Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
31.10.24
Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata VII SE VIAGGIATE IN TRENO, EVITATE GLI SCOMPARTIMENTI VUOTI e COME DIFENDERVI SE VIVETE DA SOLI
puntate precedenti
Non ci stancheremo mai di ripetervi che la prevenzione è fondamentale. Ecco alcuni consigli che potranno tornarvi utili, a seconda del contesto in cui vi trovate. In strada, non frequentate le zone deserte e buie, camminate portando la borsa dal lato interno del marciapiede, se possibile nel senso contrario alla marcia dei veicoli. Tenete le chiavi di casa e i documenti in due posti separati, per esempio nella borsa e nelle tasche. Fino a quando non siete entrati in casa oppure in auto, tenete le chiavi in mano. Quando siete in macchina, tenete sempre la sicura abbassata, parcheggiate in zone frequentate e illuminate, lasciando un oggetto che faccia supporre una presenza maschile, come per esempio una cravatta. Non date passaggi a persone che avete conosciuto da poco e fate il pieno di carburante durante il giorno, per evitare di dovervi fermare a un distributore self-service di sera. Se qualcuno vi segue, nonandate direttamente a casa, ma chiamate un amico oppure il 113. In alternativa, fermatevi in una zona affollata e chiedete aiuto senza scendere dall'auto. Se siete costrette a guidare so!o minaccia, cercate di attirare l'attenzione eventualmente con un leggero tamponamento al semaforo. In treno, evitate gli scompartimenti vuoti e prenotate un posto vicino al corridoio, se possibile. Non date il vostro nome e l'indirizzo a persone sconosciute e non prestate attenzione a chi potrebbe chiamarvi dal finestrino, perché potrebbe essere il complice di un malvivente che cerca di derubarvi. In discoteca muovetevi sempre con un gruppo di amici o amiche e se qualcuno vi guarda in modo poco piacevole o fa apprezzamenti insistenti, avvertite il servizio d'ordine, custodendo sempre il vostro drink e sulla segreteria telefonica lasciate un messaggio assieme a una voce maschile. Se vivete in casa da soli, non mettete il vostro nome completo sul campanello e sulla cassetta della posta ( quest'ultimo consiglio secondo me è un po' troppo esagerato,a meno che non sia concordato con i vicini, perchè rende difficile ai corrieri individuare il vostro appartamento specialmente se abitate in un palazzo a più piani . E poi se ci si pensa bene se uno che vi conosce anche sommariamente e vuole molestarvi \ stalkerizzarvi troverà sempre il modo per farlo purtroppo ) , non aprite a visitatori inaspettati e, se dovete aprire, fate capire che c’è qualcuno con voi. Fingete di parlare con qualcuno mentre aprite e tenete il cellulare in mano.29.10.24
cosa è morte e il suo culto ., «Io, sacerdote tra le tombe dei grandi. Il dolore parla del valore della vita»
© Fornito da Avvenire |
Hallowen ... ehm .... il culto dei morti ed i falsi nazionalisti \ sovranisti che lo vedono solo come festa imortata dagli Usa e pesi anglossassoni dimenticando che ci sono le nostre tradizioni mortuarie pagane ., La piccolezza dei fischi al film sul bullismo
dai nazionalisti \ sovranisti che scrivono articoli critici verso Hallowen come questo de ILGiornale riportato sotto su #Hallowen mi aspettavo più conoscenza delle nostre tradizioni #pagane e non la solo la riduzione d'essa a festa importa dagli Usa su in flusso dei paesi Anglossassoni . A che punto siamo arrivati non ci sono più i nazionalisti di una volta che contrapponevano ad mode estere le tradizioni nazionali e regionali .
Nononostante la sua versione dogmatica e classicistica sulla morte concordo quando dice :
Halloween o All Saints, commemorazione dei morti o festa dei santi, tradizione religiosa o ricordo laico, per tutti comunque c'è una medesima provocazione alla riflessione e cioè che la morte più che «triste» è «seria»: il loro «al di là» fa prendere sul serio il nostro «al di qua».
