19.5.11

Maktub.di http://www.lucyvansaint.com/blog/


Salam ‘alaykum gente! Che in arabo è in pratica il saluto principale. Significa “pace a te”.
Nel mio caso, mica tanta pace visto che tornai ieri dal Marocco con la dissenteria. Non vi dico che bellezza! Vabbè, cose che capitano in questo tipo di viaggi.
Vi lascio le mie impressioni su Fez e sul Marocco.
I MAROCCHINI NON VANNO TANTO PER IL SOTTILE: diciamo che di questa cosa ho cominciato a farmene un’idea già seduta sull’aereo che mi portava a Fez. Dietro di me c’erano tre marocchini che per due ore e mezzo di fila non hanno fatto altro che parlare fra loro in arabo urlando e dandomi calci dietro al sedile. Una goduria. Quando poi arrivi lì e vedi che nella medina di Fez ci sono teste di capra gocciolanti su banchetti improvvisati senza frigorifero, accompagnati da cervelli, lumache, interiora varie il tutto esposto in bella vista con le mosche che gli girano attorno capisci che tu, occidentale abituato al frigorifero, non resisterai molto tempo a quella vista e a quella puzza. Grazie santa amuchina di avermi salvato almeno un po’.
Idem dicasi per gli sguardi maschili… che, siccome lì le donne sono per la maggior parte tutte coperte, e i turisti sono pochi ti guardano come se fossi un pezzo di carne appeso al macello. Meno male che avevo gli occhiali da sole e non sono andata in giro scollata. In ogni caso hanno comunque tentato di comprarmi per 1000 dromedari.
I MAROCCHINI AMANO LE SPEZIE: avevo l’odore di cumino e di menta che mi usciva da tutte le parti. E a questo punto credo che amino le spezie appunto perchè hanno imparato ad usarle per conservare i cibi, vista la scarsissima igiene e il caldo africano.
Alla fin fine il cibo marocchino è buono però non è che si siano inventati niente di che. Voglio dire il tajine è semplicemente una sorta di spezzatino arricchito con le spezie.
E il cous cous? Molto meglio quello freddo che facciamo noi in estate. Insomma a un certo punto io anelavo un bel piatto di spaghetti. Pur tuttavia loro sono molto gentili, molto ospitali, il Riad dove stavamo era bello seppur mal tenuto. I Riad sono ex case nobili trasformate in guest-house. Sono bellissime, con arredamento arabo e il nostro aveva persino il wi-fi gratuito.
LA MEDINA DI FEZ: si tratta di un dedalo di stradine piccole e tortuose all’interno della città vecchia dove gli abitanti di Fez hanno il suk, il mercato. Se non hai una guida ti ci perdi sicuro. Così noi ci siamo fatti accompagnare da una guida locale anche per evitare le faux guides, i ragazzini che vogliono farti da guida per avere dei soldi in cambio e che non te li scolli di dosso se non sei insistente. Immaginate delle stradine tortuose piene di gente che cammina, asini carichi di roba (perchè le auto non ci passano),
banchi di frutta, verdura, carne, spezie in bella mostra e tutto ammucchiato, con odori non proprio piacevoli che si mescolano (visto che pure le fognature sono ridotte una schifezza e che i marocchini a mio parere non si lavano e hanno un concetto dell’igiene totalmente opposto al nostro). A questo seguono viuzze dove trovi i venditori di tappeti artigianali. Questi poveretti fanno stoffe, tappeti, sciarpe al telaio, guadagnano due lire e si fanno un mazzo così.
Stesso dicasi per le ceramiche. Quelle marocchine sono fatte a mano e sono bellissime e i poracci che le fanno lavorano tutto a mano per pochissimi soldi.
Tenete conto che 100 Diram marocchini equivalgono più o meno a 10 euro, per cui… Loro dicono “Maktub” cioè che tutto è scritto. Sarà… però allora il loro è un destino proprio beffardo.
LE CONCERIE: si tratta dell’attrazione più bella della medina di Fez. Vedendole nelle immagini di “O clone”, la serie brasiliana che in parte era ambientata a Fez, me le immaginavo come un luogo magnifico. Ebbene, sono bellissime e suggestive ma di magnifico non hanno nulla visto che le pelli di animali che vengono immerse nelle vasche delle tinture puzzano terribilmente (le guide ti danno dei rametti di menta da metterti sotto al naso per sfuggire l’odore) e perchè in queste vasche lavorano immersi nelle sostanze chimiche dei coloranti dei poveri disgraziati a cottimo per pochi Diram. Più pelli lavorano e più guadagnano.
IL RE E’ UNA POP STAR: è un po’ come il Grande Fratello di Orwell. La sua immagine sta dappertutto. Agli angoli delle strade principali, in tutti i negozi in cui entri, nei ristoranti, nei Riad. Ovunque. E tutti i marocchini si chiamano Mohammed come lui e come il profeta. In tre giorni noi abbiamo beccato un tassista, una guida, uno dei lavoratori all’interno del Riad, l’altro autista che ci ha portato nelle foreste nei dintorni di Fez… tutti che si chiamavano Mohammed. Peccato che lui sia ricco sfondato e abbia un palazzo reale in ogni città e che la maggior parte dei marocchini sia invece povera in canna.
ANCHE IL MAROCCO HA LA SUA SVIZZERA: si chiama Ifrane ed è un paesino che sta a sud di Fez, sulle montagne. Ci sono tutte casette con i tetti spioventi ben curati e d’inverno ci nevica parecchio. Fa impressione pensare che anche questo sia Marocco visto che sembrava di stare a Livigno più che in un paese africano.
I TAXI MAROCCHINI: sono sporchi, vecchissimi (vanno in giro con le Uno che noi usavamo 20 anni fa), cumulativi e si contratta per tutto. Innanzitutto devi contrattare il prezzo della corsa perchè quelli che hanno il tassametro sono pochissimi e poi può capitare che tu ti siedi dietro e poi davanti il tassista prenda anche un altro passeggero che deve fare la stessa tratta. A noi è capitato di dividere il taxi con un marocchino che poi abbiamo scoperto che parlava italiano e metà dell’anno viveva a Trento. Tra l’altro sono pochi quelli che a Fez parlano italiano, visto che non vedono molti turisti e se li vedono sono soprattutto francesi e spagnoli. Uno dei taxi su cui siamo saliti aveva percorso 800.000 km e ancora camminava!
LE DONNE: la maggior parte di loro, soprattutto nella città vecchia, vanno vestite alla marocchina, con tuniche e i capelli coperti dal velo. Niente braccia scoperte, niente gambe scoperte. Sono molto belle nel loro abito tradizionale. Pur dovendosi abbardare come delle carampane non perdono la femminilità quindi le vedi in giro che vanno a comprarsi i foulard colorati da mettersi in testa. Pur tuttavia quelle ricche e agghindate con gioielli e il kajal sugli occhi alla “O clone” non ci sono, se non quelle veramente ricche, ma di certo non se ne vanno in giro per la medina vecchia di Fez.
In ogni caso vale la pena di andare in Marocco almeno una volta nella vita. Gli edifici musulmani sono bellissimi,
i paesaggi attorno alla città sono proprio belli
e vedere un paese islamico fa un certo effetto. Avendo visto come sono le donne marocchine mi stupisco sempre di più del fatto che la ragazzina che ha scandalizzato l’Italia, Ruby Rubacuori, provenga da questo paese. Noi siamo troppo esagerati in un senso e loro forse in un altro. Chissà. Sta di fatto che, quando e semmai andrete in Marocco, state attenti perchè lui
vi guarda. Inshallah!

