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24.1.18

Contro il bullismo ci vogliono i filosofi ? secondo me non solo

«[---] Poi si rivolse, e parve di coloroche corrono a Verona il drappo verdeper la campagna; e parve di costoro quelli che vince, non colui che perde. [----] »
Dante  Alighieri  canto  XV inferno
canzone  consigliate
 stop - mattia sanna  ( per  chi  è registrato su  spotify  )
ciao bullo  .   AAV  leone  d'oro per  lacreatività  2016  



su  http://invececoncita.blogautore.repubblica.it/

leggo  questo interessante   intervento  di    Andrea Vito   ex  vittima del bullismo scolastico


                             Andrea Vito a scuola fu vittima del bullismo


Grazie ad Andrea per questo suo ricordo
Sono un filosofo di 24 anni, che ai tempi del liceo venne disturbato dai bulli. A ricreazione capitava che io stessi da solo e non con gli amici perché stavo scrivendo un romanzo e avevo bisogno di ispirazioni. Mi hanno osservato, provocato a parole e infine messo le mani in testa. Niente di serio dal punto di vista fisico, si intende, ma mi hanno fatto paura perché erano più piccoli di me e vedevo il male nei loro occhi.
I bulli ci sono e vanno combattuti, ma con l'aiuto dell'indifferenza e la solidarietà. Gli insegnanti devono aiutare questi giovani di oggi, smarriti e confusi dalla tecnologia, invadente e facilmente ipocrita.
Bisogna fare di più, sempre.
Oggi più che mai. I miei docenti in gran parte erano volutamente silenziosi e preferivano far imparare letterature di ogni genere ai ragazzi spesso senza guardare oltre i libri. Parlo solo di certi docenti, la maggior parte stava attenta a queste cose si intende.
Bisognerebbe aiutare i giovani a vedere al meglio la televisione, ma il problema è che nemmeno gli adulti comprendono il fenomeno spesso e sono inglobati in un sistema informativo che radicalizza una dimensione sociale già oggi complessa. Ecco perché ci vogliono i filosofi, per capire semplicemente che differenza c'è fra il verde e il rosso ed evitare che molti giovani piangano dentro e siano costretti a diventare mostri per avere attenzione.

Andrea Vito



Secondome  si  anche   se   come suggerisce  il  commento   si     all'articolo   sopra  riportato



Danilo Battaglia
2 giorni fa

servirebbe educare al rispetto dell altro e della diversità e ricordarsi ogni tanto che siamo umani e che tutti abbiamo le nostre debolezze primi tra tutti i bulli.
I bulli esistono solo perchè c'è qualcuno che gli regge il gioco. Se non si regge il gioco ai bulli, ma ci si schiera in difesa dei vessati i bulli ammutoliscono.
Più che filosofi Servirebbero più educatori

Risultati immagini per topolino storia sul bullismo
In quanto le  famiglie  (  problematiche  o  menefreghiste  come il  film   i nostri ragazzi  2014 diretto da Ivano De Matteo  e non solo  ne  avrei di  storie    da raccontare   in merkito   ma  non m sembra  il caso

Perchè  gente con tendenza al bullismo c'era anche ai lontani tempi della mia adoloscenza. La differenza è che allora venivano tenuti a  bada   o in alcuni casi  emarginati dai "non bulli"  o  repressi con il voto  in condotta  e  le note  disciplinari 
Un altro  metodo   suggerito  è quello   che riportato   questa bellissima storia Sceneggiatura: Radice Teresa Disegni: Turconi Stefano , è quello del doialogo e  della compresione  cercare  di capire  perchè il bullo agisce  cosi . Infatti , esperienza  personale     in ambito scolastico  chei  sicomorta  cosi lo fa  perchè : 1)  ha  famiglie    problematiche   o oppressive  ., 2)  cerca  d'essere  al centro dell'attenzione  .,  3) ha  paura  d'uscire  dal branco  .  inoltre     in quanto   prima  s'incomincia  a  parlare  ed  educare al rispetto ed  al  dialogo   meglio  è   ,  pubblicata   su ( copertina    a destra )    topolino 3175    . Opppure      fa  vedere  la  puntata      semi censurata  ( hanno fatto spostare  quel servizio dopo  le  23  ) di presda diretta  del 31\1\2016  lo trovate  qui
registrandovi  al canale  di raiplay   e  aplicare il metodo   che si usa  nelle  scuole  nel nord  europa 


non so che  altro dire  virimando    ai link  sotto   con  libri  , fumetti e   siti di come reagire  al bullismo




2.10.17

Ex bullo pentito vuole cambiare scuola ma viene rifiutato: «Qui non c’è posto per lui»


non è con l'ermaginazione o il rifiuto che si combatte il bullismo. Infatti : << il bullismo non nasce mai dal bullo ma quasi sempre da ... è come se sistesse combattendo una mafia con la “m” minuscola. >> ( da www.ilcaffe.tv/articolo/28688/malandruccolo-il-bullismo-e-come-la-mafia



Casalgrande, il Morante di Sassuolo rigetta la richiesta per il trasferimento del giovane che frequentava il Gobetti

