21.2.11

finalmente un presidenre di una squadra di calcio che si ribella a gli ultrà . perché non lo fa anche Moratti e co


CESENA

"Minacce inaccettabili
Non iscrivo più la squadra"

Dopo il raid di quattro tifosi bianconeri nello store ufficiale per chiedere l'esonero di Ficcadenti, il presidente del club romagnolo medita di lasciare: "Vendo i giocatori di valore,  l'inciviltà non è tollerabile e va combattuta con le buone e con le cattive"


"Minacce inaccettabili Non iscrivo più la squadra"
Igor Campedelli
CESENA - Terremoto in casa Cesena. Il presidente Igor Campedelli minaccia di vendere tutti i migliori giocatori e non iscrivere la squadra al prossimo campionato. Lo ha comunicato lo stesso numero uno del club romagnolo  durante una conferenza stampa nella quale ha denunciato l'incursione avvenuta sabato di quattro tifosi romagnoli nel Cesena Store, negozio di prodotti ufficiali presso il quale lavora come "commessa e responsabile marketing" la stessa moglie di Campedelli, per chiedere l'esonero del tecnico Ficcadenti minacciando di sfasciare il negozio.

"NON TOLLERO L'INCIVILTA'" - "Accetto la contestazione ma non le minacce: se questa è Cesena vendo i giocatori migliori e non iscrivo la squadra al prossimo campionato - ha detto Campedelli - . Ho preso il Cesena che era zero e  sono pronto a restituirlo a zero: non si va in negozio a minacciare di spaccare tutto. L'inciviltà va combattuta con le buone e con le cattive. Tutto questo è colpa di pochissime persone che fanno troppo rumore e alle quali anche la stampa dà troppo spazio. Voglio che Cesena sia e rimanga quello per la quale è famosa in tutta Italia, ovvero una oasi di serenità. La contestazione non fa paura ma l'inciviltà non la tollero".

MESSAGGI E PETARDI CONTRO IL PRESIDENTE
 - Oltre al raid di sabato pomeriggio ci sarebbero stati nell'ultima settimana altri episodi minacciosi nei confronti del presidente: un petardo contro le vetrate dello stesso negozio 
e una serie di messaggi arrivati presso la sede bianconera. 

una prima vittoria nella lotta alle mie cattive abitudini


Essa è avvenuta su fb . Lo so che non devo prendere il web come vita reale  , ma è proprio li che è avenuta . Essa  è importante  perchè è proprio dal web ( sulla vita reale  le  ho già sconfitte  , anche se il pernisero ritorna  ma  riesco a farmi attraversare  senza  farmi coinvolgermi) che  ancora  fino a qualche tempo fa continuavo a farle  o  pensarci perchè ero , adesso di meno  ,un tipomtroppo orgoglioso e  sensibile  e volevo a tutti i costi sapere il perchè , e reagivo male quando  non me  lo spiegavano le persone   per  questo loro atteggiamento  . 
Come  esempio ***** che  m'aveva  prima dato l'amicizia  e p quando gli ho chiesto  senza  volgarità o allussioni da maschio alluppato  se gli andava d'uscire per conoscerci meglio e scambiare quattro chiacchere  ed  andare al cinema  . LI  avevo postato   con il suo nome  e cognome  e senza  nessun atro riferimento la  canzomne come una pietra scalciata  degli ec articolo31 .

Stavolta **** un tempo postina  a Cellamonte e ora responsabile ufficio postale diretrice  dell'ufficio postale  di  Mirabello Monferrato  riprovata  a  contattare  dopo anni (  avevamo  io  22  e le  23 )  mi aveva mandato  giustamente  a  Fncl perchè ero troppo insistente  ed  appicicoso  , Prima  accetta la mia richiesta  e poi , vado a ringranziarla  sulla  sua bacheca  e  scopro che  nel iro di  tre minuti   avevo annulato  tutto  , gli ho rinviato la  rivhiesta  e poi scritto  una lettera    chiedendoli se  'era lei o fb  che m'aveva  canclato dai suoi  contatti e    ( a volte facebook  fa  questi errori )  senza  differenza  delle altre  vote  che   quando reagivano  cosi senza  un adio o un perchè  scrivevo   email.
Stavolta  non ne  ho sentio  il motivo . Semplice  non sempre la risposta  è  immediata  e  non sempre  c'èu pechè . E che  certe persone  è meglio  perderle che trovarle  , specie  quelle che cambiano decisione  nell'arco   di pochi minuti . Posso  capire la  paura  la diffidenza  d'accettare il contsatto di uno sconosciuto  un vecchio seccatore , ma  lameno  non farlo  cosi rapidamente . pèreferisoc  un rifiuto diretto o la  cancellazione dopo  un po' piuttosoit  che l'accettazione  seguita dopo neppure  qualche secondo da una cancellazione  .