ma che c... se ne fa di tutti quei soldi Prende una pensione da 125mila euro al mese. Ma non gli bastano: chiede 20milioni di euro (e i danni morali)

a pagina 71 di Sanguisughe (  coprina  sotto ) di Mario  Giordano si legge  questa storia 

 

A pagina 71 di “Sanguisughe” racconto la storia di Antoine Bernheim,  ex presidente delle Assicurazioni Generali che nel luglio 2010 è andato in pensione con un vitalizio pari a 1,5 milioni di euro l’anno, cioè 125mila euro al mese, cioè 4100 euro al giorno (4100 euro al giorno, avete presente? In 24 ore prende quello che un pensionato al minimo prende all’incirca in un anno…). La superpensione non è pagata dall’Inps (il più ricco pensionato dell’Inps resta mister 90mila euro, Mauro Sentinelli) ma nasce da un accordo privato con la compagnia di Trieste, un accordo che prevede anche la reversibilità della pensione (al 60 per cento) e la conservazione di alcuni benefit (casa a Parigi e a Venezia con motoscafo, caso mai con 4mila euro al giorno mancassero gli spiccioli per il traghetto). Da notare che Antoine Bernheim, francese, quando arrivò in Italia attaccò il presunto “sfarzo mediterraneo” degli italiani… Meno male che c’è lui a insegnarci la sobrietà.
E a proposito di sobrietà:  veniamo ora a sapere che l’arzillo 87enne Bernheim non s’accontenta di 125mila euro al mese, 4 mila euro al giorno. Macché: appena ha saputo che il suo successore Cesare Geronzi ha intascato 16,7 milioni di euro per meno di un anno da presidente è andato su tutte le furie e ha chiesto alla Generali altri 20 milioni di euro cash. E il pagamento dei danni morali. Avete capito capito bene: prende 125mila euro al mese (4mila al giorno), ma non gli bastano. Vuole altri 20 milioni e i danni morali. Che ci resta da aggiungere?

 

 






 

 

 

 

 

 

 

17.5.11

alla spocchia dei ricchi nonare noi ? c'è mai fine . perchè .... se hai i soldi gli extra te li dobbiamo pagare noi ?

 dall'unione  sarda   del 15\5\2011

Porto Rotondo. 

Lite col 118, la madre del magnate della vodka rifiuta il ricoveroL'ambulanza per ricchi non c'è I russi pretendevano un soccorso di lusso: è polemica


 
Mercoledì mattina, la mamma ottantenne del magnate della vodka è stata male ma la centrale del 118 non ha inviato a Porto Rotondo l'ambulanza medicalizzata.
 
 I ricchi, si sa, sono abituati ad avere tutto e il meglio. Anche quando stanno male. In Sardegna, e questo forse loro non lo sapevano, i servizi pubblici non sono sempre al top e le risorse a disposizione non si possono sprecare. Ma alla famiglia Tariko di Mosca, che vive a Porto Rotondo quasi stabilmente, il concetto risultava troppo difficile da capire. E per questo, mercoledì mattina, quando la mamma del magnate è stata male, pretendevano che nella villa di Punta Volpe arrivasse un'ambulanza con medico a bordo. Non era necessario, secondo gli operatori della centrale del 118 di Sassari che hanno ricevuto la richiesta di soccorso per l'ottantenne. Un dottore, in realtà, si è anche presentato all'interno della tenuta di Roustam Tariko (uno dei più grossi produttori di vodka), ma una visita veloce è bastata a capire che l'anziana non aveva niente di grave.
L'AMBULANZA Valutata con attenzione la situazione, i responsabili del servizio di emergenza hanno deciso di non far arrivare l'ambulanza “medicalizzata” fino a Punta Volpe. Anche per evitare di lasciare scoperta la città Olbia per una situazione che non era particolarmente preoccupante. Tant'è vero che aver scaricato l'ira al telefono, lady Tariko ha persino rifiutato il ricovero.
IL PERSONAGGIO Tariko Roustam a Olbia lo conoscono tutti. Non solo perché grazie al suo intervento (finanziario) la squadra della città è stata salvata dal fallimento. Ma anche per altri gesti di grande generosità. Aveva promesso un assegno per aprire il museo, ma alla fine il Comune ha fatto da se. Ha portato in Russia, con il suo aereo, il sindaco e altri imprenditori per avviare nuovi accordi commerciali. Ora magari regalerà una nuova ambulanza.
Nicola Pinna