CASALGRANDE. «Davvero non c’è posto?» È questa la domanda principale che si pone la madre del ragazzo casalgrandese “rifiutato” dall’istituto sassolese Elsa Morante. C’è indignazione, dispiacere e senso di impotenza nella denuncia della mamma che, dopo mesi di attesa e di vane rassicurazioni, si è vista rifiutare la possibilità di iscrivere il figlio trasferendolo dal Gobetti di Scandiano dove si era reso responsabile di un episodio di bullismo.
L’origine della vicenda risale proprio a quel “fattaccio” nel gennaio scorso. Solo allora la madre del 15enne, si rende conto che la scelta scolastica fatta dal giovane è stata un errore e rischia di avere conseguenze serie. «Mio figlio si era iscritto al Gobetti su mia insistenza – racconta – ma non era ciò che voleva e purtroppo, anziché manifestarmi questo rifiuto, ha iniziato ad avere atteggiamenti sbagliati fuori dalla scuola, rendendosi protagonista di un episodio di bullismo. Dopo un colloquio con lo psicologo abbiamo capito che il problema era proprio legato alla scuola scelta così, insieme al dirigente dell'istituto di Scandiano, abbiamo avviato le pratiche per il trasferimento».
«Siamo arrivati a Sassuolo, al Morante, e ci hanno accolti bene, facendoci vedere la scuola e spiegandoci i vari corsi – prosegue la donna –. Mio figlio era entusiasta e aveva scelto il professionale turistico. Purtroppo non era possibile fare il passaggio in quel momento, ma ci dissero che ci avrebbero messo in lista d’attesa per poter entrare nel nuovo anno scolastico».
A questo punto la situazione sembra definita, il ragazzo viene bocciato al Gobetti per le numerose assenze, mentre la madre continua a farsi viva con la scuola sassolese per sapere come comportarsi con l'iscrizione. All'atto dell'iscrizione però il colpo di scena: non c'è posto. «Sulle prime – racconta la madre – ci hanno rassicurati, illudendoci, e dicendo che mio figlio avrebbe potuto iniziare dopo qualche giorno».Alcuni giorni fa, invece, è arrivato il no definitivo, che ha gettato nello sconforto sia la madre sia il giovane. «A un incontro che ho chiesto – spiega la madre – la vicepreside si è scusata, spiegandoci che non c'è posto e quindi che mio figlio, ancora formalmente iscritto al Gobetti, dovrà andare nella scuola in cui non vuole più andare da mesi. Forse più avanti la cosa si potrebbe sbloccare ma intanto il ragazzo è a casa, non sta andando a scuola e i programmi nelle classi vanno avanti, col rischio che un'iscrizione tardiva gli faccia perdere un altro anno».«È assurdo – spiega la donna tanto arrabbiata quanto determinata – dire che non c’è posto, dato che, ad esempio, se io iscrivessi mio figlio fuori regione e dopo un mese richiedessi l’iscrizione al Morante lo accetterebbero. Questo significa che il posto c’è, come ci hanno promesso per mesi illudendoci». La madre è pronta a non arrendersi e continua a sperare in una rapida soluzione, anche se le possibilità che il giovane possa entrare a breve al Morante, stando a quanto riferito, sembrano piuttosto flebili.

1.4.17

quando i cazzi degli altri sono cazzi tuoi , Mantova Agguato fuori da scuola: pestato dai bulli a 14 anni



agazzino aggredito nel sottopassaggio: «Dacci i soldi e le sigarette». Poi le botte. Perseguitato da mesi finisce al Poma con la costola rotta. La madre chiede più controllidi Giancarlo Oliani


Bullismo, lettera da Mantova:"Tutti guardavano, nessuno è intervenuto"Giovedì 2 marzo, ore 15, piazza Mantegna. Un quindicenne viene pestato da tre ragazzi. I passanti guardano, rallentano per osservare meglio, ma nessuno si ferma ad aiutare la vittima. Solo una una signora difende lo studente. Questa è la lettera che la donna ha inviato alla Gazzetta di Mantova (a cura di Tecla Biancolatte)Leggi "Parli con la mia ragazza?", pestato dai bulli del bus
MANTOVA. Stava raggiungendo la fermata dell’autobus quando due ragazzi lo hanno bloccato. «Vogliamo soldi e sigarette. Fai alla svelta, non abbiano tempo da perdere...». Lui, quattordici anni, al primo anno dell’Istituto Vinci, ha tentato di ribellarsi a quel sopruso. Ma la reazione dei bulli è stata devastante. Una violenza bruta, che gli ha causato una lesione costale. Il quattordicenne è stato colpito su tutto il corpo. Senza tregua. Colpito da un calcio al torace è riuscito a rimanere in piedi con un dolore lancinante. La mano, con la quale ha cercato di proteggersi, ha subito una lesione.
Lo spot contro il bullismo degli studenti della Scuola di Cinema di Milano divenuto virale in rete7,8 milioni di visualizzazioni, oltre 225mila condivisioni e 47mila like in meno di due giorni. E’ l’incredibile successo ottenuto da un breve spot contro il bullismo girato dagli studenti del terzo (e ultimo) anno della Civica Scuola di cinema Luchino Visconti di Milano
Tornato a casa, non ha avuto il coraggio di raccontare ai genitori l’accaduto. Ai medici del pronto soccorso ha raccontato di essersi fatto male durante una partita di calcetto. Ma poi la verità è venuta a galla. Il ragazzo era già stato ripetutamente vittima di bullismo dall’inizio dell’anno scolastico, anche se in questa occasione ha detto di non aver riconosciuto gli aggressori: non è detto, dunque, che si tratti di compagni di scuola. La mattina del 31 marzo la mamma si è presentata in questura e ha denunciato l’episodio chiedendo un maggiore controllo da parte delle forze di polizia.
"No al bullismo" il video dei bambini delle scuoleUn fenomeno in aumento anche fra i banchi che nel video spot viene raccontato dalle parole semplici dei bambini. E i giovani studenti non si limitano a condannare chi "fa male a chi è più debole" e chi "non fa giocare gli altri". "Bisogna aiutarlo e fargli capire che non si fa". “È stato scelto lo strumento video- dicono i responsabili di Rete Sol.Co - perché possa essere diffuso in Rete, accessibile ai bambini che navigano ma anche alle famiglie e agli educatori, perché si comprenda che il bullismo è dietro l’angolo e può entrare nella vita di tutti”.
È l’ennesimo e inquietante episodio di bullismo che avviene in città. Accade nella giornata di martedì 28 marzo poco dopo le tredici. A quell’ora Paolo - è un nome di fantasia - esce dall’Istituto Vinci per raggiungere la fermata dell’autobus ai Due Pini. Percorre il sottopassaggio ma, una volta fuori dal tunnel, si trova di fronte a due giovani, parzialmente travisati. Gli chiedono soldi e sigarette. Ma lui non fuma e non ha nemmeno soldi perché porta a scuola il minimo indispensabile per non essere derubato. Vigliaccamente il quattordicenne viene aggredito e picchiato con violenza inaudita su tutto il corpo. Un calcio gli provoca una lesione costale. La sofferenza del ragazzino non si ferma qui. Nelle ore successive deve fare i conti con la paura e la vergogna di quello che ha subito.
Bullismo, la campagna con i campioni dello sport. Cucinotta: ''Io vittima, ragazzi denunciate''Parte la campagna nelle scuole organizzata dall'Osservatorio nazionale bullismo e doping. La nuova iniziativa ha come obiettivo quello di portare i campioni dello sport nelle scuole d'Italia per incontrare e parlare con gli studenti. L'evento è stata anche l'occasione per presentare il cortometraggio dal titolo ''Il compleanno di Alice'', che vede alla regia Maria Grazia Cucinotta e che ha come tema centrale proprio quello delle molestie tra i più giovani.Video di Angela Nittoli
«È tornato a casa - racconta la mamma - lamentando un dolore al torace (che nel frattempo si era gonfiato). Siamo andati al pronto soccorso di Mantova e anche lì mio figlio non ha detto la verità. Siamo rimasti fino alle tre di notte e poi tornati con sette giorni di prognosi. Ma quella stessa notte il mio bambino ha ceduto. È venuto nella mia camera e mi ha raccontato com’erano andate le cose. Siamo tornati in pronto soccorso e questa volta non ha nascosto nulla. Lunedì dovrà sottoporsi a nuovi esami perché c’è il sospetto che i calci che gli hanno sferrato possano aver provocato una frattura costale». «Servono azioni concrete - commenta la mamma con la voce rotta dalla commozione - Non posso pensare che ogni giorno mio figlio sia a rischio».

