Scritto da Paco Clienti
Decisa, forte e senza paura, ecco chi è Giulia Ghiretti!
La parmigiana è uno degli astri nascenti della nazionale paralimpica.
Giulia Ghiretti, 20enne da meno di un mese, parmigiana d’origine, milanese di adozione dopo essersi in parte trasferita nella città della moda per seguire il percorso universitario alla facoltà di Ingegneria Biomedica, era una ginnasta. Poi nel 2010, all’età di 15 anni, l’incidente durante un allenamento al trampolino elastico. Giulia cade e si rompe una vertebra, infortunio che le fa perdere l’uso delle gambe. Ma lei non si è fermata nemmeno per un istante, ha continuato a vivere la sua vita come se nulla fosse accaduto, con quel sorriso raggiante che illuminerebbe chiunque, attraverso il quale mostra ogni volta quanto sia gioioso vivere la vita. Ha voluto continuare a praticare l’attività agonistica, perché le mancava l’adrenalina delle gare. Si è tuffata quindi nel nuoto, dove ha continuato ad essere ciò che era prima, a fare ciò che faceva, competere nello sport! Ad oggi detiene i Record Italiani nei 50 dorso, 100 rana e 100 misti in vasca corta e 50 dorso e 100 rana in vasca lunga. Ad agosto 2013 ha preso parte al grandioso Mondiale Paralimpico per l’Italia che si è svolto a Montrèal, dove la Ghiretti ha conquistato una medaglia d’argento nella storica staffetta 4x50 stile libero ottenuta dalle Azzurre alle spalle dell’Ucraina ed ha partecipato a tre finali individuali su quattro, nei 50 dorso classe S5, nei 200 misti classe SM5 nei quali tra l’altro è stata protagonista di una esaltante rimonta, passando dalla settima alla quarta posizione e nei 100 rana classe SB4, dove è giunta al sesto posto dopo che in batteria aveva strappato il nuovo Record Italiano segnando 2’07”31!
Dopo le sue eccezionale vittorie, in vasca e fuori dalla vasca, nella vita di tutti i giorni, Giulia è diventata un esempio da seguire, una persona alla quale ispirarsi, una “insuperabile”.
Recentemente è stata testimonial dell’attività di promozione dello sport paralimpico a Parma, in occasione
della manifestazione Abili per lo sport e poi ospite della rassegna di film e documentari Senza capo né coda che si è tenuta presso il teatro comunale di Felino, dove sedevano tra gli altri anche i giovani nuotatori del Nuoto Club Parma ’91. Oggi è insieme a noi di Swim4life per raccontarci un po’ di lei, un po’ di Giulia Ghiretti.
Iniziamo subito dai Campionati Italiani Invernali disputati a Como. Sei soddisfatta dei riscontri ottenuti?
«Si, molto, soprattutto nei 200 misti, sono molto contenta anche perché stiamo lavorando tanto ed eravamo tutti curiosi di cosa poteva venir fuori da questi Campionati Italiani e siamo rimasti molto soddisfatti di come è andata la gara. Anche nei 50 dorso sono rimasta contenta in quanto era dai Mondiali di Montrèal che non riuscivo più ad andare tanto bene.»
A Como hai ritrovato il ritmo giusto quindi.
Si, ho ritrovato un po’ di smalto.»
Quali sono gli obiettivi per questa stagione?
«Non lo so nemmeno io, sicuramente fare bene e migliorare.»
Troppo facile questa risposta, sembra quasi tu non voglia dire ciò a cui punti veramente.
«Troppo difficile la domanda – risponde sorridente la Ghiretti - No a parte gli scherzi, voglio far bene agli
Europei dove voglio conquistare le finali, poi si vedrà.»
Magari un’altra super staffetta anche a Eindhoven.
«Mi piace molto la staffetta perché tra compagne ci si stimola l’un con l’altra, è fantastico!»
Adesso facciamo un salto nel tuo passato che è da ginnasta. L’avventura nel mondo del nuoto è iniziata circa tre anni fa, a seguito di un incidente che si è verificato mentre ti allenavi al trampolino elastico. Cosa ti ha spinto a voler iniziare subito l’avventura in vasca?
«Essere in competizione era una cosa che mi mancava, già da quando ero in ospedale, non riuscivo a starne senza. In acqua era l’unico posto dove non si doveva stare seduti su una carrozzina e quindi ho deciso di nuotare.»
Quali cambiamenti più significativi hai dovuto accettare dopo l’incidente?
«Più che cambiamenti, si trattava di adattarsi. In effetti si tratta solo di trovare un modo diverso per fare le cose.»
Cosa ti ha dato il nuoto in un momento di forti cambiamenti per ciò che ti era capitato?
