22.8.20

ma quelli ( quelle in questo caso ) della lega lo sono con la propria testa o autonomia oppure ripetono come pappagalli ammaestrati senza spirito criticole direttive ? Susanna Ceccardi umilia Insaf Dimassi,

Ieri a In Onda su la 7 Susanna Ceccardi la candidata governatrice della Lega in Toscana, Susanna Ceccardi. Quella per cui “Imagine” è un inno comunista. ha provato a spiegare a Insaf Dimassi, una ragazza che non ha la cittadinanza anche se è tutta la vita che vive nel nostro paese, che se non è ancora italiana è perché gli italiani sono stufi dell’immigrazione incontrollata. Peccato che, come ha spiegato Insaf, vedere video sotto ,
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 non c’entri proprio niente da titolo mi chiedo ma quelli ( quelle in questo caso ) della lega , ovviamente la stessa cosa vale se a comportarsi in un simile modo fosse qualcuno\a di un altro raggruppamento politico , lo sono con la propria testa o autonomia oppure ripetono come pappagalli ammaestrati senza spirito critico le direttive

riaprire le scuole a.... come vogliono con la loro crociata negazionita gli antivirus o in sicurezza come chiedono molti


In Italia è in atto una divertente crociata di negazionisti del virus. Sostengono che il Covid non c’è più. Che è del tutto scomparso, che si è materializzato nel nulla o – nel peggiore dei casi – che non è proprio mai esistito, che è tutta una montatura e che siamo in una dittatura sanitaria. Che il cosiddetto “partito dei virologi” neghi loro le più basilari libertà neanche fosse una congiura arcigna e cattiva nei loro confronti, e non invece un atto d’interesse a tutela della salute pubblica.

infatti sono mesi che questi geni, tra cui militano illustri e autorevoli politici, giornalisti, faccendieri, virologi, sono alla ricerca di studi, numeri, tendenze a cui aggrapparsi pur di giustificare la loro folle crociata, con motivazioni l’una più bizzarra dell’altra spesso senza alcuna evidenza scientifica o empirica. Come se anche tutti gli altri non volessero tornare alla normalità di prima, con ristoranti, cinema, discoteche, tutto aperto, e turismo e flussi di denaro dell’era pre-Covid.Ora  come  dice  https://www.tpi.it/opinioni/negazionisti-covid-crociata-assurda-commento-20200822652879/ : 

i contagi tornano ad aumentare la crociata assume contorni sempre più interessanti. Sulla scuola ad esempio il mantra è questo: “Dobbiamo riaprire a tutti i costi, non importa come, la scuola è un diritto costituzionale che è stato calpestato da questa dittatura sanitaria; se non riparte la scuola, non riparte il paese”, come sostiene la senatrice Daniela Santanchè (FdI) in questo video

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Forse Santanchè non lo sa, ebbene la informiamo: tutti vogliamo tassativamente riaprire le scuole, ma a meno di un mese dalla riapertura (14 settembre) possiamo dirci ragionevolmente sicuri di avere un piano che tuteli il personale didattico, i nostri figli e di riflesso anche tutti quanti noi cittadini? È una domanda lecita e doverosa perché, senza regole chiare, se poi a ottobre dobbiamo richiudere tutto, stile discoteche, si rischia davvero. È necessario avere un piano in grado di garantire salute e sicurezza. >>


 

Pensate davvero, cari covidnegazionisti , che sarà impensabile che si verificherà non dico 10 ma 1 contagio 1 nelle scuole? E se avviene cosa facciamo? Isoliamo solo quel caso o tutta la classe? Se è il prof. quello contagiato, che si fa? Io penso che quell’eventuale caso, e le persone a lui vicine, devono starsene a casa, altrimenti diventa il focolaio perfetto; uguale per gli insegnanti. Questo non vuol dire che non si debba riaprire il 14 settembre, né tantomeno equivale a dire didattica a distanza per tutti. Vuol dire però che chi risulta positivo, limitatamente per il tempo necessario, deve fermarsi e stare a casa seguendo le lezioni con la didattica a distanza. Non è una tragedia. Mi sembra persino ragionevole. Oppure Preferiamo questo o ulteriori contagi e magari ( tocchiamo ferro e facciamo scongiuri ) a dover piangere altri morti ? Parliamo in modo serio di un piano per la scuola. Mettiamo da parte l’ideologia.


Non ci stiamo, noi, a farci prendere per i fondelli da questa crociata negazionista che non tiene conto della realtà dei fatti e persegue solo i propri interessi personalistici o peggio quelli dell’indifferenza, della superficialità, giocando con i nervi scoperti delle persone.