28.10.24
Genitori non vogliono fare vedere ai figli “Il ragazzo dai pantaloni rosa”. il film contro l’omofobia scatena reazioni omofobe
una scena del film |
Quegli insulti erano sorretti dall'impalcatura della indifferenza che è la forma più subdola della violenza.Io non so se dietro quel gruppo rumoroso c'è l'assenza di quella educazione primaria che spetta alla famiglia.Il bisogno di affiliazione e, dunque, la necessità di fare parte di un gruppo può portare, specie in età adolescenziale, a fare o a dire cose che un genitore magari manco immaginerebbe mai dal proprio figlio.Ma in quel contesto, anch'esso educativo, chi ha fallito è stato quell'adulto, incapace di gestire la situazione e rimettere ordine, probabilmente non avendo avuto tempo o voglia di preparare la platea dei partecipanti. venendo, comunque, meno all'esercizio del ruolo che ricopre.Si parla di educare all' empatia e ci si mostra incapaci di farlo, permettendo di calpestare in modo impietoso la memoria di chi non c'è più e, soprattutto, un' attività di sensibilizzazione collettiva, portata avanti da chi ci crede ostinatamente.Mi piacerebbe che chi continua a negare l'omofobia in questo Paese prendesse spunto da quanto accaduto per rivedere il proprio pensiero e regolare il proprio agito.Perché la parola non è un concetto vuoto.La parola è viva ed uccide.Io, di certo, non mi piego.Anzi, continuerò più forte di primaMio figlio non c'è più ma l' #omofobia a quanto pare si!
non so cos'altro aggiungere in quanto due parole sono poche e una è troppo . quindi chiudo qui con questo è tutto alla prossima
27.10.24
Nicolò Famiglietti: Vi insegno. ad allenarvi con sorriso “Non è mai troppo tardi per iniziare a prendersi cura di se stessi, a 360 gradi.., la storia di franca mura 60 ANNI da neofita di alle gare nazionali di bocce
“Non è mai troppo tardi per iniziare a prendersi cura di se stessi, a 360 gradi. È una maniera di volersi
bene e di affrontare la vita con positività”,dice il beauty fitness trainer. “Nonc'è bisogno di allenamenti da sfinimento. Si ascolta il proprio corpo e si migliora giorno dopo giorno. Ne giova anche Il benessere mentale". Provare per credere .L' attività fisica è spesso o troppo spesso vista come un dovere, faticosa, Noiosa. Nicolò Fmiglietti ha dimostrato esattamente il contrario. L'esercito di petsone che lo seguono, rappresentano la dimostrazione, a tutte leetà, che è possibile imparare ad allenarsi con il sorriso, prendendosi cura del fisico e della mente.Le sessioni di allenamento con il popolare istruttore di fitness che solo su Instagram conta 40 ( mila followers diventano un momento di aggregazione, di allegria e di divertimento. La musica è protagonista di ciascuna lezione, insieme con l'energia contagiosa che contraddistingue Nicolò, amatissimo anche dalle signore più avanti conggli anni. “Non è mai troppo tardi per iniziare a prendersi cura di sé stessi, a 360 gra-di È dina maniera di volersi bene e di affrontare la vita con positività” spiega Nicolò che si definisce Beauty Fitness Trainer, perché con lui il benessere e la bellezza lavorano în sinergia. A Perugia, infatti, è titolare di una palestra con un centro estetico.
