da l'unione sarda Edizione di lunedì 17 febbraio 2014 - Politica Italiana (Pagina 8)
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
18.2.14
anche il cibo ha dele storie da raccontarci ed una di queste è quella di Oscar Farinetti
vere o false che sia le accuse che gli vengono rivolte da ilfattoquotidiano o dal ilgiornale ( vedere qui)Egli a differenza di altri imprenditori pessimisti o arraffoni in fuga dall'Italia ha avuto coraggio con Eataly di investire in eccellenza .
da l'unione sarda Edizione di lunedì 17 febbraio 2014 - Politica Italiana (Pagina 8)
da l'unione sarda Edizione di lunedì 17 febbraio 2014 - Politica Italiana (Pagina 8)
16.2.14
Una 14enne di Olbia muore in ospedale Gesto d'amore dei genitori: donati organi
lo so che sembrerà banale visto che : storie come questa ne devono succedere parecchie . Ma è la prima volta che sento di un esproprio d'organi da una ragazza di 14 anni . E poi da trapiantato ( mi hanno , 22 anni fa , trapiantato la cornea destra ) queste storie mi emozionano sempre .
dall'unione sarda del 16\22014
La morte di una 14enne, a Olbia, darà nuova vita a quattro persone: i suoi organi questa mattina sono stati donati a tre giovani pazienti, di Roma, Palermo e Torino, e ad un 52enne cagliaritano. Ieri mattina la ragazza, ricoverata nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Giovanni Paolo II di Olbia dal 6 febbraio scorso, per le conseguenze di una grave crisi respiratoria, è morta cerebralmente. L'equipe del reparto di Rianimazione ha così iniziato la fase di Osservazione, per verificare lo stato di decesso, conclusasi alle 15 e dalle 23 sono state così avviate le operazioni di prelievo degli organi, autorizzate dai familiari, che - ha spiegato l'Asl di Olbia - sono state concluse alle 7 di questa mattina.
ospedale di Olbia |
Vista la giovane età della ragazza è stato possibile prelevare il cuore, consegnato all'equipe dell'ospedale romano Bambin Gesù, e già trapiantato in un bambino di 9 anni; un rene e il fegato sono invece già stati trapiantati a Palermo in una giovane di 18 anni; il secondo rene è stato consegnato all'ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino; infine il Pancreas resterà in Sardegna, destinato ad un uomo di 52 anni. "Questa vicenda ha commosso tutti noi", ha detto Franco Pala, primario del reparto di Rianimazione dell'ospedale olbiese, "da un lato per la drammaticità degli eventi, dall'altra dall'atteggiamento di immensa generosità che i familiari della piccola hanno dimostrato in un momento difficilissimo della loro vita".
15.2.14
IL BIBLIOMOTOCARRO DI ANTONIO LA CAVA
nonostante sia no lontani anni luce con quanto dice il mio compaesano Danilo Atzori La politica si opporrà... il miglior modo per governare e far subire il popolo è tenerlo ignorante... strano che ancora ci sia dopo oltre due anni...