16.5.11

non cìè più rispetto delle nuove generazioni per i morti

Per evadere dall’atmosfera ancora luttuosa e dai ricordi che vengono su di mat  zia  materna  ( vedere postda parenti ed  amici di famiglia che telefonano o vengono a casa , dopo il letargo invernale  con la primavera  esco e riprendo a camminare più a lungo
Intendo  il camminare  anche  in senso  psicologico . Infatti  <<   l'utopia sta all'orizzonte. Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Faccio dieci passi e l'orizzonte   precedenti )si allontana di dieci passi. Per quanto cammini, non la raggiungerò mai,ma  almeno ci provo  . A cosa serve l'utopia? A questo: serve a camminare. (Edoardo Galeano ) >> e come dice una mia compagna di strada  << soprattutto non ammette troppe soddisfazioni e questo non perchè io sia una "stacanovista" ma perchè per "tenere" un sogno, dentro di noi,ci impone di rafforzare in continuazione la nostra identità umana,solo così  "l'utopia " può trasformarsi lentamente ma realmente, nella realtà "nuova" che cerchiamo. Non ci sono alternative.>>
Ieri ho camminato  solitario e ramingo  come al solito  , sulla solita strada, stavolta nel senso inverso  )   fonte nuova - panoramica – casa . Stavolta cammino non tanto per i  soliti problemi di saluti  o perché a Mens sana in corpore sano (lett. mente sana in un corpo sano della  locuzione latina che   appartiene di Giovenale (Satire, X, 356,.ma per non essere oppresso dal ricordo e dai rimorsi del tempo perduto in mille  rivoli  \  interessi  . Cammino  su strade in salita con il vento dritto in faccia.
Assorto  nel mio  camminano , arrivo al monumento ai caduti  delle prime due  guerre mondiali  e mi viene  lo sconforto nel vedere , come alla polvere del tempo  e all’oblio  ( salvo le  retoriche ed ampollose celebrazioni ufficiali  del 4  novembre  ) ci sia da parte delle nuove generazioni ( dei bimbiminkia o filipilizzate)[1], è  ridotto tale monumento :  nomi cancellati e sostituiti  con altri di persone  in vita  o di bande  rivali   e  cosi via  vedere  foto  sotto .
Non dico  che per il secolo XX  cioè il  novecento  è  difficile (  se  non impossibile fin quando  prevarrà una visione ideologica  e strumentale )
Assorto  nel mio  camminare, arrivo al monumento ai caduti  delle prime due  guerre mondiali  e mi viene  lo sconforto nel vedere , testimonianola foto sotto tale  io digidi viagfatte con la mia compagnia


come alla polvere del tempo  e all’oblio  ( salvo le  retoriche ed ampollose celebrazioni ufficiali  del 4  novembre  ) ci sia da parte delle nuove generazioni ( dei a  con persone  in vita  che  stanno antipatiche o di bande  rivali   e  cosi via  vedere  foto  sotto .
Non dico  che per il secolo XX  cioè il  novecento  è  difficile (  se  non impossibile fin quando  prevarrà una visione ideologica  e strumentale ) creare  una memoria  e collettiva   come dimostra  anche  il bellissimo film  documentario \ musicale  , diventato anche un cd musicale  materiale resistente [2] di cui trovate  su youtube  so in 8 parti [3], ma  un minimo di rispetto .
Concludo  con  questo  verso  di De  Andrè[4]

cos'altro vi serve da queste vite
ora che il cielo al centro le ha colpite
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.

appello  a voi, oh nuove  generazioni  , se non volete  né studiare né ricordare  tale  evento , rispettate la loro memoria  di tali ,eventi

Ps
Si rassicurino gli amici \ che non ho abbandonato le mie idee per servire i  valori \ miti  della patria  e dell'eroe [5] tipici del pre  fascismo  ( la colonizzazione italiana  pre fascista  in Africa nel  1896 e  nel 1911 )  e poi  fascista e  del nazista  ma mi da fastidio  che s’insulti la memoria  e i morti , specie  perché ho avuto  un prozio materno morto  a 17\18 anni  ( era  la generazione dell'ult saltimo decennio del  XIX sescolo saltato su una mina  durante la ritirata di caporetto[6] tutto qui


15.5.11

Uvetta, farina e arancia: il pane per grazia ricevuta paqne tradizionale di tuili ( s'antioco )

Uvetta, farina e arancia:
il pane per grazia ricevuta

Venerdì 13 maggio 2011
Dal nostro inviato Lello Caravano
 TUILI Farina di grano duro, lievito naturale, uvetta e scorza d'arancia. Per grazia ricevuta. O da chiedere. A Sant'Antioco, medico e martire che diede il nome all'isola scelta da fenici e cartaginesi. Quel santo faceva miracoli, guarigioni e altri prodigi. Le donne gli offrivano un pane propiziatorio ma Natalina decise che l'impasto andava arricchito. Erano gli anni Trenta, quasi un secolo fa. «Nell'impasto mia madre aggiunse l'uvetta e la scorza d'arancia, il pane povero diventò più ricco, su pai arrubiu , adatto a un santo a cui si chiedono ancora oggi miracoli», ricorda Efisia Vinci, la figlia di Natalina, una delle maestre del pane con l'uvetta di Tuili.