viaggio nella frontiera VII° la mia famiglia e il mio unico vero amore

Dopo  che  tornammo  dalla  caccia , ci preparammo  alla cena  , ed  in un momento d'intimità jack mi chiese , stavolta senza  nessuna premessa  e nessun timore di ferirmi o  d'essere  indiscreto  , di raccontargli come  conobbi Nuvola  rossa  e la  sua tribuù  visto  la  familiarità  che  ce'è  fra me   lui  e  i suoi membri , oltre le consuete domande  sull'unico vero amore   dela mia vita  (  come la  conobbi ,perchè quel nome donna  che  che  scalcia   se ce l'aveva  prima  di conoscere me  o dopo  ,  come nacque  la nostra storia  , come seppi della  sua morte  , come mori'  ,  come  mi vendicai ) . Ma  non feci in tempo a risposndere  che   ci  chiamarono  per  cena  . Durante la cena  nuvola rossa , mi vede  triste  e pensieroso , ma dissi che non era niente , lui sembra  essersi accontento dato che non insistette  , Ma poi , mentr   jack  fu distratto  dai bambini ,mi rifece la domanda  
Io  fu intrappola  e gli spiegai   gli spiegai il problema e chiesi il suo aiuto   nel raccontare  a Jack  le parti che lo coinvolgevano e d'intervenire  \ parlare  lui al mio posto  in quelle più tristi  e  dolorose  qual'ìora  io non  ce  la facessi o fossi in difficoltà  . Egli si offri'  d'aiutarmi oltre che  per  spirito fraterno perchè la  cosa lo riguardava  direttamente    essendo donna  che scalcia  sua   figlia addottiva ,  nipote  di una sua cugina  . 
Non appena  i bambini andarono a letto  , ci sedemmo intorno al fuoco e dissia  jack  : << Poichè  tale   episodio del mio passato e fra  i più difficili e  tristi  , visto  che  è  ancora recente  .... >> lui m'uinterruppe  <<   e   se  nonn ne  vuoi parlare   e tenertelo fra i tuoi precordi  , possiamo cambiare  discorso >> ,  io oltre  a commuovermi e  dirgli che non c'eranoi problemi riporesi il discorso  <<  .... avrai modo  di  sentire   quello chemi hai chiesto  . Però  visto  che non so se  rispetto ale altre volte  riuscirò a fare  un discorso lineare  e comntinuò ,  il mio racconto sarà  a pezzi  e  nel mio racconto  sarò aiutato da Nuvola rossa  che in  queste mie vicende   è stato parte attiva . Quindi la sentirai raccontata  a due   voci  due  voci , cosi  le  mie  lacrime  , saranno  più facili da sopportare  visto che  proprio in questi  giorni ne cade l'anniversario .>>  Jack  divenne rosso  dall'emozione  e attese  con ansia  l'inizio  del racconto  .
Aggiungemmo un' altro  pezzo di legna   al fuoco ed  il racconto ebbbe inizio  .
<< Se non ricordo male , in quanto il diario   è andato  perduto durante  un trasferimento  della  tribù . In esso  annotavo tutto quello che  mi succedeva  e  i miei pensieri ed  emozioni  ed  i miei pensieri suicidi  in quanto mi trovai in crisi identitaria  non sapendo se  appartenevo a mondo dei bianchi o  a quello  degli indiani o pellerossa (...)   Jack stava  per   interrompermi e farmi qualche domanda  ma  lo anticipai .  (.... ) Ma  che  poi riusci' a risolvere   con l'amore  di  donna  che scalcia  >> . Era il periodo  in cui  dopo  la vendetta dei familiari adottivi  avevo  deciso, dopo aver vagato ancora  qualche anno  ,senza successo alla  ricerca  dei miei genitori naturali  , di  fermarmi  e  di diventare  agricoltore  e stabilirmi  in una casa  isolata  ai margini delle praterie abitate dai Lakota ad est  , da  sioux  ad  ovest  e da qualche  trapper che resisteva  ale  incursioni dei crudeli  Pawnee
Passai  il primo mese  con la sola compagnia del mio  primo cavallo che  allora  si  chiamava  Jolly Jumper  che  usai oltre  che per far  andare  l'aratro  anche per muovermi ed andae in città  a vendere la  sovrabbondanza  del mio   orto o pelli  d'aimali che cacciavo  ed  acquistare sementi e  cartucce \ polvere  da sparo  . Tenendomi lontano dai saloon . sia perchè  volevo  evitare  prepotenti , essere spennato  al tavolo da  gioco , ed usare  l'alcool come mezzo per dimenticare  , ma  soprattutto perchè il cibo  e le bevande  non sempre  erano d'ottima qualità come ora  , ma perchè (  anche se ìain questi ultimi anni   tale divieto sta scemando  ) l'etnie diverse   non erano benvenute . Accettavano di malavoglia  quelli di colore  ma   gli orientali  ed  in particolare i cinesi entravano a  loro rischhio  e pericolo della loro  vita e  agli indiani   erano rifiutati , nella maggior parte  d'essi ,  per legge . E  quindi ero una categoria  a rischio ,essendo iglio , anche se  addottato , di un Cinese e  un Indiana  .  
Ogni tanto la mia  solitudine  era  rotta  da  lupo (  che  chiamai  affettuosamente Due Calzini)




 e che rassomigliava  ad  un'altro  lup incrociato con  un cane   che   gli indiani e chiamavano Zanna Bianca   e di cui avevo sentito   parlare     durante  il periodo in cui feci  il cercatore  d'oro ....   .>>
Jack <<  questa  non me  l'avevi  parlato , avresti dovuto essere ricco  allora  >>
<< Sai com'è >> risposi  <<  invecchiando   si perdono  colpi  . Invece  no  , perchè  1)  per potermi comprare l'attrezzatura  feci  un prestito , con quello che poi  quello che poi si  rileverà un usurario  e  un imbroglione . Ma  riusci  sia  a catturarlo e consegnarlo  ai rangers  , sia  ad  estinguere  il mio debito  ., 2) sia perchè ,  fui spennato a pokeer  ( da quel momento  imparai  tutti i  trucchi e  i  giochi   di carte  per evitrare di  farmi imbrogliare da  bari, se mai mi fosse capitato  di giocare   per passatempo o lavoro di rangers  )    da  un professionista  un sospetto baro  . >>  
ripresi il racconto << ....Ma  fu  l'incontro con la vicina tribù di indiani Sioux, in perenne lotta con la confinante tribù dei Pawnee, porterà un senso nuovo alla mia vita   a desistere  dai miei propositi suicidi e che mi fece trovare me stesso . La crescente stima.innamorarsi e scoprire che la Fiamma dell'Amore non si spegne mai...oltre tutte le culture e gli spazi... e rispetto verso questo popolo nomade e, non ultimo, l'amore e la promessa  di  matrimonio con Alzata Con Pugno, una donna bianca adottata dalla tribù quando era una bambina, mi poterà  a  cercare  una  forma  di sincronitismo   fra  le  due  culture   e  condividendone i problemi ed i sentimenti  ma senza  rinnegare   rinnegare definitivamente la mia cultura precedente  ed  archiviare il mio passato di uomo bianco , anche  se   ogni tanto  ritorna  spesso mitizzato come hai pottuto notare  nel  corso del viaggio fin qui fatto . Fu in questo contesto che conobbi la  squaw  donna  che scalcia di cui in seguito   m'innamorai  , mandando alle ortiche il mio passato quasi  misogino , e poi da single  in  cerca  d'avventure   che considerava una relazione stabile (  matrimonio compreso )   come  un qualcosa  in cui  tipi  ordinarii sognano  donne straordinarie  che invece  sono  ordinarie  e  sognano tipi straordinari i  . Concezione  nata  dopo due storie  d'amore  andate male  . 
La  prima, durante  il periodo   in cui feci il cercatore  , Lena Parker in arte  Doretta  faceva  la pin up  e  l'intrattenitrice  nei saloon , era  una  approfittatrice \  una  gatta  morta ., la seconda  Lola  , quando condussi  un  carovana  di donne , perchè  valeva cambiarmi a tutti i costi e d'era  troppo fanatica   sia  verso il tabacco  che verso l'acool . 
Appena  vidi  Donna  che scalcia  la  vidi  e mi presi una cotta,pensai,  mi  sono incastrto di nuovo  passerà  . Ma poi  , invece , rimanendo nella tribu  , conoscendo la  sua storia  e  scoprendo  dei punti in comune  pensai che noi uomini  non siamo tutti uguali ma l'amore non lo sa e fa danni devastanti ovunque va... ".Viverlo di notte e di giorno , in qualsiasi luogo senza limiti di tempo e di paletti. L'Amore è gestualità è un percorso in silenzio di sguardi e di parole sussurrate...all'occorrenza anche con tutta la Voce dichiarate...ma la cosa certa...l'Amore è una Fiamma che scalda



