Senza commenti... eddài si scherza?!?!?!?...
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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17.3.09
3.3.09
13.11.08
Loro fermano il nostro futuro......noi fermiamo i loro siti!
Il 13 novembre alle ore 14:00 partecipa al Netstrike contro uno dei siti che rappresenta coloro che vogliono sottrarci il nostro futuro distruggendo l'università pubblica e laica.
Cosa devi fare? Organizzati per avere un accesso ad internet intorno alle 14:00 del 13 novembre, per visitare il sito www.miur.it. Scegli una delle seguenti modalità di partecipazione, calibrate in base alla difficoltà tecnica e il tempo richiesto:
Low
Ingredienti: un browser e 5 minuti del tuo tempo, accessibile praticamente a chiunque sappia usare un mouse [continua]
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per informazioni: 133strike@autistici.org
Partecipa alla manifestazione nazionale del 14 novembre a Roma!
11.11.08
Diamogli un taglio
Berlusconi decurterà 8 miliardi alla scuola pubblica e manderà a casa 130.000 docenti. Oltre al danno, la beffa: egli afferma infatti di essere vittima (come al solito) della campagna di disinformazione dei media i quali, pur appartenendo a lui per il 75%, lo avverserebbero. Quali conseguenze!
Ordunque, dal prossimo settembre, un considerevole numero di persone non avrà più un lavoro, neppur precario. Dalle simulazioni effettuate sulla base dei documenti ufficiali sul piano Gelmini-Tremonti depositati in Parlamento risulta evidente che, solo nel 2009-10, ci saranno 36.000 supplenze in meno (27.000 docenti e 9.000 personale non docente) oltre a circa 10.000 insegnanti di ruolo soprannumerari (fonte Cgil).
Ciò nonostante, il Capo ci assicura che non licenzieranno nessuno. Il che è vero, a rigor di termini: nel senso che i supplenti, non possedendo un contratto a tempo indeterminato, non sono propriamente "assunti".
Inesistente la premessa, insensata la paura: his fretus, i precari non potranno esser licenziati. Semplicemente, non verranno riconfermati.
Ordunque, dal prossimo settembre, un considerevole numero di persone non avrà più un lavoro, neppur precario. Dalle simulazioni effettuate sulla base dei documenti ufficiali sul piano Gelmini-Tremonti depositati in Parlamento risulta evidente che, solo nel 2009-10, ci saranno 36.000 supplenze in meno (27.000 docenti e 9.000 personale non docente) oltre a circa 10.000 insegnanti di ruolo soprannumerari (fonte Cgil).
Ciò nonostante, il Capo ci assicura che non licenzieranno nessuno. Il che è vero, a rigor di termini: nel senso che i supplenti, non possedendo un contratto a tempo indeterminato, non sono propriamente "assunti".
Inesistente la premessa, insensata la paura: his fretus, i precari non potranno esser licenziati. Semplicemente, non verranno riconfermati.
E lo si accusa di maltrattare la lingua italiana! Nulla di più sbagliato: è un fine sillogista, in confronto a lui Azzeccagarbugli sembra un pivello.E poi, e poi, piano un poco con questi tagli. Si verificheranno, sì, ma solo per la scuola pubblica che, lo sappiamo, è un ricettacolo d'immondizia, un covo della sovversivi, una fucina di fannulloni.
Niente paura, comunque: nessuna scure per le scuole cattoliche. Anzi, l'Imperatore si è già inginocchiato a Canossa, pentendosi e dolendosi per l'empia svista: "Ho una grossa colpa: non mi ero accorto che nella Finanziaria era previsto questo taglio alle scuole private e cattoliche". Le agenzie, informano che il "Premier" "assicura il suo impegno per evitarlo".
Pare che in Vaticano siano soddisfatti. D'altro canto era ora di finirla con questi plagiatori di giovani menti, relativisti, licenziosi e libertini. Capaci anche di persuadere gl'innocenti virgulti che davvero la Terra gira attorno al Sole, secondo le malediche teorie di quel miscredente Galileo (no, non Cristo, l'altro. O viceversa?).
Pare che in Vaticano siano soddisfatti. D'altro canto era ora di finirla con questi plagiatori di giovani menti, relativisti, licenziosi e libertini. Capaci anche di persuadere gl'innocenti virgulti che davvero la Terra gira attorno al Sole, secondo le malediche teorie di quel miscredente Galileo (no, non Cristo, l'altro. O viceversa?).
Bisognava dare un taglio, appunto. E vi confesso che anch'io ho tanta voglia di tagliare. La corda!
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10.11.08
Ci riprovano!
