4.2.11

150° storie d'italia volume II " L'vventura comune " dala seconda guerra mondiale ai giorni nostri

Dopo aver letto anche il  secondo volume posso  dare un giudizio  globale  su tale opera  de  il  giornalino   ( strano  che  repubblica     a differenza del giornale  non ci  si  sia   gettata  su tale  iniziativa  , magari riproponendo  i volumi   fatti l'anno scorso  su  il risorgimento  ) sui  150 anni del'unità d'italia  .
Leggendo questi due volumi   ho ottenuto la  conferma delle mie  risposte    alle   domande  che  si fa  anche Sefan Gorla  direttore de  il giornalino e   e dell'area  ragazzi  periodici san paolo    : <<   chi fa la storia  ?  I grandi  ? i condottieri  ?  I  fini strateghi e  i profond conoscitori de proprio tempo  e  dell'uomo gl?  Glin eroi  ?  >> .  Domande  che mi facevo da bambino :  quando studiavo e  leggevo la storia  sui libri  che mia madre usava per insegnarla  agli alunni e  di mio nonno  paterno e mio padre  appassionati  anche  se avevano un modo  diverso  d'intenderla  con i vincitori anche se critico il primo con gli sconfitti il secondo , e poi  sule riviste  che  compravo in edicola  . Ma  soprattutto  ascoltando   la canzone  di De Gregori  la storia  siamo noi qui  il testo )  .
La  risposta  è che  la storia  è la  gente   sia  che sia stata  (  o è )  dalla parte  dei vinti   per  oopportunismo\  voltagabbana , avventura , coerenza  critica  .,   sia altrettanto  dalla  parte  di vinti   per coerenza  estrema , incapacità di o paura  di cambiare  .
Ad una rapida  lettura  sembrerebbe  che  sia  sorvolato  , volutamente o per  non creare polemiche , visto che  non si racconta direttamente   sulle  pagine  più vergognose sulle repressioni  (  noi sardi ne  sappiamo qualcosa  )  dei savoia , sul fascismo  ,   sui misteri ( la strategia della tensione  , gli anni di  piombo , la mafia ) . Invece se ne parla   anche se indirettamente   pr  non appesantire   , la lettura  e  qui che sta  il buon gioco  editoriale 
Ottimo l'autore dei testi   e  ottimi disegnatori . Le  ottime ed intense storire ivi  narrate che fanno , pur  nella   sua limitatezza  , ( sis arebbero dovute  fare  più storie   )  , è un opera  importante da far leggere  insieme  alla più vote ristampata  storia  d'italia a  volumi d'Enzo Biagi  .
Esso conserva le caratteristiche del precedente volume, ovvero albo brossurato con alette, formato 21x28 cm, foliazione di 132 pagine e fumetti proposti a colori. IL  II volume    si intitola 150° - Storie d'Italia vol. 2 - L'avventura comune  ,  vede alternarsi ai disegni delle storie Pasquale Frisenda, Ivo Milazzo, Marco Nizzoli, Giorgio Cavazzano e Corrado Mastantuono.
I fumetti ospitati sono tre come nel volume precedente ed anche in questo caso sono lunghi 30 tavole ciascuno. Però questa volta per ogni storia si alternano 2 disegnatori, mentre i testi sono tutti di Francesco Artibani. L'ambientazione di questo secondo volume spazia fra la Seconda Guerra Mondiale e i giorni nostri.
L'elenco delle storie è il seguente:

- Il postino (disegni di Frisenda e Milazzo)
- Arrivi e partenze (disegni di Nizzoli e Cavazzano)
- Una gita scolastica (disegni di Mastantuono e Cavazzano)

Decisamente appassionante la selezione di autori coinvolti nella realizzazione di questo volume, Mastantuono e Cavazzano si esprimono come sempre ad altissimi livelli mentre Nizzoli sembrasecondo alcuni  penalizzato dall'utilizzo del colore ma  secondo me   ciò non toglie  che la storia suia  splendida  e toccante 
In apertura di volume anche in ques'albo troviamo una carrellata di illustrazioni a tema firmate da Renzo Calegari e Sergio Tisselli.
Andiamo a commentare le storie


Il postino (Francesco Artibani ., disegni di Frisenda e Milazzo)

1944  . Firenze devastata dalla  guerra   un umo senza memoria deve consegnare  una lettera msteriosa   accompagnato da due partigiani  .Per portare  a termine la sua missione affronterà  u n percorso insidioso scoprend slo a termine del cammino ciò  che  ha  dimenticato .
<< la menoria di quello ch'è stato è importante ..... non per  dare forza  ad una vendetta o alimentare un tormento  , ma  per non compiere gli stessi errori  >>  solo  questa  frase  vale tutta la storia  . Bellissimi i disegni  . Peccato che non riesca  causa   problemi di vista  e non conoscienza  di Frisenda , a  capire   , visto il tratto simile dove  finiscano quelli di Miklazzo ed iniziano i suoi  .
Testimonianza che la resistenza  fu anche non violenta ,e fu fatta  anche da staffette  e postini  , non solo di bombe  mitraglia  .

 
Arrivi e partenze ( testi di francesco Artibani  ., disegni di Nizzoli e Cavazzano)



2011. Due viaggi , quello di chi affronta il mare ( e non )   per  raggiungere l'Italia e quello di Salvatore Pagano   un funzionario di polizia  che  aspettando l'arrivi dei clandestini , s ricorderà  de viaggio  che fece molto tempo prima : <<   [..]  a  differenza  tua  io  ho  rispetto per la  gente  disperata  . rispetto il coraggio di  abbandona tutto  per  per avere  un altra  opccasione . [...] >>   un percorso nella memoria  capace d'unire il passato al futuro  . Il futuro si "legge" nel passato, e si costruisce giorno per giorno.
Nord  è Sud figli di uno stesso paese  , ma non per  tutti .Quello che noi eravamo ( cioè emigrati )  loro sono ( immigrati ) . Infatti  molti Italiani dimenticano  o non sanno chje  abe abbiamo alle spalle una storia  d'emigrazione . E  che  << certi viaggi   te limriordi per  tutta la vita   e per  quanto potrai viaggiare   dopo , ne  avrai   sempre  uno che non dimenticherai più >> . Una  lezione  anche a  quei poliziotti \ carabinieri che maltrattano  psicologicamente e fisicamente  ( Wikileaks/ Accuse all'Italia: Eritrei respinti e picchiati qui maggiori news   http://www.tendenzeonline.info/apcom/view.php?s=20110203_000025.xml ) che fugge e viene in Italia ed in uropa  per  scappare dalle brutture  che noi occidentali abbamo  creato nelle  loro terre .Bellissimi i disegni . Bravo Nizzoli , niente male  per  la  prima volta  che lo vedo
Stupedo  come sempre  Cavezzano

Una gita scolastica (testi Francesco Artibani ., disegni di Mastantuono e Cavazzano)

Demenziale  . ma  intensa . Riassume  tutta  l'opera e  tale iniziativa  . <<[..]  l'unità' non è un'idea  che appartiene al passato ..... . è quacosa che va costruita  e difesa  ogni singolo giorno  perchè ogni giorno  ci mette  ala prova  con una sfida  . Quelo che   che abbiamo non va dato per  scontato  perchè basta poco   per  perderlo  . >> .
Nel  bene e nel male , nelle vittorie  e nelle sconfitte , nllle perfezion ed imperfezioni  . Siamo uniti nelle diversità  . Quest'utima  mi ha  fatto venire  in mene  e  mi ha  fatto cantare  questa canzone   : << [..,]  Viva l'Italia\ l'Italia che lavora\ l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora\ l'Italia metà dovere e metà fortuna\ viva l'Italia, l'Italia sulla luna [....] >> ..