6.3.17

Educare al rispetto attraverso le canzoni

Femminicidio, stalking, abuso sessuale, violenza fisica e psicologica, omofobia, bullismo, sono termini che purtroppo, negli ultimi anni, sono entrati prepotentemente e tristemente nella nostra realtà quotidiana. Il ruolo dei media è stato determinante per far emergere questi fenomeni che, ci rendiamo conto, sono sempre esistiti ma solo attualmente sono diventati un’emergenza pressante e improrogabile, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Sebbene negli ultimi anni sono state realizzate delle iniziative pubbliche finalizzate a sensibilizzare e informare su tali fenomeni, istituite delle giornate per condannare ogni forma di abuso e di violenza, purtroppo, giornalmente ci ritroviamo a dover fare in conti con notizie a dir poco inquietanti. Nel mondo vi sono ancora tante donne vittime di violenza fisica o sessuale, una violenza che spesso, nei casi più drammatici, sfocia nel femminicidio: la manifestazione più crudele della sopraffazione da parte dell’uomo sulla donna. E ancora, se da un lato prosegue a livello giuridico una propensione all’inclusione degli omosessuali (vedi legge Cirinnà), purtroppo ancora nel 2017 l’omofobia è una piaga sociale e culturale ancora ben radicata. Non vi sono dubbi, è di fondamentale importanza promuovere costantemente e attuare interventi specifici per prevenire e ridimensionare il manifestarsi di tali fenomeni. Inoltre, sarebbe opportuno attuare nelle scuole interventi destinati ai giovani e finalizzati a educarli a conoscere, capire e gestire le proprie emozioni, aumentare l’empatia, gestire i conflitti, accrescere il rispetto per se stessi e per gli altri così da costruire e mantenere relazioni di qualità, tutte caratteristiche fondamentali dell’Intelligenza Emotiva di Goleman (1995). Lo scrittore Porcino nel suo libro ci fornisce un quadro ben strutturato dei fenomeni sopraccitati, inoltre, riserva la parte finale del testo ad un progetto educativo destinato a studenti di scuola media inferiore e superiore. Nel libro l’autore affronta argomenti forti come violenza sulle donne e omofobia, e lo fa proponendo un’analisi dei testi di alcune note canzoni. Porcino vuole arrivare al cuore delle persone e, in particolare, alla loro coscienza, e si affida alla musica per farlo, una preziosa arte in grado di scatenare emozioni pure. D'altronde come diceva Picasso: “La musica è una meravigliosa bugia che dice la verità”.

Giovanna Prestianni 
(Criminologa e Dottoressa in Psicologia Clinica)


Il libro “Canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne” può essere acquistato su Amazon al seguente link: https://www.amazon.it/Canzoni-contro-lomofobia-violenza-sulle/dp/1326718746



® Riproduzione riservata

25.11.16

secondo voi gli insulti sessisti alla Boldrini sono libertà d'espressione ? una manifestazione contro la violenza sulle donne da sola non basta

premetto che giudico  la  Boldrini   demagoga ma  tali  insulti ,  da lei riportati (  la  punta  dell'iceberg )  sulla  sua  pagina  fb