Proprio qualche giorno fa mi domandavo: "Ma a noi bloggers, quando pensano?". Già lo scorso anno, infatti, lo pseudo-governo di pseudo-sinistra, supportato da "Mr. Nessuno" Ricardo Franco-Levi, aveva tentato il colpaccio. Volevano (virtualmente?) metterci a tacere, ma non vi riuscirono. Beppe Grillo lanciò l'allarme, il popolo dei naviganti (ancorché santo e poeta) rispose entusiasta e sdegnato. E il dissennato golpe istituzionale fallì.
Adesso, però, siamo in presenza di un governo, cioè d'un potere, di destra estrema, e per nulla virtuale: anzi, molto reale. Questo potere gestisce e controlla la quasi totalità dell'informazione. Dessimo retta a giornali e tv, non sapremmo nulla dello sfacelo della scuola pubblica, del ritorno di Gelli, delle minacce cossighiane e degli assalti ai pochi cronisti rimasti liberi, della disoccupazione galoppante e il conseguente impoverimento del Paese.
Restava il web. Lo sapevano benissimo, al punto che il Capo aveva proposto, nella sua campagna per gli acquisti, cioè elettorale, di qualche anno fa, le famigerate "tre I": Internet, inglese, impresa. Da applicare a suo uso e consumo, però.
Ecco pertanto pronta la nuova "legge" ammazza-blog. Pare che dietro ci sia ancora lui, il Franco-Levi, lo spettro che s'aggira per la Rete. In questo caso, però, tutto tace. Il Grillo, da quando è tornato in sella B., si è tramutato all'improvviso in placida pecorella. Non manda a quel paese più nessuno, ricomparendo solo fra gli studenti, che l'hanno (a denti stretti) ringraziato ma messo subito in riga: qui non servono primedonne. Poi è rientrato nel suo cantuccio.
Un pacato silenzio, nelle case dell'Italietta felice, per non turbare i meritati sonni dei tranquilli connazionali. "Diffondere ottimismo, non ansia" (o forse intendeva "ansa"?), ecco il nuovo motto del Capo di Famiglia. E il fido Dell'Utri chiosa e - dopo il consueto encomio di Mussolini, Mangano e Gelmini e la "presa di distanza" (chiamiamola così) da Saviano e Caselli, precisa: vero, finiamola una buona volta coi giornalisti-dark.
Ma chi più "dark" dei bloggers? Non li si può nemmeno definire giornalisti (e infatti non lo sono). Gente indecifrabile, sfuggente, che trama dal monitor, velata dietro inquietanti nick, sicuramente degli insoddisfatti sessuali, degenerati insomma. Da fermare a ogni costo. Per il bene nostro e dei cittadini felici, amen.
Spetta ai cittadini felici decidere se soccombere in dissennata letizia nella falsa pace d'una democrazia da supermarket. Noi, la risposta l'abbiamo già data: non ci avrete.
4.11.08
Scuola: 9 Bambini Su 10 Bocciano Il Maestro Unico
(AGI) - Milano, 4 nov. - I bambini dicono 'no' al maestro unico nelle scuole elementari, una delle novita' piu' significative della legge Gelmini che modifica radicalmente il sistema scolastico italiano. E' quanto emerge da un sondaggio proposto da 'www.focusjunior.it', sito web del mensile Gruner+Jahr/Mondadori diretto da Vittorio Emanuele Orlando e rivolto a bambini e ragazzi tra 8 e 13 anni. Su 655 votanti, l'86 per cento si dice contrario all'introduzione del maestro unico dall'anno scolastico 2009-2010. "Ogni maestra e' brava in una materia, non puo' esserlo in tutte", "meglio abituarsi alla varieta' di professori delle medie", 'non vedere sempre la stessa faccia": sono alcune delle motivazioni che spingono i ragazzi a non essere d'accordo con questo cambiamento. Promossi, al contrario, gli altri punti chiave della legge Gelmini. Come il voto in condotta, il cui ritorno trova il consenso del 69 per cento dei ragazzi ("i bulli finalmente diminuiranno", dicono) e l'introduzione di una nuova materia, "Cittadinanza e Costituzione". I risultati del sondaggio saranno presentati in edicola sul prossimo numero di Focus Junior, con un ampio servizio ricco di testimonianze dirette dei lettori. Il mensile, inoltre, invita ragazzi e ragazze a dire la loro sulla riforma della scuola domenica 23 novembre, nell'ambito di un dibattito organizzato insieme ad Arciragazzi e Unicef in occasione della nona edizione della Marcia dei diritti dei bambini che si terra' a Milano. Il sondaggio non ha alcun valore statistico, in quanto rilevazione aperta a tutti e non basata su un campione elaborato scientificamente. Ha quindi l'unico scopo di dare la possibilita' di esprimersi sui temi di attualita'.