Siamo nel periodo dell’anno che, ormai, anche mia nonna Tita (nata, appunto, il giorno del varo del Titanic) chiama back-to-school. Un irrinunciabile appuntamento della grande tradizione italiana come Halloween, i muffin o l’happy hour. Così -al rientro dalle ferie- con del blando esplosivo, libero la mia buca delle lettere dai quintali di giornalini degli ipermercati, nei quali innocenti prezzi di listino sono mutilati dal machete di un nemico impietoso: lo sconto. Corro all’ ipermercato, entro, mi piego in due per un leggerissimo crampo allo stomaco (me lo fa, a passare da +41° a -2°) e inizio. Compro zaini con ruote, per trasportare il necessario: libri, quaderni, carta igienica e presto – dato il livello di finanziamenti alla scuola – banco e sedia. Compro 60 pilots friction laser ultimate edition: cioè penne, una parte che scrive e una che cancella, che gli scolari usano come spuntino (a giudicare dalla velocità con la quale finiscono). Compro 16,2 kg di libri, sui quali c’è scritto che l’Amazzonia è in pericolo e che se io –piccola egoista!- non riciclo lo scontrino, ho la responsabilità della catastrofe globale.Compro tutto quello che è nella lista, lunga quanto la Torah. Il fatto che io non abbia figli è ininfluente. Una Moglie Modello non si tira mai indietro e volentieri sostituisco amiche e conoscenti, che possono così concedersi uno smalto alle unghie, un libro, un idraulico. Tra quaderni e astucci di supereroi, mi sento anch’io un’eroina.Anche se mai come Antonio La Cava. Un distinto signore che gira le piazze della Basilicata su un’Ape con finestre, tetto e comignolo. Al suo arrivo, i bambini lo aspettano felici. Ma Antonio La Cava non distribuisce gelati o nachos. È un maestro in pensione e distribuisce libri. L’Ape è un Bibliomotocarro, con a bordo 700 libri. I ragazzi li prendono in prestito e si mettono su un gradino a sfogliarli. Non solo. Possono anche contribuire con impressioni e storie a un libro aperto che altri bambini completeranno. Tutto gratis, tutto per abituare i ragazzi alla lettura.E come finisce la favola? Non finisce. Se tra quei bambini uno scriverà meglio di altri o s’innamorerà della fisica o si metterà in testa che deve fermare lo scioglimento dei Poli, la favola è appena iniziata. E Antonio avrà proseguito la missione degli insegnanti: plasmare futuri.
in giro a fare foto diga del liscia il 9.2..2014
da http://topolino.it/archivio-post/ |
Cari amici\che , compagni di strada \ di viaggio ( chi mi segue dal vecchio blog di splinder ) come va? Oggi mi sento particolarmente ISPIRATO,e ho deciso di scrivere e rispondere cosi alle vostre domande su cosa faccio quando non lavoro , oltre a leggere fumetti e sminchionare \ cazzeggiare perdere tempo su facebook , raccontandomi , specialmente attraverso le mie foto , dell'uscita fatta il 9 c.m con il gruppo ( le nostre pagine di facebook : quella chiusa solo per l'associazione ., quella aperta ) .
IL luogo è la diga del Liscia fra S'antonio , Calangianus , Luras ( vedere sotto la cartina ) presa , tramite il cattura schermata in quanto il sito non permette il copia e incolla da http://www.lamiasardegna.it/files/luras.htm dove troverete dei buoni itinerari se non amate le spiagge o volete vedere luoghi interni di una regione
ecco le mie foto Purtroppo essendo abituato al sperimentare e\o all'automatico sto imparando da poco ad usare il manualee quindi a destreggiarmi con tempi e diametri . E poi c'era una luce pessima essendo nuvoloso e ventoso .
e per finire le foto " dell'allegra brigata " ( parziale perchè su 50 ne mancavano molti ) , alcuni quelli dello studio fotografico Gallura hanno fotografato ed altri non si sono voluti mettere nella foto di gruppo
14.2.14
Gubbio L'harakiri di uno studente modello: farsi bocciare apposta per amore
uniuone sarda
Desta clamore e stupore il proposito di un liceale di Gubbio che vuole perdere apposta l'anno per stare in classe con la fidanzata più piccola.