 fedelmente e non dà nessun rimorso.Infatti cosi  fu  che dopo anni rincominciai ad  innamorarmi di nuovo  e  fu grazie  a lei  che ritrovai  la  fiducia in me stesso  , superai quella crisi di cui ti parlavo prima e dalle sua  storia   imparai a non rinegare  completamente la mia cultura di  uomo bianco    anche se imposta precedentemente  ( sia quando fui messo in un orfanotrofio , sia   quando  fu  presa  da  banditi )   ma di cercare di conciliare ed  integrare le due culture  . Rientrai nei rango dei ranger   , da  cui  ero uscito disgustato  , per  gli agganci  politici  e  finanziari di cui godevano i potenti  ( ed  in particolare  quelli che poi ucideranno   la morte  sia   dela moglie di tex  , sia la mia amata e futura moglie  ,  era  ancora  in lutto dal precedente marito   , altrimenti  ci saremmo sposati subiyto , talmente era l'ardore dela nostra passione  )  fu  grazie alla tribu' di nuvola rossa nela  quale  m'ero introdotto  e  e  d integrato benissim che ottenni il mio secondo nome indiano  ballaconilupi (  che  quello    che hai appreso anche  tu  ) . Il nome mi fu dato  perchè  un giorno forse ubriaco o per esorcizzare la pioggia  mi misi a ballare  intorno ad  un falo'  al fuoco insieme  a due calzini   come fanno gli indiani e  come  appresi dai vecchi indiani  ormai civilizzati  ed  integrati   . Sempre  con loro  intendendo pronunciato il mio nome  , non per  offendere  coem veniva usato il precedente o a volte  anche  questo  da  chi mi considera  rinnegato  mi deride  capi' per  la prima vota  chi ero  e riscopri l'orgoglio delle mie radici , e  ritrovi il coraggio di continuare  la ricerca dei miei genitori d'origine  . Ma  soprattutto dalla nostra storia  e dala   sua morte  imparai  che innamorarsi e scoprire che la Fiamma dell'Amore non si spegne mai...oltre tutte le culture e gli spazi...
Il   perchè del nome  di donna che scalcia e il mio  preferisco che   te lo dica  Nuvola  rossa ,visto  che  tu    sei sempre stato desideroso di comprendere   e conoscere le usanze dele tribu   indiane  . io nel frattempo   riordinero le  idee  e  riprendermi . Ti dirò solo che   l'assegnazione  del nome ad  una persona   varia da tribu' a  tribù'  ed è qualcosa che viene  scelto  in base al proprio  spirito ,cioè secondo la maggior parte  di noi  bianchi dala stravaganza    del momento o  per  chi  come  me   è di doppia origine  o  per chi come te  cerca di capire \  comprendere la loro cultura  dalle  circostanze. Infatti nella  tribu  di mia madre   la prima parola deve essere un animale.....o una cosa di uso comune....o un sostantivo che si riferisce agli eventi atmosferici ,la seconda un aggettivo o participio presente o passato .>>
Intervenne Nuvola rossa  ed  aggiunge  : << Quella di dare i nomi ai figli era una cosa che generalmente, come nel caso dela  nostra  truibu', decidono i padri e veniva fatta al cospetto degli anziani del villaggio, quello che veniva dato era il "nome della tribù" riservato ad uso delle persone del villaggio, esisteva però anche un nome per gli esterni alla tribù che veniva deciso al momento del rito di passaggio dall'adolescenza all'età adulta.
I criteri in genere possono essere oltre quelli che  ti ha spiegato  Sam  un augurio di buon auspicio e prosperità per la tribù nel caso delle donne e di forza e abilità (a seconda delle tradizioni della tribù se nella caccia, nella pesca o nella guerra) per gli uomini.Il nome indiano è qualcosa che viene scelto , generalmente , in base al tuo spirito e che viene pronunciato nella lingua che più si adatta al tuo modo di vivere .E  un individuo può cambiare più volte  il nome   nel corso dela  sua vita >> .
L'origine del nome di Donna  che  scalcia è nato  da  un avvenimento  che la vuide  protagonita  . Inizialmente ,essendo stata adottata  dalla  nostra  tribu'perchè  soppravvisuta   ad  una strage di colini  fatta  dai i nostroi rivali , non  aveva nome  e non parlava la nostra  lngua  e balbettava  ,  si pensava  di chiamarla ( alcuni la  chiamavano cosi )  donna che balbetta  in quanto  nonostante  fosse con  noi  da quando aveva  8\10  , parlava   male  la nostra lingia   ma  si faceva capire  a gesti  o usando  l'esperanto  e qualche  nostra   parola  ,ed  era    per lo scoch  del  suo passato  faceva  esercizi , parlando a voce  alta  da sola  e metendosi sassolini  sotto la lingua  cercare di non balbettare  ed imnparare la nostra lingua  .
Fu proprio  durante  uno di  questi esercizi in solitario  che reagi'  all'ennesima derisione  da un ragazzo della  tribu , chiamato fino a  quel momento  moscone fastidioso   (  s'udirono risate fra i presenti )   con un calcione . Da  quel momento  fu per tutti\e noi donna  che scalcia  .
Per tuo padre  ...>>
 Risate  di Jack  che stavolta  non sbuffò  forse per  abitudine , forse perchè ha capito  il,mrapporto intenso chj c'è fra me  la  tribù ed oi particolare di Nuvola Rossa  oppure  nonostante  viaggiamo insieme da  neppure  un anno mi considera  come suo padre 
<< ....  nacque   , quando lo vedemmo danzare  , proprio come uno di noi , e dal rapporto che  ebbbe  con il lupo  da  ui chiamato  due calzini  
Dopo aver rispsoto ala prima domanda  e sentito da Nuvola  rossa  particolari  che  avevo volutamente rimosso esteriormente  , ma non interiormente  per  non soffrire  troppo   su  Donna  che scalcia , mi venne  un momento di tristezza  ed un Forte passione d'animo, che m'opprimeva   lo stomaco. Stavo per  chiedere   a Nuvola rossa  di spiegare, visto che fu  con lui ( quando ancora non era capo )  che ebbi i primi incontri , a  raccontare  a Jack  come   entrai in contatto con la loro  tribu'  che  lui m'anticipo' . 
Nuvola   con la sua  voce  tuonante   inizio il suo racconto  << Io,coyote che ride,vemnto nei capelli  controllavamo l'ambiente  circostante   vedendo che il vecchio  forte   era ritornato ad essere  abitato da  uomini bianchi e visto il silenzio ( poi scopri  che  era diventato amico di Sam ) del nostro lupo zanna bianca  junior temevamo  che  coloni  o  una guarnigione fosse venuta  ad attarci e  a  prendere le nostre terre  e sterminare  , visto l'uso improprio   che  se  ne faceva  , del  bisonte .
Alcuni ragazzi del villaggio si divertivano anche  a scorazzare e  a provacarlo >>( risate  di  Sam ) << ma quello che poi sarà diventato mio fratello di sangue  non reagi e guarrdò incurisito . . L'unica volta  , quando alce  nei capelli  si fece  più  baldanzoso  arrivando  quasi  a lanciarli una lancia  , lui tirò , ma  senza    sparare  , fuori la pistola  e Vento  ..  si calmò .
Ma  l'incontro verò e  propri fra   lui e  la mia   tibù avenne , quando cavallo acrobata , per  via  di un avvallamento colnare  cadde da  cavallo , fortunatamente senza gravi conseguenze  , da  cavallo . L'uomo  bianco  lo raccolse  , lo mise   sul suo cavallo  , montò a cavallo  e giunse  verso il nostro accampamento disarmato   e  a mani alzate   , spiegando a gesti  quello ch'era sucesso . Freccia  furiosa  ed  altri  lo stavano per  attaccare  , mentre  gli amici  prendevano  cavallo acrobata  per poterlo dall'uomo medicina  e sincerarsi dele  sue condizioni di salute  , quando intervenne seguita  da  me , Donna che scalcia  e ci spiego  il suo gesto pacifico , comfermato anche  da  un suo  annuiare con la testa  . Poi l'uomo binco   , se ne  ando' sempre  con le mani alzate  . 
Poi  qualche  giorno dopo io  , donna che scalcia ,  cavallo acrobata e vento nei capelli andammo in delegazione  e  li  regalammo  , visto  che ormai  eravamo prossimi al rigido inverno  , una pelle  di bisonte  . Da li  incominciarono i rapporti  che  fecero  si che lui divnne  , come  ti ha accennato prima parte   integrante della nostra  tribù  .>>
 Sal , avendo  udito  queste  ultime  parole si commosse  ancora  di più .e rivolgendosi a me   disse  <<  troppe  emozioni oggi , tu ti sei appena risvegliato  dal coma  , devi riposare  ,  ilresto del racconto  a domani . >>
Io , quasi deluso   come   quando da  bambni t'interrompono  il racconto  sul più  bello  , accettai .
Andammo a dormire , lasciammo che il fuoco finisse di fare il suo  lavoro , e ci preparammo per  l'indomani  . 
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la  pagina di facebook  di Dulcinea Dulci alias   di Annamaria Pecoraro  http://www.facebook.com/group.php?gid=32247438170  il  pezzo sull'amore 