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3.11.08
Berlusconi in salsa "obamiana": una patetica messinscena
Leggo su "Repubblica" una spericolata affermazione del ministro Frattini: "I punti di contatto tra Berlusconi e Obama si notano: ho sentito fare discorsi a Obama basati molto sugli ideali, che si concentrano su alcuni pensieri chiave. Questo modo di comunicare è simile a quello di Berlusconi. Poi Obama insiste sul concetto 'buy american', comprate americano, investite sul nostro Paese. Ciò che fa anche Berlusconi". Sebastiano Messina, sempre su "Repubblica", l'ha svillaneggiato a dovere, ricordando che effettivamente anche Obama, come Berlusconi, ama il mare, porta scarpe allacciate, usa il dopobarba, scrive con la penna e beve caffè. Noi potremmo aggiungere che anche Hitler si basava su ideali e su alcuni pensieri chiave: a suo modo, certo, ma sempre di ideali e di pensieri chiave si trattava; se ne dovrà forse dedurre che i discorsi di Hitler somigliavano a quelli di Berlusconi? (Del resto, anche il Führer aveva pensato a un reality .) E' pure vero che Berlusconi, come Obama, ci invita a "buy american", infatti ha spesso dichiarato che lui sta dalla parte degli Usa prima di sapere se hanno torto o ragione, e che a scuola lo definivano "l'amerikano".
Un'altra evidentissima somiglianza tra Obama e il Cavaliere sta nella considerazione degli insegnanti. Per il candidato americano alla Presidenza, "ne abbiamo bisogno, sono sottostipendiati e vanno riqualificati". Esattamente ciò che pensano i ministri berlusconiani, non vi pare?E non alludo nemmeno tanto alla prestanome del duo Tremonti-Brunetta, quanto all'immarcescibile Calderoli che, ancora sul quotidiano di Scalfari, ha concesso magnanimamente che la protesta dei precari è legittima, ma i loro non erano né sono diritti acquisiti. Quindi, tutti a casa. Semplice, per il semplicissimo - e indispensabile - Ministro della Semplificazione.
Neppure "Repubblica, comunque, ha ricordato che, fino a ieri, Berlusconi tifava per McCain, cosa del resto abbastanza logica visto il suo (di Berlusconi, non di McCain) appiattimento totale su Bush, la sua (sempre di Berlusconi) ammirazione, che quasi sconfina nell'innamoramento, per quello che reputa il più grande Presidente della Storia, visto il totale appoggio alla guerra in Medio Oriente, al riarmo, ai teocon e alla xenofobia, spesso e volentieri sfociata in aperto razzismo. Lo si può leggere (solo a mo' di esempio) qui, qui e pure qui .
Neppure "Repubblica, comunque, ha ricordato che, fino a ieri, Berlusconi tifava per McCain, cosa del resto abbastanza logica visto il suo (di Berlusconi, non di McCain) appiattimento totale su Bush, la sua (sempre di Berlusconi) ammirazione, che quasi sconfina nell'innamoramento, per quello che reputa il più grande Presidente della Storia, visto il totale appoggio alla guerra in Medio Oriente, al riarmo, ai teocon e alla xenofobia, spesso e volentieri sfociata in aperto razzismo. Lo si può leggere (solo a mo' di esempio) qui, qui e pure qui .
Ma ora il vento (pare) mutato. Berlusconi pensa, anzi teme, possa vincere il "negro" Obama - questo il vero pensiero suo e dei suoi -, e allora eccolo festosamente schierarsi per il senatore democratico. Ebbene, trattasi di ennesima balla. Berlusconi sta con McCain. Io, detto fra noi, non sono del tutto convinta, malgrado i sondaggi favorevoli, che Obama possa farcela. Lo spero, naturalmente, ma preferisco non sbilanciarmi, forse per scaramanzia.
E se, Dio non voglia, vincesse davvero McCain? Nessun problema, Berlusca l'aveva sempre detto, e se in questi giorni pare aver affermato il contrario, è perché, come al solito, la stampa l'aveva "frainteso".