per  chi volesse approfondire  con interviste a gli autori ed altro  vada  su questo sito http://www.ubcfumetti.com/preview/?22651 da cui ho tratto alcune  tavole delle singole storie

da cacciatori di taglie ai cacciatori d'eredità ? la storia di Jean Louis Luciano ( Sardo -francese ) e dei suoi morto senza eredi e i suoi discendenti lontani ed il governo Francese

La lettura  di questo articolo  di repubblica 3\2\2011  " Uno zio le ha lasciato un milione..." ecco la società che scopre gli eredi Una società francese, ora anche in Italia, offre "contratti di rivelazione".La C&R ha trovato antenati italiani a uno straniero che voleva diventare comunitario " non solo mi riporta indietro nel tempo  alle mie letture  e visioni televisive (che sto rispolverando  per il mio racconto a  puntante  "  viaggio  nel  farwest  . Ma  è anche  coincidenza  sulla puntata   che  sto    scrivendo  ed  in cui parlerò  dei cacciatori di taglie  . Inoltre  essa   si lega   con la storia  ,  stavolta   vera  e  a lieto  fine  ,    avvenuta ( ne  trovate  sotto gli articoli dell'unione sarda  )  recentemente  qui da noi in Gallura  dove   " Un pool di legali ricerca i parenti di una famiglia di emigrati che lasciarono la Sardegna a fine Ottocento.,Il tesoro nascosto dello zio di FranciaCaccia agli eredi di un gallurese morto a Nizza nel 2009  "  .                                                                                                                   Ma  andiamo  con ordine   .

Ecco l'articolo di repubblica  che ha  "  scatenato  "  tutta  queste  coincidenze  "

"Uno zio le ha lasciato un milione..."  ecco la società che scopre gli eredidi JENNER MELETTI

GENOVA - C'è chi arranca sulla salita di via Fieschi, si ferma al civico 25/6, legge sul muro che qui c'è la sede della "Coutot Roehrig, ricerca di eredi, genealogia" e commenta soddisfatto: "Almeno la targa c'è. Proviamo a suonare?". Mica facile il mestiere di questa società francese trapiantata in Italia.
Esperti di genealogia e investigatori per rintracciare parenti perduti La società cerca donne e uomini per dire loro: "Un vostro lontano parente è deceduto e vi ha lasciato dei soldi, un palazzo...". Di solito la prima telefonata finisce qui, con il clic che copre gli insulti. "Ma chi credete di prendere in giro...". Troppe le "eredità" che arrivano via mail o via citofono, con un signore elegante che annuncia: "Abbiamo un tesoro per lei, un lascito da uno zio d'America. Se mi consegna appena diecimila euro per le spese fra tre giorni avrà un milione di dollari".
"Magari abbiamo impiegato tre anni per trovare l'erede - raccontano Nadia Spatafora ed Eleonora Grasso, direttrice e responsabile ricerche della Coutot Roehrig in Italia - e quando ci insultano ci restiamo male. Con calma, con altre telefonate, diciamo chi siamo, dove possono trovarci. Invitiamo le persone a contattare un professionista di loro fiducia - un avvocato, un commercialista, un notaio - perché sia lui a verificare la nostra proposta". Una proposta che si chiama "contratto di rivelazione".
"È una scrittura privata con la quale ci impegniamo a versare l'eredità a chi sottoscrive il contratto trattenendo per noi una quota che varia dal 10 al 30%. Chi firma non sa di cosa si tratti, ma ha un'assicurazione: se per caso non ci fosse nulla da incassare - perché nel frattempo salta fuori un altro erede o per qualsiasi altro motivo - non deve nulla alla nostra società. Al massimo avrà perso un po' di tempo. Con una procura firmata davanti a un notaio diventiamo i legali rappresentanti dell'erede".
L'anno scorso 10 milioni di euro sono entrati nelle tasche di una settantina di eredi prima inconsapevoli. "In media, per concludere un lavoro, impieghiamo fra i due e i tre anni. Abbiamo i ricercatori che vanno a cercare nomi e date nelle anagrafi, negli archivi civili e parrocchiali e poi presentano la mappa genealogica con la certificazione degli aventi diritto. A chiamarci sono soprattutto avvocati e commercialisti, a volte i notai, che non sanno a chi consegnare un bene. Se un'eredità resta senza padrone dopo 10 anni passa allo Stato".
In Francia i "genealogisti" hanno un loro albo e sono sempre accanto a un notaio quando apre un testamento, per certificare tutta la mappa dei parenti. "In Italia ci presentiamo come periti dell'albero genealogico e bisogna essere davvero esperti per districare certe situazioni. La legge italiana dice di cercare fino a un parente di sesto grado, che sarebbe "il figlio di un cugino di un proprio genitore". Siamo soddisfatti solo quando riusciamo a trovare tutti". Una telefonata dalla Coutot Roehrig a volte cambia la vita. Due genovesi hanno saputo che un loro cugino bolognese - era talmente povero che telefonava una volta all'anno con spese a carico del destinatario e mangiava alla mensa della Caritas - aveva lasciato loro 1,2 milioni di euro. A Piacenza un signore ha lasciato un palazzo e 1 milione di euro e nessun testamento. Due cugini erano noti ma la società ne ha trovati altri due, nel Sud e in Francia e ognuno ha ricevuto 400.000 euro. Non sempre le cose vanno bene. "A Venezia un anziano signore ha lasciato 600.000 euro. Noi siamo riusciti a trovare i suoi parenti, che erano 23, sparsi fra Italia e Argentina. Poi, dopo che avevamo tutte le procure, nel caveau di una banca è uscito un testamento: il signore lasciava tutto a un convento. E noi ci abbiamo rimesso decine di migliaia di euro spesi in trasferte, anche oltre oceano".
Il mercato delle eredità è in netta crescita. Lo dimostra il fatto che la Coutot Roehrig, che in Italia ha sede centrale a Genova e una succursale a Milano, in Francia conta invece ben 35 sedi e per tutte il fatturato è in aumento. "Tutti sognano il classico zio d'America ma pochi ci credono. E quando arriviamo noi scoprono invece che lo zio è italiano e in America ci sono magari gli eredi". Ci sono 650 fascicoli, negli uffici che guardano il mare. Il figlio del pianista famoso lascia una villa e auto d'epoca. Un bis nipote che mai aveva sentito parlare di lui si trova con 350.000 euro in tasca. Un milanese fa testamento ma è tanto ricco da non ricordare tutti i suoi beni. L'agenzia trova otto figli di un cugino di quarto grado e per ognuno di loro ci sono 200.000 euro. A volte anche somme piccole sono un tesoro, ad esempio per una pensionata torinese che tre anni fa ha ricevuto 10.000 euro e ancora telefona per ringraziare. Non sempre la ricerca riguarda i soldi. "Il procuratore di Cristian Rodriguez, uruguayano che gioca nel Porto, ci ha chiesto di trovare gli antenati italiani del giocatore, per poter diventare "comunitario". Ci siamo riusciti. Abbiamo accertato che suo trisavolo Carlo Antonio Barotto partì da Lusernetta in Piemonte nel 1838 e fu registrato come "Barrotti". Ora Rodriguez è comunitario".
Buone notizie, per chi crede ancora che una telefonata possa cambiare la vita. La società franco-genovese sta cercando gli eredi di un "grande archeologo" e anche quelli di una coppia - lui italiano, lei francese - che viveva a Montecarlo. Sembra che il ramo francese sia estinto, mentre ci sarebbero alcuni beneficiati a Roma. In palio, un attico di 300 metri quadrati più un appartamento per la governante e uno yacht, per un valore di 12,5 milioni di euro. Forse qualcuno non chiuderà subito il telefono. 
(03 febbraio 2011)

