere qualcosa di funzionale ad un minimo di crescita...

IL GENDER ED IL MONDO LGBTQ SPIEGATO A MIA NONNA

Gli alunni della scuola primaria De Gasperi di Piacenza e “Cisco” ex dei MCR riscrivono insieme “La strada”

Stamattina  appena    sveglio  ,   come tutte le mattine  ,   giuardo la rassehgna  stampa  di google  news   e  dei vari  aggregatori di news  (  open,  squid , newsrepubblic , news  suite  )  ed   vi ho trovato questa  bellissima news  ,   che mi  fa   ben  sperare  ( almeno mi  da  la  forza    di farlo  )  che  se  stimolate   e incentiviate queste nuove  generazioni  posso  creare  e  tirare  fuori  qualcosa e  non   vivere  come  zombi   e  passivamente  .

da https://www.piacenzasera.it/2019/06/   


Una recita di fine anno scolastico davvero speciale per i bambini della 5B della scuola primaria “De Gasperi” di Piacenza, frutto di un’insolita collaborazione fra la classe piacentina e Stefano “Cisco” Bellotti, lo storico frontman della band Modena City Ramblers.



Tutto incentrato sul tema del viaggio e dei ricordi, lo spettacolo si è infatti concluso con una canzone dei MCR – “La strada” – riscritta dagli stessi ragazzi della 5B che, aiutati dalle maestre Claudia e Manuela, hanno inserito i loro pensieri e le loro parole seguendo la traccia dell’originale.


Spettacolo scuola De Gasperi con i Modena City Ramblers

I novelli parolieri hanno poi inviato a Bellotti il testo della loro canzone e l’idea è piaciuta moltissimo al musicista carpigiano, tanto che ha deciso di riarrangiare appositamente le note del brano e realizzare per i ragazzi una base musicale ad hoc, che è stata appunto utilizzata per concludere il viaggio, metaforico e reale, compiuto dai giovani studenti piacentini nei cinque anni del ciclo scolastico che termina oggi

7.6.19

DI COSA DOVREBBERO OCCUPARSI GLI SCRITTORI SE NON DELLA REALTA' ? Massini insultato, la risposta è una dura lezione: "Io feccia perché scrittore? Dante non era un cacasotto"

Nel suo consueto intervento a Piazzapulita, in onda su La7, Stefano Massini è tornato sul monologo della settimana precedente, quando ha parlato delle offese razziste verso un bambino che giocava a calcio su un campetto di periferia: "Ho ricevuto tantissime reazioni, ma una mi ha particolarmente colpito", ha detto. "Una signora ha scritto che devo stare muto perché sono feccia in quanto scrittore e che gli scrittori non si devono occupare di razzismo ma del mio mestiere.




 Le ricordo che tutti i più grandi scrittori della letteratura italiana, da Foscolo a Dante, erano gente gagliarda che ha rischiato la galera per raccontare la realtà e la politica: tutto fuorché dei cacasotto. Ma siccome ho deciso di darle ascolto, ho guardato la sua pagina Facebook e ho visto che è un tripudio di criceti e pappagallini, per cui ho deciso di seguirla: non parlerò di politica, ma di animali". E lancia il suo manuale di 'zoologia politica' con i ritratti di cinque animali in cui dipinge a modo suo la politica italiana.


Palermo, il geriatra Mario Barbagallo a capo del Conservatorio: il caso approda in parlamento

DI COSA STIAMO PARLANDO

Palermo, il geriatra  Mario Barbagallo  a capo del Conservatorio: il caso approda in parlamento
Le deputate del Pd Serracchiani e Piccoli Nardelli rivolgono un'interrogazione al ministro Bussetti: il primario nominato dal governo non ha competenze specifiche ma nel curriculum vanta quelle della nonna e di uno zio musicista