PANE DELLA FEDE Un civraxiu figlio della fede e della tradizione (e della passione delle donne del paese della Marmilla), un prodotto unico, delizioso, che non dovrebbe mai mancare in un paniere di dolci tradizionali, accanto a pardule, amaretti, gueffus. Invece raramente supera i confini di questo centro ai piedi della Giara, mille abitanti, che vanta uno dei centri storici meglio conservati di tutta l'Isola: una delizia che non si trova neppure a Barumini, Turri, Siddi, Villamar, Sanluri, figuriamoci a Cagliari.
Sono questi i giorni de su pai arrubiu , il pane che comincia a colorarsi di rosso quando uva passa e bucce d'arance si mischiano all'impasto di acqua e semola di grano duro, qualità Senatore Cappelli, il frumento dei nonni. Lunedì scorso - il terzo dopo Pasqua, così vuole la tradizione - il pane preparato dalle donne tuilesi è stato portato nell'antica chiesa di Sant'Antonio Abate e depositato ai piedi dell'altare nelle corbule vicino alla grande statua in legno di Sant'Antioco, dove don Edmondo l'ha benedetto. Alla fine della messa è stato distribuito gratuitamente, a piccole fette, a tutti. C'è stato invece un tempo in cui un vecchio parroco aveva quasi cacciato il pane cun pabassa dalla chiesa: «Non ha alcun senso», sentenziò, provocando malumore in tutto il paese. «Un senso ce l'ha, eccome», replica oggi Efisia. Il senso della devozione popolare, dell'attaccamento a una tradizione che unisce riti sacri e profani della civiltà contadina. «Anch'io ho cominciato a prepararlo per un voto, negli anni Settanta mio marito si ammalò di febbri maltesi. Pietro è guarito, non ho più smesso», racconta Maria Lugas, un'altra maestra. Nella sua casa, al confine tra i vicinati di Sa Panga manna e Pascasi 'e josu, impasta, prepara le piccole focacce, sforna un pane dietro l'altro. La sua fragranza riempie di profumi la stanza e il cortile. «Occorrono una buona farina e una lunga lavorazione. Nonostante la fatica mi piace farlo, è una gioia», dice con un sorriso. Alla Fiera di Cagliari, nei giorni scorsi, ha catturato l'attenzione di decine di visitatori, ammirati dalla preparazione delle focacce con l'uvetta, che ben pochi conoscevano. «Cosa mi dicevano? Che sono coraggiosa. Ma lo faccio volentieri, lo preparo ogni sabato».
UNA DOLCE DELIZIA Tuili si raccoglierà attorno al suo pane-delizia anche domani e domenica. Chiusi i riti religiosi, i più genuini e sentiti, per due giorni il centro con le vecchie case in basalto ospiterà la sagra de Su Pai arrubiu. È la sesta edizione, da quando il sindaco Antonino Zonca pensò di organizzare - insieme con la Pro loco - una festa per il prodotto che è un vanto per Tuili (e che potrebbe diventare il volano per nuove imprese artigianali e magari finalmente superare i confini della Marmilla e conquistare il posto che merita sulle tavole dei sardi). «È una forte tradizione per il paese, spero che i giovani capiscano che su pai arrubiu può avere un futuro, proprio perché unico», spiega il sindaco.
RICCO E SAPORITO Ciò che stupisce, ancora una volta, è come l'intraprendenza e la fantasia delle donne abbia trasformato sa promittenza , il voto, in un civraxiu dolce e gustosissimo, che proprio perché dedicato al santo delle guarigioni, doveva essere ricco e saporito. Perché come ricorda Efisia Vinci, il pane preparato e consumato nella cittadina di Sant'Antioco veniva considerato troppo povero nella Marmilla, dove grazie ai campi di grano e al lievito naturale, su frumentu , si producono eccellenti focacce. Ancora oggi nella piccola isola della costa occidentale sarda, in onore del santo martire, si prepara un pane azzimo, non lievitato, simile a quello che celebra la Pasqua ebraica e ricorda l'esodo dall'Egitto. «Mia mamma - ricorda ancora Efisia Vinci - era solita spargere un po' di zafferano con una penna di gallina sulle fette appena tagliate. Oggi si usa meno». Anche se alcune donne tuilesi preferiscono “colorare” l'impasto con un pizzico di oro rosso.
FRAGRANZA Su pai arrubiu è un piccolo tesoro gastronomico. Qualcuno lo chiama il panettone sardo, è forte anche la somiglianza con il pan dolce genovese. Ma questi civraxiu hanno in più la fragranza e la consistenza del buon pane sardo, da consumare però come un dolce, magari accompagnato da un moscato o una malvasia. Il sindaco Zonca racconta che il presidente della Provincia Fulvio Tocco ha trovato un pane simile in un paesino spagnolo, vicino a Madrid. Misteri delle contaminazioni, anche in campo alimentare. Intanto, domani e domenica Tuili accoglie i visitatori nelle stradine ben curate dove le bancarelle esporranno su pai cun pabassa . A forza di promozione e di sagre qualcuno comincia a crederci. Nel panificio di Ginetta e Luigi Cadeddu, il pane rosso non manca mai: «Siamo di Sanluri, il civraxiu lo sappiamo fare, ma questo pane lo abbiamo conosciuto solo qui, a Tuili. È davvero buono».
LE MAESTRE Le maestre Maria e Efisia ricordano di seguire i consigli di mamme e nonne: «Mi raccomando, uvetta e scorza d'arancia vanno aggiunte all'impasto solo alla fine della lavorazione». Sono pronte a fare scuola per tramandare la tradizione. Per devozione, per i voti che hanno rivolto tanti anni fa al santo, per le guarigioni passate e future. Ma anche perché sanno che su pai arrubiu - il pane per grazia ricevuta - è un tesoro che ha soltanto Tuili.
caravano@unionesarda.it

13.5.11

E' morto da 34 anni ma la Rai continua a chiedergli il canone e porta gli eredi da equitalia . Poi ci si lamenta se il terrorismo trova terreno fertile e simpatizzanti

Leggendo tutti i giornali    a  360  gradi  e senza cascare nelle "ideologie" di colore:tipiche del secolo scorso .leggo  sul messaggero online del  13\5\2011  questa  news    che riporto integralmente . L'unico  commento  che mi sento di fare    che  poi  è riportato  anche sulla mia bacheca  di fb ---mi perdonino i miie utenti   se lo legeranno  due  volte --- non ci si lamenti  poi se i terroristi o i boss mafiosi godono di simpatia  oppure c'èmolto astensionismo   d'indifferenza o ci s'avvicina all'antipolitica .O si  constinui a gridare  nellle piazze  slogan  come questi :  nè con lo statro nè con le br .
  .


E' morto da 34 anni ma la Rai  cosntinua a chiedergli il canone













 