varie su gli indiani e  sul west 

  
film 

                                 fumetti e serie tv 
  •  disney 

repubblica serie  oro n3  8 ottobre  204  Don Rosa Zio Paperone, La dinastia dei paperi (pp. 350 a colori) in particolare  i  cap 3 - Il cowboy delle Terre Maledette- Il capitano-cowboy del Cutty Sark  e cap cap. 8 - L'argonauta del fosso dell'Agonia Bianca - Cuori dello Yukon
nei  link  sotto   ulteriori dettagli sulle  storie  

http://coa.inducks.org/subseries.php?c=Topolino+Kid ( topolino e pippo  a saga Topolino Kid e Pippo Sei-Colpi ) 

  • tex

  • Lucky luke  il  classici del fumetto repubblica   n  227  2003 
In particolare  la storia La  fidanzata  di Lucky Luke  o anche  il cartone  animato  le  fidanzate di Lucky Luk qui  maggiori dettagli  )










chi ha detto che i romanzo di formazione sono robaccia si sbaglia di grosso la bellezza de la solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano

La solitudine dei numeri primi   di Paolo Giordano  (  foto sotto a    a  destra  )  anche se  è un romanzo di formazione  , per  essere scritto  da uno che non ha  fatto studi letterari ma scientifici è scritto benissimo L'autore  oltre una solida  passione  e formazione matematica ( infatti  è laureato in fisica teoretica  )  deve avere avuto ed  ha  una solida  base  culturale   dei classici della letteratura francese del XIX secolo L'ho trovato : molto intenso, commovente,non banale e scontato,scorrevole,appassionante,sorprendente.                        Infatti SPOILER (  va bene  che risale  a  due  tre anni  fa  , però  poiché  l'anno scorso ne  hanno tratto un film  d'esso  non si  sà mai  che  uno che vede o  ha  visto anche  se  completamente  diverso  e  sembra  quasi snaturare il romanzo  il film --  l'url  contiene  SPOILER ---- cioè  riporta delle informazioni che potrebbero svelare i punti salienti della trama del film o nel caso da me usato informazioni sulla trama   e   su tratti salienti  del romanzo   in questione ---- . non leggetelo se  volete  vedervi il film  -- voglia  leggersi il romanzo  )  negli ultimi due capitoli sembra indirizzato  ad un finale banale  e scontato  lei che  si mette  con lui e scoppia l'amore vero e proprio  . Infatti io , mentre mi apprestavo a leggere avidamente  l'ultimo capitolo mi dicevo  : <<  non fare   quell'errore  , non rovinare  tutto proprio adesso, no farlo finire  cosi banalmente  ......  >> .  Invece con  un gioco acrobatico e sorprendente  , riesce  ad evitarlo . SPOILER.
Da  come è stato  propagandato sui media  e sui giornali  e  dalla lettura della  2  di  copertina  SPOILER  : << Alice ha sette anni e odia la scuola di sci, ma suo padre la obbliga ad andarci. È una mattina di nebbia fitta, lei ha freddo e il latte della colazione le pesa sullo stomaco. In cima alla seggiovia si separa dai compagni e, nascosta nella nebbia, se la fa addosso. Per la vergogna decide di scendere a valle da sola, ma finisce fuori pista, spezzandosi una gamba. Resta sola, incapace di muoversi, al fondo di un canalone innevato, a domandarsi se i lupi ci sono anche in inverno. Mattia è un ragazzino intelligente con una gemella ritardata, Michela. La presenza costante della sorella umilia Mattia di fronte ai suoi coetanei. Per questo, la prima volta che un compagno di classe li invita entrambi alla sua festa, Mattia decide di lasciare Michela nel parco, con la promessa che tornerà presto da lei. Questi due episodi iniziali, con le loro conseguenze irreversibili, saranno il marchio impresso a fuoco nelle vite di Alice e di Mattia, adolescenti, giovani e infine adulti. Le loro esistenze, così profondamente segnate, si incroceranno e i due protagonisti si scopriranno strettamente uniti eppure invincibilmente divisi. Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano primi gemelli: due numeri primi separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. Questo romanzo è la storia dolorosa e commovente di Alice e di Mattia, e dei personaggi che li affiancano nel loro percorso. Paolo Giordano tocca con sguardo lucido e profondo, con una scrittura di sorprendente fermezza e maturità, una materia che brucia per le sue implicazioni emotive. E regala ai lettori un romanzo capace di scuotere per come alterna momenti di durezza e di spietata tensione a scene più rarefatte e di trattenuta emozione, piene di sconsolata tenerezza e di tenace speranza >> SPOILER  credevo fosse qualche  polpettone  o qualche romanzo caramelloso \  zuccheroso tipo quelli di  http://www.eharmony.it/   , poi  invece dal 2  \3  capitolo  ha iniziato a prendermi  tanto da divorarlo ( in nave   il tempo  deve  pur  passare in qualche modo )  in 3  giorni .
Il romanzo  puà essere risssunto da questa  frase  : La veste riccamente  guarnita  della vecchia  zia  si adattò perfettamente  alla  snella  persona di Sylvie , che mi prego di allacciarglierla .<< ha le maniche lisce ; com'è ridicolo ! >> disse ( da  Les Filles du feu: Angélique, Sylvie, Jemmy, Isis, Émilie, Octavie, Pandora, Les Chimères (1854)   di Gérard de Nerval 1808-1853  ) .
Un romanzo nato  in silenzio e forse nella  solitudine , e chi lo sa ,  SPOILER forse  anche  nella  depressione o  anoressia  dell'autore o di qualcuno\a  lui vicino   che  sembra  che riversi la  prima  ne protagonista  maschile , la  seconda  nella  protagonista  femminile . SPOILER  Ipotesi che secondo me troverebbe  conferma  nella dedica introduttiva  : << ad  Eleonora  perchè in silenzio te l'avevo promesso >>. 
Ha tutte le carte  in regola e le potenzialità  per essere un buon scrittore  , sarebbe un peccato  se si fermasse  solo a questo romanzo  . 
Infatti , e  qui concludo ,  questa  frase convenuta  nella  quarta  di copertina  : << Mattia pensava  che lui è bice   erano cosi  . due primi gemelli ,soli e prerduti , vicini  ,ma non abbastanza lontani  per sfiorarsi davvero .A lei non aveva mai detto . >> mi  ha indotto a regalarlo senza averlo letto tutto o in parte  , ma avendone  sentito parlare  e sentito parlare in tv ed  in rete   l'autore   ad  un mio amico triste  per  un lutto in famiglia  e  per ( dopo due  tre  anni di relazione ) un due di picche  amoroso   Il termine spoiler può però riferirsi anche ad altri contesti dove può essere svelata una trama 