31.10.08
Licio Gelli arriva in tv con "Veneranda Italia"
FIRENZE (Reuters) - L'ex "venerabile maestro" della P2 Licio Gelli sta per sbarcare in tv, con un programma sulla storia del Novecento raccontata attraverso la sua vicenda personale, legata a doppio filo con alcuni dei più gravi scandali del Dopoguerra italiano. E alla presentazione spazia da Berlusconi - l'unico, dice, "che può andare avanti" - alla legge Gelmini che riporta l'ordine nelle scuole, da Marcello Dell'Utri - "bravissima persona" - alla maggioranza che dovrebbe avere il coraggio di "affondare il bisturi". Gelli - condannato nel 1994 a 12 anni per frode nell'ambito del processo per la bancarotta del Banco Ambrosiano - oggi è intervenuto a Firenze alla presentazione di un programma in nove puntate che andrà in onda da lunedì prossimo su Oden: una ricostruzione della storia del Novecento, dal fascismo agli anni Ottanta. In Venerabile Italia alle testimonianze di Gelli - al cui passato di piduista si ispira il titolo del programma - si alterneranno commenti di personaggi come l'ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti e il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri. Nell'ultima puntata, in onda il 29 dicembre, per la prima volta sarà in studio lo stesso Gelli. Oltre alle condanne per la vicenda P2 e per lo scandalo del Banco Ambrosiano, nel processo per la strage alla stazione di Bologna avvenuta il 2 agosto 1980 Gelli, 89 anni, fu condannato per depistaggio, e venne accusato di avere avuto un ruolo di primo piano nell'Operazione Gladio, cioè la costruzione di una rete clandestina anticomunista. Il suo nome fu fatto anche in seguito alla morte di Roberto Calvi, coinvolto nel crack dell'Ambrosiano e trovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra nel 1982. Secondo i magistrati, il "banchiere di Dio" sarebbe stato ucciso da Cosa Nostra perché si era impossessato dei soldi di Gelli e dell''ex cassiere della mafia Pippo Calò.
"SOLO BERLUSCONI PUO' ANDARE AVANTI"
Nel corso della conferenza stampa Gelli ha espresso grande apprezzamento per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il cui nome compariva nella lista degli iscritti alla loggia massonica segreta P2 (Propaganda Due) - politici, funzionari, imprenditori, militari, giornalisti - rinvenuta nella villa sello stesso Gelli durante una perquisizione nel 1981. "L'unico che può andare avanti è Berlusconi, non perché era iscritto alla P2 ma perché ha la tempra del grande uomo che ha saputo fare", ha risposto Gelli ai giornalisti che gli chiedevano chi, secondo lui, oggi sia in grado di attuare il piano di Rinascita Democratica, parte essenziale del programma piduista che mirava alla creazione di un autoritarismo legale fondato sull'informazione. "Tutti si sono abbeverati [al piano di Rinascita Democratica], tutti ne hanno preso spunto. Mi dovrebbero pagare i diritti - ha ironizzato - ma non fu possibile depositarli alla Siae". Al premier non ha comunque lesinato una stoccata: oggi dimostrerebbe infatti "un po' di debolezza perché non si avvale della maggioranza parlamentare" . Chi ha la maggioranza, dice Gelli, deve usarla "senza interessarsi della minoranza... Ci sono provvedimenti che non vengono presi perché sono impopolari e invece ... bisogna affondare il bisturi o non si può guarire il malato". E se apprezza la riforma della scuola firmata dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e approvata in via definitiva due giorni fa "perché ripristina un po' di ordine", critica invece il "lodo Alfano" che conferisce l'immunità alle tre più alte cariche dello Stato: "L'immunità ai grandi dovrebbe essere esclusa, perché al governo dovrebbero andare persone senza macchia e che non si macchiano mai".
MAGISTRATURA SOLO POTERE FORTE, "TUTTO GUIDATO"
Gelli non ha dubbi, poi, su quale sia attualmente l'unico potere forte in Italia: la magistratura, "perché quando sbaglia non è previsto il risarcimento del danno". Una magistratura, dice, che "prende decisioni su teoremi e non su prove". Come nel caso di Marcello Dell'Utri, condannato nel 2004 a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. "Marcello Dell'Utri è una bravissima persona, onesta e di profonda cultura", dice Gelli. "Non credo che sia mafioso. C'è una sentenza che si trascina dietro e sarà tirata fuori al momento opportuno perché tutto è guidato... Su Dell'Utri il processo non ha fatto chiarezza".
"DA LATITANTE INCONTRAI LA ANSELMI"
Gelli non ha resistito alla tentazione di raccontare un aneddoto della sua latitanza. "Quando mi cercavano in tutto il mondo mi trovavo in Italia. Una volta a Firenze, quando alloggiavo all'Hotel Baglioni, ho incontrato in ascensore Tina Anselmi, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta che aveva dato l'ordine di ricercarmi spendendo un sacco di soldi dei contribuenti" . Anselmi, racconta Gelli, non lo riconobbe, e lui decise di divertirsi: "Avvisai un fotografo.. quando arrivò la Anselmi le andai incontro, presentandomi come un industriale che intendeva aprire un calzaturificio Italia. Lei, entusiasta della proposta, mi invitò ad andarla a trovare in Parlamento.. . La foto di quell'incontro è conservata nell'archivio di Stato, coperta da segreto". E a proposito di archivi, con chi gli chiede se davvero esista un suo archivio segreto e se quello donato allo Stato un anno e mezzo fa sia completo, taglia corto: "Archivi completi non ne ho mai conosciuti: alcune cose vengono sepolte nell'oblio e poi possono riemergere".