Leggendo di vicende   come quella  dell'assegnazione   al  geriatra Mario Barbagallo, del ruolo di di direttore  del conservatorio  musicale  di palermo , ormai  dovrei essere  rassegnato  e  non dovrei neppure  scandalizzarmi  \  indignarmi   visto  che ormai   è la regola italiana , se non fosse  : 1)  per la  sua risposta che poi  è la  citazione    : << la  famiglia  Barbagallo  -San  Giorgi è  e  da  sempre impegnata i  ambito  artistico musicale . La  nonna   Maria  san Giorgi   era una delle proprietario del teatro  San Giorgi di Catania   dove nel secolo  scorso hanno recitato i maggiori artisti italiani .>> Lo zio rammenta  sempre  lui <<  era  il famoso compositore  Alfredo San  Giorgi   che ha  insegnato in diversi conservatori italiani  . [...] E poi  io non sono iscritto a  nessun partito politico e non conosco nè il ministro Buffetti nè  il viceministro Fioramonti >> [.... ] quella nomina  me la merito >>. 2) la  sua prevaricazione  su  gente  titolata  come Paolo Petrocelli che   fra  i  suoi  vari  titoli  è anche  E’ Esperto in Materia di Cultura Musicale della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, Membro del Comitato Giovani dell’International Music Council, la più grande rete mondiale di organizzazioni e istituzioni attive nel settore musicale, già Membro del Comitato Giovani dell’European Music Council, Leonardo di Franco Vicepresidente Fondazione Teatro Massimo, Palermo Vicepresidente del Consiglio di Indirizzo 12/03/2013–alla data attuale Presidente Accademia di Belle Arti di Palermo Presidente del Consiglio di Amministrazione 2) per la  difesa   a  spada  tratta     di  - suoi  colleghi  , si  sa   la casta categoria  si difende  . Infatti  << [--- ] In difesa di Barbagallo interviene anche Gianluca Floris, presidente del Conservatorio di Cagliari e della Conferenza mazionale dei presidenti dei Conservatori di musica (organo ausiliario della pubblica amministrazione), che parla di nomina "legittima a pieno titolo". Devo fare una precisazione - spiega Floris a https://www.palermotoday.it/ - Il presidente di un Conservatorio è il rappresentante legale dell'istituzione e presiede il consiglio di amministrazione. Non ha compiti artistici e il fatto di avere o meno competenze musicali non entra nella valutazione da parte del ministro che lo nomina. Tra noi presidenti ci sono avvocati, ex magistrati, professori universitari, imprenditori e altre personalità delle più varie estrazioni. Quindi nessun problema per un medico che diventa presidente di un Conservatorio. Legittima a pieno titolo è la sua nomina". [...]  continua  qui  >> e  dello stesso conservatorio  che  in  una  nota  afferma 
"Nel sistema dell'alta formazione artistica e musicale - si legge in una nota del Conservatorio - la governance fa capo a due figure apicali che rappresentano legalmente le istituzioni con due distinte mansioni: il direttore didattico e artistico che presiede il consiglio accademico e il presidente, che presiede il consiglio di amministrazione, di cui fa parte anche il direttore. Il direttore è un docente eletto da tutto il corpo docente - prosegue la nota - e quindi ha competenze specifiche musicali e artistiche, il presidente viene designato dal Ministro dell'università e ricerca di turno su indicazione di una terna di nomi proposti dal Conservatorio di prestigio professionale e manageriale, svolge funzioni esclusivamente amministrative e non percepisce alcun compenso"

   allora mi chiedo   perchè non ci hanno messo chi fa le pulizie o il portiere della stabile ? Ma  soprattutto  se  cosi fosse  anch'io allora  mi merito la nomina a primario di geriatria perché ho seguito ed accudito per dieci anni mia nonna paterna con Alzheimer . Addirittura uscendo a cercarla in piena notte visto che usciva a tutte le ore non capendo più la differenza tra il giorno e la notte. O quando ...... mi  fermo qui  potrei scrivere un libro con aneddoti e  vicissitudini    che  abbiamo passato , ecc . 















L’unica donna tra i cinquemila boscaioli delle Dolomiti. “Non c’è tempo, dobbiamo essere più veloci dei parassiti” ed Imola c'è un corriere in bicicletta che ripara anche l’interruttore ma non solo che non funziona più

da repubblica del 06 Giugno 2019





                            Vania Zoppé, 39 anni, di Puos d’Alpago, nel Bellunese. 







