9.12.13

generalmente si parla male di facebook e dei social ma ciò che è successo in Via Fondazza, la prima ‘social street’ italiana è nel centro di Bologna


Via Fondazza, la prima ‘social street’ italiana è nel centro di Bologna



da ilfattoquotidiano


A due mesi dalla creazione del gruppo Facebook, sono oltre 500 gli iscritti alla prima social street d’Italia, quella di via Fondazza, nel centro di Bologna. Il progetto ha preso piede velocemente e ora molte idee sono già realtà. Dalle lezioni di pianoforteofferte da una ragazza residente al numero 79, all’aiuto tra vicini nei piccoli impegni quotidiane, come la spesa o il bucato. “L’importante è ricreare quel senso di comunità che nelle città si è perduto” spiega Federico Bastiani, giornalista, residente e ideatore del progetto. Sala piena domenica 17 novembre per la presentazione ufficiale, a cui ha partecipato anche l’economista Loretta Napoleoni: “Il modello può avere molto futuro, anche in altre città d’Italia. A patto che ci sia l’iniziativa”

 di Giulia Zaccariello
 
 sempre  dalla stessa  fonte  

Social street Bologna, in via Fondazza l’economia solidale tra vicini di casa

L'esperienza unisce i residenti del centro storico e nasce da un'idea di Federico Bastiani, giornalista e papà. Nata da un gruppo Facebook, ora è una realtà concreta dove cittadini offrono servizi in cambio di aiuto e condivisione

Social street Bologna





di Alex Corlazzoli | Bologna | 11 novembre 2013

Fino a qualche settimana fa era una delle tante affascinanti strade di Bologna con i portici, qualche osteria e le vecchie botteghe, ora è la strada più famosa d’Italia. Altro che via Gluck: via Fondazzaè diventata la prima social street d’Italia. L’idea è nata a un residente, Federico Bastiani, giornalista, esperto di comunicazione e papà: “Mi sono accorto che non conoscevo nessuno dei miei vicini nonostante da qualche anno abitassi in questa strada. Ho deciso di aprire un gruppo su Facebook e di stampare una cinquantina di volantini per coinvolgere anche chi non fa uso della tecnologia”.
Tempo qualche giorno e i residenti hanno reso realtà l’economia condivisa mettendosi a disposizione l’uno con l’altro: ad oggi sono più di 350 gli iscritti al gruppo “Residenti in via Fondazza”. Sabato 10 novembre è andata in scena la prima social dinner: chi abita al civico nove ha ospitato quelli dell’87. C’è chi come Federica sulla pagina Facebook si è messa a disposizione dei vicini più anziani: “Un piccolo ma importante aiuto potrebbe essere portargli la spesa a casa”. Nicola domanda ai vicini dove trovare un buon gommista per cambiare le ruote della macchina e Antonio si offre per fare ripetizioni per i ragazzini della scuola primaria e secondaria di primo grado.
Da un giorno con l’altro si è scoperta la solidarietà grazie alla rete. Gilberto ha postato la foto del campanello di casa con il post-it “Auguri vicino” e commenta: “Queste sono davvero bellissime emozioni”. C’è anche chi ha messo a disposizione la lavatrice per gli studenti che cercavano una lavasecco a gettoni e chi è pronto ad organizzare laboratori musicali per i bambini. “Siamo diventati un vero e proprio caso di studio. Non si è tirato indietro nemmeno il cinema che per i residenti stacca biglietti con lo sconto insieme al bistrot che ha pensato ad una promozione per i “fondazziani”. Al gruppo Facebook si sono iscritti antropologi e sociologi che stanno esaminando quanto sta accadendo in via Fondazza. Da altre città – ci spiega Bastiani entusiasta dell’iniziativa – ci hanno chiamato perché vogliono far nascere altre social street. Abbiamo già un sito,www.socialstreet.it per mettere in rete tutte le esperienze”.
A Ferrara si sono già messi in moto in via Pitteri, a Milano ci sono i residenti di Parco Solari che sono pronti a portare avanti l’iniziativa nata a Bologna e a Roma l’idea sembra aver preso piede in via Tripoli. Sul sito si trova anche un bigino per fondare la social street in quattro mosse: creare un gruppo Facebook, pubblicizzarlo, alimentare la pagina con album fotografici, creare hashtag della propria strada e passare dal virtuale al reale. In via Fondazza ci sono riusciti e sono pronti a mettere in scena una serie d’iniziative che permetteranno d’incontrarsi, di guardarsi in faccia: il 17 novembre sarà tra loro Loretta Napoleoni definita l’economista del “mutuo soccorso” e a dicembre è già in cantiere un flash mob che coinvolgerà tutti i fondazziani.
Un’esperienza, quella lanciata da Bastiani, contagiosa. A Bologna l’idea di tornare alle buone maniere con il vicinato ha iniziato a mettere radice anche in altre strade: nel quartiere Santo Stefano, storica zona borghese della città, nei giorni scorsi hanno cominciato ad incontrarsi per organizzare il primo pranzo social. “Siamo andati dagli anziani del circolo del Baraccano – spiegano gli organizzatori – a chiedere lo spazio e ci hanno accolto a braccia aperte. A gennaio coinvolgeremo tutto il quartiere: ognuno porterà due piatti. Uno da condividere e uno, la specialità di famiglia, da donare agli altri. Sarà la prima di una serie di iniziative che stiamo pensando di promuovere per uscire dall’individualismo, per conoscerci anche in una città dove ormai non si sa più nemmeno chi abita nel proprio palazzo

8.12.13

L'ALTRA FACCIA DELLA MAGISTRATURA Sessantenne a letto con una 11enne: per la Cassazione è amore Fa discutere il caso di un dipendente del Comune di Catanzaro, colto in flagrante sotto le lenzuola con una bambina.