 

Infatti  la scuola deve riaprire! Certo, ma siamo sicuri di avere un piano adeguato che tuteli i nostri figli e  tutto  il personale  docente    e non docente  ? Ma per far sì che questo possa accadere è necessario dotarsi quanto prima di un piano serio in grado di garantire il più ampio margine di sicurezza. In assenza di regole chiare il rischio con le scuole è davvero troppo alto, perciò serve cautela e precauzione massima, senza inversioni di rotta dell’ultim’ora. Anche perché sulla scuola il governo si gioca davvero tutto, molto più che sulle regionali o sul referendum, e su questo può davvero cadere, Ecco quindi  che   concordo   in pieno  con  quest altro intervento di https://www.tpi.it/opinioni/scuola-deve-riaprire-ma-abbiamo-piano-adeguato-20200819651665/

 

<< [...] Non possiamo permetterci che avvenga il panico con chiusure fatte male e a caso. 
  Ne abbiamo già avuto prova, con la Lombardia ad esempio. Le chiusure fatte male e di fretta portano quasi sempre ad altrettante aperture fatte male e frettolose, senza distinguo. Guardando all’imminente futuro, il 20 e 21 settembre si terrà in Italia un’importante tornata elettorale per le elezioni regionali e contemporaneamente l’appuntamento referendario per il taglio dei parlamentari. Pensate a cosa può succedere se la cosa viene gestita male, con una riapertura delle scuole una settimana prima e poi un ulteriore stop prolungato sette giorni dopo.
Parliamo in modo serio di un piano per la scuola. Mettiamo da parte l’ideologia del “dobbiamo riaprire a tutti i costi, non importa come, la scuola è un diritto costituzionale che è stato calpestato da questa dittatura sanitaria”. Per favore, non diciamo sciocchezze. Non ci stiamo, noi, a farci prendere per i fondelli da questa crociata negazionista che non pondera la realtà dei fatti.
In tutto ciò ad insegnanti, prof, presidi non pensa nessuno. La sicurezza e la salute del personale didattico non sono meno importanti di quella dei ragazzi. E soprattutto senza dimenticare che dal giorno 1 della riprese delle lezioni presidi e prof. faranno a gara, in parte comprensibilmente, pur di ottenere il più alto grado di deresponsabilizzazione possibile rispetto a quanto accade in classe, e infatti è già partita la corsa per la richiesta dello sgravio di responsabilità e dello scudo penale.
Dunque, alla fine resta una domanda: possiamo oggi dirci ragionevolmente sicuri che stiamo tutelando i nostri figli con il rientro in classe? Come vivono i genitori questo quesito? Naturalmente la certezza che i nostri figli siano tutelati e sicuri dentro un’aula non esiste per definizione, mai, nemmeno in era pre-Covid. Ma inutile nascondersi, sul piatto della bilancia, come spesso accade ci sono due fattori: il diritto all’istruzione (e la salute) e il diritto al lavoro. Tra economia e salute, da sempre, indovinate chi ha la meglio?
Una ultima nota va dedicata a chi ritiene che sia folle sostenere che nulla tornerà come prima per i prossimi cinque anni. Non lo dico io perché la mattina mi alzo storto, ma moltissimi esperti e tecnici. Quindi – vi anticipiamo – non c’è alcuna macumba ma un fatto che dobbiamo accettare. Nessuno vuole con cattiveria fare vivere le persone in modo anormale, negare la libertà a nessuno, ma è impensabile rifiutare le cose per quelle che sono. Vi prego, perciò, inutile che continuiate con questi complottismi patetici. >>


 

i retroscena ed l contesto dell'attacco per gettare fumo sui sui dipendenti contagiati da covid di Briatore al sindaco di arzachena



Sentire uno  o più politici  (  in realtà  politicanti  )  dire impunemente che il governo “se la prende con i giovani” perché ha deciso di proteggerli chiudendo le discoteche, è l'ennesimo passo verso il delirio più totale in cui essi  stanno  trascinando ulteriormente  tutto il Paese.