e tale << [---] fenomeno sempre più frequente e inaccettabile: l’utilizzo nei social network e non solo di volgarità gratuita , di espressioni violente e di minacce, nella quasi totalità a sfondo sessuale. [---] ( dalla pagina fb , qui il testo originale , eccetto le parole non in corsive che sono mie ) sono vergognosi e disgustosi .Infatti questi sono reati, non sono libertà di espressione .E l'unica cosa da fare è una denuncia per ingiuria, non minacciare di abolire la libertà di espressione. .. perché nell'intervista all'unità e nel suo comunicato ( vedere collegamento righe precedenti ) si legge velatamente questo.
Ora poiché Tutti i cretini che usano ( ma anche no ) mezzi potenti di divulgazione per insultare e minacciare secondo me non vanno né tutelati né lasciati impuniti. Le conseguenze di questi beceri e malpancisti comportamenti possono essere enormemente gravi (un esempio a caso... Tiziana Cantone).
Allora  come ne  uscirne ? 
  1. Iniziando a smettere  di  vedere   il bullismo  e l'educazione di genere   come  un tabù ( basti  vedere  come: la parte  della trasmissione presa diretta -- ne  ho parlato   qui  sul blog  -- in cui  si  parlava  di  tale tema   era stata spostata  d'orario  .,  il  programma #maipiùbullisdmo cosi tanto  pubblicizzato     viene mandato  in onda  alle  23.15  )
  2. fare  come   fanno  negli altri paesi  europei a  forte trazione  cattolica  e protestante  ( vedere  la puntata  citata   di  presa  diretta  )   dove ormai  s0insegna  d'anni   nelle  scuole ad  iniziare  dall'asilo    cioè rendere  obbligatorio  indipendentemente    dall'autonomia   dei singoli istituti  scolastici   (lo so che  😢  sarà  da  stato etico   \  demo cradura   😈 ma    a mali estremi estremi  rimedi  )
e  fanculo  ai  teocon italiani Il cui : termine è <<   stato usato anche in Italia a partire dal 2004, fuori dall'ambito culturale statunitense di riferimento primario del termine, per indicare alcuni movimenti cattolici o persone di orientamento cattolico e conservatore. Tra questi, Comunione e Liberazione, l'Opus Dei e i Legionari di Cristo.È stato usato anche in riferimento ad alcune personalità del mondo politico e culturale, come il filosofo ed ex-Presidente del Senato Marcello Pera, il giornalista e direttore della testata Il Foglio Giuliano Ferrara, la scrittrice e giornalista fiorentina Oriana Fallaci (nonostante il termine primigenio usato al loro riguardo fosse "ateocon"[senza fonte]), il politologo Ernesto Galli della Loggia, il parlamentare UdC Ferdinando Adornato e il cantautore Giovanni Lindo Ferretti   >> ( da https://it.wikipedia.org/wiki/Teocon )  d'aggiungere  a questa  lista    anche   . Mario Adinolfi   che   dicono  che cosi   si  inserisce nella  sulle scuole la  teoria  gender . In quanto  Sono 116 le donne uccise nei primi dieci mesi del 2016. Il 53,4% dei femminicidi del 2016 si è registrato al nord, il 75,9% in ambito familiare. L'età media delle vittime è di 50,8 anni. In un caso su tre l'arma più usata è quella da taglio. Chi uccide nel 92,5% è maschio. Sono 3,5 milioni le donne hanno subito stalking almeno una volta, più di 2 milioni sono state vittime di un ex partner. Meno della metà ha denunciato

.

14.8.16

le origini dell femminicidio e dello stalking sono nel linguaggio e s'incomincia d'appena s'inizia a parlare

 sottofondo la  colonna  sonora  del film basilicata  coast  to  coast
Musica  a tema  Le mie parole -Samuele Bersani -


Ecco  un altra  forma    di censura  più  subdola    di  quella     classica
censura s. f. [dal lat. censura «ufficio di censore; giudizio, esame»]. – 1. Grado e dignità di censore (nella Roma antica), e tempo che durava la carica. 2. a. Esame, da parte dell’autorità pubblica (c. politica) o dell’autorità ecclesiastica (c. ecclesiastica), degli scritti o giornali da stamparsi, dei manifesti o avvisi da affiggere in pubblico, delle opere teatrali o pellicole da rappresentare e sim., che ha lo scopo di permetterne o vietarne la pubblicazione, l’affissione, la rappresentazione, ecc., secondo che rispondano o no alle leggi o ad altre prescrizioni. Con sign. concr., l’ufficio stesso che è addetto all’esame  (....) 
presa  dalla  voce  omonima del  dizionario  http://www.treccani.it/vocabolario/

  cioè  se  parla ,  ma  non ti  metto in  evidenza   in prima  pagina ma  ti   riporto  in  fondo  econ un piccolo trafiletto    magarti quasi nascosto  , o nelle  edizioni locali   . per  giunta  da  zona  a zona  della  stessa   regione vedi esempio la  nuova  Sardegna che  ha   ben      4   edizioni ( ridotte  poi  a  3  )  locali    e  quindi  , esempio  , uno di Sassari  non  sa  (  salvo  casi gravissimi  che  compaiono  nella sezione  generale )     quello    che succede  iniziative  culturali  comprese   in Gallura   .  Quindii chiedo  ma  è possibile  che   certi articoli cosi importanti    vengano relegati  ,  come   questo  , nelle edizioni locali  di  un grande  quotidiano nazionale  .  

  Ora  dopo lo sfogo   un ulktima  cosa  prima di  riportare  il post      d'oggi tratto da  http://firenze.repubblica.it/cronaca  del  4\8\2016

le parole non  solo sono importanti
ma  sono  anche  come pietre e  del passo da li alla violenza   a seconda  dei soggetti  può essere  sottile 



Ora   il post

La studiosa Irene Biemmi: "Iniziano alle elementari gli stereotipi che dividono" di ILARIA CIUTI


Corpi bruciati, bastonati, violentati, uccisi. Corpi da possedere, domare, eliminare se non si possono avere, se dietro questi corpi spunta una testa, una volontà, una libertà. È orrenda la lista delle donne uccise, è misera quella dell’impotenza di maschi che per esistere uccidono. Basta: lo si vorrebbe gridare, soprattutto fare. Ma fare, non si fa. «Non serve niente se non si comincia da lontano, da una cultura rovesciata rispetto a quella di oggi, da una nuova generazione che abbia una concezione diversa dei ruoli di genere». Dice Irene Biemmi, ricercatrice all’università di Firenze e autrice del libro «Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri del elementari» (Rosenberg & Sellier) da cui è stato tratto lo spettacolo- conferenza tra Biemmi e Daniela Morozzi, «Rosaceleste », che inaugurerà il 13 ottobre al Puccini la rassegna “Una stanza tutta per le».

I libri delle elementari spiegano il femminicidio?
«Non solo, ma hanno una parte fondamentale nel costruzione degli stereotipi e di ruoli complementari e non interscambiabili. Perfino le parole sottolineano la negatività del discostarsene: maschiaccio per le femmine vivaci, femminuccia al bambino che non fa il duro. Nei libri di lettura scolastica le madri trascorrono la giornata in casa attendendo marito e figli, raramente lavorano e caso mai da maestre, parrucchiere, estetiste. E non sono libri degli anni ’50 ma degli anni 2000. Per gli uomini ho contato ben 50 professioni: geologi, astronauti, esploratori, giornalisti, medici, scienziati e i padri sono raffigurati fuori e al lavoro. Le bambine giocano in camera, i bambini in affascinanti e avventurosi grandi spazi esterni».