Sono talmente schifato da non riuscire   ad esprimere   nessuno sentimento di sdegno soprattutto quando ho letto  , non ricordo chi  , nei   commenti al  post  su facebook  di  Antonella  che  : <<  Quanti di voi sono convinti che una bambina di appena 11 anni (!!!!!) sia in grado di capire cos'è un sentimento!!! Tra l'altro, la cosa che fa rabbrividire, è che l'uomo è un dipendente dei servizi sociali al quale la famiglia aveva affidato la bimba. (.... )   >>come  dice  anche  http://www.tgcom24.mediaset.it/



L'unico  sdegno  che riesco  a trovare sono le tesse parole  dell'amica  ed  compagna  di viaggio \  di  strada pre  blog  Antonella Serafini di www.censurati.it   espresse  sul  suo facebook  : <<  11 anni e consenziente. Ditemi se sto giudice è a posto con la testa. A 11 anni si fanno le gare di sputi, non si va a letto coi sessantenni >> .
 E  qui mi fermo  onde   evitare   a scendere  al livello di certa  destra becera   che  userà tale fatto   per stravolgerla   del tutto ,anche  che rispettarla  e far  rispettare   realmente  le  leggi   che puniscono  tali abusi  . 
Ma  ora basta parlare   lasciamo  che  a parlare  sia la news  ed eventuali  vostri commenti  

da http://www.today.it/citta/


Sessantenne a letto con una 11enne: per la Cassazione è amoreFa discutere il caso di un dipendente del Comune di Catanzaro, colto in flagrante sotto le lenzuola con una bambina. Ma per i giudici deve essere riconosciuta l'attenuante della relazione sentimentale  Sessantenne a letto con una 11enne a Catanzaro: per la Cassazione è amore


CATANZARO - La Suprema Corte ha deciso di rivedere la condanna in processo a cinque anni per violenza sessuale su minore nei confronti di un dipendente di 60 anni del comune di Catanzaro, riconoscendo l'attenuante di una vera e propria relazione sentimentale.
Lui è un impiegato presso i servizi sociali, lei è una bambina di 11 anni proveniente da una famiglia disagiata che l'aveva affidata alle cure dell'uomo. La storia, destinata a far discutere, viene raccontata dal "Quotidiano della Calabria". L'uomo aveva portato la minorenne nella sua villetta in riva al mare quando, un giorno, i poliziotti che avevano fatto irruzione in casa li avevano trovati abbracciati sotto le lenzuola. Entrambi nudi. 
immagine simbolo
I giudici della Corte di Cassazione, però, aggiungono una parola chiave: "innamorati".                                      
E individuano un'attenuante nell'accondiscendenza della vittima a consumare rapporti sessuali con l'imputato. Cinque anni di reclusione annullati, e quindi anche gli atti sono stati rispediti alla Corte di appello di Catanzaro alla quale è stato ordinato un nuovo processo.
Come racconta "Il quotidiano della Calabria", la minorenne chiedeva ripetute conferme sui sentimenti dell'uomo nei suoi confronti. Lui, che all'inizio pare abbia tentato di dissuaderla, si è lasciato andare. Centinaia di intercettazioni raccolte dai poliziotti descrivono passo per passo questa relazione. Lei lo avvisava quando era sola e lui la richiamava. 
Tutto fino a quella mattina di tre anni fa, quando nel momento di indossare la gonna per poterlo “incontrare” in macchina, il 60enne le avrebbe fatto notare che da qualche tempo si sentiva addosso gli occhi della madre della undicenne, tanto da raccomandare continuamente a quest'ultima di non aprire bocca con nessuno, "perché questo è un segreto che ci dobbiamo portare fino alla tomba". Il segreto, tuttavia, è durato ben poco.



Maledetto per sempre: la vita non è che una lunga morte di Carmelo Musumeci



Musica  consigliata  Nella mia ora  di liberta  - Fabrizio  De  Andrè 



 mi trovo nella mia email  principale  non quella  del blog    , non ricordo come  (  se  mi hanno iscritto   visto le tematiche  che tratto  in  quasi  10 anni di blog  e  che trattavo prima  in  giro nella rete  collaborando  con l'amica Antonella Serafini di censurati.it o se  m'ero iscritto io )  ricevo la newsletters  di  Carmelo Musumeci  ( qui una sua biografia  )  una  email  di  ergastolani@gmail.com.
questa   email  che riporto sotto 




Oggetto: La vita non è che una lunga morte
Data: Sun, 8 Dec 2013 12:37:01 +0100
Mittente: ergastolani@gmail.com>e
A    :          ******
Cc :          Undisclosed-Recipient 




Dall'enciclopedia di Wikipedia : << La parola avvento deriva dal latino adventus e significa "venuta" anche se, nell'accezione più diffusa, viene indicato come "attesa".>>
Può esserci un tempo di "venuta" anche per un uomo condannato a vivere per sempre in galera ? Si può parlare di "attesa" per chi è un uomo ombra? Quale luce e quale Natale possono aspettarsi questi uomini ? 

Pubblichiamo qui di seguito una lettera di Carmelo Musumeci ( www.carmelomusumeci.com   zannablumusumeci@libero.it 
Maledetto per sempre:
la vita non è che una lunga morte


Gli uomini ombra che si aggrappano alla speranza smettono di vivere prima del tempo. (“ L’urlo di un uomo ombra” di Carmelo Musumeci -Edizioni Smasher).