Proprio in palestra è iniziata quella che lui stesso definisce la sua rinascita.“Ero timidissimo e questo lato del mio carattere mi portava ad essere anche più chiuso. Sono convinto che l'allenamento da adolescente abbia segnato un'inversione di rotta del mio percorso. o meglio, mi abbia segnato la strada da percorrere. Mi ha cambiato dentro, ha migliorato il mio carattere, ha tirato fuori la parte migliore di me. Ebbi un piccolo infortunio a 15 anni. All'epoca avevo già provato diverse attività sportive, ma sembrava che nessuna facesse per me. Ed io ne soffrivo. Dopo l'infortunio un fisioterapista mi consigliò di fare riabilitazione e di andare in palestra. In quegli anni ancora si pensava che la palestra rallentasse la crescita! Decisi di seguire il consiglio e mi iscrissi”È bastato poco perché la palestra diventasse la seconda casa di Nicolò. “Trovai imambientefamiliare, ci andavo volentieri.Ricordo che studiavo e mi impegnavo per avere più tempo distare in palestra, senza rischiare che i miei genitori mi dicessero di tornare a casa per finire i compiti. Lì non mi sentivo giudicato, vedevo i miglioramenti sul mio corpo, stavo meglio anche a livello mentale. Non esisteva competizione. Questa è la cosa bella della palestra, ci si allena insieme, nessuno primeggia! Così mi sono laureato in Scienze Motorie. Ho iniziato alavorare a 17 anni.e a 23 anni ho preso una quota proprio di quella palestra che mi aveva accolto, diventandone socio”Poi il covid segna un iniziale stop che si rivela ancora una volta la chiave di volta di Nicolò.“Mi ritrovo con la palestra chiusa, i clienti a casa. Decido di continuare il percorso con.loroa distanza, facendo delle dirette su Instagram. Lo ammetto all'inizio mi sentivo imbranato, di nuovo timido, Temevo di fare dirette dove magari sì sarebbero collegati in due o tre persone. È,invece, da quel primo collegamento su Instagram a distanza è successo qualcosa di magico.Immaginavo quei numerini collegati al cellulare, delle persone accanto a me, che si allenavano,Le immaginavo ridere e sorridermi” Quel numero è salito,salito, ma salito a migliaia e migliaia di persone che Nicolo curava a distanza. Un successo inimmaginabile. Che oggi ha portato Famiglietti anche ad essere ospite televisivo di mumerosi programmi di successo.Ma la prima fan di Nicolò è stata la mamma Patrizia. "Anchelei ha iniziato ad allenarsi con me, da grande, Veramente lo ripeto: non èmai troppo tardi per prenderci cura del nostro corpo è della nostra mente. Allenarsi in palestra, magari con le finestre aperte o in un parco ci regala una ossigenazione migliorè..È un vero e proprio integratore naturale di salute. La palestra mi ha cambiato,. E se ce l'hofatta io ce la possono fate tutti . Mai disperare . Affronto la vita coniil'sorriso, a 360 gradi. I problemî non mancano, ma certo il modo di superarli, di non farmi sopraffare. Me lo ha insegnato lo sport, che è una sfida anche con sé stessi?Le sue parole sono condivise dal gruppo di persone ché si sono appena allenate con lui.“Quando terminiamo ùn allenamento, condividiamo le emozioni, commentiamo la lezione, facciamo squadra. Si creano rapporti belli dentro e fuori la palestra"Tutto senza sfinimento, sottolinea Nicolò: “Nessuna fatica eccessiva, mai. Ascoltiamo il nostro corpo sempre. Propongo allenamenti sostenibili e scalari.Piano piano si sale. Si può'iniziare anche con piccoli allenamenti da 5-10 minuti, poî si disegna una strada, per ciascuno.Sempre con il sorriso ! La musica è protagonista: “Sì che piace ed è coinvolgente. La musica motiva, è dopante, da ritmo all'allenamento. Immagino la playlist come una coreografia: la prima canzone ti dà energia, l'ultima ti lascia il ricordo" Grazie Nicolò.
26.10.24
DIARIO DI BORDO N 83 ANNO II mi vergogno e non mi riconosco in questo paese dove.... parte II ,Quando la fantasia erotica è depravazione il caso Gisèle Pelicot, come smontare la propaganda degli ipocriti pro vita e pro famiglia , Ennesima figura barbina del governo Meloni di cui difficilmente sentirete parlare sulla Rai,un dirigete rai da ad un giornalista dell'infame ,
Un paese dove una ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, in barba a qualunque principio costituzionale, deontologico, umano, dichiari come se nulla fosse che “medici e sanitari sono tenuti a denunciare casi di sospetta Gpa”.Questo non è un governo democratico, siamo ormai alla delazione di stato o meglio alla
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- Che l’emendamento al decreto Sicurezza voluto da Meloni e soci è inapplicabile così com’è.
- Che il governo è guidato da pericolosi cialtroni in materia che sostituiscono criteri demagogici a quelli scientifici.
- Che è salvo, per ora, un settore che vale 11mila posti di lavoro.
- Che non esiste alcun complotto dei giudici. Esiste solo una classe politica incapace di scrivere le leggi e una classe giuridica costretta a rimediare ai suoi grossolani errori.
- Ed è un grosso problema.
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È morta Delia Buonomo. È morta una Giusta in un tempo sbagliato.