Infatti  
4 g 

La perdita di ogni senso.
Il portafogli dei ragazzi prima della loro vita.
La discoteca prima della loro incolumità.
Il divertimento notturno e alcolico elevato a unico valore.
Ridurlo o rinunciarci? “Follia!” ha detto.
Nemmeno per una sola estate in tutta la vita.
Nemmeno per mezza estate.
Nemmeno per due settimane.
Nemmeno dopo ferragosto.
Tutto in Italia si è fermato, tutti si sono sacrificati, tutti hanno incassato di meno, tutti hanno sofferto. Tutti lo hanno accettato davanti a 35mila morti, davanti a un mondo in ginocchio.Ma la discoteca no, quella non si può toccare. Né ci si può accontentare di un governo che pure, per tutta l'estate, fiducia ha voluto concederla. O tutto, o tutto.Si ammalino pure i ragazzi e muoiano i loro genitori. Ma quei ragazzi votano. E se posso accaparrarmene il voto dicendo loro che il governo li sta punendo, che chiude le discoteche perché vuole punirli e non proteggerli, allora va detto. Funziona con i genitori e i nonni, funzionerà anche con loro.Come il Paese dei Balocchi.Come Lucignolo che lì trascinò Pinocchio: dove “in mezzo ai continui spassi e agli svariati divertimenti, le ore, i giorni, le settimane passavano come tanti baleni”.Fino a che i bambini, così ingannati, si svegliavano ragliando, tramutati in asini. Ma quello era solo un romanzo di fantasia.Nella realtà ci si sveglia in terapia intensiva. Con tubi che entrano nel corpo. E la voce che è un soffio.


e sempre lo stesso

Emilio Mola
1 g ·




C’è un nuovo, purtroppo ennesimo, focolaio di coronavirus in Sardegna.Ed è il Billionaire di Flavio Briatore dove 6 dipendenti del personale sono risultati positivi al Covid-19. E ora tutti gli altri sono in isolamento.Non voglio aggiungere molto a questa notizia che si commenta nella sua drammaticità da sola, se non augurare a tutti quei lavoratori di guarire il prima possibile.Ma voglio ricordare alcune dichiarazioni che lo stesso Flavio Briatore che da mesi insulta il governo e che in questi giorni ha ironizzato contro Conte perché “colpevolizza i giovani” togliendo loro quel santuario sicurissimo dal Covid che sono le discoteche:“Volevano trovare un capro espiatorio simbolico e l’hanno trovato nelle discoteche. Come la vedono loro, sembra che questo virus agisca solo di notte e non di giorno, potrebbero ribattezzarlo virus del panettiere: che si alza la notte per lavorare e dorme di giorno”."Il vero virus da cui difendersi - aggiunge ancora sui social - è quello di questo Governo”.“Una discoteca con la capienza di mille persone - aggiunge parlando all'adnkronos - la portavi a 400 facendo anche i tamponi e i test sierologici ai dipendenti come abbiamo fatto noi al Billionaire".In un paese normale, non completamente plagiato da una propaganda che porta i poveri a stracciarsi le vesti per tutelare i sontuosi guadagni di Briatore e Santanché, da oggi dovrebbero tacere da qui alla fine della Pandemia sia lui sia tutti quelli che da mesi attaccano Conte e il governo per misure che poi ogni volta, ogni santissima volta, si sono rivelate giuste per salvare migliaia di vite umane e tutto il sistema Paese.In un Paese normale.Ma qui siamo in Italia.E qui viene prima la discoteca, poi la vita. Prima gli interessi di Briatore, della Santanché, del Papeete e di tutti questi amici e alleati di Matteo Salvini, poi la sicurezza di lavoratori, giovani e del Paese.






20.8.20

la canzone preghiera dei cugini di campagna racconta di Jole ed Ettore, i fidanzatini sassaresi lei morì di leucemia, lui si uccise




Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice  la  canzone  Una  storia   come  dicono , molti ,  molto commovente. Un amore simile in questi nuovi tempi non si trova più.   

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nuova  sardegna  18 AGOSTO 2020

Era il 17 agosto 1975, il Corriere della Sera due giorni dopo dedicò una pagina alla tristissima storia, il cantante Ivano Michetti dei Cugini di campagna scrisse "Preghiera"