In nome del popolo italiano sono stato condannato a una condanna perpetua.
Questa pena fino alla fine della vita è un castigo inumano e poco degno di una nazione civile perché trasforma un uomo in un morto che vive.
I primi anni di galera cercavo di vivere perché avevo fiducia in me stesso, ora non né ho più.
E cerco solo di sopravvivere, perché da pochi giorni sono entrato nel ventitreesimo anno di carcere.
Devo ammettere che per me è sempre più difficile vivere per nulla e di nulla.
Ci sono delle notti che mi sembra che vivo solo per fare dispetto a me stesso perché sento che questo corpo che porto addosso non mi apparterrà più fino alla fine della mia vita,  e rimarrà, fino all’ultimo dei miei giorni, di proprietà dell’Assassino dei Sogni (il carcere nel gergo carceraio).
Anche oggi pensavo che ho più nessun motivo per vivere. E forse continuo a respirare solo perché non ho abbastanza coraggio per morire.
La pena dell’ergastolo ostativo a qualsiasi beneficio ti condanna a essere sepolto vivo e a  essere perduto per sempre, senza speranza.
Tutto quello che esiste nel mondo e nell’universo può essere misurato, pesato e contato, ma nessuno, a parte Dio, può farlo con una condanna perpetua,  perché questa è una pena del diavolo e non ha nulla di umano.
Da ventitré anni lotto contro di tutto e contro ogni speranza, ma non riesco a migliorare la mia posizione di un millimetro.
Non riesco neppure a ottenere una semplice declassificazione per un regime carcerario meno duro.
Fuori non hai tempo per guardare la vita negli occhi,  invece dentro ne hai troppo.
E penso che forse molti uomini ombra vivono solo per vendicarsi con loro stessi, perché non ha nessun senso continuare a scontare una pena che non finirà mai e che forse sopravvivrà alla nostra morte.
 Normalmente non mi piace scrivere frasi, come fanno tanti prigionieri, nelle pareti delle celle, questa notte, però, nel muro accanto alla mia branda ho scritto:
 “La vita, per un uomo ombra, non è che una lunga morte”
per ricordarmi ogni sera quando vado a letto che sto morendo senza vivere, ogni giorno un po’ di più.

Carmelo Musumeci
Carcere di Padova,  dicembre 2013

le assurdità dei glutin free dire addio a pane, pasta, pizza e biscotti nella loro versione 'tradizionale', a favore di prodotti gluten-free, non aiuta a dimagrire. Anzi, secondo una ricerca inglese avviene il contrario.

 dalla rete   


Gwyneth Paltrow, Miley Cyrus o il campione di tennis Novak Djokovic sono pronti a giurare il contrario. Ma dire addio a pane, pasta, pizza e biscotti nella loro versione 'tradizionale', a favore di prodotti gluten-free, non aiuta a dimagrire. Anzi, secondo una ricerca inglese avviene il contrario. I prodotti pensati per i celiaci, infatti, contengono molti più grassi e zuccheri rispetto ai prodotti tradizionali.
Un pezzo di pane privo di glutine ad esempio ha il 3% di lipidi in più rispetto al normale e con le frittelle si arriva ad un surplus del 14 per cento. Questi cibi, avvertono i medici, sono fondamentali per chi soffre di allergia al glutine poiché riportano l'organismo al giusto equilibrio; inutile, anzi dannosa, è invece la loro assunzione da parte chi non soffre di questa patologia.
Il mercato dei prodotti gluten-free ha subito un'impennata negli ultimi anni: un giro d'affari da 180 milioni di euro nel 2013 rispetto ai 120 milioni del 2010. Ma i nutrizionisti spiegano che questo trend si basa su idee sbagliate e pericolose le quali hanno portato a credere che eliminare il glutine aiuti a perdere peso. "Informazioni fuorvianti" che inducono le persone ad auto-diagnosi e a diete fai da te molto dannose. E il fatto che un certo regime alimentare sia seguito da tante celebrity, probabilmente fa pensare a molti amanti delle diete fai da te che i risultati siano assicurati, ma di certo questo tipo di suggestione non aiuta a scegliere l'alimentazione più adatta al proprio fisico e al proprio stile di vita. 

panettone classico o moderno ? Natale Facciamolo strano: come ti cambio il panettone Il dolce milanese diventa trendy tra fantasiose ricette e versioni personalizzati. Ma c'è chi resta attaccato alla tradizione senza rinunciare al glamour

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DA http://www.rainews.it/ 07 dicembre 2013
di Paola Cutini



Roma

Ce ne sono per tutti i gusti: da quello con i fichi secchi marinati nello zibibbo a quello all'aroma di arancia e rosmarino. Il dolce tipico milanese non perde mai il suo fascino e molti pasticceri cercano di rifargli il look ogni anno. Questo Natale, per esempio, anche le decorazioni in pasta di zucchero - usate per il tanto di moda cake design - hanno conquistato le vette del panettone. Tra storia e leggenda
Vista l'abbondanza sul mercato di panettoni trasformati, truccati, rivisti e corretti, sono in pochi a ricordare e riconoscere l'autentico sapore del dolce milanese. Eppure, sono ben due le leggende che raccontano l'antica origine e la ricetta tradizionale del panettone. Una delle storie ha come protagonista messer Ughetto degli Atellani, falconiere di Milano, che a fine Quattrocento si fece assumere come garzone da Toni, panettiere e padre della giovane Adalgisa, della quale si era innamorato. E fu forse l'ispirazione amorosa o semplicemente la fortuna, a guidare il giovane nella creazione del dolce che da allora fu chiamato "Pan del Toni". La seconda versione racconta, invece, la storia di un altro Toni, sguattero della corte di Ludovico il Moro. Il duca aveva organizzato un pranzo natalizio con i nobili del circondario, ma il cuoco dimenticò il dolce nel forno, bruciandolo. A questo punto entra in scena il nostro eroe: il giovane Toni. Il ragazzo rimediò al pasticcio dello chef preparando una nuova ricetta con gli ingredienti rimasti in dispensa: farina, burro, uova, scorza di cedro e uvetta. Il risultato fu chiamato "Pan del Toni", in omaggio alla creatività del giovane sguattero. 
Le dolci tendenze Queste dunque le origini del dolce più consumato a Natale. Ma se i vostri palati proprio non riescono a rinunciare alla scoperta di sapori nuovi, non potete perdervi l'ultimo nato in casa panettone. Il nome glamour è tutto un programma: il 'Vip" (Very Irresistible Panettone). Ripieno di amarena e crema ganache al cioccolato fondente al 70%, è una delle novità di questo Natale. Per chi, invece, resta affezionato alla tradizione, ma ci tiene ad essere trendy, c'è il panettone personalizzato: il dolce dotato di "carta d'identità", con tanto di numero di serie, nome dell'acquirente e destinatario del regalo.

ecco  se  siete tradizionalisti   come farlo in casa

PREPARAZIONE

Per preparare il panettone occorrono 3 fasi di lavorazioni, di seguito riporteremo per ogni fase gli ingredienti necessari, in modo da rendere più chiaro lo svolgimento della ricetta.
PRIMA FASE: Farina 100 gr lievito 10 gr malto 1 cucchiaino (oppure zucchero) latte 60 ml .
Panettone
Per prima cosa mettete in ammollo l'uvetta per farla rinvenire (1). Sciogliete 10 gr di lievito di birra e il malto (o lo zucchero) in 60 ml di latte tiepido (2), quindi incorporate la farina (3) e impastate fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo che metterete in una ciotola coperta con pellicola trasparente a lievitare a 30° fino al raddoppiamento del volume (circa 1 ora). 