Farsi bocciare per poter così frequentare la stessa classe della fidanzata di un anno più piccola. Questo il dichiarato proposito di uno studente liceale di Gubbio, che sta accumulando assenze apposta per perdere
foto simbolo
l'anno. E, per fargli cambiare idea, è scattata ora una vera e propria mobilitazione. In prima linea, ovviamente, i suoi genitori, ma anche gli insegnanti, i compagni e la preside dell'istituto, Maria Marinangeli. "Stiamo cercando di fargli capire - ha spiegato la docente alla stampa - che questa decisione è dannosa e che, comunque, nessuno vuole frapporsi ai loro sentimenti". Negli ultimi tempi lo studente ha frequentato a singhiozzo le lezioni. Il suo obiettivo è quello di totalizzare 55 assenze, quota che fa automaticamente scattare la bocciatura. Eppure, continua la dirigente, "è in gambissima. Un ragazzo amorevole - aggiunge -, studioso e senza alcun problema di profitto". Chissà se San Valentino, patrono degli innamorati, e le pressioni di docenti, amici e compagni riusciranno infine a farlo venire a più miti consigli.
13.2.14
san valentino bah valentino bah
IL mio pensiero per san valentino potrebbe essere riassunto da questa vignetta di Silvia Ziche topolino n.3038
Tra due giorni è San Valentino.......bene bene, non diciamo la solite fesserie....cioè che quando ci si vuole bene è San Valentino tutti i giorni, che tutti i giorni bisogna ricordasi che ci si ama e tutte ste panzane, il mio interessamento per tale festa è di tutt'altra natura, a me piace mangiare bene tutti i giorni, quindi, se qualche buon San Valentino mi vuole invitare mi contatti....niente fiori rose cioccolati, ma una lasagna ben fatta me la mangio.
ma su facebook , e qui integro con essa , ho trovato questo post di Mariella Mundula
“Trilli” si salva dal motore ma muore per lo spavento Sassari, triste sorte di una cagnolina: viene salvata dagli ingranaggi ma il suo cuore si ferma un’ora dopo
non sempre ci sono storie a lieto fine sia nel mondo animale sia in quello umano è questa è una di quelle
da la nuova sardegna
da la nuova sardegna
12.2.14
non c'è lavoro me lo invento o riscopro quelli antichi Il riparatore di bici a domicilio Arriva da Uras e lavora a Milano
un nostro emigrato che si fa onore. Ormai si emigra non per lavorare ma per inventarsi un lavoro che basta a malapena per pagare affitto e utenze.E' la storia di Daniele Tetti, 26 anni, si è inventato un lavoro per sbarcare il lunario nel capoluogo lombardo.riportata dall'unione sarda Mercoledì 12 febbraio 2014 14:14
Sabrina Schiesaro
Con una laurea in Ingegneria Chimica presa all'università di Cagliari in valigia, Daniele Tetti, originario di Uras (Oristano), 26 anni, è arrivato a Milano tre mesi fa. Nessun lavoro per lui, nessuna prospettiva: il suo curriculum non andava bene neanche per fare il cameriere.
Così è nata l'idea: riparare biciclette a domicilio. "Con un pugno di attrezzi e 1000 volantini ho iniziato a farmi pubblicità", racconta il giovane. Le prime telefonate sono arrivate in pochi giorni, e ha deciso di creare anche una pagina Facebook: "meccanico bici a domicilio Milano". Funziona? "Riesco a pagare l'affitto e le utenze, ma non posso concedermi serate di svago o biglietti aerei per tornare ogni tanto a casa". A chiamarlo è soprattutto gente comune: "Finora non ho mai trovato persone disoneste, anzi. Anche se si pensa che Milano sia una città senza sentimenti, ho riscontrato con sorpresa tanta solidarietà e appoggio per la mia attività". In questi casi spesso la fregatura è dietro l'angolo, ma lui assicura: "Capita di incontrare persone che non capiscono nulla di bici, potrei approfittarne ma non l'ho mai fatto. La mia è un'attività che può avere un futuro solo grazie al passaparola, è fondamentale essere onesti".