LUIGI SORIGA                


L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono


SASSARI. Lui si chiamava Ettore Angioy, aveva 18 anni, era un ragazzone atletico e innamorato, con le gambe da terzino e la testa di un fantasista d’altri tempi. Lei si chiamava Jole Ruzzini, era sportiva, di una spensieratezza contagiosa, brava a scuola, con i capelli neri e sciolti. Aveva quindici anni.
Il Corriere della Sera, nel paginone delle cronache agostane, scrive questa testatina: «La vicenda più triste dell’estate». E poi titola: «Ecco come a 18 anni si può ancora morire d’amore». Era il 1975: il 17 agosto di 45 anni fa.
Ivano Michetti, quel giorno aveva 28 anni. Indossava mezzo chilo di basetta per guancia, pantaloni a zampa d’elefante, una giacca catarifrangente e un nome d’arte che resterà nella storia della musica: Cugini di Campagna. Sfoglia quel giornale, il cuore gli sgocciola, e crea la canzone più struggente di tutto il suo repertorio.
“E le mie mani innalzerò verso di te, cantandoti una preghiera finché non hai salvato lei”.
Ettore e Jole si erano conosciuti al gruppo scout Ss4 di via Galileo Galilei a Sassari. Era stato un piccolo colpo di fulmine. Lei al liceo Scientifico, intelligente, studiosa, voti alti. Lui all’ultimo anno dei Geometri, disegnatore di talento, la passione per i fumetti di Tex. Dice Primo Ruzzini, fratello di Jole: «Giocavamo insieme a calcio, eravamo amici. Ero contento che stesse con Jole, erano una belle coppia. Ettore era un idealista, con un grande senso della giustizia. Per questo secondo me non poteva accettare di perdere mia sorella».
Stavano insieme già da un anno, condividevano la passione per gli scout. A fine luglio, erano partiti con le loro squadre di giovani esploratori per il campo-raduno di Monte Pisanu, vicino a Bono, in vista del meeting nazionale a La Mandria di Torino. Jole è stanca, ha una brutta cera, il colorito giallognolo, il medico consiglia il ricovero agli Infettivi di Piazza Fiume. Il responso non lascia scampo: «Leucemia». In quegli anni non esisteva un trapianto di midollo, e il “cancro del sangue” equivaleva a una sentenza. «I miei genitori sapevano tutto – dice Primo – ma a me ed Ettore avevano detto che si trattava di epatite». Così entrambi partono per Torino, mentre Jole resta ricoverata e si appassisce pian piano. «Quando siamo ritornati a Sassari, lei stava ancora benino. Agli infettivi non erano concesse visite, e con Ettore ci facevamo trovare sotto una finestra dell’ospedale subito dopo pranzo. Lei si affacciava, io la salutavo, mi facevo da parte, e loro parlavano di nascosto». Poi la malattia scollina e inizia la discesa. “Lei mi sorride pensando che poi guarirà, ancora non sapeva amare perché la vuoi insieme a te”.
La finestra da quell’istante rimane chiusa, Jole è sempre più debole. «Solo allora, io ed Ettore abbiamo sentito pronunciare la parola leucemia». E il sangue di un diciottenne innamorato si gela d’un colpo. “Signore mio, ascoltami se puoi. Signore mio al mondo ho solo lei. Signore mio è per amore che t'imploro. A mani giunte ti scongiuro dimmi che non sarà vero”. È sconvolto: un giorno uscendo dall’ospedale, grida: «Se muore, io la seguirò nella tomba». Si confessa anche con il prete di San Giuseppe, con don Era: «Se muore, io non voglio più vivere». Jole ha sempre gli occhi chiusi, dorme, la leucemia se la porta via in un paio di giorni. È il 17 agosto. “Signore mio! Ma le sue mani non sento più stringersi a me. Perdona se tu mi vedrai lassù tra voi insieme a lei”. Ettore torna a casa, indossa una giacca elegante, i pantaloni bianchi, nella tasca infila una lettera d’addio, passa al bar, infila una moneta nel jukebox, ascolta per l’ultima volta la loro canzone, si incammina verso il ponte di Rosello.
“Amore mio non ce l'ho fatta più, amore mio senza di te laggiù, amore mio la nostra casa è il paradiso, ritrovo adesso il tuo sorriso. Non devi avere più paura. Amore mio.....”. Scavalca la balaustra, chiude gli occhi, e si lascia andare.
I genitori la notte lo aspettano, si preoccupano, danno l’allarme e amici e parenti lo cercano per tutta la città. Lo vedrà un passante, adagiato sull’erba, i pantaloni bianchi, sotto il ponte. Riconoscerlo è facile, la lettera in tasca racconta tutto. Poche scuse, un addio eloquente: “Perché senza Jole la mia vita non ha più senso”. Primo conserva ancora quella lettera, e la custodisce come si fa con i segreti, perché c’è condensata la ragione di una scelta estrema, la più intima che uno possa concepire. «Aveva pensato a tutto, si era dato due sole possibilità, senza via d’uscita. Se lei vive, vivo anch’io. Se muore, la seguo. Ed era talmente risoluto da non essersi confidato con gli amici. Aveva preferito isolarsi, aspettare il destino e far decidere lui anche per la sua vita»
A quei tempi i funerali dei suicidi venivano celebrati sottovoce, di nascosto, perché congedarsi così era peccato mortale. Invece, se molti sassaresi ancora ricordano la storia di Ettore e Jole, è anche grazie alla sensibilità moderna di monsignor Masia. «Accettò la loro scelta d’amore, e decise di celebrarla». Il 19 agosto gli scout caricano in spalla la bara di Ettore Angioy. Il corteo non va direttamente verso la parrocchia di San Giuseppe, allunga il percorso, si dirige verso via Torres. Al numero 16 si ferma silenzioso. Aspetta che da quel portone esca la bara di Jole Ruzzini, come farebbe uno sposo che va a prendere la sposa. Le due bare camminano fianco a fianco, e anche i due cortei si sfiorano, per poi diluirsi nel sagrato. E questo, nell’agosto del 1975, è stato un refolo di amore e di rivoluzione.