Dopodiché?
«Si insinua la percezione che il troppo uscire, soprattutto di notte e da sole, debba essere per le donne pericoloso. Il mondo si spacca in due e la relazione tra i generi diventa un problema. La violenza è problema complesso ma la disparità sociale si riproduce anche nelle relazioni private: relazioni mancate basate su archetipi di uomo forte, prevaricatore, aggressivo, tutte caratteristiche su cui fondare la virilità, e di donna docile, sottomessa».

Da dove cominciare?
«Si è sempre pensato a liberare dagli stereotipi le donne perché discriminate. Certo. Ma bisogna anche giocare d’anticipo e agire sull’educazione dei futuri uomini. Gli aggettivi usati nei libri scolastici per i bambini sono: forti, audaci e coraggiosi, a tratti irosi e violenti. Senza critiche ma con la legittimazione di un’immagine di virilità che fa tutt’uno con la violenza. I bambini devono avere atteggiamenti di sopraffazione sia per farsi intendere tra maschi che con l’altro genere. Ragionare su quale educazione dare ai bambini significa scardinare il principio che virilità sua uguale a forza. I ragazzini hanno paradossalmente un fardello sulle spalle più opprimente delle bambine con cui ormai da anni le mamme ragionano di come svincolarsi».

che  le  parole    sono  importanti lo  dimostra  anche questa  storia 

Appello   di Carolina  B.  ora  17  enne  ex  vittima  di  bullismo  . "fate  come  me  ribellatevi "


qui presa     da  repubblica  del  14\8\2016.  Inizialmente volevo  riportare direttamente  l'articolo  con la  slide  \  cattura  schermata  ma poi  invece   ho deciso di fare  copia ed  incolla 

BRESCIA

Poi  l'altra Carolina ha deciso che la partita con i bulli doveva vincerla lei. «Ma non provo odio, alla fine sono vittime anche loro». Mentre Carolina di Brescia si tagliava le braccia per provare a lenire il dolore dell’anima col dolore del corpo, a 140 chilometri dalla sua cameretta,Carolina di Novara — Carolina Picchio, stessa classe‘99, 14 anni all’epoca — iniziava a dare segni di resa: fino al gesto finale. Il lancio dal terzo piano di casa. Tra lei e i giovanissimi aguzzini che l’avevano filmata ubriaca
mentre in 5 la violentavano, per poi pubblicare i video e sfotterla su Facebook, hanno la meglio loro.
ErA il 5 gennaio 2013,ma «di quella storia ho saputo solo a marzo di quest’anno.
Quando ero in fase di rivincita. Per me e anche per lei che non c’è più». Adesso che ha 17 anni Carolina B. dice che inizia a volersi «un po’ bene», ad accettare il suo corpo e il suo viso che tutto
sono fuorché sgradevoli alla vista.
E che ha smesso di incidersi la pelle con lamette e coltelli. «Guardi qua», sorride seduta in
veranda nella villetta di Costalunga, pochi minuti dal centro di Brescia. Carolina mostra i segni
bianchi lasciati dalle cicatrici delle ferite che s’è inflitta per due anni. Mamma e papà — ex
sportivi — un po’ la coccolano con lo sguardo e un po’ riprendono i più piccoli degli altri
quattro fratelli perché non si scollano dagli smartphone. «La rovina di questi ragazzi è il telefonino
», annuisce Domenico Geracitano, agente di polizia della questura di Brescia. È impegnato
da anni in campagne di sensibilizzazione sul cyberbullismo nelle scuole: è lui che
ha agganciato l’“altra Carolina”. In uno degli incontri con i ragazzi, la 17enne racconta la
sua vicenda: da allora, era lo scorso anno, diventa una piccola testimonial della lotta contro
le violenze psicologiche giovanili.
Come è iniziata la sua storia di vittima dei bulli?
«Ad aprile 2012, fine della seconda media. Ero al Parco Castelli con la parrocchia: quattro
giorni di evangelizzazione. Chi voleva saliva sul palco e raccontava la sua esperienza di fede.
Vado su, e parlo. Il giorno dopo mi dicono che hanno postato il video su Fb. Da lì in poi iniziano
a dirmi di tutto: sfigata, cesso, sei grassa, sei piena di brufoli, fai schifo, sei una troia obesa...
Insulti nelle chat di gruppo della classe».
E lei?
«All’inizio rispondevo, ma era peggio. Andavano giù ancora più pesanti. Arrivavo a casa,
sbloccavo il telefono e trovavo gli insulti: ammazzati, buttati dalla finestra... Se ti dicono che
sei grassa, ti vesti larga. Se ti dicono che sei un essere inutile, ti rendi ancora più inutile. Se ti dicono
che devi morire il tuo unico desiderio è la morte. E il peggio e che ti senti in colpa, vorresti
punirti ma non sai come fare Fino a che...».
Che succede?
«Trovo su Internet immagini di braccia tagliate. Penso che quella è la soluzione; provo una volta, mi sembra di avere pareggiato i conti con il mio essere sbagliata. Diventa un’ossessione: mi tagliavo ogni giorno, anche piu’ volte. In camera, in bagno, in doccia. In giro non alzavo mai le maniche».
Intanto diventa anche lei social-dipendente.
«Ero convinta che la vita vera fosse quella che passa dalle chat. I bulli erano sempre lì,qualcuno lo conoscevo, altri no.
È facile insultarti su Ask in anonimo. Ti infossi e inizi a “sfollare” (dare di matto, ndr). Capisco
Carolina (di Novara). La sua rovina è stata un video. Anche per me tutto è iniziato con un video. Poi viene il giudizio della rete, ecco. La cosa peggiore è il giudizio».
Aveva un pensiero fisso, oltre al senso di inadeguatezza da insulti?
«La morte. Alla ricerca di un aiuto postavo questa ossessione di morte ovunque. Coi miei genitori ci scontravamo sempre.
Quando scoprono che mi taglio, vanno in confusione. Al primo anno di superiori (istituto professionale) divento scontrosa,menefreghista, incazzata con tutti. Provo a fumare qualche
canna. Bulletta per reazione ».Trentun dicembre 2014.
Che data è?
«Litigo coi miei e mi chiudo in camera. Faccio un bilancio della mia vita a 15 anni. Risento le voci dei compagni delle medie:“Sfigata”, “cicciona”. Mi sento una fallita, e cosi prendo l’Ipod e una lametta e scappo dicasa. Mi siedo sopra un ponticello,inizio a tagliarmi. Poi mi butto giù. Mi risveglio su un’ambulanza. Mio padre arriva in neuropsichiatria: nonostante il parere dei medici, rifiuta di farmi ricoverare».
Toccato il fondo cosa succede?
«Smetto di tagliarmi, ma a scuola avevo spesso attacchi di panico. Mia madre ogni volta che stavo male in classe mi portava in posti belli e pieni di pace per farmi ritrovare la calma».
I bulli?
«Ho iniziato a fregarmene. Ho acquistato più sicurezza, adesso mi voglio bene. Ho capito che sono vittime anche loro.
Che per curare le vittime bisogna curare i bulli. Prima mettevo solo felpe nere e larghe. Oggi mi compro anche i tubini, ogni tanto metto scarpe con il tacco ».
Come si sente oggi?
«Sopravvissuta a una guerra. La mia guerra con i bulli. Carolina Picchio non l’ho mai conosciuta,
ma so che sarebbe fiera di me. Aveva ragione quando diceva “le parole fanno più male
delle botte”. Ma oggi so che le botte si possono curare, basta rivolgersi a chi hai vicino e non
cercare di fare tutto da soli».
























































































































