La sfida di Vania: “Salverò i boschi feriti dal vento”

L’unica donna tra i cinquemila boscaioli delle Dolomiti. “Non c’è tempo, dobbiamo essere più veloci dei parassiti”

FORESTA DEL CANSIGLIO (BELLUNO) - Il primo abete rosso finisce di cadere alle sei. Il sole non ha ancora risalito il Col Solèr e la foresta del Cansiglio è muta. Alla motosega basta una dentata invisibile, sopra le radici. Questo albero era nato oltre un secolo fa e ha cominciato a morire la notte del 29 ottobre. A sfibrarlo, la tempesta Vaia."Lo metto a terra solo dopo sette mesi - dice Vania Zoppè - prima che per riposare ne trascini sull'erba altri tre. Se non facciamo ordine, il bosco rinasce troppo lento e sbagliato".
Vania è venuta al mondo nell'Alpago, tra Veneto e Friuli. Fa la boscaiola da quando aveva 14 anni. Adesso ne ha 39: è l'unica donna, in un esercito di oltre 5 mila maschi, a lavorare sugli schianti che hanno sconvolto le Alpi del Nordest. Il vento, in quattro ore, ha abbattuto oltre 41 milioni di piante. Le Dolomiti solo adesso riemergono dalla neve dell'inverno. Un'area di 42 mila ettari resta irriconoscibile.
Anche la guerra di Vania contro Vaia, un secolo dopo quella ingaggiata dai recuperanti alla fine del primo conflitto mondiale, è perduta in partenza. "Sulle Alpi la distruzione è tale - dice - che le montagne non saranno più come prima. I nostri nipoti potranno camminare di nuovo nella bellezza, ma quel mondo sarà diverso".
La sua vita, dall' 11 giugno, verrà raccontata in un documentario tv su   Dmax ( https://dmax.it/ )ha seguito quattro famiglie di boscaioli al lavoro per aiutare la natura a ripartire in un modo compatibile con la vita umana.
"È importante capire perché siamo noi la causa del disastro - dice Vania - ma essenziale è spiegare come lo si può superare. Sfugge un dettaglio: nelle foreste devastate sta lottando la più grande armata internazionale di boscaioli mai schierata in Europa. È invisibile, ma se perde la sfida contro i parassiti che con il caldo polverizzano il legno morto, prima di divorare quello vivo, in montagna sparirà anche la vita".
Suo bisnonno coltivava i boschi già nell'Ottocento. Lei è la quarta generazione. Anche la mamma, Catterina Gazzi, menava l'accetta. "Con mio fratello Abramo - dice Vania nella baracca dove si prepara il pranzo - abbiamo cominciato da bambini. Ho acceso la prima motosega a 11 anni, in pochi mesi ero sul trattore. Mio padre Pasquale veniva in classe e mi portava nel bosco. Diceva che dovevo stare attenta: quando sbagli con i tronchi, se sei fortunato, resti ucciso. Io ho scelto gli alberi dopo le medie. Solo in questi giorni intuisco che non l'ho fatto solo per essere libera e mangiare".
Dalle foreste, tra Lombardia e Friuli, ogni giorno partono per le segherie di mezza Europa 800 tir carichi di legname. In tempi normali un simile carico si accumula in 5 anni. Sono già sei, da marzo, i boscaioli morti per un incidente. Centinaia i feriti. Lavorare sugli schianti significa non vedere la cima dell'albero: se l'inclinazione è sbagliata, la pianta ti schiaccia. Vania, sette anni fa, aveva deciso di smettere. "Mio marito Luca - dice - è stato ucciso dalla leucemia. Aveva trent'anni, lavorava con me. Ci erano nati due bambini: Elisa non aveva compiuto 7 anni, Andrea 4. Senza di loro mi sarei buttata giù da una diga. Ho provato cos'è la violenza dell'amore".
Anche allora l'ha salvata la foresta del Cansiglio. Per cinque giorni ha lavorato in una fabbrica di pasta. Al sesto, come da bambina, è tornata nel bosco. "Per accettare di vivere - dice - dovevo concentrarmi. Un tronco ti impone di pensare solo a ciò che fai. Tagliavo, sramavo, accatastavo e caricavo 12 ore al giorno. La foresta ha risparmiato me, adesso sono qui per saldare il mio debito e fare qualcosa per lei".
A fine aprile anche forestali e botanici, impegnati a mettere a dimora 10 milioni di nuovi alberi, stavano per arrendersi. La neve tardiva e le gelate, paradossale effetto del clima surriscaldato, hanno spezzato e bruciato le piantine sopravvissute alla tempesta. Vania ha smesso di pulire radure e canaloni e ha raddrizzato migliaia di cime. Una per una, con le mani. "La testa di faggi e pecci - dice - deve trovare la strada del cielo. La vita è una questione verticale. Deve stare in piedi: la terra guasta invece mette tutto in orizzontale". Anche le famiglie che oggi combattono per salvare la vita in alta quota. Un anno fa i tronchi da opera valevano 70 euro al metro cubo, oggi 50. A fine estate non si arriverà a 40. Il legname da imballo è sotto i 30. Per quello da cippato non danno più di 1 euro. Fra Alto Adige, Veneto e Trentino, ringraziano chi lo porta via gratis.
"Stare qui - dice Vania - non conviene. Se pensi alla paga vai via. Mai una vacanza, mai il capriccio di un desiderio realizzabile. Solo se la foresta è casa e le piante sono le amiche che ti fanno compagnia, ha senso ridare il posto giusto a ogni cosa. La mia famiglia mangia spesso minestra: ma quando pulisci un pascolo e vedi che le punte dei nuovi ciliegi selvatici spingono dal sottosuolo, come adesso, senti che stai facendo la tua parte".
I suoi figli e il cane pastore Max non se ne accorgeranno. Migliaia di corridoi aperti nel folto per i verricelli, come torrenti scavati nei ghiacciai, non si rimargineranno in questo secolo. Habitat fragili vengono sconvolti da maxi-mezzi di imprese straniere, costrette a reggersi sulla quantità. La terra allo stremo cerca di riprogrammarsi: prevede eventi climatici ignoti e per riprodurre le specie adotta essenze aliene. "Nel Cansiglio - dice Vania - scopro già piante pioniere di altre latitudini. Migrano con il vento, come gli umani vanno dove non sono condannati a morire giovani. Ogni forma di vita conosce la sua tempesta ed è pronta al sacrificio per resistere a chi la scatena".
È sera. La boscaiola di Spert conta i fusti alzati e puliti, una miniera di biossido di carbonio generosamente sottratto all'aria avvelenata del mondo. "Nessuno si accorge - dice - ma anche oggi io ho combattuto. Voi che navigate online, che parlate e che ricordate perfino come si chiamano i politici - chiede - cosa fate di buono per convincere un larice a rimanere in piedi nonostante tutto?".
Parla di fiducia. sa che oggi, sulla montagna italiana degli alberi perduti, non serve meno della sua motosega.