di Luca Lippera
ROMA 
A casa del fu Mario Sementilli, a Grotte Celoni, la Rai tenta di imporre da trentaquattro anni un concetto quantomeno particolare: anche la morte, quando c’è di mezzo il canone tv, può diventare un evento relativo. La conferma di questa filosofia l’eternità dunque esiste è giunta con un sollecito di pagamento dell’Agenzie delle Entrate. «Abbonamento N. 1225808, ci risulta che Lei non è in regola». Non risulta, è ovvio, un dettaglio non da poco: il signor Mario è sepolto a Ceprano, Ciociaria, dal 1977 
La storia mai stupirsi, l’Italia è questa, si trascina da decenni. «L’ultima raccomandata porta la data del due maggio - rivela Rosanna Sementilli, 63 anni, unica figlia e unica erede di Mario, casa in via Villa Castelli 22 a Grotte Celoni, abbonata Rai senza macchia - e questa volta si è pure aggiunta una cartella esattoriale della Gerit-Equitalia. La Rai (Ufficio Sat di Torino) chiede il pagamento del canone per gli ultimi cinque anni. Totale circa duemila euro tra sovrattasse, interessi e mora. Gli abbiamo detto e ridetto, a quelli di Torino, che mio padre è deceduto e che se vogliono possono scrivere al cimitero. Niente. È come se non sentissero».
Il signor Mario, morto a cinquantanove anni, era un costruttore. Riposa nella tomba di famiglia nella cittadina vicino Frosinone e la figlia, all’indomani del decesso, è subentrata a lui nell’abbonamento Rai (che in realtà è una tassa ormai contestata da molti). L’ultimo sollecito i Sementilli ne ricevono un paio l’anno è firmato dal «Responsabile Sat, Dr.ssa Cristina Varesano». «Abbiamo cercato di metterci in contatto con lei - racconta Rosanna Sementilli - Niente da fare. Ci passano, a nostre spese, un call-center. E intanto continuano a mandare raccomandate. È una cosa che dà fastidio, una questione di principio, una riprova del Paese che siamo».
A casa Sementilli, tra l’altro, le armi sono affilate. Pietro Barone, 64 anni, marito della figlia di Mario, è avvocato. Per anni, lui ex repubblicano, è stato presidente del VIII Municipio quando i municipi si chiamavano ancora circoscrizioni. «Le lettere di contestazione le scrivo io - dice - È una pazzia. Non hanno mai risposto. Al postino, sull’ultima raccomandata, ho fatto scrivere: «Deceduto». Come parlare al vento. Ma non si tratta solo di un puntiglio. È che qui, pazzescamente, si rischiano conseguenze pratiche». La Rai, rifiutandosi di prendere atto che Sementilli, il costruttore, è morto, ha chiesto alla Gerit di emettere una cartella (sempre contro il de cuius) per il recupero del presunto credito. «Scendendo per i rami - spiega l’avvocato Barone -alla fine mia moglie, in quanto unica erede, verrà chiamata a risponderne. Bisognerà fare ricorso, starci dietro, andare in Tribunale, pagare i bolli, presenziare alle udienze e via dicendo. Tutto per una persona che purtroppo non c’è più».
L’Agenzia delle Entrate, Ufficio Territoriale di Torino, ricorda nel sollecito al signor Sementilli che «il mancato pagamento costituisce una violazione tributaria». Ci sono, in certe storie, i connotati di un sistema e di una Nazione. La Finanziaria del 2008 ha abolito il canone Rai per tutte le persone che hanno più di 75 anni e un reddito non superiore a 6.713,18 euro l’anno. Esclusi, evidentemente, i morti, come se l’aldilà desse frutti e contribuenti.
  Concludo  riportando uno dei  commenti più  interessanti   nel sito   da cui  ho preso la news   :
E siamo seri una volta.
Alla RAI i soldi dei morti gli servono, se no come fa a pagare stipendi e liquidazioni milionari, come fa a pagare ingaggi milionari ai vari presentatori, come fa a dare carte di credito che vengono ripetutamente usate senza il dovuto peremesso, alla Rai i soldi occorrono per tenere in piedi un carrozzone di amici degli amici con un eccesso di personale che fa paura. Anzi ci dovrebbe essere una legge che il canone deve essere pagato anche da quelli che dovranno nascere. Per ogni coppia si dovrá stabilire quanti figli vorranno, dopo di che applicare il canone dovuto. Io non sono di sinistra, ma ricordo quando si diceva: "a da vení baffone"
commento inviato il 13-05-2011 alle 18:54 da arnaldo40




12.5.11

il dolce e l'amaro

A tutti\e quelli che giustamente sono preoccupati per me mi sto lentamente , dopo il lutto riprendendomi perché come potete notare dal video in questione nella vita c’è il dolce e l’amaro .




Adesso dopo l’amaro sto se pur lentamente ritornando al dolce , soprattutto grazie a voi tutti\e vecchi e nuovi .

Nelle mani DI DIO...

Il 15 e 16 maggio, a Milano, si terranno le elezioni amministrative. Tra i redattori del "manifesto dei cittadini" fatto redigere dal candidato Sindaco Giuliano Pisapia ad associazioni, gruppi, partiti e singole donne e uomini figura anche la giovane ricercatrice precaria Laura Di Dio, umanista, candidata al Consiglio comunale assieme ad altri amici, in corsa per il Consiglio di zona. La lotta potrebbe sembrare impari, data la feroce e dispendiosa campagna elettorale di Berlusconi, ma giungere al ballottaggio costituirebbe già un ottimo risultato. Tra i sostenitori dell'avv. Pisapia tutti i rappresentanto della Milano migliore, da Roberto Vecchioni (che terrà un concerto di chiusura venerdì 13 in piazza Duomo) a Benedetta Tobagi, figlia di Walter, agli eredi Ambrosoli, Rossa, Bachelet, vittime del terrorismo negli anni '70, a don Andrea Gallo e moltissimi altri. In bocca al lupo, futuro, in bocca al lupo, Laura.




Milano vive in questi giorni uno straordinario momento di rinascita e speranza: dopo vent’anni di governo della destra, finalmente, con Giuliano Pisapia c’è la concreta possibilità di voltare pagina e di lasciarsi alle spalle razzismo, affarismo, tagli ai servizi sociali e l’arrogante convinzione che il denaro può comprare tutto, anche le persone. Come umanisti ci riconosciamo nei punti cardine del programma di Pisapia – diritti, lotta al precariato, difesa dei beni comuni, partecipazione dei cittadini – e pensiamo di poter contribuire al rinnovamento di Milano portando il nostro patrimonio di ventennale lavoro nei quartieri a favore della nonviolenza, della non discriminazione, del dialogo tra le culture e della democrazia partecipativa.


PERCHE' VOTARE LAURA

E’ donna, giovane (26 anni) e preparata: laureata in Comunicazione politica e sociale, da dieci anni porta avanti attività di volontariato per la tutela dei diritti umani e il dialogo tra le diverse realtà culturali presenti in città.



Precaria, rappresenta la “generazione clandestina”, esclusa dai diritti e privata del futuro e può portare in Consiglio Comunale le esigenze e le aspirazioni dei giovani.



GLI IMPEGNI DI LAURA PER MILANO



DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA



- Modifica dello Statuto comunale per introdurre consultazioni e referendum vincolanti su temi comunali e di zona.
- Conferimento di maggiori poteri ai Consigli di Zona.
- Verifica periodica dell’operato degli eletti da parte degli elettori.


EDUCAZIONE

- Aumento del numero delle Scuole Materne e degli Asili Nido comunali, fino a soddisfare la domanda, a costi proporzionati al reddito e con tendenza graduale verso la gratuità.
- Assunzione di tutto il personale comunale precario.
- Gestione diretta delle Scuole Materne e degli Asili Nido, senza appalti a cooperative ed enti privati.
- Riapertura delle scuole civiche comunali.
- Manutenzione tempestiva degli edifici scolastici.