12.2.16

«Porti iella»: ragazzina di 12 anni perseguitata da centinaia di bulli a Nuoro




un miracolo di solito sucede il contrario i genitori   sono inervenuti subito .Infatti  ecco un intressante  discussione  sullla  pagina  facebook   dell  'unione  sarda   con
Cheeba MorCheeba Piccoli "insultatori" violenti crescono! Non so di che vi meravigliate. I ragazzini sono lo specchio della società, copiano tutto quello che "fa figo" e insultare chi è in minoranza, diverso o per i cavoli suoi è all'ordine del giorno nella nostra realtà. Quando ero piccola io il bullismo si affrontava a parole o a calci, non mettendo in mezzo le forze dell'ordine... magari a quest'ora molte facce di bronzo che ora hanno figli che fanno i bulli, avrebbero avuto una diversa fedina penale! Ma sarebbe veramente tanta gente e tra le più lodate dalla società pure!
e Cristina Floris E i genitori dei bulli? Scommettiamo che per loro sono bravate? Ragazzate. .....poverini! Questi genitori dovrebbero pagare migliaia di euro per danni alla ragazzina. Sono sicura che allora insegneranno il rispetto ai loro orrendi figli
Giuseppe Scano logico che succedano ancora e continueranni  a succedere , manca la prevenzione  e  dei corsi   obbligatori per genitori . Ma purtroppo il solo parlarne pubblicamente ( vedi la puntata  andata in onda     recentemente di presa diretta  di iacona  costretta a trattare il tema delbullismo specie quello omofobico \ sessuale e cyberneticvo in seconda serata ) è tabù .
Giuseppe Scano magari sono quei genitori che sminiscono quando sono i loro figli a farlo ed invece s'incazzano quando sono loro figli a subirlo . Ommagari quelli che si lamentano del bullismo specie sessuale e poi si lamentano se la scuola fa educazione sessuale tirando in ballo la bloiata del gender


se  non  vi  dovesse bastare  il video  sintetico  dell'unione sarda   e la discussione     eccovi l'èarticolo della  nuova sardegna  d'oggi 12\2\2016

«Porti iella»: ragazzina di 12 anni perseguitata da centinaia di bulli a Nuoro

I genitori della vittima consegnano la lista di nomi alla polizia e ai dirigenti degli Istituti. Il racconto choc: «Quando vedono passare nostra figlia i maschi si toccano nelle parti intime»