Sabrina Schiesaro
chiedi di renato
Daniela Tuscano, insegnante, blogger e scrittrice milanese, classe 1964. Cristian Porcino, filosofo, romanziere e autore di diversi saggi, di Catania, 33 anni. Cosa li accomuna? La passione per Renato Zero, naturalmente. Che li ha spinti a scrivere un libro («Chiedi di lui», ed. Lulu,foto a sinistra acquistabile qui )
- Un libro su Renato Zero è sempre una novità, malgrado ne siano stati scritti tanti. Come mai, secondo voi?
«Si, è vero, negli anni sono usciti diversi libri su Renato Zero ma l’intento degli autori molto spesso è stato forse quello di dare più risalto al personaggio dimenticandosi o tralasciando la forza prorompente della sua produzione musicale. Ciò che
contraddistingue il nostro libro consiste proprio in una rilettura personale dell’opera del cantautore romano. Non ci siamo occupati di gossip o di dare rilievo ad argomentazioni becere, bensì abbiamo analizzato più di 40 anni di carriera discografica di Zero. Quindi non ci stupisce l’entusiasmo che ancora oggi desta negli spettatori il carisma e il talento del re dei sorcini ».
- Ho notato che si struttura in tre parti…
«Abbiamo preferito questa opzione per spiegare in modo più lineare ed esaustivo il percorso storico-artistico di Zero. Nella prima parte Daniela si è occupata degli esordi di Renato fino alla fine degli 80, mentre nella seconda parte Cristian ha raccontato dagli anni Novanta fino ad oggi. Alla fine delle due sezioni abbiamo incluso alcune testimonianze di fan di quasi tutte le età per completare un ritratto a 360 gradi di Renato Zero».
«Quando ho proposto a Daniela di scrivere un libro su Renato Zero – interviene Cristian – le ho detto che il testo doveva raccontare le nostre emozioni e il nostro vissuto per poter meglio descrivere la sua musica. Nel libro ci siamo appunto noi, però non noi in quanto semplici ammiratori di Renato ma Cristian e Daniela;
due soggetti della storia che sono cresciuti e si sono evoluti anche grazie alle canzoni di Zero. Non volevamo redigere una sequela di nozioni biografiche, ma partire proprio dalla nostra vita, dai momenti importanti che coincidevano quasi sempre con le svolte artistiche di Renato. Il nostro obiettivo principale era proprio quello di descrivere uno dei più grandi cantautori italiani partendo proprio da noi stessi. Anche se con età ed esperienze diverse, Daniela ed io siamo stati in grado di raccontare un mito transgenerazionale che non smette mai di entusiasmare le folle… e anche noi».
Il libro ha la prefazione di Maria Giovanna Farina. Grazie agli autori e buona lettura… a fans e non.
Silvia Calzolari, poetessa e scrittrice
magazino18 di Cristicchi un primo passo di memoria condivisa sulle foibe e sull'esodo ?
Prima d'iniziare la mia recensione dell'opera teatrale contesta ( vedi a destra una delle foto con insulti a cristicchi riportate dalla stesso sula sua pagina ufficiale di Facebook
) riporto qui questo editoriale di Michele Serra dedicandolo a chi contesta un opera senza prima averla vista .