e  ora  gli articoli dell'unine sarda  . Il primo  del  3\2\2011

A Olbia sono stati rintracciati due cugini di Luciano, ma sono deceduti. Uno è originario di Calangianus e ancora si cerca di trovare i figli.
C 'è un piccolo tesoro sardo nelle campagne di Nizza. Il proprietario forse vive in Gallura, ma non ne sa proprio nulla. Probabilmente non ha mai sentito parlare di uno zio lontano che si chiamava Jean Louis Luciano, al quale i francesi avevano cambiato l'ultima vocale del cognome. È morto nel 2009, non si era sposato e non aveva figli. Non ha mai scritto un testamento e ora il governo parigino è pronto a impossessarsi dei suoi beni. Gli eredi sardi possono farsi vivi: c'è un pool di avvocati e genealogisti francesi che da mesi sta cercando di trovare un cugino di Jean Louis per consegnargli l'eredità. E, magari, concludere un affare: qualcuno infatti vorrebbe acquistare i terreni di Jean Louis Luciano (diventato Luciani nelle carte col marchio de La Repubblique Francaise ) ma per portare a termine l'operazione bisogna trovare i parenti. Due cugini di secondo grado abitavano a Olbia, ma entrambi sono morti: uno si chiamava Stefano Azzena, deceduto nel 2000, e l'altro Antonio Aldo Luciano, scomparso nel 1983. I loro figli - i genealogisti francesi, a dire il vero, non hanno ancora accertato se esistono - non potrebbero accaparrarsi l'eredità.
LA STORIA Assomiglia alle avventure di tanti altri sardi partiti per cercare fortuna lontano dall'Isola. 
Pietro Luciano e Giovanna Balata, i nonni di Jean Louis, lasciano Tempio alla fine dell'Ottocento. Approdano in Corsica, si sposano nel 1896 e nel 1907 danno alla luce Giustina. A questo punto la storia si arricchisce di un altro passaggio che rende complicato il lavoro dei genealogisti: il 13 marzo1926, a Nizza, nasce il primo figlio di Giustina, ma non si sa chi sia il padre. La mamma lo chiama Jean Louis e lo battezza col suo cognome. L'impiegato dell'ufficio anagrafe di Ajaccio sbaglia la trascrizione e il cognome tempiese viene subito “francesizzato”. Jean Louis non ha altri fratelli e di tutto quello che succede dopo si sa solo che mamma Giustina muore nel 1978.
VITA DA EMIGRATO In Italia, Jean Louis, non è mai venuto: non è mai stato a Tempio, né ha conosciuto i suoi parenti sardi. Qualcuno abitava a Olbia e qualcun altro a Calangianus, ma questa è una scoperta recente fatta dallo studio incaricato di ricostruire le parentele. Nella storia mancano molti particolari: nessuno ancora è riuscito a scoprire che lavoro facesse a Nizza. Dalla Costa Azzurra non si è mai spostato, non ha avuto figli, non si è sposato, ha messo da parte qualche risparmio e ha acquistato alcuni terreni. È morto nel 2009, ma i suoi beni non li ha presi nessuno. «Ancora dobbiamo fare la stima precisa del valore - spiega Nuno Fernandes, uno dei giuristi dello studio Etude Genealogiques di Parigi - Le nostre ricerche finora hanno pochi grandi risultati: abbiamo trovato due cugini di secondo grado, ma sono morti. I loro figli, anche nel caso riuscissimo a trovarli, non avrebbero diritti sul patrimonio, perché la legge francese estende l'eredità fino ai cugini di secondo grado».
LE RICERCHE Sui parenti olbiesi di Jean Louis Luciano le indagini sono ancora in corso: di Stefano Azzena gli studiosi parigini attendono l'atto di matrimonio, mentre di Antonio Luciano si sa che pure la moglie, Rina Serra, è già deceduta. A Padova viveva una zia, ma è morta nel 1953. La caccia agli eredi continua e c'è poco tempo perché nel giro di sei mesi lo Stato francese si impossesserà del tesoretto di Jean Louis.
 
              NICOLA PINNA

il secondo del 4\2\2011

A una svolta l'indagine per assegnare i beni di un gallurese morto a Nizza, ora parte la battaglia legale                                                                                          Ecco gli eredi dello zio di Francia trovate in città le mogli dei cugini di Jean Louis Luciano 

Ricostruito tutto l'albero genealogico della famiglia di Jean Louis Luciano: un pool di legali francesi è al lavoro per assegnare i suoi beni.

 Stefano Azzena parlava spesso di un certo Niccheddu, un cugino che viveva in Francia. Salvatorica, sua moglie dal 1969, non lo ha mai conosciuto: né un incontro, né una telefonata. A Olbia, nella casa di via Argentina, non è mai arrivata una lettera, neanche un biglietto di auguri per Natale. Ma ora che ha sentito della storia di Jean Louis Luciano, il gallurese morto a Nizza senza lasciare un testamento, Salvatorica Falchi ha ripensato ai racconti di suo marito. Il sospetto è proprio questo: Niccheddu, il misterioso cugino, forse è proprio quel Jean Louis a cui nessuno porta un fiore in cimitero. Gli avvocati di Parigi cercano i suoi eredi, perché i terreni di cui era proprietario fanno gola a un ricco imprenditore, disposto ad acquistarli a qualunque cifra. Per stimare il valore e concludere l'affare bisogna trovare i parenti, quelli che secondo la legge francese hanno diritto ad acquisire il patrimonio. I genealogisti (gli esperti che si occupano di ricostruire gli alberi genealogici) incaricati da un notaio parigino si erano quasi arresi: erano riusciti a scoprire a malapena i nomi di due cugini di secondo grado, ma purtroppo già morti. In città vivono ancora le loro mogli e, in un caso, anche due figli. Insomma, lo Stato francese non riuscirà facilmente a impossessarsi dell'eredità di Jean Louis Luciano.

LA SCOPERTA In via Diaz, nel quartiere storico e più multietnico della città, abita Rina Serra, la moglie ottantenne di Antonio Aldo Luciano, uno dei due cugini di Jean Louis. Lui, una vita passata nei cantieri ai comandi di una ruspa, è morto nel 1983, ucciso da un male incurabile. Lei, che non ha avuto figli, vive da sola in una casetta a due passi dalla basilica di San Simplicio: «Mio marito mi aveva raccontato più volte di alcuni parenti che vivevano in Francia. Anche lui aveva lavorato all'estero, ma non si erano mai incontrati, non sapeva neppure in quale città abitassero. Di un certo Jean Louis comunque non avevo mai sentito parlare, non conosco nulla della sua storia». Ora c'è da acquisire un'eredità che fa gola. «Posso diventare ricca proprio adesso che sono vecchia? Ben venga, anche se non ho figli».
I NIPOTI Emilia Azzena, la figlia di Stefano, l'altro cugino di Jean Louis, sta già sognando di dare una svolta alla sua vita. Quando si è trovata un cronista e un fotografo sulla porta di casa ha pensato a uno scherzo, poi si è ritrovata catapultata in una storia che ha tutto il sapore di una carrambata . «Sono disoccupata e anche piuttosto sfortunata, magari grazie ai beni di questo zio che neanche conosco riuscirò a costruire qualcosa». Mamma Salvatorica, potrebbe essere l'unica a vantare qualche diritto sui beni di Jean Louis, perché l'eredità (secondo le leggi francesi) si estende fino ai cugini di secondo grado. E non ai loro figli, ovviamente.
LA BATTAGLIA «Se c'è bisogno di fare qualcosa per aiutare i miei ragazzi sono pronta - dice Salvatorica Falchi - Io di queste cose non mi intendo, speriamo che gli avvocati francesi si facciano vivi presto». Verranno a Olbia nei prossimi giorni, annuncia Nuno Fernandes, uno dei genealogisti dell'Etude Aubrun-Delcros-Delabre di Parigi. Incontreranno Emilia Azzena, il fratello Gianni e la mamma. Poi faranno tappa a casa di Gina Serra. «Dobbiamo verificare se esistono altri parenti - dice Nuno Fernandes - Solo a quel punto si potranno valutare i beni».