Era la titolare del bar Hobbit di Ventimiglia, ve lo ricordate? Quello che, a un certo punto, nel pieno dell’emergenza alla frontiera, Delia aveva in parte riadattato a un rifugio gratuito per migranti.Tutto è nato nel 2016 quando ha notato alcune donne e bambini migranti seduti sul marciapiede di fronte al bar,
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come smontare la propaganda degli ipocriti pro vita e pro famiglia
Nei giorni scorwsi a Otto e mezzo, una strepitosa Lilli Gruber ha preso la parola davanti al portavoce dei Pro Vita Jacopo Coghe.
“Bene. Faccio un breve elenco delle famiglie tradizionali che abbiamo al potere oggi in Italia. Giorgia Meloni si è separata dal suo compagno, col quale ha fatto una figlia fuori dal matrimonio.Sua sorella Arianna ha dichiarato qualche mese fa, snza che nessuno glielo avesse chiesto, che sono separati in casa col ministro Lollobrigida.Matteo Salvini ha due figli da due donne diverse e adesso ha una fidanzata.Come mai c’è tutta questa tolleranza da parte vostra nei confronti dei referenti politici ai massimi livelli, che sono tutti fuorché “Dio, Patria e Famiglia”? Questo non capisco.”
Coghe, imbarazzato: “Noi non giudichiamo la vita personale , rimaniamo sul fatto politico.”
Replica di Gruber.“Quindi vale anche per Spano, per lesbiche, trans…”
Ovvero. Come smontare in quindici secondi netti anni di propaganda tossica, feroce, bigotta ed ipocrita sulla vita e sui diritti di persone.Un manifesto politico e culturale.
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24.10.24
«Bullizzato perché obeso, il prof mi chiamava "polpetta". Ora corro una mezza maratona ogni giorno: ho perso 30 chili»
«Quando ho iniziato, non ero un runner. In tutta la mia vita avevo corso 21 km solo una volta, e ora mi ritrovo qui, con delle ultramaratone alle spalle e ogni giorno messo alla prova come non mai. Ogni passo è stato una sfida, ma è proprio nelle difficoltà che ho trovato la forza di continuare. La verità è che ognuno di noi può superare i propri limiti, basta avere il coraggio di affrontarli», scrive Marco Mattazzi sul suo profilo Instagram, chiamando a raccolta tutti coloro che desiderano correre con lui gli ultimi 3 chilometri del suo viaggio
Passare quel traguardo avrà il sapore di vittoria, sia per se stesso che per ciò che ha passato quando era un bambino. In un'intervista al Corriere della Sera, Marco parla delle difficoltà avute a scuola a causa della sua forma fisica: «Un insegnante mi chiamò, una volta, “polpetta”. Da allora sono diventato lo zimbello della scuola». E senza neppure potersi affidare ai professori, la vita accademica è stata difficile e ha reagito chiudendosi ancor più in se stesso.Il rendimento di Marco ne ha risentito, e dop la seconda bocciatura ha passato un periodo in una scuola privata. Quando è stato il momento di tornare al liceo per l'ultimo anno, «avevo paura a tornarci, l'ansia di rivivere quello che avevo già vissuto mi logorava. Ma volevo superarla. Nell'estate tra la quarta e la quinta superiore ho deciso di dimagrire. Ho perso 30 chili. Ho ricominciato la scuola e quell'anno è andata bene».
Poi ha iniziato a leggere libri sulla crescita personale, ed è stato ispirato. Così è nato il progetto attuale, la volontà di correre 21 chilometri ogni giorno, per 100 giorni, e dimostrare che è possibile raggiungere i propri obiettivi. Il sogno di Marco, però, non finisce al traguardo: «Sogno di avviare una mia azienda. Vorrei comprare una pizzeria e chiamarla con il nome della pizzeria che avevano i miei nonni a Vicenza: Pizzeria California».
Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco pe r giallo settimanale VI puntata manate messaggi chiari se volete dire no dite NO .
Il post d'oggi è anche una esperienza personale . si evitano molte incomprensioni e che si cada nel pratricare lo stalking come stava per caitare a me con S.P ( trovate qui sul blog alcuni post molto utili essendo una esperta di femminicidio e violenza di genere ) una mia ex compagna di strada .