«Iniziare a nuotare è stato per me molto naturale, non si trattava nemmeno di ripartire, ma continuare ciò che facevo già, ciò che ho sempre fatto. Com’era la mia vita prima, così doveva continuare ad essere dopo e il nuoto ha fatto si che così fosse.»
Cosa provi quando sei in acqua?
«Mi sento bene, mi sento libera! Sei tu con tutto il tuo corpo! Non hai una carrozzina, non hai limiti.»
Cosa provi e cosa pensi invece quando tocchi la piastra ed il tabellone cronometrico ti mostra il tuo personale?
«Appena arrivo mi viene sempre di alzarmi e guardare il tabellone. Gli ultimi metri sono sempre i più duri, ma anche i più belli. Poi guardo il cronometro e mi viene da sorridere per ciò che sono riuscita a fare.»
Sei una nuotatrice agonista da poco, ma nonostante questo sei arrivata già in nazionale e ad agosto 2013 hai partecipato al tuo primo mondiale prendendo parte alla gloriosa spedizione Azzurra di Montrèal. Cosa hai provato quando è arrivata la convocazione?
«Ero molto contenta, anche perché dopo poco tempo che nuotavo, avendo notato che i tempi ce li avevo, ci ho provato e sono riuscita ad arrivare dove sognavo di arrivare. Ricordo che il giorno in cui arrivò la chiamata, stavo studiando in preparazione della maturità che avrei dovuto a affrontare di lì a poco. Poi il cellulare prese a squillare, era il tecnico Riccardo Vernole e allora smisi subito di studiare e speranzosa mi dissi “adesso vediamo cosa mi deve dire”. Quando ho attaccato il cellulare ero molto felice perché si trattava per me di una grande conquista, una conferma del lavoro fatto e quindi una grande soddisfazione, energie che poi mi hanno permesso di avere una gran voglia di far bene!»
E infatti nonostante fosse il tuo primo mondiale, non ti sei fatta prendere dall’emozione, dimostrando da subito un grande carattere ed una grande preparazione mentale nell’affrontare una competizione di così alto livello, dote da vera campionessa. Come ti sei preparata fisicamente e mentalmente per affrontare così bene un evento così importante (nella foto a destra la staffetta vice campione del mondo a Montrèal)?
«Bè l’emozione c’era ed era anche tanta, però poi ho affrontato il Mondiale trasformandolo in una gara qualunque, senza pensare che fosse un Mondiale, pensando solo di andare a competere per fare il meglio che potevo.»
Quindi hai realizzato un nuovo record italiano e conquistato un argento con la staffetta 4x50 stile libero, risultati eccellenti al tuo primo Mondiale, in scioltezza?
«Si, tutto senza pensarci troppo.» – risponde sorridendo la Ghiretti.
Lo sai che sei entrata per sempre nella storia del nuoto paralimpico italiano vincendo quell’argento con la staffetta ai Mondiali?
«Si, l’ho scoperto dopo! Per me è comunque tutto un mondo nuovo, ma la gioia è stata ugualmente tantissima.»
Della tua avventura di Montrèal, cosa ricordi con più nostalgia?
«Il freddo me lo ricordo bene perché è stato qualcosa di allucinante! A parte le battute, si è creato davvero un bel gruppo insieme a tutti quanti, siamo stati molto bene, ci siamo affiatati e sono sicura che questo ha fatto si che poi venissero fuori risultati importanti per tutta la squadra.»
Come trascorri il tuo tempo fuori dalle vasche?
«Adesso sto seguendo Ingegneria Biomedica alla facoltà dell’Università di Milano dove vivo per tutta la settimana, tornando a casa a Parma dai miei solo nel fine settimana. È stata una decisione che ho preso un po’ all’ultimo momento e quando l’ho comunicato ai miei, non sono stati proprio entusiasti di questo distacco.»
Cosa sogni per il tuo futuro?
«Sicuramente laurearmi, poi si vedrà. Non sogno di fare qualcosa in particolare, mi piaceva questo percorso di studi perché volevo seguire comunque qualcosa di scientifico ed ho deciso di intraprenderlo, ma senza particolari obiettivi futuri.»
Pensi che il nuoto farà sempre parte della tua vita?
«Si, assolutamente. Una vita senza il nuoto, oggi, non riesco ad immaginarla!»
Come convivi invece con la tua disabilità nel quotidiano?
«Affronto e vivo giorno per giorno quello che viene. Fortunatamente la mia famiglia mi è sempre vicina e quando voglio fare qualcosa, troviamo insieme il modo per farla. Non ci siamo mai fermati davanti a niente.»
Cosa diresti a chi come te si ritrova ad affrontare una disabilità fisica? «Di non fermarsi mai, perché un modo per fare le cose c’è sempre.»
Il nuoto per te in una parola?
«Divertimento! Se non ti diverti, non vai avanti e questo vale per qualsiasi cosa!»