a confermare la notizia , che può sembrare leggenda , è questa lettera della Madre di Jole al gruppo Cugini di Campagna:

L'immagine può contenere: 4 persone, persone che sorridono, persone in piedi




Gentilissimo complesso,
sono la mamma di Jole, la ragazza morta a Sassari il 17 Agosto affetta da leucemia, e nella stessa sera Ettore si buttò dal ponte per amore di mia figlia.
Molti ragazzi dei boy-scout mi dicono che voi avete scritto e musicato la canzone Preghiera dedicata ai nostri ragazzi, mi complimento con voi, è molto bella, è come mia figlia era. Ed Ettore ha veramente implorato il Signore, ciò che voi con le vostre parole e musica dite. Ve ne sono molto grata di quanto avete scritto e continuate a dire verso i nostri angeli, che sicuramente dall'alto per il breve cammino secondo quanto ha scritto sulla nostra esistenza terrena il buon Dio.
Vorrei da voi un conferma, cercate di capire due mamme.
Vorrei dilungarmi tanto, dandovi tante benedizioni, ma credetemi la commozione mi ha vinta.
L'angelo di Jole e di Ettore vi protegga per tutta la vita.
Vi abbraccio tutti con tanto tanto amore come se voi foste i mei ragazzi.
M.


19.8.20

Pensierino di metà agosto...

 

Demolisci le convenzioni di questa società ipnotica, sacrifica te stesso all'albero della saggezza, indossa la corazza dell'odio e del disprezzo, scaglia le tue frecce contro la colomba e il corvo, rifuggi la falsità e la bugia come stile di vita, alimenta il tuo fuoco ed infine spargi il tuo seme su ogni campo non ancora arato.



17.8.20

AGGIORNAMENTO PRECEDENTE POST CHIUSURA DISCOTECHE . Coronavirus, l’ordinanza del ministro Speranza sospende solo “l’attività del ballo”: le discoteche possono rimanere aperte

 i media maistream e non mainstream  ,  i blog  (  compreso il nostro qui l'articolo  )  hanno   pubblicato , salvo alcuni   ( vedere   articoo  sotto  )  sulla  chiusura  delle  discoteche    degli errori   . Infatti   esse possono  coem specificato dall'ordinanza  rimanere  aperte    a   delle    condizioni 


Di Niccolò Di Francesco
Pubblicato il 17 Ago. 2020 alle 09:01Aggiornato il 17 Ago. 2020 alle 09:25





Coronavirus, le discoteche resteranno aperte: ecco perché

Con l’aumento dei casi di Coronavirus, il governo ha deciso di attuare una serie di misure restrittive, tra cui la chiusura delle discoteche, le quali, in realtà, potranno rimanere aperte. L’ordinanza firmata nella giornata di domenica 16 agosto dal ministro della Salute Roberto Speranza e in vigore a partire da lunedì 17 agosto, infatti, vieta le “attività del ballo che abbiano luogo in discoteche, sale da ballo e locali assimilati destinati all’intrattenimento o che si svolgono in lidi, stabilimenti balneari, spiagge attrezzate, spiagge libere, spazi comuni delle strutture ricettive o in altri luoghi aperti al pubblico”. L’ordinanza, di fatto, non obbliga le discoteche a chiudere, ma sostanzialmente vieta solo il ballo. I locali che hanno al loro interno bar o ristoranti potranno rimanere aperti anche per concerti o serate di musica nel pieno rispetto delle normative anti-Covid, quindi con distanziamento tra i tavoli e l’obbligo di indossare la mascherina almeno fino a quando non ci si siede al tavolo.
La conferma in tal senso era già arrivata dalla senatrice Daniela Santanché, proprietaria di un locale, la quale, intervistata da TPI, aveva confermato che “Non si potrà ballare. Ma le discoteche resteranno aperte. La mia discoteca resta aperta” aggiungendo “I ragazzi ci possono andare, possono stare seduti ai tavoli, possono bere. L’unica cosa che non possono fare è ballare”. La sospensione di balli, in realtà, era già stata prevista dal governo nel Dpcm dell’8 agosto scorso in cui vi era scritto: “Restano comunque sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso”. Una serie di deroghe regionali, tuttavia, avevano permesso di aggirare la norma. Ecco perché la nuova ordinanza firmata dal ministro Speranza ammette deroghe regionali alla normativa solo in “termini più restrittivi”.
Il danno provocato dalla chiusura delle discoteche è comunque importante. Secondo quanto svelato dal Corriere della Sera, il governo sta pensando, anche su richiesta dei governatori di Liguria, Veneto ed Emilia-Romagna, a un fondo ad hoc per i gestori dei local da aggiungere alle misure del Decreto Agosto, che attualmente si trova in Parlamento. Al momento si ipotizzano una serie di aiuti a fondo perduto. Il sindacato dei locali da ballo (il Silb), intanto, parla di 4 miliardi di fatturato a rischio con almeno il 70% dei locali che da febbraio non ha mai riaperto.