AMBIENTE E MOBILITÀ

- Impegno a contrastare la privatizzazione del servizio idrico.
- Potenziamento dei mezzi pubblici, anche in orari notturni, per decongestionare il traffico e ridurre l’inquinamento dell'aria.
- Creazione di piste ciclabili protette che partano a raggiera dal centro a arrivino in tutti i quartieri.

GIOVANI

- Creazione di un organo comunale di controllo dell’utilizzo indiscriminato degli stage da parte delle aziende.
- Creazione di un fondo agevolato e di spazi idonei per il sostegno alla microimprenditoria giovanile.
- Sostegno agli spazi che permettono aggregazione e offrono cultura.
- Assegnazione di alloggi comunali, anche in condivisione, a prezzi accessibili.




IMMIGRAZIONE

- Utilizzo dei fondi UE per le reali necessità delle comunità Rom e moratoria degli sgomberi dei campi.
- Sostegno all’inserimento lavorativo e sociale di rifugiati e richiedenti asilo.
- Istituzione di una Consulta Comunale dei migranti.
- Diritto di voto alle elezioni e ai referendum comunali.
- Rifiuto da parte del Comune di ospitare un Centro di Identificazione ed Espulsione come l’attuale Corelli e creazione di strutture di reale accoglienza.




NON DISCRIMINAZIONE E NONVIOLENZA


- Istituzione di un Registro Comunale delle Coppie di Fatto eterosessuali e omosessuali ed equiparazione dei loro diritti a quelli delle coppie coniugate per quanto concerne i servizi comunali.
- Patrocinio al Gay Pride e alle iniziative per la Giornata mondiale contro l'Omofobia (17 maggio). - Costituzione a livello comunale e di zona di un Osservatorio per la nonviolenza, che svolga compiti di prevenzione e denuncia, fornisca sostegno alle vittime di ogni forma di violenza e discriminazione e lavori in rete con le scuole e le associazioni operanti sul territorio per promuovere la cultura della nonviolenza.


Una pagina con indicazioni per votare e riferimenti: www.facebook.com/LauraDiDioXPisapia

la primavera culturale sta arrivando ?


Speciale elezioni | Un voto che può cambiare l'Italia
Il Pd punta sul voto delle grandi città per dare una spallata al governo. Alla prova l'asse con Sel e Idv. La Lega fa traballare la maggioranza. Poche donne tra i candidati.
TUTTE LE SFIDE: MILANO | TORINO | BOLOGNA | NAPOLI | CAGLIARI | REGGIO CALABRIA
- Ecco 10 link per approfondire: da Formigoni che balla alla nipote del boss




Via Sgarbi, torna Fiorello: ecco la Rai del dopo Masi
di Roberto Brunelli «È cambiato il clima rispetto a Masi», dice il consigliere Rizzo Nervo. Ècco il verbo del nuovo dg: basta col sangue nei programmi del pomeriggio, basta inseguire Mediaset: slitta Sgarbi, torna Fiorello. Gli incontri con Santoro e Floris. Tutto nel nome del servizio pubblico.

Più Chiesa meno reality. La nuova Rai di Lei di R. Brunelli

gli imbecilli su facebook si riproducono come conigli adesso se la prendono con melania rea


Melania Rea gruppo offensivo su facebook
A volte gli utenti fanno un uso distorto di Facebook, come testimoniato dall’ultimo gruppo nato sul social network ‘Melania Rea: se l’avessi data saresti ancora viva’ e che ha suscitato un mare di polemiche e proteste. Il gruppo creato su Facebook da un certo Marco Dresic, è estremamente offensivo nei confronti di Melania Rea, la giovane donna uccisa nelle Marche. Non è purtroppo la prima volta che uno o più troll, così vengono definiti i creatori di questi gruppi Facebook offensivi e per nulla rispettosi della dignità umana, creano pagine di questo tipo. Poco tempo fa infatti, era nato su Facebook un gruppo estremamente offensivo nei confronti della giovane Yara Gambirasio. Purtroppo questi gruppi hanno anche un certo seguito, come testimoniato dalle oltre 250 dichiarazioni di consenso che il gruppo su Melania Rea ha registrato. Per fortuna non sono mancati i cori di protesta e il giornalista e commissario del Corecom Calabria Marco Campanella, ha già fatto richiesta per la cancellazione del gruppo su Facebook ed ha sollecitato la Polizia Postale affinchè riesca ad individuare al più presto l’autore di questo gruppo offensivo e dei suoi seguaci, che secondo molti andrebbero puniti in modo esemplare, così da scoraggiare la nascita di iniziative dello stesso tipo

11.5.11

l'imbecillità e il cinismo non hanno confini Nel pavese tifosi di calcio inneggiano all'omicidio Chiara Poggi

Stamattina, mentre aspettavo che  aprisse la segreteria delal facoltà, sfogliando la sezione attualità de la nuova sardegna  , leggo  questa becera notizia


 

Nel pavese tifosi di calcio inneggiano all'omicidio Chiara Poggi

L'episodio alla fine di un incontro tra squadre giovanili. Il sindaco di Garlasco: imbecillità, siamo pronti a denunciare

Nel pavese tifosi di calcio inneggiano all'omicidio Chiara Poggi
Milano, 10 mag. (TMNews) 
"Alberto salta il cancellino, uccidi Chiara con il coltellino. Stasi alè alè". Per festeggiare la vittoria sugli avversari, avrebbero evocato in un coro l'efferato omicidio di Chiara Poggi del 13 agosto 2007 e inneggiato ad Alberto Stasi, assolto in primo grado dall'accusa di aver assassinato a Garlasco (Pavia) l'allora fidanzata. Protagonisti della vicenda, secondo quanto scrive "la Provincia Pavese", sarebbero stati i tifosi del Motta Visconti al termine dell'ultimo incontro vittorioso sul Garlasco del campionato allievi provinciale, girone A (16-17 anni) che si è disputato nell'oratorio della cittadina della provincia sud di Milano.

 Lo  che dovrei  :
« Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa. »
come suggerisce Dante alighieri  nel Canto III dell'Inferno, al verso 51, Virgilio, guida di Dante, sta descrivendo i cosiddetti "ignavi" (un'attribuzione - in realtà - mai usata da Dante ma nata in seno alla critica), cioè i vili, "coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo":perchè  di sifatte persone  si tratta  ed  indignarmi per cose  più  gravi . Ma non mi  và di vivere  dove : << (...) già confonde la notte e il giorno\
e la partenza con il ritorno\e la ricchezza con il rumore\ed il diritto con il favore\e l'innocente col criminale\ed il diritto col carnevale. (...) >> , dove <> (  cit.Adelante  di  Francesco De Gregori . Concludo  sulle note  della  canzone  citata   con questa   specie  di lettera   scritta  di getto  non appena  ho letto  l'articolo  , ai  tifosi  .