20.2.11

il mio pranzo vegano d'oggi

come sempre   ci siamo  riuniti dall'amica  ***** vedere post  precedenti  . Ecco il  menu d'oggi 

antipasto


ottimi con radicchio e pomodoro il primo piatto ( almeno  quelli che  ho assaggiato io  )   e  i secondo belga  con radicchio  yogurt e  noci

Primo e secondo 




 sformati  con soia  e verdure  varie  , e tofu \  seitan   non ricordo   con precisione  , ricordo che   l'interno era  buono , ma l'involucro ( forse la prima volta  che lo mangio  ,  perché  sono si vegetariano , ma  non vegano  è questo era  uno  dei miei pranzi vegan )  non mi  è piaciuto , sembra  che mi stesse  strozzando  . Ma  ripeto  è la  prima  volta   che  lo mangio , magari la  2   andrà meglio è potrò dire  con certezza   se mi è piaciuto o meno  .
 Per dolce   che non ho fotografato  perchè  il cellulare  aveva  poca batteria  e  la digitale  mia compagna  di mille avventure   era rimasta  a casa  , non l'avevo messa   nel   borsello ed  è andata  dispersa  nel caos  del mia scrivania , budino fatto in casa o in pasticceria  in quanto lo zio è pasticciere    ( perchè la padrona di casa  amica  da cui ci riuniamo ,  non è  vegetariana pura  o vegan  in quanto mangia  le  uova  di  galline  allevate   in libertà  e  non in batteria  ,  qui la distinzione fra  i  due tipi d'allevamento  il primo irrispettoso   verso  gli animali  il secondo più rispettoso    )  in due versioni al pistacchio e normale  
Poi però a cena  non ho resistito  è  ho peccato di   gola mangiando  cotechino con polenta ( quewlla  che abbiamo comprato  durante  il viaggio   nel comasco vedere  post precedenti  )    che  avevano preparato  i miei per pranzo 

Instancabile amore

Vecchioni trionfa a Sanremo 2011

Grazie, Roberto! Grazie perché la tua vittoria a Sanremo è stata veramente meritata. Grazie perché ti chiamano professore, ma io non ti ho mai sentito così collega come adesso. Grazie perché le tue note mi scivolavano addosso rotonde, piene, ampie, logiche come l'acqua fresca, come un abbraccio rigenerante, come una finestra spalancata, attesa, agognata, eppure da sempre lì, e non ce ne eravamo mai accorti. Grazie per aver ricordato a tutti che la semplicità non è semplicismo, grazie per questa tua ballata antica e accorata, così tipicamente italiana, quell'Italia che tu ami svisceratamente - l'hai detto, e si capisce -, grazie per averla dedicata a tutte le donne e in particolare alla tua. Sì, hai rivendicato con quel tuo sorriso largo e quei gesti dinoccolati e, in certo senso, teneramente scomposti, Chiamami ancora amore è un brano "elettorale", cioè di parte, cioè di tutti, o forse di ognuno (ognuna).

Grazie perché la tua carnalità ha sempre qualcosa di legnoso. Quel legno resistente, bruno, di lunghi autunni, di sigari e di buone letture. Ecco, torniamo sempre lì. Sei aristocratico, Roberto. Questo forse t'imbarazza, ti duole, paziente ed esausto per non esser mai capito. Una pazienza d'imprecazioni. Di chi ama dannatamente il suo grande popolo, la sua immensa tradizione, e la vede immiserita, e resta quasi muto di fronte a tanto incredibile scempio...
Grazie perché, a quasi 70 anni, ti sei commosso e ci hai commosso. Non solo quando intonavi il tuo pezzo. Ma anche nell'esecuzione di 'O surdato 'nnammurato, perché ti pareva di masticare quell'Italia vera. Tu stesso, milanese figlio di napoletani, hai provato l'ebbrezza di unirla nel tuo canto e fra le tue braccia.

Mi sento di ringraziare anche Tricarico. Il suo Sanremo è andato così così. Ma i suoi Tre colori rimangono lì, sospesi, azzurri, intatti, puri come una celesta. Mi hanno ricordato un quadro di Mirò. Impreziositi poi dai bambini, anch'essi bambini autentici, non parodie dei peggiori adulti in miniatura. Trasognato Tricarico, la tua scontrosità infeltrita era toccante. Sempre fuori posto sul palco di Sanremo, chissà se il tuo pezzo farà strada, ma un sentiero o un varco luminoso, in una notte cloisonnée, l'hai comunque aperto…

E grazie all'Alieno Battiato, che ha accompagnato il bravo Luca Madonia in un brano che qualcuno ha definito "un auto-plagio" e che a me pare piuttosto una citazione, o una riedizione del sound del cantautore siciliano. E' il suo stile, ma se pure qualche nota di troppo è finita nella canzone sanremese, poco male: si tratta, alla fine, d'una pioggia di stelle, di sidereo respiro: a Sanremo, uno scorcio di qualche remota partitura d'archi, suona come una strana, aliena suggestione. Tra le nuove proposte, il più sanremese è stato senz'altro Raphael Gualazzi: ma, attenzione: sanremese, mica nazionalpopolare. Sanremese come Sanremo: città degli eleganti fiori, dei turisti inglesi, delle preziosità Art nouveau. In questa lunga e brillante tradizione europea si colloca Gualazzi, forse con una voce ancora incerta, ma con sicuro piglio di grande intrattenitore. Auguri.

La Crus & Nina Zilli hanno presentato un pezzo musicalmente raffinato, anche se dal testo poco originale e a tratti debole, con un pericoloso spostamento d'accento. Comunque, piacevoli. E poi è arrivato lui, l'altro Roberto (Benigni). In realtà si è esibito nel corso del secondo appuntamento, ma il Festival verrà ricordato, oltre che per Vecchioni, per la sua Fratelli d'Italia, pudica e lacrimata. Potrà parere incredibile, ma dall'altra sera mi ritrovo a canticchiare il verso sincopato "Stringiam'ci a coorte/siam pronti alla morte/siam pronti alla morte/ l'Italia chiamò..."; e nello stesso semitono esitante, che fa da contraltare all'esibita passione di Vecchioni: l'Italia inerme e sfilacciata, lascia intendere Benigni, va trattata con delicatezza, perché bella e giovane, fatta da giovani.