SECONDA FASE: Al primo impasto dovrete aggiungere: Farina 180 gr; lievito 2 gr; uova 2 intere; burro morbido 60 gr; zucchero 60 gr

Panettone
Unite al primo impasto lievitato (4) le uova, il lievito di birra sbriciolato e la farina (5), impastate con le mani (6)

Panettone
 poi aggiungete lo zucchero (5) e in ultimo il burro ben morbido (a temperatura ambiente) (8); impastate fino ad ottenere un composto liscio e non appiccicoso che adagerete in una ciotola (9) coprite la ciotola con pellicola trasparente e lascerete lievitare a 30° per circa due ore, o fino al raddoppiamento del volume.

TERZA FASE: al secondo impasto lievitato aggiungete: farina 220 gr; zucchero 100 gr; uova 2 intere e 3 tuorli ; sale 5 gr; burro morbido 100 gr; limone biologico; la scorza grattugiata di 1 arancia candita a cubetti; 40 gr cedro candito a cubetti 40 gr; uvetta 120 gr; vaniglia 1 bacca 

Panettone
Unite il secondo impasto lievitato a 2 uova intere e 3 tuorli (10-11) e a 220 gr di farina (12). 

Panettone
Impastate per almeno 10 minuti (13) in modo che l’impasto prenda una bella consistenza elastica (14) e poi aggiungete lo zucchero e il sale (15). 

Panettone
Quando tutti gli ingredienti saranno assorbiti, aggiungete in due volte il burro ammorbidito (16) e, a seguire, la frutta candita (arancia e cedro) (17) la scorza del limone grattugiata, l’uvetta precedentemente ammollata (se volete potete ammollarla nel rum o in un altro liquore di vostro gradimento) e strizzata (18); volendo potete aggiungere degli altri aromi a vostro piacimento per rafforzare il profumo dell’impasto (arancia, limone, vaniglia, rum, ecc…).

Panettone
Lasciate lievitare l’impasto a 30° mettendolo in una ciotola coperta da pellicola trasparente (19) fino al raddoppiamento del suo volume (almeno 2 ore). Nel frattempo, imburrate e rivestite uno stampo da panettone (il diametro dovrà essere di 18 cm e alto 10 cm, se non lo avete potete usare due pirottini di carta da 750 gr l'uno) con della carta forno (oppure utilizzate uno stampo di carta per panettone) (20)  e quando il volume dell’impasto sarà raddoppiato, estraetelo dalla ciotola, impastatelo di nuovo su di un piano poco infarinato e dategli forma sferica (21): 

Panettone
posizionatelo dentro allo stampo da panettone con la parte più liscia verso l’alto (22). Lasciatelo lievitare coperto fino a che l’impasto non arrivi a filo dello stampo (almeno altre due ore) (23). Quando l’impasto sarà a filo dello stampo, mettetelo in un luogo areato per 10-15 minuti in modo che sulla superficie si formi una specie di pellicola più asciutta, dopodiché incidete a croce la sommità (24) 

Panettone
e mettete al centro della croce un cubetto di burro (grande quanto una noce) (25). Mettete su di una teglia da forno posta sulla parte inferiore di quest’ultimo, una ciotolina d’acqua e infornate in forno statico a 200° per circa 10-15 minuti, quindi abbassate a 190 e lasciate cuocere per altri 10-15 minuti. Se la superficie risultasse troppo scura o tendesse a colorirsi troppo infretta, abbassate ancora a 180 e proseguite la cottura. In totale il panettone dovrà cuocere per 1 ora. Una volta cotto, estraete il panettone dal forno e lasciate raffreddare (26-27). Il vostro panettone è ora pronto per essere servito!!! Buone feste!!!

vera integrazione. Olbia alluvionata Anche i senegalesi tendono una mano: «È la nostra città»

la nuova sardegna  cronaca Olbia-tempio  del 8\12\2013  
di Dario Budroni 

OLBIA Con la schiena curva e le mani immerse nel fango, a trascinare mobili sventrati, senza dimenticare di dare un conforto a chi, in quel momento, ha davvero perso ogni cosa. L’integrazione è anche questo, un’azione volontaria e sincera nei confronti di una città che considerano la loro. Così la comunità senegalese, una delle più numerose a Olbia, ha voluto indossare guanti e stivali per aiutare chiunque ne avesse bisogno. Nelle abitazioni e nelle strade. «Olbia è casa nostra. È una città che abbiamo sposato per migliorare le nostre condizioni di vita. Insomma, è la nostra seconda patria e come tale va difesa, sempre» spiega Omar Sarr, dal 2001 a Olbia, presidente dell’associazione Sunugal. «Per noi è come un matrimonio, si accetta tutto nel bene e nel male. Così subito dopo l’alluvione