Per una donna, ma non solo [ corsivo mio ] difesa personale non significa solo saper colpire con calci e pugni. Deve essere una filoso!a di vita, un atteggiamento da tenere sempre, in famiglia, sul lavoro, nella vita quotidiana, con i propri amici e con i propri nemici. Difesa personale significa essere in grado di reagire con fermezza a soprusi e ingiustizie che gli altri cercano di compiere, superando talvolta il limite della moralità o della legalità.Ci sono persone fortunate che possiedono questa forza di carattere
fin dalla nascita, altre meno fortunate che saranno per sempre destinate a ricoprire il ruolo di vittima con il marito, il capo e, nella peggiore delle ipotesi, con uno stupratore.Ecco perché è fondamentale che impariate a dire “no” agli atteggiamenti che avete sempre sopportato a fatica, a quelle situazioni ambigue che vi mettono a disagio. Dite “no” se qualcuno cerca di imporvi la propria volontà o le proprie idee con l’arroganza, la prepotenza, la violenza.Ricordatevi che un “no” deve essere deciso, sicuro, indiscutibile, e “no” deve restare: cambiate idea solo se avete un validissimo motivo e non fatelo troppo in fretta.Se un uomo sconosciuto si offre di portarvi la borsa della spesa e gli rispondete “no”, è perché il vostro istinto non si fida di lui. Se insiste e diventate possibiliste lo spingerete a perseverare. Se accettate, state segnalando in modo inequivocabile che il vostro “no” dopo solo un paio di insistenze può trasformarsi in “sì”. A questo punto gli avete comunicato che il vostro carattere è facilmente addomesticabile, e potrebbe sentirsi incoraggiato a spingersi oltre, visto che dite“no” intendendo dire “sì”. Proprio su questo equivoco si sono basate le tesi difensive di molti avvocati incaricati di difendere in Tribunale individui accusati di aggressione a scopo di violenza sessuale. È vero che può succedere a volte di apparire scortesi, ma sarà sempre meglio che dare l’impressione di esssere una donna facilmente malleabile. I leoni, nella savana, colpiscono sempre la gazzella più debole, anche se a noi le gazzelle sembrano uguali.
PANICO? CONTATE DA CINQUE A ZERO
Siete sopraffatti dalla paura e sentite che state per andare nel panico? Fermatevi e provate questa tecnica: iniziate a contare da cinque a zero, o da dieci a zero se vi serve più tempo. Intanto immaginate di scendere una scala, un numero per gradino. Poi pensate a qualcosa di bello che vi rende calmi, un paesaggio, una spiaggia, un bosco, visualizzatelo e focalizzate. Nel frattempo il panico non ci sarà più.
23.10.24
diario di bordo speciale storie sarde : allarme spopolamento paesi dell'interno resistono grazie agli immigrati ., basta slot meglio una libreria la storia bar dettori di sassari ., il castrum della crucca ( sassari ) studiato oltre manica sardegna e inghilterra unite dalla passione per gli antichi romani ., Telti, sulle tracce del bandito Laicu Roglia: «Ucciso? No, fuggì a New York»., basta tabù sulle nostre fantasie stefano riboldi di Barisardom crea un social mysecretcase
non ho voglia di fare cute paste dal pdf , riporto direttamente le pagine della nuova sardegna d'ieri 22\10\2024
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«L’uomo che ho amato mi ha portato via tutto. Ora aiuto altre donne a combattere la violenza economica»
Ci avviciniamo al 25 novembre e si parla di femminicidio e violenza sulle donne . Il problema è che tale giornata viene affrontata parlano solo di
violenza fisica , dimenticando o facendo passare in secondo piano e senza l'autrocritica delle istituzioni politico ecconomiche che con l'ottusa burocazia , quando ne parlano , la violenza psicologica e ed economica che una donna subisce . Ed apunto il caso della storia che riporto nel post d'oggicorriere della sera tramite msn.it del 7\10\2024
«Si parla tanto di violenza di genere, quella fisica. Ma io sono l’esempio vivente di come si possa essere annientati anche da un altro tipo di violenza di cui si parla molto meno: quella economica. L’uomo con il quale ho avuto una relazione per quasi trent’anni e che ho avuto la sventura di amare mi ha portato via tutto. Avevo uno studio odontoiatrico ben avviato, avevo attrezzature costosissime, avevo pazienti che stravedevano per me. Non ho più nulla e soltanto la mia tenacia mi ha consentito di ricominciare daccapo, anche se lavoro per pagare i debiti. Ma la cosa che mi fa più male è che in mezzo a tutto questo, adesso, mi ritrovo ad avere come nemico anche lo Stato, o meglio: le sue rigidità, la sua burocrazia. Ma come? Il tribunale stabilisce con decreto ingiuntivo che lui mi deve 90 mila euro (una miseria rispetto a quel che mi dovrebbe) e non soltanto lui non me li da ma l’Agenzia delle entrate viene a bussare alla mia porta con una cartella esattoriale da 53 mila euro. Dicono che devo pagare per l’evasione commessa in cinque anni dallo studio che condividevo con lui. Peccato che io non ero lì in quei cinque anni! Posso provarlo, ma a quanto pare nessuno vuole ascoltarmi. Io questa la chiamo ingiustizia».
