Per le interviste ad autori \ autrici oggi propongo un intervista a ( foto a lato presa
dal suo account di facebook ) a Francesco Trento autore del libro :
La guerra non era finita - I partigiani della Volante Rossa alla terza ristampa in un mese e mezzo .
Finalmente un libro che s'oppone "civilmente" agli ingigantimenti delle ultime opere di Pansa , suggerendo sul suo account dfi facebbok : << lo hanno consigliato il Washington Post, Newsweek, El Paìs, Le Figaro. Insomma non è che abbiate bisogno che ve lo consigli io. Però è una lettura fondamentale per capire la storia del dopoguerra. Fondamentale. Uno di quei libri di storia imperdibili, come "Il secolo breve" di Hobsbawm. Una lettura seria e rigorosa della violenza in Europa subito dopo la seconda guerra mondiale, antidoto a tutte le Pansane di pseudostorici, controstorici e politici coi "giorni della memoria" selettivi, che ricordano la vendetta di uno senza dire cosa c'era prima e cosa c'è stato dopo, e cosa succedeva durante. Qui invece c'è tutto. Chiunque voglia oggi parlare di dopoguerra, deve ripartire da questo libro. >>.
.
Proprio per questo volevo chiederli come si sentiva ad essere definito dalla recensione di Angelo D'orsi su La Stampa che lo definisce come "il Pansa di sinistra".
Ma Ora bado alle ciance ed ecco l'intervista
come mai
hai deciso di rivangare queste storie del passato?
Beh, in realtà ho iniziato a studiare la Volante Rossa molti
anni fa.
Uno dei motivi che mi ha spinto a proporre ora questo libro è
senz’altro la quantità di fesserie che pseudostorici e “controstorici” scrivono
su quel periodo. Ero un po’ stufo di leggere pansane qui e là, e siccome sulla
Volante esistevano solo gli ottimi libri di Massimo Recchioni e Cesare Bermani,
oltre al volume del 1995 di Guerriero e Rondinelli, ho pensato di dare il mio
contributo. Con un libro leggermente diverso, che racconta, attraverso una
piccola storia, la storia dell’Italia del dopoguerra, in quei tre anni e mezzo
che
hanno deciso le sorti successive di questo paese.
Come scrive Keith Lowe nel suo “Il continente selvaggio”, “I fatti distorti
sono molto più pericolosi di quelli reali”, perciò ....
quale di
queste due " definizioni "
della volante rossa è quella più giusta ?
http://it.wikipedia.org/wiki/Volante_Rossa o ita.anarchopedia.org/Volante_Rossa
Allora, la prima pagina, quella di wikipedia, è stata
palesemente scritta da qualche “revisionista” ed è in gran parte basata sul
libro di Cicchino e Olivo, che sulla Volante Rossa prendono una cantonata dopo
l’altra. È poi del tutto inaccettabile la definizione “organizzazione
terroristica”, mutuata dal linguaggio odierno ma assolutamente fuori luogo in
questo contesto. È piena di inesattezze, e di fatto dimostra come una storia
poco indagata generi facilmente miti e leggende. Sarebbe lungo far le pulci a
quelle righe qui, ma per farti un esempio è falso che la Volante Rossa abbia
mai rivendicato l’omicidio di De Agazio, che peraltro non ha nemmeno compiuto,
come spiego nel libro (anche se il giornalista figurava su una lista di persone
che gli uomini di Paggio “tenevano d’occhio”).
L’altra pagina è sicuramente più favorevole alla Volante, ma
incorre in una lunga serie di inesattezze.
Sei revisionista o negazionista? Equipazionista? Giustificazionista?
Mi sembra divertente il gioco degli "isti". Sicuramente non sono revisionista né equipa, ne negazionista...
Ragionerò su una definizione, ma forse "cerco di raccontare la verità" è la miglior risposta.Ma guarda, non ci sarebbe bisogno di tutti questi –isti se
gli storici facessero solo il loro mestiere, che è quello di cercare tutte le
fonti a disposizione, vagliarle con imparzialità, e cercare sempre la verità.