La mamma fu uccisa e bruciata dal compagno, la figlia la ricorda con sua una canzone rap

  Poichè il  giorno dopo   ferragosto   non escono  giornali    ho letto   la  vicenda    di   Valentina, la  cui madre  Violeta Senchiu,  fu uccisa, bruciata viva, dal compagno a Sala Consilina nel novembre di due anni fa.   .  Lo so  che   è un argomento talmente  trattato ed  abusato    e  divisivo  come  si  dice  oggi  , ma  il  silenzio  su  tali argomenti è peggio  . La  vicenda  è talmente  triste   da  non riuscire   a  dire  la  propria  opinione     senza  scadere  in banalità  ed  frasi trite  e  ritrite  . Quindi  lascio  le  parole  sia   a  questa bella  canzone  (  a fncl  ai pregiudizi e  generalizzazioni  come quelle dei matusa    e  di qualche   Bertoncelli o un prete a sparare cazzate  che dicono  che   esso  è  solo violenza   ed  sessismo  ,  oltre  che droga   ,  stesso discorso  che  fecero i  loro padri e parenti sul  jazz   che  fini nel calderone  del proibizionismo  e  successivamente  sul rock accusandolo d'essere  musica  indemoniata     \  del  diavolo   )    della protagonista  




«Tu sei un stella caduta dal cielo, stesa per terra con addosso un telo, e invece del fuoco sentivi il gelo e per te piangeva anche il cielo». Con queste parole inizia la canzone di Valentina  (  foto sotto al centro  presa  dal  secondo sito ) , la

 



figlia di Violeta Senchiu  ( foto  a destra   , foto presa  dalla rete  ) , uccisa, bruciata viva, dal compagno a Sala Consilina nel novembre di due anni fa. 

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«Mamma sei tu» è la canzone della figlia di Violeta, un rap emozionante, con strofe e parole
che arrivano al cuore, che riportano l'attenzione sul femminicidio dal punto di vista di un'adolescente privata dell'amore materno dal compagno violento (non era suo padre). Per il femminicidio di Violeta è stato arrestato il compagno Gimmino Chirichella poi deceduto per un infarto in carcere, secondo la ricostruzione degli inquirenti dopo una lite era andato ad acquistare del carburante e una volta tornato a casa aveva dato fuoco all'appartamento e a Violeta.Valentina, ancora non maggiorenne, già in altre occasioni ha avuto la forza e il coraggio di raccontare e testimoniare quanto avvenuto. Lo ha fatto attraverso la poesia e ora con una canzone. 