<<“Grazie mamma Rai, più che seconda serata è un notturno per chi soffre d’insonnia!!!>> ho visto su rai replay lo spettaclomagazino18 di Cristicchi . Come dice il http://www.secoloditalia.it/
Va beh…”. “Simone non c’impediranno di vederti nemmeno se mandano Magazzino 18 alle 3 di notte! Rai ha cercato di calmare le “acque”, ma l’orario è improponibile…ci vediamo a Udine!!”. È la voce del web all’indomani della Giornata del ricordo dell’esodo giuliano-dalmata e del dramma delle foibe, troppo ingombrante persino per il servizio pubblico. Dopo una giostra di stop and go, annunci e ripensamenti, per la Giornata istituita dieci anni fa dopo mezzo secolo di silenzio e occultamenti, la rete ammiraglia Rai ha scelto una soluzione a metà, un compromesso all’italiana: relegare in seconda serata dopo Porta a Porta (per fortuna dedicata alle foibe) lo spettacolo Magazzino 18 di Simone Cristicchi. Il monologo, registrato a ottobre al Politeama Rossetti di Trieste, è apparso sul piccolo schermo pochi minuti prima della mezzanotte, orario in cui gli sbadigli sono in agguato. Chi ha resistito al richiamo del letto ha potuto apprezzare il musical recitato da Cristicchi. accompagnato dall’Orchestra Sinfonica e dal Coro dei bambini del Friuli Venezia Giulia. per “ricordare” i 350.000 italiani di Fiume, Istria e Dalmazia che nel 1947 furono costretti ad abbandonare tutto per sfuggire all’occupazione titina e al disegno ella Grande Jugoslavia comunista. Nessun intento revisionista, nessuna apologia di fascismo nell’opera di Cristicchi che vuole recuperare una pagina di storia strappata, ignorata dai libri di storia, messa a tacere dal Partito comunista italiano, trascurata dai governi democristiani, insabbiata dall’Italia ufficiale e dagli alleati che non mossero un dito per impedire l’esodo disperato di quelli italiani (tra i quali preti, bambini, partigiani e comunisti, non solo fascisti).«Contro ogni negazionismo – ha spiegato Jan Bernas coautore di Magazzino 18 – la storia non appartiene a nessuno ma la verità è di tutti. E deve diventare coscienza e conoscenza nazionale». Questo il senso dello spettacolo, messo all’indice dalla sinistra militante, dai nostalgici della guerra civile, contestato a teatro da patetiche incursioni dei centri sociali a suon di slogan pro Tito in un crescendo di veleno fino alle minacce di ieri (Cristicchi boia!) durante la rappresentazione a Roma dello spettacolo [....] continua qui
la storia è sempre fatta di fatti che si concatenano c'è un PRIMA e un DOPO . Ma il DOPO non è mai giustificato dal DOPO ma spiegato dal PRIMA .
Ecco perchè la rai visto che cristicchi parla di tale fenomeno a 360 gradi senza nessun sconto a nessuno. Ecco perchè l'opera magazino18 non è andato in onda in prima serata ma a notte fonda.
È una narrazione forte e schietta, che ti entra dentro, che non scade mai nella retorica commemorativa, un piccolo capolavoro che gli addetti ai lavori hanno ribattezzato “Musical Civile”. Un’opera coraggiosa che ha stregato il pubblico triestino riscuotendo un successo crescente in tutte le tappe della tournée.Un 'opera bella bello e triste .Originale e toccante il modo di raccontare tali eventi
. Infatti Magazzino 18 si apre con la visione dell’impressionante mole di oggetti personali (che gli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia costretti a evacuare lasciarono al Servizio Esodo) ancora ammassati dopo sessant’anni al Porto di Trieste all’interno, appunto, del Magazzino 18 abitato da fantasmi e da topi. L’escamotage dell’archivista inviato dal ministero per inventariare “quella roba” permette di riportare alla luce le vite che si nascondono dietro una sedia, una chitarra, una lettera, una panca.
Spalancando le porte del magazzino vengono riesumati brandelli di un’immensa tragedia di cui quasi nessuno sa nulla. Le foibe, le esecuzioni sommarie che non risparmiarono donne, bambini e sacerdoti, la vita nei campi profughi, il dolore straziante degli italiani imbarcati sulla nave Toscana nel vedere via via all'orizzonte allontanarsi la loro terra. I “fantasmi delle masserizie” evocano Norma, figlia di un fascista, violentata e poi scaraventata in una foiba con i seni pugnalati; Mafalda, caricata con centinaia di prigionieri su una nave lanciata verso mine galleggianti; Marinella, la bambina di appena un anno morta di freddo in un campo profughi vicino Trieste; Geppino Micheletti, il medico che prestò soccorso ai sopravvissuti della strage di Vergarolla nella quale aveva appena perso i suoi due figli. È una narrazione forte e schietta, che ti entra dentro, che non scade mai nella retorica commemorativa, un piccolo capolavoro che gli addetti ai lavori hanno ribattezzato “Musical Civile”.Essa rende benissimo il monologo un genere teatrale se fatto tanto per fare pesante e noioso .