***
Senza commenti.
10.7.08
Carfagna: oltre il "lato B"
Carfagna inadatta al Ministero, come si blatera in questi giorni? Fate vobis. Io scrissi il seguente articolo l’8 maggio. Senza falsa modestia, non si potrà dire che non sia stata preveggente.
“Sarà quer che sarà, armanco è bello”: questo l’immediato commento del popolo romano all’elezione di Pio IX (1846). E vorrei fermarmi qui. In fondo l’ironia su Mara Carfagna, neo-Ministro delle Pari Opportunità (niente “popò” dimenoché…) del Berlusconi IV, riesce fin troppo facile e anche fastidiosa. I blog rigurgitano di sue foto nude - tentazione alla quale anch’io cederò - con toni che oscillano dal finto-scandalizzato voyeuristico, allo sconsolato, all’indignato, e chi più ne ha più ne metta. La Carfagna come simbolo della decadenza del Paese.
In verità, verrebbe da domandare se scandalizza di più una ex-soubrettina scosciata - protagonista lo scorso anno d’un memorabile scontro con Luxuria - o le facce biscottate dei vestitissimi (e rigorosamente maschi) Sandro Bondi ai Beni Culturali (!), Angelino Alfano alla Giustizia (!!!), Gianfranco Rotondi all’Attuazione del programma perché col suo contributo da prefisso telefonico meritava pure uno scranno in Parlamento. Calderoli alla Semplificazione, poi, non necessita di nessuna chiosa. Basta quel nome e quel ministero nuovo di zecca. Sarà quer che sarà Carfagna, armanco è bella.
Perché gli uomini, coi panni indosso, risultano sempre seri. Quand’anche si chiamassero Previti, l’abito grigio, evanescente e rigido segno d’una neutralità, impone la loro supremazia sessuale nel momento stesso in cui pare negarla. Quasi un’aporia visiva. L’ironia nei loro confronti è di segno del tutto diverso, e non tocca mai la corporeità.
Le donne invece, l’avevamo già scritto, sono percepite sempre - solo - come corpo, e per esso giudicate. A meno di non rinnegarlo, di “farsi maschi”. “Il Tempo” di oggi annota che le quattro neo-ministre hanno giurato in tailleur e pantaloni per nascondere al massimo la loro femminilità; ma non ha mancato di rimarcare che da quelli della Carfagna - sempre lei, ovviamente - spuntava il piede nudo.
Nudo il piede, vuoto il cervello, che i maschi al contrario possiedono sempre, persino nelle macchinazioni curiali dello svaporato Mastella.Se dunque l’etica politica italiota si misura con simili parametri, sorry, ma non ci sto. Troppo comodo pigliarsela con la prediletta del Cavaliere, come lo fu con Cicciolina, anch’essa parlamentare italiana nel fatidico 1987. Troppo banale scagliarsi sul “mestiere”. Di starlette e pornodive in incognito la politica abbonda, queste almeno c’hanno messo la faccia. L’iniziale paragone con l’episodio papalino non vi suoni pertanto irriverente: sarà quer che sarà Carfagna, armanco è bella.
Ma allora - mi chiederete - la condanni o la difendi?Né l’una né l’altra cosa, ed entrambe. Ecco la mia risposta.
Naturalmente considero la Carfagna del tutto incapace di ricoprire il ruolo affidatole. Ma dietro di lei si intravede il ghigno tiepido del settantenne arzillo, e solo una fantasia perversa poteva concepirla lì, dove ora posa il suo niente “popò” dimenoché. La Carfagna è insomma un prodotto maschile, non l’emblema della stupidità femminile. Faremmo bene a non dimenticarlo, quando sorrideremo - o, forse, piangeremo - per le prevedibili cappellate che prenderà nell’addentrarsi in un mondo a lei sconosciuto. Ma, probabilmente, la prima da proteggere in nome delle Pari opportunità è proprio la nuova “ministra”. E perché, un domani, non potrebbe crescere? Imparare a essere donna, e non solo corpo? “Premiata” per la sua compiacenza al sultanato maschile, perché negarle la possibilità di usare un cervello che pure possiede? Nel corso della storia le donne sono sempre partite svantaggiate, ma ce l’hanno fatta lo stesso. E se avvenisse il miracolo persino con la Carfagna, significherebbe una volta di più che siamo davvero forti.