Così è. Un Roberto ha inaugurato la festa, un altro Roberto l'ha chiusa. Comprensibili nel tratto, intensi e articolati nel contenuto. Ragazzi per i ragazzi, tra i 60 e i 70 anni. Io sono fiera di esser stata giovane con loro, di averli conosciuti pungenti ed esagerati, nel bianco e nero a tinte forti di Stranamore e Televacca, o negli stracci folgoranti e blasfemi di Berlinguer ti voglio bene. Perché dall'amore si parte, e all'amore si torna. Adesso tocca "a quei ragazzi e a quelle ragazze che difendono un libro, un libro vero" prendere il testimone. Magari dalla biblioteca del professor-collega Vecchioni. Ma lo facciano. Per non trasformarsi in giovani-vecchi.

san remo 2011 finalmente un festival di qualità ecco cosa mi è piaciuto




Sono anni che seguo San remo solo alla radio o  in rete le canzoni  e non più in tv  sia a  causa   dello show  business   della Tv  cachet esagerati , per  delle fesserie o  vip  di turno solo per   fare  audience  e fare i cretini .Come  giustamente dice  
http://www.lerika.net/

Di questo Sanscemo [  da non confondere   con http://www.sanscemo.com/ l'omonimo festival dell  canzone demenziale  ] ricorderò la calotta di capelli di Morandi (probabilmente rubati a Ken). Ricorderò Belen stizzita dalle battute di Luca e Paolo, ed il fatto che più la guardo, più penso al suo fidanzato, più penso “malattia venerea”. Ricorderò il fatto che la Canalis, quando balla il twist, lo fa solo se ha i pantaloni a dito di cammello(vomito), ed al fatto che nonostante sia magrina, giovane, e senza un parto naturale alle spalle, ha davvero un organo riproduttivo enorme (vomito di nuovo, ma era inevitabile vederlo, come se fosse un pacco, lì, in primo piano).Ricorderò il monologo di Benigni, ed il fatto che Patty Pravo, la prima sera, sia stata posseduta da Rita Levi Montalcini, e che secondo me, non si è fatta il ventesimo lifting, lei dietro la nuca ha direttamente un succhiello tirapelle: dopo aver cantato da un paio di giri e torna tirata come prima. Meravigliosa.

Ecco ecco uno dei motivi per  non lo seguivo più come quando ero piccolo o  lo seguo solo via radio  , mentre scrivo o navigo  , o  qualche  volta   facendo zapping  fra un canale  è l'altro  o se  c'è  qualcosa  d'importante tipo benigni  . Infatti  sono 'accordissimo  con la mia cdv  fb   Lo Pulp  quando dice  : << Oh sfigati, ma cosa vi lamentate che Sanremo fa schifo se poi state appiccati come mosche alla merda alle tette di Belen?!!? Tutti grandi ascoltatori di musica colta...ma va la' va la' va la' >>.
Quest'anno è stato uno dei pochi in cu in mezzo  alla merda  e alle cose dozzinale    ci  sono   state  anche delle perle  . Ecco  cosa mi è piaciuto







Bella canzone .   buona voce  .  emozionate  ,. Un nuovo  Cammariere  ?










Bravissimo  mi ricorda le ballate  dei primi modena city ramblers  . unico neo  , andava secondo alternata fra  dialetto e  l'italiano   come su fece per  spunta  al luna dal monte  Bertoli\ tanzenda  qualche anno fa   sempre al festival , prima del  lento declino  , l'osticità  per  noi del sud    del suo  dialetto .






finalmente  è uscito  , in modo  poetico  come sa  fare  , dalla  torre d'avorio  in cui era  s'era  rinchiuso  da qualche anno con canzoni  che poi diventeranno profetiche  . 




bellissima ed  emozionante  . Un vecchio  leone che torna  a   ruggire   dopo  un periodo di solo misticismo





ottima  interpretazione  , ho pianto  e mi sono commosso  , chi se  ne  frega  se   viene dalla  scuderia ( metaforicamente  parlando  ) d'Amici  . Quando  una  ha  una bellissima ( almeno da quel poco che ne capisco  visti ui  miei problemi  uditivi  che mi porto dietro dalla nascita  )




Buono e niente  male ma  troppo ( ovviamente  gusti personali  , non mi piace granché   il genere melodico    , troppo zuccheroso  ) melenso e  zuccheroso  . Ma  ottima  l'interpretazione   e bella  ed affiscinante .una canzonetta qualunque, dovrebbero farle fare pezzi un po' più impegnativi



 

  testo profondo .  voce  intensa . Una   nuova  Carmen  Consoli o Paola Turci  .

La vincitrice di X Factor 4, che non punta alla vittoria (“Sarebbe meraviglioso, ma per me essere qui è già una vittoria“), racconta a Tv Sorrisi e canzoni : <<
 Vivo sospesa l’ho scritta prima, durante e dopo X Factor. La sospensione è uno stato di attesa, puro potenziale in cui tutto può succedere. In questo momento sento di avere in mano il mio futuro e tutto il bello che vorrei far entrare nella mia vita. Mi sento come una bambina che aspetta Babbo Natale… Vivo sospesa è un pezzo intimistico ma anche rock, delicato e grintoso, un po’ come me. Che forse avrò anche nel look questo doppio aspetto, magari indossando vestito e anfibi.
>>





Un  colpo di coda \  u ultimo sussulto  di un vecchio Jurassico SanRemese . Ottimo testo e  ottima  buona Musica  . Testo secondo me più adatto ad una voce  femminile  come Nathalie  o  come  una mia amica  e compagnia  ancora esordiente    





  della canzone  

19.2.11

Il fabbricante di suoni perduti Mondo Usai, 53 anni, l'artigiano speciale di Seneghe


anche se mi sento come la  video intervista da me   fatta  ne sono per  un identità aperta  e non chiusa   ,  elogerò sempre  chi coltiva  la memoria  ed  il proprio passato   come la  storia  qui sotto

Il fabbricante di suoni perduti
Mondo Usai, 53 anni, l'artigiano speciale di Seneghe
 unione sarda del 19 febbraio 2011