abbiamo fatto qualche telefonata e pubblicato un appello su Facebook, per metterci d’accordo – racconta con un italiano perfetto -. Abbiamo formato delle piccole squadre e ci siamo messi ad aiutare a liberare le case dai detriti. È stata un’opera di carità che abbiamo fatto con il cuore, come tutti del resto». Ma i senegalesi di Olbia non erano soltanto in mezzo al fango. Alcuni sono andati a portare il loro contributo nei centri di raccolta. Certo, ovviamente i più fortunati. Perché anche molti di loro hanno perso tutto, casa, auto e merce. In quei giorni, comunque, in via Caboto, a Isticcadeddu, un altro senegalese molto conosciuto in città, Khouma Modou, ha passato ore in mezzo al fango, mentre
sua moglie e sua figlia hanno cucinato per alluvionati e volontari un gustoso cuscus. «Piango se penso a quei giorni. La mia famiglia ha perso soltanto una macchina, ma ho visto case in cui l’acqua è arrivata ai 2 metri di altezza – racconta Khouma Modou, presidente della Comunità senegalese per integrazione e cooperazione, a Olbia dal 1988 -. Ci sono persone che hanno perso qualunque cosa dopo decenni di sacrifici, assurdo. Quindi non ho pensato alla macchina e subito mi sono messo ad aiutare. Olbia è casa mia, i miei figli sono nati qui e adesso hanno la cittadinanza italiana. Non potevamo tirarci indietro, anche se mi sarebbe piaciuto poter fare molto di più». Ma c’è il Senegal anche dietro un’altra operazione di solidarietà. Il consolato della repubblica senegalese in Sardegna, presieduto da Gabriella Marogna, ha infatti organizzato una raccolta di beni da donare agli alluvionati. Materassi, letti, culle e sedie per disabili sono stati donati al centro di raccolta della chiesa di Sant’Antonio, mentre l’abbigliamento in quello delle suore vincenziane. 





insieme a



Valentino Caputo
L'amore è dare qualcosa di noi stessi, a chi ci è vicino ed è in difficoltà, e questo va al di là dei Confini,Religioni o Colore della Pelle, lo si dà perché nasce dal cuore…ed è una maniera per dare coraggio e speranza a chi in un attimo ha perso tutto. Grazie Fratelli!!!!



Peter Pina ·
Un esempio di CIVILTA ci arriva dall' "Africa" in casa nostra. Fose serve una tragedia per renderci conto che sotto la pelle siamo uguali

VI RINGRAZIO





Una biografia in dieci pezzi Mandela in musica

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MONDO

Una biografia in dieci pezzi

Mandela in musica

La storia di Mandela dai canti contro l'apartheid alla colonna sonora del suo ultimo film biografico


Sono tantissimi gli artisti che hanno sostenuto la battaglia contro l'apartheid e per la liberazione di Nelson Mandela, alcuni sono diventati colossi della storia della musica.
Primo tra tutti Peter Gabriel, a Londra, allo stadio Wembley, ha cantato Biko, scritta nel 1980 per commemorare l'attivista sudafricano fondatore del Black Consciousness Movement, il movimento che puntava a sfidare l’apartheid. Il pezzo di Peter Gabriel, da quel momento il simbolo di un popolo che chiede la libertà, apre le porte ai tributi musicali a Madiba.
L'ultimo pezzo, in ordine cronologico, è degli U2 e accompagna Mandela nel film-biografia Long Way to Freedom. A scriverlo Bono Vox che oggi lo ricorda con queste parole: "E' stata sempre una presenza fortissima nella mia vita: penso al 1979 quando noi, gli U2, facemmo il primo concerto contro il Sud Africa razzista. Nel corso degli anni diventammo amici".
Nkosi Sikelel’ iAfrika. E’ stato uno dei canti popolari contro l’apartheid e inno dell’Anc. Mandela lo ha voluto come secondo inno nazionale nel 1994. Tra le versioni più famose quella del 1987 di Miriam Makeba.



The Special Aka, Free Nelson Mandela. Composta nel 1984, Free Nelson Mandela porta sul palco di Top of the Pops la lotta contro l’apartheid. Nonostante i cori e il sound gioiosi, il testo dei The Specials è chiaro nel condannare la sua prigionia: “21 anni in carcere, scarpe troppo strette per i suoi piedi, il suo corpo è stato torturato ma la sua mente è ancora libera e voi siete così ciechi che non potete vederlo”.



Youssou N’Dour, Nelson Mandela. Due anni dopo il musicista senegalese Yossou N’Dour per il suo secondo album sceglie il titolo di Nelson Mandela. Canterà il pezzo che dà il nome al disco in ogni singola data dell’Amnesty International Human Rights Tour del 1988 che vedrà come protagonisti anche Peter Gabriel, Bruce Springsteen, Sting e Tracy Chapman.



Johnny Clegg, Asimbonanga. Sempre nell’86 John Clegg e Savuka suonano Asimbonanga, espressione zulu che significa “non lo abbiamo visto”. Scritta in ingles e zulu, mette al centro della canzone il fatto che nessuno abbia visto Mandela dopo quasi due decenni di carcere.  Il pezzo costò a Clegg un arresto e una serie di concerti cancellati. Nel 1999 però riuscì a riproporre Asimbonanga con Mandela sul palco.



Vusi Mahlasela, When You Come Back. La stessa sorte di Clegg toccherà anche Vusi Mahlasela, autore di When You Come Back, che però ebbe la soddisfazione di suonare per il concerto dei 90 anni di Mandela.



Hugh Masekela, Bring Him Back Home. Nel 1987 esce la hit che diventerà l’inno dei movimenti per la liberazione di Mandela. Bring Him Back Home del trobettista jazz sudafricano Hugh Masekela. Il messaggio è evidente già dalle prime parole: “Portate indietro Nelson Mandela, portatelo a Soweto, vogliamo vederlo camminare per le strade del Sudafrica”.



Santana, Mandela. Un pezzo strumentale del 1988, eseguito anche durante le celebrazioni dei 70 anni di Mandela.



Brenda Fassie, Black President. Nel 1989 Brenda Fassie esce con Black President, dedicata a Mandela, ancora in carcere. La canzone venne bandita da tutte le radio durante l’apartheid ma nel 1994 la cantante -  che il Time Magazine definisce “la Madonna delle Township” – la porta sul palco il giorno del suo insediamento.



Public Enemy, Prophets of Rage. Con Prophets of Rage dei Public Enemy, Mandela fa il suo ingresso anche nel mondo hip hop, nel 1989, con una canzone contro il razzismo.