Cari Tifosi 
Ma che  razza di sostenimento alla vostra  squadra è il  gridare  un simile  slogan ? Se al posto della povera Chiara  ci  fosse stata la  vostra partner  o  familiare  ?  Siete , ovviamente  senza  generalizzare  e criminalizzatore la parte sana  ( se  ancora esiste  ) tifo ,degli sciacalli anzi   degli infami per usare unn termine  a voi caro  e  usato  nei vostri cori  verso  gli altri . Avrei capito\ compreso ( anche  se non condivido  e pratico ) se come  slogan o sfottò  contro la squadra  avversaria o loro  giocatori   aveste  usato  insulti.
Ma  lo slogan : << Alberto salta il cancellino, uccidi Chiara con il coltellino. Stasi alè alè >> e' inaccettabile il riferimento ingiurioso alla morte violenta di Chiara Poggi, assassinata nella sua casa di Garlasco, cosi com inaccettabile il richiamo al presunto ruolo che avrebbe avuto nel delitto il fidanzato di Chiara, già assolto nel processo di primo grado e in attesa  del processo d'appello .
la prossima  volta  accertatevi  che il cervello  sia collegato  alla bocca  , visto che   con  le




e La lingua ossa non ha ma spezza le ossa.

10.5.11

quando ia realtà è un fumetto . un caso alla jnny freak ( dylan dog n 81 )

come  da  titolo , quando nella  vita reale  avviene   ciò  che è stato racconto  nel fumetto  . E' il caso della  storia  di Jonny  freak  (  qui maggiori news    ) pubblicata  su dylan dog  n 81  foto sotto 




se regolamentato bene  si toglierebbe  una branca  alle mafie  quella  del traffico  d'organi  .  se  nel caso non riusciste  a leggere   questo file qui troverete maggior  news .

9.5.11

perchè li si chiama diversamente abili , se in cina un uomo senza gambe ripianta 3mila alberi


come dal titolo non capisco  come  mai   si  usa  per  definire  chi ha  una disabilità se certe persone   riesco  in determinate  cose  ( vedere storia  e video raccontata  sotto )  , il termine  ipocrita  e buonista , diversamente  abili  .è una terminologia oltre che falsa, inefficace. 
Esso  è a mio  avviso  un insulto  a  certe persone  che  pur avendo una menomazione,disabilitàhandicap, sono come dimostra il video  della  storia  capaci   di fare  cose per  loro difficili  .Infatti : << ( ....) La stessa superficiale ipocrisia di chi - e non sono in pochi - sostiene che le persone con Sindrome di Down sono comunque felici "perché sorridono e sono socievoli". Quindi "diversamente abili"! È quindi una definizione non stigmatizzante e che raschia di meno la crosta nelle paure di ognuno di noi, che siamo o meno disabili. Ma è una terminologia oltre che falsa, inefficace. Falsa perché distorce la realtà spalmandola su un quadro rassicurante, una rappresentazione buona per tutti i salotti e per tutte le stagioni. Inefficace perché non evidenzia il disagio e non rimarca l'obbligo civile della presa in carico da parte di tutti.» (  .... http://it.wikipedia.org/wiki/Disabilità#Contro )

Da quando ha perso entrambi gli arti inferiori il 62 enne Ma Sanxiao ha dedicato la propria vita alla natura. Prima un lavoro poi una missione: ripopolare un'area della provincia di Hebei nella Cina settentrionale. In dieci anni ha piantato più di 3000 alberi

8.5.11

ecco perchè non siamo ancora italiani

Quando ci libereremo di persone ,intendendo a scampito d’equivoci e fraintendimenti  in senso non violento e pacifico ,di persone  e di  mentalità  e vecchie  ideologie  come queste  due  sotto riportate la  prima



in  cui , niente  di nuovo  se non fosse  che  chi  dice  tali  corbelliere  (  per usare  un eufemismo ) è un politico  del partito di Governo
Mario Borghezio sogna di buttare via Napoli e i napoletani. «Buttiamo Napoli: dobbiamo stare lontani da quello schifo di città. Mi domando se le condizioni in cui versa Napoli non siano un motivo sufficiente per essere indipendentisti e separatisti da questa parte del Paese. I napoletani e Napoli non fanno parte dell'Europa civile. Bisogna scappare da questo schifo... Noi vogliano essere liberi da questa Napoli che puzza di rifiuti e camorra. Bisognerebbe fare una pulizia radicale». E meno male che l'europarlamentare leghista non evoca la pulizia etnica... Il politico ha espresso i suoi alti concetti a KlausCondicio. Così Mario Morcone, Pd, candidato sindaco per il Centrosinistra, non può fare a meno di sottolineare «chi sono gli amici del Pdl e delle forze che sostengono a Napoli il candidato sindaco di centrodestra. E ieri Roberto Maroni, ministro dell'Interno, è venuto a sostenere Gianni Lettieri». Il titolare del Viminale è – per ricordarlo – dello stesso partito di Borghezio.
«Vorrei sapere in quale altra città del mondo civile la raccolta dei rifiuti sia militarizzata; il governo è di nuovo costretto a mandare l'esercito per liberare Napoli dall'immondizia, visto che evidentemente i cittadini non lo fanno, non si assoggettano alla raccolta differenziata, non riescono a far funzionare gli inceneritori, con conseguenti rischi di contagio e di epidemie». Tutta colpa dei napoletani, per Borghezio. «Gli insulti e le volgarità non si commentano - insiste Morcone - ma ci terrei a ricordare alcune cose: la camorra è nelle liste del centrodestra e i rifiuti sono lasciati nelle strade di Napoli dalla Regione Campania e dalla Provincia entrambe amministrate dalla coalizione di cui fa parte Borghezio. Il ricorso all'Esercito per la raccolta dell'immondizia è una squallida manovra elettorale che svilisce anche i nostri militari. Da uomo delle istituzioni mi domando come sia tollerabile che un membro italiano del Parlamento europeo parli con questi toni razzisti del proprio Paese a maggior ragione oggi in cui si celebrano i 150 anni dell'Unità d'Italia». 