LORENZO PAOLINI

SENEGHE
L'uomo che fa parlare le zucche con le canne, i tergicristallo (meglio, l'anima di metallo coperta dalla plastica) con le interiora del maiale (debitamente essiccate). È solo questione di tempi e modi. Ma prima o poi tutto, sollecitato nel modo opportuno, rimanda a suoni variamente articolati. Guai ai rifiuti abbandonati, ai legni che riposano a bordo strada, al metallo che va arrugginendosi. Mondo Usai, 53 anni, artigiano speciale (una guida turistica tedesca lo colloca fra le attrazioni isolane, il che ha imposto a sorpresa una disponibilità a farsi visitare come se fosse Saccargia), ha sviluppato un radar. Con un colpo d'occhio sa misurare la capacità di parola degli oggetti, il sapersi fare suono. Se passa l'esame, la cosa - qualunque essa sia - prende la via del magazzino. Oltre il giardino della fantastica casa ristrutturata di Seneghe, due stanze interdette a moglie e figlia. L'effetto è fra il museo e il suq, un deposito impazzito con una misteriosa forma d'ordine. A quel punto, sotto la luce di una lampada, la zucca diventerà una cassa armonica, il metallo uno scacciapensieri (accordabile, e scusate se è poco), la pelle di capra un tamburo. E sarà il tempo della musica.
IN COSTA AZZURRA La esse è pastosa e sibilante, non c'è traccia di erre arrotata, il corpo è brevilineo e scuro, mani importanti. Eppure c'è stato un tempo in cui Mondo - l'artigiano prediletto dai musicisti isolani - era Raymond Michel, giovanotto francese di belle speranze. Padre emigrato nel nord della Francia alla ricerca di lavoro, poi trasferito nel Sud, vicino a Cannes, per sfuggire a un clima che fiaccava i bronchi (asmatici) del figlio. «Fino al diplomSENEGHEa, per me la Sardegna era vacanza di 15 giorni durante l'estate fra Seneghe e Nughedu Santa Vittoria, i paesi dei miei genitori». 
Parlava solo il francese e l'Isola era straordinariamenSENEGHEte lontana dalla Francia. «Eppure sapevo che sarei venuto a vivere qui, come un sesto senso. E quando sono arrivato, ho proprio cancellato il francese, per un po' mi dava fastidio parlarlo. Solo da poco ho ripreso ad ascoltare il radiogiornale da Parigi».
CURVA A GOMITO I luoghi possono essere importanti quanto gli incontri. Per lui il punto di svolta fu nientemeno che Tadasuni, museo degli strumenti SENEGHEmusicali di Don Dore. Un gioiello di storia e passione (che, per inciso, morto il fondatore, starebbe prendendo la via della Penisola) messo in piedi da un sacerdote geniale. La prima visita è del 1980, «sapevo fare al massimo 5 accordi con la chitarra, anche se ascoltavo già da allora buona musica». Una folgorazione. Nella collezione, c'è una delle storie di Sardegna più palpitanti che si possano immaginare. Un quadro antropologico-musicale così esaustivo da non essere replicabile. Da bravo studente, porta a casa un libro e comincia ad applicarsi. E comunque il mal di Sardegna esplode all'improvviso e Raymond in un attimo cambia nazionalità (e nome) con famiglia al seguito.SENEGHE
MOLTEPLICI TALENTI Nelle mani ha già un mestiere, imparato in Francia. Conosce le piante come neanche un botanico, sa potare, innestare, è appassionato di coltivazioni biologiche. Trova un lavoro alla Provincia: nella pausa pranzo un collega tira fuori un coltello e inizia a intagliare un'ancia. Una linguetta, un pezzetto di canna che trasmette il suono allo strumento. Una rivelazione. È inverno e da quella sera il giovane giardiniere, nelle serate davanti al camino, ha sempre accanto a sé canne e coltelli per sperimentare l'arte. Torna a Tadasuni, guarda le vetrine con occhio clinico, manda a memoria dettagli. Dove montare l'ancia? Il primo esperimento è un flautino di Gavoi, con i fori fatti a caldo, una lama di coltello di distanza fra ciascuno. Poi quello di Isili dove i nodi del legno hanno un'importanza musicale. Gira impazzito per i paesi, compra i modelli. «Gli strumenti sardi tradizionali hanno pochi fori, massimo cinque. Sul piano musicale hanno molti limiti: se vuoi fare il ballo sardo, è perfetto. Altrimenti ti mancano proprio i suoni, le note. Ho deciso di tentare di farle aumentare e, prova dopo prova, è venuto fuori un pippiolu, lo zufolo».
LE REGOLE AUREE Mai tagliare le canne con la luna crescente. Mai in un mese che non sia febbraio. Mondo Usai le tenta tutte ma la materia prima non è docile come la sua immaginazione: «Lo sanno bene gli artigiani che realizzano i tetti con le canne. Negli altri periodi marciscono, diventano rugose, si seccano, arrivano i tarli. I tempi della natura hanno un senso, l'ho imparato quando facevo il potatore. Sugli agrumi, per dire, si lavora a giugno, negli altri periodi fai male alla pianta». Poi va scelto con cura il luogo. Da anni i suoi rifornitori preferiti sono i corsi dei fiumi accanto a San Vero Milis. C'è ogni tipo di canna, quelle delle launeddas e bambù alti come pioppi.



ESPERIMENTO RIUSCITO Dopo tanto provare, la creatività fervida regala il primo strumento tradizionale eppure nuovo di zecca. «C'è la possibilità di suonare in tre tonalità, sol la si , cambiando semplicemente la posizione del dito». I tempi del battesimo del pubblico sono pronti. Dopo sei anni di esperimenti, quando lo invitano in un celeberrimo resort di Santa Margherita di Pula per un'esposizione, decide di provare. Si porta dietro tutto, tradizione e parti della fantasia applicata con rigore alla tecnica. Bingo. «Ho venduto tutto, anche i modellini che avevo comprato tanti anni prima per studiarli. Seicento mila lire in una volta, ero emozionato». Molla il lavoro alla Provincia, la moglie colta e amorevole approva. Ecco la professione della vita, anche se è complicato imbrigliarla in una definizione: costruttore di strumenti musicali. Quelli del passato, delle feste di piazza, della solitudine, dei banditi. E quelli di domani, che prendono forma senza sapere cosa ne sarà di loro.
RACCOLTA DIFFERENZIATA Gli ultimi arrivati sono cilindri di legno, usati fino a non molto tempo fa dai caseifici per dare la forma al formaggio. «Se ne sono disfatti tutti per sostituirli con quelli di plastica e io sto cercando di recuperarli». Possono diventare il corpo di un tamburo ma anche un sacco di altre cose. Poi ci sono i metalli di ogni ordine e grado, vecchie lame di seghe da campagna sfogliate - striscia dopo striscia - come se fossero arance. Poi pezzi di tende, vecchie bombolette spray e chiodi (nel risultato finale, siamo dalle parti delle maracas). Non si butta via nulla, neanche le corna degli animali e certe parti delle viscere. In vetta però ci sono le zucche, crocorigas di qualunque forma e dimensione. Svuotate e essiccate, sembra siano nate apposta per diventare la cassa armonica delle benas (ma nelle benas cun corru l'amplificatore è un corno di vacca). Beninteso: anche per i materiali di recupero vale un setaccio stretto, si sceglie mica si raccatta. Per dire, le canne scelte per le launeddas sono tutt'altra storia rispetto a quelle usate per i flauti.
PICCOLO GENIO La produzione è esposta in bell'ordine sui tavoli, appassionati e musicisti (tutti i sardi, da Cordas et Cannas a Marino Derosas) passano spesso a dare uno sguardo. Ma le soddisfazioni spesso si nascondono negli oggetti più piccoli, meno balzani. Nella forma essenziale della sua trunfa, lo scacciapensieri, per esempio. Sorpresa: quel suono metallico si può accordare con una vite regolata da una chiave a brugola. Le centinaia di ragazzini che hanno frequentato per anni i suoi laboratori per la costruzione degli strumenti nelle scuole della zona (da Arborea a Ula Tirso ad Ardauli, «ora sono interrotti perché non ci sono più soldi») ne erano affascinati. Altri strumenti sono infinitamente più complessi, sia che derivino dalla tradizione sia che siano improvvisazioni sul tema. Per dire, da anni gira per i paesi (Sedilo e Bosa, soprattutto) nella speranza di sentire dal vivo una serragia, una vescica di maiale secca e piena d'aria su cui scivola una corda sfregata da un archetto di lentischio. Inutilmente: mai sentita. Lui comunque continua a costruirle. Nella saletta prove amatoriale, ce n'è una collegata con l'impianto di amplificazione: effetti speciali. Altri strumenti sono invece figli legittimi della fantasia. Tipo la banzucca , una simil-chitarra di bambù e zucca, pezzo unico.
PERFEZIONISMO Siccome gli strumenti sardi più tipici richiedono respirazione circolare (quella che gonfia la bocca come una sacca di zampogna e consente di far uscire il suono senza interruzioni) l'ha fatta subito sua. E per un asmatico è un'impresa da medaglia. E anche nella ricostruzione di autentici pezzi da museo, l'uomo è pignolo. Giusto per il trimpanu, compagno dei banditi del secolo scorso, si è preso qualche licenza. La norma vorrebbe che si utilizzasse un cilindro di sughero («il primo, da un albero mai utilizzato prima») e una pelle di cane conciata. L'animale doveva esser morto di fame perché la pelle fosse perfetta. Un po' troppo, francamente. Si ovvia con una pelle di capra. E poi una corda bagnata nella pece, sistemata al centro del cerchio, da tirare. Il risultato è un suono profondo e lugubre, come un immenso rumore gastrico che si immagina rimbombare per valli e radure. Infastidisce le orecchie degli uomini ma nei cavalli (il mezzo dei carabinieri di allora) pare susciti terrore e fuga incontrollata.
Fra flauti e armoniche, aleggia un profumo di mirto che inebria. Nella stanza accanto, il distillato casalingo è quasi pronto. Ma c'è in preparazione anche la tintura madre di elicriso, lo sciroppo alla menta selvatica e altre delizie. E si duole di non saper ancora preparare gli oli essenziali: eucalipto e timo farebbero un gran bene ai polmoni. Anche qui, una questione di tempi, di equilibri. Di sinfonia. Musica, insomma.
paolini@unionesarda.it