U2, Ordinary Love. Meno di un mese fa esce Ordinary Love degli U2, per il film Mandela: Long Way to Freedom le cui parole vogliono ripercorrere gli insegnamenti di Mandela: “Non possiamo andare più avanti se non sentiamo l’amore quotidiano”.





il vero spirito di natale è saper rinunciare alle decorazioni cittadine e usare i soldi per le povertà estreme esempio del sindaco di viddalba

come  già  dicevo  nel post ( in particolare il primo )


  • http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.it/2013/11/natale-capodanno-savvicinano-ii-ma-come.html
  • http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.it/2013/12/come-risparmiare-e-non-sprecare-in_6.html



Oggi    racconto  di  chi dicendo NO   al natale consumistico  ma  ritorna  a quello di   una volta ha seguito l'esempio  di Emiliano Deiana sindaco  di Borigiadas ( bidda* della Gallura  ) che le  ha  abolite  dal  2010 . Esso  è il sindaco Viddalba  oppure vidda eccia ( città vecchia  visto l'origine  romanico \ medioevale   ) di una piccola  bidda ( inverno )  grande centro  ( essendo  vicino al mare  )  d'estate    ai confini fra la  Gallura  ed il sassarese. E' bello  e  fa piacere che si capisca a livello politico  \ amministrativo  quale differenza ci sia fra utile e superfluo.

* piccolo paese  di poche anime  . per approfondire tra il serio ed  l'ironico  ecco  maggiori   news http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Biddaio  

ed  ecco la news
dalla nuova sardegna   edizione Gallura del 8\12\2013

7.12.13

come risparmiare e non sprecare in tempo di crisi durante le festività natalizie - quarta puntata cenoni e pranzi



























ti potrebbe  essere utile  alcuni miei url ( eccetto il primo ) delle  guide precedenti  che contengono consigli   per chi è  1) 1)dieta per motivi di salute  o non vuole ingrassare  2)  per chi  vuole  un natale senza crudeltà verso

gli animali  , 3) è o  ha  un ospite  o un familiare  vegano - vegetariano o vuole fare un regalo  ad un vegano   come    forse   faremo  noi della compagnia  per un nostro amico





  • http://ricette.giallozafferano.it/Panettone.html
  • http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.it/2011/12/countdown-per-le-abbuffate-natalizie-i.html prima parte 
  • http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.it/2011/12/countdown-per-le-abbuffate-natalizie.html seconda parte  
  • http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.it/2012/12/inizialmente-gli-anni-il-post-cene.html
  • http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.it/2011/12/natale-vegano.htm
  • www.veganblog.it/category/unidea-per/natale/

  • N.b
     
    Non dimentichiamoci infine, che mentre noi siamo intenti a festeggiare con la tavola imbandita insieme ai nostri cari, c’è un sacco di gente che muore di fame. Quello che si riesce a risparmiare per le feste può essere dato in beneficenza, aiutando le persone meno fortunate di noi.


    Cari lettori \  lettrici  eccoci  al punto clou   della  guida   natalizia  di quest'anno , quello  dei pranzi e cene  . Problema  sempre  più assillante   di questi ultimi tempi  come testimonia   il Presidente dell’Adoc Carlo Pileri Fare la spesa per le feste costa il 3,4% in più rispetto all’anno scorso, per un totale di 163 euro a famiglia. Tra i prodotti che hanno subito gli aumenti più eclatanti troviamo i classici panettoni (+12,9%), salmone affumicato (+12,1%), datteri (+17,3%) e pandoro (+6,2%), ribassi invece per mandarini (-9,4%) e torrone (-5%).E sulle tavole si vedranno sempre meno i prodotti di lusso come caviale e champagne. Natale non è più tempo di spese folli e grandi libagioni. Anche a Natale continua, dunque, la contrazione dei consumi alimentari, pari al 4% nell’ultimo anno .



    La  prima soluzione che mi  viene in mente ma  praticabile  da chi (  già  è difficile   durante il resto dell'anno  figuriamoci   durante , in particolare    nelle date della vigilia  e  di natale   )  da  chi  non ha tabù o va contro corrente  ,è  quella di cucinare  con  gli avanzi   ecco alcuni siti ( che magari potrebbero essere  , capita sempre  che avanzi qualcosa   riutilizzati  dopo le feste  )


