Con questo questo dibattito nato su www.repubblica.it che trovate sotto intendo continuare il discorso intrapesnso anche se in maniera indiretta nei giorni precedenti ( qui su queste pagine ) sulll'eutanasia \ dolce morte
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L’Ordine e le associazioni in campo dopo l’intervista a Repubblica sull’“eutanasia silenziosa” al Careggi. “Servono regole nuove”27 febbraio 2015
FIRENZE . Un dibattito mai sopito, che si riaccende con forza dopo l'intervista di Repubblica al caposala dell'ospedale fiorentino di Careggi: "Io, infermiere, vi racconto l'eutanasia silenziosa nei nostri ospedali". Nella testimonianza di Michele, i 30-40 casi l'anno in cui "un accordo di buon senso" tra medici e familiari dei malati terminali porta i primi a staccare la spina. Una scelta che li colloca un passo fuori la legge.
Per questo, oggi, i medici tornano a chiedere una legge che li tuteli. Non lo fanno tutti nello stesso modo. Anzi, il fronte è piuttosto sfaccettato. Il presidente della federazione nazionale degli Ordini, Amedeo Bianco, parla per esempio della necessità di una "cornice legislativa leggera che riguardi l'interpretazione delle scelte dei pazienti". Una norma, insomma, che guidi i professionisti verso quanto aveva disposto il paziente prima di non essere più in grado di esprimere la propria volontà. "Si parla anche di un "diritto mite" dice Bianco. "Il problema del fine vita è intimo, personale. Riguarda l'équipe medica-infermieristica e i familiari dei pazienti. La deontologia professionale, e la stessa esperienza, dicono che è consentito non proseguire i trattamenti da cui non ci si aspetta un ragionevole ritorno in termini di vita".
Molto più battagliero Mario Riccio dell'associazione Coscioni, il medico rianimatore che seguì Piergiorgio Welby. "La legge sul testamento ci vuole, il paziente deve dire cosa vuole e cosa non vuole gli venga fatto, indicare un decisore sostitutivo. Questo metterebbe i parenti e i medici al riparo da guai con la giustizia. E non è vero che tutti coloro ai quali si interrompono le cure sono destinati a morire in pochi giorni. Nei corridoi degli ospedali prendiamo in tre-quattro giorni decisioni che per Englaro hanno richiesto anni".
Su un fronte molto distante Massimo Antonelli, ordinario e primario al Gemelli di Roma e presidente della Società scientifica degli anestesisti. "Quanto raccontato dal caposala fiorenti no - spiega - non è eutanasia. Quest'ultima è l'azione del medico che uccide intenzionalmente una persona somministrando farmaci e assecondando le richieste del paziente: un procedimento attivo. Altra cosa è la desistenza terapeutica. Bisogna avere la capacità di comprendere quando le cure offerte al malato sono straordinarie o sproporzionate. Proseguendole si rischia l'accanimento terapeutico ". Il professore è membro del Cortile dei Gentili, un organismo della Chiesa aperto ai laici in cui si discute anche di temi bioetici. Il presidente è Giuliano Amato. "Lo dice anche il catechismo della Chiesa cattolica" aggiunge Antonelli: "In certi casi "non si vuole procurare la morte, si accetta di non impedirla". Visto questo e visto cosa dice il codice deontologico dei medici si può affermare che la legge sul testamento biologico potrebbe aiutare, ma non sarebbe fondamentale ".
Secondo Enrico Rossi, governatore della Toscana, la regione del Careggi, non c'è bisogno di alcuna legge sul fine vita. "Non contribuirebbe a migliorare la situazione. Tutto in queste vicende rinvia alla professionalità e all'eticità dei medici. Sono loro che nelle singole situazioni sanno capire quando scatta il mero accanimento terapeutico".
Per evitare cio io propongo che coloro desiderano moriree con
dignita e senza accanimento terapeutico possano fare o il
testamento biologico o una ( anche se penso meglio nessuna legge
che una legge pasticciata se nel caso ci si dovesse arrivare
visti i veti e pressioni codelle autorità ecclesiastiche e dei
loro servi falsi credenti per di più ) buona legge . Esso
può essere o scritto di proprio pugno o con atto notarile , video
registrato . Ma dev'essere modificsato \ revisionato più volte ,
perchè magari una persona può specie se giovane cambiare idea ,
seguita da uno psicologo \ psichiatra che ne accerti se la
pesona che decie d'intrapendere tale strada è lucido \a . Solo
sugli adolescenti non concordo , salvo che non siano malati di
qualcosa d'incurabile .