6.6.19

è difficile capire questo mondo in cui le bufale ed errori circolano più delle loro smentite

Di cosa stiano parlando
la prima notizia https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2019/06/stuprata-da-piccola-17-anni-ottiene.html
la smentita https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2019/06/la-bufala-sulleutanasia-concessa.html

Mentre mettevo ordine agli appunti della mia moleskina su un commento espresso a caldo siu come sul caso della ragazza Olandese morta suicida per le conseguenze psicologiche di uno o più stupri sia più diffusa la Bufala che la smentita , almeno fino ad ieri , la radio trasmette Me cago en el amor erroneamente accreditata come È un mondo difficile è un brano musicale del cantautore spagnolo di eritaggio italiano Antonio de la Cuesta, meglio noto come Tonino Carotone. Primo brano con il quale si è fatto conoscere ed ha ottenuto successo proprio in Italia, questa canzone parla d'amore - nonostante si usi spesso una parte ricorrente del brano, per l'esattezza la prima, soprattutto per indicare il malessere della società attuale. Infatti 15 anni fa la ascoltavamo e ci ridevamo su, adesso quanto amaro era quel ridere, Tonino aveva capito tutto tempo fa, rimpiango quel tempo
Ma ora basta con i rimpianti e veniamo al post vero è proprio .