    Potete :  se  siete pigri  ,  di fretta ,   non sapete cucinare  , o non avete  mamme  \  nonne  che  v'aiutino   potete  decidere  per fare   bella figura di rivolgervi alle  rosticcerie o a tali reparti dei supermercati \  centri commerciali   e prenotare qualcosa . Ma il vero risparmio  si ha  cucinando tutto a casa con le proprie mani o ( se nel caso siete pigri o inetti )  a facendovi  aiutare  dalle  donne  di casa ( madre  , zia  , partner , parenti , amiche   )    o amici  che  sappiano cucinare si arriva a totalizzare 50 € circa, invece acquistando i piatti pronti in rosticeria e comprando il panettone in pasticceria arriverete a spendere quasi il doppio 100 €.
    In termini economici il risparmio è notevole, però sicuramente c’è un dispendio non indifferente di tempo per andare a fare la spesa, cucinare e preparare. Dipende da quali sono le priorità e le abitudinidelle famiglie   a voi la scelta 
    Comunque sia  la  scelta  Il pranzo di Natale si sa è una spesa inevitabilmente per ogni famiglia, ma con alcuni consigli ed accorgimenti si  risparmiare . Meglio   farlo in casa propria, da amici o parenti.
    Le feste fatte in casa vi permettono di rispiarmiare e quindi di ridurre i costi del pranzo  o della  cena dipende  se fate cenone o pranzo   
    Infatti   trascorrere le festività a casa propria, di amici o parenti, vi permette di rimanere più tranquilli, di chiacchierare per molto tempo senza avere camerieri che vi chiedano cortesemente di andarvene via, di far giocare i bambini senza che facciano danni (in tutte le case c'è una televisione e con un paio di dvd, nella peggiore delle ipotesi, li tenete buoni per l'intero pomeriggio). Le feste in casa, inoltre, vi permettono di ridurre notevolmente i costi del pranzo o della cena
    Avere le ide  già chiare  Iniziate a pensare innanzitutto alle ricette che volete preparare: la redazione di un menù preciso e dettagliato, vi permette di chiarirvi le idee fin da subito e di inziare, pertanto, la ricerca degli ingredienti con molta serenità, senza rischiare di cadere in cambi di idea improvvisi con relativo aumento della spesa finale.
    Se ne avete la possibilità, iniziate a comperare fin da ora ciò che vi serve per il pranzo di Natale. Controllate fin da subito le offerte dei supermercati, che generalmente vendono i prodotti ad un prezzo inferiore fino al 20 del mese.  Non aspettate l'ultimo momento per fare la spesa: andare al supermercato la mattina della Vigilia di Natale, equivale a un suicidio di massa. Le motivazione sono semplici: farete una fatica immane per trovare quello che cercate; se avete la fortuna di trovarlo, sicuramente non è come ve lo immaginavate; se è come ve lo immaginavate, lo pagate 5 volte di più. E tutto questo sotto lo sguardo di odio dei commessi, che non vi aiuteranno proprio per niente.
    Inoltre, più ci si avvicina al 25 dicembre e meno scelta si ha a disposizione per trovare un determinato prodotto alimentare e spesso può anche accadere che la freschezza e la qualità lascino a desiderare
     Dividetevi i compiti: se state pensando di festeggiare in compagnia di amici e parenti, è buona cosa dividersi le pietanze da preparare. Se voi vi andrete ad occupare degli antipasti, la zia dei primi, la cugina dei secondi e la nonna dei dolce, vi ritroverete con un sostanziale risparmio di tempo (in questo modo evitate di iniziare a preparare da mangiare 3 giorni prima) e di soldi: ognuno contribuisce a modo suo, senza pesare in modo eccessivo sugli altri.
     Frutta e verdura in abbondanza: cucinate un cotechino in meno e aggiungete un contorno in più; in questo modo la digestione sarà molto più agevolata e la spesa più limitata: con il costo di un cotechino, potete fare fino ad un chilo di purè e della verdura di campo stufata (coste, bietole, radicchietto, etc...).
    Per quanto riguarda il menù meglio prepararlo in anticipo in questo modo ci chiariremo le idee e possiamo iniziare a comprare gli ingredienti con calma, magari qualche giorno prima, visto che avvicinandoci al giorno di Natale aumentano anche i prezzi, possiamo controllare le varie offerte dei centri commerciali e supermercati, senza aspettare l'ultimo momento, che vuol dire pagare due volte volte di più lo stesso prodotto.
    Ma generalmente Basta qualche semplice regola per ridurre considerevolmente gli sprechi. Dal pianificare con attenzione il menu delle feste al comprare solo l’essenziale, dall’evitare le offerte illusorie alla giusta conservazione di frutta, verdura e pesce al riciclo intelligente degli avanzi: per evitare di buttar via cibo e denaro ecco ulteriori   accorgimenti deliberatamente trattida   quelli  di  http://www.faresoldierisparmiare.it/pranzo-di-natale-e-cenone-di-capodanno-come-risparmiare


    1) Pianificare con attenzione il menu delle feste per sapere con certezza cosa e quanto acquistare, spendendo il giusto, e ridurre inoltre il numero di portate da preparare. La cosa migliore da fare è preparare una lista della spesa  e fare in modo di rispettarla il più possibile. Infatti pensare in anticipo   alle ricette che volete preparare con  la redazione di un menù preciso e dettagliato, vi permette di chiarirvi le idee fin da subito e di inziare, pertanto, la ricerca degli ingredienti con molta serenità, senza rischiare di cadere in cambi di idea improvvisi con relativo aumento della spesa finale.
    Per risparmiare sulla spesa i luoghi più indicati dove spendere meno nell’acquisto degli ingredienti sono innanzitutto gli hard discount, nergozi in cui si può abbattere il costo dei prodotti di circa la metà  rispetto ai tradizionali negozi.
    Oppure  il Gas ( gruppi d'acquisto solidale  per la frutta  e verdura  ) o gruppi  di filiere  corte 
    Nei mercati rionali o i camioncini lungo le strade (  al nord    non so  , ma qui  al sud    è molto frequente  )   poi, sempre rispetto ai negozi tradizionali, su molte cose i prezzi sono piuttosto convenienti. Seguono gli ipermercati e all’ultimo posto dei luoghi dove si può risparmiare per il pranzo di Natale o il cenone di capodanno ci sono i piccoli negozi ai quali è meglio ricorrere solo nel caso in cui qualche specifico prodotto non si riesca a trovare altrove.
    Comprare solo quello che vi serve, privilegiando la qualità alla quantità: meglio una tavola meno imbandita ma più saporita. Per evitare che parte di quanto acquistato vada a finire nella pattumiera, meglio non esagerare coi quantitativi. Infatti è molto importante è anche saper valutare attentamente la quantità di prodotti da acquistare per evitare di incorrere in sprechi di cibo destinati poi nei casi migliori ad essere mangiati nei successivi giorni, nel peggiore dei casi ad essere gettati. Nella scelta del menù, conviene prevedere maggiore abbondanza nei primi piatti rispetto ai secondi.