2.7.08
«Con semplicità e veemenza – In simplicitate, vehementer!»
Genova, 1 luglio 2008 – Il «Decreto di polizia relativo al marchio di identificazione degli Ebrei» del 1 settembre 1941 in attuazione del «Primo decreto supplementare alla legge sulla cittadinanza tedesca del 14 novembre 1935» così sancisce: «Art. 1. (a) Agli Ebrei di età superiore ai sei anni, è proibito mostrarsi in pubblico senza il simbolo giudeo della Stella di Davide. (b) Tale simbolo è rappresentato da una stella a sei punte di stoffa gialla bordata di nero, di formato equivalente al palmo di una mano. In essa deve essere inscritta, a caratteri neri, la parola "GIUDEO". La stella deve essere cucita sul lato sinistro del petto degli abiti in modo ben visibile. Art. 2. Agli Ebrei è proibito: (a) uscire dall’area in cui risiedono senza un permesso scritto rilasciato dalla Polizia locale; (b) indossare medaglie, decorazioni, o altre mostrine». Questo accadeva 70 anni fa ad opera di uno che la storia ha classificato come pazzo e genocida, supportato dal governo di Mussolini, i cui epigono sono oggi al governo in Italia.
A 70 anni di stanza, oggi, in Italia, il governo di un signore, psicologicamente tarato, appena reduce dal baciamano del papa a cui ha profuso la sua fedeltà ai principi della Chiesa, per mezzo del suo ministro degli interni vara una norma che impone l’assunzione delle impronte digitali ai bambini «rom». Siamo ripiombati con veemenza indietro di oltre 70 anni in pieno delirio nazifascista. Logicamente questo provvedimento serve a tutelare i bambini stranieri dal male italiano che li circonda. Se mai è esistita una civiltà cristiana, oggi crolla sulle impronte dei Rom come ieri è crollata sulle stelle gialle degli Ebrei. Il settimanale «Famiglia cristiana» che contribuì alla caduta di Prodi e alla sconfitta di Veltroni, ha perso i gangheri e oggi parla di «indecenza» e richiama il ludibrio a cui furono sottoposti gli Ebrei da Hitler prima e da Mussolini poi fino al genocidio di Stato. La Chiesa ancora oggi paga un prezzo esorbitante e si discute sul suo «silenzio» di fronte all’olocausto dell’Agnello di Dio. Non si può tacere. Non si deve tacere perché tacere per un cristiano e per un uomo degno di questo nome è complicità, connivenza e correità. Chi tace è doppiamente colpevole: davanti alla propria coscienza e davanti alla Storia.
Il papa tedesco che da giovane, come egli stesso ha ammesso, gli hanno rubato la gioventù costringendolo a militare nell’esercito demoniaco nazista, dovrebbe essere edotto più di ogni altro e più di ogni altro dovrebbe gridare opportune, inopportune che nessun governo per alcun motivo può schedare nessuno. Il papa ha ricevuto Berlusconi con le fanfare e gli ha anche regalato la penna d’oro con la quale forse il pio devoto, già P2 e massone, firma i decreti immorali che negano alla radice la ragione cristiana dell’agire politico e civile. Sappiamo anche che il papa il 29 giugno 2008 ha sfoggiato un nuovo look, mostrando alle golose tv il nuovo design del pallio giurisdizionale e la vecchia ferula di Pio IX, in sostituzione del pastorale col Crocifisso in uso da Paolo VI. Che anche il papa sia diventato musulmano dal momento che toglie il crocifisso dal suo pastorale? Il ritorno all’uso di Pio IX è altamente simbolico per quello che si prepara nei prossimi. Oggi intanto è un grande balzo in avanti verso l’oscurantismo irrazionale dei tempi passati? I difensori della civiltà cristiana che tuonano sui segni della civiltà, non hanno niente da dire?
Negli stessi giorni lo stesso papa riceveva in visita privata il sindaco di Roma con moglie «invelettata nera» alla mussulmana: forse si sono dimenticati di dirgli che il sindaco è discendente diretto e orgoglioso di quel partito fascista che in Italia varò le leggi razziali contro Ebrei, zingari, omosessuali e altre minoranze. Poiché però era impegnato a rifare il suo guardaroba e a contar cappelli, palli, ferule e messe in latino, probabilmente il papa ha delegato Famiglia Cristiana a parlare in suo nome, visto che è stata la prima presa di posizione decisa e ufficiale di un organo «cattolico» significativo. Ora aspettiamo che, finita la ricognizione canonica del guardaroba, papa, cardinali, curia romana, cei e affini, gridino all’universo mondo che «comunque si giri la frittata, prendere le impronte digitali, o imporre un qualsiasi segno distintivo dell’identità personale o etnica è un attentato alla Maestà di Dio e ad ogni persona che ne è l’immagine sulla terra. Chiunque lede la dignità umana di chiunque cessa di essere cristiano, si esclude dai sacramenti e dalla grazia di Dio. Come e peggio dei divorziati. Chi pecca contro la persona, immagine di Dio, si scomunica da solo perché se ciò vale per gli embrioni, a maggior ragione vale per le persone, qualunque sia lo stato sociale, giuridico o morale (innocente, colpevole, delinquente, deviato, depravato, santo, peccatore, puro, lercio, ecc.)».