NUORO. È la lista nera di bulli più numerosa d'Italia. Al suo interno ci sono i nomi e i cognomi di centinaia di studenti nuoresi, provenienti dalle quattro scuole medie cittadine e di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, protagonisti della più calda vicenda di bullismo isolano degli ultimi tempi. Sulla loro testa pesa l'ingombrante accusa di essere i carnefici di una ragazzina di appena dodici anni: sono stati proprio i genitori della vittima a consegnare la lista in Questura. E una copia dell’elenco di nomi è stata inviata anche ai dirigenti scolastici.
L’inizio dell’incubo. «Tutto è iniziato circa nove mesi fa – raccontano i genitori della ragazzina – . A metà anno scolastico, frequentava la prima media, alcune compagne di classe, forse ingelosite dalla bellezza di nostra figlia e dal taglio di capelli all’ultima moda, hanno commentato di fronte a tutta la classe la sua pettinatura, definendola "da poco di buono". La cosa si risolse qualche settimana dopo con le scuse, accolte senza esitazione da nostra figlia». Poi la fine della scuola e le tante serate estive in compagnia delle fidate amiche del cuore passate con la spensieratezza e la gioia tipica di quell'età. Mai avrebbe immaginato di ritrovarsi di lì a poco perseguitata da centinaia di ragazzini e ragazzine, spesso sconosciuti, pronti a seppellirla di insulti e maldicenze in ogni angolo della città.
La persecuzione. «A settembre con l'inizio della scuola è cominciato il suo e il nostro calvario – raccontano i genitori con voce flebile – Ci eravamo accorti che qualcosa non andava, da bambina allegra e gioiosa era diventata apatica e taciturna, i suoi occhi erano sempre tristi e accampava scuse di ogni tipo pur di non andare a scuola o semplicemente uscire di casa. Abbiamo pensato che il problema fosse circoscritto nelle quattro mura scolastiche e così le abbiamo fatto cambiare scuola. Ma c’era ancora qualcosa che non quadrava».
«Porti iella». Dopo cinque mesi di silenzi la dodicenne finalmente trova il coraggio e racconta tutto ai genitori. Ogni giorno era una fotocopia del precedente: varcata la soglia di casa era un continuo incassare, tra urla ingiuriose, gesti scaramantici e maldicenze. «Un fiume di lacrime disperate ha accompagnato il racconto di nostra figlia, l'abbiamo ascoltata con il cuore in frantumi e dentro la nostra testa ci chiedevamo "perché tutto questo, perché proprio a lei". Purtroppo le hanno attribuito la nomea di porta iella e il tam tam in città è stato così veloce e impietoso che tutti i ragazzini anche se non la conoscevano si toccavano i genitali quando passava, cantandole canzoncine che fanno rima con la parola sfiga». Uno choc per la personalità ancora troppo fragile di una adolescente. «E d'altronde dove poter colpire una ragazza bella, con un fisico da modella e una dolcezza infinita se non additandola della maldicenza più temuta, che ha portato al suicidio tantissime persone».
La lista dei bulli. I genitori a quel punto hanno detto basta. «Mossi da una grande preoccupazione abbiamo deciso di raccontare tutto in Questura, e portare una lista con un centinaio nomi, quelli a cui nostra figlia con l'aiuto di un'amichetta è riuscita a risalire». Ma in realtà sono numerosissimi i bulli di cui ancora non si conosce il nome e che per adesso dormono sogni tranquilli. I genitori della vittima per il momento hanno deciso di non sporgere denuncia, ma la lista, sotto richiesta della Questura, è stata inoltrata ai dirigenti scolastici delle scuole frequentate dai ragazzini incolpati.
Bufera a scuola. Il fatto ha scatenato l'inferno tra i genitori, in particolare modo in una delle scuole più coinvolte, dove si è persino paventata una sospensione di massa. «In questa vicenda siamo noi genitori colpevoli, dobbiamo fare capire ai nostri figli che toccarsi le parte intime per scaramanzia, non e' un atto di bullismo ma può fare molto male. Così come è colpevole l'adulto che spara a zero – la critica è rivolta alla dirigente scolastica – e vuole sospendere i presunti responsabili, squalificandoli più che accompagnandoli nel difficile percorso della crescita. Vogliamo dire alla mamma di questa ragazzina che ora i nostri figli sono entrambi vittime: di bullismo e di facile condanna».
Ma la preside non ci sta: «Nella scuola da tempo sono attivi progetti che sensibilizzano al tema del bullismo. La situazione per
me è molto dolorosa sia per la vicenda in sè che per il comportamento dei genitori – aggiunge la preside –: in coro hanno dichiarato la purezza dei loro figli e messo me alla berlina, senza pensare neanche per un momento all'anello debole di questa storia, cioè la povera ragazzina dodicenne».

19.3.15

"uomini e donne di tribunale se fossi stato al vostro posto... ma al vostro posto non ci so stare " ma ci ho provato



dopo  lo stacchetto  musicale  . veniamo  alle  retiffiche  \ repliche  ai  miei precedenti articoli 

La  prima http://goo.gl/i3awqW
Vero   quello che  dici  ma  tu cosa  proponi  per  contrastare   questo     fenomeno  oltre  ad  indignarti ? 
Un  ora  alla settimana   d'educcazione civica    tipo quela del film " la  scuola della violenza   o pensieri pericolosi
Non  emarginare   se ci sono le prime avvisagli  di bullismo  perchè spesso  chi si conporta  cosi  è  uno \a  ( vedi  caso  della bulla  17   enne  che ha picchiato una  12  enne )  che   ha ,  se l'ha famigliae   disagiate \  problematiche  o genitori che  non sanno  educare ., corsi per educativi   per i genitori ed  insegnati    che  non sanno educare o sono menefreghisti  ed apatici  . AdPunirli  ma  con pene alternative  ( esempio  far  fare    nel caso  dei  ragazzi    che hanno  picchato e  puntato quella ragazza  handicapata  , gli avrei fatta  fare  per  una settimana    dopo scuola per  2 ore  servizio  in strutture    per  handicapati  \  mmalati mentali o  o ragazzi problematici  )   alla sospensione ed\ o l'espulsione ma  usarla  come estrema ratio
Se  tu fossi stato prof   in quella situazione cosa  avresti fatto ?
 non certo darei fuggito   o  rtimasto impassibile   , ma  avrei    s poi filmato i ragazzi . Il giorno dopo  interrogato    la mia lezione precedente  e  mettere tutti  due   e rispondere  ale proteste dei  ragaszzi mostrando il filmato di loro che fanno casino  e non stanno atttenti mentre io spiego  ..  Se  poi i  genitori  si lamentano  direttamente  o  come   a  volte succede  che  il preside  ceda  a pressioni \ lamentele  di  genitori  importanti ( politici , ecc )  e  se la prenda  con te  perchè  ha rimproverato il loro  figlio\iola  ho    il culo  le spalle  coperte  .  