Maria Rosaria Mattia ha 64 anni e una vita vissuta in Irpinia, in un paesino della provincia di Avellino. Se la senti raccontare la sua storia capisci che, malgrado tutto, ha scartato dalla sua vita l’ipotesi della resa. È medico e odontoiatra, appunto, ma la sua professione vera, oggi, è quella di combattente per la causa delle donne che subiscono violenza economica come lei. «Io non ho ricevuto mai un ceffone, mai mi è stato torto un capello», assicura, «ma la manipolazione, il comportamento subdolo, quelli sì che li ho conosciuti. Parole che ti fanno a pezzi psicologicamente: insulti, oltraggi, offese profonde. Sono arrivata a un passo dal suicidio, e lui: perché non ti uccidi? chi ti piange? sei una squilibrata, fallita. Una cattiveria che non potrò mai dimenticare».
La storia vissuta con quell’uomo è finita nel 2018, e quando lei ha preteso che lui uscisse di casa la promessa è stata chiara: «Ti farò impazzire». La cartella esattoriale da 53 mila euro è parte di quel piano. Quando la guardia di finanza ha fatto accertamenti sull’attività di lui nello studio, ha scoperto un’evasione fiscale «importante», come la definisce lei. Sulle prime lui ha dichiarato ai finanzieri che «no, lei non c’entra niente. Ho fatto tutto io», salvo cambiare poi versione con l’Agenzia delle entrate tirando in ballo la doppia intestazione dell’attività. «Non sono tanto i 53 mila euro, che pure mi farebbero molto comodo», giura lei. «È sentirsi ancora una volta sbagliata per non essermi ribellata prima a quell’uomo. Lo studio era una mia creatura, funzionava benissimo. Per molti anni, dato che lui era sgarbato con me davanti ai pazienti, mi sono fatta da parte; ho lasciato che lo conducesse lui e non ho mai visto un soldo. E quando alla fine si è laureato sono stata pure così sprovveduta da farlo diventare studio associato fra noi due. Sono i danni della manipolazione, ma me ne sono resa conto soltanto dopo»
Comunque la domanda di Maria Rosaria Mattia, adesso, è : «Possibile che non si possa trovare una strada per non fare un altro torto a me o a chi come me si ritrova in mezzo a guai economici per colpa di relazioni intime disgraziate?» Mentre lei cerca una risposta, la sua non-resa è diventata attivismo su più fronti. La dottoressa è riuscita con le sue sole forze e indebitandosi fino al collo, ad aprire in provincia di Salerno una casa rifugio per donne maltrattate che ha chiamato Le Ninfee. Non solo: ha aperto un Centro di diagnostica per immagini e una cooperativa (Namasté) per la gestione di una casa di riposo per anziani, sempre in provincia di Salerno.
E c’è dell’altro. È lei stessa che annuncia: «Finalmente dopo 6 anni da quando sono stata cacciata fuori da quello che era uno studio associato, io sono riuscita finalmente a riaprire il mio nuovo studio odontoiatrico. Alla fine di ottobre, spero, dovrei inaugurarlo. Prerogativa di questo studio saranno le prestazioni odontoiatriche assolutamente gratuite alle donne vittime di violenza. Anche questo mi rende fiera di me dopo essermi sentita meno di niente».
diario di bordo n 84 anno III Infermiera tenta il suicidio sui binari del treno, il macchinista scende e la salva: «Oggi è mio marito e il padre dei miei figli»., «Io, operaia da 30 anni nella fabbrica di cioccolato, qui ho conosciuto anche mio marito. Ora la nostra vita è appesa a un filo»., La perdita di un figlio e la speranza: «L’amore è più forte della morte».,
L'amore arriva quando meno te lo aspetti, si dice. E lo può confermare Charlotte, che ha conosciuto il suo futuro marito sui binari del ...
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