In questo libro ho dovuto mettere insieme fonti diverse, le testimonianze orali
le ho confrontate con gli atti processuali, i verbali di polizia, gli
interrogatori, gli articoli di giornale, tentando sempre, sopra ogni cosa, di
raccontare il meglio possibile un pezzo di storia di questo paese. La miglior
dimostrazione che questo è un libro onesto, e anche uno dei premi migliori al
lungo lavoro che ha preceduto questa pubblicazione, è stato ricevere nell’arco
di 24 ore i complimenti di Nadia Paggio, la figlia del comandante della Volante
Rossa, e dei nipoti di De Agazio, che grazie a questo libro hanno scoperto che
non furono gli uomini del “tenente Alvaro” a uccidere loro nonno.
fu un qualcosa di spontaneo oppure furono
usati dal Pci?
Fu un fenomeno spontaneo, anche se il gruppo di Paggio dal
1946 stringe legami saldi con la Federazione milanese del Pci, presso la cui
sede gli uomini della Volante svolgono a rotazione un turno di guardia notturna
per evitare il ripetersi di attentati neofascisti. Se da un lato il Pci
nazionale, con Togliatti, non vede di buon occhio fenomeni come quello della
Volante, di sicuro a Milano i rapporti con Alberganti e Lamprati sono ottimi. Tanto
è vero che dal 1948 la Volante viene in qualche modo legittimata, svolgendo
servizio d’ordine al VI congresso del partito. Successivamente partecipa agli
scontri durante la durissima campagna elettorale, e il segno dei suoi buoni
rapporti con i dirigenti milanesi lo dà la storia dei giorni successivi
all’attentato a Togliatti: quando gli uomini di Alvaro decidono di dare
l’assalto alla caserma dei carabinieri di Milano, pensando di essere alla
vigilia di un colpo di stato e cercando quindi di iniziare una rivoluzione, il
Pci li ferma dicendo: “tornate a casa”. E loro, ordinatamente, tornano a casa.
Gli avevo preparato altre domande del tipo : le azioni della volante rossa furono azioni di giustizia proletaria o di vendetta ? il periodo delle loro azioni può essere considerato un appendice della guerra civile o un ritorno agli arditi del popolo ? fu un qualcosa di spontaneo oppure furono usarti dal Pci ? 7) la volante rossa fu terrorismo o leggitima difesa ? la volante rossa ha avuto rapporti con i Gap ? Se ci sono stati quali furono ? luoghi comuni , ed errori degli pseudo storici e storici di parte , che smonti nel tuo libro ? la volante rossa assolta o condannata dalla storia ?
Ma lui , è questo che mi piace di lui e mi fa onore ad averlo fra i miei contatti di facebook , è stato perspicace e " creativo "£ e le ha riassunte \ condensate nell'ultima domanda :
la volante
rossa fu terrorismo o la
prosecuzione della guerra civile?
Odio questo uso del termine “terrorista”, sta
diventando ormai una specie di
intercalare. Nel suo ultimo libro, “Bella ciao. Controstoria della Resistenza”,
Pansa usa addirittura il termine “terrorista” per indicare i gappisti, medaglie
d’oro della Resistenza come Giovanni Pesce.
Basterebbe prendere un vocabolario per capire quanto la
definizione non sia corretta: un terrorista colpisce indiscriminatamente per
seminare il terrore, allo scopo di sovvertire le istituzioni. Attacca lo Stato.
I gappisti attaccavano l’invasore tedesco, per liberare il loro paese da coloro
che stavano sterminando 6 milioni di ebrei nei campi di concentramento.