la  seconda http://goo.gl/WavRgP

Agiungo a  quanto ho  già  detto  , rispondendo ,  a  questo comento

attilio cece
Relativamente al rispetto delle regole sono d'accordo con lei, totalmente... Circa la conoscenza della lingua italiana mi permetta, invece, una domanda: se tutti i suoi concittadini, italiani doc, dovessere sottoprsi ad un esame di italiano a livello terza media, quanti di loro lei crede, passerebbero la verifica? E per quanti non fossero considerati 'idonei, cosa pensa si dovrebbe fare: togliere loro la cittadinanza?....
Giuseppe Scano
Spettabile Attilio
gli rifaerei rifare le scuole o i corsi d'italiano . Spiego meglio il mio concetto , forse espresso troppo frettolosamente nel post . Mi sembra assurdo , la stessa cosa direi per coloro chee vengono in italia ( non importa la nazione o sei gli avi fossero italiani ) , che se uno va all'estero , e sta 20 anni e non parla neppure una parola della lingiua della nazione in cui ha scelto di rifasrsi una vita o di stabilirsi possa usufruire dela cittadinanza . Come ben vede non è questione di razzismo o di becero nazionalismo , ma una questione di buon senso
che     si  è leggittimo   che una persona    la quale   viene a stare fissa  in italia  o  e'  in italia   da   diversi anni  e pretende  la  la  cittadinanza  sappia \ conosca  oltre  i  nostri  usi ,  costumi , .leggi , storia   anche la  nostra lingua   .  Ma  tale  pretesa  può diventare   discriminatorio e   quindi razzismo  quando   : 1) lo si pretenmde  subito  neanche il tempo  d'arrivare  2) quandotale  pretesa  è  originata  da  un abuso vedi  post  in questione  .,3)   quando  si pretende    che uno\a  parli  l'italiano quando neppure  tu   lo  parli correttamente 

18.3.15

ecco perchè l'italia è allo sfascio con una classe politica imbelle ., corrotta e marcia i fatti di bullismo a Verrcelli e Treviso e l'indifferenza dei prof



l'argomento del post d'oggi avrebbe dovuto essere una mia recensione del film il giovane favoloso film su leopardi di Marti Martone
Ma l'aumento di atti di bullismo e di violenze nell'ambito scolastico testimoniato da queste due fatti di di cronaca che riporto sotto mi hanno fatto cambiare proposito . Quindi il post  originatrio è destinato a data da destinardsi .

Dopo questa premesa    veniamo   ai casi in questione 

Il primo da http://www.ilfattoquotidiano.it/ del 13\3\2015










Protagonisti dell'aggressione un ragazzo e una ragazza di sedici anni. Una compagna ha ripreso la scena: nel video compare l'insegnate che non interviene. I Carabinieri denunciano, non è esclusa un'indagine interna della scuola.




Sputi e botte in classe, a una ragazzina disabile, davanti all’insegnante che non interviene. L‘aggressione, in una scuola di Varallo, nel Vercellese, è stata ripresa e poi diffusa su Whatsapp e sui social network, dove è stato rimosso dai carabinieri, che hanno già denunciato i ragazzini responsabili del pestaggio. Protagoniste dell’aggressione una ragazza e un ragazzo, di sedici anni, che hanno malmenato la disabile e l’hanno ricoperta di sputi. Una terza, loro coetanea, ha invece ripreso la scena. Nel video, che gli studenti si sono passati tramite il servizio di messaggistica istantanea, comparirebbe appunto anche l’insegnante che assiste alla scena. Sul caso stanno indagando i carabinieri della compagnia di Borgosesia. Non è escluso che anche la scuola avvii una indagine interna.
“Episodio gravissimo che non dovrebbe mai accadere”, commenta Antonio Catania, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte e direttore dell’Ufficio scolastico provinciale di Vercelli. “Ho appena chiesto una relazione dettagliata al dirigente della scuola dove è avvenuta





il secondo   da http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca del  17\3\2015 



Svuotano il cestino sul professore, espulsi da scuola

Incredibile episodio di indisciplina e bullismo in una classe superiore di Conegliano. Le bravate e il caos in classe in un video in rete






Il cestino rovesciato sul prof 
Succede a Conegliano, in un istituto superiore. A raccontarlo un video diffuso in rete dagli stessi studenti che se lo stanno scambiando atttraverso i social network mettendo così alla berlina il professore e facendosi vanto dell'atteggiamento tenuto in classe.
Ma l'episodio non è rimasto senza conseguenze. Due ragazzi sono stati espulsi e altri sospesi dalle lezioni per ordijne del preside che intervistato dal Corriere Veneto definisce l'accaduto "gravissimo" ma ha cercato di gestire la situazione con attenzione precisando però come nessuno dei suoi insegnanti si sia rivolto a lui per denunciare scherno da parte degli alunni.


Ora voi direte : << ne hai già parlato , niente di nuovo sotto il sole è sempre successo , ecc >> . Certo ma : 1) è la prima volta che vedo , specie per in fatti di Vercelli e di torino , il non reagire \ sapersi imporre alunni imbecilli dei professori ., 2) E' vero che indignarsi non basta ma come ho già detto in questa discussione http://goo.gl/wAZ6T8 dei vertici di Facebook che non rimuovono il video dela 17 che picchia uan 12 enne . perchè << è un video «educativo». E per questo non verrà rimosso, malgrado l’onda di odio e minacce che si sta alzando. «Il video non viola le nostre policy - scrivono rispondendo al Secolo XIX - perché le persone lo stanno condividendo per aumentare la consapevolezza su atti di bullismo». ( da http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/ del 14\3\20014 ). Ma  almeno  è  il primo  passo  per reagire  e  non  accettare  tutto    quello che  ci passa    davanti    e  non rimanere   chiusi nella nostra apatia   \ indifferenza  . E poi   <<  non pensiamo  che non possiamo   fare nula  contro le  ingiustizie  . L'apatia   è  una vittoria   per  l'ingiustia   >>  da  https://youtu.be/wd9r0xTGhyo di Carlo li Causi 

29.11.14

Zanetti ( inter ) e Maldini ( Milan ) contro il bullismo: "Rispettiamoci dentro e fuori dal campo"

Zanetti e Maldini contro il bullismo: "Rispettiamoci dentro e fuori dal campo"
Due fra le più importanti bandiere del calcio italiano, Javier Zanetti e Paolo Maldini, rispettivamente ex capitano dell'Inter (e oggi vicepresidente) ed ex capitano del Milan, hanno incontrato i ragazzi delle scuole superiori milanesi per parlare di rispetto, stile e leadership e per dire no al bullismo dentro e fuori i campi da gioco. "Anche noi da giovani abbiamo commesso tanti errori - hanno detto i due ex calciatori - ma da lì siamo tornati indietro e abbiamo imparato. Scegliere la strada giusta significa rispettare sempre gli altri"

video di Alberto Marzocchi