NICOLA PINNA nicola.pinna@unionesarda.it
 

3.2.11

viaggio nella frontiera IV il duello e il lavoro come mandriano di jack

Lo so che no si dovrebbe interrompere   una emozione  ma  sono necessari  prima di riprendere  con il racconto  alcuni chiarimenti  e retifiche   alle  email che mi stanno arrivando  sulle puntate di questa mia serie .
 1) come mai  usi   citazioni ed  url alla fine    visto quello  che scrivi nella premessa  alla prima puntata ., perchè ti contraddici  ?
Perchè  se avete letto  con attenzione sia  lla premessa iniziale ( vedi prima puntata  ) e  leggerete le seguenti   vedrete  che  : cito direttamente  ( dove  non arriva  la fantasia  ) indirettamente  cambiandolo  \ modificando  opere artistiche e letterarie di  tale argomento . Non è  un vantare la mia cultura o dire  : <<  io so  tuto , ecc >> . Ma per  evitare  sia  d'incappare  in probabili violazione di diritti d'autore è meglio citarlo, anche per  aiutare  chi ti lege  ond e ad  evitare attribuzioni  di cose  non  tue  .
2) Sei toppo lungo e  prolisso
Vero . Infatti  è per  questo che il racconto  è  a puntate . Inoltre    il  farwest  e la frontiera   non sono  solo motematici  ma  pluritematici . E poi il ttolo lo dice  chiaramente  viaggio nella frontiera  . Se quiesta  domanda  non vi  aggrada provate  voi a scrivere un racconto   in una puntata  stimolati  come nel mio caso , dopo che avete iniziato a scrivere  , da  film , cartonoi  , fumettoi , roimanzi  , ecc   su tale genere  e nel mio caso racconti modellati  su d'esso ,  ad esempio " lo scerifffo di Bortigiadas  " ,e  poi ne riparliamo  .
3 ) citi sempre  come sito  fra  i link di  farwest.it  ,  sei il loro  promoter pubblicitatrio  o pr ? ti pagano   .
LOL .  No . il fato è che esso è l'unico portale  italiano interamente  dedicato al fawest  e alle  sue sfacettature  \ aspetti  ( vedete  gli url  ) . Ah dimenticavo  li ringrazio per  le foto visto che la maggior  parte vengono da la .
4)  perchè metti foto ed  immagini ?
per rendere   più piacevole la lettura etrascinarvi meglio nell'atmosfera del racconto in questione

dopo questa  premessa e chiarimento  il racconto può proseguire  


 

Eravamo nelll'emporio  che ultimavamo  il nostro rifornimento   , quando da  fuori si sentivano urla come se ci fosse  qualche tumulto  . Mi affacciai alla vetrata   , e in mezzo a un capanello   di gente     scorsi  Clem che  era trattenuto  da  dietro  e  che teneva  una  pistola  mano nella sinistra  . Lo sentimmo  gridare rivolto a me  <<   vieni fuori  bastardo , se  hail coraggio,, ti sfido a duello  >> . fra  la piccola folla  c'era   qualcuno  che cercava  di dissuaderlo : << Ma  smettila  ...  dove vuoi andare ... non fare il pazzo ..... vuoi  che t'ammazzi .... . che ti crei un altro buccome quelllo di stamattina  ?  Non hai visto con che velocità  ha  tirato fuori la pistola ? .Lo sai  -- la voce  ch'ero capitato da quelle  parti  si  era diffuse  più veloce  del vento --- come  è sooppranominato la mano destra del diavolo  ? Un  cugino di mia moglie  che lo ha  visto sparare  mi  ha raccontato che ha impiombato  5  banditi  in un minuto .  lo sai che  hai a che fare   con il maggior tiratore  del west  dopo Tex Willer suo fratello di sangue ,è secondo solo  a  lucky lucke,ecc  >> . Ma lui  niente   , e continuava  a  sbaitare  , se  non vieni tu  , vengo io  >>  e s'indirizzo  se pur  a fatica  perchè trattenuto da due \ tre  uomini forzuti, credo madriani o suoi compari  .
Io ormai stanco di  duelli  e sfide (  anche  se  specialemente nella prima  giovinezza  ne feci , ovviamente  evitando  ci  uccidere  o sparare  alle  spalle  , un grande uso )  e feci finta  di niente  e   decisi di non accettare   provocazione  in quanto era solo uno sbruffone e  non valva sprecarci   piombo ,  lo avrebbe  ammazzato  qualcuno più forte di lui  contiuando, nonostante  il giovane  garzone o forse  figlio del proprietario  i ricordi con il corso degli anni  van e  vengono   , s'impauri  e confondeva  o faceva cadere  le merci che  gli chiedevamo  .
Intanto dall'esterno continuarono a venire  i suoi  improveri bellicosi , quando Clem , riusci a  disvincolarsi  dalla presa  , ed entrò nel locale  continuando a minacciare  e  ad   invitarmi  duellare . Ma  al mio riso beffardo e  alla mia  risposta  con una pernacchia  , reagi'  sparando  all'impazzata ascopo intimidativo  . I  primi due colpi andarono   uno sul muro  , l'altro  colpi una lampada  .
La cosa  mi fece  sbuffare e quasi per  accettare il duello per l'incolumità  del giovane  jack   e dell'altrettanto  giovane  garzone  , ma  non ebbi tempo d'aprire  bocca  che   quell'ossesso di Clem   di stanco'  ed  acceccato dall'odio , decise  di     volermi ammazzare li'  per li'. Ecco che   Sparo  un altro colpo , ma  io mi gettai sulla sinistra onde evitare  che mi colpisse  in  pieno, visto che a  volte capita  ( soprattutto quando  s'incomincia a sentire il peso degli  anni ) non
 ero riuscito a prendere il mio ferro . Jiack , s'era nascosto  fra i sacchi di  granaglie   impaurito come un novellino , essendo alla  sua prima esperienza dl vivo in  una sparatoria e  non avendo  ancora  imparato completamente   ad  usare un arma   . Dal retrobottega  intervenne  , munito di  un  fucile  il poprietario , sparò  e  feri' Clem alla  spalla facendoli cadere  la pistola . Jack usci " dal suo nascondiglo " e con un calcio fece finire la pistola  sotto  un mobile .
 Clem  tirò  fuori  da taschino della giacca  un altra pistola , ma ecco  che  velocemente entro' nel locale , arivandogli alle spalle ,  uno dei " colossi " di mandriani che avevano stessso    scalciando  e sgomitando   priam d'entrare nel locale  . Questo gli  si buttò  dietro le spalle  e per tentare  di  prenderli il ferrò e  disarmalo . Il tentativo  fu senza  successo  visto che  nella colluttazione  parti un colpo nella mia direzione . Ma fortunatamente lo  evitai  in pieno  gettandomi sulla  destra   , misi raèidamente  la mano alla  fondina  , presi la mia pistola  e  sparai rapidamente senza  mirare ,  forse  annebbiato dalla  polvere , perchè negli agguati o  nei  duelli improvvisati per riportare a casa la pelle  suiccede  anche  cosi  . Fu cosi'  che     colpendo cosi   Clem in piena fronte  e lo  vidi ormai morto    stramazzato al suolo .Mi toccai la tempia  e m'accorsi d'esere ferito di striscio.
Finito tutto , entro lo scerifffo che  chiamo un medico ed un becchino . E c'interogò tutti e sentite le testimonianze  sia  di noi (  io , jack  e  i duie  delll'emporio )  sia  del amndriano  itervenuto e  del pubblico fuori che  aveva asssistito ala scena scagiono' me  e  il proprietario  per leggittima  difesa .
 E non  appena  vide  il volto di  Clem , mentre  gli chiudeva  gli occhi e  faceva stendere  sul corpo un telo   ,  mi disse che il viso non gli era   nuovo e  che  forse  era ricervcato e che  con molta probabilità c'era una  taglia sulla  sua testa  . Fu cosi'  che  mandò il vice  sceriffo a  controllare nell'ufficio  i fogli dei ricercati .
Egli  ritornò e confermò , i sospetti dello sceriffo , c'era una  lauta  taglia ,circa  2\3 mila $ . E mi disse   di passare  o far passare  jack per ritirarli .
Dopo  le  le rilevvazioni   della scena  , vennero  un medico  ed   becchino . Il primo   aiutato dal mandriano  e da  jack portarono via il corpo  . Il secondo  visitò il garzone ancora  sotto skock , e poi me  .Oltre  a medicarmi la ferita alla tempia  , mi trovò  una lussazione  ( forse per  la caduta  o un movimento brusco  del collo  del femore   e mi prescrisse   un mese\  due  di riposo  .Ecco  che  il vice sceriffo  e un altro mandriano  , mi  portarono  in camera .
Jack tornò  dallo sceriffo con i soldi della taglia  , andò a pagare la  loicanda dove saremo rimasti . Ma  i lo sceriffo a  nom dela cittadinanza  e il proprietario rifiutarono  e  ci ringraziarono per  aver liberato la cittadina  da un prepotente  . Idem  il giorno  doipo per  il conto all'emporio  .
I mattino dopo , visto che  devo rimanere  tre mesi fermo dissi a  Jack   << se  vuoi , può proseguire  da solo , occhio ai prepotenti >>. Ma  lui <<  non se  ne parla  neppure  una promessa e  una promessa , e poi anche se  ancora  non so quasi niente  del tuo passato  mi stai insegnando molte  cose . Aspetterò che ti 
rimetti in forma  nel frattempo  e mi cercherò un lavoro in qualche ranch dei dintorni >>
Ecco che jack , andò a chiedere allo sceriffo se qualche mandriano o ranchero cercasse  un uomo  per  un mese  . Era  in camera  da me , quando venne il vice  sceriffo  e  gli dette la  bella Notizia  << Billy holly   il  datore  di Jefferson Carson " bisonte  "  uno di quelli che intervenuto  nella  sparatoria   d'ieri   proprietario ,di un ranch  qui vicino cerca un ragazzo per la marchiatura e Il “round-up” del bestiame  se  ti và . La  paga  è  5  dollari al  giorno   vitto e  alloggio  inclusi  >> . Lui accetto volentieri  pur  sapendo dalla mia chiacchierata e dai miei racconti  che  esso è un lavoro faticoso in quanto  Le principali doti richieste ai cow-boys sono il coraggio, la prontezza fisica, la capacità di resistere alla fatica e, non da ultimo, bravura nell’equitazione e nel maneggio del lazzo. Non volendo , fare la  chioccia  oppressiva  , gli raccomandai attenzione  in quanto  anche se  in questa porzione di territorio in cui i cow-boys esercitavano la loro professione erano radi  a differenza delle zone di confine con il Messico  , gli attacchi dei “bandidos”alle  fattorie   degli stati confinanti con il Messico  , gente disposta a tutto pur di concludere positivamente una scorreria a danni delle mandrie e delle abitazioni.
Dopo  il primo mese di convalescenza potevo già muovermi anche se  con le stampelle e mi feci   accompagnare al ranch **** noto in paese  con il nome G (  lettera con cui marchiavano il bestiame  ) , vidi che  il mio figlio adottivo  per  essere  inesperto, se stava  passando bene ed imparava rapidamente . La  sua  decisione testarda   di voler  conoscere  e provare  sulla  sua pelle  , cioè fare esperienza  ,  le varie sfacettature  della  frontiera  e  del farwest  ,erano destinati a  formarlo  e  a  farlo crescere  più di quanto sia stato  io in questi  4 mesi  che  stiamo viaggiando insieme da quando lo sottrassi 4\5 mesi fa all'iniziazione  che all'est   si riserva   in maniera  non sempre ortodossa iniziazione non sempre  ortodossa a ai provenienti  dall'ovest ovvero  piedidolci