il  secondo  repubblica  del  14\8\2020

Il rap di Valentina

Non ha più la madre uccisa dal compagno. "Così ha messo in rime amore e voglia di giustizia"
Valentina Luntraru ha 15 anni, vive a Sala Consilina in provincia di Salerno, ha due fratelli più piccoli, a settembre andrà in seconda superiore, Istituto professionale Criscuolo di Polla. «È una leader della classe, un esempio: una ragazza come ce ne sono poche. Non si tira mai indietro», dice Teresa Amodeo, insegnante di diritto. Due anni fa, quando ne aveva 13, ha visto sua madre Violeta bruciare viva. Ad appiccare il fuoco è stato Gimino Chirichel...
Valentina Luntraru ha 15 anni, vive a Sala Consilina in provincia di Salerno, ha due fratelli più piccoli, a settembre andrà in seconda superiore, Istituto professionale Criscuolo di Polla. «È una leader della classe, un esempio: una ragazza come ce ne sono poche. Non si tira mai indietro», dice Teresa Amodeo, insegnante di diritto. Due anni fa, quando ne aveva 13, ha visto sua madre Violeta bruciare viva. Ad appiccare il fuoco è stato Gimino Chirichella, compagno della mamma e padre dell’ultimo dei bambini, che aveva allora tre anni. «Io lo so come sono andate le cose perché l’ho visto con i miei occhi», dice e si scusa perché piange, dando del voi. «Voi mi dovete scusare se mi emoziono». L’ha visto, e l’ha scritto in una canzone. Mamma sei tu, s’intitola il brano rap che ha postato su Youtube.
“Tu sei una stella caduta dal cielo/ Stesa per terra con addosso un telo/ Invece del fuoco sentivi il gelo/ Per te piangeva anche il cielo. Ehi”.
Al principio voleva scrivere un libro, racconta, ma «non ho tutte le basi della grammatica, essendo soltanto in prima superiore. Allora ho deciso di facilitarmi la strada e ho fatto una canzone. Avevo iniziato a cantare nel coro della chiesa, da piccola. Poi quando è successo con mia madre ho cominciato a fare cose per occupare il tempo e sono tornata in chiesa. Ho ricominciato a cantare. Ho preso una base da Youtube. Ho scritto le parole. Per me è importante la verità, che non si dica che è stato un incidente perché non è vero. Ho visto tutto coi miei occhi».
“L’amore ti ha ferita come una bomba/ fino ad accompagnarti in una tomba/La tua voce nelle mie orecchie rimbomba”.
«Vorrei che questa canzone servisse alle donne che non ce la fanno a ribellarsi perché magari hanno paura per i figli. Non devono avere paura. Per un figlio qualsiasi cosa è meglio che vivere senza la madre».
“Senza una madre ti manca il respiro/Io ti ho salutata con un ultimo sospiro/Sei tu la supereroina che ammiro/Intorno al tuo sorriso ancora ci giro/Io ti penso ancora, immaginando te la mia vita migliora”.
Quel giorno, sabato 3 novembre 2018, Gimino Chirichella, 48 anni, operaio trattorista al Consorzio di bonifica, è uscito di casa alle 13.30. Insieme al “suo compare” (il compare di battesimo di suo figlio) è andato in una stazione di servizio ha riempito due taniche di benzina da cinque litri e le ha riposte nel bagagliaio dell’auto. Le telecamere di sorveglianza li hanno ripresi. Poi sono andati insieme al bar Colpo Grosso, di fronte al benzinaio, a prendere il caffè. Di quel bar, soprattutto della sala slot machine, Chirichella era cliente abituale. «Lo hanno sentito dire: Oggi faccio una strage», dice Valentina, e così in effetti risulta dalle carte giudiziarie: “Oggi faccio la fine del mondo”, ha detto, secondo i testimoni. (A febbraio del 2019, tre mesi dopo l’omicidio, Chirichella è morto nel carcere di Foggia. Ufficialmente per arresto cardiaco, soffriva da tempo di problemi al cuore. I suoi legali e la sua famiglia sostengono che non sia stato opportunamente curato, in carcere. Sostengono anche che il rogo sia stato un incidente. Non aveva intenzione di uccidere, secondo la tesi della difesa. Chirichella era stato in passato condannato per violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione).
Valentina vive con la nonna Dumitra, che tutti chiamano Lilli: ha 55 anni, lavora per una ditta di pulizie. Sua figlia Violeta Senchiu aveva 32 anni quando è bruciata viva. Le ultime parole che ha detto alla madre, mentre la portavano via, sono state: “Cerca i bambini e guardali”. E’ morta al Cardarelli di Napoli dopo venti ore di agonia.
«A nonna ha detto: cerca i bambini e guardali. Io c’ero, ho visto tutto coi miei occhi. Non è vero come hanno scritto che lui era andato a prendere la benzina per le minimoto. Per quelle avevamo le taniche in mansarda. Le taniche nuove, grandi, è andato a comprarle appositamente. Ero fuori, dalla nonna, stavo rientrando quando l’ho visto salire le scale: ha rotto tutti i vasi mentre saliva, c’erano cocci dappertutto così prima di entrare mi sono messa a pulire i vasi rotti. C’erano anche dei vetri. Ho visto per un momento mamma, si è affacciata seria, ho capito che litigavano. Gianni, il mio fratellino piccolo, ha detto: Papà schiaffo a mamma. Dopo anche il mio fratello di mezzo ha confermato: papà l’ha presa a schiaffi. Poi c’è stato un grande botto, il compare ha sceso di corsa le scale portando via i miei fratelli. Al bar lui aveva detto faccio una strage, ma le persone parlano solo anonime, hanno paura. Noi lo sapevamo cosa aveva fatto, abbiamo cominciato a urlare salvate mamma perché muore».
“Il tuo cammino fu spezzato/Il tuo sorriso ammazzato/Il tuo cuore polverizzato/ Nel paradiso invitata ma noi non ti abbiamo dimenticata”.
Mamma era bellissima, sorrideva sempre.
“Da bambina volevi fare la pediatra/Loro volevano portarti dallo psichiatra/Credevano che eri matta/E per lui non eri la donna adatta”.
«Smentire chi ha detto falsità è bello perché la verità va detta, ma vorrei anche che questa canzone servisse alle donne vittime di violenza per trovare la forza di chiedere un aiuto. Io non credo che mamma non abbia parlato per paura: secondo me è stata zitta per amore. A me questo un po’ fa rabbia, ma la capisco. Se l’avesse detto chissà cosa avrebbe fatto nonna, una madre è capace di tutto per proteggere una figlia, e se nonna avesse fatto una pazzia poi noi finivamo noi chissà dove, chissà con chi. Invece adesso io bado ai miei fratelli e nonna, e la zia, badano a noi. L’amore acceca veramente. A volte mi chiedo se potrebbe capitare anche a me ma spero di no, credo di no: vorrei non farlo capitare».
Ci sono psicologi assistenti sociali e centri antiviolenza (Aretusa e Polis, fra gli altri) che sostengono Valentina, i suoi fratelli, la nonna. La comunità rumena di Sala Consilina, molto grande, è stata vicina alla famiglia di Violeta. Nessun aiuto concreto viene invece dallo Stato, secondo quel che dice la nonna: «Tengo insieme gli scontrini e li do alle associazioni, che sono bravissime. Anche il Comune ci aiuta un poco ma da Roma no, niente. Forse dovrei chiedere a un avvocato, per queste cose bisogna sapere». La mia nonna è coraggiosissima, dice Valentina. «Non ci fa mancare niente. L’unica cosa che mi manca è mia madre. Le notti, poi: mi piacerebbe sognarla ma non arriva».
“Mamma sei tu che mi illumini il cuore/tu eri forte come un leone/ritorna nei miei sogni per favore. Ricordo che ci divertivamo come sorelle/i tuoi occhi brillavano come le stelle. Ehi e prima di andare a dormire ci raccontavi le storielle e quando cucinavi le tue splendide frittelle insieme eravamo delle perle”.
«A un certo punto si è fatto vivo mio padre, che abita a tre chilometri da me. Voleva incontrarmi, ma io non ho voluto. Non si è mai fatto vivo in tutta la mia vita. Non l’ho voluto vedere per rispetto di mia madre». Per fortuna ci sono gli amici, gli insegnati, la scuola. «Mi piace molto, la scuola. Mi piace stare con i compagni di classe. Ho scelto l’istituto professionale, istituto sanitario, per avere subito un diploma ma se avessi la possibilità di andare all’università vorrei studiare giurisprudenza. Vorrei fare il carabiniere.
“Eri una persona non violenta/ma che ha subito l’atroce violenza/e così la sua vita si è spenta. Ehi”.
«Il carabiniere, sì sì, avete capito bene. E’ un lavoro che mi piace molto perché difende le persone. Perché è dalla parte della giustizia, credo».


