per approfondire oltre al sito di wikipedia citato nell'articolo che segue
http://www.ladonnasarda.it/magazine/chi-siamo/5384/la-storia-delle-donne-del-cimitero-di-bonaria.html
http://www.sardiniapost.it/culture/cattivo-perche-non-ti-svegli-memorie-cagliaritane-nel-cimitero-monumentale-di-bonaria/
il libro ‘Bonaria, il cimitero monumentale di Cagliari’, edizioni Tam Tam, 2000
per chi volesse visitarlo ( news tratta dal comune di cagliari qui probabilmente soggetta a cambiamenti o mutamenti informarsi via email o via telefono )
Indirizzo: Piazza Cimitero
Telefono: +39 070 300205
eMail:
direzione.cimiteri@comune.cagliari.it
Proprietà: Comune di Cagliari
Orario: Lunedì chiuso - Mattina: 8.00-13.00 dal martedì alla domenica / Pomeriggio: 14.30-17.30 giovedì (da novembre a marzo ) / 15.30 -18.30 giovedì (da aprile a ottobre)
Prezzi: Libero
Leggo sconfortato sull'unione sarda online del 1\11\2015 che
Sono dodici le cappelle del cimitero monumentale di Bonaria di cui il Comune, nel settembre scorso, ha dichiarato decaduta la concessione.Tombe requisite dall'amministrazione perché le famiglie non se ne occupavano più e i sepolcri stanno cadendo a pezzi
Infatti da
https://it.wikipedia.org/wiki/Cimitero_di_Bonaria
Cenni storici
L'attuale cimitero sorge su un'area utilizzata come
necropoli[1] già dai
punici, dai
romani e dalle prime comunità cristiane di Cagliari; a testimonianza di ciò restano diverse grotte scavate nella roccia calcarea del colle, utilizzate anticamente come sepolture, dove sono stati ritrovati numerosi reperti archeologici oggi conservati nel
museo di Bonaria. Il cimitero di Bonaria venne costruito nel
1828 ad opera del capitano del
Genio militare Luigi Damiano e aperto dal 1º gennaio
1829. Trent'anni dopo venne ampliato su progetto di
Gaetano Cima.
Il viaggiatore francese Gaston Vuiller, a Cagliari nel
1890, nel suo libro Les îles oubliées: les Baléares, la Corse et la Sardaigne, impressions de voyage (pubblicato nel
1893), riporta le impressioni derivate dalla visita al camposanto cagliaritano. Scrisse Vuiller: "Qui i monumenti funerari sono di rara ricchezza. Bianche statue simboliche appaiono attraverso i cipressi neri e gli enormi mazzi di fiori, le corone, portate in occasione della recente festa dei morti, hanno conservato parte della loro freschezza. Non c'e niente di funebre in quest'asilo. Si può finanche credere che il culto eccessivo con cui si onorano i defunti ha per causa veritiera la passione per il lusso e l'orgoglio dello sfoggio. Le statue sono manierate: tale, per esempio, questa giovane donna, vestita con la ricercatezza più estrema, che si lancia, le mani giunte, incontro ad un morto rimpianto, raffigurato da un busto. Le iscrizioni funerarie, di stile ampolloso, sono incise con lettere d'oro, od in rosso, su cartelli di marmo bianco. E tutto questo profana la pace delle tombe. Non si ha il cuore stretto, in mezzo a tutta quest'orpellatura, in codesto luogo superficiale, per il pensiero dell'ora delle ultime separazioni. Il più umile, il più solitario dei cimiteri di paese s'addice maggiormente agli amari pensieri del brusco distacco, dell'eterna separazione, e per dirla con una parola: alla morte."
[2]
Dal 1968 le sepolture si effettuano solo nel
Cimitero di San Michele, aperto nel 1940; attualmente vengono permesse solo sepolture in cappelle private o in loculi acquistati prima del 1968. Il cimitero monumentale di Bonaria, col suo ricco patrimonio storico e artistico, versa attualmente in stato di degrado.[----] continua su wikipedia
Riprendendo il video articolo dell'unione sarda
Tra queste la tomba della famiglia Nurchis dove sono sepolte le sorelle Amina e Jenny, figlie dell’avvocato Antonio Nurchis e di Giuseppina Nonnis, spirate l’una nel 1884, l’altra nel 1886.
La più piccola, Amina, morì diciassettenne, e pur così giovane era già una celebrità in Sardegna poiché fu la prima giovane a conseguire la licenza ginnasiale nella scuola pubblica, studi al tempo permessi solo ai ragazzi.
Studi fatti anche dalla maggiore, morta suicida due anni dopo perché travolta dalle malelingue e abbandonata dal fidanzato.
Tra le tombe requisite anche quella di Efisino Devoto, il piccolo di tre anni il cui monumento funerario, firmato dallo scultore Giuseppe Sartorio nel 1887, è uno dei più ammirati. “Cattivo, perché non ti risvegli?” è l’epitaffio ai piedi della seggiolina in cui dorme il bambino di marmo, confortato ormai solo dalla polvere del tempo. «Qui si avverte il distacco generazionale, e non solo perché è un luogo che, per quanto riguarda le concessioni di spazi, si è come cristallizzato al 1968.
Non c’è la sofferenza che si vede al cimitero di San Michele, dove il dolore si vive quotidianamente. C’è serenità e, appunto, oblio». Nicola Castangia, 52 anni, è il coordinatore dei Servizi di valorizzazione del cimitero monumentale di Cagliari. Conosce il camposanto come le sue tasche, studia, si documenta, cerca e rintraccia documenti d’archivio. È la memoria di chi, qua dentro, dai parenti non riceve neanche più un fiore, figurarsi una preghiera. «Il dolore, le tragedie familiari - spiega Castangia -, spesso finiscono per essere dimenticati dai discendenti. Ma tante volte accade perché una discendenza non c’è più». Le famiglie, cioè, sono estinte. Come, appunto, le famiglie di Jenny ed Efisino.
Nicola Castangia ci accompagna dentro la cappella di Amina e Jenny Nurchis, aperta per la prima volta ai visitatori.
di
Piera Serusi
Mi chiedo com
e ( sulla pagina fb del quotidiano ) Perché per recuperare un po di soldi e sistemarle non fanno un ingresso a pagamento con guida per i turisti ? Visto che ormai moltas famiglie che qui sono sepolti sono estinte Infatti esso è storia , come si può notare dai link riportati non solo della città di Cagliari ma dell'intera sardegna . Insomma un patrimonio che storico \ culturale che andrebbe salvaguardato come avviene con il cimitero di Il cimitero del Père-Lachaiseprimo dei cimiteri civili di Parigi