Giuseppe Scano 20 h
le solite stranezze del web e del social . una smentita e una bufala smontata trovano meno like del ost che ha diffuso la fake news

YOUTUBE.COM  Franco Battiato-Ecco Com'è Che Va il Mondo  Era la più grassa puttana che mai avessi visto, la donna più grassa che avessi guardato. Aveva un vestito di seta cangiante, perline al collo, un ventaglio ...

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Daniele Jommi succede quasi sempre così.
La smentita è irrilevante rispetto al proverbiale "mostro sbattuto in prima pagina".
Love · Rispondi · 20 h


poi riflettendo e a mente fredda m'accorgo che ha ragione Daniele . Infatti permettetemi di concludere con un altra canzone , una profezia dal lontano passato




  alla  prossima  cari  lettori \ lettrici

5.6.19

alla violenza in famiglia è impossibile fuggire . Oristano fugge con i figlioli da un marito violenti le forze dell'ordine vanno a scuola prendono i figli e li restituiscono al padre

L'immagine può contenere: una o più persone

La bufala sull’eutanasia concessa dall’Olanda alla 17enne Noa Pothoven

colonna  sonora

Di  cosa  stiamo parlando  

NOA POTHOVEN EUTANASIA BUFALA – No, Noa Pothoven (ne ho parlato precedente ), la diciassettenne olandese ammalatasi di anoressia e depressione in seguito a uno stupro subito all’età di dodici anni, non ha ottenuto alcuna eutanasia. Quindi la storia dell’eutanasia ottenuta da Noa Pothoven è una bufala.


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prima di far  scannare  la  gente    dobbiamo verificare  la  news    onde  evitare  errori . 

Immagine di copertina
Il caso di Noa è deflagrato in Italia nella giornata di ieri, martedì 4 giugno, e ha tenuto banco per quasi 24 ore, scatenando un accesissimo dibattito pubblico. Fiumi di parole sono però stati spesi per commentare una notizia che, allo stato attuale, altro non è che una vera e propria fake news.Come rivelato a TPI da Marco Cappato, leader dell’associazione Luca Coscioni, la diciassettenne olandese non ha affatto ottenuto l’eutanasia ma al contrario si è lasciata morire di fame e di sete proprio perché l’Olanda le ha negato la possibilità di accedere al trattamento di fine vita.“L”Olanda ha autorizzato l’eutanasia su una 17enne? Falso!!! I media italiani non hanno verificato. L’Olanda aveva rifiutato l’eutanasia a Noa. Lei ha smesso di bere e mangiare e si è lasciata morire a casa, coi familiari consenzienti. Si attendono smentita e scuse”, si legge nel tweet pubblicato da Cappato.noa pothoven storia