La seconda  
dall'unità del 7\5\2011

Una minorenne rivela i palpeggiamenti del sacerdote e i genitori si rivolgono alla Procura
 Il prelato non risulta indagato e nega tutto. Il paese si divide: in molti «isolano» la ragazza
«Quel prete mi ha molestata» Denuncia choc a Milazzo Il fatto risalirebbe ai giorni precedenti
la Pasqua. Padre Nunzio Abbriano, qualche anno fa  eletto «il più bello di Salina», nega
tutto.Su di lui voci di «eccentricità»

(...)  Una storia tutta da verificare. Il prete, non ancora raggiunto da avviso  di garanzia, nega tutto. La vicenda  spezza la comunità, divisa tra chi crede alla minorenne. E chi, come in un Sicilia che si pensava ormai superata,non solo non crede alla ragazza  e alla famiglia, ma li rinchiude nel più triste isolamento. Don Nunzio non è invece, nuovo alle polemiche,sul suo operato, sebbene di tutt’altro spirito, e in altro contesto: «Appaiono del tutto prive di fondamento la serie di contestazioni e di presunte “ostilità” nei confronti dell’Associazione  “Il Giglio”», scrive lui stesso  dimettendosi dalla Fondazione Lucifero,
di cui era presidente, fino alle  dimissioni annunciate alla stampa, che precedevano una seduta
delCda della Fondazione nella quale  sarebbe stata presentata una mozione  di sfiducia nei suoi confornti.
E proprio l’associazione “Il Giglio”, - un’associazione no-profit che tra  le attività annovera centri di ascolto  per bambini - indirizzava, una  lettera al presidente di Libera, don Luigi Ciotti, chiedendo «un autorevole intervento in difesa dell’associazione  ». Nella lettera, inviata lo  scorso luglio pure alla Corte d’appello  di Messina, e al Prefetto, denunciavano: «Don Nunzio Abriano, un
prete, nominato dall’Arcivescovo di  Messina, dimostra uno straordinario  accanimento persecutorio nei
confronti della nostra associazione».
 


saremo veramente  e veramente  ITALIANI

6.5.11

ADDIO ZIA MI MANCHERAI



Dalla nuova sardegna  ed gallura del 5\5\2011

Addio alla signora della sinistraSi è spenta Anna Vacca, consigliere comunale dal 1985 al 1995

 OLBIA. Se n'è andata la signora della sinistra. Ieri è morta Anna Vacca, per 10 anni in consiglio comunale a Olbia, sotto le insegne del Pci prima e del Pds poi. Nata a Cuglieri nel 1937, per anni direttrice didattica della scuola di Santa Maria, è stata una figura simbolo dell'istruzione e della politica olbiese. Da sempre donna di sinistra, nel 1985 si candida alle comunali con il Pci e fa il pieno di voti in una tornata che vede per la prima volta ben tre donne in consiglio.  Nel 1990 aderisce alla svolta di Occhetto e viene rieletta col Pds. In quegli anni Anna Vacca sostiene le battaglie referendarie di Mario Segni e nel 1992 è nella lista del Pds per la Camera. Nel '95 non si ricandida, ma si fa il suo nome come assessore tecnico alla Cultura in caso di vittoria di Vinicio Putzu, il candidato del centrodestra. Il centrosinistra però vince le elezioni con Uggias e quell'eventualità non diventerà realtà.  Da allora Anna Vacca non ha più fatto politica attiva, ma ha continuato a combattere da dietro le quinte per la sinistra. Anche in questi ultimi giorni, malgrado la malattia, continuava a seguire la campagna elettorale per le comunali alle porte. Sempre molto attiva in campo culturale, è stata presidente della Fidapa. Il marito è Sandro Facchini, insegnante in pensione, responsabile in città del Codacons. I funerali saranno oggi alle 11 nella basilica di San Simplicio. (al.pi.)

3.5.11

Neonato in fin di vita, Ambulanza presa a calci: la sirena disturbava i pellegrini

Ecco cosa succede con i fanatismi: un neonato ha rischiato la vita perché i pellegrini si rifiutavano di far passare l'ambulanza, presa anche a calci. Solo la Protezione Civile, che ha disperso la folla, ha salvato la vita al neonato.



Della serie: i disastri del fanatismo religioso non finiscono mai. Ieri un neonato  di poche ore che a causa di una malformazione doveva essere trasferito d’urgenza al Bambino Gesù, ha rischiato la vita a causa dei pellegrini venuti da tutto il mondo per la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, i quali, infastiditi dalle sirene, hanno cominciato a prendere a calci l’ambulanza.
Bloccata dalla folla tra via della Conciliazione e piazza Pia, l’autista dell’ambulanza usa la sirena per fare capire che si tratta di un’emergenza, ma i pellegrini non comprendono e prendono a calci il mezzo. I parenti del bimbo, che seguono dietro in automobile, angosciati e anche loro intrappolati.

Solo l’intervento caparbio dei volontari della protezione civile e di agenti della polizia municipale
ha evitato il peggio, riuscendo ad aprire, ma solo dopo dieci minuti, un varco fra la folla. Ora il neonato è stato stabilizzato al Bambino Gesù, le sue condizioni sono ancora critiche e solo domani si saprà se è necessario un intervento chirurgico.
Resta solo l’indignazione e lo sgomento. E nel giorno che hanno ucciso Bin Laden, forse sarebbe il caso di prendere coscienza che gli estremisti non sono solo “comunisti”, che i fondamentalisti non sono solo islamici e che l’intolleranza, l’ignoranza e la deficienza sono caratteri comuni a certa gente. Qualcuno, furbo, dirà: “Perché l’ambulanza è passata di lì?”, perchè era il tragitto più breve.
E perché per legge l’autista deve seguire il percorso ordinario, visto che nessuna comunicazione ufficiale lo ha modificato. Incompetente il sindaco di Roma (ma questo lo si sapeva), ma assolutamente imbecilli quelli che erano là in attesa della beatificazione: non essere disturbati nella preghiera vale di più della vita di un neonato? Bella roba.

Cosa è il sionismo e perché essere critici? E poi quali sarebbero le idee di Segre e Crosetto da “odiare”?

A  volter  capita  , ed  è  questo uno dei casi   ,  che    un post  scritto  per    la  mia bacheca  di facebook      necessiti  di   un ap...