Attaccavano i loro alleati repubblichini. Attaccavano chi tutti i giorni
uccideva, torturava, opprimeva la popolazione dell’Italia del Nord. Ma
chiamarli “terroristi”, Pansa lo sa bene, mira a farli percepire come
assassini. È buffo come in questi libri in genere anche i più terribili
torturatori nazifascisti diventano “uno che aveva inferto duri colpi ai Gap”,
che poverini poi stranamente vengono uccisi a guerra finita, poi però se chiudi
il libro di Pansa e vai a cercare notizie su quel tizio che aveva “inferto duri
colpi ai Gap”, Giusto Veneziani, scopri che torturava sistematicamente i
partigiani, che aveva fatto abortire una donna a pugni sullo stomaco, e una sequela
di altre ripugnanti azioni che evidentemente Pansa non ha ritenuto opportuno
menzionare.
Gli uomini di Paggio sicuramente compiono varie azioni a
guerra finita, e lì bisogna distinguere anche tra le varie fasi della storia
della Volante Rossa. Le azioni dell’immediato dopoguerra sono assolutamente
simili a ciò che accadde in tutta Europa in quei mesi, con la punizione di
fascisti e collaborazionisti, mentre gli omicidi del 1949 sono sicuramente
fuori tempo, con la formazione che non è più clandestina da tempo, e infatti
causano l’arresto di molti dei suoi militanti.
Non va dimenticato che Paggio e i suoi agiscono in un’Italia
che più passano i mesi più si rivela un paese alla rovescia, dove fascisti
responsabili di incredibili atrocità invece che venire puniti rimangono ai loro
posti nelle amministrazioni pubbliche e nelle forze di polizia, mentre i
partigiani entrati subito dopo il 25 aprile vengono via via allontanati con una
serie di risibili cavilli. Un paese in cui l’unica epurazione che davvero ha
luogo con successo è quella dei partigiani dalle forze di polizia. Un paese che
vede chi ha lottato per liberare l’Italia incarcerato per azioni commesse
durante la guerra partigiana, e per le strade, liberi, i fascisti.
Libero Junio Valerio Borghese, comandante della X Mas, che
nel dopoguerra si renderà protagonista di un tentato colpo di stato. Libero il
“boia di Genova” Basile. Libero il criminale di guerra Graziani, inserito dall'ONU nella lista dei
criminali di guerra su richiesta dell'Etiopia,
per cui l’Italia non concederà mai l’estradizione nonostante sia accusato
dell'uso di gas tossici
sulla popolazione civile, nonostante sia accusato di aver bombardato
ospedali della Croce Rossa. Eccetera eccetera. Parlando della
Volante Rossa e di fenomeni simili non si può ignorare questo contesto, o si
rischia di ragionare sulla storia senza coglierne il sapore, senza calarsi nel
clima di quegli anni. E quindi senza capire.
A Milano in quegli anni non c’è un gruppo di pazzi che si fa
giustizia da sé. A Milano in quegli anni c’è una guerra tra i gruppi armati
neofascisti da una parte e molti ex partigiani dall’altra (non solo la Volante
Rossa, perché come racconto nel libro ci sono almeno altre due organizzazioni
armate a Milano in quegli anni, all’interno di sedi del Pci). Perché quello che
molti pseudostorici o “controstorici” dimenticano spesso di dire è che i
fascisti sono rimasti armati, e nel dopoguerra si riorganizzano in fretta, e
colpiscono quotidianamente le sedi dei partiti di sinistra, le attaccano con
bombe, esplosivi, colpi di mitragliatrice. Attaccano la sede della camera del
lavoro, e la custode, Stella Zuccoletti, ci rimette la vita. Attaccano la
sezione comunista di Porta Genova, e un bambino di 5 anni, Franco Flammeni, è
dilaniato dall’esplosione di una bomba. Attaccano la Casa del Popolo di
Lambrate, sede della Volante Rossa, che solo grazie a un infiltrato riesce a
sapere prima dell’attacco e a organizzare una difesa.
Questo è il contesto storico in cui agiscono gli uomini di
Paggio, e raccontarlo per quello che era non è una questione di giudizio
storico o etico, è semplicemente una questione di fare bene il proprio lavoro.
Se uno vuole “revisionare” la storia prima la deve studiare.