16.8.20

per colpa degli incoscienti e le panzane sul Coronavirus, le nuove decisioni del governo: discoteche chiuse in tutta Italia e mascherine anche all’aperto dalle 18 alle 6

  qualcuno   lo  aveva previsto    pur  mantenendo un a

 basso  profilo   .
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peggio per voi . #loavetevolutovoi che non rispettate nè regole di sicurezza nè buon senso per bramosia del € , ed avete creduto alle panzane #deinegazionisti . chi troppo vuole nulla stringe . Infatti 

E grazie a discoteche e apericene siamo sopra 600 contagi.
Quota mille in vista a giorni, altro che settembre ottobre.
È l'ennesima versione della norma costituzionale non scritta: socializzare le perdite, privatizzare i profitti.




                                            Ingresso di una discoteca Credits: ANSA

Ora non lamentatevi o piangete lacrime di coccodrillo perchè : << anche se voi vi credete assente siete per sempre coinvolti >>. Infatti  a   chi  mi dice   ad  un mio post    su tale  argomento  

Mariano Scirocco Pensassero ad aprire le università piuttosto
  • Giuseppe Scano già ma come . se la gente non rispetta nessuna regola . foto mandatami da un mio  amico  continentale  \  un sardo d'oltre mare che era rientrato in sardegna con la nave per le  vacanze