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taglie    , fuorilegge  , cacciatori di  taglie  

Violentato in casa, salvato da amici e compagni di scuola. Questa è vera amicizia

 non capisco perché se adesso è maggiorenne debba esserci il processo a porte chiuse
 
Unione sarda del 3\2\2011
 
 Olbia 
Ha subito a lungo gli abusi sessuali. Spaventato e turbato, forse anche minacciato, ha scelto il silenzio. Poi, grazie anche ai compagni di scuola, è uscito da una situazione terribile denunciando la persona che lo aveva violentato. Un ragazzo olbiese (oggi 18 anni, ma minorenne all'epoca degli abusi) è la vittima di una lunga serie di episodi rievocati ieri davanti ai giudici del tribunale di Tempio. Il processo è quello a carico di un uomo di 70 anni accusato di violenza sessuale per fatti avvenuti 5 anni fa in un appartamento del centro storico di Olbia. I giudici (Gemma Cucca, Renato Perinu e Riccardo Massera) e il pubblico ministero Riccardo Rossi hanno sentito i compagni di scuola della presunta vittima degli abusi, alcuni familiari e altre persone che raccolsero le prime testimonianze del ragazzo.
La storia è stata raccontata nei minimi particolari, grazie anche al coraggio e alla lucidità degli amici del giovane. Si tratta di un gruppo di ragazzi affiatato e unito che da subito ha affrontato una situazione difficile aiutando chi aveva necessità. Tutto inizia con radicali cambiamenti di atteggiamento da parte del giovane oggetto delle morbose attenzioni del pensionato. Un ragazzo allegro e solare che improvvisamente si incupisce e lancia segnali contraddittori alle persone che gli stanno attorno. Vengono raccolti dai coetanei e dagli insegnanti. I testimoni hanno spiegato che la vittima della violenza sessuale trascorreva diversi giorni della settimana nella casa della nonna. Qui avrebbe subito gli abusi. Il presunto responsabile delle violenze sarebbe entrato più volte nella stanza dello studente (all'epoca dei fatti 13 anni) costringendolo ai rapporti sessuali. Si tratta dell'ex convivente della nonna dell'adolescente. La vittima avrebbe anche spiegato ad un amico di aver avuto paura in quei giorni terribili. Gli era stato infatti più volte detto che le conseguenze di un'eventuale denuncia delle violenze sarebbero state pesanti. I compagni di scuola sono stati vicini al giovane anche ieri. Erano tutti in tribunale, ancora una volta pronti ad aiutare l'amico senza ferirlo. Grazie a questo comportamento lo studente sta lentamente superando le pesanti ripercussioni degli abusi. Si è costituito parte civile ed è assistito dall'avvocato Iacopo Merlini. Il pensionato è invece difeso dal penalista Giuseppe Onorato. Il legale, ieri mattina, ha messo in evidenza comunque alcune contraddizioni e incongruenze nella ricostruzione dei fatti oggetto del processo. La prossima udienza sarà dedicata all'audizione del perito incaricato di verificare l'attendibilità della vittima (il consulente della Procura ha stabilito che il giovane è capace d'intendere e di volere e sembra sincero) e uno psicologo che si è occupato del giovane. Il processo riprenderà il 20 aprile. ( a. b. )