“Ho chiesto informazioni a una mia amica, per sapere che cosa stessero scrivendo i giornali olandesi sul caso e lei mi ha risposto che non ne stavano parlando perché in realtà la ragazza aveva semplicemente smesso di magiare e di bere. Inoltre è venuto fuori anche che lei aveva fatto richiesta per ottenere l’eutanasia, ma la domanda le era stata rifiutata.A leggere la stampa italiana sembrava invece che l’Olanda avesse eutanasizzato una ragazza depressa di 17 anni. Il fatto che un caso del genere fosse esploso in Italia, in prima pagina ovunque, senza che in Olanda se ne parlasse minimamente mi ha fatto capire che c’era qualcosa che non tornava”, spiega Marco Cappato.“In Italia, peraltro, in una situazione del genere, il caso avrebbe potuto essere trattato allo stesso modo perché nessuno può essere costretto a nutrirsi e idratarsi se non si dimostra che è una persona incapace di intendere e di volere e allora si procede con un Tso. Ma se non fai un Tso, la persona si lascia morire. A creare confusione è stata l’espressione “legal euthanasia” utilizzata in un articolo inglese. La ragazza non ha agito contro la legge, se si usa “legal” in quel senso può anche andare bene, ma Noa non ha avuto accesso a quella che noi chiamiamo “eutanasia legale” e dunque una pratica che avviene sotto controllo medico e con autorizzazione legale da parte delle istituzioni”, conclude Cappato.Ad annunciare il rifiuto dell’eutanasia da parte dell’Olanda era stata proprio la stessa Noa: “La domanda è stata rifiutata perché sono troppo giovane e avrei dovuto prima affrontare un percorso di recupero dal trauma psichico fino ad almeno 21 anni. Pensano che sia molto giovane, pensano che debba finire il trattamento psicologico e che il mio cervello sia completamente sviluppato. Non succederà fino all’età di 21 anni. Sono devastata perché non posso aspettare così a lungo”, si legge nel libro autobiografico della diciassettenne pubblicato lo scorso anno.Nel suo ultimo post Instagram, pubblicato pochi giorni prima della morte, la diciassettenne aveva inoltre annunciato di aver deciso di smettere di mangiare e bere per lasciarsi morire: “Voglio arrivare dritta al punto: entro un massimo di 10 giorni morirò. Dopo anni di continue lotte, sono svuotata. Ho smesso di mangiare e bere da un po’ di tempo, e dopo molte discussioni e valutazioni, ho deciso di lasciarmi andare perché la mia sofferenza è insopportabile. Respiro, ma non vivo più”.Nessuna eutanasia legale è stata quindi concessa dal sistema sanitario olandese, i medici dissero a Noa, anche nel tentativo di trovare un rimedio alla patologia depressiva che da troppi anni la affliggeva, che qualora non avesse cambiato idea avrebbe dovuto attendere il compimento del 21esimo anno di età. Nonostante queste informazioni sul caso di Noa fossero di dominio pubblico, in Inghilterra – complice un articolo pubblicato dal Daily Mail – e in Italia a traino, la notizia della morte per eutanasia si è diffusa a macchia d’olio.


4.6.19

Lei era Marta e ha scelto di morire impiccandosi

Di cosa  si  Parla 





di suicidi sia che avvenga per eutanasia come il caso precedentemente trattato che non come la storia che riprendo sotto su tali storie c'è ancora moilto pudore e tabù a parlarne .di suicidi ed ed si sottovaluta il problema ed a considerare malato \pazzo chi per farsi aiutare ricorrere a o psichiatri e psicologici
Infatti concordo, avendolo vissuto personalmente ed avendo due conoscenti e concittadini giovanissimi suicidatisi 

da   https://fattodavoi.ilfattoquotidiano.it





Lei era Marta, mia figlia. Il 15 aprile 2019 all’ età di 40 anni ha scelto di morire impiccandosi.
Non la troverete in nessuna statistica di morti per suicidio perché non abbiamo informato nessun organo di stampa; l’ha fatto in casa sua a Roma, ci ha lasciato uno scritto sul tavolo della cucina, due mozziconi di sigaretta nel posacenere, il telefono in modalità aerea, una bottiglia di vodka e troppo dolore.
Marta era una persona fragile, molto profonda, spirituale e colta. Marta era bella, aveva la capacità di entrare nei cuori, di trovare parole adatte per comunicare, questo mondo è certamente più povero senza di lei. Marta non riusciva più ad affrontare la vita, troppo difficile per me, come ha
testualmente lasciato scritto.
Aveva una famiglia che la amava, un lavoro, un ragazzo, tantissimi libri, tanti pensieri profondi e nascosti.
Da quel momento io non sono più quella che ero, un tornado mi ha scaraventato in un’altra dimensione sconosciuta e crudele. Ma l’intento di questa mia lettera non sono io né la mia famiglia, i survivor come veniamo definiti dalla poca letteratura in merito al suicidio.
Vi scrivo per denunciare il silenzio degli organi di stampa riguardo alle morti per suicidio che rappresenta la seconda causa di morte tra gli adolescenti; spesso per notizie così si spendono quattro parole in un trafiletto che si conclude quasi sempre con – soffriva di depressione-
In Italia esiste un solo centro di prevenzione al suicidio e supporto ai survivor del Sant’ Andrea di Roma diretto dal professor Pompili, unico suicidiologo in questo nostro strano paese.
Pompili fa molto con poco, è una goccia lucente nella disperazione.
Ogni anno è come se scomparisse un paese intero. Molto spesso chi sceglie il suicidio è tra le persone più colte, profonde e possiede un’ anima raffinata. Come Marta che incantava tutti coloro che la conoscevano.Io non ho la risposta alla grande domanda- perché l’ha fatto ? Gli anni che mi resteranno da vivere non saranno sufficienti per trovare la risposta.
                            Vi ringrazio della vostra attenzione
                                        Cristiana