Nonostante alcuni limiti storici vedere qui, e la dimenticanza ( scritta in fretta o errore ? ) dei campi di concentramento italiani o quelli nazisti a fossoli e risiera di san saba , la sua opera è un qualcosa di scomodo e d'indigesto per tutti perchè non fa favori nè a destra nè a sinistra .
Perchè racconta la situazione storica del confine orientale ( Croazia ) a 360 gradi e senza strumentalizzazioni o melglio uso politico ( vedere i miei post su tali eventi ) di queste vicende .Una ferita ancora aperta. Vicende che non vanno dimenticate ne strumentalizzate come ho detto ( e continuerò a dire ) in tutti i miei post fatti in questi 10 anni di blog .
. Infatti Magazzino 18 si apre con la visione dell’impressionante mole di oggetti personali (che gli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia costretti a evacuare lasciarono al Servizio Esodo) ancora ammassati dopo sessant’anni al Porto di Trieste all’interno, appunto, del Magazzino 18 abitato da fantasmi e da topi. L’escamotage dell’archivista inviato dal ministero per inventariare “quella roba” permette di riportare alla luce le vite che si nascondono dietro una sedia, una chitarra, una lettera, una panca.
Spalancando le porte del magazzino vengono riesumati brandelli di un’immensa tragedia di cui quasi nessuno sa nulla. Le foibe, le esecuzioni sommarie che non risparmiarono donne, bambini e sacerdoti, la vita nei campi profughi, il dolore straziante degli italiani imbarcati sulla nave Toscana nel vedere via via all'orizzonte allontanarsi la loro terra. I “fantasmi delle masserizie” evocano Norma, figlia di un fascista, violentata e poi scaraventata in una foiba con i seni pugnalati; Mafalda, caricata con centinaia di prigionieri su una nave lanciata verso mine galleggianti; Marinella, la bambina di appena un anno morta di freddo in un campo profughi vicino Trieste; Geppino Micheletti, il medico che prestò soccorso ai sopravvissuti della strage di Vergarolla nella quale aveva appena perso i suoi due figli. È una narrazione forte e schietta, che ti entra dentro, che non scade mai nella retorica commemorativa, un piccolo capolavoro che gli addetti ai lavori hanno ribattezzato “Musical Civile”.Essa rende benissimo il monologo un genere teatrale se fatto tanto per fare pesante e noioso .
Nonostante alcuni limiti storici vedere qui, e la dimenticanza ( scritta in fretta o errore ? ) dei campi di concentramento italiani o quelli nazisti a fossoli e risiera di san saba , la sua opera è un qualcosa di scomodo e d'indigesto per tutti perchè non fa favori nè a destra nè a sinistra .
Perchè racconta la situazione storica del confine orientale ( Croazia ) a 360 gradi e senza strumentalizzazioni o melglio uso politico ( vedere i miei post su tali eventi ) di queste vicende .Una ferita ancora aperta. Vicende che non vanno dimenticate ne strumentalizzate come ho detto ( e continuerò a dire ) in tutti i miei post fatti in questi 10 anni di blog .
Grazie Cristicchi pernon aver fatto a nessuno .Ed aver attaccato : 1) i giustificazionisti , gli scaricabarile ,2) gli indifferenti e i silenti che hanno permesso l'oblio di queste vicende .3 ) a certa sinistra quella del partito comunista che dissero e fecero ( ed alcuni vedi i contestatori aprioristici dell'opera teatrale in questione , continuano ) a definire gli italiani fuggiti da tali zone come fascisti
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