2.2.11

Non è solo con le foto delle donne sui giornali che Berlusconi si manda a casa


Ora molti\e  di voi , mi diranno  che sono contraddittorio   perché  prima mi batto   per le  donne aderendo  all'iniziativa  meti ne tuo profilo un immagine femminile   e poi cambio idea  e   che  : << Fosse stato toccato l'interesse degli uomini col cavolo che questo Spinoza della mia minkia avrebbe ironizzato.>>
Non ho cambiato  idea anzi In un periodo in cui la stampa, voyeuristica e morbosa, sembra attribuire alle donne come unica professione “il lavoro più antico del mondo”; riscopriamo le grandi donne del passato, per permettere a quelle del presente di avere modelli diversi di identificazione e non inibire lo sviluppo di quelle del futuro ,  la  confermo  in pieno  . 
Inoltre  sono d'accordo  con quanto  dice  http://www.lerika.net/ uno  nei  punti di riferimento  fra  i  blog femminili ( nonostante  i cattivi rapporti   su cui non mi dilungo per  riuscire  a  non trasformare  la  casa in ossessione  e  non alimentarla ulteriormente  e poi  ne ho già parlato   nel mio post  uomini-e-donne-muro-contro-muro-o-dialogo-contaminazione ) : << [...] Perchè non mi va di fare frasi fatte, ma davvero, mi piacerebbe tanto che al mondo nascessero/ crescessero più Madri Terese che Mare Carfagne, più Marie Montessori che MariestAlle Gelmini, più Rite Levi Montalcini che Barbare D’Urso, più Elisabette I che troiette -senzanome- di Gheddafi, più Jane Austen che Ruby; e sì, lo dico, magari anche più Gabrielle Bonheur -Coco- Chanel che Chiare Ferragni.
Siamo donne normali, ed ogni giorno questa nostra normalità è passata al setaccio per trovare un difetto, uno qualunque, per incriminarci. Per dirci, che sotto sotto, se non ci va bene così è perchè, probabilmente, siamo dei cessi a pedali senza stile e pure poveracce. E che non saremo mai abbastanza belle e ricche ed abbastanza facili (prede per qualche riccone) per fare qualcosa di grande. O se non altro per campare. Io non voglio che mie eventuali figlie nascano e crescano con la mentalità che sta passando per buona. Io non voglio che questo passi per giusto, o logico, o progressista. O normale. Io sono normale.
Io sono io. Ma questa settimana sono stata Peggy Guggenheim. Nessun bambino lebbroso guarito dalle piaghe, nessun voto di povertà, castità ed obbedienza, nessuna grande scoperta scientifica. Ma se stessa, semplicemente. Con tutte le sue stravaganze. Ed il suo amore, la sua dedizione e la sua fede per l’arte.E voi chi siete/sareste state, oltre a voi stesse?per  riuscire  a  dimenticarla  meglio  
>>
qui non vi  si  sta prendendo in giro la  vostra  nobilissima causa  oh  donne , ma si critica   l'atteggiamento di certi giornali che pretendono di far cadere Berlusconi  solo sugli scandali sessuali e sulla sua sessualità malata . da porno dipendente estremo  . E poi  Spinoza   e contro tutti\o  infatti  guardate  questa  vignetta. 

 Concludo con quanto dice  Sun Tzu  nel commento a questo foto sulla bacheca di fb di  Sinopia  <<  
J. Baudrillard, L'agonia del potere (mimesis)

"La violenza dell’immagine (e, in generale, dell’informazione o del virtuale) consiste nel far sparire il Reale. Tutto deve esser visto, tutto deve essere visibile. 
L’immagine è il luogo per eccellenza di questa visibilità. Tutto il reale deve convertirsi in immagine, ma quasi sempre è a costo della sua scomparsa. È d’altronde proprio nel fatto che qualcosa in essa è scomparso che risiede la seduzione, il fascino dell’immagine, ma anche la sua ambiguità; in particolare quella dell’immagine-reportage,dell’immagine-messaggio,dell’immagine-testimonianza. 
Facendo apparire la realtà, anche la più violenta, all’immaginazione, essa ne dissolve la sostanza reale. È un po’ come nel mito di Euridice: quando Orfeo si volta per guardarla, Euridice sparisce e ricade negli inferi"all'immaginazione
Spinoza uber alles! >> 

1.2.11

viaggio nela frontiera Il Rodeo , un cavallo per Jack, il mio ultimo duello III°

                               Dopo aver preso commiato dal resto della Carovana  e   lasciato il capolinea ci rimettemmo in viaggio in due  su un cavallo e  vista   la breve distanza circa 4 miglia  dal confine decidemmo  non fermarci  almeno per  il momento comprare   un  secondo cavallo 
 Durante  il viaggio , non sopportando  a lungo il silenzio  e  non potendo  parlare  come di solito  faccio con i mio cavallo,per  rompere la monotonia  chiesi   a  Jack  de perchè  dei suoi silenzi e del suo carattere   tacoiturno . Lui mi rispose << mi hanno insegnato a parlare  solo  se  interrogato ed  a non prendermi troppa  confidenza   con gli estranei e con a gente  che  si conosce  appena  >> . La  sua risposta  mi confermò , che andava  svezzato  per  diventare   uomo  fu cosi che  gli dissi  <<  non ti preoccupare  è umese  che  viaggiamo insieme  , prenditi pure  tutta  la conffidenza  che vuoi . Meglio un tipo , anche se   tu non mi sembri tale  , chiaccherone  che   il silenzio >> . Risate da parte  sua   ed u timidissimo ok . nizio  quindi a parare  ed a raccontarmi di se e del perchè  aveva  intrapeso  il viaggio nella frontiera  .
Fu cosi che    senza  accorgecene varcammo il confine  , ma  ci dovemmo fermare   alla prima  cittadina , in quanto  il  mio furia  non ce la faceva più  a sopportare  il peso di due  persone  .
Entrammo , quindi  ,  a  *****  per far riposare il cavallo e  cercarne uno nuovo  prima  di ripartire per le ultime terre selvagge. Ne  approfittammo per  sgranchirci  un po' e  cercare un cavallo per  jack  , visto  che  c'era  un rodeo  