     2) Controllare la data di scadenza dei prodotti acquistati per evitare di ritrovarsi con cibi avariati nel giro di pochi giorni. Per evitare di perdere tempo basta ricordarsi che spesso i prodotti prossimi alla scadenza sono riposti in avanti negli scaffali dei supermercati.
    Basta prendere quelli che stanno dietro  (sempre controllando l’etichetta), che sicuramente hanno una durata maggiore. Attenzione alle primizie. Sotto le feste i banchi della frutta propongono parecchi frutti esotici a prezzi altissimi.
    Meglio acquistare prodotti di stagione sia per risparmiare che per evitare di inquinare ulteriormente l’ambiente. Le primizie percorrono lunghi viaggi liberando nell’aria gas ad effetto serra ed oltre ad essere meno buone sono anche decisamente più costose.
    Per prima cosa questi hanno un costo  inferiore ed inoltre conferiscono la sensazione di sazietà.  Per essere sicuri di un risparmio e di una totale convenienza è necessario fissare prima i prodotti che occorrono, è molto importante tenere d’occhio le offerte che i vari supermercati e negozi propongono periodicamente in maniera tale da prendere al volo eventuali sconti
    Evitare di acquistare , se  è possibile  , panettoni e pandori: basta trovare su internet la ricetta per farli in casa spendendo meno ed avendo inoltre la certezza di averli preparati con ingredienti genuini scelti personalmente. Opure alternativa potete preparare voi un dolce fatto in casa. Ci viene in mente la classica torta di mele, oppure qualche crema fatta con mascarpone e uova: poca spesa e tanto gusto!
    In alternativa, se proprio  non ne potete fare  a meno o siete di quelli\e che dicono  : <<  senza  panettone  \  pandoro che natale   è  ?  >> si preferisce comprarlo confezionato, meglio aspettare l’ultimo momento, quando i prezzi scendono. Più ci si avvicina al Natale infatti, maggiori sono le probabilità che panettoni e pandori costino meno.
    Questo perchè aziende produttrici e negozi distributori preferiscono far scendere il prezzo piuttosto che avere delle giacenze su prodotti che si vendono solo in questo determinato periodo dell’anno.
    Per brindare poi, piuttosto che comprare champagne francesi ultra costosi, meglio acquistare i nostri ottimi spumanti nazionali che non sono da meno ed hanno un prezzo molto inferiore.
    Le porzioni avanzate possono essere surgelate per gustarle in altre occasioni . Se ci sono avanzi, si possono riutilizzare nella preparazione di altre portate ( vedere  gli url citati prima ) : ad esempio, pandori e panettoni possono essere riutilizzati per creare nuovi dolci. La frutta può essere riutilizzata nella creazione di marmellate o sciroppi.
    Oltre   i consigli su indicati  un altro modo per risparmiare è quello di dividersi i compiti se invitiamo persone da noi per il pranzo o siamo invitati, dividersi le pietanze da preparare oltre a farci risparmiare ci permette anche di avere più tempo per dedicarci agli ospiti.
    3) Menu Durante il pranzo\cena, preferite i primi ai secondi: si sa che un piatto di risotto o una minestra tendono a conferire fin da subito quella sensazione di sazietà. Per risparmiare un po' sul pranzo di Natale, quindi, presentatevi un paio di primi: placheranno l'appetito dei vostri commensali che non sentiranno più l'esigenza di buttarsi a capofitto sulle seconde portate. Il costo, inoltre, è decisamente inferiore rispetto alla carne o al pesce e vi permette di ottenere comunque un ottimo successo.Durante il pranzo preferiamo i primi ai secondi, che tendono a dare maggiore sazietà, possiamo preparare due primi, in modo che saranno sazi e non si butteranno a capofitto sulle seconde portate, e soprattutto il costo è decisamente inferiore al costo della carne o del pesce .Per quanto riguarda il menù, vediamo sia un menú di pesce che di carne.
    Per il menú di pesce, evitiamo aragoste e crostacei, e procediamo invece con le cozze, che possiamo cucinare in tanti modi spendendo molto meno. 
    Per il primo si potrebbe fare la pasta al nero di seppia, per risparmiare anche la pasta meglio se fatta in casa, per il secondo invece possiamo scegliere un pesce semplice cucinato però in modo particolare, come per esempio i filetti di merluzzo con lo zafferano oppure il baccalà, serviti con una bella insalata come contorno. 
    Per il menù di carne invece possiamo preparare delle frittelle con fiori di zucca, oppure con salvia o anche con prosciutto e salvia, per il primo invece un bel piatto di lasagne ai 5 formaggi oppure pasta al forno o semplicemente un timballo di maccheroni, per secondo andrebbe bene anche filetto di tacchino o anche di vitello, che potrebbe essere cucinato come scaloppina. Per i dolce scelta libera 

    per  concludere   ecco un meenù trovato su  http://italia.panorama.it/ ( se ne volete altri ,  anche per  vegani e non  , ne trovate  una scelta negli url sopra  )

     "Bisogna imparare a fare la spesa e a comprare le materia prima di stagione". Ecco come lo chef Davide Oldani  (  foto a destra  )  , patron della trattoria D'O di Cornaredo, consiglia di regolarsi per mangiar bene risparmiando."Non si tratta di low cost -ci tiene a precisare- solo di scelte intelligenti"
    Anche se le vacche sono magre e la cinghia sta ben tirata, fa bene a spirito e corpo mangiare e bere di gusto a Natale. Se caviale Beluga e tartufo bianco sono decisamente fuori budget, con un po' di fantasia e prodotti di stagione a chilometri zero, cioè che arrivano direttamente dal territorio, ecco servito un menù da gourmet: "Come antipasto -consiglia Oldani- inizierei con carciofi alla scapece con zafferano, aceto, zucchero e zola mantecato. I carciofi sono in piena stagione, non costano troppo e si fa sempre una bella figura. Come primo piatto farei dei ravioli freschi con un ripieno di ricotta caprina e fava di cacao serviti con pezzetti di pera arrostiti al profumo di rosmarino. Per secondo pesce azzurro: buono, di stagione ed economico. Sardine fresche lasciate riposare in sale e zucchero per tre ore. Poi le si sciacqua e le si serve con un filo d'olio su una purea di sedano rapa con pepe nero e cannella. Di dessert servirei i prodotti tipici: delle piccole tapas di panettone e pandoro con frutta secca, o del torrone. E' una questione di quantità. Non serve mangiare mezzo panettone, ne basta una fettina, ma di buona qualità. E infine..bollicine a tutto pasto"


    Civati finisce la benzina della sua auto Autostop a Oristano, direzione Cagliari . altri lpoliticanti cosa avrebbero avrebbero fatto al suo posto





    unione  sarda  online del  7\12\2013 19:17



    E' rimasto senza benzina nei pressi di Oristano sulla Fiat Punto guidata dal coordinatore della campagna elettorale per la Sardegna, il candidato alla segreteria nazionale del Pd Pippo Civati.
    L'annuncio è stato dato a Cagliari ad una platea di oltre 300 persone che lo attendono per la chiusura della campagna.
    Questa mattina appena arrivato in Sardegna Civati aveva parlato della sua campagna elettorale povera "alla Papa Bergoglio", ma sulla strada statale 131 Carlo Felice è stato tradito dalla mancanza di carburante.
    Dopo aver fatto l'autostop è in viaggio verso Cagliari, dove avrebbe dovuto parlare alle 18,30, trasportato da due automobilisti.