noi e loro quello che noi siamo loro erano e quello che noi saremo loro sono . passaggio di generazione

 di cosa  stiamo parlando
Anche  i vecchi meritano  rispetto ed  hanno molto  da insegnarci    come la  storia   di cui   di "Zio " 97 anni e non sentirli: immerso in un mare di colori, continua   a lavorare  nel suo negozio di stoffe, a Tempio Pausania  di cui  ho parlato in un post precedente

Infatti   è  grazie  a  loro che  si  hanno iniziative  come  queste  



E  poi non  dimentichiamo che   quello che   noi siamo  loro  erano  e  quello   che   noi  saremo   loro  sono

Stuprata da piccola, a 17 anni ottiene l’eutanasia in Olanda La giovane è morta domenica in casa con l’assistenza medica fornita da una clinica specializzata

Non giudico la scelta dell'eutanasia, possibile in quel paese. Ma dopo 6 anni di sofferenza credo che sia comprensibile. Ripeto, questa ragazza è stata uccisa 6 anni fa, nella sua anima. E se poi , per parafrasare una vecchia canzone popolare del 1939-45 , una persona  muore  non piangetela dentro al cuore, perchè se ha scelto di morire liberamente di morire che cosa importa di morir
.  Lo so che sembrerà cinico    ma    a   volte    ciò è l'unica  via  

 

da  https://www.lastampa.it/
Pubblicato il 04/06/2019 Ultima modifica il 04/06/2019 alle ore 18:53


Una ragazza olandese di 17 anni, Noa Pothoven, ha chiesto e ottenuto, dopo una lunga battaglia, l’eutanasia, legale nei Paesi Bassi, dopo anni di sofferenze psichiche seguite ad una violenza subita da bambina, quando aveva 11 anni. La giovane è morta domenica in casa con l’assistenza medica fornita da una clinica specializzata. La ragazza aveva dichiarato di non sopportare più di vivere a causa della sua depressione. A seguito della violenza subita, soffriva anche di stress post traumatico e di anoressia. Lo riferiscono i media olandesi. Secondo la legge olandese, l’eutanasia è legale fin quando è eseguita secondo rigidi standard. La legge è entrata in vigore nel 2002. Ai bambini dai 12 anni in su può essere concessa l’eutanasia, ma solo dopo che un medico abbia stabilito senza ombra di dubbio che la sofferenza del paziente è insopportabile e senza alcuna prospettiva di miglioramento. Con un ultimo messaggio su Instagram, ha chiesto ai suoi follower di non cercare di farle cambiare idea. «In questo caso, amare è lasciare andare», ha scritto. «Forse sarà una sorpresa per alcuni, visti i miei post sul ricovero, ma il piano è nella mia testa da tanto tempo e non è una scelta impulsiva. Vado dritta al punto: entro dieci giorni al massimo, morirò. Dopo anni di battaglie, sono prosciugata. Ho smesso di mangiare e bere da un po’ ormai, e dopo molte discussioni e valutazioni, è stato deciso di lasciarmi andare perché le mie sofferenze sono insopportabili». Dopo la sua esperienza drammatica, Noa aveva scritto un libro “Winning or Learning” sulla sua lotta contro i disturbi che la distruggevano dopo lo stupro subito da piccola. L’aveva scritto per aiutare altri giovani in condizioni di vulnerabilità, lamentando che in Olanda non ci siano strutture specializzate dove gli adolescenti possano ottenere supporto fisico o psicologico in casi simili.



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