e  forse come d solito capita  in queste coccasioni   una fiera  di cavalli .Ma niente   purtroppo  .  Dopo aver  girato  infruttuosamente   tutta la mattina  per il paese    entrammo   in un saloon a buttare giù qualcosa  da mangiare . A pasto quasi concluso  s'avvicinò uno degli organizzatori  dell'annuale  rodeo , appena  mi vide e mi riconobbe , esclamò sorridendo   << ma  guarda  , guarda   chi  abbiamo qui il famoso Sam Cottons , il maggiore domatore di cavalli selvaggi  >> e si sedette al nostro tavolo  . Dopo  le presentazioni con Jack , mi chiese  s'ero ancora in attività  e se  volevamo partecipare  al rodeo . Io rifiutai , perchè ormai sono vecchio e stanco per  tali genere di cose   mentre Jack acetto , nonostante  gli lo sconsigliai  vista la  sua inesperienza . Infatti appena salito sul cavallo da  domare  , cadde  fortunatamente   senza  gravi  conseguenze  , solo qualche ammaccatura  guaribile  in una settimana  .
Ma  ecco che stavamo per  andare  a  riprenderci furia  e  provare  a cercare nella città vicina , quando vidi nello spazio  del rodeo  un belissimo cavallo selvaggio , e ritornai  ai tempi in cui facevo prima  il mandriano   ne ranch di famiglia  e poi  i rodei  .Andai  a cercare l'organizzatore  chiedendogli s'era ancora possibile iscriversi , lui  mi guardo sorridene  << cambiato idea  !!? >> , << Mi  serve quel cavalllo per il mio amico  >> .
Lui mi sconglio << lo so  che sei  un ottimo  addestratore e  hai esperienza  . Ma  guarda  che  quel cavallo  è un autentico demonio  ! non per niente lo chiamano  Dinamite . E da quando  organizzocon mio fratello    rodei ,  circa  3  anni  ,  che nessuno   riesce a  domarlo e  a rimanercoi in groppa  per  più di  2 minuti   >> . Io testardo , nonostante  anche  jack di solito taciturno  me  lo scongliò ,   m'iscrissi lo stesso  ,  ci serviva  un cavallo o no ?  .
Nonostante l'età   riusci nel giro di  40-60 minuti  domarlo e a farlo sfogare  . Jack  stupefatto e Il pubblico  in deliderio e  sorpreso  . Il proprietario  eccitato  , mi restitui  i  10 $ d'iscrizione  e mi regalo il cavallo  .
Stavamo per  andarcene  quando fra  gli adetti del rodeo  s'alzo la voce   di  un prepotente  ed un spaccone  : << Signori organizzatori  vi ricordo  che Dinamite  m'ero strato promesso , se Se ben ricordate  >> . Il proprietario non ricordava di averli fatto uan simile promessa . Lui continuo ad insistere <<  Non me   ne stupisco Mister , avete tante  preoccupazioni  ,Comunque la mia menoria  e buona  e tanto basta  >> . Intervenne a difesa del proprietario  suo fratello che abbandono  il tavolo su cui stavamo firmando  il passaggio di proprietà di Dinamite  << Un momento ... se  mio fratelloche  ha  ottima memoria  ed  è raro che dimentichi le promesse  , vi prego di non insistere Signor Clem >> . Lu s'arrabbio  << osereste  mettere  in dubbio la mia parola ? >> . Jack , mi tirava 
 per la  giacca  mi diceva  doi lasciar perdere  ed  andare   a comprarne un altro  nella vicina città . Ma  vstochemi danno fastdio , i prepotenti e  gli sbruffoni   itervenni nella  questione << Io si ed  aggiungo qualcos'altro che  sei un lestofante  visto che pretendi che  ti venga mantenuta  una promessa  che  a quanto pare  non è ma stata fatta e  ti  voglia prendere  le cose  che non t'aspettano  >> . 
Queste mie parole  lo fecero arrabbiare  ancora  di più e porto  le  mani alla  fondina  per  tirare  fuori la pistola per spararmi , ma essendo io  avezzo (  anche  se  erano anni che non sparavo e quindi  fuori allenamento , bastava la mia fama  per  metterli a tacere  proprio com'era successo il mese  scorso  quando conobbi  Jack ) all'uso delle armi , nn  gli diedi  il tempo perchè tirai ancìio  velocemente  la mia colt e  lo colpi di striscio ala  mano  e  gli  feci cadere  la   sua pistola  e poi  con una rapida  mossa non gli diedi  il tempo  di  raccoglierla . Se ne andò con la coda tra le gambe tenendosi la mano sinistra sanguinante  ,  giurando  e  gridando pubblicamente ed ad alta voce  che me  l'avrebbe fatta pagare  appena mi avrebbe  rivisto .
 Il  contratto  fu firmato e Dinamite divenne nostro  , Offrimmo da  bere  a tutti gli adetti  al rodeo .  Dopo di che ci fermammo  all'emporio per comprare  le provviste  in caso , visto la lunga  distanza da *****  a***** .
Ma  ecco  che entro'  con la pistola spianata Clem , nonostante   tutti  presenti  nel locale   e la gente   che  s'era  radunata   vedendolo entrare come una furia  gli sconsigliassero e tentarono di trattenerlo a forza (  ma  senza  esito )   visto che   :  oltre  ad essere    ubriaco  aveva la mano destra  fasciata  e pur essendo  un buon tiratore  (  dal quel che si diceva  in paese  ) non era  in grado di sparare , che chiedeva vendetta  o  desideroso d'ottenerla  a tutti i costi . Ecco che  sparo  , fortunatamente  colpi  delle botti di vino .  Tento di sparare  ancora , ma io  mi gettai sulla  sinistra  e con un rapido colpo sparai per ferirlo , alla spalla , ma ubriaco barcollo' e il mio colpo , lo colpi in piena fronte . 
Tutti rimasero , soprattutto  jack non abituato ad un duello dal vivo  , sbalorditi sia per la velocità con  sparai  anche stavolta  . 
Dopo i rituali legali  con lo sceriffo , e i saluti di rito a gli amici potemmo  partire  Anche se potevamo fermarci  in una locanda  e partire  il giorno dopo , visto che ormai il sole  stava tramontando   per  far spazio alla notte  .




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  • Tex  il passato di tex  ( il passato di tex ,  dinamite , la babda  di Gulver  city , agguato a sant'antonio ,il giudice  colt  ) in  Tex la lancia spezzata n 40 i fumetti di repubblica  espresso
  • http://www.youtube.com/watch?v=SlbNon5wTiw
  • duello finale  del famoso  " il bello  , il brutto , il cattivo "  di Sergio leone , da  cui  ho preso tramite il mio cattura  schermata  la quarta  foto del post  d'oggi  foto   a destra  
  • http://www.farwest.it/?p=144

La voce delle suore di frontiera: "A Erode gridiamo: non ti è lecito"


La voce delle suore di frontiera: "A Erode gridiamo: non ti è lecito"

pubblicata da Daniela Tuscano il giorno lunedì 31 gennaio 2011 alle ore 22.19



L'intervento di Madre Giarretta all'Infedele: ma i maschi dove sono?

Stasera a "L'Infedele", la trasmissione di Gad Lerner su La7, sarà letto questo testo di suor Rita Giarretta, della comunità di accoglienza Rut di Caserta.

Da anni, insieme a tre mie consorelle (suore Orsoline del S. Cuore di Maria), sono impegnata in un territorio a dire di molti "senza speranza". Un territorio, quello casertano, dove la piaga dello sfruttamento sessuale è assai presente (...). Oggi, osservando il volto di Susan chinarsi e illuminarsi in quello del suo piccolo Francis, ripensando alla sua storia - a 16 anni si è trovata sulle nostre strade come merce da comprare - sono stata assalita da un sentimento di profonda vergogna, ma anche di rabbia.
Alessandro Tiarini: "Erode e il Battista" (sec. XVII)
Ho sentito il bisogno, come donna, come consacrata e come cittadina italiana, di chiedere perdono a Susan per l'indecoroso spettacolo a cui tutti stiamo assistendo (...).
Sono sconcertata dall'assistere come da "ville" del potere alcuni rappresentanti del governo, in un momento di così grave crisi, offendano, umilino e deturpino l'immagine della donna. Inquieta vedere esercitare un potere in maniera così sfacciata e arrogante che riduce la donna a merce e dove fiumi di denaro e di promesse intrecciano corpi trasformati in oggetti di godimento. L'indignazione è grande!
Come non andare con la mente all'immagine di un altro "palazzo" del potere, dove circa duemila anni fa al potente di turno, re Erode, il Battista gridò: "Non ti è lecito, non ti è lecito!". A nome di Susan, sento di alzare la mia voce e dire ai nostri potenti, agli Erode di turno, non ti è lecito! Non ti è lecito offendere e umiliare la "bellezza" della donna; non ti è lecito trasformare le relazioni in merce di scambio; e soprattutto oggi non ti è lecito soffocare il cammino dei giovani nei loro desideri di autenticità, di bellezza, di onestà. Tutto questo è il tradimento del Vangelo, della vita e della speranza!
Ma davanti a questo spettacolo una domanda mi rode dentro: dove sono gli uomini, dove sono i maschi? Perché sono le loro voci, anche dei credenti, che si alzano chiare e forti. Nei loro silenzi c'è ancora troppa omertà, nascosta compiacenza e forse sottile invidia. Credo che dentro questo mondo maschile, dove le relazioni e i rapporti sono esercitati nel segno del potere, c'è un grande bisogno di liberazione.
E allora grazie a te, Susan, sorella e amica, per aver dato voce alla mia e nostra indignazione, ora posso, come donna consacrata e come cittadina, guardarti negli occhi e insieme al piccolo Francis respirare il profumo della libertà e della dignità.

Suor Rita Giarretta ("la Repubblica", 31/1/2011)

31.1.11

viaggio nella frontiera II ° la carovana


L'elenco dei componenti della carovana  era  completo . Ed il suono del triangolo ne segnalava  la  partenza  . 