Per porre un segno contro questa ignominia aberrante, da domenica prossima, 6 luglio 2008, celebrerò la Messa con la stola viola in segno di lutto e con incisa su di essa la stella di Davide gialla come promemoria profetico di rifiuto in nome di Dio e della mia coscienza di questa indegna indecenza che deturpa in modo irreversibile la dignità civile, giuridica, morale e cristiana del mondo intero. La stola è la stessa che feci fare per solidarietà al popolo d’Israele, quando esigeva una patria nella sua terra di origine. Oggi quella stola che ha difeso i Giudei, difende i Palestinesi e i Rom. Sul mio altare da oltre trent’anni è accesa la menoràh ebraica per ricordarmi sempre che Gesù è un Ebreo di nascita, un Giudeo di cultura ed etnia e che se vivesse oggi, il governo Berlusconi gli prenderebbe le impronte digitali, lo marchierebbe a fuoco giallo e lo dichiarerebbe extracomunitario irregolare, dopo essersi profuso in baciamano al papa. Peccato che il papa e i cardinali e i vescovi non guidino la macchina e quindi non sappiano che la targa vaticana, SCV, è un acronimo, scoperto da Giuda e tenuto nascosto perché significherebbe: «Se Cristo Vedesse!».
Note a làtere: Quanto a Veltroni, il Uolter ombra, non possiamo che prendere atto: Requiem aeternam…! Amen.
Paolo Farinella, prete
A 70 anni di stanza, oggi, in Italia, il governo di un signore, psicologicamente tarato, appena reduce dal baciamano del papa a cui ha profuso la sua fedeltà ai principi della Chiesa, per mezzo del suo ministro degli interni vara una norma che impone l’assunzione delle impronte digitali ai bambini «rom». Siamo ripiombati con veemenza indietro di oltre 70 anni in pieno delirio nazifascista. Logicamente questo provvedimento serve a tutelare i bambini stranieri dal male italiano che li circonda. Se mai è esistita una civiltà cristiana, oggi crolla sulle impronte dei Rom come ieri è crollata sulle stelle gialle degli Ebrei. Il settimanale «Famiglia cristiana» che contribuì alla caduta di Prodi e alla sconfitta di Veltroni, ha perso i gangheri e oggi parla di «indecenza» e richiama il ludibrio a cui furono sottoposti gli Ebrei da Hitler prima e da Mussolini poi fino al genocidio di Stato. La Chiesa ancora oggi paga un prezzo esorbitante e si discute sul suo «silenzio» di fronte all’olocausto dell’Agnello di Dio. Non si può tacere. Non si deve tacere perché tacere per un cristiano e per un uomo degno di questo nome è complicità, connivenza e correità. Chi tace è doppiamente colpevole: davanti alla propria coscienza e davanti alla Storia.
Il papa tedesco che da giovane, come egli stesso ha ammesso, gli hanno rubato la gioventù costringendolo a militare nell’esercito demoniaco nazista, dovrebbe essere edotto più di ogni altro e più di ogni altro dovrebbe gridare opportune, inopportune che nessun governo per alcun motivo può schedare nessuno. Il papa ha ricevuto Berlusconi con le fanfare e gli ha anche regalato la penna d’oro con la quale forse il pio devoto, già P2 e massone, firma i decreti immorali che negano alla radice la ragione cristiana dell’agire politico e civile. Sappiamo anche che il papa il 29 giugno 2008 ha sfoggiato un nuovo look, mostrando alle golose tv il nuovo design del pallio giurisdizionale e la vecchia ferula di Pio IX, in sostituzione del pastorale col Crocifisso in uso da Paolo VI. Che anche il papa sia diventato musulmano dal momento che toglie il crocifisso dal suo pastorale? Il ritorno all’uso di Pio IX è altamente simbolico per quello che si prepara nei prossimi. Oggi intanto è un grande balzo in avanti verso l’oscurantismo irrazionale dei tempi passati? I difensori della civiltà cristiana che tuonano sui segni della civiltà, non hanno niente da dire?