a volte gli animali amano meglio delle persone

Questa  storia   realmente accaduta  (  sotto a centro il monumento che  gli hanno fatto ad  Edimburgo ) 



da cui hanno  tratto il famoso film  Greyfriars Bobby  Anno: 1961 Nazione: USA Durata: 91 minuti Produzione: Walt Disney Distribuzione: Disney DVD Trama:


Scozia. Seconda metà dell'Ottocento. Un vecchio pastore insieme al suo Skye terrier, Bobby, si trasferisce a Edimburgo. Nella grande città l'anziano uomo si ammala e muore senza che nessuno possa avere il tempo di soccorrerlo. Viene seppellito nel cimitero di Greyfriars e il suo cagnolino, fedele al suo padrone, decide di rimanere vicino a lui anche dopo la morte. Nonostante i continui divieti - il cane viene allontanato da un luogo sacro e non adatto agli animali - Bobby non demorde. La storia del cucciolo comincia a passare di bocca in bocca e commuove l'opinione pubblica, tanto che anche l'arcivescovo della città decide di consentire allo Skye terrier di rimanere vicino al suo padrone. E rimarrà per ben quattordici anni affianco alla tomba del pastore, fino alla sua stessa morte. A Edimburgo verrà eretta una statua in onore di Bobby. Pellicola tratta da una storia realmente accaduta. Il regista Don Chaffey, scomparso nel 1990, ha diretto molti tv movie di successo, come Charlie's Angels, Hunter e Fantasy Island. John Brown, con questa interpretazione raggiunge il suo centotrentottesimo ed ultimo ciak. Con lui nel film l'attore inglese, Laurence Naismith, alla sua cinquantesima opera. Degno di attenzione il cagnolino, che poi è il vero protagonista

  


unione  sarda  provinca medio campidano del 19 febbraio 2011
Serramanna.
Storia di una cagnetta che non si rassegna alla scomparsa di chi l'aveva salvata e adottata
Zola, la fedeltà oltre la morte
Scappa per andare sulla tomba del padrone


Walter Cabiddu è scomparso due anni fa, stritolato da un macchinario della cartiera di Macchiareddu. Per una settimana la bastardina che il giovane operaio aveva adottato non è uscita dalla sua stanza. E adesso esce soltanto per andare in cimitero.
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Il padrone è morto tre anni fa, ucciso da una maledetta pressa nella cartiera di Macchiareddu, e lei, Zola, una splendida cagnetta, non lo ha mai dimenticato. Quasi tutti i giorni raggiunge il cimitero. Spesso in compagnia del padre del suo amico scomparso, oppure da sola, quando la disperazione la induce a fuggire di casa per raggiungere il cimitero e stare vicino, il più possibile, alla tomba. 
Questa è la storia di una cagnetta fedele certo, ma anche l'ennesima dimostrazione di quanto affetto sappiamo dare gli animali, i cani soprattutto, di quanto si possano affezionare al loro padrone, del fatto che alla fine la loro vita spesso sia appunto vivere in funzione dell'uomo. 
LA TRAGEDIA Walter Cabiddu, il padrone di Zola, è morto il 24 settembre 2009. aveva 35 anni e faceva il bobinatore nella cartiera di Macchiareddu. Una fatalità, una distrazione e il giovane in pochi istanti finì nella stretta mortale dei rulli che lo uccisero. 
L'ADOZIONE Il padre dell'operaio, Giovanni Cabiddu, non può dimenticare quel giorno e oggi racconta la storia di Zola. «Era una dei cuccioli rimasti orfani dopo che la madre fu schiacciata da un muletto nella fabbrica dove mio figlio lavorava. 
I cagnolini furono adottati (e salvati) a diversi operai: quando Walter tornò a casa aveva in braccio un batuffolo scodinzolante e disse: «La chiamerò Zola».
LA CAGNETTA Non fu un'accoglienza trionfale, ricorda la madre Isa: «Non volevamo cani in casa e Walter lo portò di nascosto». Il perché di quel nome è facile da spiegare: «Zola, come il fantasista di Oliena, che ha chiuso la carriera in Sardegna. Proprio quell'anno era arrivato al Cagliari, la squadra di cui Walter tifosissimo, e chiamare la cagnetta col suo cognome fu un modo per omaggiare il suo idolo sportivo», continua Giovanni Cabiddu. 
L'AMORE Walter e Zola, Zola e Walter: cagnetta e padrone diventarono un tutt'uno. Il povero operaio non c'è più e la cagnetta, logico, non potrà prendere il suo posto ma nel cuore di papà Giovanni e mamma Isa ha aperto un varco immenso. «Con lei Walter tornava bambino e ora ha un posto speciale nella nostra famiglia», dicono i genitori dell'operaio scomparso. 
«Quando lui morì, la cagnetta rimase nascosta in camera per una settimana», continua Giovanni Cabiddu che, oggi, si aggrappa alla piccola Zola e alla figlia più piccola Carla per non sprofondare nell'abisso di una tragedia cominciata con la morte del figlio e proseguita con la depressione della moglie Isa, incapace di reagire a quello che è quasi impossibile accettare per una madre: sopravvivere a un proprio figlio. 
IN CIMITERO «Io provo ad andare avanti, non mi posso arrendere: lo devo a mia moglie, a mia figlia e a Walter», dichiara Giovanni Cabiddu, padre coraggio capace di combattere per non soccombere al dolore e, ogni giorno, accompagna Zola verso il cimitero dove riposa il ragazzo tifosissimo del Cagliari. 
«Appena sente nominare Walter, alla cagnetta si illuminano gli occhi e quando arriviamo in cimitero resta a guardare la tomba», conclude papà Giovanni che, talvolta, deve andare a recuperare Zola dal cancello del cimitero, «quando scappa di casa per stare vicina al suo Walter». 
IGNAZIO PILLOSU

Lia Pipitone figlia ribelle di un boss uccisa da Cosa nostra non è per lo stato italiano vittima della mafia.

La storia di Lia Pipitone è davvero tragica e complessa. Lia Pipitone fu uccisa nel 1983, e nonostante le circostanze del suo omicidio, lo S...