E proprio mentre  legavo furia  a carro  e  parlavo con jack , m senti chiamare da dietro , mi  girai  e con  grande  sorpresa  vidi Davy Crockett  junior nipote  del grande  Davy Crockett . Un incontro inaspettato era " dalla notte dei tempi "  che non  ci vedevamo , precisamente  da  quando  attraversai la frontiera  con una carovana di mormoni . Gran Viaggio  formativo visto che lungo il cammino s'era  unito il  suo  carro , allora  faceva il mercante  .  Ma  anche avventuroso   visto che  Il gruppo, guidato  da  due mercanti di cavalli,mi pare che  si chiamassero   Tommy e Sandy incontra dei fuorilegge che impongono le loro regole di violenza; questi ultimi violentano anche una ragazza indiana e l'ira dei pellerossa rischia di travolgere anche gli innocenti. Alla fine diventa risolutivo l'intervento di Tommy e Sandy e tutto il convoglio arriva finalmente a destinazione.
Mi venne incontro , mi abbraccio e nel salutarmi mi disse  : << Ma  guarda  chi  si rivede ,il grande Sam  e  suo figlio >> .  Risate  da  parte mia  di Jack  e perplessità da  parte sua  << ma  come  in tutti questi anni  non ti sei fatto ancora una famiglia  ?  sei rimasto il solito scapolone  o sbaglio  ? >> .Caro Davy non sbagli,preferisco ancora  la mia  libertà  e .... .  I  capi guida   annunciarono la partenza  e  io Davy  salimmo sul carro  e  ci unimmo a Jack . Ripresi il discorso interrotto  raccontandogli il battibecco  avuto al saloon con i bulli  e  gli  presentati  il mio nuovo  amico Ci  offri un cicchetto  dalla  sua  fiaschetta .
Jack , timido e impacciato com'era  rimase in silenzio ad ascoltare il racconto del precedente  viaggio carovaniero e le  varie  avventure e  ricordi  , provenienti  da  quel fiume in piena di di  Davy .  Poi venne  un rispettivo , se  pur  parziale , scambio   interrogatorio   fra me  e  Davy su cosa  avessimo  fatto dopo  quella  famosa  vicenda .


Prima che Morfeo di ci prendessee  i coyote  inizano ad  urlare,  Jack   che  non aveva  aperto  bocca , se  non per  ringraziare  e  chiedere da mangiare  , mi chiese  come  mai  da  viaggiatore per la  maggior  parte   solitario  , avessi  dopo  il mio primo viaggio , deciso di riprendere a  viaggiare  con una carovana  Per spiegarli  come  mai preferivo  viaggiare da  solo , gli  raccontai d'un altro mio viaggio carovaniero in cui  dovetti   trasportare un carico di whisky destinato ai coloni del Colorado è tenuto a stretta sorveglianza dalla cavalleria che deve proteggere il convoglio dagli attacchi dei pellerossa, dai puritani della Lega della Temperanza e dalla milizia civile . Ma  essendo capitata questa  occasione , non feci il difficile  ,  visto che un uomo di  frontiera deve  adeguarsi  anche  a viaggiare in compagnia , non può sempre  farlo  in solitario .E soprattutto  non tutti i Mormoni sono violenti e commettono stragi come quelle di Il massacro di Mountain Meadows
IL viaggio  procedete normalmente  fra scambio d'opinioni e  dialogo  fra gli esponenti delle diversi fedi ( protestati , cattolici  , mormoni  , la  maggior parte  della carovana  , mormoni .
Essi sfociavano  a   volte con polemiche furiose  ed  incomprensioni ( poi risolte   e chiarite  grazie  a me  e a  una delle guide  un certo  Pat Robson se non ricordo male  )    tra le  vecchie  generazioni   ch'erano  i  più chiusi e   vicino al fondamentalismo e  le nuove  abbastanza  aperte e pronte al dialogo   anche se rimanevano sulle lor posizioni  . Gli Indiani per  il momento non si fecero sentire , forse perchè ancora  non eravamo penetrati  nei loroi territori o forse perchè ormai quasi debellati dalle guerre   e dale malattie  che avute  con il contatto fra  no bianchi  oppure provocate   da  noi stessi per  indebolirli ed  annientarli senza spargimento di sangue   .  A parte gli ovvi problemi che riguardano tutte  le carovane  risolvibili più o meno nell'immediato  , l'unico intoppo  serio  fu  quasi  verso la fine  della stagione degli amori   una mandria di bisonti in accoppiamento , nel quale i maschi  ingaggiano accaniti combattimenti per il possesso delle femmine , dovetti faticare non poco  per  convincere  che  in quel caso non serviva  sparare  perchè avremo potuto creare  prestesti perchè ci caricassero  . Solo  una volta , quando  finita tale  stagione  ,  Ne uccidemmo due\tre   per  procurarci provviste   , poi arrivarono  un gruppo d'indiani a cacciare  . Ad u certo punto sembrava che  soi stessero dirigendo verso di noi  , per attaccarci e prendere i nostri scalpi , addirati per come avevamo ridotto i bisonti, ma soprattutto  perchè credevano che facessimo come  gl altri pionieri che  per hobby \ divertimento o  per lucrare sullle pelli  oltre che per gli ostacoli che i bisonti creavano alle tratte ferroviarie lasciavamo carcasse  , ma soprattutto  stavamo invadendo il loro territorio .
Eravamo pronti a prendere  le  armi quando  senti' il capo tribù , rivolgersi a me  che  ancora  ero senza  un arma  ed  io e Davy  invitammo   gli uomini della  carovana  a non sparare  e a mettere  giù  le armi sia per  provare   se la cosa si poteva risolvere pacificamente  sia  perchè credevo che  gli Indian   fossero solo a caccia di Bisonti .
M'avvicinai per trattare  , a piedi  e  disarmato con le  mani alzate  e  un telo  bianco  legato come una bandiera  bianca  nella  sinistra , quando il capo indiano , non appena  mi vide scese  da cavallo e mi venne  incontro pronunciando il mio nome indiano , Balla  con i Lupi .
La  cosa    inizialmente mi lascio sorpreso perchè solo poichissimi conoscono i miei nomi indiani . Poi , dopo aver scavato nei  miei  ricordi , mi ritorno alla mente unnepisoio di qualche anno fa  in cui (  che  ora mi ritrovavo davanti come  capo tribu' )   avevo salvato la vita ad  indindiano   liberandolo e aiutandolo ad uscire  da  una trappola  per lupi fatta da qualche  cacciatore di frondo  . Esso  mi abbraccio e mi chiese spiegazioni  e io un po' a fatica   (non parlandola  più  avevo quasi completamente  dimenticato la loro lingua ) e fu cosi  che  egli  diede  ordine  ai suoi di cacciare   solo i bisonti  e  di lasciare stare noi bianchi  .
Grande applauso  e  festeggiamenti nela carovana  , anche da parte dei più fondamentalisti i più attaccati ala  vita  ma nel loro cieco fanatismo non esistano ad arrivare ad uccidere chi pratica   cose  che vanno contro la loro morale  . E  fu  cosi che fui  eletto   come nuova  guida  .
Dopo ver  fumato  con le  guide e anche  con me il calumet  della pace  , potemmo proseguire   fino al capolinea. Arrivammo a ****  e Davy   arrivo al capolinea  e  ci salutò e ci abbracciò con le lacrime  agli occhi regolandomi  , sapendo dela mia passione per le armi mi regalò  la la  sua  colt  che  ricambiai  con  il mio berretto di pelliccia  di castoro   simile  a quello usato dai Canadesi in particolare dal comandante Mark  contro  gli Inglesi
Il viaggio duro ancora  due  giorni ed  arrivamo  al capolinea una cittadina di condinetra  La californai e Oregon . Ma  casa era ancora lontana  e  Jack ancora  non aveva  trovato  dove stabilirsi , visto che con i mormoni  on andava  tanto d'accordo  . Ecco che allora  decisi di continuae  a prenderme cura   e  di svezzarlo completamente ed invitarlòo ad aprirsi ulteriormente viisto il suo carattere chiuso  e taciturno

il massacro di Mountain Meadows
http://www.farwest.it/?p=225

http://it.wikipedia.org/wiki/Davy_Crockett
 i  bisonti
il comandante  Mark

Lia Pipitone figlia ribelle di un boss uccisa da Cosa nostra non è per lo stato italiano vittima della mafia.

La storia di Lia Pipitone è davvero tragica e complessa. Lia Pipitone fu uccisa nel 1983, e nonostante le circostanze del suo omicidio, lo S...