Negli stessi giorni lo stesso papa riceveva in visita privata il sindaco di Roma con moglie «invelettata nera» alla mussulmana: forse si sono dimenticati di dirgli che il sindaco è discendente diretto e orgoglioso di quel partito fascista che in Italia varò le leggi razziali contro Ebrei, zingari, omosessuali e altre minoranze. Poiché però era impegnato a rifare il suo guardaroba e a contar cappelli, palli, ferule e messe in latino, probabilmente il papa ha delegato Famiglia Cristiana a parlare in suo nome, visto che è stata la prima presa di posizione decisa e ufficiale di un organo «cattolico» significativo. Ora aspettiamo che, finita la ricognizione canonica del guardaroba, papa, cardinali, curia romana, cei e affini, gridino all’universo mondo che «comunque si giri la frittata, prendere le impronte digitali, o imporre un qualsiasi segno distintivo dell’identità personale o etnica è un attentato alla Maestà di Dio e ad ogni persona che ne è l’immagine sulla terra. Chiunque lede la dignità umana di chiunque cessa di essere cristiano, si esclude dai sacramenti e dalla grazia di Dio. Come e peggio dei divorziati. Chi pecca contro la persona, immagine di Dio, si scomunica da solo perché se ciò vale per gli embrioni, a maggior ragione vale per le persone, qualunque sia lo stato sociale, giuridico o morale (innocente, colpevole, delinquente, deviato, depravato, santo, peccatore, puro, lercio, ecc.)».
Per porre un segno contro questa ignominia aberrante, da domenica prossima, 6 luglio 2008, celebrerò la Messa con la stola viola in segno di lutto e con incisa su di essa la stella di Davide gialla come promemoria profetico di rifiuto in nome di Dio e della mia coscienza di questa indegna indecenza che deturpa in modo irreversibile la dignità civile, giuridica, morale e cristiana del mondo intero. La stola è la stessa che feci fare per solidarietà al popolo d’Israele, quando esigeva una patria nella sua terra di origine. Oggi quella stola che ha difeso i Giudei, difende i Palestinesi e i Rom. Sul mio altare da oltre trent’anni è accesa la menoràh ebraica per ricordarmi sempre che Gesù è un Ebreo di nascita, un Giudeo di cultura ed etnia e che se vivesse oggi, il governo Berlusconi gli prenderebbe le impronte digitali, lo marchierebbe a fuoco giallo e lo dichiarerebbe extracomunitario irregolare, dopo essersi profuso in baciamano al papa. Peccato che il papa e i cardinali e i vescovi non guidino la macchina e quindi non sappiano che la targa vaticana, SCV, è un acronimo, scoperto da Giuda e tenuto nascosto perché significherebbe: «Se Cristo Vedesse!».
Note a làtere: Quanto a Veltroni, il Uolter ombra, non possiamo che prendere atto: Requiem aeternam…! Amen.
Paolo Farinella, prete
1.7.08
Colombo, Pardi, Flores d’Arcais: tutti in piazza contro le leggi-canaglia
Roma, 8 luglio, manifestazione in piazza Navona
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Leggi-canaglia Una tranquilla giornata criminaledi Antonio Manzini
"Care concittadine e cari concittadini, il governo Berlusconi sta facendo approvare una raffica di leggi-canaglia con cui distruggere il giornalismo, il diritto di cronaca e l’architrave della convivenza civile, la legge uguale per tutti. Questo attacco senza precedenti ai principi della Costituzione impone a ogni democratico il dovere di scendere in piazza subito, prima che il vulnus alle istituzioni repubblicane diventi irreversibile. Poiché il maggior partito di opposizione ancora non ha ottemperato al mandato degli elettori, tocca a noi cittadini auto-organizzarci. Contro le leggi-canaglia, in difesa del libero giornalismo e della legge eguale per tutti, ci diamo appuntamento a Roma l’8 luglio in piazza Navona alle ore 18, per testimoniare con la nostra opposizione – morale, prima ancora che politica – la nostra fedeltà alla Costituzione repubblicana nata dai valori della Resistenza antifascista. Vi chiediamo l’impegno a “farvi leader”, a mobilitare fin da oggi, con mail, telefonate, blog, tutti i democratici. La televisione di regime, ormai unificata e asservita, opererà la censura del silenzio. I mass-media di questa manifestazione siete solo voi." On Furio Colombo, Sen. Francesco Pardi, Paolo Flores d’Arcais
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Come sarà la vita in Italia ora che saranno sospesi i processi per decine di reati? Un racconto firmato dall'autore di "La giostra dei criceti" (Einaudi, 2007) e "Sangue Marcio" (Fazi, 2005).
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